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Sembra uno scherzo. Ma non lo è: a Montichiari (Brescia) il ministero dell'Intemo ha deciso di inviare gli immigrati all'interno di un aeroporto. L'ex caserma Serini, collocata nel sedime aeroportuale dello scalo «D'Annunzio», diventerà infatti un «Centro di prima accoglienza». L'ipotesi che l'EgyptAir disperso in questi giorni sia caduto per mano terroristica evidentemente non spaventa il Viminale. E così circa 150 migranti saranno ospitati in una tendopoli recintata, vigilata dai Carabinieri e fornita di strutture sportive e luoghi di culto. «È una minaccia per la sicurezza dell'aeroporto», fa notare Claudia Carzeri, rappresentante di Forza Italia. I richiedenti asilo, infatti, avranno il permesso di uscire dai cancelli dalle 9 del mattino alle 20. Con le loro tende piazzate a pochi metri dalle piste di atterraggio. A nulla sono serviti gli allarmi della Digos e del direttore del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, Vincenzo Roca sulla situazione del territorio bresciano: «Questa - ha detto - è una zona critica per il terrorismo internazionale». Minaccia confermata dall'arresto un anno fa di due jihadisti che volevano far saltare in aria l'aeroporto militare di Ghedi. Il quale, peraltro, dista pochi chilometri dalla nuova «base» dei migranti. Non è tutto. Per i cittadini, oltre il danno anche la beffa. Dallo scalo di Montichiari, infatti, al momento transitano soprattutto aerei cargo, ma lo scorso marzo è venuto alla luce un progetto di investimento da 15 miliardi di euro. Un sogno: nuove piste, l'interessamento di Ryanair e l'obiettivo di arrivare entro il 2023 a 100 milioni di viaggiatori. Sul piano ora si abbatte come un macigno la decisione di mandare i migranti a due passi dalle piste di rullaggio. «L'uso della Serini a tale scopo -scrivono Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia nel comunicato che annuncia la manifestazione di protesta di domenica - impedirà lo sviluppo del nostro aeroporto». E mette a rischio la sicurezza. Ma la priorità, è evidente, ce l'hanno gli immigrati.