Acqua Marcia (ATA) a rischio?

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Acqua Marcia (ATA) a rischio?

Messaggio da leggereda I-Alex » dom 14 ott 2012, 13:02:51

riporto questo articolo delle scorse settimane perchè potrebbe nei prossimi mesi diventare molto di attualità.
Ata è del gruppo Acqua Marcia, Ata a Linate oltre a essere un handler in concorrenza con SeaH e altre aziende è anche il gestore del traffico di Aviazione Generale... potrebbero aprirsi scenari nuovi all'idroscalo se qualcosa andasse storno nel risanamento
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Acqua Marcia, la porta stretta del risanamento

Insediato da tre settimane il nuovo Cda affronta un complesso iter di concordati preventivi per ognuna delle 40 società del gruppo che fa capo a Caltagirone bellavista finito nell'inchiesta sul porto turistico di Imperia. In tutto sono 1800 addetti, 588 milioni le perdite del 2011
di LUCA IEZZI
Roma Mesi di tribunali. Saranno i giudici a decidere la sopravvivenza del gruppo Acqua Marcia, arrivato dopo 140 anni di storia alla svolta decisiva. L’indagine della magistratura sull’uso del denaro pubblico per la costruzione degli approdi turistici ad Imperia, minaccia ancora di mandare in pezzi l’impero di Francesco Bellavista Caltagirone, ma ora c’è una rotta certa, per quanto stretta e difficile, che passa per una lunga serie di concordati preventivi da decidere per ognuna delle circa 40 società del variegato mondo dell’Acqua Marcia, fatto di operazioni immobiliari in tutta Italia, alberghi di lusso, attività aeroportuali oltre alla sciagurata avventura nei porti turistici. C’è qualche spiraglio di ottimismo per il destino 1800 lavoratori del gruppo: il passo indietro dell’azionista, deciso dal figlio Camillo con il capostipite ancora agli arresti ad Imperia, ha portato all’elezione di un cda composto da 3 “tecnici” che gestirà l’attività aziendale e la lunga trafila con i tribunali penali e fallimentari. Mercoledì l’assemblea ha chiuso il bilancio 2011 evidenziando 588 milioni di perdite e un patrimonio netto negativo per oltre 60 milioni. Numeri che tolgono ogni margine di errore e costringono a un lavoro in tempi strettissimi. Per questo il presidente, Tiziano Onesti, professore di Economia Aziendale all’università di Roma Tre, esperto di contabilità, consulente di molte aziende, consigliere di amministrazione o sindaco di società quotate come Eni, Telecom e l’Espresso, ha deciso una pesante opera di trasparenza: «Questo cda si è insediato da circa tre settimane e ha avviato da subito un processo di monitoraggio continuo che impegna molto sia l’organo amministrativo che l’organizzazione interna». L’amministratore delegato è Maurizio Basile, che in passato ha guidato Aeroporti di Roma, l’Ente tabacchi e è reduce da un breve periodo in Atac. Particolarmente delicato il ruolo di Davide Franco, 50 anni, anche lui esperto di auditing a cui è stata affidata la presidenza di Acqua Mare, la società che detiene il 33% della Porto di Imperia (il resto è in un gruppo di imprenditori locali molto vicini all’ex ministro Claudio Scajola, e dal comune di Imperia). Nata per realizzare un porto turistico secondo la magistratura sarebbe servita per una truffa da più di 100 milioni ai danni dello Stato. Franco guiderà l’epicentro del terremoto dalla cui fine dipende tutta la strategia di ristrutturazione: «Il nuovo Cda - insiste Onesti - ha una funzione di garanzia, ciascun consigliere, e non parlo solo di quelli della holding, ma anche di quelli delle principali controllate e che ricoprono il ruolo di consiglieri indipendenti, rappresentano un segnale di totale cambio rispetto a ciò che è stato. Il piano di superamento della crisi del gruppo deve trovare un punto di equilibrio degli interessi in gioco, dipendenti, creditori e istituzioni in primis». Non era un esito scontato: solo tre mesi fa la famiglia Caltagirone sembrava decisa ad affidarsi al consulente Mario Resca, ex presidente di Macdonald’s Italia, ex commissario Cirio e consigliere di amministrazione Eni in quota Berlusconi, oltre che presente in Mondadori e Rcs. Fonti bancarie rivelano che Resca pensava ad un rilancio molto diverso, con nuovi investimenti e crediti bancari freschi in grado di traghettare la società per i prossimi otto anni. Il fatto che anche l’azionista si sia piegato all’opzione dei concordati è frutto dello stop delle banche, ma anche coerente con un’inchiesta che con il passare dei mesi non ha migliorato la posizione di Francesco Bellavista Caltagirone, ancora in custodia preventiva. «Per quanto riguarda le questioni giudiziarie, accoglieremo con serenità le decisioni dei giudici che eventualmente potranno avere effetti sul patrimonio di Acqua Marcia e sulle varie società e adegueremo la strategia di ristrutturazione di conseguenza, ma allo stato è impossibile prevedere quali potrebbero essere questi effetti ». La vera domanda è cosa si può ancora salvare: «La domanda di concordato preventivo è uno strumento che il legislatore, anche grazie alle novità introdotte dal decreto sviluppo, offre per affrontare e risolvere situazioni di crisi aziendale e gli organi amministrativi hanno ritenuto adeguato tale strumento alla situazione del Gruppo Acqua Marcia - spiega Onesti - in queste valutazioni, abbiamo il supporto di primari consulenti economico-finanziari e legali. Abbiamo in qualche modo “prenotato” la possibilità di accedere al concordato, ma è necessario ancora un lavoro preparatorio importante da concludere entro i termini che il Tribunale di Roma ci assegnerà. Per quanto detto, nei prossimi giorni gli organi amministrativi dovranno decidere la proposta concordataria e il piano aziendale scegliendo l’iter più adatto ad ogni società». Qualcosa è già successo: nel business dei porti turistici la ritirata è stata consistente, oltre a Imperia Acqua Marcia non è più general contractor a Fiumicino, dove rimane come socio “dormiente”, anche a Siracusa i lavori sono fermi, mentre a Civitavecchia il progetto è alla conferenza dei servizi. Bloccata anche da un mercato negativo la storica attività immobiliare. Negli ultimi anni aveva significato per Bellavista Caltagirone l’acquisto di grandi aree in giro per l’Italia. La crisi di liquidità tiene fermi i progressi delle residenze nell’area Scalera/Molino Stucky a Venezia e la riqualificazione dell’area ex Chiari e Forti a Silea (Tv), così come a rilento procedono le locazioni nel centro a Piazza Navigatori a Roma. Le note liete invece provengono dal settore alberghiero, dove l’attività procede regolarmente in Sicilia e a Venezia e ancora nell’handling aeroportuale dove il marchio Ata avrebbe già suscitato l’interesse di possibili compratori. Settori che sembrano poter essere tenuti al riparo dalla bufera giudiziaria e che dovrebbero rappresentare la base su cui ricostruire la nuova Acqua Marcia o, in caso di necessità di dismissioni, fonte di liquidità.

http://www.repubblica.it/mobile-rep/aff ... -43184228/
Malpensa airport user

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