piano salvataggio Alitalia: prestito ponte e commissari al lavoro per venderla

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FlyCX
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda FlyCX » mar 21 feb 2017, 18:37:47

In confronto ad Alitalia, pure Aeroflot è un gioiello!
“È bastato che O’Leary prevedesse il fallimento della nostra compagnia, che, da quel momento, è aumentato il nostro fatturato” il soggetto non è Alitalia ma Lufthansa

spanna
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda spanna » mer 22 feb 2017, 08:25:38

oggi due articoli sul sole 24 ore
Ferrando:
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... id=AErgEka
Azioniste e al tempo stesso creditrici, le banche ora pretendono un piano che le soddisfi in entrambi i ruoli che le vedono impegnate nella partita Alitalia. Se non sarà ritenuto all’altezza, è probabile che nè da UniCredit né da Intesa possano arrivare altre risorse. Quindi: niente proroga della clausola stand still in scadenza il 31 marzo e nessun impegno con nuovo capitale o nuovi strumenti partecipativi, magari da iniettare sotto l’ala protettiva dell’articolo 67 della legge fallimentare, che argina il concorso al rischio in caso di fallimento.

Sulla vicenda di Alitalia «stiamo lavorando e siamo fiduciosi che si possa trovare una soluzione», ha detto lunedì l’amministratore delegato di Banca Imi (gruppo Intesa), Mauro Micillo. E questo sarebbe lo stato dell’arte, condiviso nei fatti con UniCredit, dove il dossier Alitalia verosimilmente sarà uno dei primi che il ceo Jean Pierre Mustier dovrà affrontare dopo l’aumento, quindi con la “nuova” banca ricapitalizzata. Basta questo a capire perché si tratti di partita delicata per Piazza Gae Aulenti, e seguita con particolare attenzione dal manager francese ormai da diversi mesi.

Nel cda di Alitalia ci sono due rappresentanti di peso per le due banche: il presidente di Banca Imi, Gaetano Miccichè, e Federico Ghizzoni, ex ceo di UniCredit; ma in consiglio siede anche Luca Cordero di Montezemolo, che della banca è vice-presidente. Loro, in particolare, aspettano il piano industriale commissionato a Roland Berger (con Kpmg chiamata a verificarne la sostenibilità finanziaria) dopo aver giudicato insoddisfacente quello messo a punto dal ceo della compagnia, Cramer Ball, al punto da non esser ritenuto degno di finire neanche all’attenzione dei consigli delle due banche. I consulenti di Roland Berger, dopo una prima bozza (a sua volta non ritenuta sufficiente) presentata nei giorni scorsi, dovrebbero sottoporre il documento definitivo a inizio marzo, tra la fine della settimana prossima e quella dopo (prima è in agenda un altro cda, ma interlocutorio): sulla base di quel documento, con tanto di prospettive finanziarie e opzioni industriali, le banche dovrebbero decidere se rimanere in partita. O meglio, se continuare o meno a sostenere Alitalia con risorse fresche. Un elemento determinante sarà il taglio dei costi: il ceo Ball ha indicato un obiettivo-monstre di 160 milioni già per il 2017 ed è probabile che il piano di Roland Berger parta di qui, ma le banche a fronte di tagli certi vorrebbero anche ritorni ragionevoli, e quindi una riorganizzazione convincente della flotta e delle rotte, con la tanto ambita focalizzazione sul lungo raggio e conseguente low-costizzazione delle tratte domestiche ed europee. Solo alla luce del nuovo documento strategico potrà essere valutata un’eventuale ricapitalizzazione (secondo Gaetano Miccichè, presidente di Banca Imi, «in questo momento è assolutamente impossibile dirlo», ha detto nei giorni scorsi) così come una possibile aggregazione.

Il fallimento del piano Etihad, si ragiona in ambienti bancari, sarebbe certificato dall'uscita ormai imminente del vice presidente, James Hogan, a cui farebbe seguito quella dell'amministratore delegato: la scelta di quello nuovo entrerà nel vivo da metà marzo in poi.
Dragoni:
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... fromSearch
La vertenza Alitalia è in un punto di grande confusione, non solo per il braccio di ferro con i sindacati, ma soprattutto per l’incertezza all’interno dell’azienda sulle strategie e sul piano industriale, che ancora non ha visto la luce.

Le perdite continuano a mordere il conto economico e a intaccare il patrimonio. Per quest’anno è prevista una perdita di gestione superiore a 600 milioni di euro. La liquidità concessa dalle banche si esaurirà alla fine di marzo.

Il governo ieri ha chiesto alla compagnia di ritirare il “diktat” con il quale aveva annunciato che dal primo marzo, in mancanza di accordo sindacale su un nuovo contratto, avrebbe tagliato le buste paga dei 12mila dipendenti, non applicando più il contratto collettivo che è scaduto a fine 2016. Un capitolo a parte sono gli esuberi, mai dichiarati ufficialmente, che potrebbe essere alcune migliaia. L’azienda ha risposto convocando per oggi alle 16,30 i sindacati attraverso Assaereo. I sindacati in serata hanno detto: «Siamo disponibili a discutere del contratto ma non accettiamo ultimatum come quello sull’applicazione del regolamento aziendale».

Dopo l’incontro di ieri mattina allo Sviluppo economico dell’a.d. di Alitalia, Cramer Ball, con il ministro Carlo Calenda, che ha invitato la compagnia a ritirare la decisione unilaterale di applicare dal primo marzo un regolamento aziendale, anziché il contratto collettivo, la società ha comunicato che «Ball ha ribadito l’intenzione della compagnia di trovare un’intesa con le organizzazioni sindacali sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto lo scorso 31 dicembre».

Sembra un’apertura all’invito di Calenda a congelare la minaccia di interventi unilaterali sulle buste paga. Secondo i sindacati la riduzione delle buste paga potrebbe essere almeno del 20%, in particolare avverrebbe con il congelamento degli scatti di anzianità dei naviganti, che da annuali diventerebbero quinquennali. L’azienda inoltre intende ridurre i riposi annuali del personale di volo, da 120 giorni si ridurrebbero a 96 giorni.

«Alitalia continua a ritenere che un accordo con le sigle sindacali sia la strada più auspicabile per il rilancio della compagnia. Ferma restando la necessità di rinnovare il proprio modello di business, aumentando i ricavi e riducendo i costi», ha detto la compagnia. Non c’è armonia sul percorso da seguire per abbattere i costi nei voli fino a tre ore: c’è uno studio affidato alla «project manager» Laura Cavatorta per creare un settore «narrow body» low cost in Alitalia, si prenderebbe a riferimento a Aer Lingus, che è un modello ibrido, non una low cost, oppure ci sono due posizioni, cedere il settore a una vera low cost (lo vorrebbe il socio forte Etihad) o fare un accordo con Lufthansa, idea cui lavora il presidente, Luca Cordero di Montezemolo.

La riduzione dei costi affidata all’a.d. Ball dal cda del 22 dicembre (per volontà delle banche azioniste, che non si fidano più di Ball) non ha prodotto risultati apprezzabili. Sono stati conseguiti risparmi certi solo per 1,2 milioni di euro, nella manutenzione. Un risultato insufficiente rispetto a un obiettivo di 160 milioni di risparmi quest’anno, escluso il costo del personale.

«Tra tre settimane» ci sarà un piano «forte e coraggioso» per Alitalia, diceva il presidente Montezemolo il 12 gennaio. Sono passate sei settimane. Il piano ancora non si è visto.
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda FlyCX » mer 22 feb 2017, 09:08:42

spanna ha scritto:oggi due articoli sul sole 24 ore
..
«Tra tre settimane» ci sarà un piano «forte e coraggioso» per Alitalia, diceva il presidente Montezemolo il 12 gennaio. Sono passate sei settimane. Il piano ancora non si è visto.
Il tempo li smentisce e li sotterra.
Non so cosa potranno realisticamente ottenere.
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda spanna » mer 22 feb 2017, 09:25:55

mancini sul messaggero, da rassegna stampa in mio possesso:
Un'acrobazia difficile e spericolata per salvare Alitalia. Evitando in extremis che lo spettro del fallimento porti con via con se le speranze di riscatto, mandando in fumo i miliardi spesi per il salvataggio e quelli impegnati da Etihad e banche in questi ultimi mesi. Non a caso il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, ha parlato ieri di una situazione ad altissimo rischio. Dalla compagnia un consigliere, che vuole restare anonimo, conferma e rilancia.
secondo me e' montezemolo
Prima però fa capire che la liquidità è quasi agli sgoccioli nonostante i 469 milioni sborsati a dicembre dagli arabi e dalle banche e che lo sciopero di domani peserà sui conti, già in profondo rosso, come un macigno. Serve quindi un'assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori in campo. «A cominciare dal governo che - spiega - deve consentire ad Alitalia di giocare con le stesse regole che valgono per le low cost». A parità di ore volate - sottolinea sempre una fonte - un pilota Ryanair guadagna il 50-60% in meno di un comandante Alitalia, il margine è ancora maggiore per gli assistenti di volo,
sara' vero? A me non pare
per non parlare poi dei costi di struttura. «E se non possiamo essere competitivi è difficile stare sul mercato, perché ogni ricapitalizzazione verrà inghiottita nel gorgo della concorrenza internazionale». Del resto, ed è un dato oggettivo, solo in Italia le low cost hanno avuto così tanti privilegi: tasse aeroportuali ridotte, contratti di lavoro made in Irlanda, soldi dalle Regioni, cinque compagnie che fanno base a Fiumicino, l'hub della Capitale, cosa che non accade negli aeroporti principali di Francia e Inghilterra.
Cala trinchetto...U2 se ne e' andata, FR sta diminuendo
Di fronte all'ultimatum dell'esecutivo, che ha invitato la compagnia a trattare con i sindacati sul contratto, c'è quindi un'apertura. A patto però che il costo del lavoro possa allinearsi, con gradualità, a quello di Easyjet e Ryanair. E che quindi sindacati ed esecutivo favoriscano questo processo.
Solo in questo quadro potrà partire il nuovo piano industriale e iniziare un percorso virtuoso. Piano che, secondo quanto risulta al Messaggero, verrà annunciato ufficialmente ai primi di marzo, visto che ieri Roland Berger, l'advisor industriale, ne ha illustrato le linee guida ad Etihad, mentre oggi sarà, con ogni probabilità, il turno di Intesa e Unicredit. «Ma se non si scioglierà questo nodo - avverte il consigliere della compagnia - non ci sarà futuro, non ci sarà un altra Etihad, sarà la fine».
I PALETTI
Anche perchè nel piano - che adesso si chiama Advanced business plan - c'è scritto nero su bianco che una volta ottenuti costi paragonabili a quelle delle low cost si possono aprire scenari interessanti. In Alitalia sono infatti convinti che in un futuro molto vicino sarà necessaria una alleanza sul medio e corto raggio, propedeutica anche ad un ingresso nell'azionariato al posto delle banche azioniste. Lufthansa, Ryanair, Easyjet sono i tre candidati indicati, ma nessuno di questi player ha intenzione di sedersi al tavolo se prima il vettore tricolore non mette ordine nei conti una volta per tutte.
Certo a pesare in questo contesto ci sono poi gli accordi siglati in passato con Delta e Air France che impediscono lo sviluppo delle rotte di lungo raggio negli Usa, il business in cui Alitalia vuole concentrare gli sforzi a livello globale. «Se potessimo aprire la Roma-Miami - in 6 mesi ci rifaremo dei costi e andremo in attivo», nota sempre il consigliere.
E' da qui che si capisce che il consigliere e' montezemolo. Chi altri potrebbe non sapere che la FCO-MIA esiste gia'?
Oltre agli slot di Milano, la compagnia vuole avere mani libere anche nel taglio delle rotte (solo la Roma-Reggio perderebbe 6 milioni all'anno) ed è altrattanto pronta ad ascoltare le richieste dei sindacati per trovare un punto d'intesa. Perchè «siamo disponibili a legare gli stipendi ai risultati aziendali».
«Questa è davvero la settimana decisiva - conclude - perchè entro il primo marzo verrà varato il piano industriale, contestualmente va trovato l'accordo con le organizzazioni sindacali, mentre il governo deve dare le stesse regole a tutto il settore. Etihad e banche sono pronte ad investire ancora, ma solo se ognuno farà la propria parte fino in fondo».

Il summit al ministero riapre le trattative sul contratto

ROMA Lo sciopero del trasporto aereo di giovedì resta confermato, ma Alitalia, spinta dal governo, ha deciso di riaprire il tavolo sul contratto scaduto a dicembre con i sindacati. «Credo che l'amministratore delegato Cramer Ball - ha spiegato il vice ministro allo Sviluppo, Teresa Bellanova - abbia colto la forza con cui il Governo chiede un ritorno al confronto». Del resto l'esecutivo ha assicurato di voler dare un contributo sia per comporre la vertenza sia «per rilanciare Alitalia», ha precisato Bellanova. «Ognuno faccia la propria parte. Adesso - ha aggiunto - Alitalia deve ritirare il regolamento aziendale e mettersi al tavolo con i sindacati mantenendo il vecchio contratto fino al rinnovo». L'incontro ci sarà questo pomeriggio, troppo tardi comunque per fare marcia indietro sullo sciopero. Assaereo ha infatti convocato i sindacati di categoria Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto aereo con all'ordine del giorno proprio il contratto nazionale di lavoro.
TEMPO SCADUTO
Per tutti parla Claudio Tarlazzi della Uil. «Lo sciopero dei lavoratori di Alitalia è confermato»: per sospendere la protesta «non ci sono più i tempi» e le condizioni visto che «l'azienda non ha fatto alcuna retromarcia per ripristinare le condizioni contrattuali al 31 dicembre scorso». «Per una sospensione dello sciopero - evidenzia Tarlazzi - siamo fuori tempo massimo. I tempi non ci sono ma, soprattutto, non c'è alcun segnale di retromarcia da parte dell'azienda per un ripristino delle condizioni contrattuali al 31 dicembre scorso. Occorre riportare indietro le lancette dell'orologio e azzerare tutte le azioni unilaterali messe in campo dall'azienda, a cominciare dal congelamento degli scatti di anzianità. Ora, il cerino è in mano all'azienda e tocca a lei fare i passi necessari». E a fronte della convocazione giunta da Assaereo «non possiamo certo andare a sentirci dire che sono confermate le misure unilaterali applicate», avverte Tarlazzi, che vuole vederci chiaro su quella che sarà la linea dell'azienda.
«Il governo - sottolinea dalla Cisl - ha compreso e condiviso le nostre istanze. Questa non è una cosa comune e per nulla scontata. Alitalia - conclude Tarlazzi - è un asset strategico del Paese: un terzo fallimento della compagnia l'Italia non lo reggerebbe. Ed è ben consapevole che servono strategie industriali e che non si può scaricare tutto sul lavoro».
alitalia? Uno schianto
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda robix » mer 22 feb 2017, 09:53:26

Citazione da sopra: "«Se potessimo aprire la Roma-Miami - in 6 mesi ci rifaremo dei costi e andremo in attivo», nota sempre il consigliere."
A prescindere che la rotta già esiste (dettaglio del tutto "insignificante") quindi "aprendo" la FCO-MIA in 6 mesi coprirebbero una perdita di 600 milioni ed addirittura andrebbero in utile ? Un appello personale al governo: fate di tutto affinchè AZ possa aprire la FCO-MIA (e magari altre rotte su cui AZ notoriamente "non opera" come la FCO/MXP-JFK) cosicchè finalmente avrebbe risolto tutti i problemi.

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Re: RE: Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda mpx_forever » mer 22 feb 2017, 10:12:07

robix ha scritto:Citazione da sopra: "«Se potessimo aprire la Roma-Miami - in 6 mesi ci rifaremo dei costi e andremo in attivo», nota sempre il consigliere."
A prescindere che la rotta già esiste (dettaglio del tutto "insignificante") quindi "aprendo" la FCO-MIA in 6 mesi coprirebbero una perdita di 600 milioni ed addirittura andrebbero in utile ? Un appello personale al governo: fate di tutto affinchè AZ possa aprire la FCO-MIA (e magari altre rotte su cui AZ notoriamente "non opera" come la FCO/MXP-JFK) cosicchè finalmente avrebbe risolto tutti i problemi.
Questa gente prende fior do soldi x dire cose del genere? Meritano il fallimento.....

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda malpensante » mer 22 feb 2017, 11:00:15

L'articolo di Mancini è un concentrato di balle criminale. Non colpa del giornalista, ma dell'intervistato, se veramente è del cda, andrebbe impalato. Tra l'altro torna alla carica con gli slot di Linate.

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Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda FlyCX » mer 22 feb 2017, 12:21:39

Allucinante: pensate che probabilità avrebbero di essere finanziati da banche senza obblighi!

In confronto la Swissair del grounding era gestita alla grande!
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda malpensante » gio 23 feb 2017, 14:55:54

In questo momento vedo nella foschia di Linate 20 aerei Alitalia fermi sul piazzale e 1 appena atterrato.

Quello atterrato va al jetbridge, vicino a 1 dei 2 Meridiana presenti, non ho visibilità sui 3 jetbridge restanti.

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda malpensante » gio 23 feb 2017, 15:07:25

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda malpensante » gio 23 feb 2017, 15:09:17

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KittyHawk
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda KittyHawk » ven 24 feb 2017, 08:55:54

Un paio di articoli dal Corriere:

Una crisi continua, lo spettro del commissario?
Alitalia, i piloti guadagnano quasi il doppio di quelli di Ryanair

Come al solito si continua a battere il tamburo del problema dei costi, che indubbiamente c'è insieme a quello della produttività, ma mai nessuno che si ricordi che forse ancor più grave c'è quello dei ricavi.

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda robix » ven 24 feb 2017, 09:51:21

KittyHawk ha scritto:Come al solito si continua a battere il tamburo del problema dei costi, che indubbiamente c'è insieme a quello della produttività, ma mai nessuno che si ricordi che forse ancor più grave c'è quello dei ricavi.
Forse nessuno pensa ai ricavi perchè è oramai chiaro a tutti che la strategia FCO+LIN di ricavi più di tanto non ne può portare (la scusa di non poter volare liberamente da FCO verso gli USA è appunto una scusa: tutti sanno che i voli sarebbero più o meno riempiti di turisti d'estate e sostanzialmente vuoti d'inverno, con i passeggeri "d'affari" praticamente assenti tutto l'anno). Ma poichè la strategia FCO+LIN è irruninciabile per ragioni politiche, non resta che ridurre i costi a livello di FR, nella speranza che ciò basti.

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda malpensante » ven 24 feb 2017, 10:16:56

In più articoli oggi si leggono cose come:

"il vettore italiano aveva sollecitato governo e sindacati a rivedere il quadro generale. Chiedendo al primo uno stop ai privilegi delle low cost che, come noto, fanno base, unici nel panorama europeo, nell'hub nazionale (Fiumicino), la casa di Alitalia".

La domanda è se il giornalista sa che cosa scrive oppure è solo un connivente velinaro di Alitalia e se in AZ si rendono conto di che cosa fanno scrivere, credendo di vivere negli anni '70.

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda robix » ven 24 feb 2017, 10:32:21

Quello che fa inc... è ripetere in continuazione che solo a FCO ci sono le LC e che pertanto AZ è penalizzata rispetto a chi opera negli altri hubs europei (dove quindi le LC sarebbero assenti): l'affermazione è palesemente falsa, ma è chiaro che a furia di farla scrivere da giornalisti che o non si pongono il problema di verficare le veline di AZ, oppure non possono contraddire il "verbo assoluto" di AZ, alla fine tutti ci credono ed AZ ancora una volta passa per la vittima che il governo non difende dai "cattivi". (Ad onor del vero, anche LH si è pesantemente lamentata dopo l'arrivo di FR a FRA, ma per lo meno non ha detto che altrove non ci sono le LC ... un minimo di decenza !)

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda KittyHawk » ven 24 feb 2017, 13:35:42

malpensante ha scritto:In più articoli oggi si leggono cose come:

"il vettore italiano aveva sollecitato governo e sindacati a rivedere il quadro generale. Chiedendo al primo uno stop ai privilegi delle low cost che, come noto, fanno base, unici nel panorama europeo, nell'hub nazionale (Fiumicino), la casa di Alitalia"..
Situazione talmente unica in Europa che a FRA stanno addirittura valutando se aprire nel 2018 un nuovo molo dedicato alle low cost (per i tedeschi anche Eurowings, ad esempio, è una low cost). E FR, che già ci opera, pensa di espandersi.

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda robix » ven 24 feb 2017, 16:31:31

Su AC dicono che "secondo fonti vicine al dossier, il piano industriale di Alitalia sarà presentato agli azionisti il prossimo mercoledi 1 marzo". Da notare che si dice agli azionisti, quindi anche se la voce fosse vera, non è detto che il piano venga reso subito pubblico: magari prima ne vogliono discutere tra loro internamente. Peraltro, a fine marzo la cassa finisce e quindi non è che siano in anticipo sui tempi.

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda KittyHawk » ven 24 feb 2017, 17:56:59

Carmelo Barbagallo. Segnatevi questo nome. Se deciderà di cambiare lavoro e dedicarsi al cabaret risate e buonumore sono assicurati. Per il momento fa il sindacalista (segretario generale della Uil), ma la potenzialità c'è tutta.
Secondo quanto riporta l'Ansa avrebbe dichiarato: "Aspettiamo il piano industriale. Non pensino di scaricare le responsabilità sul costo e sull'organizzazione del lavoro. I lavoratori hanno già dato. Hanno dimostrato incapacità di gestire la flotta. Una compagnia che era in buona salute è ridotta ai minimi termini." :lol: :lol: :lol:
ANSA

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda spanna » ven 24 feb 2017, 18:22:55

mancini sul messaggero, da rassegna stampa in mio possesso:
Il destino di Alitalia è appeso a un filo che ogni giorno si fa più sottile. La compagnia, dopo lo sciopero di ieri che ha cancellato il 60% dei voli e causato danni milionari, rischia lo stallo. Di restare cioè senza la liquidità necessaria per gli stipendi del prossimo mese, stretta tra il pressing sindacale - oggi ci sarà un nuovo incontro per parlare del contratto - e la melina del governo che assiste all'avvitarsi della crisi in attesa di un piano industriale che però dipende in buona sostanza proprio da queste due variabili. Dal ministero dei Trasporti trapela che l'esecutivo è pronto a dare una mano solo sul fronte esuberi (le stime parlano di una cifra che dai 2.000 iniziali potrebbe essere sensibilmente cresciuta in seguito all'aggravarsi della crisi). Non verranno invece toccati i privilegi delle low cost che, inesorabilmente, stanno erodendo tutto il mercato a medio e corto raggio di Alitalia. Il grado di sovrapposizione dei voli di Easyjet e Ryanair sulle tratte italiane è salito rispettivamente al 38% e al 55% in due anni. E se continua così i tagli al personale Alitalia non potranno che crescere perché tutte le tratte passeranno gradualmente di mano. La concorrenza sui prezzi è infatti spietata.
IL CONFRONTO
Come è impietoso il raffronto tra gli stipendi di Alitalia e quelli di Ryanair. Il primo ufficiale della compagnia tricolore, a parità di anzianità e ore volate, guadagna infatti il 50% in più rispetto al collega del vettore irlandese: 6.600 euro contro 4.200, mentre il capitano guadagna circa 10.800 euro contro i 6.300 del competitor. Senza contare che i piloti low cost si pagano la divisa, il parcheggio, il corso di training, il telefono e il cibo di bordo. Ma, sopratutto, vengono pagati in Irlanda, con una tassazione meno pesante. Non possono però andare in ferie in estate e hanno turni molto più duri. Insomma, per Alitalia è dura reggere botta. Per questo, pur con toni e modi rudi (la cancellazione tout court del contratto non poteva che provocare la veemente reazione sindacale), il vettore italiano aveva sollecitato governo e sindacati a rivedere il quadro generale. Chiedendo al primo uno stop ai privilegi delle low cost che, come noto, fanno base, unici nel panorama europeo, nell'hub nazionale (Fiumicino), la casa di Alitalia; e alle organizzazioni sindacali massima flessibilità sui salari per portarli il più vicino possibile a quelli della concorrenza. Alle banche azioniste, così come ai ministri Graziano Delrio e Carlo Calenda, l'ad Cramer Ball ha infatti spiegato che senza un'adeguata riduzione dei costi del personale non ci sarà alcun futuro per Alitalia. A loro volta Intesa e Unicredit, gli azionisti bancari che chiedono un piano lacrime e sangue, hanno aggiunto che non metteranno più un euro se governo e sindacati non daranno un mano. C'è da chiedersi però perché gli azionisti - osservano dal governo - si siano accorti della crisi solo a fine ottobre, quando i conti erano già in picchiata. Insomma, le responsabilità vanno equamente divise. Del resto, ed è questo uno degli errori più gravi compiuti da Etihad e soci, il piano Fenice prevedeva di puntare proprio sul medio e corto raggio, strategia che il nuovo business pian capovolgerà completamente. Nel frattempo però le low cost, supportate da governo e da Adr che ne hanno favorito la penetrazione, non sono state a guardare, conquistando ogni giorno nuove fette di mercato. Ora a pagare il prezzo di questa catena infinita di errori saranno, oltre agli azionisti, i dipendenti di Alitalia, chiamati anch'e:ssi a fare i conti con la crisi.
ma invece di chiedere al governo perche' le LC fanno base a FCO, perche' alitalia non lo chiede ad Atlantia che e' uno dei suoi proprietari? E poi, cosa c'entra il piano fenice con EY? Etihad ha spinto sul LR ed il risultato e' sotto gli occhi di tutti: le perdite aumentano. Quindi adesso come fanno a dire che aumentando ulteriormente il LR le perdite diminuiranno?
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.

spanna
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda spanna » sab 25 feb 2017, 09:15:51

il messaggero di oggi, da rassegna stampa in mia disponibita':
MILANO Breve e medio raggio in formato low cost, forte spinta e investimenti sul lungo raggio, specie sulle rotte intercontinentali: Asia e Nord America, queste ultime da Linate modificando il decreto Lupi che le limitava. L'inversione a U della mission di Alitalia deve avvenire con una quarta resurrezione ma purtroppo con un nuovo costo sociale elevato: dopo gli 8.200 fuoriusciti del piano Fenice (2008), adesso ci sarebbero quasi 4 mila dipendenti complessivi interni (su 12.600) ed esterni (su 30 mila) in esubero per effetto di un taglio più energico dei costi funzionale a riportare in equilibrio i conti almeno nel 2020, mentre nel 2019 dovrebbe tornare positivo il margine operativo.

LUNEDÌ CONSIGLIO La terapia d'urto, tanto conclamata da governo e azionisti italiani guidati da Intesa Sanpaolo (20,59%) e Unicredit (12,99%) per promuovere la svolta, inizia a vedere la luce nella bozza del piano industriale ancora macro, licenziata nelle ultime ore da Cramer Ball sotto la diretta supervisione dei vari advisor coinvolti: Lazard, Roland Berger, Kpmg, Dla Piper. L'alternativa è il fallimento con tutto quello che ne consegue in termini di immagine, reputazione costi, disagi, ripercussioni economiche sul sistema Paese. Senza tagli i soci non sono disposti a mettere altri soldi: le banche farebbero un passo indietro a iniettare altri 175 milioni freschi e a convertirne 165 in equity, come ipotizzato nelle linee guida tracciate da Lazard (Etihad ne dovrebbe mettere altri 275 dopo i 100 di dicembre e la conversione di 220 milioni del bond). I nuovi interventi devono essere compatibili con le proiezioni del nuovo piano. Le banche hanno siglato un accordo di moratoria valido fino al 31 marzo.
Nel pomeriggio di lunedì 27 tornerà a riunirsi il cda presieduto da Luca Cordero di Montezemolo. Una riunione dove tutti saranno collegati in call visto che non è necessaria la presenza fisica: sul tavolo l'esame del budget solo argomenti di gestione ordinaria. Ormai i grandi azionisti di Alitalia Cai che controlla al 51% Alitalia Sai tramite Midco, hanno deciso di prendere in mano il day by day riunendo ogni settimana il board in modo da affiancare Ball il cui destino è sempre in bilico. Non verranno sostituiti adesso i consiglieri dimissionari Antonella Mansi e Roberto Colaninno: i grandi soci italiani avrebbero concordato di cooptare i nuovi membri quando ci sarà una stabilità aziendale, quindi post approvazione del piano. Al consiglio di lunedì potrebbe essere fornita una prima informativa sul nuovo business plan che comunque sarà oggetto di rifiniture nel week end in funzione della spalmatura del taglio dei costi per essere presentato martedì 28 agli stakeholders: banche e Generali, sottoscrittore del Dolce vita bond (scadenza 2020) che avrebbe già detto no alla conversione in capitale Alitalia, rendendosi però, disponibile a una ristrutturazione. Da notare che le nuove proiezioni capovolgono l'impostazione del vecchio piano, non solo aumentando di oltre il 50% i tagli ma anche rivedendo al ribasso di circa il 20% i ricavi per le difficoltà legate alla riconversione del business. Dalla prossima settimana partiranno le negoziazioni che si spera possano concludersi entro fine marzo, non oltre. Alitalia brucia 100 milioni al trimestre e alla luce dei nuovi obiettivi andranno tarati gli ulteriori sacrifici delle banche e di Etihad. Non è scontato bastino perchè non è detto che le misure ipotizzate da Lazard possano soddisfare le esigenze patrimoniali.
Lo spettro dei 4 mila esuberi finora paventato, adesso potrebbe materializzarsi per effetto della crescita del taglio costi, visto che i 160 milioni annui del vecchio piano erano inadeguati per Intesa Sp e Unicredit per riportare in equilibrio i conti. Nella nuova formulazione sarebbe previsto un risparmio di 200-250 milioni annui, a seconda dell'andamento dei tagli che riguarderanno anche altre spese come i derivati. I risparmi sono figli della riconversione del modello di business. Sulle tratte brevi e a medio raggio, Alitalia diventerà low cost in modo da essere competitiva con Easyjet e Ryanair.
Con il cambio del modello di business si ridimensionerà il personale: tra assistenti e piloti le eccedenze dovrebbero crescere dai 1600 stimati prima a circa 2 mila ai quali si aggiungeranno almeno altri 2 mila fra i dipendenti indiretti delle attività in outsourcing: catering, handling, manutenzione, amministrazione e contabilità, merci e spedizioni. L'indotto comprende circa 30 mila unità operanti negli scali dove vola la compagnia. Le imprese romane coinvolte sono circa 50.


Intesa compagnia-sindacati sul contratto: resta il vecchio accordo, rinnovo a maggio

ROMA Accordo in extremis sul contratto Alitalia. L'incontro di ieri tra azienda e sindacati in un lussuoso hotel di Via Veneto, location a 5 stelle non proprio in linea con i conti in rosso della compagnia, ha messo qualche punto fermo, evitando una rottura che sarebbe stata devastante. Già lunedì infatti il vettore tricolore avrebbe potuto far saltare il banco, agitando con forza lo spettro del default. Invece in tarda serata è arrivato il compromesso. Dopo un tira e molla durato oltre 10 ore, la compagnia ha di fatto accettato di mantenere in vigore il contratto disdettato unilateralmente e di avviare, dopo la presentazione del piano industriale, la trattativa vera e propria per il rinnovo. Confronto che - hanno spiegato i sindacati - deve chiudersi entro il 31 maggio. Restano sospesi, ma solo sotto il profilo retributivo, gli scatti di anzianità che verranno recuperati in una seconda fase (con il blocco degli ultimi due mesi Alitalia ha risparmiato circa 5 milioni). Nessuna abolizione tout court quindi come richiesto in un primo momento. «L'accordo - dice Fiorentino della Fit-Cisl - riconosce la vigenza e la validità del contratto nazionale, impegna le parti a rinnovarlo entro il prossimo 31 maggio e mette fine ad ogni alibi». Esulta anche Claudio Tarlazzi della Uil Trasporti che era pronto a far sciopero se non ci fosse stato il dietro front aziendale: «Abbiano salvaguardato i diritti sull'anzianità».
Sostanzialmente le parti si sono date più tempo (rispetto all'ultimatum del 28 febbraio su cui si erano interrotte le trattative) per trovare un punto di intesa. Nello specifico la decorrenza del contatto scaduto il 31 dicembre viene allungata fino a maggio. Una mediazione che permette di restare nell'ambito del contratto nazionale, togliendo dal tavolo lo spinoso tema del regolamento che l'azienda intendeva introdurre dal primo marzo. Regolamento fortemente osteggiato da Cgil, Cisl e Uil che ora si concentreranno sul nodo esuberi (2 mila lavoratori coinvolti). Ad imprimere la svolta sarebbe stato in serata il ministro dello Sviluppo Economico. Carlo Calenda avrebbe spiegato ai sindacati che il carburante finanziario di Alitalia era davvero agli sgoccioli. «In cassa ci sono soldi solo per il prossimo mese, poi gli azionisti dovranno ricapitalizzare. E senza l'accordo con i sindacati non lo faranno», il duro ragionamento di Calenda che ha convinto anche Alitalia a fare un passo indietro. Del resto era stato proprio l'ad Cramer Ball a chiedere di ridurre «strutturalmente il costo del lavoro» in una lettera ai dipendenti. Proprio sulla sorte di Ball, non presente al vertice, si erano diffuse voci poi rientrate di una possibile uscita di scena. Gradita, tra l'altro, non solo ai sindacati, ma anche alle banche azioniste che, da tempo, vorrebbero un nuovo timoniere al comando.

IL DIVARIO Oltre ad aumentare i ricavi, l'obiettivo della compagnia è colmare il gap con le low cost sul fronte stipendi, riducendo la forbice che c'è, ad esempio, tra i piloti: quelli del vettore tricolore guadagnano in media il 50%-60% in più rispetto a Ryanair. Stesso discorso per quanto riguarda assistenti di volo e personale di struttura. Senza contare poi che piloti, hostess e steward del vettore irlandese - circa il 60-70% - non sono assunti direttamente dalla compagnia, ma da agenzie interinali che fanno risparmiare un bel gruzzolo al vulcanico ad Michael O'Leary (in questo modo non vengono pagate le malattie dalla compagnia e i contributi così come le tasse sono più bassi). Grazie a questi costi ridotti le low cost possono offrire biglietti a prezzi molto competitivi, spiazzando di fatto Alitalia sul corto e medio raggio. Solo quest'anno verranno aperte altre 44 tratte in Italia da Ryanair, mentre sempre nel nostro Paese le low cost hanno circa il 48% del mercato. E l'escalation continuerà se non si riuscirà a tenere lo stesso passo. «Se il governo ha deciso di dare spazio a queste compagnie - dicono da Alitalia - o ci adeguiamo o siamo morti». Altre strade non ce ne sono.
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.

grandemilano
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda grandemilano » sab 25 feb 2017, 09:48:30

Ma non capisco. Alitalia vorrebbe aprire il lungo raggio da linate verso asia e nord America?

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belumosi
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda belumosi » sab 25 feb 2017, 10:03:14

grandemilano ha scritto:non capisco
Nemmeno loro.

kco
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Re: RE: Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda kco » sab 25 feb 2017, 10:08:37

grandemilano ha scritto:Ma non capisco. Alitalia vorrebbe aprire il lungo raggio da linate verso asia e nord America?
Evidentemente hanno dei volontari per spianare parco forlanini e allungare la pista. Questi fanno piani industriali come se fossero loro i padroni d Italia.

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I-DANB
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda I-DANB » sab 25 feb 2017, 10:31:49

Non mi capacito del fatto che a nessuno (ai sindacati in primis,) sia ancora venuto in mente di chiedere al Governo di emanare una legge per i lavoratori del trasporto aereo che equipari le condizioni in termini di contribuzione e fiscalità a quelle applicate in Irlanda (credo che questo faccia parte delle prerogative del Governo e che l'Europa non possa impedirglielo). Rimetterci per rimetterci (con ammortizzatori sociali e compagnia cantante) tanto vale. Con una fava si prenderebbero i famosi due piccioni.
Anzi, sarei ancora più drastico; rispetto a quelle irlandesi, le ridurrei di un ulteriore zero virgola. Chissà mai che a questo punto, anche a Michele non convenga pagare tasse e contributi in Italia.
Deve sapere, mio caro signore, che sono uomo di mondo....Ho fatto il militare a Cuneo !!

Ale330
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE

Messaggio da leggereda Ale330 » sab 25 feb 2017, 11:46:47

Voglio proprio vedere come ci riescono ad andare in Asia da Linate.


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