piano salvataggio Alitalia: prestito ponte e commissari al lavoro per venderla

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robix
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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda robix » mar 01 ago 2017, 19:22:30

Per me o il bando è "pilotato" perchè sono sostanzialmente già d'accordo con LH+EY e quindi glielo hanno fatto "su misura" (pare che la loro richiesta fosse di non prendere l'handling, sovrastrutturato e "non molto produttivo"; teniamo anche presente che diversi piloti se sono sono andati di loro iniziativa da AZ e quindi il ramo "aviation" è già naturalmente un po' più snello): in questo caso si può anche chiudere rapidamente; oppure il bando è "vero" ed allora mi pare impossibile chiudere entro inizio novembre, anzi, mi pare proprio impossibile chiudere senza un ulteriore passaggio / negoziato (e quindi si va a dopo le elezioni, con altro denaro gentilmente "prestato" ad AZ dai contribuenti italiani).

indaco
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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda indaco » mar 01 ago 2017, 19:41:57

malpensante ha scritto:Tu credi a Babbo Natale?
Si, e' il contribuente claus.

spanna
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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda spanna » mer 02 ago 2017, 15:02:57

http://it.reuters.com/article/topNews/i ... I0XK-OITTP
FRANCOFORTE (Reuters) - Lufthansa vuole giocare un ruolo attivo nel mercato italiano ma non è interessata ad Alitalia nella sua forma attuale, dice il Cfo Ulrik Svensson.

"E' sicuramente un mercato molto interessante e vedremo come giocare un ruolo attivo. Non vogliamo indicare in che modo possiamo giocare quel ruolo", ha detto il Cfo ad analisti e giornalisti dopo i risultati del secondo trimestre.

Svensson non ha voluto dire se il gruppo abbia presentato un'offerta non vincolante ma ha detto che Lufthansa non è interessata ad Alitalia com'è adesso.

Ieri è stato pubblicato il bando di gara per le offerte vincolanti sulla compagnia italiana.

L'obiettivo del governo è vendere Alitalia in blocco o in due lotti separati, aviation e handling. Il perfezionamento delle offerte si chiuderà il 5 novembre.
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.

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malpensante
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Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda malpensante » mer 02 ago 2017, 15:17:13

Il ruolo passivo sarà "giocato" sempre dal contribuente italiano e dal suo lato B.

P.S. In inglese e francese si usa la stessa parola per "recitare" e "giocare", ma in italiano i ruoli su recitano e non si giocano.

HighFlyer
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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda HighFlyer » mer 02 ago 2017, 16:34:30

malpensante ha scritto: Il Codice della Navigazione Aerea prevede che si possa impedire il decollo a chi non paga, ma ENAC ritiene che, se lo si facesse ad Alitalia (agli altri no), il vertice di SEA commetterebbe il reato di interruzione di pubblico servizio. Qui si scivola nel penale.
Basta chiedere ad un giudice una risoluzione del contratto per inadempimento. A quel punto non sussiste più il reato di interruzione di pubblico servizio perché l'interruzione l'ha determinata un giudice.

ENAC non è dio e non può obbligare nessuno ad operare gratis, sarebbe palesemente illegittimo e nessuno verrebbe mai condannato per interruzione di pubblico servizio. Un giudizio in tal senso farebbe ridere i polli.

Mi sembra ovvio che i gestori preferiscano non opporsi per quieto vivere e non per timore della giustizia.

KittyHawk
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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda KittyHawk » mer 02 ago 2017, 18:02:36

Non so quale sia la situazione di Alitalia AS per i pagamenti (AZ SAI è un'altra storia), ma di fronte a una richiesta di risoluzione del contratto per inadempimento si avrebbero:
- un ricorso d'urgenza contro il provvedimento e le sue conseguenze;
- un provvedimento inibitorio del governo per motivi di ordine pubblico, mantenimento del servizio pubblico, continuità territoriale e chissà cos'altro;
- la richiesta di qualche testa di responsabili SEA, tanto per gradire.

Non sono riusciti a farlo i fornitori "made in USA" di New York, che possibilità possono esserci che riescano a bloccare AZ i gestori dell'italianissima SEA? :azz:

RAV38
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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda RAV38 » mer 02 ago 2017, 20:00:31

La disinvoltura con cui, a quanto pare, la gestione commissariale riuscirebbe a non pagare, o almeno a ritardare oltre ogni ragionevole e consentito termine, i diritti aeroportuali costituisce una conclamata distorsione delle regole della concorrenza. E ciò con l'appoggio evidente dell'ENAV (e del governo). E' interessante notare come, almeno finora, nessuna compagnia europea si sia rivolta alla Commissione UE per segnalare la situazione e chiedere un intervento.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda KittyHawk » mer 02 ago 2017, 22:25:59

Dato che, a quanto riporta la stampa, diverse compagnie europee di primo piano si son dette interessate all'acquisto di Alitalia, rivolgersi da parte loro alla Commissione UE per segnalare la situazione e chiedere un intervento non sarebbe una mossa molto furba.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda NoSync » mer 02 ago 2017, 23:39:20

KittyHawk ha scritto:Dato che, a quanto riporta la stampa, diverse compagnie europee di primo piano si son dette interessate all'acquisto di Alitalia, rivolgersi da parte loro alla Commissione UE per segnalare la situazione e chiedere un intervento non sarebbe una mossa molto furba.
Ce ne sono tante non interessate. Probabilmente la cosa andrebbe troppo per le lunghe.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda KittyHawk » gio 03 ago 2017, 08:01:28

NoSync ha scritto:
KittyHawk ha scritto:Dato che, a quanto riporta la stampa, diverse compagnie europee di primo piano si son dette interessate all'acquisto di Alitalia, rivolgersi da parte loro alla Commissione UE per segnalare la situazione e chiedere un intervento non sarebbe una mossa molto furba.
Ce ne sono tante non interessate. Probabilmente la cosa andrebbe troppo per le lunghe.
Con tutta la simpatia per una WizzAir o Meridiana o Neos e simili, la commissione alzerebbe le orecchie velocemente se la richiesta arrivasse da LH Group o dal gruppo AF/KLM (IAG ha al momento altri problemi per occuparsi anche di AZ). Ma siccome entrambi i gruppi sembra abbiano manifestato interesse nella disastrata compagnia romana, non mi aspetto mosse da parte loro, quindi...

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belumosi
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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda belumosi » gio 03 ago 2017, 08:11:40

Il pagamento o meno di prestazioni regolarmente fatturate tra due aziende non ha nulla a che spartire con aziende terze e tanto meno con la UE.
Se il creditore decide di non agire in giudizio contro il debitore non viola nessuna legge e fa la scelta che, in un determinato contesto, ritiene più vantaggiosa. Che non significa sia gradita.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda KittyHawk » gio 03 ago 2017, 10:22:15

belumosi ha scritto:Il pagamento o meno di prestazioni regolarmente fatturate tra due aziende non ha nulla a che spartire con aziende terze e tanto meno con la UE.
Se il creditore decide di non agire in giudizio contro il debitore non viola nessuna legge e fa la scelta che, in un determinato contesto, ritiene più vantaggiosa. Che non significa sia gradita.
Se il "gentile favore" non è occasionale o determinato da circostanze eccezionali potrebbe comunque configurarsi una distorsione del mercato e della concorrenza, a meno che il creditore non decida di applicare lo stesso comportamento a tutti gli attori coinvolti. Ed è su mercato e concorrenza che, almeno in linea teorica, potrebbe intervenire la UE.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda belumosi » gio 03 ago 2017, 10:43:06

Il gentile favore si configura solo come un ritardato pagamento, che diventa inesigibile quando l'azienda fallisce o entra in AS.
Inoltre un'azienda terza non ha nemmeno la possibilità conoscere lo stato dei pagamenti tra AZ e chicchessia.
E presentarsi in tribunale con i mano solo delle voci, non sarebbe molto produttivo.
Come ho scritto sopra, è il soggetto creditore che è legittimato ad agire contro il debitore.
Ma può scegliere di non farlo accollandosi un danno per ragioni strategiche (diciamo così).
D'altra parte un trattamento identico tra aeroporti e compagnie, è pura utopia.
Nel caso di AZ poi si entra in un campo squisitamente politico, dove il dare e l'avere non figurano certo sui bilanci...

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda KittyHawk » gio 03 ago 2017, 12:35:52

Il pagamento in ritardo, o quello a lunga scadenza concordato, non è il nocciolo della questione. Per quanto riguarda i crediti vantati verso AZ SAI il buon senso suggerisce di darli per definitivamente persi. Se qualcosa verrà recuperato sarà tutto grasso che cola. Il problema si pone, eventualmente, per i crediti che si stanno (eventualmente) accumulando dopo l'inizio dell'AS.
Anche se un gestore aeroportuale non è obbligato a fornire a tutti il servizio alle stesse condizioni e possono esserci figli e figliastri, non di meno l'arrivare a non far pagare nulla un singolo soggetto dovrebbe essere classificato come pratica non corretta (o equa). Senza dimenticare che i gestori aeroportuali, almeno in Italia, sono concessionari pubblici e non proprietari privati e che quindi certe libertà dovrebbero essere in qualche modo contenute.

In ogni caso questa è una discussione di pura accademia, perché non sappiamo cosa sta succedendo in realtà.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda malpensante » gio 03 ago 2017, 14:20:00

Nella realtà pare che ci siano colloqui tra Alitalia e Assaeroporti sul non pagato e dovuto dall'AS, perché successivo al 2 maggio

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda KittyHawk » ven 04 ago 2017, 15:36:38

Articolo frutto dell'opprimente canicola estiva o con qualche fondamento di verità?
Etiahd a novembre proprietaria di Alitalia...sempre giocoforza assieme a "Terzi"

Dal 7 agosto al 15 settembre le "manifestazioni di interesse" e dal 2 ottobre le "vincolanti". Fuori gioco le low cost per il mancato "spezzatino" della flotta


Etiahd uscita dalla porta rientrerà dalla finestra in novembre come proprietaria di Alitalia, anche se necessariamente assieme a terzi. Non è affatto escluso, anzi probabile, vista la situazione generale insieme a requisiti e vincoli indicati nel bando disposto dai tre Commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari che hanno tracciato il profilo di chi tra qualche mese potrebbe diventare il nuovo acquirente di Alitalia.

Un profilo, sembrerebbe, ritagliato come un eccellente abito cucito su misura appunto per Etiahd. Come dire, pressoché perfetto, salvo eventuali rifiniture dell’ultimo momento, per il vecchio gestore che era stato per così dire "messo a terra" dal No dei lavoratori lo scorso aprile. E se quello che aleggia solo come un sospetto si confermasse realtà, potrebbe dimostrare come l’intera gestione commissariale sia stata allestita con lo scopo di cancellare nel modo più indolore e convincente possibile proprio l’esito di quel NO che ha provocato tanto disappunto e malumore nell'establishment, Governo compreso. Per riportare, come nel vecchio gioco dell’Oca, le pedine sulla casella del via.

Ma perché proprio Etiahd, che in ogni caso da "sola", proprio per le di nuovo confermate regole europee, non poteva né po' acquisire oltre il 49% del capitale di una compagnia aerea Ue, pena la decadenza di tutti i benefici appunto per l'appartenenza all'Unione. Tutto sarebbe pronto per sostenere quel 51% italiano e/o europeo necessario, magari, in caso estremo, con intervento diretto, se pur, piccolo dello Stato.

Forte del suo 49% di quote di quella che era la nostra compagnia di bandiera e di una rilevante liquidità disponibile, Etiahd non è riuscita nel risanamento annunciato, perdendo anzi una vera montagna di denaro, qualcosa, si dice, attorno al miliardo di euro. Operazione che, tra l’altro, compiuta analogamente a favore anche di Air Berlin, ha portato in serie difficoltà economiche la stessa casa madre di Abu Dhabi, creando le condizioni per il siluramento del suo onnipotente CEO James Hogan, al tempo stesso vicepresidente di Alitalia. Proprio per il fallimento della sua politica a favore dell’inserimento di compagnie europee nella galassia del dell’impero emiratino, che aveva mandato su tutte le furie il 54enne Mohammed Bin Zayed Al Nahyan, principe ereditario di Abu dhabi e proprietario di Etiahd.

Etiahd in "pole position" innanzi tutto perché la aerolinea del Golfo non è assolutamente disposta a considerare gettata nel cestino la montagna di denaro sborsata. Oltretutto ben conoscendo, anzi UNICA a conoscere il mai depositato bilancio del 2016 e, dunque, la vera realtà economica dell'azienda. E poi perché i conti di Alitalia, al momento, soprattutto per gli introiti dovuti ai biglietti venduti per i voli dagli eccellenti tassi di occupazione, non sarebbero nella realtà affatto disastrati.

Ma andiamo per ordine, ricordando, dunque, i "paletti" annunciati dai tre Commissari nei giorni scorsi per giungere al traguardo delle "offerte vincolanti" da presentare entro il prossimo 2 ottobre. Preferibilmente per l'acquisizione in unica soluzione, ricorrendo al cosiddetto "spezzatino" nel caso di primo insuccesso.

Nella fase di raccolta delle manifestazioni d'interesse non vincolanti, i commissari hanno individuato le "offerte robuste", quelle più facilmente in grado di trasformarsi in offerte definitive, soprattutto nel contesto di "tipo" di cessione preferito. E il bando appena pubblicato non può che essere stato "pensato" appunto per cercare di andare il più possibile incontro alle condizioni desiderate dagli acquirenti più accreditati.

Le offerte potranno riguardare Alitalia nella sua interezza; oppure il singolo lotto "aviation", comprensivo di tutte le attività di volo e le manutenzioni; o il lotto "handling", relativo ai servizi ai passeggeri direttamente prestati nelle sedi aeroportuali. Il bando, a scanso equivoci, precisa anche che "Saranno considerate preferibili, in caso di sostanziale parità di condizioni complessive di offerte, quelle che avranno ad oggetto il Lotto Unico".

Non mancano, naturalmente, i requisiti minimi che prevedono la partecipazione a offerte di società o cordate con nei tre precedenti esercizi un fatturato lordo di almeno un miliardo di euro, oppure che nell’ultimo esercizio abbiano avuto un patrimonio netto di almeno 250 milioni di euro. Requisiti più bassi, ovviamente, per offerte che riguardino il lotto "Handling", dove si prevede un fatturato di 50 milioni o di 25 milioni di patrimonio netto.

Le scadenze per la procedura, come si sa, che vanno dal 7 agosto al 15 settembre, riguardano l’invio delle manifestazioni di interesse. Manifestazione di interesse che, anche in base all’accesso della seconda "data room", dovranno necessariamente trasformarsi entro il 2 ottobre in offerte vincolanti, per poi divenire definitive dopo "eventuale negoziazione di miglioramento" entro il 5 novembre. Nella settimana 6-12 novembre si dovrebbe così conoscere il nuovo proprietario di Alitalia.

Ma perché "spezzatino" del personale si e della flotta no, vien da chiedersi? Il primo andrebbe incontro alle esigenze delle low cost tradizionali (Ryanair ed easyJet), ma non il secondo. Inimmaginabile che Ryan ed easy abbiano intenzione di dedicarsi di colpo ai collegamenti intercontinentali, oltretutto con flotta abbastanza etereogenea abituati come sono a quelle "standardizzazioni" che offrono consistenti economie di esercizio. Norwegian, che da parte sua ha già deciso di dedicarsi a quel genere di servizio, ha scelto i propri aerei (modelli diversi da quelli da AZ) ed è perfettamente attrezzata. Un modo quindi per render alle low cost "difficile", se non impossibile, l'acquisto.

Escludendo i low cost, rimarrebbero i grandi gruppi internazionali. Lufthanza non ha mai mostrato reale interesse per la compagnia italiana, soprattutto per il veto dei suoi sindacati. British Airways con il gigantesco Gruppo IAG di cui fa parte, non si è mai detta neppure lontanamente interessata. Air france-KLM, già diverse volte "escluse dall'affare Alitalia" per questo e questo motivo, sono ora impegnate a importante ampliamento di Alleanze che coinvolgono le americane Delta Air Lines e Virgin, oltre al vettore orientale China Eastern.

E Alitalia come potrebbe oggi rientrare nei programmi dei cugini d’oltralpe, soprattutto ora che il Presidente Macron è così risoluto nel nazionalizzare i cantieri navali di Saint Nazaire? Davvero poco probabile, anche se le sorprese, si sa, son sempre pronte, nascoste proprio dietro l’angolo di casa.

Rimane così Ethiad, comprensibilmente "attaccata" a quel miliardo già speso e oggi, almeno apparentemente, gettato alle ortiche, ben duro da digerire! Ma come potrebbe fare la compagnia del Golfo ad aggirare la norma europea del 49% che, nonostante i tentativi italiani di abrogazione, è rimasta salda quanto mai? Semplice, sempre con l'aiuto di accondiscendenti partners terzi, come fece nel passato non lontano, servendosi magari anche di più d'uno degli "storici capitani coraggiosi" ancora superstiti in CAI-Alitalia protagonisti di un clamoroso naufragio anziché del salvataggio e poi "resuscitati" tra i proprietari di SAI-Alitalia assieme proprio agli emiratini di Abu Dhabi! Incredibile "puzzle"!!!

E la dichiarazione quasi a mezza bocca del Ministro dei Trasporti Delrio di non molto tempo addietro con cui aveva precisato un possibile ma parziale intervento dello stato nella vicenda Alitalia non poteva forse voler dire che qualcosa stesse "bollendo in pentola"?

I "pensieri" vanno poi a Luigi Gubitosi, che nei giorni che precedevano la sua nomina a Presidente operativo di Alitalia al posto di Luca di Montezemolo era stato protagonista di un "viaggio lampo" ad Abu Dhabi. Poi la situazione precipitò con il NO del Referendum dei lavoratori e giunse il Commissariamento. Guarda caso con Luigi Gubitosi tra i Commissari, e decisamente, in apparenza, su un gradino più in alto degli altri due. Ethiad, salvo improbabili sorprese, dovrebbe proprio dormire sonni tranquilli.
http://finanza.lastampa.it/News/2017/08/04/etiahd-a-novembre-proprietaria-di-alitalia-sempre-giocoforza-assieme-a-terzi-/MTQ5XzIwMTctMDgtMDRfVExC

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda robix » ven 04 ago 2017, 15:52:59

Attenzione che Ugo Arrigo su "Il Sussidiario", di cui riporto il link:

http://www.ilsussidiario.net/News/Econo ... sa/776590/

che dice sostanzialmente la stessa cosa. Sottolineo il passaggio " ... A questo punto non resta più nessuno, come già ipotizzai in un precedente articolo per il Sussidiario a inizio giugno ? In realtà un acquirente in pectore, che allora avevo erroneamente escluso a priori, c'è ed è ben noto: Etihad (il quale, tra l'altro, è anche l'unico a conoscere il mai depositato bilancio del 2016 e dunque la vera realtà economica dell'azienda). È l'ipotesi più inverosimile dopo i due anni di pessima gestione aziendale e le perdite record conseguite. Ma a ben pensarci è anche l'ipotesi più coerente con il carattere irrimediabilmente gattopardesco del nostro Paese nel quale tutto cambia all'apparenza, ma tutto resta uguale nella sostanza. In tale ipotesi che, ribadisco, è la più inverosimile, la gestione commissariale sarebbe semplicemente servita a far rientrare dalla finestra il vecchio gestore che era stato cacciato dalla porta dal No dei lavoratori lo scorso aprile ..."

Secondo me la cosa ha anche senso: nessuno vuole AZ intera (neppure il solo ramo "aviation") tranne ... chi già l'aveva (anzi, pure con il ramo "handling") e lo Stato italiano per ragioni politiche. Si potrebbe ipotizzare EY al 49%, LH (magari indirettamente) con una percentuale (in modo che questa volta EY+LH avrebbero la maggioranza e quindi il controllo di AZ) ed il resto allo Stato (anche AF ha una notevole partecipazione statale, per cui la EU non potrebbe vietare allo Stato italiano o società / ente statale di avere una partecipazione di minoranza in AZ). Se invece EY restasse in minoranza, con la maggioranza in mani italiche (banche + Stato ?) allora vorrebbe dire che in EY se le vanno proprio a cercare !

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda KL63 » ven 04 ago 2017, 16:03:08

KittyHawk ha scritto:Articolo frutto dell'opprimente canicola estiva o con qualche fondamento di verità?
Etiahd a novembre proprietaria di Alitalia...sempre giocoforza assieme a "Terzi"

Dal 7 agosto al 15 settembre le "manifestazioni di interesse" e dal 2 ottobre le "vincolanti". Fuori gioco le low cost per il mancato "spezzatino" della flotta


Etiahd uscita dalla porta rientrerà dalla finestra in novembre come proprietaria di Alitalia, anche se necessariamente assieme a terzi. Non è affatto escluso, anzi probabile, vista la situazione generale insieme a requisiti e vincoli indicati nel bando disposto dai tre Commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari che hanno tracciato il profilo di chi tra qualche mese potrebbe diventare il nuovo acquirente di Alitalia.

Un profilo, sembrerebbe, ritagliato come un eccellente abito cucito su misura appunto per Etiahd. Come dire, pressoché perfetto, salvo eventuali rifiniture dell’ultimo momento, per il vecchio gestore che era stato per così dire "messo a terra" dal No dei lavoratori lo scorso aprile. E se quello che aleggia solo come un sospetto si confermasse realtà, potrebbe dimostrare come l’intera gestione commissariale sia stata allestita con lo scopo di cancellare nel modo più indolore e convincente possibile proprio l’esito di quel NO che ha provocato tanto disappunto e malumore nell'establishment, Governo compreso. Per riportare, come nel vecchio gioco dell’Oca, le pedine sulla casella del via.

Ma perché proprio Etiahd, che in ogni caso da "sola", proprio per le di nuovo confermate regole europee, non poteva né po' acquisire oltre il 49% del capitale di una compagnia aerea Ue, pena la decadenza di tutti i benefici appunto per l'appartenenza all'Unione. Tutto sarebbe pronto per sostenere quel 51% italiano e/o europeo necessario, magari, in caso estremo, con intervento diretto, se pur, piccolo dello Stato.

Forte del suo 49% di quote di quella che era la nostra compagnia di bandiera e di una rilevante liquidità disponibile, Etiahd non è riuscita nel risanamento annunciato, perdendo anzi una vera montagna di denaro, qualcosa, si dice, attorno al miliardo di euro. Operazione che, tra l’altro, compiuta analogamente a favore anche di Air Berlin, ha portato in serie difficoltà economiche la stessa casa madre di Abu Dhabi, creando le condizioni per il siluramento del suo onnipotente CEO James Hogan, al tempo stesso vicepresidente di Alitalia. Proprio per il fallimento della sua politica a favore dell’inserimento di compagnie europee nella galassia del dell’impero emiratino, che aveva mandato su tutte le furie il 54enne Mohammed Bin Zayed Al Nahyan, principe ereditario di Abu dhabi e proprietario di Etiahd.

Etiahd in "pole position" innanzi tutto perché la aerolinea del Golfo non è assolutamente disposta a considerare gettata nel cestino la montagna di denaro sborsata. Oltretutto ben conoscendo, anzi UNICA a conoscere il mai depositato bilancio del 2016 e, dunque, la vera realtà economica dell'azienda. E poi perché i conti di Alitalia, al momento, soprattutto per gli introiti dovuti ai biglietti venduti per i voli dagli eccellenti tassi di occupazione, non sarebbero nella realtà affatto disastrati.

Ma andiamo per ordine, ricordando, dunque, i "paletti" annunciati dai tre Commissari nei giorni scorsi per giungere al traguardo delle "offerte vincolanti" da presentare entro il prossimo 2 ottobre. Preferibilmente per l'acquisizione in unica soluzione, ricorrendo al cosiddetto "spezzatino" nel caso di primo insuccesso.

Nella fase di raccolta delle manifestazioni d'interesse non vincolanti, i commissari hanno individuato le "offerte robuste", quelle più facilmente in grado di trasformarsi in offerte definitive, soprattutto nel contesto di "tipo" di cessione preferito. E il bando appena pubblicato non può che essere stato "pensato" appunto per cercare di andare il più possibile incontro alle condizioni desiderate dagli acquirenti più accreditati.

Le offerte potranno riguardare Alitalia nella sua interezza; oppure il singolo lotto "aviation", comprensivo di tutte le attività di volo e le manutenzioni; o il lotto "handling", relativo ai servizi ai passeggeri direttamente prestati nelle sedi aeroportuali. Il bando, a scanso equivoci, precisa anche che "Saranno considerate preferibili, in caso di sostanziale parità di condizioni complessive di offerte, quelle che avranno ad oggetto il Lotto Unico".

Non mancano, naturalmente, i requisiti minimi che prevedono la partecipazione a offerte di società o cordate con nei tre precedenti esercizi un fatturato lordo di almeno un miliardo di euro, oppure che nell’ultimo esercizio abbiano avuto un patrimonio netto di almeno 250 milioni di euro. Requisiti più bassi, ovviamente, per offerte che riguardino il lotto "Handling", dove si prevede un fatturato di 50 milioni o di 25 milioni di patrimonio netto.

Le scadenze per la procedura, come si sa, che vanno dal 7 agosto al 15 settembre, riguardano l’invio delle manifestazioni di interesse. Manifestazione di interesse che, anche in base all’accesso della seconda "data room", dovranno necessariamente trasformarsi entro il 2 ottobre in offerte vincolanti, per poi divenire definitive dopo "eventuale negoziazione di miglioramento" entro il 5 novembre. Nella settimana 6-12 novembre si dovrebbe così conoscere il nuovo proprietario di Alitalia.

Ma perché "spezzatino" del personale si e della flotta no, vien da chiedersi? Il primo andrebbe incontro alle esigenze delle low cost tradizionali (Ryanair ed easyJet), ma non il secondo. Inimmaginabile che Ryan ed easy abbiano intenzione di dedicarsi di colpo ai collegamenti intercontinentali, oltretutto con flotta abbastanza etereogenea abituati come sono a quelle "standardizzazioni" che offrono consistenti economie di esercizio. Norwegian, che da parte sua ha già deciso di dedicarsi a quel genere di servizio, ha scelto i propri aerei (modelli diversi da quelli da AZ) ed è perfettamente attrezzata. Un modo quindi per render alle low cost "difficile", se non impossibile, l'acquisto.

Escludendo i low cost, rimarrebbero i grandi gruppi internazionali. Lufthanza non ha mai mostrato reale interesse per la compagnia italiana, soprattutto per il veto dei suoi sindacati. British Airways con il gigantesco Gruppo IAG di cui fa parte, non si è mai detta neppure lontanamente interessata. Air france-KLM, già diverse volte "escluse dall'affare Alitalia" per questo e questo motivo, sono ora impegnate a importante ampliamento di Alleanze che coinvolgono le americane Delta Air Lines e Virgin, oltre al vettore orientale China Eastern.

E Alitalia come potrebbe oggi rientrare nei programmi dei cugini d’oltralpe, soprattutto ora che il Presidente Macron è così risoluto nel nazionalizzare i cantieri navali di Saint Nazaire? Davvero poco probabile, anche se le sorprese, si sa, son sempre pronte, nascoste proprio dietro l’angolo di casa.

Rimane così Ethiad, comprensibilmente "attaccata" a quel miliardo già speso e oggi, almeno apparentemente, gettato alle ortiche, ben duro da digerire! Ma come potrebbe fare la compagnia del Golfo ad aggirare la norma europea del 49% che, nonostante i tentativi italiani di abrogazione, è rimasta salda quanto mai? Semplice, sempre con l'aiuto di accondiscendenti partners terzi, come fece nel passato non lontano, servendosi magari anche di più d'uno degli "storici capitani coraggiosi" ancora superstiti in CAI-Alitalia protagonisti di un clamoroso naufragio anziché del salvataggio e poi "resuscitati" tra i proprietari di SAI-Alitalia assieme proprio agli emiratini di Abu Dhabi! Incredibile "puzzle"!!!

E la dichiarazione quasi a mezza bocca del Ministro dei Trasporti Delrio di non molto tempo addietro con cui aveva precisato un possibile ma parziale intervento dello stato nella vicenda Alitalia non poteva forse voler dire che qualcosa stesse "bollendo in pentola"?

I "pensieri" vanno poi a Luigi Gubitosi, che nei giorni che precedevano la sua nomina a Presidente operativo di Alitalia al posto di Luca di Montezemolo era stato protagonista di un "viaggio lampo" ad Abu Dhabi. Poi la situazione precipitò con il NO del Referendum dei lavoratori e giunse il Commissariamento. Guarda caso con Luigi Gubitosi tra i Commissari, e decisamente, in apparenza, su un gradino più in alto degli altri due. Ethiad, salvo improbabili sorprese, dovrebbe proprio dormire sonni tranquilli.
responsabilità politica, e
http://finanza.lastampa.it/News/2017/08/04/etiahd-a-novembre-proprietaria-di-alitalia-sempre-giocoforza-assieme-a-terzi-/MTQ5XzIwMTctMDgtMDRfVExC
Potrebbero farlo forse con l'ingresso di un qualche partner parastatale italiano (RFI) più una quota di minoranza dello stato, in maniera da rispettare il limite del 49% e lasciare il controllo ad Ey in quanto di socio di maggioranza.
Tutta questa manfrina sarebbe stata orchestrata quindi per lasciar fare ai commissari il gioco sporco di tagli a costi ed al personale che arriverranno dopo l'estate, esternalizzare i servizi di terra il cui personale sarebbe in gran parte assorbito dagli handler, e tagliare drasticamente il personale degli uffici, senza assumersene la responsabilità dato che il lavoro sporco verrebbe fatto dai commissari in regime di AS. Rimanerrebbe il problemuccio di restituire i soldi allo stato italiano, ma si potrebbe affrontare se la vendita venisse fatta a prezzo simbolico o quasi, o venissero create una nuova bad company che si accolli tutti i debiti ed una nuova good company.
Ultima modifica di KL63 il ven 04 ago 2017, 18:38:49, modificato 1 volta in totale.

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malpensante
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Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda malpensante » ven 04 ago 2017, 17:21:31

Se così stessero le cose, si potrebbe dedurre che ci sono accordi non pubblici fra Italia e Abu Dhabi per cui Etihad deve continuare ad essere socio di Alitalia, ovverosia mettere il 49% dei soldi che servono.

Per il 51% che resta basta trovare soci pubblici e parapubblici altrettanto "volontari". Quanto durerebbe la nuova Alitalia? I soliti due anni, Etihad ha deciso di terminare la politica di espansione in Europa tramite partecipazioni azionarie e non vedrebbe l'ora di mollare.

FlyCX
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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda FlyCX » ven 04 ago 2017, 18:24:37

I 3 commissari hanno cacciato chiunque fosse vicino ad EY e con la stessa sono in ballo contenziosi pesanti. La parola "fallimento" non sembra essere nel loro vocabolario e ci hanno messo un po' a capire che in Alitalia non contavano più niente.

Trovo veramente incredibile che Etihad, dopo quello che ha passato qui in Italia, voglia rilanciare Alitalia.
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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda spanna » ven 04 ago 2017, 18:38:11

a me sembrano ipotesi totalmente senza senso, etihad era gia' al 49%, i soci pubblici e parapubblici erano gia' al 51%, ma la cosa non ha funzionato e alitalia ha continuato a perdere. I dipendenti hanno bocciato la soluzione che consentiva ai vecchi soci di restare tali, quindi non vedo come ora questi soci potrebbero ritornare. Anche di fronte a un ripensamento dei dipendenti (di cui per altro non si vede traccia e che al momento non e' prevedibile) e' tutto da dimostrare che adesso i vecchi soci accetterebbero di rientrare visto che le condizioni di mercato sono mutate, norwegian comincera' presto i LR da FCO, FR ha cominciato a fare transiti, e sta continuando ad aumentare i suoi voli e quindi comprensibilmente a danneggiare la redditivita' di alitalia. Arrigo ha perso completamente la bussola, e' convinto che alitalia nel 2016 sia andata molto meglio di quanto si dice, ovverosia abbia perso decine di milioni e non centinaia, senza avere uno straccio di prova a sostegno di quanto dice, infischiandosene della storia quasi decennale di perdite di alitalia in mano ai privati, non si rassegna al fatto che alitalia sia completamente fuori dal mercato e non abbia nessuna chance di rientrarci. Gli stessi commissari che a parole promettono sviluppi incredibili sul LR in realta' hanno bloccato l'ingresso dell'unico WB previsto quest'anno, smentendo se' stessi e smentendo la favola che circola secondo cui alitalia si salvera' solo con lo sviluppo del LR. Alitalia non la salva nessuno, tanto meno lo sviluppo del LR, che anzi puo' solo accelerare la sua fine visti gli alti costi da sopportare e la carenza di mercati da servire in modo profittevole, cosa che non farebbe altro che aumentare le perdite gia' insostenibili. Detto questo, finche' lo stato continuera' a tenere aperti i rubinetti alitalia continuera' a volare, finche' la UE non comincera' a protestare lo stato sicuramente continuera' a tenerli aperti, ma attenzione perche' la scadenza attuale prevista e' fissata al 5 novembre, il prestito ponte dovra' essere restituito ed in caso di mancata restituzione la UE cosa fara'? Io non credo che restera' a guardare senza dire e senza fare niente, presto comunque lo scopriremo. Il governo questo lo sa bene, lo sanno bene i commissari che nonostante le parole baldanzose hanno steso un bando ed una pianificazione temporale molto stretta proprio per restare nei tempi previsti. La UE potrebbe facilmente tollerare un piccolo sforamento nei tempi, ma piu' di questo? Staremo a vedere.
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda I-Alex » ven 04 ago 2017, 20:03:57

Quando quotate i post fatelo se essenziale, se si quota un post con un articolo lunghissssssimo quanto meno tagliare buona parte di esso altrimenti il topic diventa di difficile lettura
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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda RAV38 » ven 04 ago 2017, 20:07:42

A quel che raccontano i commissari, o meglio Gubitosi poichè gli altri tacciono, non si può dare credito più di tanto dato che il loro obiettivo è di vendere al meglio possibile il vendibile. Ma Riggio in una recente audizione in una commissione alla Camera ha dichiarato che ha verificato con i commissari che i 600 milioni del prestito sono "intonsi" e che non c'è assolutamente un problema di cassa. Delle due l'una: o Riggio beve tranquillamente le fandonie (se sono tali) dei Commissari o è d'accordo con loro. Ma si assume una bella responsabilità poichè non si tratta di dichiarazioni estemporanee a qualche giornalista, al quale si può sempre ribattere di aver capito male, ma di affermazioni fatte ufficialmente in una sede istituzionale dello Stato.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda KittyHawk » ven 04 ago 2017, 21:01:59

Molti parlano in libertà perché AZ, oltre a essere in amministrazione straordinaria, è una società non quotata. Fosse quotata, ci sarebbe tanto lavoro per avvocati e magistratura.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda FlyCX » sab 05 ago 2017, 03:11:25

spanna ha scritto:a me sembrano ipotesi totalmente senza senso, etihad era gia' al 49%, i soci pubblici e parapubblici erano gia' al 51%, ma la cosa non ha funzionato e alitalia ha continuato a perdere. I dipendenti hanno bocciato la soluzione che consentiva ai vecchi soci di restare tali, quindi non vedo come ora questi soci potrebbero ritornare. Anche di fronte a un ripensamento dei dipendenti (di cui per altro non si vede traccia e che al momento non e' prevedibile) e' tutto da dimostrare che adesso i vecchi soci accetterebbero di rientrare visto che le condizioni di mercato sono mutate,...
Secondo me hai centrato il punto: i problemi di Alitalia sono tutt'altro che risolti, a cominciare dal costo del personale.
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