piano salvataggio Alitalia: prestito ponte e commissari al lavoro per venderla

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I-Alex
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda I-Alex » dom 04 dic 2016, 10:07:59

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spanna
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda spanna » dom 04 dic 2016, 10:32:08

stamattina repubblica scatenata sulla crisi alitalia. Escono 3 articolesse, ovviamente nel giorno di votazione del referendum, fin troppo ovvio il tentativo di puntellare il si' al referendum. Si cerca di terrorizzare l'opinione pubblica in modo da sostenere il governo renzi, caduto il quale per alitalia diventa difficile restare a galla.
cominciamo con de nicola:
CI RISIAMO. Dopo una serie di salvataggi che sono costati al contribuente italiano nel corso degli anni - secondo stime conservative - 7,4 miliardi di euro ( oltre alle perdite di gestione ), si ripropone il problema di Alitalia. La nostra ex-compagnia di bandiera, infatti, dovrebbe chiudere l'anno in forte passivo ( si parla di 400 milioni di euro) e i sindacati sono già sul piede di guerra rispetto a ipotesi di esuberi fino a 2.000 lavoratori. L'AVIOLINEA è ancora troppo concentrata sui voli a breve-medio raggio, dove non è competitiva con le compagnie low-cost ( ormai la prima linea aerea del Belpaese per passeggeri trasportati è Ryanair ) e poco attrezzata nelle tratte di lunga percorrenza dove gli altri vettori tradizionali fanno i soldi. Qualsiasi viaggiatore italiano che voglia andare negli Stati Uniti sa per esperienza che, salvo alcune destinazioni classiche, tipo New York e più recentemente Miami e Los Angeles, si deve rassegnare a far scalo a Londra, Parigi, Francoforte o Amsterdam. Inoltre, il costo del lavoro incide evidentemente in modo più pesante di quanto possa permettersi il bilancio aziendale. Per rinforzare l'offerta di lungo raggio, però, ci vogliono investimenti e gli unici che potrebbero farli, i soci della compagnia degli Emirati Arabi, Etihad, non possono farli. Infatti, oggi hanno già il 49% del capitale sociale ed una norma comunitaria protezionista ante litteram ( in vigore cioè da ben prima delle nuove perniciose tendenze) proibisce che i vettori europei siano di proprietà in maggioranza di entità extraeuropee. Si riproduce a livello comunitario quella sciagurata ideologia della salvaguardia delle industrie cosiddette strategiche che devono, per motivi teologici imperscrutabili ai più, rimanere in mani autoctone: sappiamo che danni ha provocato questo atteggiamento da noi, impedendo la vendita di Alitalia a Klm o ad Air France che l'avrebbero strapagata e probabilmente rilanciata, evitando altresì il salasso dalle tasche dei cittadini. Sia come sia, i soci italiani non hanno disponibilità per un aumento di capitale e di europei pronti ad allargare i cordoni della borsa non se ne vedono ( l'eventuale fusione con Air Berlin, anch'essa partecipata da Etihad, sarebbe un'operazione per tagliare costi, non investire). Poi vi sono altre contingenze che vengono rimproverate dal management di Etihad allo Stato italiano: alcune sono nel più puro stile dei vecchi tempi - non aver protetto la compagnia "di bandiera" dalla eccessiva concorrenza dei low-cost - altre più sensate, come la permanente compressione delle potenzialità dello scalo di Linate ( dove le colpe sono distribuite tra più attori) con l'anacronistico limite dei 18 voli ad ora, mentre Alitalia da tempo lo avrebbe potuto e voluto trasformare in un mini-hub da affiancare a Fiumicino. Ecco allora che si riaffacciano un po' di soluzioni creative ma sempre nel segno del pubblico contributo. Già quasi tre armi fa Poste Italiane aveva staccato un assegno di 75 milioni per una partecipazione al capitale della aviolinea, suscitando molte proteste dei concorrenti che avevano qualificato l'intervento come un aiuto di Stato. Quella volta andò bene perché la Commissione europea nel febbraio 2015 non ravvisò gli estremi per avviare una procedura di infrazione nei confronti della Repubblica italiana. Nell'ottobre del 2013 apparvero vari articoli di giornali che riferivano di un possibile ingresso di Ferrovie dello Stato nell'azionariato della linea aerea. Il progetto abortì, ma ora che le Ferrovie sono dinamicamente proiettate verso una parziale privatizzazione, la fusione con l'Anas e l'acquisto di società del trasporto pubblico locale, nessuno si stupirebbe se qualcuno rispolverasse il glorioso concetto di "campione nazionale" di cielo, di terra e di mare (in fondo FS possiede già Bluferries ) in grado di servire il popolo dei viaggiatori sotto l'illuminata guida del Governo. Vi sono poi le opzioni più tradizionali, dai prepensionamenti a qualche provvedimentino ad hoc ( chi si dimentica la sospensione per 4 anni della legge antitrust sulla tratta Roma-Milano?). Insomma, Alitalia soffre perché c'è troppo poco mercato, sia dei capitali, sia degli scali aerei ed il governo potrebbe magari sbattere il pugno in Europa oltre che per la flessibilità anche per abrogare i diktat protezionisti contrari allo spirito comunitario. Sarebbe invece veramente deplorevole che, dopo aver assicurato ai cittadini che "l'operazione di sistema" che salvò Alitalia a spese pubbliche nel 2008 era veramente l'ultima, si arrivasse ad una soluzione che restringa la concorrenza e impegni soldi pubblici.
Ultima modifica di spanna il dom 04 dic 2016, 10:42:54, modificato 1 volta in totale.
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda spanna » dom 04 dic 2016, 10:40:29

continuiamo con livini:
Il contatore dei soldi spesi per provare a rilanciare - finora senza successo - Alitalia si prepara a sfondare quota 10 miliardi. La cura degli emiri non funziona, i conti sono in rosso e le casse vuote. Etihad e le banche azioniste stanno cercando di far quadrare il cerchio dell'ennesimo piano di rilancio. Si parla di tagli, di sicuro qualcuno dovrà mettere mano al portafoglio per ricostituire il capitale eroso dalle perdite. E la bolletta per (non) salvare la società è destinata a salire ancora: lo Stato ha mandato in fumo tra 1974 e oggi (amministrazione straordinaria inclusa) 7,4 miliardi. Il cerino è poi passato in mano ai privati. Ma il risultato non è cambiato. La cordata dei "Capitani coraggiosi" guidati da Intesa Sanpaolo ed Etihad non sono riusciti a raddrizzare la situazione. E in sette armi hanno perso altri 2,5 miliardi. Alitalia, malgrado queste iniezioni di liquidità, continua a mangiar quattrini: il passivo quest'anno potrebbero arrivare a 400 milioni, più di un milione al giorno. Nel 2017, anno in cui era previsto il pareggio, il conto potrebbe essere più salato. Sono cambiati i dottori, ma il paziente sta peggio: la società perdeva circa 20 milioni al mese nell'era pubblica. Ora siamo a quota 30, in una caduta a vite che sembra non aver fine. LE USCITE PER LO STATO A scottarsi le dita su Alitalia sono stati tutti gli aspiranti salvatori. Il conto dello Stato ( leggi dei contribuenti) è di gran lunga il più alto. Alla cloche dell'azienda si sono alternati l'Iri e il Tesoro senza riuscire a venire a capo dei problemi. Nel loro ruolo di azionisti - calcola l'ufficio studi Mediobanca - hanno versato alla compagnia 5,3 miliardi tra aumenti di capitale ( ai valori attuali) e garanzie, solo parzialmente compensati da 2 miliardi di dividendi incassati tra 1974 e 2007, dalle imposte pagate dal vettore e dai soldi garantiti dal collocamento dei titoli. Risultato: lo Stato-Padrone ha perso in Alitalia 3,2 miliardi. La vendita ai privati non è bastata a frenare l'emorragia per le casse pubbliche. Il motivo? Nessuno avrebbe mai preso una società nelle condizioni di Alitalia. E per riuscire a venderla alla cordata di Roberto Colaninno, il Tesoro ha deciso di ripulirne i conti, facendosi carico di debiti e ammortizzatori sociali. Il conto del passivo per lo Stato è così lievitato ancora: 1,2 miliardi se ne sono andati per garantire ai dipendenti prepensionati almeno l'80% della retribuzione finale, 700 milioni circa per la cassa integrazione, quasi un miliardo tra prestiti ponte e obbligazioni ed emissioni diventate carta straccia. La gestione commissariale ha mangiato altri 4,1 miliardi dello Stato portando a 7,4 miliardi il salasso per i contribuenti. Una cifra con cui oggi si potrebbe comprare in Borsa il 100% di Lufthansa più il 100% di Air France. LE SPESE DEI SOCI La patata bollente è passata ora ai privati, ma la musica non è cambiata. Gli 837 milioni versati dagli imprenditori guidati da Roberto Colaninno sono finiti tutti in fumo. Così come i 323 gettati nelle casse dell'azienda da Air France, scappata a gambe levate e senza un centesimo non appena le hanno chiesto di rimettere mano al portafoglio. Le Poste, ultimo presidio pubblico nel capitale, hanno già bruciato - tanto per non perdere le tradizioni statali - altri 75 milioni. Le banche azioniste sono state costrette a convertire in azioni o ristrutturare qualcosa come 600 milioni di euro di crediti. E alla fine pure gli emiri di Etihad hanno pagato il conto. Il salasso per il socio forte del Golfo - tra capitale versato, slot e programmi fedeltà acquistati a caro prezzo - è già arrivato a quota 600 milioni. Quasi 390 per rilevare il 49% del capitale, 60 per acquistare gli slot a Londra, altri 200 per puntellare i conti comprando le Mille miglia. Senza successo, visto che in queste ore stanno cercando di capire come rimettere di nuovo mano al portafoglio senza infrangere le regole Ue. Sognando ( senza troppe speranze) che il buco nero di Alitalia smetta prima o poi di inghiottire denaro.
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda spanna » dom 04 dic 2016, 10:41:49

ed infine cillis, l'unico pubblicato online:
- Assetata di denaro fresco e in cerca di un nuovo partner industriale. Per Alitalia torna probabile l'approdo al vecchio padre-padrone Stato, un salvagente dal nome Cdp, o in seconda battuta, Ferrovie. Di certo c'è un'emergenza finanziaria su cui sono già intervenute le banche creditrici. Nel frattempo si lavora ai risparmi: taglio di rotte nazionali, riduzione netta dello stipendio dei piloti e sono a rischio circa 1.400 dipendenti.

Alitalia è sempre la stessa, Etihad non riesce a tirarla fuori dalle secche. Il nuovo piano industriale, delineato nelle sue direttrici principali dal cda di due giorni fa, cerca di rimettere ordine in una compagnia di nuovo sull'orlo di una crisi che pare irreversibile. Il pareggio o mini-utile operativo su cui si scommetteva per il 2017 è fuori portata e arriverà (forse) nel 2020. Etihad, nuovo padrone di minoranza (forzata a causa delle norme Ue) col 49%, non può immettere direttamente altre risorse nel motore di Alitalia, pena la perdita dei diritti di volo concessi alle compagnie europee. Infatti se Etihad salisse oltre questa quota, Alitalia diventerebbe a tutti gli effetti un vettore del Golfo Persico.

E l'idea che sta affiorando per non far scatenare l'ennesima crisi, sempre al netto di tsunami politici, è mettere in campo ancora una volta l'asso pigliatutto nelle mani del Tesoro, ovvero la Cassa depositi e prestiti (tenendo presente il vincolo di non investire in aziende in perdita). Oppure Ferrovie, strada però non compatibile con la quotazione delle Frecce in Borsa in programma per il 2017. Nulla è stato deciso, certo, ma una crisi nei cieli o uno sciopero in stile Lufthansa di questi tempi è uno degli incubi peggiori per un governo in bilico. A quel punto l'immissione di soldi pubblici sarebbe la strada più veloce per evitare il disastro.

La "ristatalizzazione" di Alitalia è dunque un'ipotesi sul tavolo anche solo per darle il tempo di trovare un nuovo socio stabile: è sempre aperta la porta di Lufthansa, gruppo coccolato da Etihad negli ultimi mesi, dopo la batosta incassata con il satellite Air Berlin, la low cost tedesca ridotta in frantumi dalla potenza di fuoco del gruppo guidato da Carsten Spohr. La via tedesca porterebbe Alitalia fuori da Sky Team e lontano dall'abbraccio mortale di Air France- Klm che ha succhiato dalla giugulare del vettore italiano decine di milioni di euro ogni anno - si parla di oltre 100 milioni - grazie ad accordi non proprio amichevoli accettati a capo chino dalle precedenti gestioni. Il patto con i franco-olandesi scade a gennaio e dietro le quinte i due quasi ex alleati latini si stanno ricompattando, proprio per evitare una fuga di Alitalia verso Star Alliance guidata da Lufthansa.

Ma c'è un piano alternativo, quello lacrime e sangue già messo in scena in Germania con Air Berlin e su cui manager Etihad e soci italiani sono in forte contrasto in queste ore. Se da una parte gli arabi cercano di accelerare sulla strada del risanamento anche a costo di tagli dolorosi, dall'altra Luca di Montezemolo e i suoi non vogliono mettere la faccia su un progetto che porti sotto i riflettori ancora una volta il lato oscuro di Alitalia. La strada che potrebbe di nuovo aprirsi davanti a passeggeri e dipendenti è la solita: 300 impiegati in cassa integrazione, 1.100 esternalizzati ad altre aziende, 15 aerei di corto raggio messi a terra, taglio dei contratti dei piloti e assistenti di volo, affidamento di collegamenti nazionali (sempre meno dal 2017) a Alitalia Cityliner che offre contratti allineati con le low cost . Alitalia si spaccherebbe in due: una votata ai voli "di pregio" internazionali e di lungo raggio e l'altra impegnata in una lotta estenuante con Ryanair e easyJet, nel ruolo inevitabile di preda.
http://www.repubblica.it/economia/2016/ ... 153390227/
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda kco » dom 04 dic 2016, 11:01:45

Poverini, bloccati dall anacronistico limite a 18 mov ora su linate. Facciamo 40 mov ora... forse 50...

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda malpensante » dom 04 dic 2016, 11:05:48

Se risparmiamo i soldi del CNEL, possiamo spenderli con maggior profitto in Alitalia.

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda mxp98 » dom 04 dic 2016, 11:05:51

Eh si è proprio lì il punto dolente, quello che manda in malora un'azienda strategica per il paese.
Marco
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda malpensante » dom 04 dic 2016, 11:07:06

Si scrive strateggica con due g, ahò!

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda robix » dom 04 dic 2016, 11:43:42

kco ha scritto:Poverini, bloccati dall anacronistico limite a 18 mov ora su linate. Facciamo 40 mov ora... forse 50...
Adesso va di moda la scusa di LIN ... (che peraltro è un'ammissione che il mega-hubbe non funziona, visto che devono ripiegare sul mini-hub). Invece è a mio avviso veramente anacronistico il limite del 49% di EY: magari EY se la potesse comprare al 100%, così diventerebbero cavoli loro (e soprattutto forse in AZ inizierebbero a ragionare come una normale società privata e non come una società "parastatale" sempre in attesa di aiuti e favori dallo Stato).

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda I-Alex » dom 04 dic 2016, 12:06:53

@ Spanna

A me al contrario a leggere quegli articoli viene tutto tranne la voglia di votare Si per salvarli ancora...

Ovviamente a prescindere da cosa ognuno voterà al referendum (che non deve essere materia di discussione sul Forum)
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda spanna » dom 04 dic 2016, 19:03:18

anche a me farebbe venire voglia di votare no, ma non devi pensare che chi frequenta questo forum sia come il resto d'italia. Questa e' un'isola frequentata solo da un certo tipo di utenti che nulla hanno a che vedere con le logiche tipiche di una certa italia, che spesso ci fa vergognare di essere italiani.
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda KL63 » dom 04 dic 2016, 23:00:30

spanna ha scritto:anche a me farebbe venire voglia di votare no, ma non devi pensare che chi frequenta questo forum sia come il resto d'italia. Questa e' un'isola frequentata solo da un certo tipo di utenti che nulla hanno a che vedere con le logiche tipiche di una certa italia, che spesso ci fa vergognare di essere italiani.
Caro Spanna, guarda che chi non la pensa come vorrebbe il pensiero unico dominante, scusa il gioco di parole, non è necessariamente ne becero, ne ignorante ne trinariciuto, anzi magari ragiona con la propria testa e vede un po' più lontano di domani.

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda hal » lun 05 dic 2016, 01:04:48

:tilegno: STOP a sconfinamenti prettamente politici.
Grazie
:tilegno:
Il maggior nemico della conoscenza non è l’ignoranza,
è la presunzione della conoscenza.


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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda malpensante » lun 05 dic 2016, 09:27:48

la Repubblica

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda FlyCX » lun 05 dic 2016, 09:33:15

L'unica parte buona del piano è quella di passare il grosso dell'attività di corto raggio a Cityliner, un po come era stato fatto molti anni fa con Alitalia Team. Potrebbe anche funzionare.

Sarebbe low cost come costi, non necessariamente come servizio.
“È bastato che O’Leary prevedesse il fallimento della nostra compagnia, che, da quel momento, è aumentato il nostro fatturato” il soggetto non è Alitalia ma Lufthansa

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda spanna » lun 05 dic 2016, 09:40:34

preciso che nel commento precedente mi riferivo alla cattiva abitudine italiana di richiedere l'intervento governativo a salvataggio di alitalia, non al voto nel referendum che e' off topic.
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda robix » lun 05 dic 2016, 09:48:51

Dopo la sconfitta al referendum (in buona parte politica) chiunque segue deve stare attento a non buttare via altri soldi pubblici in AZ, cosa che oggi non sarebbe particolarmente gradita (a parte a Roma e dintorni e Milano centro): l'unico modo per cui ciò possa essere "digeribile" è convincere che si tratta davvero di una svolta e che ci sono sacrifici veri anche da parte del personale di AZ (cioè un salvataggio alla "capitani coraggiosi" oggi mi pare del tutto improponibile). Speriamo poi che LH si voglia suicidare, così evitiamo di spendere ancora una volta soldi pubblici.

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda easyMXP » lun 05 dic 2016, 11:32:45

Considerando che siamo di fatto senza governo, che l'Europa è in pressing per migliorare i saldi della manovra 2017, che AZ non è più determinante per la mobilità in Italia, che AZ quindi non sarà una delle priorità del prossimo governo, probabilmente è meglio che i dipendenti AZ inizino a pensare di essere trattati come le migliaia di dipendenti di call center, aziende di IT, acciaierie, fabbriche varie che li hanno preceduti sulla strada delle ristrutturazioni.

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda KittyHawk » lun 05 dic 2016, 12:02:29

Da quel che traspare dall'articolo, si ritorna a pensare alla pratica dello spacchettamento e rimpacchettamento. Si è ormai perso il conto delle volte che da AZ si sono create società sussidiarie, a cui cedere parte delle attività, o che se ne sono fuse o assorbite altre in AZ, tutte le volte con l'obiettivo, la speranza o la velleità di riuscire a mettere in ordine dei conti disastrosi. E tutte le volte il risultato è stato fallimentare.

Forse è il momento di pensare a uno spacchettamento per aree geografiche, a un'Alitalia Nord e un'Alitalia Sud, con la prima basata su Milano e la seconda a Roma. Entità completamente separate, con cessioni di rami d'azienda e altro. Chiusura per legge di LIN a tutti i voli di linea, o quanto meno ad aerei di linea con oltre 19 passeggeri.
A una delle due compagnie aeree andrebbero tutti gli accordi in essere dell'attuale Alitalia, quelli che a detta di tanti sono responsabili dei buchi di bilancio, come ad esempio l'appartenenza a SkyTeam e le JV varie. All'altra verrebbero ceduti alcuni dei bilaterali in capo ad AZ, quelli senza vincoli esterni. Non chiedo neppure che la compagnia aerea così ripulita venga basata su Milano. Se chi decide pensa che stia meglio a Roma così sia.
Dopo di che ognuna delle due compagnie libera di agire come meglio crede, ovviamente senza aiuti pubblici o altro. In capo a qualche anno o entrambe falliscono, confermando l'ipotesi che l'Italia non è in grado di possedere un'aerolinea civile, oppure una delle due avrà prosperato, mostrando quale sia il corretto posizionamento geografico e il business plan da seguire, e sarà allora in grado di fagocitare l'Alitalia moribonda, mettendo fine alla lunga telenovela.

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda I-DANB » lun 05 dic 2016, 12:29:16

KittyHawk ha scritto:Da quel che traspare dall'articolo, si ritorna a pensare alla pratica dello spacchettamento e rimpacchettamento. Si è ormai perso il conto delle volte che da AZ si sono create società sussidiarie, a cui cedere parte delle attività, o che se ne sono fuse o assorbite altre in AZ, tutte le volte con l'obiettivo, la speranza o la velleità di riuscire a mettere in ordine dei conti disastrosi. E tutte le volte il risultato è stato fallimentare.

Forse è il momento di pensare a uno spacchettamento per aree geografiche, a un'Alitalia Nord e un'Alitalia Sud, con la prima basata su Milano e la seconda a Roma. Entità completamente separate, con cessioni di rami d'azienda e altro. Chiusura per legge di LIN a tutti i voli di linea, o quanto meno ad aerei di linea con oltre 19 passeggeri.
A una delle due compagnie aeree andrebbero tutti gli accordi in essere dell'attuale Alitalia, quelli che a detta di tanti sono responsabili dei buchi di bilancio, come ad esempio l'appartenenza a SkyTeam e le JV varie. All'altra verrebbero ceduti alcuni dei bilaterali in capo ad AZ, quelli senza vincoli esterni. Non chiedo neppure che la compagnia aerea così ripulita venga basata su Milano. Se chi decide pensa che stia meglio a Roma così sia.
Dopo di che ognuna delle due compagnie libera di agire come meglio crede, ovviamente senza aiuti pubblici o altro. In capo a qualche anno o entrambe falliscono, confermando l'ipotesi che l'Italia non è in grado di possedere un'aerolinea civile, oppure una delle due avrà prosperato, mostrando quale sia il corretto posizionamento geografico e il business plan da seguire, e sarà allora in grado di fagocitare l'Alitalia moribonda, mettendo fine alla lunga telenovela.
Dove lo hai letto questo piano, perchè mi pare di conoscerlo
ovvero è quello che dico e ripeto da almeno 15 anni
Deve sapere, mio caro signore, che sono uomo di mondo....Ho fatto il militare a Cuneo !!

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda KittyHawk » lun 05 dic 2016, 13:34:35

I-DANB ha scritto:
KittyHawk ha scritto:Da quel che traspare dall'articolo, si ritorna a pensare alla pratica dello spacchettamento e rimpacchettamento. Si è ormai perso il conto delle volte che da AZ si sono create società sussidiarie, a cui cedere parte delle attività, o che se ne sono fuse o assorbite altre in AZ, tutte le volte con l'obiettivo, la speranza o la velleità di riuscire a mettere in ordine dei conti disastrosi. E tutte le volte il risultato è stato fallimentare.

Forse è il momento di pensare a uno spacchettamento per aree geografiche, a un'Alitalia Nord e un'Alitalia Sud, con la prima basata su Milano e la seconda a Roma. Entità completamente separate, con cessioni di rami d'azienda e altro. Chiusura per legge di LIN a tutti i voli di linea, o quanto meno ad aerei di linea con oltre 19 passeggeri.
A una delle due compagnie aeree andrebbero tutti gli accordi in essere dell'attuale Alitalia, quelli che a detta di tanti sono responsabili dei buchi di bilancio, come ad esempio l'appartenenza a SkyTeam e le JV varie. All'altra verrebbero ceduti alcuni dei bilaterali in capo ad AZ, quelli senza vincoli esterni. Non chiedo neppure che la compagnia aerea così ripulita venga basata su Milano. Se chi decide pensa che stia meglio a Roma così sia.
Dopo di che ognuna delle due compagnie libera di agire come meglio crede, ovviamente senza aiuti pubblici o altro. In capo a qualche anno o entrambe falliscono, confermando l'ipotesi che l'Italia non è in grado di possedere un'aerolinea civile, oppure una delle due avrà prosperato, mostrando quale sia il corretto posizionamento geografico e il business plan da seguire, e sarà allora in grado di fagocitare l'Alitalia moribonda, mettendo fine alla lunga telenovela.
Dove lo hai letto questo piano, perchè mi pare di conoscerlo
ovvero è quello che dico e ripeto da almeno 15 anni
Da nessuna parte. Visto che ormai le hanno provate tutte, tanto vale provare anche questa. Peggio di come è andata finora non può andare. Quanto meno, visto quello che scrivi, siamo almeno in due a pensare che non è completamente un'idea bislacca. :ciao:

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda RAV38 » lun 05 dic 2016, 14:03:14

Io non credo affatto a qualunque elucubrazione su possibili evoluzioni di alitalia e sul suo destino. L'unica cosa certa, a mio avviso, è che qualunque governo farà sempre di tutto per non lasciarla morire. E comunque AZ sarà sempre basata su FCO qualunque sia l'entità delle perdite. Io invece, forse in una ipotesi visionaria, mi augurerei che un nuovo vettore basato su MXP possa essere incarnato da una IG completamente trasformata, rafforzata e gestita con criteri competitivi. Lasciamo perdere AZ

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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda robix » lun 05 dic 2016, 15:17:35

RAV38 ha scritto:L'unica cosa certa, a mio avviso, è che qualunque governo farà sempre di tutto per non lasciarla morire. E comunque AZ sarà sempre basata su FCO qualunque sia l'entità delle perdite.
Sottoscrivo. Ma che ci restasse a FCO: vi immaginate se AZ si spostasse a MXP e perdesse anche solo un decimo di quello che perde a FCO ? Tutti a dire che "è tutta corpa de marpenza" ! (E del resto, oggi è tutta colpa di LIN e della sua mancata totale liberalizzazione, non di FCO !) E se pure AZ guadagnasse a MXP, si direbbe che a FCO avrebbe comunque avuto più sviluppo ed un gioiello di aeroporto a sua disposizione: er mega-hubbe naturale e per legge non può che essere er mejjo che ce sta in Italia.

spanna
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda spanna » lun 05 dic 2016, 15:55:59

qualsiasi cosa il governo entrante decida di fare, oggi la situazione per alitalia e' peggiore di quella della fine del 2013 quando le poste mettendo 75 milioni la salvarono dal grounding 2 giorni prima che finisse il cash.
Nel 2013 le compagnie stavano ancora cercando lentamente di uscire dalla crisi del settore, erano poche le compagnie che facevano soldi, ed erano soprattutto LC. Oggi invece AZ perde 400 milioni mentre gli altri fanno, tutti quanti, utili record. Quando il mercato cala che succede ad AZ?
Un altro grosso problema e' che, come allora, lo stato puo' mettere solo una percentuale del totale. Allora fu organizzato un aumento di capitale da 300 milioni di cui 75 a carico delle poste. Oggi sappiamo che EY mettera' il 49%, ma lo stato non puo' mettere il 51%, occorre trovare qualche privato che obtorto collo metta una bella quota, ma chi? Forse le generali ed altre assicurazioni? Vedremo.
Infine, l'ultimo salvataggio non fu solo opera dell'aumento di capitale. L'aumento di capitale fu di 300 milioni, ma le banche, oltre a ritirare l'inoptato, aggiunsero anche altri 200 milioni di linee di credito. Questa volta le banche non vogliono aggiungere linee di credito, ed anzi minacciano di chiudere quelle gia' aperte, come ci ha scritto dragoni. Senza linee di credito aggiuntive la ricapitalizzazione dovra' essere assai consistente, e quindi dolorosa per chi la fa. Tutto questo solo per mantenere in linea di galleggiamento alitalia, e senza considerare i capitali necessari per acquistare o prendere in leasing i 20 WB promessi da Spara Ball. Aggiungendo anche quelli occorre pensare ad un aumento di capitale totale dell'ordine di 1 miliardo. Non esattamente noccioline. Ovviamente per continuare a perdere come sempre, ca va sans dire.
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.

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Nuovo piano, nuovo salvataggio? Alitalia low cost?

Messaggio da leggereda malpensante » lun 05 dic 2016, 18:09:02

Più grave è che proprio nessuno, oggi, nemmeno il più beota crede che Alitalia possa mai essere risanata. Le balle raccontate da LCDM & Co. e la scoperta ieri mattina che no, nel 2016 non ci sarà il pareggio e che no, nel 2017 non ci saranno profitti hanno distrutto il patrimonio residuo di credibilità o di possibilità di "abuso della credulità popolare". Soltanto se lo dicesse Mauro Moretti ci potrei credere, con molto alcol e certo che abbia ottenuto carta bianca e mannaia libera.

So per certo che, all'ultima puntata, in una delle due grandi banche si era fatto lo sforzo di credere alle magnifiche sorti e progressive di Alitalia, ma oggi no, nessun CEO rischierebbe la sua reputazione per Alitalia e nessun azionista o analista finanziario glielo permetterebbe.

Un nuovo impegno da parte delle banche o di Generali sarebbe una mazzata sui rispettivi corsi azionari, Ferrovie distruggerebbe le proprie prospettive di IPO mettendo soldi in Alitalia, CDP si sputtanerebbe. Alitalia è finanziariamente infetta.


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