piano salvataggio Alitalia: prestito ponte e commissari al lavoro per venderla

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spanna
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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda spanna » gio 20 lug 2017, 09:47:35

il messaggero di oggi, da rassegna stampa in mia disponibilita':
Il governo insiste: «No allo spezzatino Alitalia». Ma domani le manifestazioni di interesse in arrivo al termine della data room riguarderanno solo singoli asset (rotte, slot e flotta). Tra coloro che dovrebbero tagliare il traguardo, quasi certamente potrebbero esserci Lufthansa, Delta e la low cost Ryanair, tre dei 18 pretendenti che stanno completando la visura dei dati nella stanza predisposta in rete. Il nuovo step prevede che nel pomeriggio dovranno essere consegnate le offerte ancora preliminari in busta chiusa da depositare sempre presso lo studio del Notaio Nicola Atlante di Roma. Va chiarito che il processo è ancora a metà percorso: queste manifestazioni di interesse non conterranno indicazioni economiche né impegni. Sulla base delle preferenze espresse dai pretendenti, i commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari diffonderanno un secondo bando strutturato in funzione dell'interesse raccolto. E siccome quasi certamente dovrebbe esserci una predominanza per la vendita di asset, i commissari stenderanno un programma che porterà probabilmente in ottobre alla presentazione delle offerte vere e proprie dopo le quali potrebbe esserci una coda per finalizzare i piani. Oltre alle compagnie tedesca, americana e irlandese dovrebbero farsi avanti quasi tutti gli altri interessati entrati in data room: easyJet, Etihad, British, AirAsia, CityJet più i fondi Cerberus, Indigo Capital, solo per citare i più famosi.
L'IPOTESI CORDATA
«Pensiamo che Alitalia sia un valore dal punto di vista industriale per il Paese e abbia ancora potenzialità di sviluppo, a patto che l'azienda non venga assolutamente frazionata e spezzettata», ha detto ieri il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, in audizione alla Camera, sottolineando che Alitalia «non può vendere rotte, asset e settori della manutenzione, ma va tenuta intera. Ha una massa critica che può consentire di recuperare gli squilibri». Il ministro rilancia quindi la cessione in blocco su cui si sono già espressi il premier Paolo Gentiloni e il ministro Carlo Calenda. Sarà quindi compito dei commissari guidati dal manager Gubitosi, distintosi in passato in altre occasioni di turnaround, mettere a punto soluzioni industriali che possano scongiurare la vendita a pezzi. La procedura prevede la costituzione di cordate aggregando anche soggetti finora rimasti fuori. Se non ci fossero offerte che mantengono l'integrità di Alitalia, il governo ha delle «alternative», ha aggiunto Delrio, aprendo a «piccole quote» pubbliche. Si potrebbe coinvolgere nuovamente Invitalia che già era stata chiamata nella partita quando la società era ancora in bonis e si stava negoziando un piano, con Etihad e le banche, abortito perché i dipendenti hanno respinto gli esuberi e il taglio degli stipendi. Era la primavera scorsa e Invitalia avrebbe partecipato con 200 milioni a titolo di garanzia o di denaro fresco in un'operazione complessiva da 2 miliardi. «Nell'esame delle offerte, e questo è compito dei commissari - ha proseguito Delrio - la valutazione che faremo sarà sulla quantità di investimenti in campo: senza un'adeguata massa di investimenti è difficile stare su un mercato così competitivo». C'è insomma da parte dell'esecutivo sempre grande attenzione sul rilancio della compagnia, dove «il numero degli esuberi spero che sia il minimo possibile anche in un progetto futuro».
Nel processo di rilancio, Palazzo Chigi e i ministri sono confidenti di poter salvare Alitalia attraverso la soluzione della ristrutturazione che chiamerebbe nuovamente in campo Intesa Sp e Unicredit. Di recente Carlo Messina ha escluso scenari di nuovi coinvolgimenti nell'azionariato, ma a Roma si confida di poter convincere i banchieri a convertire parte dei crediti in capitale: sarebbe una strada più vantaggiosa ai fini del recupero dei crediti.
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda malpensante » gio 20 lug 2017, 10:42:34

Il Sole 24 Ore, da rassegna stampa in mia disponibilità

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda D960 » gio 20 lug 2017, 11:06:46

Stalli, stelle e stalle: mai parole simili furono più azzeccate per la compagnia. Ma vi ricordate gli annunci di AZ come compagnia più sexy d'Europa e a 5 stelle? Ora non servono manco più lo snack.
AHO-ARN-BLQ-BGY-CAG-DUB-FCO-FLR-FRL-GOA-GRO-KIR-KBP-LIN-MXP-MUC-OLB-PMF-PSA-STN-TBS-TPS-TRN-TRS-TSF-VCE

Primo anno in perdita, secondo in pareggio e terzo in utile

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda KittyHawk » gio 20 lug 2017, 11:11:52

spanna ha scritto:il messaggero di oggi, da rassegna stampa in mia disponibilita':
Nel processo di rilancio, Palazzo Chigi e i ministri sono confidenti di poter salvare Alitalia attraverso la soluzione della ristrutturazione che chiamerebbe nuovamente in campo Intesa Sp e Unicredit. Di recente Carlo Messina ha escluso scenari di nuovi coinvolgimenti nell'azionariato, ma a Roma si confida di poter convincere i banchieri a convertire parte dei crediti in capitale: sarebbe una strada più vantaggiosa ai fini del recupero dei crediti.
Cialtroni! Altro non occorre aggiungere.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda FlyCX » gio 20 lug 2017, 11:38:18

KittyHawk ha scritto:
spanna ha scritto:il messaggero di oggi, da rassegna stampa in mia disponibilita':
Nel processo di rilancio, Palazzo Chigi e i ministri sono confidenti di poter salvare Alitalia attraverso la soluzione della ristrutturazione che chiamerebbe nuovamente in campo Intesa Sp e Unicredit. Di recente Carlo Messina ha escluso scenari di nuovi coinvolgimenti nell'azionariato, ma a Roma si confida di poter convincere i banchieri a convertire parte dei crediti in capitale: sarebbe una strada più vantaggiosa ai fini del recupero dei crediti.
Cialtroni! Altro non occorre aggiungere.
Non stupidi però: è probabile che anche in futuro serva un 51% europeo/italiano.
“È bastato che O’Leary prevedesse il fallimento della nostra compagnia, che, da quel momento, è aumentato il nostro fatturato” il soggetto non è Alitalia ma Lufthansa

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda FlyCX » gio 20 lug 2017, 11:46:23

C'entra solo un po' con Alitalia: la proprietà di Darwin Airlines è appena cambiata, l'azionista di riferimento è ora la slovena Adria che ha rilevato quote di diversi soci, tra i quali Etihad.

Degli acquisti di Hogan nel vecchio continente rimane ben poco, in pratica una AB agonizzante e la piccola Air Serbia.
In Alitalia hanno perso tutto e Darwin sono usciti.

Mi chiedo se in futuro Etihad non si ridurrà ad una compagnia più ridotta, al servizio di Abu Dhabi ma con un network meno globale.
Non a caso il nuovo terminal di amAUH ha 30 finger e questo sarà un limite invalicabile per gestire le ondate.

Comunque, tornando ad AZ: da oggi avrà un partner in meno.
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Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda malpensante » gio 20 lug 2017, 11:59:44

Etihad si fonderà con Emirates IMHO.

I rispettivi Emiri si metteranno d'accordo per salvare la faccia a quello di Abu Dhabi, metteranno l'hub comune a DWC, mentre DXB e AUH diventeranno i rispettivi sitierport e tutti vivranno felici e contenti.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda belumosi » gio 20 lug 2017, 12:36:51

malpensante ha scritto:Etihad si fonderà con Emirates IMHO.

I rispettivi Emiri si metteranno d'accordo per salvare la faccia a quello di Abu Dhabi, metteranno l'hub comune a DWC, mentre DXB e AUH diventeranno i rispettivi sitierport e tutti vivranno felici e contenti.
Non credo che l'emiro di Abu Dhabi sia disponibile a cedere il controllo di EY all'interno di una fusione con la ben più grande EK.
E per l'emiro di Dubai, non avere le mani libere nell'aviazione civile significherebbe rinunciare a buona parte della propria sovranità, non avendo petrolio e gas come il collega di Abu Dhabi.
Tra l'altro è notizia fresca la stretta alleanza (probabile preludio di una fusione) tra EK e FlyDubai, che rimarranno ancora per un bel po' (se non per sempre) a DXB.
EY è semplicemente di troppo. Probabilmente rimarrà una compagnia di medie dimensioni riccamente sovvenzionata per sopravvivere.

Scusate l'ot.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda robix » gio 20 lug 2017, 13:10:34

belumosi ha scritto:EY è semplicemente di troppo. Probabilmente rimarrà una compagnia di medie dimensioni riccamente sovvenzionata per sopravvivere.
E quindi EY è il partner perfetto per AZ, anch'essa di medie (oramai piccole) dimensioni e riccamente sovvenzionata per sopravvivere: peccato che l'Emiro di Abu Dhabi sia ricco mentre lo Stato italiano è sostanzialmente in bancarotta.

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Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda malpensante » gio 20 lug 2017, 13:21:17

belumosi ha scritto:EY è semplicemente di troppo. Probabilmente rimarrà una compagnia di medie dimensioni riccamente sovvenzionata per sopravvivere.
È il vecchio dilemma di Cesare fra essere secondo a Roma o primo nelle Gallie.

Prima o poi l'Emiro di Abu Dhabi sovrà ammettere a se stesso di essere un also-ran e allora una fusione nella compagnia leader potrà sembrare una soluzione migliore che vivacchiare in eterno a metà classifica.

Certo che la ritirata dall'Europa lo ha già costretto ad abbandonare il sogno di sorpassare Emirates. Emirates, plurale, ha già il nome appropriato...

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Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda malpensante » gio 20 lug 2017, 15:19:20

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda spanna » gio 20 lug 2017, 19:29:11

KittyHawk ha scritto:
spanna ha scritto:il messaggero di oggi, da rassegna stampa in mia disponibilita':
Nel processo di rilancio, Palazzo Chigi e i ministri sono confidenti di poter salvare Alitalia attraverso la soluzione della ristrutturazione che chiamerebbe nuovamente in campo Intesa Sp e Unicredit. Di recente Carlo Messina ha escluso scenari di nuovi coinvolgimenti nell'azionariato, ma a Roma si confida di poter convincere i banchieri a convertire parte dei crediti in capitale: sarebbe una strada più vantaggiosa ai fini del recupero dei crediti.
Cialtroni! Altro non occorre aggiungere.
io credo che questa affermazione trovi una spiegazione razionale - quindi niente di vergognoso - nel rapporto tra banche e alitalia SAI. Le azioni di SAI sono state spazzate via dall'AS, ma le banche si trovano ancora ad essere creditrici di SAI. Che cosa succedera' ai creditori di SAI? Avranno due opzioni: o accettano di trasformare i loro crediti in azioni di SAI - che e' quello che viene proposto dal messaggero - oppure cercheranno di rifarsi con la vendita della compagnia a qualcuno che e' interessato a comprarla, ed il ricavato verra' distribuito a riparto tra tutti i creditori. Ma prima di tutto dovranno restituire il prestito ponte di 600 milioni + interessi. Adesso tu dimmi, se tu fossi un banchiere cosa faresti? Considera che quando hai venduto alitalia a pezzi o tutta intera, e hai restituito il prestito ponte, quello che rimane lo distribuisci ai creditori che vantano un totale di 3,5 miliardi di crediti. Visto che l'ultima volta EY ha pagato - quant'era? 380 milioni per il 49%, dimmi tu quanto puoi sperare di farci questa volta. A questo punto tutto sommato per le banche tanto vale convertire almeno in parte i crediti in azioni di SAI e ritrovarsi proprietarie di una fetta della nascenda alitalia MAI (?). Questa rimane una delle possibili strade per il salvataggio, ma e' comunque una strada molto impervia. Per non dire quasi impossibile, ma con alitalia mai dire mai. Mai dire alitalia MAI. :green:
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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda malpensante » gio 20 lug 2017, 19:48:37

Avere anche una singola azione di Alitalia comporta l'essere considerato dallo Stato come gravato dall'onere di salvarla, aggiungendo periodicamente capitale.

Per questo scommetto che almeno UniCredit rifiuterà sempre e comunque di tornare azionista di Alitalia, per ché Alitalia non è un asset, ma una liability e il valore delle sue azioni è di fatto negativo, perché non vale più il principio che il socio è responsabile soltanto nei limiti del capitale conferito.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda I-Alex » gio 20 lug 2017, 19:58:24

Resta il fatto che nei mesi scorsi gli azionisti di Sai (o CAI?) hanno versato cash suonante per l'aumento di capitale
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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda KittyHawk » gio 20 lug 2017, 20:14:42

E difatti essere azionisti italiani di AZ e avere soldi è una condanna, di quelle del tipo "fine pena mai".

Peccato che Cesare Beccaria sia morto troppo presto: un capitoletto dedicato ad AZ, nel suo "Dei delitti e delle pene", ci sarebbe stato molto bene. :lol:

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda belumosi » gio 20 lug 2017, 20:31:47

spanna ha scritto:
KittyHawk ha scritto:
spanna ha scritto:il messaggero di oggi, da rassegna stampa in mia disponibilita':
Cialtroni! Altro non occorre aggiungere.
io credo che questa affermazione trovi una spiegazione razionale - quindi niente di vergognoso - nel rapporto tra banche e alitalia SAI. Le azioni di SAI sono state spazzate via dall'AS, ma le banche si trovano ancora ad essere creditrici di SAI. Che cosa succedera' ai creditori di SAI? Avranno due opzioni: o accettano di trasformare i loro crediti in azioni di SAI - che e' quello che viene proposto dal messaggero - oppure cercheranno di rifarsi con la vendita della compagnia a qualcuno che e' interessato a comprarla, ed il ricavato verra' distribuito a riparto tra tutti i creditori. Ma prima di tutto dovranno restituire il prestito ponte di 600 milioni + interessi. Adesso tu dimmi, se tu fossi un banchiere cosa faresti? Considera che quando hai venduto alitalia a pezzi o tutta intera, e hai restituito il prestito ponte, quello che rimane lo distribuisci ai creditori che vantano un totale di 3,5 miliardi di crediti. Visto che l'ultima volta EY ha pagato - quant'era? 380 milioni per il 49%, dimmi tu quanto puoi sperare di farci questa volta. A questo punto tutto sommato per le banche tanto vale convertire almeno in parte i crediti in azioni di SAI e ritrovarsi proprietarie di una fetta della nascenda alitalia MAI (?). Questa rimane una delle possibili strade per il salvataggio, ma e' comunque una strada molto impervia. Per non dire quasi impossibile, ma con alitalia mai dire mai. Mai dire alitalia MAI. :green:
Chiunque rileverà la polpa di AZ, lo farà attraverso una newco. I vecchi soci credo siano fuori dal gioco. Se anche le banche convertissero il debito in capitale, ci troveremmo semplicemente con SAI (diventata una scatola vuota) meno indebitata.
E siccome è vero che nessuno pagherà 600+ M€ per comprarsi AZ, banche, poste ed EY imho non vedranno un ghello.
Da notare che la richiesta di convertire il debito in capitale non serviva a generare liquidità , ma solo a migliorare i parametri di bilancio. Cosa necessaria per mantenere il capitale previsto dalla legge e per (ironia suprema) poter ottenere nuovi prestiti presentandosi con un bilancio formalmente accettabile per le banche.
Spero di sbagliarmi, ma secondo me la giostra per queste ultime non è ancora finita.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda malpensante » ven 21 lug 2017, 00:28:49

Mustier di UniCredit non darà un euro.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda KittyHawk » ven 21 lug 2017, 06:57:44

E anche Messina (Intesa), credo, se appena potrà.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda I-Alex » ven 21 lug 2017, 07:21:16

Non daranno nulla (probabile) ma li hanno appena messi nei mesi scorsi
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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda belumosi » ven 21 lug 2017, 07:21:36

Fino a quando la classe politica sarà così compatta nel voler salvare AZ a qualsiasi costo, sarà molto difficile rifiutare certe offerte per chi deve lavorare in Italia.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda malpensante » ven 21 lug 2017, 10:01:23

belumosi ha scritto:per chi deve lavorare in Italia.
Va inteso come "chi vuole mantenere al vertice la propria carriera in Italia".

Le banche come tali non possono subire condizionamenti, se non dalla Banca d'Italia.
Al Governo possono togliere castagne dal fuoco, come ha appena fatto Intesa Sanpaolo rilevando gli sportelli delle banche venete, ma l'aviazione non è il loro mestiere, l'esperimento Alitalia è fallito e, se nessuna linea aerea presenta offerte per rilevare Alitalia, con quale giustificazione lo dovrebbe fare una banca, che di aviazione non sa nulla?

Già alla penultima puntata Intesa voleva scendere e fu Ghizzoni di UniCredit, inaspettatamente, ad accettare di versare soldi. Intesa, che non voleva prendere posizioni solitarie, fu costretta a fare lo stesso. Ghizzoni voleva accumulare benemerenze a buon rendere, ma è stato comunque defenestrato, come l'ex capo delle Poste. Dare soldi ad Alitalia non serve alla carriera, è dimostrato.

L'attuale cda di UniCredit ha maggioranza straniera, Palenzona non è più vicepresidente e non è più di AdR, non "pesa" più. Montezemolo non conta più nulla, Mustier è ricco (molto) di suo e otterrebbe più vantaggi a dire no, difendendo i conti e l'indipendenza della banca, piuttosto che dicendo sì a un governo e a una maggioranza di incerto avvenire.

Intesa si farà scudo della posizione contraria di UniCredit, obiettivamente non c'è alcun modo di convincere i mercati che un ulteriore investimento in Alitalia farebbe bene ai conti. Non c'è PR che tenga, Alitalia è sputtanata oltre ogni limite e la mancanza anche di una sola offerta per rilevarla intera sarà, dal punto di vista relazionale, il chiodo nella sua bara.

A quel punto si riuscirà a convincere solo le società che dipendono direttamente dal Tesoro, che ne nomina e ne revoca i manager. Tuttavia non credo che nemmeno il super-renziano Mazzoncini farà entrare le Ferrovie in Alitalia, dovranno ricorrere a qualche società mai sentita nominare come Invitalia. Con pochi soldi a disposizione, che finiranno presto. La cassa di Alitalia si basa sul non pagare i conti di quegli aeroporti italiani che non sono veramente privati.

P.S. Ricordate che fu UBS a staccare la spina a Swissair

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda robix » ven 21 lug 2017, 10:30:21

malpensante ha scritto:P.S. Ricordate che fu UBS a staccare la spina a Swissair
Penso anche io che la chiave siano le banche; in fondo, tutto è nato da loro: la sciagurata operazione dei capitani coraggiosi fu sì voluta da un politico (?), anche per sfruttarla in campagna elettorale, ma fu orchestrata da Passera di ISP. Non sono però così sicuro che le banche, ed in particolare ISP, non siano oggi politicamente ricattabili: magari un po' meno di ieri, ma di favori dalla politica credo ne abbiano ancora bisogno.
UBS, invece, al tempo del fallimento Swissair era un colosso che certamente non aveva bisogno dello Stato svizzero (qualche anno più avanti fu salvata dallo Stato svizzero, ma il mondo era nel frattempo totalmente cambiato).

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda belumosi » ven 21 lug 2017, 10:58:15

malpensante ha scritto:
belumosi ha scritto:per chi deve lavorare in Italia.
Va inteso come "chi vuole mantenere al vertice la propria carriera in Italia".
No, va inteso proprio come lavorare. Un'azienda, tanto più se è grande e complessa, ha bisogno continuamente di firme da parte di funzionari pubblici, che potrebbero essere invitati ad usare la burocrazia come una clava. Oppure potrebbero essere i sindacati a farti impazzire attaccandosi ad ogni cavillo (cosa formalmente ineccepibile).
Il grande margine di interpretazione che troviamo quasi in ogni legge, esiste proprio per lasciare al decisore (politico, amministrativo, giudiziario) il potere di graduarne gli effetti a seconda del risultato che si vuole ottenere.
Ragione per la quale una grande azienda sarà sempre condizionabile dalla politica, perchè quest'ultima può metterti davanti ostacoli a ripetizione che avrebbero un costo ben superiore al favore chiesto. Che peraltro in seconda battuta potrebbe essere ricambiato con qualche leggina ad hoc.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda malpensante » ven 21 lug 2017, 12:07:26

Secondo me ti sbagli. Prima del'AS, UniCredit aveva già perso 500.000.000 di euro in Alitalia. Nessuna favore del Governo è in grado di controbilanciare perdite di queste entità.

Ancora più importante è che le aziende quotate devono avere l'approvazione dei mercati, salvo perdere miliardi di capitalizzazione. Dare altri soldi ad Alitalia è sputtanarsi, oltre che un pessimo affare.

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Re: Nuovo piano salvataggio Alitalia: il personale vota NO al referendum...

Messaggio da leggereda spanna » ven 21 lug 2017, 15:14:57

il messaggero, da rassegna stampa in mia disponibilita':
Ai ferri corti Alitalia e Etihad. I rapporti tra le due compagnie si stanno irrigidendo sempre di più mentre oggi pomeriggio sono attese le manifestazioni di interesse da parte dei 18 soggetti ammessi alla data room, tra cui il vettore arabo. Etihad, secondo quanto ricostruito dal Messaggero presso fonti legali, si sarebbe rifiutata di approvare il bilancio 2016 di Loyalty, la società che detiene e gestisce il programma di fidelizzazione MilleMiglia forte di 5 milioni di soci e il presidente del collegio sindacale Giovanni Barbara, avvocato d'affari milanese, avrebbe convocato per fine mese l'assemblea per l'esame del rendiconto. La grana sarebbe scoppiata tre giorni fa durante il cda di Loyalty. Il gran rifiuto sarebbe sorto a seguito della richiesta degli arabi di prorogare per altri tre anni la partnership nelle MilleMiglia in scadenza adesso. I commissari non hanno potuto accettare il rinnovo in quanto sarebbe stata una decisione straordinaria: nelle more del processo di vendita della compagnia in corso, non avrebbero potuto far trovare al nuovo acquirente un impegno così vincolante. Etihad ha il 75% della società del programma di fidelizzazione. La quota è stata acquisita a febbraio 2015 per 112,5 milioni all'interno dell'investimento da complessivi 560 milioni che l'ha portato, ad agosto 2014, ad acquisire il 49% della società aerea, oggi in amministrazione straordinaria.
CREDITORI ALLA PARI
Di fronte al no alla proroga degli accordi, la compagnia di Abu Dhabi avrebbe chiesto ai commissari straordinari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi, Stefano Paleari il pagamento di circa 40 milioni di crediti maturati sul programma MilleMiglia. Si tratta però di crediti antecedenti il 2 maggio scorso, data di partenza dell'amministrazione straordinaria e come tali, non possono essere pagati spot altrimenti verrebbe alterata la par condicio creditorum rispetto agli altri aventi diritto, tra cui le banche e i fornitori. Per l'ulteriore attrito, Etihad avrebbe detto no all'approvazione del bilancio e il presidente del collegio sindacale, nominato dalla gestione Alitalia ancora in bonis, ha chiamato l'assemblea sul rendiconto, come recita il codice civile. Come ulteriore ripicca, il consiglio di Loyalty formato da cinque membri, dei quali quattro designati dal socio arabo, si sarebbe dimesso. Dopo la richiesta di restituzione dei 100 milioni cash versati da Etihad a Natale scorso nella fase 1 del piano di ristrutturazione in bonis da 2 miliardi complessivi, adesso è scoppiata una nuova querelle sempre per pretese economiche del socio arabo.
questa ha l'aria di essere una grana bella grossa per alitalia, che si va ad aggiungere alle altre...
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