900 milioni, più gli interessi più qualcos'altro... un miliardo tondo che forse lo Stato trasformerà in capitale verso fine ottobre, inizi di novembre. Si tratta di trovare una serie di "volenterosi" pronti a mettere sul piatto altrettanti soldi più una manciata di milioni. Trenitalia, CDP, ... i nomi che circolano sono sempre gli stessi, ma da qui all'autunno c'è ancora tempo per scovare qualche altra società, organizzazione o fondo finanziario che improvvisamente scoprirà di avere incredibili sinergie con con il trasporto aereo e in particolar modo con l'Alitalia trasporta-turisti. Non necessariamente bisogna fermarsi a pochi e grossi azionisti, anzi meglio se sono tanti e piccoli, che si manovrano e condizionano più facilmente.
KL63 si domanda che vantaggio potrebbe esserci per la cassa di ingegneri e architetti qualora, improvvisamente e in completa autonomia ( :green:
), i vertici decidessero che per il bene della nazione occorre investire in AZ. Lungi da me suggerire una soluzione su come recuperare i capitali estort... ehm investiti, ché chi comanda in Italia ha una fantasia ineguagliabile a individuare le contropartite, ma l'incubo (come proprietario e cittadino) di una economicamente modesta e tuttavia generalizzata verifica/certificazione straordinaria del patrimonio immobiliare italiano non lo scarterei a priori.ADDENDUM: L'ipotesi che circola al momento è 51% Stato, 49% socio industriale. In realtà il problema è come disinnescare il prestito-ponte ed evitare che si parli di "nazionalizzazione", quindi complessivamente gli altri soci devono possedere oltre il 50% del capitale. Il socio industriale, all'inizio, potrebbe entrare con un capitale di poco superiore al 30%, per poi salire nel corso degli anni, come pure la quota dello Stato potrebbe passare man mano agli altri soci finanziari. Se ci fosse fin dall'inizio un impegno formale a un percorso del genere, al raggiungimento di certe condizioni, il problema "Bruxelles" potrebbe essere contenuto.
