Alitalia-Fs, tempi lunghi e idee poco chiare

[malpensante]

Bisognerebbe ricordare che, se i passeggeri sono al 90% coreani, scelgono un aereo italiano solo se il biglietto è regalato.

[I-GABE]

Bisognerebbe ricordare che, se i passeggeri sono al 90% coreani, scelgono un aereo italiano solo se il biglietto è regalato.

Cosa che vale per l’incoming in generale, cosa che i fautori dell’ “alitalia serve al turismo italiano” continuano a scordarsi.


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[KL63]

Posto anche qui:
Non so come e se vengano conteggiati anche i costi "fissi", ovvero il costo del personale di terra, uffici ed altri costi vari. Se venissero ripartiti pro quota su ciascuna rotta operata, occorrerebbe conoscere i criteri di ripartizione, o se quelli di cui si parla siano solo i costi operativi puri della singola rotta. Nel primo caso, dato che di taglio di costi fissi, personale di terra ed altro non si parla, peggioreranno i valori di tutte le altre rotte operate, nel secondo i conti rotta-mancati ricavi sarebbero ancora peggiori.
Qualcuno sa come funziona?

[mattaus313]

Posto anche qui:
Non so come e se vengano conteggiati anche i costi "fissi", ovvero il costo del personale di terra, uffici ed altri costi vari. Se venissero ripartiti pro quota su ciascuna rotta operata, occorrerebbe conoscere i criteri di ripartizione, o se quelli di cui si parla siano solo i costi operativi puri della singola rotta. Nel primo caso, dato che di taglio di costi fissi, personale di terra ed altro non si parla, peggioreranno i valori di tutte le altre rotte operate, nel secondo i conti rotta-mancati ricavi sarebbero ancora peggiori.
Qualcuno sa come funziona?

Esattamente. In teoria se queste rotte venissero tagliate senza tagli ai costi, tutti i costi fissi verrebbero ripartiti sulle altre rotte, incidendo ovviamente sull'utile (perdita) delle singole. Si sa però che dovrebbero uscire con queste rotte anche due o tre aerei, quindi forse non abbastanza ma qualcosa si taglia.
Non è matematico diciamo che operare una rotta in perdita (ovviamente contenuta) possa non essere efficace per migliorare i risultati delle altre rotte anche in virtù di questo, e di tutto l'esercizio.

E' un discorso valido però per una qualsiasi azienda sana, considerando gli indicatori e le linee di prodotto (in questo caso le rotte). Il problema di Alitalia, come penso sia ampiamente condiviso, è strutturale e la strategia va rivista da cima a fondo.

[malpensante]

Funziona su molti livelli, ciascuno dei quali include costi aggiuntivi rispetto ai precedenti.
Un primo livello può contenere solo le spese vive come carburante e diritti di sorvolo, uno ulteriore anche i costi dell’equipaggio, poi via via aggiungi i costi di manutenzione, quelli di leasing, una fetta dei costi del quartier generale, la pubblicità eccetera.

[gabbozzo]

Ragionamento che stavo facendo anch'io.
Se AZ perde 600 M€/anno mi viene quasi da dire che bisogna cercare quale rotta perde meno delle altre. Forse, appunto, considerando solo la parte volo diventa più facile, ma spalmando i costi su tutto non so come se ne possa venire fuori. :confuso:

[grandemilano]

Dal Sussidiario.net

ALITALIA/ In arrivo lo spacchettamento con un finale già visto nel 2008
Pubblicazione: 22.02.2020 - Guido Gazzoli

Per Alitalia Patuanelli ha garantito all'Ue un nuovo bando di vendita e la separazione in due dell'azienda tra servizi di terra e volo
ALITALIA/ In arrivo lo spacchettamento con un finale già visto nel 2008

Era ora: alla telenovela Alitalia mancava la ciliegina sulla torta dello spezzatino, ma giorni fa il ministro per lo Sviluppo economico Patuanelli ha garantito all’Ue che lo Stato non verserà più un euro in Alitalia che, attraverso un nuovo bando di concorso per la vendita, verrà divisa in due tra terra e volo ed entro il 31 maggio l’attuale società in amministrazione controllata verrà dissolta.


Davvero non si sa più che pesci pigliare, visto che finora è stato annunciato di tutto e il suo contrario, ma le parole del ministro mettono in allarme perché non si capisce bene, a questo punto, chi sarà l’acquirente e soprattutto come lo Stato, che ha promesso mille volte un controllo sulla società, vorrà esercitare la propria parte o se, come spesso si è capito, alla fine i 5 Stelle avranno partita vinta nella loro idea, mai abbandonata, di tirarla in pasto a qualche vettore straniero… pardon regalarla dopo aver provveduto a pulirla di tutte le perdite. Già si conoscono tagli sia a flotta che a rotte (e ovviamente al personale) in grado di modellare quell’ancella di un vettore straniero che viene richiesta…

Insomma, mesi e mesi a promettere di tutto solo e meramente per ragioni elettorali o di potere, perché a questo punto risulta chiarissimo che i vari castelli costruiti erano tutti destinati a saltare in nome di interessi vari: nemmeno la scoperta della “fiesta politica” pagata dai cittadini (ancora una volta) nel corso dell'”alleanza” con Etihad e le successive indagini della Guardia di Finanza hanno portato un poco di umiltà e di voglia di un taglio con un passato davvero nefasto, a questo punto, per cambiare davvero le cose e iniziare la costruzione di un tassello importante nel sistema-Paese.


La politica italiana sta ancora una volta dimostrando di costituire uno Stato nello Stato dove le alchimie più strane e i giochi di potere servono solamente per mantenere un apparato dove ormai quando uno entra, spesso partendo dalla voglia di cambiare tutto o proponendosi come “antipolitica”, alla fine si conforma al punto tale non solo da cambiare idee e “partito” alla velocità della luce, ma trasformandosi in un fedele difensore di un sistema che non ha più contatto con la realtà. Una realtà ormai composta da un Paese che non sa più a che santo votarsi ma pronto a seguire i vari “uomini della Provvidenza” siano essi imprenditori miliardari che mirano al sistema per “ripulirsi” dei propri peccati finanziari oppure signori nessuno che da novelli Robespierre poi si innamorano di una poltrona, ovviamente in nome del popolo.

Ora sappiamo che a fine maggio il destino di Alitalia si compirà con uno spacchettamento, film già parzialmente visto nel 2008 e che ebbe protagonisti una “bad” e una “new” company che alla fine si risolse in un ennesimo fallimento finanziario, ma non solo: nella perdita del valore più grande. Quel know-how che ha portato allo smantellamento non solo una manutenzione ritenuta tra le più geniali (e questo non lo scrive solo il sottoscritto da anni, ma anche manager nel settore aerocommerciale che hanno approfittato immediatamente di questa “manna dal cielo” assumendone gli esperti lasciati a terra), ma anche, attraverso scivoli e casse integrazioni varie, personale di terra e volo con esperienza invidiabile.

Quello che rimane è sempre personale di primissima qualità e degno erede di una tradizione di oltre 70 anni durante i quali Alitalia è stata il simbolo della rinascita e del successo del nostro Paese dopo la tragedia della Seconda guerra mondiale. Ma dal 1998 la politica l’ha assunta come cartina tornasole della propria decadenza intellettuale, culturale e di sistema che, come dimostrato costantemente, ha portato l’Italia a una tragedia della quale ormai è destinata a copiarla.

Molto dipenderà anche dalla straordinaria situazione che sta sviluppando il coronavirus: non solo i dati freschi di Assoviaggi parlano di 50.000 cancellazioni, ma pure la Iata ha stimato finora le perdite per i vettori in circa 300 miliardi di dollari. Giocoforza dovesse continuare questa situazione si assisterebbe a un sostanziale blocco del traffico aereo e i Governi, a quel punto, sarebbero costretti a sovvenzionare l’intero settore. Se ciò, come probabile purtroppo, dovesse avvenire, non è difficile immaginare come questo tsunami si abbatterebbe su di una già fragile Alitalia.

[malpensante]

L'autore del delirio qui sopra si qualificava come capocabina di Alitalia in una lettera a Beppe Severgnini del Corriere della Sera nel 2010.

[malpensante]

Adesso si farà un nuovo bando, perché l'attuale non consente il necessario spezzatino. L'unico eventuale e possibile acquirente, tedesco,

a) è interessato soltanto alle attività di volo
b) non è certo così scemo da voler correre il rischio che gli capiti la stessa cosa che ha contribuito ad affossare Air Italy, cioè rilevare un'azienda ripulita dagli esuberi, salvo vederseli rientrare con sentenze di reintegro da parte della magistratura (scritto volutamente in minuscolo).

Quindi si farà una bad company che si farà carico dei prestiti ponte in tutto o in parte e con lo spezzatino verrà enucleata quella parte di attività di volo a cui l'acquirente è interessato. Probabilmente questa parte di spezzatino passerà non tanto all'acquirente finale, ma ad una cordata in cui immagino ci saranno le Ferrovie e lo Stato, che ne sarà proprietaria fino a quando si sarà fermata l'emorragia di perdite. Solo allora Colonia aprirà la borsa e rileverà le quote degli involontari proprietari, in primis FS.

[I-Alex]

il che spiega perché tanto delirio e astio nell'unica aziona concreta che possa finalmente togliere Alitalia dalle tasche pubbliche, certo spesando i debiti attuali e parte del personale sullo stato ma (forse) rendendo davvero appetibile il carrozzone parastatale

[D960]

Immagino che AZ possa diventare più una compagnia simile a Bruxelles Airlines che a Swiss o ad Austrian

[mattaus313]

Direi che come Austrian lo capirei e direi "accontentiamoci", come Brussels ci starebbe, come Swiss baciamoci i gomiti.

Più che altro ci sarà capire che farne di Linate, perché sicuramente anche al gruppo LH risulterà difficile usare tutte le slot di AZ in maniera più o meno profittevole, con U2 ed FR che immagino non restino ferme a guardare e una maggior concorrenza dubito possa far piacere. Vediamo se nella trattativa entra anche una riduzione "quanto basta", almeno.

[malpensante]

Dovreste aver notato che Alitalia ha iniziato a collegare gli aeroporti tedeschi con Linate e ha in programma aumento della rete e delle frequenze.

[mattaus313]

Personalmente si, ho notato, cosi come ho notato che ha aumentato anche le perdite. Sicuramente non a causa di quello, ma mi viene difficile pensare che bastasse cosi poco per guadagnare a LIN :confuso:

[grandemilano]

Personalmente si, ho notato, cosi come ho notato che ha aumentato anche le perdite. Sicuramente non a causa di quello, ma mi viene difficile pensare che bastasse cosi poco per guadagnare a LIN :confuso:

Forse probabilmente stanno cominciando a gestire una rete Linate-Germania per venire incontro alle richieste dei tedeschi

[mattaus313]

E' palesemente una mossa per "farsi vedere" certo, però dico, anche sotto il gruppo LH, secondo voi riesce ad usare tutte le slot che ha profittevolmente?

Io personalmente ritengo di no, se poi vengo smentito e Alitalia diventa una macchina da soldi contentissimo, tutto fa PIL :green:

[easyMXP]

Secondo me, no.
Gli hub del gruppo sono solo 5 e Eurowings fuori dalla Germania non se la fila nessuno.

[grandemilano]

E' palesemente una mossa per "farsi vedere" certo, però dico, anche sotto il gruppo LH, secondo voi riesce ad usare tutte le slot che ha profittevolmente?

Io personalmente ritengo di no, se poi vengo smentito e Alitalia diventa una macchina da soldi contentissimo, tutto fa PIL :green:

Difficile riuscire a usare profittevolmente tutti gli slot di Linate, anche se ti chiami Lufthansa

[mattaus313]

Unico in grado di farlo penso possa essere U2 se lasciasse Malpensa e si insediasse stabilmente li. Qualsiasi Legacy farebbe i conti con le due macchine da guerra di Malpensa e Orio, con cui ormai tutti i milanesi hanno imparato a convivere (o convolare, e non a nozze).

[malpensante]

Alitalia, nuova asta con l’ipotesi spezzatino: gara riguarderà handling, manutenzione e aviation

Mercoledì 26 Febbraio 2020 di Rosario Dimito

AAA vendesi Alitalia. In tre rami d’azienda, ma anche in un lotto unico. A breve, secondo quanto risulta al Messaggero, sotto la regia del commissario Giuseppe Leogrande e del dg Giancarlo Zeni, con l’ausilio di Rothschild, uscirà il nuovo bando di gara che potrebbe interessare a Lufthansa ma anche per altri pretendenti, come l’imprenditore boliviano con tre cittadinanze (brasiliana, colombiana e polacca) Germàn Efromovich che da anni è in corsa per la compagnia italiana.

Bando Alitalia in pubblicazione entro il 29 febbraio
Per Alitalia potrebbe finalmente essere la volta buona dopo l’infausta avventura conclusasi a novembre 2019 con in gara il consorzio guidato da Fs e composto da Delta, Atlantia con la partecipazione del Tesoro che spense i motori perchè la holding dei Benetton pretendeva che nella cordata entrasse Lufthansa a causa delle divergenze strategiche con Delta benchè il vettore Usa avesse concordato con Ferrovie il piano: la società tedesca, però, non condivideva lo spirito dell’operazione, nel senso che non avrebbe messo subito equity ma voleva solo un accordo commerciale. Poi, a ristrutturazione avvenuta a carico dello Stato, soprattutto in termini di accollo degli esuberi (inizialmente 5 mila), avrebbe valutato di acquisire una Alitalia sana e dimagrita.

FUORI I 1,3 MILIARDI
Nel nuovo bando d’asta è completamente cambiato il business model. Non più la partecipazione in una newco contenente più o meno il perimetro della società, ma uno spezzatino con la vendita di tre rami d’azienda: handling, manutenzione, aviation con facoltà di acquistarli anche in un lotto unico. Il bando dovrebbe uscire al massimo entro venerdì 28 perché è tradizione che nel week end venga pubblicato sui grandi quotidiani e la procedura dovrebbe prevedere almeno due step. Sulle modalità operative Leogrande e Zeni stanno lavorando assieme al dg del Mise Mario Fiorentino. Fuori resteranno i due prestiti-ponte di 1,3 miliardi totali.

La nuova versione della gara dovrebbe prevedere due fasi. La prima di prequalifica dove la procedura straordinaria verificherà l’adeguatezza patrimoniale degli offerenti riguardo affidabilità e solvibilità. Nella gara iniziata ad ottobre 2018 era richiesto un patrimonio netto di 250 milioni. Poi ci sarebbe una fase 2 con le offerte vincolanti per un’asta da concludere per il 31 maggio, quando scadrà il mandato di Leogrande. E’ evidente che nel caso in cui dovessero esserci le offerte e dovesse servire qualche mese per perfezionare la cessione, l’incarico del commissario verrebbe prolungato.

L’aggiudicazione non dovrebbe avvenire solo sul prezzo. Questa volta a differenza della gara con Fs, si acquistano rami d’azienda. Oltre all’assegno, il venditore guarderà alla solidità del business plan riguardo garanzia di sviluppo futuro e mantenimento degli asset.
Oltre ai 1.500 dipendenti in cig, l’handling comprende 3.500 unità, la manutenzione 1.300, l’aviation 6.500. Quest’ultima è la “polpa” e comprende 113 aerei (70 di proprietà il resto in leasing), 140 rotte e sviluppa il 95% dei ricavi pari a circa 3 miliardi.
Si diceva dei pretendenti: Efromovich, Lufthansa, probabilmente Delta, Air France. Ma i giochi sono aperti.


https://www.ilmessaggero.it/pay/edicola ... 74546.html

[malpensante]

Lo spezzatino dei tre rami dà il vantaggio di mettere l'acquirente al riparo da reintegri decisi dalla magistratura e di far restare il prestito ponte in quella che diventerà l'ennesima bad company, inchiappettando sia i contribuenti che le regole della UE, sperando che a Bruxelles se ne ricordino in caso di futuro prestito ponte.

Certo che il Covid 19 può rendere tutto più difficile. Se ci fosse un crollo verticale del traffico internazionale, non solo quello da e per l'Italia, nessuno vorrebbe comprare. Ma non vi preoccupate, si farebbe finalmente una nazionalizzazione.

[easyMXP]

Tenendo conto che la vendita si perfezionerebbe comunque nella seconda metà dell'anno, che nel frattempo continua a pagare pantalone, che tra 2-3 mesi COVID-19 sarà un virus come altri, e che un'azienda pianifica per gli anni e non le settimane future, non dovrebbe essere un problema insormontabile.

[mattaus313]

Tanto è vero che Lufthansa, ormai soggetto principale candidato all'acquisto (anche se siamo ancora in mezzo al nulla), sta guardando all'acquisto di TAP.

[grandemilano]

Se LH sale in TAP, i tedeschi hanno già un hub nel sud Europa ancora prima di acquistare AZ (se saranno ancora interessati)

[I-GABE]

LH passerebbe da AZ a TP, QR, chiusa l'avventura IG, ha rafforzato la presa su IAG...
Chi e' che sosteneva che l'Italia fosse un paese stupendo dove fare business?
E' logico che i potenziali investitori dopo un po' si stufino delle pastoie burocratiche e dei giochetti all'italiana e guardino altrove.