Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

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grandemilano
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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda grandemilano » ven 08 mag 2020, 12:25:12

malpensante ha scritto: ven 08 mag 2020, 11:28:11
belumosi ha scritto: ven 08 mag 2020, 10:49:13 Però va detto che AZ non ha mai avuto una capitalizzazione decente.
Perché? Perché le perdite erodono il patrimonio, mentre i profitti lo accrescono.
Se non c'è il tappo, per quant'acqua tu ci versi la vasca da bagno alla fine si svuota. Io in questo momento non vedo il tappo.

Alitalia pare aver deciso di:
1) rinnovare la flotta WB con un modello solo ed efficiente, il 789, al posto di due modelli di cui uno, il 772, è totalmente obsoleto e l'altro, il 332, giusto un po' meno, ma non ha range sufficiente per essere l'unico in flotta.
2) usare a Linate un aereo di dimensioni ridotte ma ancora abbastanza efficiente come il 190, per servire la domanda di chi è disposto a spendere qualcosa in più per evitare MXP e BGY, un mercato che per forza di cose non è di massa. Dubito che la scelta possa funzionare per le destinazioni non italiane, a causa della concorrenza delle major straniere da LIN in aggiunta a quella delle low cost da BGY e MXP.

Fin qui tutto bene, se proprio non si vuole abbandonare Linate e Milano.

Ma che cosa fai a Roma? Servi il Nordamerica, in modo prevalentemente stagionale, però all'interno di una JV e adesso te ne stai uscendo da quella in cui eri. Servi il Giappone e andrai pure a Haneda. La collaborazione con ANA, a cui dovrai cedere la rotta da Milano, è indispensabile. Servi Brasile e Argentina, prendendo traffico da/per Italia e Spagna. Il tutto a condizione che il volume di traffico torni velocemente a quello pre Covid.

Altre scelte non ne hai e per far quadrare i conti devi almeno liberarti definitivamente di un surplus enorme di dipendenti, la qual cosa non mi sembra di vedere, perché è in antitesi con le premesse politiche.

Alitalia sembra diretta verso un modello ibrido hub & spoke ma di fatto regional perché gli spokes sono solo in Italia e qualcosa in Spagna e Israele. Un po' poco.
Sono sostanzialmente d'accordo, ma ho più di un dubbio sul modello hub-and-spok. Perché la nuova AZ penso che sia più votata al mercato point-to-point.
Penso, oltre Milano, che anche città come Napoli e Palermo hanno un traffico (stagionale) sul nord America che la nuova AZ può e deve sfruttare

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda gabbozzo » ven 08 mag 2020, 14:05:51

D960 ha scritto: ven 08 mag 2020, 12:14:19
malpensante ha scritto: ven 08 mag 2020, 11:28:11 Alitalia sembra diretta verso un modello ibrido hub & spoke ma di fatto regional perché gli spokes sono solo in Italia e qualcosa in Spagna e Israele. Un po' poco.
Ho guardato di recente la programmazione di Alitalia. Le ondate non sono mai servite interamente, anzi sono più monche che altro. Quella pomeridiana più debole è stata letteralmente potata perché hai solo voli nazionali principalmente e pochissimo internazionale. Se voli 3/4 volte a settimana a Kiev ma 4 volte al giorno per Atene ma con due voli a distanza di poco tempo, dov'è la ratio? La verità è che in Alitalia è la struttura dell'hub che appesantisce perché non dimentichiamoci che l'impostazione deriva dal dehub e da ciò che aveva a Malpensa ma depauperato delle macchine e dei passeggeri persi. Il network per l'est Europa, perso a causa dell'allontamento dei regional dalla flotta, è risicato, a parte le solite Amsterdam e Parigi in collaborazione con i partner e Londra, l'internazionale ha al massimo due voli giornalieri. Certo, ci sono Tel Aviv e Barcellona ma il bacino rimane abbastanza piccolo. Come ho sostenuto post addietro, la posizione per una compagnia del genere basata a Roma è un qualcosa simile a Vueling o Aer Lingus che servono più point-to-point e poi anche transiti per direttrici specifiche, come voli nazionali o appunto il bacino mediterraneo ma nulla di più. Inutile dire che rispetto a Milano hai i feed sbilanciati in termini di durata del volo, tant'è che eventuali voli per il Nord Europa di fatto assenti con AZ non esistono.
Come sono strutturate le ondate lungo raggio a FCO? Mi sembra di capire dagli orari che il corto raggio è fatto di 4 coppie di voli/giorno base ma non penso riescano ad esserci voli di lungo su tutte e 4 le ondate.
Quindi, se vero, su questo occorre lavorare come progetto strategico (scusate..strateGGico :mrgreen: ) ovvero valutare se è più economico ridurre le ondate a 3 e coordinare tutto su questo, quindi togliere una coppia di voli su ogni rotta nazionale ma magari aumentare le rotte UE in modo da massimizzare le coincidenze. Chiaramente le rotte corte avranno turnaround lunghi e l'uso macchina non sarà ottimizzato ma la geografia non la si può cambiare. Da MXP invece si riescono a fare 3 ondate perfette con rotte corte di 2h a tratta..se poi si guarda cosa c'è nel cerchio di raggio 2h di volo a me pare anche più interessante ..ma devo smetterla di rodermi il fegato.

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda gabbozzo » ven 08 mag 2020, 14:08:43

grandemilano ha scritto: ven 08 mag 2020, 12:25:12 Sono sostanzialmente d'accordo, ma ho più di un dubbio sul modello hub-and-spok. Perché la nuova AZ penso che sia più votata al mercato point-to-point.
Penso, oltre Milano, che anche città come Napoli e Palermo hanno un traffico (stagionale) sul nord America che la nuova AZ può e deve sfruttare
e come può sfruttarlo? ..è sempre lì il problema. Il traffico stagionale è generalmente profittevole per chi lo opera outbound, non per chi è la destinazione.
Le varie compagnie che volano in Italia solo d'estate d'inverno usano quelle macchine e uomini per fare altro cosa che, se hai base in Italia, non riesci a fare.

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda grandemilano » ven 08 mag 2020, 14:36:18

gabbozzo ha scritto: ven 08 mag 2020, 14:08:43
grandemilano ha scritto: ven 08 mag 2020, 12:25:12 Sono sostanzialmente d'accordo, ma ho più di un dubbio sul modello hub-and-spok. Perché la nuova AZ penso che sia più votata al mercato point-to-point.
Penso, oltre Milano, che anche città come Napoli e Palermo hanno un traffico (stagionale) sul nord America che la nuova AZ può e deve sfruttare
e come può sfruttarlo? ..è sempre lì il problema. Il traffico stagionale è generalmente profittevole per chi lo opera outbound, non per chi è la destinazione.
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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda D960 » ven 08 mag 2020, 14:42:49

gabbozzo ha scritto: ven 08 mag 2020, 14:05:51
Come sono strutturate le ondate lungo raggio a FCO? Mi sembra di capire dagli orari che il corto raggio è fatto di 4 coppie di voli/giorno base ma non penso riescano ad esserci voli di lungo su tutte e 4 le ondate.
Quindi, se vero, su questo occorre lavorare come progetto strategico (scusate..strateGGico :mrgreen: ) ovvero valutare se è più economico ridurre le ondate a 3 e coordinare tutto su questo, quindi togliere una coppia di voli su ogni rotta nazionale ma magari aumentare le rotte UE in modo da massimizzare le coincidenze. Chiaramente le rotte corte avranno turnaround lunghi e l'uso macchina non sarà ottimizzato ma la geografia non la si può cambiare. Da MXP invece si riescono a fare 3 ondate perfette con rotte corte di 2h a tratta..se poi si guarda cosa c'è nel cerchio di raggio 2h di volo a me pare anche più interessante ..ma devo smetterla di rodermi il fegato.
Il nazionale prima dell'era COVID aveva quattro ondate:
*7/8 in arrivo e 9/10 in partenza, che serviva per alimentare i voli per Nord e Sud America
*12/13 in arrivo e 14/15 in partenza, che serviva per alimentare Nord America e Asia
*16/17 in arrivo e 18/19 in partenza, che non alimentava nessun IC;
*20/21 in arrivo e 21/22 in partenza, che alimentava Sud America e Sud Africa.

Dopo l'era COVID la programmazione prevista dovrebbe essere a tre ondate con l'eliminazione di quella in grassetto, esattamente come accadeva prima dell'amministrazione straordinaria. Questo piccolo re-hubbing era stato introdotto per rendere più efficiente la flotta ma pare che costerà meno mantenere gli aerei fermi al palo.
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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda gabbozzo » ven 08 mag 2020, 14:49:17

D960 ha scritto: Il nazionale prima dell'era COVID aveva quattro ondate:
*7/8 in arrivo e 9/10 in partenza, che serviva per alimentare i voli per Nord e Sud America
*12/13 in arrivo e 14/15 in partenza, che serviva per alimentare Nord America e Asia
*16/17 in arrivo e 18/19 in partenza, che non alimentava nessun IC;
*20/21 in arrivo e 21/22 in partenza, che alimentava Sud America e Sud Africa.

Dopo l'era COVID la programmazione prevista dovrebbe essere a tre ondate con l'eliminazione di quella in grassetto, esattamente come accadeva prima dell'amministrazione straordinaria. Questo piccolo re-hubbing era stato introdotto per rendere più efficiente la flotta ma pare che costerà meno mantenere gli aerei fermi al palo.
Grazie mille, chiarissimo.
Ma non sarebbe meglio fare 3 ondate equidistanti di 6 ore a questo punto? :think: indicativamente 8/9, 14/15 e 20/21
grandemilano ha scritto:
La vecchia Meridiana operava voli stagionali tra Napoli Palermo e gli states. Anche su Venezia AZ CAI operava la Tokyo.
Voli importanti se si vogliono portare turisti in Italia
..infatti voli chiusi da entrambe e rimpiazzati in modo stagionale (NAP e PMO) da compagnie non UE.
O fai hub ma lo fai davvero, o fai cross country ma necessiti per forza di una struttura aziendale da low cost. I vari modelli ibridi non hanno mai funzionato (DY, AB, AZ, IG..)

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda D960 » ven 08 mag 2020, 15:03:18

Ci sono aspetti del network che faccio difficoltà a comprendere. Per dire, considero Atene come destinazione nei mesi di settembre/ottobre.

FCO ATH 0820 1115--->ATH FCO 1205 1310
FCO ATH 0930 1225--->ATH FCO 1320 1430
FCO ATH 1530 1830--->ATH FCO 1920 2030
FCO ATH 2150 0050--->ATH FCO 0555 0700

In partenza da Fco hai due voli a distanza di un'ora e così li hai in arrivo di pomeriggio. Utilità? Non parliamo dei voli in codeshare con altri partner che partono a mezz'ora di distanza come Beirut o Praga che in teoria dovrebbero ottimizzare le macchine per rafforzare altre frequenze.
gabbozzo ha scritto: ven 08 mag 2020, 14:49:17 Grazie mille, chiarissimo.
Ma non sarebbe meglio fare 3 ondate equidistanti di 6 ore a questo punto? :think: indicativamente 8/9, 14/15 e 20/21
Infatti si è tornati a bomba e ritornano ad essere tre e sfruttate in quelle fasce orarie.
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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda gabbozzo » ven 08 mag 2020, 15:28:10

D960 ha scritto: ven 08 mag 2020, 15:03:18 Ci sono aspetti del network che faccio difficoltà a comprendere. Per dire, considero Atene come destinazione nei mesi di settembre/ottobre.

FCO ATH 0820 1115--->ATH FCO 1205 1310
FCO ATH 0930 1225--->ATH FCO 1320 1430
FCO ATH 1530 1830--->ATH FCO 1920 2030
FCO ATH 2150 0050--->ATH FCO 0555 0700

In partenza da Fco hai due voli a distanza di un'ora e così li hai in arrivo di pomeriggio. Utilità? Non parliamo dei voli in codeshare con altri partner che partono a mezz'ora di distanza come Beirut o Praga che in teoria dovrebbero ottimizzare le macchine per rafforzare altre frequenze.
gabbozzo ha scritto: ven 08 mag 2020, 14:49:17 Grazie mille, chiarissimo.
Ma non sarebbe meglio fare 3 ondate equidistanti di 6 ore a questo punto? :think: indicativamente 8/9, 14/15 e 20/21
Infatti si è tornati a bomba e ritornano ad essere tre e sfruttate in quelle fasce orarie.
Avevo notato anch'io diverse sovrapposizioni con compagnie partner..misteri. Su Atene non saprei dire, considerato che sono entrambi voli loro mi viene da pensare (o meglio sperare) che abbiano molti transiti dalla Grecia per USA.
Ora vediamo se pian piano vanno a posto queste cose.

EDIT: stavo guardando cosa c'è nel raggio di 2h abbondanti di volo da Roma e sostanzialmente:
Balcani paesi ex Yugoslavia, Grecia, Albania, Tunisia, un pezzo di Algeria, Catalogna, Francia Sud/Ovest, Svizzera, Austria, Germania centro/sud, Rep. Ceca, Ungheria. Parigi è a pelo..Londra fuori, Belgio fuori, Olanda fuori, Nord Germania fuori, Danimarca fuori :think: :snooty: tra l'altro fuori range ma non abbastanza da allungare a sufficienza la rotta e fare efficienza nel turno/giro macchina (cioè rientrare a FCO dopo 9/10 ore e non 6).

Mi chiedevo invece per l'acquisto/leasing di aerei nuovi..ma una società pubblica non dovrebbe fare delle gare per acquisti del genere?

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda I-GABE » ven 08 mag 2020, 16:30:01

gabbozzo ha scritto: ven 08 mag 2020, 14:49:17
grandemilano ha scritto: La vecchia Meridiana operava voli stagionali tra Napoli Palermo e gli states. Anche su Venezia AZ CAI operava la Tokyo.
Voli importanti se si vogliono portare turisti in Italia
..infatti voli chiusi da entrambe e rimpiazzati in modo stagionale (NAP e PMO) da compagnie non UE.
O fai hub ma lo fai davvero, o fai cross country ma necessiti per forza di una struttura aziendale da low cost. I vari modelli ibridi non hanno mai funzionato (DY, AB, AZ, IG..)
Esattamente - mi pare si continui a perdere di vista che FCO attira per sua natura traffico prevalentemente turistico ed inbound. Il che e' un bagno di sangue per moltissimi motivi.

Ricapitoliamo quanto detto a piu' riprese da tanti: la stagionalita' puoi minimizzarla se la variazione tra i picchi e' limitata, oppure puoi ridistribuire i velivoli a seconda dei periodi, il che richiede prevalentemente traffico outbound che generalmente si distribuisce meglio a seconda dei periodi. Se invece non si riesce a livellare la necessita' di aeromobili, il problema e' che inevitabilmente ti trovi con una flotta troppo piccola per i picchi positivi (che quindi devi lasciare a terzi), o troppo grande - e quindi in perdita - per quelli negativi.
Peraltro il traffico inbound scegliera' tendenzialmente la linea aerea "di casa": un americano che debba andare a Napoli, prendera' United piuttosto che Alitalia. Discorso diverso ovviamente dove ci siano bilaterali limitanti, ma non e' il caso degli US.

Purtroppo la costante politica e' sempre quella di portare turisti in Italia, senza rendersi conto che la funzione di una compagnia di bandiera e' tutt'altra.

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda D960 » ven 08 mag 2020, 17:13:18

I-GABE ha scritto: ven 08 mag 2020, 16:30:01
Esattamente - mi pare si continui a perdere di vista che FCO attira per sua natura traffico prevalentemente turistico ed inbound. Il che e' un bagno di sangue per moltissimi motivi.
Non è che sia un bagno di sangue, è sempre in relazione a ciò che voglio attuare. Cagliari ha una certa tipologia di traffico, Bologna pure, ancora Roma è diversa da Milano. Se faccio però faccio dondolare un elefante su un filo di una ragnatela è abbastanza normale che cada. Ciò che personalmente non sopporto più sono le bugie che vengono quotidianamente propinate per giustificare l'ingiustificabile perché vanno contro l'intelligenza del singolo, ma solo di quello che non se la beve. Per il resto la narrazione descrivere un qualcosa del tipo: ''Dopo Alitalia, il diluvio''. Possibile che non meritiamo qualcosa di più funzionale e di efficiente?
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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda spanna » ven 08 mag 2020, 19:10:16

certo che 3 mld sono una cifra enorme in proporzione alle dimensioni attuali di alitalia che fatturava prima del covid proprio 3 mld di euro. In proporzione LH avrebbe dovuto intascare 36 Mld € in capitale sociale, una cifra esorbitante.
Con questi soldi si possono fare moltissime cose, ma paradossalmente il problema di alitalia non sono mai stati i quattrini quanto le idee. Ad oggi non ho ancora letto un'idea sensata per lo sviluppo di alitalia, ne' qui sul forum ne' - ancora meno - altrove. Siamo comunque nel bel mezzo di una pandemia, o forse non siamo nemmeno nel bel mezzo, siamo solo all'inizio di una pandemia che ha ridotto il traffico aereo in europa ad essere una frazione di quello che era, io prima di comprare nuovi aerei aspetterei a capire se servono. I 3 mld potrebbero servire per coprire le perdite di molti anni, e forse l'utilizzo piu' sensato che si puo' immaginare e' proprio questo, una riserva per coprire le perdite dovute al covid e alla lentezza della ripartenza. Se invece il mercato si dovesse riprendere abbastanza in fretta, gia' la prossima summer come qualcuno dice, beh, io comunque fossi alitalia non comprerei aerei nuovi come il B787, e sapete perche'? Perche' quei begli aerei nuovi costano un sacco di soldi e non faranno migliorare di un euro il conto economico di alitalia. Hanno senso solo per le compagnie che competono sui mercati, che hanno necessita' di rinnovare il parco aerei, che possono offrire un servizio migliore e che possono sopportare anche dei costi superiori perche' hanno ricavi molto alti.
Guardiamo con un po' di razionalita' le prospettive di alitalia: la retorica governativa per cui LH (come prima AFKLM) avrebbe tarpato le ali al suo sviluppo ha prodotto come unico risultato il progressivo isolamento internazionale di alitalia, tanto che al 21 maggio (mancano un paio di settimane) lascera' sky team per agire da battitore libero sui mercati mondiali. A me sembra una pazzia completa che non manchera' di lasciare pesanti segni sul conto economico, gia' di suo orribile. Ancor di piu' mi sembra una pazzia se veramente l'idea e' di puntare sul lungo raggio: comprare aerei costosissimi, lanciare rotte vergini senza nemmeno il paracadute dell'alleanza mi sembra piu' un salto nel vuoto che una scelta razionale. L'altro effetto prevedibile della nazionalizzazione sara' l'aumento dell'influenza dei sindacati con conseguente diminuzione di efficienza e ridondanza di personale. Anche su questo aspetto non ci potranno essere che conseguenze economiche negative. Infine se proprio vogliamo dire tutto, un'alitalia nazionalizzata non potra' certo evitare le pressioni locali volte ad operare rotte non remunerative, ed anche qui posso immaginare gli effetti sui conti.
Insomma, spero che alitalia non si metta a far investimenti rapidi e consistenti perche' quello che succedera' e' che presto i soldi finiranno e che bisognera' metterne altri.
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda grandemilano » ven 08 mag 2020, 19:19:31

Probabilmente la cifra (3 miliardi) è enorme perchè poi non ne possono essere concesse altre. E quindi si parte subito col "botto" sperando che la dote duri il più possibile.

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda D960 » ven 08 mag 2020, 20:07:37

Attenzione, sarà MINIMO 3 miliardi.
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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda easyMXP » sab 09 mag 2020, 00:07:33

Io comunque non credo che AZ pubblica sia di per sé un male. Fincantieri è pubblica, Leonardo è pubblica, Trenitalia è pubblica, ci sono fior di aziende pubbliche.
Il problema è cosa vogliono fare di AZ. Tenere semplicemente 10000 dipendenti a Roma è male.
Approfittare del liberi tutti per finanziare adeguatamente un piano di ristrutturazione e rilancio, inclusi aerei nuovi, potrebbe anche finire bene, con un piano adeguato.
In fin dei conti finora lo stato non ha mai potuto finanziare adeguatamente un piano pluriennale, dovendo procedere al massimo con prestiti ponte per non esagerare con gli aiuti di stato, e nessun privato ha mai avuto interesse a mettere soldi in AZ, quelli non del settore perché è ad alto rischio, quelli del settore perché sarebbe rimasta una compagnia indipendente in parte pubblica.
L'unico "problemuccio" è che il piano adeguato pare non esserci.

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda D960 » sab 09 mag 2020, 00:47:56

easyMXP ha scritto: sab 09 mag 2020, 00:07:33 Io comunque non credo che AZ pubblica sia di per sé un male. Fincantieri è pubblica, Leonardo è pubblica, Trenitalia è pubblica, ci sono fior di aziende pubbliche.
Il problema è cosa vogliono fare di AZ. Tenere semplicemente 10000 dipendenti a Roma è male.
Approfittare del liberi tutti per finanziare adeguatamente un piano di ristrutturazione e rilancio, inclusi aerei nuovi, potrebbe anche finire bene, con un piano adeguato.
In fin dei conti finora lo stato non ha mai potuto finanziare adeguatamente un piano pluriennale, dovendo procedere al massimo con prestiti ponte per non esagerare con gli aiuti di stato, e nessun privato ha mai avuto interesse a mettere soldi in AZ, quelli non del settore perché è ad alto rischio, quelli del settore perché sarebbe rimasta una compagnia indipendente in parte pubblica.
L'unico "problemuccio" è che il piano adeguato pare non esserci.

Un conto è che l'azienda sia di proprietà statale, un altro che si invochi alla riapertura di tratte ad mentula canis in nome della strategicità dell'azienda. Notare come i soldi elargiti agli altri vettori servano per coprire le perdite mentre in AZ si pensa a rilanciare.
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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda belumosi » sab 09 mag 2020, 01:08:11

easyMXP ha scritto: sab 09 mag 2020, 00:07:33 Io comunque non credo che AZ pubblica sia di per sé un male. Fincantieri è pubblica, Leonardo è pubblica, Trenitalia è pubblica, ci sono fior di aziende pubbliche.
Il problema è cosa vogliono fare di AZ. Tenere semplicemente 10000 dipendenti a Roma è male.
Approfittare del liberi tutti per finanziare adeguatamente un piano di ristrutturazione e rilancio, inclusi aerei nuovi, potrebbe anche finire bene, con un piano adeguato.
In fin dei conti finora lo stato non ha mai potuto finanziare adeguatamente un piano pluriennale, dovendo procedere al massimo con prestiti ponte per non esagerare con gli aiuti di stato, e nessun privato ha mai avuto interesse a mettere soldi in AZ, quelli non del settore perché è ad alto rischio, quelli del settore perché sarebbe rimasta una compagnia indipendente in parte pubblica.
L'unico "problemuccio" è che il piano adeguato pare non esserci.
Sono d'accordo, tranne che sull'ultima frase.
Zeni e collaboratori (che ricordo, hanno riportato in attivo Blue Panorama), secondo me hanno la piena capacità di preparare un corretto piano industriale.
La scommessa sarà osservare se la politica permetterà di implementarlo senza mettersi di mezzo in continuazione in stile "assalto alla diligenza". Chiedendo rotte ad hoc per la cittadina di provincia dell'onorevole, suggerendo il tal fornitore che casualmente è amico del ministro, piuttosto che l'assunzione di Pinco Pallo, che, sempre casualmente, è figlio del sindacalista Sempronio. E che magari pretende di lavorare a Comiso, anche se la sua figura professionale servirebbe a Trieste.
Assieme a tanti altri problemi, mi fanno più paura questa miriade di micro-zavorre (che sommate pesano tanto), piuttosto che la redazione del piano.
Anche perchè perpetuerebbero quella mentalità parassitaria e assistenzialista che da sempre caratterizza parte dei dipendenti AZ. E che se dovesse continuare a rivelarsi premiante, potrebbe infettare anche la parte sana del personale rendendo vana qualsiasi speranza di un già improbabile rilancio della compagnia.

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda malpensante » sab 09 mag 2020, 01:28:33

Il problemuccio è che lo spazio per Alitalia era già ridotto e Covid-19 non ha migliorato le cose.

L'hub a Roma, oltre a non avere cargo e a soffrire di stagionalità estrema, può ragionevolmente funzionare da Sud Italia, Atene e Tel Aviv verso le solite destinazioni di Nordamerica, Brasile e Argentina. Per queste ultime anche dal Nord Italia, dalla Spagna e forse un po' dagli apt europei da cui i feed sono frequenti come ora Parigi. Può funzionare anche dal Giappone verso la Spagna e magari qualche capitale del Magreb.

Un cambio di alleanza potrebbe significare avere a disposizione i feed Star su Roma già esistenti, ma funzionerebbero solo verso il Sudamerica e quelle rare destinazioni per cui i vettori Star soffrono di limiti nei bilaterali, cosa che post Covid sarà pure più rara. La teorica possibilità di sfruttare il vantaggio geografico di Roma verso l'Africa è frustrata dall'insostenibilità di una rete di feed che colleghi a Roma l'intera Europa. Con tre destinazioni in Sudamerica non si regge e le rotte per l'Africa sono troppo sottili per cambiare qualcosa. Ci vogliono partner europei che portino pax a Roma, cosa che AF e KLM non hanno mai fatto. Magari Lufthansa e soci, qualora il traffico riprendesse, potrebbero portare acqua al mulino romano, ma FRA, MUC, ZRH e VIE sono mercati piccoli e non immagino feed per Roma da DUS eccetera.

Finnair vola verso l'Asia e ha feed da tutta l'Europa, come pure TAP che vola in Brasile. Ecco, una rete di feed su Roma estesa in tutta Europa non potrebbe reggere né per il Sudamerica, né se si basasse sullo scarso traffico con l'Africa, troppo sottile, con O/D da Roma inesistente e senza possibilità di competere ad esempio con Parigi.

Solo Madrid può essere, per mille ragioni, l'hub fra tutta l'Europa e tutta l'America Latina, idem Lisbona per il Brasile. Per l'Africa è sempre valido Hic Sunt Leones e Parigi e Bruxelles bastano e avanzano. Tutto quello che si trova fra Città del Capo e Hanoi è off limits ed è appannaggio del Golfo e della Nuova Roma sul Bosforo, la Cina è affare delle compagnie cinesi, salvo Shanghai ma non da Roma.

Ricapitolando Alitalia può dire la sua fra Italia e Giappone, dovendo in futuro però dividere la torta con ANA, verso San Paolo, Rio e Buenos Aires. Oltre a questo nella Summer verso i soliti aeroporti del Nordamerica, ma solo per un traffico essenzialmente turistico, con il bisogno che qualcuno venda nel Nuovo Mondo i suoi biglietti e senza chance nel traffico business e leisure da e per qualsiasi aeroporto da Firenze in su, come direbbe Raffaela Carrà.

Quanto al traffico europeo point-to-point, da Roma è massificato e dominato dalle low cost, non c'è gara e a parte i pochi feed essenzialmente dalla Spagna per i pax diretti in Sudamerica e dalla Grecia, i voli nel complesso non possono reggere. Da Milano c'è il privilegio di avere slot da buttare a Linate ed è dimostrato che c'è comunque una parte di clientela disposta a pagare un premio per il risparmio di tempo e di taxi dell'evitare Malpensa e Bergamo, tuttavia per riempire un aereo con questa fascia di traffico bisogna volare verso le mete maggiori e più biz, quindi verso Londra City, Parigi, magari Bruxelles e direi basta. Non c'è partita contro le frequenze di Lufthansa LIN-FRA. MAD e BCN non hanno abbastanza traffico biz. I concorrenti legacy poi riempiono gli aerei di transiti e dunque partono in enorme vantaggio.

Resta il traffico nazionale, per cui per Milano vale il medesimo discorso su Linate, l'elasticità al prezzo è enorme e il premio che i pax sono disposti a pagare per volare da Linate è più basso, perché la componente business ricca è più bassa, essendo tra l'altro il traffico prevalentemente inbound, i pax che volano per affari da Palermo sono meno ricchi di quelli che volano a Milano da Amburgo. Se easyJet avesse slot a Linate in abbondanza, sul nazionale farebbe un paiolo così ad Alitalia.

La gallina dalle uova d'oro è pronta da anni per la pentola del brodo, credo che la LIN-FCO sarà la rotta che soffrirà più di tutte.

Il traffico nazionale su Roma è stato bastonato negli ultimi anni dall'AV ferroviaria, da cui si salvano le isole e si tratta in gran parte di p-t-p su cui le low cost non possono essere sfidate se non perdendo una fortuna. Per i transiti, la rete intercontinentale di Roma interessa il Nord solo per il Sudamerica e il sud fornisce feed povero, come avrebbe dovuto capire Air Italy prima ancora di cominciare.

Con tre, cinque o dodici miliardi dello Stato non c'è comunque la possibilità di fare di Alitalia a Fiumicino la nuova Turkish e nemmeno di mantenere le dimensioni del 2019, perché non c'è modo di allargare la rete intercontinentale. C'è la possibilità, nell'ipotesi teorica di una gestione efficiente, di fare una piccola compagnia che non perda soldi a rotta di collo nei tempi migliori, ma mi sembra che la dimensione della flotta di cui si parla significhi partire con il piede sbagliato. E poi, con o senza 190, una base a Milano resta priva di senso strategico e serve solo a produrre posti di lavoro, peraltro finti. Non esiste in Europa una linea aerea legacy che faccia point-to-point massiccio da una base e solo perché ha slot nell'aeroporto più centrale. Milano, checché ne pensi Sala, non è il centro dell'universo e non garantisce automaticamente lauti guadagni alle linee aeree che volano da Linate. I gudagni eventualmente vanno nelle tasche di SEA, comunque a scapito del futuro mai raggiungibile a Malpensa. Tra l'altro i MAX di Ryanair e i 321neo di easyJet, oltre agli sconti applicati dai gestori di BGY e MXP, garantiranno loro costi decisamente più bassi dei 190 di Alitalia e dunque la possibilità di abbassare i prezzi su cui Alitalia potrà applicare il premio Linate.

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda grandemilano » sab 09 mag 2020, 06:59:30

belumosi ha scritto: sab 09 mag 2020, 01:08:11
easyMXP ha scritto: sab 09 mag 2020, 00:07:33 Io comunque non credo che AZ pubblica sia di per sé un male. Fincantieri è pubblica, Leonardo è pubblica, Trenitalia è pubblica, ci sono fior di aziende pubbliche.
Il problema è cosa vogliono fare di AZ. Tenere semplicemente 10000 dipendenti a Roma è male.
Approfittare del liberi tutti per finanziare adeguatamente un piano di ristrutturazione e rilancio, inclusi aerei nuovi, potrebbe anche finire bene, con un piano adeguato.
In fin dei conti finora lo stato non ha mai potuto finanziare adeguatamente un piano pluriennale, dovendo procedere al massimo con prestiti ponte per non esagerare con gli aiuti di stato, e nessun privato ha mai avuto interesse a mettere soldi in AZ, quelli non del settore perché è ad alto rischio, quelli del settore perché sarebbe rimasta una compagnia indipendente in parte pubblica.
L'unico "problemuccio" è che il piano adeguato pare non esserci.
Sono d'accordo, tranne che sull'ultima frase.
Zeni e collaboratori (che ricordo, hanno riportato in attivo Blue Panorama), secondo me hanno la piena capacità di preparare un corretto piano industriale.
La scommessa sarà osservare se la politica permetterà di implementarlo senza mettersi di mezzo in continuazione in stile "assalto alla diligenza". Chiedendo rotte ad hoc per la cittadina di provincia dell'onorevole, suggerendo il tal fornitore che casualmente è amico del ministro, piuttosto che l'assunzione di Pinco Pallo, che, sempre casualmente, è figlio del sindacalista Sempronio. E che magari pretende di lavorare a Comiso, anche se la sua figura professionale servirebbe a Trieste.
Assieme a tanti altri problemi, mi fanno più paura questa miriade di micro-zavorre (che sommate pesano tanto), piuttosto che la redazione del piano.
Anche perchè perpetuerebbero quella mentalità parassitaria e assistenzialista che da sempre caratterizza parte dei dipendenti AZ. E che se dovesse continuare a rivelarsi premiante, potrebbe infettare anche la parte sana del personale rendendo vana qualsiasi speranza di un già improbabile rilancio della compagnia.
Solo perché Zeni ha risanato BluePanorama, allora dovrebbe essere in grado di fare lo stesso con AZ?
Sono 2 aziende diverse.
E poi soprattutto, anche AF nel 1998 aveva acquisito e rilanciato in grande stile KLM. Ma dopo 10 anni, non è riuscita a fare lo stesso di AZ.

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda grandemilano » sab 09 mag 2020, 07:00:38

malpensante ha scritto: sab 09 mag 2020, 01:28:33 Il problemuccio è che lo spazio per Alitalia era già ridotto e Covid-19 non ha migliorato le cose.

L'hub a Roma, oltre a non avere cargo e a soffrire di stagionalità estrema, può ragionevolmente funzionare da Sud Italia, Atene e Tel Aviv verso le solite destinazioni di Nordamerica, Brasile e Argentina. Per queste ultime anche dal Nord Italia, dalla Spagna e forse un po' dagli apt europei da cui i feed sono frequenti come ora Parigi. Può funzionare anche dal Giappone verso la Spagna e magari qualche capitale del Magreb.

Un cambio di alleanza potrebbe significare avere a disposizione i feed Star su Roma già esistenti, ma funzionerebbero solo verso il Sudamerica e quelle rare destinazioni per cui i vettori Star soffrono di limiti nei bilaterali, cosa che post Covid sarà pure più rara. La teorica possibilità di sfruttare il vantaggio geografico di Roma verso l'Africa è frustrata dall'insostenibilità di una rete di feed che colleghi a Roma l'intera Europa. Con tre destinazioni in Sudamerica non si regge e le rotte per l'Africa sono troppo sottili per cambiare qualcosa. Ci vogliono partner europei che portino pax a Roma, cosa che AF e KLM non hanno mai fatto. Magari Lufthansa e soci, qualora il traffico riprendesse, potrebbero portare acqua al mulino romano, ma FRA, MUC, ZRH e VIE sono mercati piccoli e non immagino feed per Roma da DUS eccetera.

Finnair vola verso l'Asia e ha feed da tutta l'Europa, come pure TAP che vola in Brasile. Ecco, una rete di feed su Roma estesa in tutta Europa non potrebbe reggere né per il Sudamerica, né se si basasse sullo scarso traffico con l'Africa, troppo sottile, con O/D da Roma inesistente e senza possibilità di competere ad esempio con Parigi.

Solo Madrid può essere, per mille ragioni, l'hub fra tutta l'Europa e tutta l'America Latina, idem Lisbona per il Brasile. Per l'Africa è sempre valido Hic Sunt Leones e Parigi e Bruxelles bastano e avanzano. Tutto quello che si trova fra Città del Capo e Hanoi è off limits ed è appannaggio del Golfo e della Nuova Roma sul Bosforo, la Cina è affare delle compagnie cinesi, salvo Shanghai ma non da Roma.

Ricapitolando Alitalia può dire la sua fra Italia e Giappone, dovendo in futuro però dividere la torta con ANA, verso San Paolo, Rio e Buenos Aires. Oltre a questo nella Summer verso i soliti aeroporti del Nordamerica, ma solo per un traffico essenzialmente turistico, con il bisogno che qualcuno venda nel Nuovo Mondo i suoi biglietti e senza chance nel traffico business e leisure da e per qualsiasi aeroporto da Firenze in su, come direbbe Raffaela Carrà.

Quanto al traffico europeo point-to-point, da Roma è massificato e dominato dalle low cost, non c'è gara e a parte i pochi feed essenzialmente dalla Spagna per i pax diretti in Sudamerica e dalla Grecia, i voli nel complesso non possono reggere. Da Milano c'è il privilegio di avere slot da buttare a Linate ed è dimostrato che c'è comunque una parte di clientela disposta a pagare un premio per il risparmio di tempo e di taxi dell'evitare Malpensa e Bergamo, tuttavia per riempire un aereo con questa fascia di traffico bisogna volare verso le mete maggiori e più biz, quindi verso Londra City, Parigi, magari Bruxelles e direi basta. Non c'è partita contro le frequenze di Lufthansa LIN-FRA. MAD e BCN non hanno abbastanza traffico biz. I concorrenti legacy poi riempiono gli aerei di transiti e dunque partono in enorme vantaggio.

Resta il traffico nazionale, per cui per Milano vale il medesimo discorso su Linate, l'elasticità al prezzo è enorme e il premio che i pax sono disposti a pagare per volare da Linate è più basso, perché la componente business ricca è più bassa, essendo tra l'altro il traffico prevalentemente inbound, i pax che volano per affari da Palermo sono meno ricchi di quelli che volano a Milano da Amburgo. Se easyJet avesse slot a Linate in abbondanza, sul nazionale farebbe un paiolo così ad Alitalia.

La gallina dalle uova d'oro è pronta da anni per la pentola del brodo, credo che la LIN-FCO sarà la rotta che soffrirà più di tutte.

Il traffico nazionale su Roma è stato bastonato negli ultimi anni dall'AV ferroviaria, da cui si salvano le isole e si tratta in gran parte di p-t-p su cui le low cost non possono essere sfidate se non perdendo una fortuna. Per i transiti, la rete intercontinentale di Roma interessa il Nord solo per il Sudamerica e il sud fornisce feed povero, come avrebbe dovuto capire Air Italy prima ancora di cominciare.

Con tre, cinque o dodici miliardi dello Stato non c'è comunque la possibilità di fare di Alitalia a Fiumicino la nuova Turkish e nemmeno di mantenere le dimensioni del 2019, perché non c'è modo di allargare la rete intercontinentale. C'è la possibilità, nell'ipotesi teorica di una gestione efficiente, di fare una piccola compagnia che non perda soldi a rotta di collo nei tempi migliori, ma mi sembra che la dimensione della flotta di cui si parla significhi partire con il piede sbagliato. E poi, con o senza 190, una base a Milano resta priva di senso strategico e serve solo a produrre posti di lavoro, peraltro finti. Non esiste in Europa una linea aerea legacy che faccia point-to-point massiccio da una base e solo perché ha slot nell'aeroporto più centrale. Milano, checché ne pensi Sala, non è il centro dell'universo e non garantisce automaticamente lauti guadagni alle linee aeree che volano da Linate. I gudagni eventualmente vanno nelle tasche di SEA, comunque a scapito del futuro mai raggiungibile a Malpensa. Tra l'altro i MAX di Ryanair e i 321neo di easyJet, oltre agli sconti applicati dai gestori di BGY e MXP, garantiranno loro costi decisamente più bassi dei 190 di Alitalia e dunque la possibilità di abbassare i prezzi su cui Alitalia potrà applicare il premio Linate.
Insomma, comunque vada sarà un insuccesso. :?
Discorso condivisibile, comunque

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda gabbozzo » sab 09 mag 2020, 10:17:10

Quella di Malpensante è una buona sintesi di quello che sul forum in molti, me compreso, sostengono dai tempi di AZ-CAI: non ci sono le condizioni di contesto e mercato per un vettore "major" in Italia che sia economicamente sostenibile.

Comunque oltre alla inadeguatezza di FCO per fare hub è incredibile anche come la base LIN stia diventando una contraddizione insostenibile.

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda KL63 » sab 09 mag 2020, 10:27:56

Infatti, sulle possibilità di AZ di sopravvivere si potrebbe fare un copia ed incolla ogni due anni.
Magari con più di 3 miliardi in dote il prossimo sarà fra tre, ma non cambia tanto.
In ogni caso condivido quanto scritto da @Malpensante

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda D960 » sab 09 mag 2020, 11:23:57

gabbozzo ha scritto: sab 09 mag 2020, 10:17:10 Quella di Malpensante è una buona sintesi di quello che sul forum in molti, me compreso, sostengono dai tempi di AZ-CAI: non ci sono le condizioni di contesto e mercato per un vettore "major" in Italia che sia economicamente sostenibile.
Comunque oltre alla inadeguatezza di FCO per fare hub è incredibile anche come la base LIN stia diventando una contraddizione insostenibile.
Non concordo. Il vettore carrier dovrebbe avere le dimensioni di Iberia, non possiamo permetterci in Italia una compagnia come Air France o British sia perché il territorio italiano è frammentato dai numerosi centri urbani che contano un numero interessante di popolazione che vi gravita attorno, sia perché la rete intercontinentale degli altri player non ha origine 10, 20 tanto meno 30 anni fa ma tanti secoli fa. Diverse destinazioni IC di KLM, AF, BA ma anche IB e TP sono dovute ad anni di colonizzazione e di commercio che ha potuto mantenere un presidio o comunque sia un legame con la madre patria, basti pensare al volo da Parigi per Papeete via Los Angeles di Air France o la Kangaroo Route di British Airways. In Francia a parte Parigi il resto del centro urbano è costitutito da Nizza, Tolosa e Lione idem in UK con Londra e poi Manchester, Liverpool e qualcosa in Scozia. In Italia a mio avviso sarebbe impossibile non immaginare aeroporti come Bologna e Venezia di tali dimensioni, idem Napoli e Catania; il numero dei passeggeri degli aeroporti del Nord Italia è comunque tanto quanto quelli trasportato dallo Charles de Gaulle.

malpensante ha scritto: sab 09 mag 2020, 01:28:33
Il traffico nazionale su Roma è stato bastonato negli ultimi anni dall'AV ferroviaria, da cui si salvano le isole e si tratta in gran parte di p-t-p su cui le low cost non possono essere sfidate se non perdendo una fortuna. Per i transiti, la rete intercontinentale di Roma interessa il Nord solo per il Sudamerica e il sud fornisce feed povero, come avrebbe dovuto capire Air Italy prima ancora di cominciare.
All'inizio dell'avventura di IG erò si diceva sempre che a Malpensa mancassero i voli nazionali legacy dal Sud Italia e sono arrivati, pur sapendo che i feed fossero poveri e di traffico principalmente etnico e che difficilmente potessero essere in attivo. Si diceva anche che servissero per dimostra che fosse Air Italy e che volass in Italia. Poi si è detto che servivano i feed dal Nord ma bisognava avere le macchine adatte e pare fossero in arrivo con Tayaranjet da Venezia e Firenze dalla S20 che in ogni caso difficilmente avrebbe visto la luce dati gli effetti COVID-19. Non penso che fossero incoscienti dei feed poveri, penso che per costruire un hub carrier ci vogliano soldi e quanto si vuole spendere in quanto tempo è appannaggio di chi investe.
malpensante ha scritto: sab 09 mag 2020, 01:28:33 Non esiste in Europa una linea aerea legacy che faccia point-to-point massiccio da una base e solo perché ha slot nell'aeroporto più centrale.
Air France ad Orly no?
AHO-ARN-BLQ-BGY-CAG-DUB-FCO-FLR-FRL-GOA-GRO-KIR-KBP-LIN-MXP-MUC-OLB-PMF-PSA-STN-TBS-TPS-TRN-TRS-TSF-VCE

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda gabbozzo » sab 09 mag 2020, 11:51:12

D960 ha scritto: sab 09 mag 2020, 11:23:57
gabbozzo ha scritto: sab 09 mag 2020, 10:17:10 Quella di Malpensante è una buona sintesi di quello che sul forum in molti, me compreso, sostengono dai tempi di AZ-CAI: non ci sono le condizioni di contesto e mercato per un vettore "major" in Italia che sia economicamente sostenibile.
Comunque oltre alla inadeguatezza di FCO per fare hub è incredibile anche come la base LIN stia diventando una contraddizione insostenibile.
Non concordo. Il vettore carrier dovrebbe avere le dimensioni di Iberia, non possiamo permetterci in Italia una compagnia come Air France o British sia perché il territorio italiano è frammentato dai numerosi centri urbani che contano un numero interessante di popolazione che vi gravita attorno, sia perché la rete intercontinentale degli altri player non ha origine 10, 20 tanto meno 30 anni fa ma tanti secoli fa. Diverse destinazioni IC di KLM, AF, BA ma anche IB e TP sono dovute ad anni di colonizzazione e di commercio che ha potuto mantenere un presidio o comunque sia un legame con la madre patria, basti pensare al volo da Parigi per Papeete via Los Angeles di Air France o fino a pochi anni fa la Kangaroo Route di British Airways. In Francia a parte Parigi il resto del centro urbano è costitutito da Nizza, Tolosa e Lione idem in UK con Londra e poi Manchester, Liverpool e qualcosa in Scozia. In Italia a mio avviso sarebbe impossibile non immaginare aeroporti come Bologna e Venezia di tali dimensioni, idem Napoli e Catania; il numero dei passeggeri degli aeroporti del Nord Italia è comunque tanto quanto quelli trasportato dallo Charles de Gaulle.
non ho capito in tutto ciò quali sarebbero le condizioni di contesto al momento esistenti affinché ci sia un hub carrier in Italia..per di più delle dimensioni di IB.
ps: le aree metropolitane francesi maggiori sono: Parigi, Marsiglia e Lione in questo ordine.
D960 ha scritto: sab 09 mag 2020, 11:23:57 Air France ad Orly no?
AF è vero vola anche da ORY come BA anche da LGW...ma esiste una domanda che noi abbiamo "dispersa" fra 4 regioni che lì è concentrata in una sola metropoli.

Su IG e feed nazionali mi astengo poiché se ne è già parlato a sfinimento e andiamo OT.

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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda D960 » sab 09 mag 2020, 12:15:43

gabbozzo ha scritto: sab 09 mag 2020, 11:51:12
non ho capito in tutto ciò quali sarebbero le condizioni di contesto al momento esistenti affinché ci sia un hub carrier in Italia..per di più delle dimensioni di IB.
ps: le aree metropolitane francesi maggiori sono: Parigi, Marsiglia e Lione in questo ordine.
A parte Marsiglia che ho dimenticato ( :D ), facevo riferimento al numero di passeggeri di apt e non nell'ordine. Come detto più volte, l'hub carrier segue una precisa direzione ed è un progetto coordinato anche dall'alto. In Italia si è assistito ad un tana libera tutti per incapacità di AZ e per caratteristiche di mercato, oltre ad una regolamentazione non sempre chiara e a parte le solite mosse pro-AZ, l'accessibilità intercontinentale rimane comunque scarsa e quella che c'è è legata per lo più a vettori esteri. Possibile non si possa fare di meglio? Nessuno chiede di volare 10 volte al giorno per San Paolo o per New York, ma un numero di destinazioni sufficienti per reggersi autonomamente senza passare spesso per Monaco, Parigi, Francoforte, Lisbona, Londra o Madrid. In Spagna, dove il numero di aeroporti è tutto fuorché piccolo, Iberia ha una circa 40 regional, 40 aerei di lungo raggio e 40 di corto/medio senza considerare che la sua divisione low cost conta 20 aeromobili che però servono per alimentare Madrid in direttrici maggiormente turistiche.
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Re: Brunini: Alitalia non determinante per Nord Italia

Messaggio da leggereda I-GABE » sab 09 mag 2020, 12:19:16

malpensante ha scritto: sab 09 mag 2020, 01:28:33 Non esiste in Europa una linea aerea legacy che faccia point-to-point massiccio da una base e solo perché ha slot nell'aeroporto più centrale.
Air France ad Orly no?
[/quote]

ORY è scomodo tanto quanto CDG per il centro di Parigi (a Milano ci si lamenta di MXP, ma in confronto a Parigi c’è da baciarsi i gomiti).

Se si vuole fare un paragone, l’unico mi pare LCY (che per City e Canary Wharf è molto più vicino di LHR).


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