Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

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hal
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Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda hal » gio 31 ott 2013, 19:04:52

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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda malpensante » gio 31 ott 2013, 19:15:14

Tutto previsto. Quando è andato da Letta dicendo che, senza infusione di soldi, Alitalia avrebbe chiuso dopo tre giorni, Enrico ha smadonnato e gli ha ordinato di levarsi dai piedi dopo aver versato l' obolo.

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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda hal » gio 31 ott 2013, 19:17:48

http://www.ilmessaggero.it/ECONOMIA/ECO ... 8256.shtml

Alitalia, Colaninno annuncia l'addio: stop
a incarichi dopo la ricapitalizzazione

Tra le condizioni NON discutibili buttate sul tavolo dai francesi:
Nessuna niuova rotta lungo raggio. Assoluto congelamento della ttuale situazione.
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Spartan
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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda Spartan » ven 01 nov 2013, 15:08:01

hal ha scritto:http://www.ilmessaggero.it/ECONOMIA/ECO ... 8256.shtml

Alitalia, Colaninno annuncia l'addio: stop
a incarichi dopo la ricapitalizzazione

Tra le condizioni NON discutibili buttate sul tavolo dai francesi:
Nessuna niuova rotta lungo raggio. Assoluto congelamento della ttuale situazione.
Bene specificare "Nessuna nuova rotta", perché il virgolettato di De Juniac dal Corriere indurrebbe qualche anima innocente a pensare il contrario:

"LE CONDIZIONI - L’ad di Air France Alexandre De Juniac ha chiarito, senza mezzi termini, che «serve un piano di ristrutturazione molto forte», una riduzione del medio raggio e una stabilizzazione del lungo raggio"

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EK412
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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda EK412 » mar 05 nov 2013, 08:55:05

«Errori su Alitalia, ma ora è un'occasione»

di Alessandro Plateroti05 novembre 2013

Quarto piano di Via Broletto 13 a Milano, quartier generale del gruppo Piaggio. Tra meno di 24 ore, Roberto Colaninno dovrà affrontare le domande dei giornalisti nella conferenza stampa di apertura dell'Eicma, il salone del ciclo e motociclo di Milano, dove Piaggio presenta la nuova Vespa Primavera.

Ma con il caso Alitalia che domina la scena, il rischio è che oggi le domande finiscano tutte per convergere su un solo argomento: chi saranno i prossimi padroni di Alitalia, quale ruolo avrà Air France, il perchè delle sue dimissioni da presidente, l'ascesa e la caduta della "cordata dei patrioti". E allora, meglio anticipare l'assalto, sperando così che all'Eicma resti spazio anche per la Piaggio, quella che considera davvero la "sua" impresa.


«Ho creduto nel progetto Alitalia nel 2008 - esordisce Colaninno - e continuo a credere e a difendere l'investimento che ho fatto: Alitalia è un marchio straordinario, una compagnia con enormi potenzialità di business pur operando in un mercato altamente competitivo e in continua evoluzione. È un vettore che offre destinazioni uniche al mondo come Roma, Firenze o Venezia, e che quindi come loro dovrebbe quasi "vendersi da solo". Sa che cosa mi ha detto l'amministratore delegato di una grande compagnia aerea internazionale? «Ma voi come fate a non guadagnare?»

E lei che cosa ha risposto, visto che la stessa domanda se la fanno milioni di italiani? Siete partiti con un'azienda priva di debito e con rotte redditizie e protette, come il Roma-Milano. Come avete fatto a perdere soldi, bruciare la liquidità e tornare sostanzialmente alla situazione del 2008? E tra l'altro, visto che lei si è dimesso pochi giorni fa da Presidente della compagnia, a che titolo sta parlando ora visto che ci troviamo nella sede della Piaggio e non di Cai?
Comincio dalla fine. Sono il presidente in carica di Alitalia e manterrò tutte le deleghe fino al momento in cui, dopo l'aumento di capitale, verrà espresso un nuovo azionariato e la governance sarà conseguente a questo nuovo azionariato. Al momento, posso dire che una volta chiusa la ricapitalizzazione diventerò solo un azionista di riferimento che ha tutta l'intenzione di salvaguardare il proprio investimento. Non mi hanno cacciato, ho avvisato che avrei passato la mano.

Detto questo, passiamo all'analisi di quanto è accaduto dal 2008 a oggi. Questo giornale, attraverso gli articoli del collega Gianni Dragoni, ha più volte messo in dubbio nel corso degli anni la capacità di Alitalia di poter stare a lungo sul mercato senza altre ricapitalizzazioni o contando solo sui soci di Cai: un'ipotesi, questa, che avete sempre smentito. Aveva ragione lui...

Vede, la questione è più complessa e non si può ridurre solo a una ricerca dei colpevoli. È ovvio che, se oggi aspettiamo l'esito di un aumento di capitale fatto d'urgenza e al rebus sulla partecipazione di Air France, degli errori da parte nostra siano stati fatti.

Può essere più specifico? È più alta la responsabilità dei soci o quella del management?
Se partiamo dal presupposto che esiste una differenza sostanziale tra il numero di passeggeri trasportati da Alitalia e il suo bacino potenziale di mercato, allora possiamo dire questo: Alitalia ha un ottimo management se si considerano come tali i piloti, i caposcali, il personale di volo, i responsabili della "macchina" e degli investimenti in tecnologia. Al contrario, oggi posso dire che negli anni passati abbiamo commesso degli errori di valutazione su altri fronti, pagandone poi le conseguenze: l'area commerciale, il marketing e persino la comunicazione non sono stati all'altezza della sfida che avevamo davanti. In questo senso, abbiamo forse mancato di visione anche nella scelta dell'amministratore delegato più idoneo per il rilancio della compagnia: Sabelli si è concentrato nella generazione dei ricavi collaterali al servizio aereo con ottimi risultati, ma poi ci siamo resi conto che la vera criticità riguardava il core business, cioè rotte e destinazioni. La svolta non è arrivata neppure con Ragnetti, ma a quel punto la situazione del gruppo era già critica: ora è Gabriele del Torchio che sta cercando di rimettere ordine nelle strategie e rendere appetibile la compagnia ai potenziali partner internazionali. È bene ricordare, però, che rispetto alla vecchia Alitalia la nostra ha problemi diversi: allora affondava sui costi, oggi non ha abbastanza ricavi.

Quindi, soci assolti?
Non dico questo. E comunque tutti dovrebbero ricordare che i soci di Cai hanno investito più di un miliardo di propria tasca. Ma non voglio sottrarmi alla domanda. Il nostro errore più grande, forse il mio errore più grande, è stato quello di aver sopravvalutato la potenzialità della compagnia emersa dalla privatizzazione del 2008. Noi credevamo che la ristrutturazione avviata con la cessione a Cai avrebbe cambiato il Dna di Alitalia in poco tempo, trasformandola in quattro anni in una compagnia snella e redditizia. Non è stato così. Quattro anni non sono bastati per ridarle lo slancio e la redditività, ma solo per rendere Alitalia una macchina più gestibile e potenzialmente redditizia: noi riteniamo che il 2016 sarà l'anno del pareggio dei conti di Alitalia. Ma è chiaro che senza un partner estero per coprire le rotte a lungo raggio, le possibilità di successo a medio-lungo termine sono molto esigue. Oggi sono le dimensioni che contano, tanto per noi quanto per le low cost, il cui modello di business è molto più in difficoltà di quanto molti pensano.

E qui arriviamo ai giorni nostri. L'aumento di capitale vi ha portato, almeno per la parte già sottoscritta, risorse che alcuni ritengono fondamentali per evitare il fallimento. Dando per scontato che potreste perdere per strada più della metà dei 21 soci attuali di Alitalia, il vero nodo sono le incognite sul ruolo di Air France: diventerà il socio guida di Alitalia o passerà la mano ad altri? A volte si ha l'impressione che i francesi stiano facendo di tutto per legittimare un loro ritiro dalla partita...
Guardi, Air France sta solo cercando di massimizzare le condizioni favorevoli per ridurre al minimo i suoi rischi finanziari. I francesi sanno bene che sul piano industriale non possono pretendere che Alitalia si ritiri dalle rotte intercontinentali, le uniche su cui le compagnie guadagnano. Vogliamo rimanere partner dei francesi ma non sottomessi ai loro desiderata che ci annullerebbero. Comunque, tirare la corda non conviene troppo neanche anche ad Air France: l'ultima cosa che desiderano i francesi, è un'Alitalia che si unisce a un altro partner più grande e gli porta la concorrenza in casa. Detto questo, confermo che non esiste solo Air France: senza commentare, le ricordo l'interesse di Ethiad o quello di Aeroflot (con cui i vertici Alitalia si incontreremo questa settimana, ndr.). Malgrado le chiacchiere, l'Alitalia di oggi avrà pure i conti in rosso, ma dal 2008 a oggi è diventata una delle migliori compagnie del mondo, per servizio e puntualità. I dati, per altro riconosciuti da autorità indipendenti, sono eccellenti: siamo la compagnia più puntuale e il nostro servizio è apprezzato come tra i migliori al mondo. Forse non ci si ricorda di come stava la vecchia Alitalia quando l'abbiamo acquisita.

Vero. Ma da quanto dice, mi sembra di capire che a goderne i benefici non saranno i soci originari di Cai ma i francesi o qualcun altro. Rispetto alle ambizioni di 4 anni fa c'è una bella differenza...
Certamente non sono contento di come sono andate le cose: essere comprati, per me, è sempre una sconfitta. Ma quanto è successo, gli errori commessi, possono essere di insegnamento per tutti: la prossima Alitalia, quella che emergerà dall'aumento di capitale, dovrà avere non solo nuovi soci, ma anche una governance migliore. A cominciare dal consiglio di amministrazione, che potrebbe avere molti meno consiglieri di quello attuale.

Vuole dire che è difficile gestire una compagnia privata avendo interno al tavolo 21 soci che dicono la loro?
Questo lo dice lei. Io posso dire che la governance ha ampi spazi di miglioramento.

Come si sceglie il partner ideale?
In questo momento Alitalia non ha la forza per fare una acquisizione. Dobbiamo quindi trattare fino allo stremo per valorizzare in sede negoziale le nostre qualità e difendere il nostro ruolo.

Quando è suonato l'allarme sull'emergenza finanziaria di Alitalia lo Stato non si è tirato indietro. Prima si pensato a un intervento delle Ferrovie dello Stato, oggi vostro "concorrente" in Italia con i suoi treni ad alta velocità, poi si è deciso di far scendere in campo le Poste. Lei che ne pensa?
Premesso che la scelta l'ha fatta il Governo, e che comunque sono stato rassicurato dai nostri legali sul fatto che non si tratta di aiuti di Stato, con Ferrovie si sarebbero potute sviluppare alcune sinergie importanti. Ma lo stesso vale per Poste. Anzi, posso dirle che oltre alle possibili sinergie sulle destinazioni coperte dal trasporto aereo postale, con le Poste c'è un'opportunità di business da non sottovalutare: la rete dei loro 30mila sportelli. Noi siamo felicissimi del lavoro svolto dalla rete di agenzie di viaggi, ma avere in futuro un alleato che ogni giorno è vicino a milioni di italiani potrebbe rappresentare un bel vantaggio.

Colaninno, non le sembra che stiamo facendo un po' i conti senza l'oste, visto che l'operazione di aumento di capitale è ancora aperta? In fondo, non sappiamo ancora chi comanderà e nemmeno se i 300 milioni della ricapitalizzazione saranno sufficienti.
Il progetto prevede che Alitalia avrà a disposizione anche 200 milioni di euro in linee di credito delle banche: in totale, avremo quindi 500 milioni di euro per garantire lo sviluppo internazionale del gruppo. Per questo non abbiamo alcuna intenzione di procedere, come alcuni vorrebbero, a un concordato in continuità che non ha senso visto che siamo in bonis e sotto aumento di capitale. Detto questo, è ovvio che Alitalia avrà bisogno di altre risorse per crescere.

Manca solo una sua risposta su Air France per chiudere: che cosa succede se i francesi sottoscrivono o non sottoscrivono l'aumento? Chi comanderà in Alitalia?
Difficile dirlo con certezza: bisogna capire quanto inoptato rimarrà e chi lo chiederà... certamente dopo l'assegnazione dell'inoptato e cioè a fine novembre, ma ci sarà un cda che deciderà i tempi, ci sarà tempo da parte di chiunque per comperare le azioni eventualmente rimaste sul mercato e non ci sarà più prelazione da parte dei soci. Le azioni, a quel punto, potranno essere comprate da chiunque... Dai francesi, dai cinesi, dai russi... da chiunque è in grado di capire che razza di affare si trova davanti.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... BkLgVb&p=3

---

Alcuni passaggi da incorniciare. Uno su tutti quello sulla redditività nel 2016, che segue lo schema di sempre:
- anno X: annuncio
- anno X+1: in perdita
- anno X+2: pareggio
- anno X+3: utile.
X=2013 in questo frangente...

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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda mxp ernesto » mar 05 nov 2013, 09:33:09

Le risposte sono evasive e non ce mai il riconoscimento esplicito degli errori fatti. Milano non viene neanche citata a riprova della continua preclusione ideologica dettata dal vizio d'origine di Cai. Colaninno conferma toni arroganti e una incapacità manageriale nel non saper prevedere nulla visto che gli errori strategici e nella scelta degli amministratori sono sempre rilevati a posteriori. In conclusione il solito vuoto di idee e qualche ovvietà.

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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda Fabri88 » mar 05 nov 2013, 12:47:16

Montagne...Russe!

I salti mortali di Colaninno per evitare di dire che ha sbagliato tutto. Roma, Firenze, Venezia...questo è ancora convinto di far su i soldi col turismo.

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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda I-Alex » mar 05 nov 2013, 14:08:53

Da quando le poste hanno 30000 sportelli? Non arrivano nemmeno lontanamente alla metà... Spazzatura quelle risposte
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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda M.C.205 Veltro » mar 05 nov 2013, 22:32:36

Se questo è, era, boh!, il presidente si capisce perchè, la Telecom è andata agli spagnoli, e in 5 anni AZ è di nuovo fallita.
Che tristezza :addio:
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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda hal » mar 05 nov 2013, 23:22:04

Per non stupirsi mai più

Titolo Capitani coraggiosi. I venti cavalieri che hanno privatizzato l'Alitalia e affondato il paese
Autore Dragoni Gianni
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Buona lettura
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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda I-Alex » mer 06 nov 2013, 08:19:05

hal ha scritto:Per non stupirsi mai più

Titolo Capitani coraggiosi. I venti cavalieri che hanno privatizzato l'Alitalia e affondato il paese
Autore Dragoni Gianni
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Buona lettura
Già letto, in effetti forse non tutti sanno chi erano sti capitani de noialtri
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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda grandemilano » mer 06 nov 2013, 18:04:22

Entro pochi giorni alitalia presenta il nuovo piano industriale. Stando al alcuni rumors (rumors, niente di ufficioso nè tantomeno ufficiale) alitalia potrebbe ritornare su malpensa a scapito di fiumicino. E' una notizia che in altri lidi nessuno ha commentato (alcuni hanno fatto buon viso a cattivo gioco; altri hanno fatto finta di non aver mai letto niente di tutto ciò :lol: ), mo lo ipotizza il quotidiano romano il Tempo: http://www.iltempo.it/politica/2013/11/ ... -1.1187025

Come sono contento se alitalia ritorna su malpensa !! :clapp: Non foss'altro per vedere come ci rimangono tutti quelli che in questi anni in altri lidi hanno gettato fango e sputt***to malpensa (scusatemi il termine...) :ciao:

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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda belumosi » mer 06 nov 2013, 18:16:12

grandemilano ha scritto:Entro pochi giorni alitalia presenta il nuovo piano industriale. Stando al alcuni rumors (rumors, niente di ufficioso nè tantomeno ufficiale) alitalia potrebbe ritornare su malpensa a scapito di fiumicino. E' una notizia che in altri lidi nessuno ha commentato (alcuni hanno fatto buon viso a cattivo gioco; altri hanno fatto finta di non aver mai letto niente di tutto ciò :lol: ), mo lo ipotizza il quotidiano romano il Tempo: http://www.iltempo.it/politica/2013/11/ ... -1.1187025

Come sono contento se alitalia ritorna su malpensa !! :clapp: Non foss'altro per vedere come ci rimangono tutti quelli che in questi anni in altri lidi hanno gettato fango e sputt***to malpensa (scusatemi il termine...) :ciao:
L'articolo dice anche che nel 2008 AF avrebbe scelto MXP invece di FCO e su questo avrei qualche dubbio.
Se poi in AZ hanno letto i dati degli yield con 5 anni di ritardo, è proprio il caso di dire: meglio tardi che mai...

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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda mxp98 » mer 06 nov 2013, 19:15:56

Ci credo poco. Con una flotta sempre più striminzita e a meno di lasciare fco (cosa alquanto improbabile) mi chiedo come possano presidiare entrambi gli scali. Inoltre si ritroverebbero l'annosa, irrisolta e mi sa tanto irrisolvibile questione Linate.
Marco
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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda KL63 » mer 06 nov 2013, 20:00:13

Gli aerei LR partono da FCO fanno scalo a MXP dove imbarcano PTP puro e poi vanno a destinazione, ritorno viceversa, si tratta solo di organizzare gli equipaggi. Un po' caricano a MXP un po' a FCO. Quando c'era solo il T2 così riempivano i 747. Il resto a Linate , riducendo magari i feed verso CDG.
In più mette dei voli feed verso le destinazioni che non possono essere servite da Linate e all'estero nche non sono poche!

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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda M.C.205 Veltro » mer 06 nov 2013, 20:37:28

Aspetto i commenti di sindacati e dipendenti: " No, no, no, no e ancora no, poi se non avete capito, NO,NO!" :lol: :lol: :lol:
AZ è roma centrica, roma dipendente, roma mantenuta; dei criteri e modi di lavorare del nord, questi non ne vogliono sapere, a parte se li coprono di soldi e benefit. E' così che hanno portato al fallimento del 2008. :duro:
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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda grandemilano » mer 06 nov 2013, 20:55:55

belumosi ha scritto:
grandemilano ha scritto:Entro pochi giorni alitalia presenta il nuovo piano industriale. Stando al alcuni rumors (rumors, niente di ufficioso nè tantomeno ufficiale) alitalia potrebbe ritornare su malpensa a scapito di fiumicino. E' una notizia che in altri lidi nessuno ha commentato (alcuni hanno fatto buon viso a cattivo gioco; altri hanno fatto finta di non aver mai letto niente di tutto ciò :lol: ), mo lo ipotizza il quotidiano romano il Tempo: http://www.iltempo.it/politica/2013/11/ ... -1.1187025

Come sono contento se alitalia ritorna su malpensa !! :clapp: Non foss'altro per vedere come ci rimangono tutti quelli che in questi anni in altri lidi hanno gettato fango e sputt***to malpensa (scusatemi il termine...) :ciao:
L'articolo dice anche che nel 2008 AF avrebbe scelto MXP invece di FCO e su questo avrei qualche dubbio.
Se poi in AZ hanno letto i dati degli yield con 5 anni di ritardo, è proprio il caso di dire: meglio tardi che mai...
Sono d'accordo con te. Inoltre alcuni rumors, letti nei vari lidi, già questa primavera ipotizzavano un ritorno del LR su malpensa. Ma poi non se ne è fatto nulla...
Ho letto il tuo intervento su A.C., dove postavi uno schema con gli yeld medi da FCO, MXP e LIN. Un lavoro ben fatto.
Si evince che su quasi tutte le destinazioni, MXP ha yeld più alti di FCO (pur con linate aperto e U2 in forze a Malpensa). Per non parlare del traffico generato da Linate (che potrebbe passare a malpensa se ci fossero voli LR diretti) che in alcuni casi ha yeld tripli di FCO !

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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda RAV38 » gio 07 nov 2013, 18:56:55

Sono d'accordo conM.C 205 Veltro. AZ è troppo romanocentrica ed è praticamente impossibile sradicarla da Fiumicino. Anche se una nuova governance pensasse (ipotesi assai improbabile) di riportare un certo numero di voli LR a MXP, anche lasciando la base iniziale e terminale a FCO, si scontrerebbe con l'opposizione strisciante sia degli ambienti e interessi romani sia con i dipendenti che sono quasi tutti residenti a Roma e assolutamente indisponibili a trasferisi nel varesotto. Inoltre una tale operazione significherebbe ripetere lo scenario assurdo ed economicamente penalizzante degli equipaggi che partivano da Roma alla mattina per prendere servizio a Malpensa per i voli internazionali e intercontinetali. Cosa non più ripetibile oggi. Aggiungo che un ritorno più o meno parziale a MXP di un'Alitalia estremamente gracile (ed eventualmente al guinzaglio di AF.KLM) potrebbe addirittura essere un handicap per lo sviluppo di Malpensa (anche per gli eventuali condizionamenti che a livello politico potrebbero essere imposti sempre con il criterio (o la scusa) di proteggere il vettore tricolore.

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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda I-DANB » ven 08 nov 2013, 08:25:06

Il mondo è pieno di piloti ed assistenti di volo che hanno dovuto trasferire la propria residenza per motivi di lavoro. Se poi allarghiamo il discorso alle altre categorie lavorative, stiamo parlando di diversi milioni di persone...
Forse qualcuno si è dimenticato dell'immigrazione dal Sud verso il Nord del Paese degli Anni 50 e 60 ??
Perchè mai quelli di Roma dovrebbero fare eccezione ??
Di norma, gli errori servono per insegnarti a non commetterli più.
Nel 2008 per tale motivo, molti di loro sono rimasti senza lavoro......
Sento spesso gli anziani citare questo detto: tra nient e piuttost, le mei piuttost
Deve sapere, mio caro signore, che sono uomo di mondo....Ho fatto il militare a Cuneo !!

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Re: Colaninno lascia l'incarico, rimane azionista

Messaggio da leggereda easyMXP » ven 08 nov 2013, 08:36:15

In un mondo normale avresti ragione, a Roma "niente" diventa 10 anni di cassa integrazione senza limiti di stipendio
E noi paghiamo


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