Etihad, si tratta per il 40% Alitalia
Sul negoziato il nodo del debito passato della compagnia. L’ipotesi di Linate come snodo per il traffico tra Nord Italia e Abu Dhabi
ROMA - Tempi più lunghi dei previsti 30 giorni per l’eventuale accordo tra Etihad e Alitalia, mentre l’amministratore delegato della compagnia emiratina, James Hogan, parlando ieri durante un briefing a Singapore, ha detto di essere in trattative con le banche e ha annunciato che in settimana sarà a Roma per discutere l’acquisto di una quota azionaria del vettore italiano.
Secondo una fonte vicina al dossier citata da Reuters, Etihad vorrebbe rilevare il 40% di Alitalia per circa 300 milioni di euro. Hogan non si è sbilanciato sulla possibilità di chiudere l’accordo e ha confermato che la due diligence è ancora in corso. Ieri a Fiumicino gli uomini di Etihad hanno ripercorso i processi operativi della compagnia per approfondire eventuali azioni di efficientamento.
Uno dei fronti più caldi resta quello del debito pregresso di Alitalia, in particolare verso le banche che sono anche azioniste: Unicredit e Intesa Sanpaolo. Tra le ipotesi allo studio c’è l’allungamento delle scadenze del debito, poco gradito agli arabi, una sua riduzione attraverso la conversione in titoli di capitale e infine, come preferirebbe Etihad, il suo abbattimento o la revisione delle garanzie.
Intanto da Singapore si confermano le voci, anticipare dal Corriere , di una razionalizzazione dei voli Roma-Milano, dove la concorrenza del treno è molto forte, e dell’uso di Linate come mini-hub per smistare il traffico del Nord Italia verso Abu Dhabi e gli altri scali da dove già si vola con Etihad come Berlino e Zurigo. Quanto a Malpensa, il cui sviluppo per ora è solo sul piano di Gabriele Del Torchio, che però è definitivamente archiviato, anche ieri a Milano c’è stata polemica.
Non sono piaciute in particolare al governatore lombardo Roberto Maroni le parole del premier che, in visita nel capoluogo, ha affrontato l’argomento scottante dello sviluppo di Linate e Malpensa. L’accordo con Etihad è stato definito «un’occasione di successo» da Enrico Letta, che ha aggiunto di voler vedere «il bicchiere mezzo pieno» perché l’eventuale arrivo di Etihad è «la soluzione all’ annosa questione della solitudine di Alitalia». Poi, riferendosi al sistema aeroportuale milanese, ha aggiunto: «C’è la volontà di trovare il giusto equilibrio per le esigenze di Malpensa e Linate e sono convinto che si troverà». In che modo? «Non ho dubbi - si è limitato a dire il premier - che ci sarà lavoro per entrambe le strutture in una divisione dei compiti quale quella che è anche nel piano a cui ha lavorato il ministro (dei Trasporti, ndr ) Lupi».
Le rassicurazioni non sono bastate però a Maroni: «Letta ha detto che (i due scali, ndr ) possono coesistere - ha osservato Maroni -: Sai che novità? Lo sapevamo. Io vorrei evitare che il governo, facendosi influenzare da Etihad, penalizzi Malpensa. Vigileremo perché non accada. La vicenda degli aeroporti milanese e quella di Alitalia devono essere - ha concluso - due storie distinte». Più distensive le dichiarazioni di Fabrizio Palenzona, presidente di Adr (Aeroporti di Roma): «Noi non siamo in concorrenza con Milano, ma con il mondo», ha detto, facendo riferimento alle polemiche sugli scali di Linate e Malpensa.
Intanto è proseguita a Fiumicino la trattativa tra l’azienda e i sindacati con una novità: si è dimesso il direttore del personale Giorgio Rossi, secondo l’azienda per «motivi personali», secondo fonte sindacali perché in dissenso con la linea richiesta dal management aziendale. Il confronto è destinato a concludersi con un accordo che prevederà contratti di solidarietà e cassa a rotazione, in attesa che il nuovo piano di Etihad dispieghi i suoi effetti.
http://www.corriere.it/economia/14_febb ... ff03.shtml