milmxp ha scritto:
1. Avevo letto male il post.
2. Non ho detto che IG possa perdere soldi all'infinito, ma credo che la rete di conoscenze Akbar Al Baker possa prima o poi portarlo a superare anche questo ostacolo. E poi non è detto che IG debba per forza entrare in ottica OW.
3. Le garanzie intendevo lato investimento in IG. Uno che riesce a tenere testa a una potenza come gli USA mi sembra strano che non abbia messo le cose in chiaro prima di entrare in Meridiana.
4. Non sto dicendo che non ci siano criticità, ma credo che se QR si è imbarcata in questo progetto è perché ha intenzione di portarlo avanti, altrimenti non sarebbe nemmeno entrata, o avrebbe avuto la scusa di mandare a monte il tutto quando sono caduti i MAX e non ci avrebbe nemmeno messo la faccia davanti agli USA.
5. Naturalmente anche io credo che in ogni caso il fatto di avere finanze illimitate non significa scialacquarle, come è accaduto nel caso dell'India e della Thailandia. Che poi in quel caso non è dato sapere se hanno chiuso perché non ritenevano opportuno sopportare quelle perdite o se la crescita è stata stoppata per la questione dei MAX (avevano chiuso i voli a gennaio è vero, ma credo che qualche sentore sui MAX ci sia stato già a quei tempi).
Ecco, messa così sono già più d'accordo, con l'eccezione dei rapporti Qatar-USA.
Spenderei due righe per chiarire meglio la situazione del piccolo emirato. Con la salita al potere del giovane Tamim bin Hamad, Doha ha intrapreso una politica estera ancora più autonoma e spesso ostile rispetto a quella dell'Arabia Saudita (la potenza regionale), fino ad arrivare ad uno scontro aperto su vari fronti internazionali (Libia e Yemen su tutti), dove sauditi (ed alleati) e qatarioti si stanno di fatto facendo una guerra per procura finanziando opposte fazioni.
Come sai due anni fa sauditi e satelliti hanno imposto un blocco totale al Qatar, facendo tutto quel che potevano fare danneggiarlo senza arrivare alla guerra aperta. Gli enormi giacimenti di gas presenti nell'emirato, hanno permesso di sopperire ai costi economici di questo blocco, ma hanno messo il Qatar in una difficile posizione strategica.
Come scritto prima, se non ci fosse stato il veto degli USA, probabilmente il Qatar avrebbe subito una visitina dei carri armati di Ryad, che probabilmente avrebbero trovato nella famiglia reale qatariota qualche testa di legno per sostituire lo scomodo Tamim.
Le forze armate qatariote al momento sono molto limitate e solo in seguito all'aumento della tensione Doha ha ordinato armi per miliardi in Europa e soprattutto negli USA.
Ma prima che il tutto sia consegnato e che i militari siano addestrati, passeranno anni.
E anche allora molto probabilmente in uno scontro contro sauditi e soci finirebbero per soccombere, ma certamente non ci sarebbe più la totale sproporzione di forze odierna.
Il territorio del Qatar è desertico, per cui l'emirato deve importare praticamente tutto. Ragione per la quale sarebbe sufficiente tagliare le forniture bloccando il porto e l'aeroporto (il confine terrestre è stato chiuso dai sauditi), per portare il Qatar letteralmente alla fame.
In questo contesto, si inseriscono gli USA. Che da buona superpotenza, ha interesse ad avere quanta più influenza possibile in giro per il globo. Se è vero che in zona il partner privilegiato è l'Arabia Saudita, è altrettanto vero che anche i rapporti con il Qatar sono sempre stati buoni. Probabilmente agli occhi di Washington, le diatribe nella penisola arabica rispondono fondamentalmente ad una logica di spartizione di influenza nella regione e in Africa, per cui finora non ha preso posizione contro uno o l'altro. Ma con ogni probabilità ha imposto ai sauditi di non invadere il Qatar. Anche perchè dal comando militare USA di Doha, sarebbe stato problematico fare i semplici osservatori di una guerra intorno a loro.
Da quanto appena scritto, dovrebbe essere chiaro quanto l'indipendenza del Qatar sia in bilico in questo momento storico e quanto dipenda esclusivamente dalle scelte USA. Va da se che questi ultimi, come in altri casi (Corea del sud, Giappone), non hanno troppe remore a ricordare l'indispensabilità del loro ruolo e i costi militari che Washington deve sostenere. Per cui i paesi che godono di cotanta protezione, si sdebitano tendenzialmente comprando prodotti USA.
Ed è un affare per entrambi. Ma non va mai dimenticato che il rapporto è asimmetrico. Gli USA potrebbero comunque prosperare anche senza gli acquisti dei paesi protetti, ma alcuni di questi ultimi (Qatar e Corea del sud in primis), rischierebbero la sovranità in caso di partenza delle truppe USA.
Per cui quando Al Baker ottiene qualcosa dagli USA, devi vederla come una gentile concessione di questi ultimi fatta per convenienza. Ma in nessun caso il contrario.