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malpensante
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Messaggio da leggereda malpensante » mar 20 apr 2021, 14:02:06

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
La strategicità perduta di Alitalia
19.04.21
Mario Sebastiani


Alitalia non può competere sul mercato europeo con le low cost perché non ne ha i costi. Né può competere con le grandi compagnie sul lungo raggio perché non ha i mezzi. Nelle incertezze post-Covid conviene procedere sulla via della liberalizzazione.

Dalla compagnia di bandiera alla ricerca di un alleato

In più di un’occasione, su lavoce.info, mi sono espresso a favore del rilancio di Alitalia. Non per attaccamento alla bandiera, anche se – devo ammetterlo, forse per età – in passato mi inorgogliva vedere in qualche aeroporto lontano la livrea della compagnia, ma per altre ragioni. Il 31 luglio del 2018 sostenevo che un vettore nazionale è importante non perché sia altrimenti carente l’offerta di servizi aerei di medio e lungo raggio, dove la domanda crea l’offerta come dimostra l’esplosione dei collegamenti serviti da compagnie low cost e non solo. È importante, invece, per assicurare collegamenti diretti di lungo raggio, perché i grandi carrier internazionali soddisfano sì la nostra domanda nazionale, ma lo fanno attraverso i propri hub – inglesi, francesi, tedeschi o mediorientali che siano. Tant’è che oltre il 50 per cento dei passeggeri da o per l’Italia sono costretti a viaggiare via aeroporti di altri paesi. E non è indifferente per loro – per la domanda d’affari e per quella turistica – spendere un 40-50 per cento in più del tempo di viaggio a causa dei transiti, né lo è la rottura di carico per quella cargo.

Oggi c’è da aggiungere che i segmenti di mercato redditizi (Covid a parte) sono quelli di breve/medio raggio in “modalità low cost” e quelli intercontinentali per i full carrier. Non appartenendo l’Alitalia, lato costi, alla prima categoria, né (se non per le ambizioni) alla seconda, per carenza di operativo e di mezzi, era necessario trovarle un partner che l’aiutasse a rimettersi sulla scena. Non un grande carrier europeo, come Lufthansa, che avrebbe avuto interesse a trasferire altro traffico verso Francoforte o Monaco. E neanche uno come Air France-Klm che questa inclinazione l’ha già messa in atto da “alleato”. Sarebbero invece servite compagnie forti sul breve-medio raggio e assenti dal lungo raggio, ma potenzialmente interessate a svilupparlo, a cui offrire di subentrare ad Alitalia sul medio raggio. Ciò avrebbe permesso alla nostra compagnia di uscire da un mercato che le pesava come un macigno e, con il ricavato della vendita di aerei e slot, le avrebbe permesso di investire in un paio di dozzine in più di aerei di lungo raggio, alimentati dal partner anche da città italiane dalle quali è maggiore l’esodo verso altri hub stranieri. In prima battuta, suggerivo, EasyJet o Wizzair. Tramontata questa possibilità, finita come sappiamo l’esperienza con Ethiad, tocca arrendermi all’evidenza.

A fine dicembre 2020, Air France contava 214 aerei, di cui 83 di lungo raggio, e in aggiunta 125 ordini; Lufthansa 265 aerei, di cui 83 di lungo raggio, e in più 165 ordini; British Airways 254 aerei, di cui 113 di lungo raggio, e 50 ordini. È verosimile che gli ordini siano almeno in parte in sostituzione degli aerei già in flotta ed è vero che, a causa della crisi sanitaria e della probabile coda che avrà sul trasporto aereo, le prime due compagnie hanno annunciato drastiche riduzioni di flotta, probabilmente cancellando parte degli ordini. Resta però che possono catturare economie di scala e di rete, che la fanno da padrone. Infatti questo è terreno delle grandi alleanze internazionali e dello shopping realizzato dai full carrier ex (per così dire) di bandiera.

Per contro, alla stessa data, Alitalia disponeva di 100 aerei, di cui 24 di lungo raggio (23 per passeggeri e uno all cargo) e, che si sappia, nessun ordine in portafoglio. Ora si sente parlare di risuscitare l’Alitalia con un’ulteriore cura dimagrante, che la condurrebbe ad avere 50-55 aerei. Per farne cosa? Per metterla in competizione sul mercato europeo con le compagnie low cost senza averne i costi? O sul mercato intercontinentale con i full carrier, come sembra l’intendimento del governo, motivato dalla strategicità di disporre di una adeguata offerta di collegamenti intercontinentali diretti, senza disporre di una rete di alimentazione degli hub nazionali? Per di più, con il crescendo di perdite che, causa pandemia, tutte le compagnie (anche quelle sane) mettono in conto per i prossimi anni? Siamo certi che la dichiarata strategicità di Alitalia non sia quella di sempre, a fini di consenso politico-sociale immediato?

Le nuove prospettive

Arrivati a questo punto, tocca forse farsi una ragione che la strategicità dei collegamenti intercontinentali diretti può anche non identificarsi con un vettore di bandiera. E che anche per questo mercato la domanda può creare l’offerta, se accompagnata da opportune misure. Una volta preso atto che non vi è un campione nazionale efficacemente difendibile – difendibile nell’interesse generale alla connettività – tanto varrebbe andare avanti sulla via della liberalizzazione. Quanto meno rifletterci su.

Il regime di open skies con Usa e Canada e l’allentamento dei vincoli sugli accordi bilaterali di traffico hanno dato i loro frutti e d’altra parte il principio di reciprocità non possiamo più permettercelo. Vi è dunque da interrogarsi se non sia tempo di sperimentare, a seconda della nazionalità dei vettori, accordi di traffico sulla base della V o VII libertà individuate dalla Convenzione di Chicago, sulle direttrici Nord Europa e Africa centro–meridionale (ad esempio, collegamenti fra Londra e il Sud Africa via Malpensa o Roma) oppure fra la costa Est del Nord America e l’Estremo Oriente con stop in aeroporti italiani, magari supportati da incentivi di marketing da parte dei gestori aeroportuali.

Vi si opporrebbero irriducibili conflitti di interesse, diversi dalla pervicace difesa dei campioni nazionali? Non potrebbe essere una prospettiva interessante, ad esempio per British Airways o per Lufthansa e per South African Airways, riempire gli aerei anche con passeggeri e merci imbarcati o sbarcati in Italia? Lo stesso ragionamento riguarda Delta e Air China. Certo, bisognerà vedere quali dinamiche si affermeranno post-Covid. Qui si naviga nel buio aspettando i vaccini, dunque limitandosi a sondare le previsioni per l’anno in corso. Però le più recenti previsioni danno come scenario più probabile un ritorno ai livelli del 2019 fra il 2024 e il 2026.

Vi sono da tenere in conto il contraccolpo psicologico della pandemia e la flessione del reddito pro-capite di larga parte della popolazione mondiale sulla propensione a viaggiare e l’effetto di sostituibilità sul breve raggio a favore di altre modalità di trasporto. Sul lungo raggio non esistono alternative, ma il traffico turistico sarà sottoposto ai contrastanti effetti, per un verso, della diminuzione dei redditi e delle preoccupazioni sanitarie, e per altro verso della “voglia di evasione” tanto a lungo compressa. Il traffico d’affari sarà influenzato dal più vasto ricorso ad altri mezzi di comunicazione, tanto più convenienti quanto più time consuming sono i viaggi.

Sul lato dell’offerta è da vedere come ne usciranno le compagnie aeree. Norwegian ha già annunciato di rinunciare al lungo raggio, impresa probabilmente avventata per una low cost. Air Italy è stata fortunatamente liquidata prima del Covid, ché certo ne sarebbe uscita peggio. Insomma, come gli alberi della marshalliana foresta, è da prevedere che la tempesta abbatta quelli più fragili o meno protetti e spinga i grandi carrier ad accentuare la razionalizzazione degli operativi e a orientarsi verso un ulteriore consolidamento del mercato. È da facili profeti prevedere che l’Alitalia non sarà fra gli alberi destinati a sopravvivere.

Tanto più per questo starebbe opportuno un ulteriore giro di giostra di liberalizzazione dei diritti di traffico, sia a tutela dell’interesse nazionale propriamente inteso, sia come rilancio della concorrenza.


https://www.lavoce.info/archives/73695/ ... -alitalia/

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malpensante
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Re:

Messaggio da leggereda malpensante » mar 20 apr 2021, 14:04:34

malpensante ha scritto: mar 20 apr 2021, 14:02:06 Alitalia non può competere sul mercato europeo con le low cost perché non ne ha i costi. Né può competere con le grandi compagnie sul lungo raggio perché non ha i mezzi.
Niente da aggiungere.

Si possono salvare solo i voli intercontinentali che non cercano feed altrove, i voli feed nazionali per gli intercontinentali e il traffico nazionale che è time sensitive anziché price sensitive.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda I-GABE » mar 20 apr 2021, 15:16:17

Non conosco l'autore, ma non condivido alcuni passaggi.

Ad esempio:
- il riferimento alla vendita di slot e di aerei da parte di Alitalia (i primi non si vendono, i secondi sono per lo piu' in leasing o troppo vecchi);
- il fatto che la domanda generi offerta (quando spesso per le LC e' il contrario, e' l'offerta a far emergere domanda latente);
- non si capisce perche' BA dovrebbe mettersi a fare scalo in Italia (se non su pochissime destinazioni) quando avrebbe potuto benissimo farlo anche ora. Parimenti, non mi pare che Delta o altre compagnie citate si siano mai messe a chiedere diritti, considerato che comunque magnano abbastanza stando nelle loro alleanze.

Assolutamente condivisibile invece il suggerimento ad abbandonare l'idea del vettore di bandiera a tutti i costi e la conseguente spinta ad una liberalizzazione, invece che il continuo azzoppamento del settore a difesa di AliLazio.

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malpensante
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda malpensante » mar 20 apr 2021, 18:13:48

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RAV38
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda RAV38 » mar 20 apr 2021, 20:38:42

Impeccabile l'articolo di Cuneo, compreso il finale. Non tarallucci e vino, ma un compromesso da dimenticare presto mi sembra probabile.

KittyHawk
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda KittyHawk » mar 20 apr 2021, 23:14:45

Game, set, match per Cuneo.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda KittyHawk » mer 21 apr 2021, 08:14:39

Il solo pensiero che l'intervistato sia vicepresidente della Camera mi deprime. Dalla libertà di parola siamo passati alle parole in libertà. C'è talmente tanto da ribattere che si farebbe prima a riscrivere l'intervista.
Tutte le evidenziazioni già presenti nell'articolo.
Alitalia / Intervista a Rampelli (Fdi), un dovere difendere la sovranità del trasporto aereo

Il suo video sui “10 luoghi comuni da sfatare su Alitalia” è diventato virale. Inoltrato migliaia di volte nelle chat dei dipendenti interessati alla tutela del posto di lavoro, anche di schieramento opposto, è giunto sui tavoli che contano. Quello del ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti con cui ha un rapporto diretto. Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei deputati, deputato di Fratelli d’Italia ha uno stile tutto suo. Quando afferra un osso non lo molla. Così fa per Amazon, non c’è un giorno che non faccia un comunicato contro lo strapotere del gigante elettronico, e così sta facendo per la tutela e il rilancio di Alitalia, sul quale si sta impegnando partecipando a continue manifestazioni ma soprattutto redigendo dossier coadiuvato da tecnici, docenti universitari, manager della compagnia di bandiera.

On. Rampelli, in quel suo video lei ha dato una lettura completamente alternativa alla vicenda Alitalia, sostenendo la necessità di un intervento dello Stato. Eppure, il problema di come rendere competitiva un’azienda, che rispetto ai concorrenti ha costi di gestione molto più alti, resta.

In realtà i costi di Alitalia fuori controllo sono stati individuati ma in quattro anni di commissariamento non sono mai stati ristrutturati. Se la compagnia riporta questi costi sotto controllo (in particolare le spese per i leasing degli aerei, l’acquisto del carburante e la manutenzione) può stare agevolmente sul mercato con le proprie gambe. Non bisogna poi dimenticare ciò che rende Alitalia unica nel panorama mondiale: la compagnia più puntuale del mondo, il record di sicurezza, la qualità di piloti, operai specializzati e assistenti di volo e l’esperienza sedimentata in settant’anni di attività nei quattro angoli del globo, che fanno invidia alle altre compagnie. Solo per fare un paragone, guardiamo il record di sicurezza di Air France e confrontiamolo con Alitalia: i cugini d’Oltralpe non ne escono bene. Il problema è tutto nelle forniture che in questi anni sono state regolarmente fuori mercato.

Eppure lo Stato è già intervenuto varie volte a favore della compagnia, che cosa non è andato per il verso giusto?

Anche qui la lettura è parziale. Lo Stato ha speso molto con la cassa integrazione che esso stesso ha creato. Non solo. Nessuno mette in conto che un’azienda che fattura cinque miliardi di euro l’anno paga solo di iva un miliardo nelle casse dello Stato. Inoltre, versa anche l’Irpef sugli stipendi dei dipendenti. Quindi, se contiamo quanto l’azienda ha versato nelle casse dello Stato ci rendiamo facilmente conto che è stato un affare e non una perdita per la collettività. Senza contare l’enorme valore dell’indotto. In sintesi, lo Stato ha recentemente speso soldi per ridimensionarla, non per svilupparla.

Che problema c’è con Ita?

Alitalia ha ancora tutte le certificazioni per volare sulle tratte internazionali. Se invece faranno partire ITA molto probabilmente queste certificazioni non saranno rilasciate prima di un lasso di tempo significativo. Poi, consideriamo che nel mondo c’è un’altra Italia, coloro che sono emigrati o discendenti dei nostri stessi antenati e sono sessanta milioni. Quindi possiamo contare sulla fedeltà dei nostri connazionali all’estero che vogliono volare con il tricolore sulla coda. Ecco, perché privarsi di questo simbolo dell’italianità nel mondo, come il logo Alitalia, lo ritengo una follia. E questa follia è stata voluta dalla Commissione che, tra le varie condizioni per rilanciare Alitalia, vuole una minicompagnia aerea con un altro nome. Alitalia è un marchio che da solo vale miliardi di euro. È evidente che all’Europa dà fastidio non solo Alitalia ma anche tutto ciò che essa rappresenta: l’eccellenza italiana. Immagino un avvoltoio girare sopra le nostre rotte aeree per accaparrarsi i flussi turistici miliardari senza tuttavia offrire ciò che Alitalia ha offerto agli italiani anche in questa fase pandemica.

A che si riferisce?

Quando nei cieli d’Italia non girava un volo, Alitalia è andata a recuperare i nostri connazionali nelle aree del contagio per riportarli in madrepatria. Si è occupata del trasporto degli organi per trapianti, di malati in barella e disabili. Insomma, svolge un servizio pubblico universale che compagnie aeree straniere si potrebbero rifiutare di svolgere. Lo Stato, inoltre, deve garantire la copertura territoriale delle aree economicamente meno ricche, solo una compagnia di bandiera può garantire a tutti i passeggeri il diritto costituzionale alla mobilità. I voli Alitalia sono quindi considerati “servizio pubblico essenziale” dove la parola chiave è l’ultima, ‘essenziale’.

La UE proibisce sovvenzioni da parte dello Stato alle compagnie aree pubbliche. Come la mettiamo?

Non è esatta come affermazione poiché lo Stato imprenditore è una possibilità prevista dalle norme europee, ma deve operare secondo criteri di mercato come se fosse un normale imprenditore privato. Il taglio del personale dipende dalle dimensioni della flotta. In funzione di quanti aerei si vogliono far volare ci sarà un numero di dipendenti impiegati. Il punto è proprio questo: l’Europa sta imponendo delle condizioni capestro che tarpano le ali della futura compagnia. Basti considerare la differenza di ristori che l’Ue ha riconosciuto all’Air France, 4 miliardi, a Lufthansa, 11 miliardi e all’Alitalia, 297 milioni di euro.

Sul tema ieri ha lanciato la proposta per riaprire il bando per acquistare di nuovo gli asset. Di cosa si tratta?

Un bando è stato già aperto l’anno scorso, precisamente il 5 marzo 2020, ma è stato sospeso con l’arrivo del COVID. Dato che mancavano due giorni alla scadenza naturale del bando, teoricamente si potrebbe riaprire la gara, per due giorni, acquistare tutti gli asset, il logo, il marchio, far transitare aerei e personale nella nuova realtà, e battere la concorrenza sul tempo. In questo modo rispetteremmo le regole europee, eviteremmo esuberi marziani, che in Alitalia non esistono, sono solo frutto di un inaccettabile pregiudizio, e come effetto collaterale potremmo disporre anche dei tre miliardi stanziati per la partenza di ITA. Direi che è indispensabile valutare questo percorso perché non possiamo lasciare le nostre rotte turistiche, tra le più appetite al mondo, alle compagnie straniere né accettare un compromesso al ribasso con una minicompagnia imposta da Bruxelles.

Insomma, anche qui Fratelli d’Italia rivendica la centralità degli interessi della nazione.

Guardi, la chiami pure sovranità dei cieli, che per il caso Alitalia diventa sovranità del trasporto aereo. L’Italia non può andare in Europa con il cappello in mano e accettare di tagliare un asset strategico come una compagnia di bandiera. Siamo il secondo Paese manifatturiero, con un’industria florida come il turismo e dobbiamo farci dire dagli altri come portare turisti, imprenditori e merci in Italia? L’Italia che cede il trasporto aereo a terzi è come l’Arabia Saudita che cede la gestione dei pozzi alla Cina.
https://www.labparlamento.it/alitalia-intervista-a-rampelli-fdi-un-dovere-difendere-la-sovranita-del-trasporto-aereo/

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda wrth » mer 21 apr 2021, 09:01:09

"Anche qui la lettura è parziale. Lo Stato ha speso molto con la cassa integrazione che esso stesso ha creato. Non solo. Nessuno mette in conto che un’azienda che fattura cinque miliardi di euro l’anno paga solo di iva un miliardo nelle casse dello Stato. Inoltre, versa anche l’Irpef sugli stipendi dei dipendenti. Quindi, se contiamo quanto l’azienda ha versato nelle casse dello Stato ci rendiamo facilmente conto che è stato un affare e non una perdita per la collettività. Senza contare l’enorme valore dell’indotto. In sintesi, lo Stato ha recentemente speso soldi per ridimensionarla, non per svilupparla."

E i debiti che ha lasciato ai vari fornitori e gestori di aeroporti sono una bella cosa..., La storia dell'IRPEF e dei contributi mi sembra il gioco delle tre carte... :naughty:

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda D960 » mer 21 apr 2021, 09:54:59

La narrazione dell'Istituto Luce era più sincera e veritiera :geek: .
AHO-ARN-BLQ-BGY-CAG-DUB-FCO-FLR-FRL-GOA-GRO-KIR-KBP-LIN-MXP-MUC-OLB-PMF-PSA-STN-TBS-TPS-TRN-TRS-TSF-VCE

Primo anno in perdita, secondo in pareggio e terzo in utile

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda easyMXP » mer 21 apr 2021, 12:52:36

Uno legge e pensa "caspita, ha ragione, AZ è fondamentale!"
Poi guarda la quota di mercato di AZ sul mercato internazionale verso l'Italia e capisce che sono una marea di cavolate.
Però tanti si fermano alla prima lettura, purtroppo.

Se i 60 milioni di italiani all'estero sentissero così tanto il bisogno di volare con AZ che si pagassero loro il mantenimento della compagnia.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda I-GABE » mer 21 apr 2021, 13:10:45

Conta pure 60 milioni -1 (anzi, 2).
Che se la paghino i Romani AZ, tanto possono annegare i costi come Roma Capitale.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda RAV38 » mer 21 apr 2021, 14:17:47

Rampelli è romano de Roma, di calibro trasteverino. Del sistema aereo italiano se ne frega. E' ansiosamente alla ricerca di un po' di visibilità nel suo ambito locale, e perfino nel suo partito dove non è mai riuscito ad emergere.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda Clipper_Mandarin » mer 21 apr 2021, 14:19:15

malpensante ha scritto: mar 20 apr 2021, 18:13:48
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Il Sole 24 Ore
L'articolo riporta, come dato di fatto, che in Italia ci sia penuria di passeggeri business class, tanto da rendere svantaggiata Alitalia rispetto alle grandi compagnie europee; è davvero così?
Inoltre, come sempre, anche negli articoli più equilibrati non ci si pone mai il problema se sia il caso di provare a cambiare hub: si dà sempre per scontato che debba essere FCO.
Ciao,
Massimo

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda malpensante » mer 21 apr 2021, 14:22:53

Quella è autocensura, Cuneo sa bene per esperienza personale dove c'è quel poco di traffico business in Italia.

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Messaggio da leggereda malpensante » mer 21 apr 2021, 14:26:00

Alitalia, manifestazione dei lavoratori: bloccata Piazza Venezia

I sindacati alla Ue: "Tutelare chi è in difficoltà"
21 APRILE 2021

Attimi di tensione, con qualche spintone, durante la manifestazione dei lavoratori Alitalia al centro di Roma. I manifestanti si sono spostati da piazza Santi Apostoli riversandosi a piazza Venezia e bloccando il traffico. La polizia locale ha dovuto temporneamente bloccare il traffico, per poi procedere a graduali riaperture al transito dei veicoli.

"Una comunità degna di essere tale aiuta quelli che stanno peggio non chi sta meglio", ha detto Fabrizio Cuscito, segretario nazionale Filt Cgil, sull'esito dell'incontro con la rappresentanza italiana della Comunità europea nel corso della manifestazione dei lavoratori Alitalia a piazza dei Santi Apostoli a Roma. "Manderemo - prosegue il dirigente nazionale della Filt Cgil - una lettera con le nostre richieste alla rappresentanza italiana dell'Ue che ci ha assicurato verrà trasmessa a Bruxelles alla direzione generale concorrenza". "Nell'incontro - sottolinea infine Cuscito - abbiamo ribadito la nostra contrarietà alle richieste avanzate a Bruxelles che di fatto stanno bloccando l'avvio della newco Ita. Continueremo a manifestare finché non saranno accolte le nostre richieste a tutela del futuro della compagnia e dei lavoratori".

"Anche oggi siamo costretti a scendere in Piazza per manifestare il disagio delle migliaia di lavoratori che vivono con apprensione questi momenti, dove da una parte, l'Alitalia in Amministrazione straordinaria sta esaurendo la liquidità mettendo a rischio ancora una volta gli stipendi dei dipendenti e continuità operativa. Dall'altra parte c'è un negoziato in corso che è condotto con troppa timidezza dal nostro Governo nei confronti dell'Europa che non sta facendo decollare la nuova compagnia di bandiera e quindi il progetto di interesse nazionale votato dal parlamento", la nota del segretario generale Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi.

"Abbiamo ribadito al dottor Borrelli il nostro no alla doppia morale europea sia sui ristori sia sulla partenza della nuova Ita", ha dichiarato invece la segretaria nazionale della Fit Cisl Monica Mascia al termine dell'incontro con il vicedirettore della rappresentanza della Commissione Ue a Roma, Vito Borrelli "I diktat - spiega Mascia - che la Commissione europea chiede per il rilancio della nuova compagnia sono come un nuotatore che deve partire per la gara con le mani legate". Per Mascia, "il rischio, se si seguono tutti i diktat Ue, è una compagnia Bonsai che non può competere con gli altri vettori europei, cui il progetto di rilancio da fastidio, perché vogliono prendersi il mercato italiano per spostare il reddito verso i loro paesi", conclude Mascia.


https://www.repubblica.it/economia/2021 ... -P12-S1-T1

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda carloz » mer 21 apr 2021, 14:58:06

malpensante ha scritto: mer 21 apr 2021, 14:22:53 Cuneo sa bene per esperienza personale dove c'è quel poco di traffico business in Italia.
Ma a quanto vedo è tabù scriverlo. Allora mi chiedo il perchè di articoli continui ed analisi se poi ci si ferma al palo quando si dovrebbero tirare le conclusioni.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda RAV38 » mer 21 apr 2021, 15:16:34

Sull'atteggiamento e le pretese dei sindacati e del personale di Alitalia abbiamo già parlato tante volte. E' comunque comprensibile che cerchino di difendere il loro posto di lavoro. Ma sul tema delle difficoltà che incontrano le attuali trattative con la Commissione europea mi sembra che si stia facendo da entrambe le parti un tiro alla fune comunque dannoso per tutti, comunque vadano le cose. Non voglio difendere né criticare pregiudizialmente le posizioni della Commissione. Le regole sono regole e vanno rispettate. Ma è la logica che ne guida l'applicazione che mi sembra ottusa e alla fine poco sensata. Non capisco perchè la Commissione si arroghi pregiudizialmente il diritto/potere di decidere quanti velivoli, quante e quali rotte IC, quanto personale e in quali servizi debba avere la "nuova" compagnia ITA. Tutt'al più potrebbe avere qualche motivo per intervenire sul numero quasi monopolistico di AZ negli slot a Linate. Se io fossi nei panni della Vestager (pensate un po') mi comporterei così: Volete avviare una nuova compagnia (statale) che mantenga il logo AZ, che ne rilevi velivoli, personale, componente manutenzione, ecc.? OK, fate pure e chiudiamo il discorso quì. Noi Commissione decidiamo che il totale dei prestiti- ponte finora erogati costituiscono aiuti di Stato e quindi vanno restituiti da ITA entro il termine di X mesi. Inoltre, la nuova compagnia resterà soggetta a una puntuale vigilanza e se lo Stato in futuro dovesse intervenire con nuovi aiuti finanziari, a qualunque titolo, la Commissione procederà ad irrogare le sanzioni del caso automaticamente, senza cioè attivare le usuali procedure di confronto fra le parti.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda KittyHawk » mer 21 apr 2021, 15:33:01

Mancano pochi giorni allo spegnimento della quarta candelina dell'amministrazione straordinaria, 4 anni in cui si è continuato a bruciare denaro senza risultati. Che a Bruxelles siano stufi del teatrino e vogliano cambiare è più che comprensibile.

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Messaggio da leggereda malpensante » mer 21 apr 2021, 23:25:28

Crisi Alitalia, il governo dà l’ok agli stipendi di aprile

di Leonard Berberi 21 apr 2021

Gli stipendi di aprile di Alitalia, compagnia aerea con la cassa quasi prosciugata, saranno regolarmente pagati a fine mese. Il consiglio dei ministri ha autorizzato «all’unanimità» lo stanziamento della somma che serve alla gestione commissariale (tra i 15 e i 18 milioni di euro) per erogare i pagamenti ai propri lavoratori. Una mossa quasi a sorpresa — adottata su proposta del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti — per attenuare la tensione crescente dei dipendenti e senza aspettare il via libera preventivo della Commissione europea.

Le difficoltà finanziarie

Pochi minuti prima del via libera i commissari di Alitalia avevano spiegato ai sindacati che i soldi in cassa non erano sufficienti a pagare gli stipendi di questo mese e allo stesso pure i fornitori dei vari servizi. Con l’ok del consiglio dei ministri alla compagnia aerea — in amministrazione straordinaria dal 2 maggio 2017 — potrebbero arrivare fino a 52,8 milioni di euro per poter far fronte anche alle retribuzioni di maggio. Il precedente governo Conte ha stanziato per Alitalia 350 milioni di euro di indennizzi per i danni subiti dal coronavirus e dalle restrizioni agli spostamenti. Finora ne sono stati erogati 297,2 milioni, ma tutti con la preventiva approvazione della Commissione europea. Questa volta l’esecutivo Draghi ha deciso di ricorrere alla possibilità — prevista del decreto del 2020 — di anticipare il denaro richiesto.

Il ruolo di Bruxelles

Bruxelles — spiegano fonti al Corriere — aspetta ancora le informazioni supplementari (come i dati sulle perdite rotta per rotta) che dovranno accompagnare la richiesta formale di Roma degli indennizzi di gennaio che dovrà essere poi valutata e autorizzata, mentre non sarebbe stata ancora inviata la richiesta per i danni di febbraio. E qui si apre un problema non di poco conto: i soldi anticipati dal governo — proseguono le fonti — potrebbero non essere gli stessi approvati dalla Commissione europea, anzi quasi sicuramente sono destinati ad essere inferiori dal momento che si tratta di un mese con poco traffico e pochi ricavi in generale. A quel punto la gestione commissariale dovrebbe restituire l’eventuale parte in eccesso, cosa che non è scontata.

Il progetto ITA

Nelle prossime settimane i tecnici europei potrebbero essere chiamati a indagare meglio su questo anticipo, cercando di capire se Roma non stia utilizzando questo meccanismo per aiutare Alitalia al di fuori dei canali previsti. L’intervento del governo sulle sorti di Alitalia s’intreccia anche con le sorti di Italia Trasporto Aereo, la newco pubblica creata per rilanciare il vettore tricolore. A Bruxelles l’Antitrust Ue sta da un lato valutando i prestiti erogati nel 2017 e 2019 all’amministrazione straordinaria (1,3 miliardi di euro in totale) e dall’altro sta cercando di capire la sostenibilità del progetto ITA e la discontinuità proprio da Alitalia. I tavoli tecnici, iniziati da ormai tre mesi, cercano di preservare l’investimento nella newco (fino a 3 miliardi di euro) evitando che questa venga travolta dalla condanna per aiuti di Stato illegali, cosa ormai data per scontata e che dovrebbe arrivare a fine mese.

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https://www.corriere.it/economia/aziend ... def6.shtml

KittyHawk
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda KittyHawk » gio 22 apr 2021, 08:10:41

Il Messaggero, mentre dà per scontata la sanzione per gli aiuti di Stato per gli 1,3 miliardi dati ad Alitalia e ci aggiorna sulla questione stipendi, si dedica anche alla fantaviazione. Sarà perché la Vestager, come ci ricorda il quotidiano, interpellata su Alitalia ha affermato che «in molti casi, un approccio concreto e una mentalità politica creativa è ciò di cui si ha bisogno»?
Il documento segreto
Eppure di scelte creative è disseminato il percorso di Ita. Tra l'altro, proprio ieri è circolato un documento, di cui è ignota la mano, che propone di fare nascere dentro l'Alitalia in amministrazione straordinaria una società per gestire aerei e personale che dovrebbe chiamarsi Alitalia Cityliner, una sorta di duplicazione di Ita. Il documento di 12 pagine, con grafici e tabelle, mette in luce in maniera alquanto scolastica i possibili vantaggi, disegna le nuove rotte, assicura che in questo modo livrea tricolore e slot saranno conservati. Indica anche il numero di velivoli per partire (63), mentre verrebbero acquistati da Alitalia i servizi di manutenzione, quelli di terra a Roma e Milano, collaborando con Ita su più fronti.

Si parla di un possibile accordo di codesharing tra le compagnie e di una serie di sinergie per «preservare tutte le rotte attive nel 2019 e la flotta di 108 aerei». E, ovviamente, del federaggio. A Ita, secondo questo schema, resterebbe in sostanza il medio e lungo raggio, mentre Alitalia Cityliner si focalizerebbe sulle rotte nazionali con basi a Milano, Roma, Venezia. Alla gestione commissariale - che quindi prolungherebbe la sua costosa missione - sarebbe affidata la vendita dei servizi di manutenzione, di quelli a terra e dell'addestramento. Nonché tutti i servizi di flight operations. In questo modo anche i commissari potrebbero continuare a dire la propria nella gestione del trasporto aereo nazionale. Non è chiaro se il documento sia già nella mani del Mise, di certo, secondo fonti sindacali, dietro lo studio ci sarebbe proprio la volontà dei commissari di proporre una soluzione alternativa al piano industriale di Ita.
https://www.ilmessaggero.it/economia/news/alitalia_stipendi_scontri_cosa_succede_ultima_ora_22_aprile_2021-5914518.html

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda az 1699 » gio 22 apr 2021, 10:55:45

Tra i comuni mortali si è obbligati per legge a lavorare fino a tre mesi senza ricevere 1 euro stipendio. Allo scadere dei tre mesi il lavoratore può rifiutarsi di recarsi a lavoro e il datore di lavoro non ha più diritto a licenziarlo per mancata presentazione. Allo scadere dei tre mesi senza stipendio si può aprire la pratica presso l'INPS per ricevere il pagamento delle mensilità non pagate con un tetto massimo di 1100 euro lordi, che equivalgono circa a 900€ e che saranno pagate in circa 6 mesi. E che saranno poi recuperate negli anni dall'eventuale attivo del fallimento.

Che schifo

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wrth
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda wrth » gio 22 apr 2021, 12:29:34

az 1699 ha scritto: Tra i comuni mortali si è obbligati per legge a lavorare fino a tre mesi senza ricevere 1 euro stipendio. Allo scadere dei tre mesi il lavoratore può rifiutarsi di recarsi a lavoro e il datore di lavoro non ha più diritto a licenziarlo per mancata presentazione. Allo scadere dei tre mesi senza stipendio si può aprire la pratica presso l'INPS per ricevere il pagamento delle mensilità non pagate con un tetto massimo di 1100 euro lordi, che equivalgono circa a 900€ e che saranno pagate in circa 6 mesi. E che saranno poi recuperate negli anni dall'eventuale attivo del fallimento.

Che schifo
L'hai detto "tra i comuni mortali", ma questi sono dipendenti di una società che è peggio di un Highlander...

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda spanna » gio 22 apr 2021, 18:43:24

https://www.ansa.it/sito/notizie/econom ... e65d0.html
Arrivano 50 milioni salva-stipendi per Alitalia. Il governo nel decreto Covid approvato ieri sera dal Consiglio dei Ministri - secondo quanto si apprende - ha inserito un articolo con il quale 'anticipa' una parte dei ''ristori'' previsti in favore della compagnia italiana per i mancati guadagni relativi al 2020.

Al momento i rimborsi relativi alle 'perdite' da Covid per il 2020 sono stimati in circa 350 milioni, 195 milioni dei quali già girati per coprire i mancati guadagni fino al 30 giugno scorso. Della parte rimanente sono stati ora anticipati 50 milioni. Serviranno come liquidità per gli stipendi di aprile.

"Abbiamo appreso dalla stampa il pagamento degli stipendi" di Alitalia da parte del governo italiano e "non abbiamo commenti specifici a riguardo", ma "spetta agli Stati membri valutare se una misura comporta aiuti di Stato che devono essere notificati alla Commissione in base alle norme comunitarie". Così una portavoce dell'esecutivo Ue commentando il via libera del governo alla nuova tranche da 50 milioni di ristori.

"In base all'articolo 1 della Costituzione chi lavora deve essere pagato", ha detto il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.

"In questa fase non possiamo fare ulteriori considerazioni sulla questione della continuità economica" tra Alitalia e la newco Ita, "non abbiamo elementi conclusivi al riguardo", ha detto ancora una portavoce della Commissione Ue, indicando che "i contatti con il governo continuano ma non è possibile anticipare i tempo o l'esito" della trattativa. La portavoce ha ricordato che, per valutare la discontinuità necessaria all'ok Ue per il decollo di Ita, Bruxelles valuta "una serie di indicatori", tra cui "il trasferimento degli asset, il loro prezzo e le tempistiche, l'identità dell'acquirente e la logica economica della transazione". Le indagini dell'antitrust Ue sui prestiti ponte da 900 e 400 milioni di euro concessi ad Alitalia nel 2017 e nel 2019 "sono in corso, ci stiamo lavorando, e ci confrontiamo con le autorità italiane proprio sui dubbi" che riguardano "la compatibilità e l'effetto sulla concorrenza".
boh, a me pare una mossa da disperati, ma magari sono io che non mi accorgo del piano raffinato che c'e' dietro
intanto anche confindustria si incaxxa:
https://www.ansa.it/sito/notizie/topnew ... c2daa.html
(ANSA) - ROMA, 22 APR - "Invece di destinare ancora una volta ingenti risorse ad Alitalia, il Governo dovrebbe puntare sull'industria, l'unica ad aver reagito ai colpi della crisi e che continua a sostenere il Paese": così Emanuele Orsini, Vice Presidente di Confindustria per il credito, la finanza e il fisco polemizzando sulla mancata proroga del superbonus. "Il Superbonus 110% è una misura che, con l'ammodernamento del patrimonio immobiliare del Paese, consente di raggiungere gli obiettivi di transizione ecologica previsti dal PNRR", afferma Orsini.
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda KittyHawk » gio 22 apr 2021, 20:09:57

Matita blu e tirata d'orecchi per Giorgetti.
L'articolo 1 della Costituzione recita: «L’Italia e` una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.», non afferma che bisogna essere pagati.
L'articolo in questione è il 36: «Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.»

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda malpensante » ven 23 apr 2021, 11:20:46

La Velina della Sera ci fa sapere che
Intanto sul fronte ITA da quel che si apprende la nuova bozza del piano industriale prevede nel suo secondo anno di attività — dopo un decollo con 47 aerei passeggeri e 2-3 per il cargo — di incrementare la flotta di quasi due terzi, aggiungendo altri 31 velivoli e portando gli aeromobili complessivi a 78.
quindi i tagli sono una messinscena.

https://www.corriere.it/economia/aziend ... 039f.shtml


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