Ita Airways, super esborso per la flotta e cassa debole. FdI accetta la vendita voluta dal governo Draghi
di Aldo Fontanarosa
La compagnia spenderà 430 milioni per gli aerei nel 2023. I suoi forti impegni di spesa per l'anno prossimo e gli attuali problemi di cassa spingono il governo ad accelerare nella privatizzazione. Incontro tra i manager delvettore con Certares, Air France e Delta
28 SETTEMBRE 2022 ALLE 05:00
ROMA – Anche se ha un piede fuori da Palazzo Chigi, il governo Draghi è deciso a vendere Ita. E Maurizio Leo - responsabile economico di Fratelli d’Italia, intervistato da Affari Italiani - accetta la cessione perché i giochi, dice, sono ormai fatti.
D’altra parte Ita - la compagnia aerea pubblica - ha impegni di spesa severi: serviranno 430 milioni di dollari solo per gestire e rafforzare la flotta nel 2023. La cassa, poi, soffre.
E in questo clima incerto, il ministero dell’Economia si tiene stretti i potenziali compratori. Proprio oggi i manager di Ita incontreranno una delegazione della cordata favorita:
- ci sarà Air France (con il top manager François Maignè);
- poi Certares (con una delegazione di 16 persone);
- e un pezzo da novanta di Delta, Isaac Husseini, responsabile delle alleanze del gigante Usa.
Acquisti e noleggi
Da sola, Ita non può continuare il cammino. Già ad ottobre, il vettore verserà 50 milioni di dollari di pre-delivery payment per i nuovi aerei. L’anticipo finirà nelle casse dei costruttori, in particolare di Airbus.
E altri 430 milioni di dollari graveranno sul bilancio di Ita nel 2023 tra anticipi per ulteriori acquisti, saldi degli acquisti, rate di leasing e gestione. Ita noleggia la maggioranza degli aerei (come l’Airbus A320-216 che il fondo Castlelake le ha appena affittato fino al 2028). In sintesi, bisognerà pagare quasi mezzo miliardo di dollari solo alla voce flotta.
Carburanti e ricavi
Poi c’è la situazione di cassa. Il 7 settembre, Ita ha scritto al ministero dell’Economia - suo azionista unico - segnalando problemi di liquidità («insostenibili» già da dicembre). Il ministero, allarmato, ha fatto delle simulazioni.
Lo scenario peggiore si determinerebbe - a dicembre 2022, appunto - nel caso il carburante aumentasse del 20% e i ricavi per passeggero diminuissero del 10% (ad esempio per un colpo di coda del Covid). In un simile scenario, la cassa di Ita sarebbe negativa per 120 milioni.
Vertice con quattro temi
Proprio la situazione finanziaria di Ita sarà all’ordine del giorno, oggi, della riunione tra i manager del vettore e la delegazione di Certares, Air France e Delta. A seguire si discuterà la redditività delle rotte. Gli americani di Delta possono fare molto per radicare Ita nel ricco mercato di Usa e Canada.
La cordata favorita passerà ai raggi X, poi, il modello di revenue management. Valuterà se Ita massimizza i ricavi decidendo il prezzo giusto dei biglietti in base alla domanda. Infine, giudicherà le aree di business di Ita. Cargo incluso.
O’Hara chiama Aponte
Ita sta facendo di tutto per farsi largo nel trasporto merci. Ad agosto ha sottoscritto una nuova alleanza commerciale (stavolta con Aeromexico). Quindi è entrata in Cargo.one. Un’azienda qualsiasi, interessata a spedire merci, va su questa piattaforma; indica il peso dei beni; e con un clic vede tutti i vettori disponibili al trasporto. Tra queste compagnie, ci sarà anche Ita.
Ma simili iniziative e alleanze - per quanto promettenti - non consentono a Ita di imporsi. Serve qualcosa in più. Per questo Greg O’Hara, presidente di Certares, ha chiesto al ministero il permesso di contattare l’Msc Group, leader nel trasporto merci via mare e nelle crociere, per offrire un patto intanto nel cargo.
Per ora Aponte - che è stato alleato di Lufthansa nella corsa a Ita - non risponde. Nell’attesa, anche Ita tiene vivi i rapporti con Msc rinnovando un’intesa da 6,5 milioni. Ita garantirà dei voli charter a Msc, che li riempirà dei suoi croceristi dell’autunno.
https://www.repubblica.it/economia/2022 ... 6-P5-S5-T1