Ita: nuovo decreto Presidente Consiglio per favorire la vendita a Lufthansa #ITA4

[clabre]

Come funziona con le alleanze? Non ricordo esattamente il termine, ma non era entro fine 2022 che ITA avrebbe potuto disdettare l'accordo con SkyTeam senza penali? E se si va oltre?

[malpensante]

Probabilmente sono state stabilite per ITA penali contenute per abbandonare SkyTeam dopo la deadline iniziale di fine giugno. Una seconda deadline è sicuramente domani.

L’appartenenza di ITA a SkyTeam nel 2022 doveva servire soprattutto alla collaborazione con Delta nelle rotte dal Nordamerica e abbiamo visto che Delta si è ampiamente preparata a un prevedibile ritiro di AZ aumentando considerevolmente i voli con metallo proprio verso l’Italia. Nel 2023 potremmo dunque vedere sia un aumento dei voli Delta sia un incremento dei voli United, nel campo Star Alliance, come quelli annunciato da San Francisco per Roma e quello stagionale da Chicago a Malpensa, di cui è stata esteso il periodo di operatività.

Avremo una replica aeronautica delle guerre d’Italia di inizio ‘500.

[milmxp]

Comunque possiamo dire che nel 2022 non hanno concluso un bel niente.

[skyrobbie]

https://simpleflying.com/lufthansa-ita- ... ket-sales/

Secondo quanto postato oggi su questo link, sul sito LH si possono acquistare tratte operate da ITA: è una novità oppure era già possibile?

[malpensante]

Pare, almeno così si legge altrove, che sia un banale interline e che comparissero i voli anche all'epoca in cui tutti credevamo che ITA sarebbe finita a MSC.

[belumosi]

Pubblicato il dpcm sulla Gazzetta Ufficiale.

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 22 dicembre 2022 Procedura di dismissione della partecipazione del Ministero dell'economia e delle finanze in ITA S.p.a. (22A07448) (GU Serie Generale n.1 del 02-01-2023)

IL PRESIDENTE
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Visto l'art. 4 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;
Visto l'art. 24 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, che
attribuisce al Ministero dell'economia e delle finanze la gestione di
partecipazioni azionarie dello Stato, compreso l'esercizio dei
diritti dell'azionista;
Visto l'art. 4, comma 1, lettera f) del decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri 26 giugno 2019, n. 103, e successive modifiche
ed integrazioni, recante norme di riorganizzazione del Ministero
dell'economia e delle finanze, che attribuisce al Dipartimento del
Tesoro la gestione delle partecipazioni azionarie dello Stato e
l'esercizio dei diritti dell'azionista;
Visto il decreto-legge 31 maggio 1994, n, 332, convertito, con
modificazioni, dalla legge 30 luglio 1994, n. 474, e successive
modifiche ed integrazioni, con il quale sono state definite le
modalita' delle dismissioni delle partecipazioni azionarie dello
Stato e degli enti pubblici;
Visto l'art. 79 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito,
con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, e successive
modificazioni ed integrazioni, con il quale e' stata autorizzata la
costituzione di una nuova societa', interamente controllata dal
Ministero dell'economia e delle finanze, per l'esercizio
dell'attivita' d'impresa nel settore del trasporto aereo di persone e
merci;
Visto il decreto del 9 ottobre 2020 del Ministro dell'economia e
delle finanze, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e
trasporti, il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro del
lavoro e delle politiche sociali, con il quale e' stata costituita la
societa' per azioni denominata Italia Trasporto Aereo S.p.a. (ITA
S.p.a.), avente per oggetto sociale l'esercizio dell'attivita'
d'impresa nel settore del trasporto aereo di persone e merci;
Vista la decisione della Commissione europea del 10 settembre 2021,
con la quale la Commissione ha concluso che l'operazione non
costituisce un aiuto di Stato ai sensi della normativa dell'Unione
europea;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (DPCM)
11 febbraio 2022, recante «Modalita' di alienazione della
partecipazione del Ministero dell'economia e delle finanze in ITA
S.p.a., ai sensi dell'art. 1, comma 2, del decreto-legge 31 maggio
1994, n. 332, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
1994, n. 474, come modificato dall'art. 4, comma 218, lettera a),
della legge 24 dicembre 2003, n. 350.»;
Vista la procedura competitiva in esecuzione del decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri in data 11 febbraio 2022, con
particolare riferimento alle fasi di sollecitazione d'interesse da
parte degli investitori potenziali e di offerta da parte dei
raggruppamenti interessati;
Ritenuta conclusa la suddetta procedura;
Ritenuto necessario procedere alla dismissione della partecipazione
del Ministero dell'economia e delle finanze in ITA S.p.a. rivedendone
integralmente le modalita' al fine di accelerare la definizione di
partnership che assicurino il perseguimento degli obiettivi di
sviluppo industriale e di potenziamento dell'attivita' di ITA S.p.a.;
Considerato opportuno a tale scopo consentire che la dismissione
della partecipazione del Ministero dell'economia e delle finanze in
ITA S.p.a. possa essere realizzata in piu' fasi, fermo restando il
riconoscimento in ogni fase al Ministero dell'economia e delle
finanze di adeguati poteri a presidio del perseguimento dei detti
obiettivi;
Ritenuto opportuno, tenuto conto dell'ampiezza della ricerca gia'
effettuata di soggetti potenzialmente interessati all'acquisizione e
considerato che lo scenario di mercato di riferimento non risulta
sostanzialmente mutato, limitare la procedura ai soggetti che hanno
gia' partecipato alla procedura di cui al suddetto decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri per l'acquisto di una
partecipazione nel capitale di ITA S.p.a. e che siano in grado di
acquisire una partecipazione iniziale nella societa' ITA S.p.a. di
entita' tale da confermare la serieta' dell'impegno oltre che di
acquisirne successivamente il controllo o la maggioranza del
capitale;
Considerato altresi' funzionale al perseguimento degli stessi
obiettivi che anche all'esito di successive operazioni di
acquisizione e cessione la maggioranza del capitale di ITA S.p.a. sia
comunque detenuta da una compagnia aerea;
Vista la delibera del Consiglio dei ministri del 21 dicembre 2022;
Sulla proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di
concerto con il Ministro delle imprese e del made in Italy;

Decreta:

Articolo unico

1. Le premesse costituiscono parte integrante e sostanziale del
presente decreto.
2. La cessione della partecipazione in ITA S.p.a. e' effettuata dal
Ministero dell'economia e delle finanze tramite trattativa diretta
limitata ai soggetti che singolarmente o nell'ambito di un
raggruppamento hanno partecipato alla procedura di cui alle premesse
per acquisire una partecipazione in ITA S.p.a., purche' non siano
sottoposti a vincoli che non consentano l'acquisizione del controllo
o della maggioranza del capitale di ITA S.p.a. Nell'ambito degli
offerenti deve essere necessariamente presente una compagnia aerea
che deve acquisire la maggioranza del capitale oggetto di ciascuna
fase dell'operazione. L'offerente, fermo quanto previsto dal periodo
precedente, deve garantire che anche alla data dell'uscita del
Ministero dell'economia e delle finanze dal capitale di ITA S.p.a. la
maggioranza del capitale di questa sia detenuto da una compagnia
aerea. La struttura e le condizioni dell'operazione di cessione
assicurano la conformita' della stessa a quanto previsto nel presente
decreto.
3. Il prezzo di acquisto della partecipazione tiene conto del
valore del patrimonio netto di ITA S.p.a., come risultante dal
bilancio della societa', dalle relazioni finanziarie intermedie e
dalle stime di chiusura dell'esercizio prodotte da ITA S.p.a. In
ragione degli obiettivi di sviluppo della societa', l'acquisizione
della partecipazione puo' essere rappresentata, in tutto o in parte,
dalla sottoscrizione da parte dell'acquirente di uno o piu' aumenti
di capitale, anche riservati, deliberati da ITA S.p.a..
4. Il Ministero dell'economia e delle finanze avvia la trattativa
in esclusiva con il soggetto o i soggetti individuati ai sensi dei
commi precedenti, al fine di definire, anche con la partecipazione di
ITA S.p.a.:
a) il piano industriale di sviluppo e crescita di ITA S.p.a.,
con particolare attenzione allo sviluppo degli hub nazionali,
all'ingresso in mercati strategici e all'incremento delle rotte a
lungo raggio;
b) l'accordo tra azionisti, con l'obiettivo di garantire che:
i) la gestione di ITA S.p.a. sia improntata a modalita' idonee ad
assicurare il conseguimento degli obiettivi del piano industriale,
prevedendo a tal fine il preminente coinvolgimento nella gestione
della compagnia aerea offerente o partecipante al raggruppamento; ii)
al Ministero dell'economia e delle finanze siano riconosciuti
adeguati poteri di controllo sulla gestione ed il diritto di
gradimento su nuovi azionisti; iii) siano adottati meccanismi di
presidio da parte del Ministero dell'economia e delle finanze sulle
decisioni rilevanti ai fini del perseguimento degli obiettivi di
sviluppo e potenziamento di ITA S.p.a.;
c) le clausole di opzione relative alla cessione della
partecipazione residua detenuta dal Ministero dell'economia e delle
finanze nel capitale di ITA S.p.a.;
d) il contratto che disciplina l'operazione di acquisto o
sottoscrizione di uno o piu' aumenti di capitale deliberati da ITA
S.p.a..
Il presente decreto e' sottoposto al controllo della Corte dei
conti e inviato alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana per
la pubblicazione.

Roma, 22 dicembre 2022

Il Presidente
del Consiglio dei ministri
Meloni

Il Ministro dell'economia
e delle finanze
Giorgetti

Il Ministro delle imprese
e del made in Italy
Urso


Registrato alla Corte dei conti il 23 dicembre 2022
Ufficio di controllo sugli atti del Ministero dell'economia e delle
finanze, n. 1889

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/s ... orni=false

[belumosi]

Il dpcm è chiaramente impostato per permettere solo a LH di concorrere.
La presenza dell'opzione call per le azioni residue in mano al Tesoro, conferma l'accordo per una cessione condizionata dell'intero pacchetto a medio termine.
Ora che ha ottenuto il decreto su misura, LH dovrebbe formalizzare a breve la propria proposta.
Un altro piccolo passo nella giusta direzione.

[malpensante]

Volgendo lo sguardo all'indietro anche solo di pochi mesi ci vuole una fede salda per essere convinti che sarà un percorso facile e senza scossoni.

[KittyHawk]

Il decreto è volutamente generico e, tranne il fatto che una compagnia aerea debba avere la maggioranza e che si parla di hub nazionali senza specificarli, non apporta nessuna novità significativa. Ma sicuramente contiene ciò che è necessario per cercare di chiudere la vendita.

Le cose interessanti saranno stabilite e inserite nell'accordo tra azionisti e nel contratto di vendita, ma temo che di quelle clausole non sapremo nulla, se si esclude qualche pettegolezzo fatto filtrare ad arte.

[belumosi]

Volgendo lo sguardo all'indietro anche solo di pochi mesi ci vuole una fede salda per essere convinti che sarà un percorso facile e senza scossoni.

Sembra una vita fa, ma sono passati meno di tre mesi dal fallimento del tentativo di Draghi.
E in appena 70 giorni, il nuovo governo (in teoria il più nazionalista possibile), ha estromesso il fondo Certares, riallacciato con LH e con ogni probabilità, raggiunto un accordo con i tedeschi. Accordo del quale oggi vediamo traccia dall'entrata in vigore del nuovo dpcm tagliato su misura per Colonia. Se qualcuno mi avesse predetto questa sequenza di eventi a Ottobre, sarei stato tentato di ridergli in faccia.
Invece a dispetto dei restauratori di palazzo, il dossier sembra procedere spedito, contornato da un irrituale silenzio dei protagonisti, specie quelli italiani.
E i rari politici che hanno obiettato, in realtà hanno dato l'impressione di farlo più come atto dovuto (imposto dalla loro collocazione politica), che come dissenso organizzato per cercare di boicottare l'operazione.
Se, come è molto probabile, è stato raggiunto un accordo tra le parti, l'inizio degli atti formali necessari per formalizzarlo, rappresenta la ragionevole certezza che esiste la volontà di far seguire alle parole, anche i fatti.
Se in tempi rapidi arriveranno la proposta di LH e la relativa accettazione da parte del governo attraverso la firma di un MOU, secondo me la vendita sarebbe fatta al 90%.
E questo per vari motivi. Difficilmente la fronda statalista incapace di fermare la procedura prima delle firme, avrebbe il potere di sovvertire un accordo già siglato.
Tanto più che avrebbe contro i massimi vertici del governo che avrebbero contratto l'impegno con i tedeschi mettendoci la faccia.
Grossi problemi dalla UE non ne vedo. L'antitrust di Bruxelles diventa docile come un agnellino quando ringhiano da Berlino. L'affaire LH-Air Berlin chiarisce bene fino a che punto.
Pur mantenendo i piedi di piombo (aleggia pur sempre il fantasma di AZ...), sembra che stavolta le cose vadano nella direzione giusta.

[malpensante]

Credo che questi siano i fattori determinanti del nuovo cambio di rotta:

1) al MEF, che è titolare delle azioni ITA, c’è Giorgetti, che nel governo Draghi era la persona che più ha tenuto i rapporti con Lufthansa, da Ministro dello Sviluppo Economico, quindi presumibilmente ha stipulato allora la bozza di accordo.

Giorgetti è laureato in Economia Aziendale alla Bocconi, come tale non è in grado di raccontarsi le frottole necessarie per credere a un futuro roseo per ITA standalone.

2) i conti di ITA sono così disastrosi che Meloni si è altrettanto convinta che non ci sia altra forma di sopravvivenza che Lufthansa.
L’ala statalista si è divisa in due fazioni, con il capo del governo iscritta fra quelli che
«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi».
Meloni sta cercando di rifarsi una verginità, se vuole durare tutta la legislatura non può andare lancia in resta contro Bruxelles per una battaglia stra-persa come ITA.
La disponibilità, anzi il desiderio di LH di procedere a tappe, come già fece con SN Brussels permette di conservare formalmente la maggioranza ai governativi, che presumibilmente si stanno attrezzando per il secondo tempo della partita.

3) non c’è altro pretendente che Lufthansa tra quelli che potrebbero rilevare ITA. Delta magari vorrebbe, ma non potrebbe mai prendere la maggioranza. La notizia è che Air France non è disposta a investire un euro in ITA.

Dell’accordo non sappiamo niente, perché il diavolo è nei dettagli e tutto dipenderà dai patti para-sociali. L’ala statalista metterà il bastone tra le ruote dopo. Fece fallire a suo tempo l’accordo con KLM, mi aspetto tanti “contropiedi”.

4) ITA è ormai un moscerino anche in confronto alla parte italiana di Ryanair, nonostante i tentativi di Lazzerini di aumentarne il peso a suon di leasing e assunzioni. Fuori da Roma agli Italiani non importa nulla della sua sorte, complice lo stupido cambio di brand.

5) temo che la situazione sia così compromessa che anche Lufthansa faticherà a raddrizzare i conti. A Colonia non hanno bacchette magiche, come ha dimostrato Lufthansa Italia, un disastro epico (come poi Air Italy).
L’ala statalista desidera riscrivere il proclama Diaz (« I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza.»).

Non escludo che alla fine risulti impossibile rianimare il cadavere e proprio non credo che la stipula dell’atto di matrimonio preveda come unico prosieguo possibile “E vissero tutti felici e contenti”.

[KittyHawk]

Mettiamoci in testa che ITA è ormai politicamente irrilevante (leggi: non gestisce più considerevoli assunzioni e movimenti di denaro) ed è solo motivo di imbarazzo e rischio per la compagine governativa. Rischio che è sia finanziario sia d'immagine (un fallimento targato Governo Meloni è peggiore di uno targato LH). È in quest'ottica che deve essere vista la decisione che sarà l'acquirente (obbligatoriamente una compagnia aerea) ad avere comunque la gestione fin dall'inizio, anche se le quote azionarie direbbero il contrario.

La controprova dell'irrilevanza di ITA è il dibattito che si è acceso nella Capitale e di cui, sfortunatamente, non giungono neppure gli echi al di sopra del 45° parallelo Nord.
In una recente intervista al Messaggero il cognato del Presidente del Consiglio ha perfettamente inquadrato il problema dal punto di vista locale: Roma è più importante di tutte le altre città italiane e deve avere autonomia nella gestione delle risorse e nell'esercizio del potere, sulla falsariga di ciò che vale per le altre capitali europee. Questo ruolo deve essere riconosciuto in Costituzione. Si parla di soldi, possibilmente tanti, che devono arrivare da tutt'Italia, di poltrone assegnate ai locali e di decisioni che non dovranno sottostare a controlli di altre istituzioni. È una posizione assolutamente trasversale perché, come si insegna da secoli nella città eterna, "pecunia non olet".
Ne è prova l'uscita del candidato del PD alla guida della regione Lazio: «Camera ardente e funerali del Papa emerito sono l'esempio lampante ... abbiamo in campo oltre 30 uomini, 5 ambulanze e due presidi fissi, senza alcun riconoscimento da parte dello Stato. E questo accade ogni giorno, in tutta la città, ogni qualvolta Roma ospita un grande evento, che sia istituzionale o meno». Se proprio danno fastidio e non apportano ricchezza alla città, si bandiscano i grandi eventi e si chieda al Papa di ritornare ad Avignone.

Questo è lo scenario. Davvero si può pensare che per la sorte di ITA permanga un qualche interesse nei palazzi romani?

[Mauz]

Una città in cui l'apparato centrale dello Stato è la prima industria e che ha il coraggio di venire a chiedere pure soldi per ospitarlo. Sono sempre più schifato...

Se gli pesa così tanto, cedessero al resto d'Italia un po' di apparati statali/parastatali pesanti. Certo, ti tiri dentro una manica di scansafatiche e qualche disagio a livello di manifestazioni e proteste, ma anche migliaia e migliaia di stipendi fissi, sicuri, mediamente alti e resistenti a ogni crisi economica/pandemica drenati dalle tasse di tutta Italia e spesi sul tuo territorio. Oltre a tutto l'indotto a livello di forniture.


Altro che dare più soldi a Roma.

Inviato dal mio CPH2211 utilizzando Tapatalk

[malpensante]

Questo è lo scenario. Davvero si può pensare che per la sorte di ITA permanga un qualche interesse nei palazzi romani?

Potresti ricavare le conclusioni opposte da quello che hai scritto. ITA comunque consente a parecchi una sicura mangiatoia, i suoi voli residui consentono ai pellegrini di raggiungere San Pietro per i funerali dell'emerito, riaffermando il ruolo eterno di sgangherata capoccia der monno 'nfame. Perché rinunciare al poco che resta?

Gli accordi con la linea aerea tedesca riguarderanno il mantenimento dei posti di lavoro a Roma e dei voli intercontinentali a Roma, non perché altrimenti andrebbero in Germania, ma perché altrimenti andrebbero in brughiera.

[grandemilano]

Tutto bello, tutto fantastico. Manca una sola cosa: che si faccia avanti l'acquirente. Almeno un acquirente qualsiasi..

[KittyHawk]

Questo è lo scenario. Davvero si può pensare che per la sorte di ITA permanga un qualche interesse nei palazzi romani?

Potresti ricavare le conclusioni opposte da quello che hai scritto. ITA comunque consente a parecchi una sicura mangiatoia, i suoi voli residui consentono ai pellegrini di raggiungere San Pietro per i funerali dell'emerito, riaffermando il ruolo eterno di sgangherata capoccia der monno 'nfame. Perché rinunciare al poco che resta?

Perché ITA sopravvive solo grazie a continue iniezioni di denaro pubblico, che ormai quasi più nessuno è disposto ad avallare.
ITA ha 3600 dipendenti, non tutti a Roma. Il solo ministero della pubblica istruzione ne conta, nei palazzi romani, circa 5000. Se, a seguito dell'autonomia regionale, una parte proporzionale di queste posizioni dovesse gioco forza "emigrare" al Nord, la perdita sarebbe ben superiore alla manciata di posti non essenziali che ITA può continuare ad assicurare nella capitale. E l'istruzione non è il solo ministero interessato da quanto sta portando avanti Calderoli. Aggiungo che se domani un qualsiasi peone parlamentare facesse la proposta di devolvere altri 10 miliardi all'istruzione (o sanità, o pubblica sicurezza o altro) la ggente non avrebbe alcunché da ridire, a differenza dell'idea di bruciare ancora qualche centinaio di milioni di euro per la sopravvivenza della linea aerea di Fiumicino, che ormai ben pochi utilizzano.

[grandemilano]

. A Colonia non hanno bacchette magiche, come ha dimostrato Lufthansa Italia, un disastro epico (come poi Air Italy).

Questo dimostra 2 cose:
- neanche i tedeschi sono infallibili;
- e se le cose vanno male, non ci pensano due volte a chiudere tutto (anche se la base LHItalia contava appena 8 macchine su Malpensa: che potevano benissimo essere gestire senza grosse perdite)

Inoltre dal dpcm pare che la politica voglia continuare ad avere capitolo sul piano industriale (con la voce "tutela degli hub nazionali": chiaro riferimento a FCO). E questo porterebbe a continue perdite come abbiamo visto negli ultimi 15 anni.
Fra 1-2 anni ITA rischia di diventare una aviolinea al servizio degli hub mitteleuropei, nella migliore delle ipotesi.
Io rimango pessimista.

[Mattia]

sicuramente i tedeschi lasceranno tutto come è ora per continuare a perdere soldi ... certo, come no

[Ale330]

. A Colonia non hanno bacchette magiche, come ha dimostrato Lufthansa Italia, un disastro epico (come poi Air Italy).

Questo dimostra 2 cose:
- neanche i tedeschi sono infallibili;
- e se le cose vanno male, non ci pensano due volte a chiudere tutto (anche se la base LHItalia contava appena 8 macchine su Malpensa: che potevano benissimo essere gestire senza grosse perdite)

Inoltre dal dpcm pare che la politica voglia continuare ad avere capitolo sul piano industriale (con la voce "tutela degli hub nazionali": chiaro riferimento a FCO). E questo porterebbe a continue perdite come abbiamo visto negli ultimi 15 anni.
Fra 1-2 anni ITA rischia di diventare una aviolinea al servizio degli hub mitteleuropei, nella migliore delle ipotesi.
Io rimango pessimista.

Beh la storia insegna anche che Italiani e Tedeschi assieme non durano tanto.

Come "Hub Nazionali" come può essere il riferimento a Fco, può anche essere Mxp dato che nell'ultimo e bislacco Piano Nazionale degli Aeroporti hanno infranto il tabù di FCO primo hub nazionale per voli intercontinentali.
Come è vero che i falchi del Mef vogliono condizioni precise di mantenimento di posti di lavoro a Roma, è vero anche che ci sono le condizioni LH per le quali il Gov deve per forza di cose accettare, perché altrimenti il gioiellino non se lo piglia nessuno. E queste condizioni al momento non le sappiamo, possiamo solo speculare. È tutto un "vedremo"

[malpensante]

Come "Hub Nazionali" come può essere il riferimento a Fco, può anche essere Mxp dato che nell'ultimo e bislacco Piano Nazionale degli Aeroporti hanno infranto il tabù di FCO primo hub nazionale per voli intercontinentali.

Può essere anche Linate, senza dimenticare Catania "hub del Mediterraneo".
Un hub non si nega a nessuno.

[Ale330]

Come "Hub Nazionali" come può essere il riferimento a Fco, può anche essere Mxp dato che nell'ultimo e bislacco Piano Nazionale degli Aeroporti hanno infranto il tabù di FCO primo hub nazionale per voli intercontinentali.

Può essere anche Linate, senza dimenticare Catania "hub del Mediterraneo".
Un hub non si nega a nessuno.

Esattamente, anche se Linate nel nuovo piano lo hanno addirittura declassato.
Sono proprio curioso di vedere questa Ita made in LH a fare Hub a Catania

[KL63]

Se la Meloni e Giorgetti riuscissero a liberarci di Alitalia e delle sue reincarnazioni per sempre, dovrebbero essere dichiarati almeno "beati". Facciano l'hub dove vogliono, basta che siano in attivo e che fra tre anni il pacco non ci torni indietro sotto froma dell'ennesima "bad company".
Per quanto riguarda MXP la rete dei voli STAR è già abbastanza fitta e nuovi voli si stanno per aggiungere (vedi ANA), per cui basterebbe qualche voletto di AZ by LH in più ed un po' di feeder fatto da Air Dolomiti e saremmo a posto.

[milmxp]

Le cose di cui sarei curioso per un'eventuale alleanza tra LH e ITA sono:
- Quanti abbandonerebbero Flying Blue per passare a Miles & More;
- Se ITA o chi per essa tornerà a volare EWR

[malpensante]

Non so rispondere alla prima domanda, penso che qualunque frequent flyer abbia entrambe. A fare la differenza saranno piuttosto i contratti corporate.

Per la seconda credo che ITA non volerà a EWR, perché il volo United è sufficiente. Continuerà a volare a JFK.

[KittyHawk]

Nella mente del legislatore nostrano un hub è un aeroporto con una pista, non in terra battuta, lunga più di 1500 metri e che gestisce almeno 20 voli al giorno. La formula "particolare attenzione allo sviluppo degli hub nazionali, all'ingresso in mercati strategici e all'incremento delle rotte a lungo raggio" sembra fatta apposta per lasciare la massima libertà di scelta a chi (eventualmente) comprerà Ita. Basta trovare il modo giusto per raccontare le scelte che si faranno.

Fossi il compratore collegherei Roma con le principali capitali d'Europa e del Mediterraneo e con le capitali dei nostri principali alleati (o delle principali controparti) altrove. Non occorrono tante frequenze. Il messaggio da far passare dovrebbe essere "collegare il centro decisionale italiano con i più significativi centri decisionali del mondo, per far valere la nostra importanza". La manciata di voli nazionali che affluiscono a FCO verrebbe mantenuta per ovvi motivi. L'importante è minimizzare le perdite (meglio se non ce ne sono); i turisti a Roma arrivano comunque con Ryanair & Co. Per i politici credo che l'impostazione potrebbe andare bene. Poi, così libero da condizionamenti, mi muoverei per posizionare i voli, magari la maggioranza, dove posso veramente fare i soldi. Che partano da Milano, Venezia o Comiso non importa.