L'articolo recita:
Ammettiamo ora che esistano regole stringenti che l'handler deve rispettare (e mi piacerebbe leggere un accordo, o contratto, o concessione o altro dove sono scritte, dato che non ho mai avuto occasione di leggerne uno). Cosa potrebbe succedere praticamente?Uno stato membro può, su proposta dell'organo di gestione:
Proibire a un handler o all'utente aeroportuale di fornire servizi di groundhandling o self-handling se quel fornitore o utente non rispetta le regole imposte su di lui per assicurare il corretto funzionamento dell'aeroporto.
SEA riscontra che le regole non vengono rispettate, o forse non sono rispettati determinati standard di qualità di servizio, ed effettua una serie di richiami bonari verso l'handler.
L'handler se ne infischia e SEA quindi propone allo Stato (ENAC? Ministero?) di intervenire.
Lo Stato, a sua completa discrezione, può farlo o far finta di nulla, dato che viene stabilita una possibilità, non un obbligo.
Ammettiamo pure che lo Stato si muova. Che cosa succede secondo te? Per me la prima cosa che accade è che i vertici dell'handler incriminato diranno allo Stato: (a) non ci sono soldi per aumentare uomini e mezzi e migliorare il servizio, dato che le compagnie aeree pagano poco; (b) se non possiamo più fornire servizi domani licenziamo tutti i dipendenti; (c) non siamo responsabili di ciò che potrebbe succedere in seguito (scioperi, blocco dei voli etc.).
A questo punto il Ministero competente, anche se la gestione del problema fosse in capo ad ENAC, sono sicuro si muoverebbe per bloccare l'iniziativa. Non ho ancora conosciuto un ministro felice di passare per quello che ha fatto licenziare delle persone.
Le leggi tante volte sono belle, ma bisogna sempre tenere in mente dove e come sono applicate. E noi siamo in Italia.