Sea:quotazione in Borsa e regia per gli apt del Nord

[I-Alex]

Aeroporti, le grandi manovre sul Garda
Colloqui in corso fra gli scali di Malpensa e Bergamo. La cooperazione potrebbe allargarsi a Verona e Brescia. Intanto Ryanair vola al Catullo

Grandi manovre in corso nei cieli lombardi e dintorni. Gli scali di Malpensa (Milano) e Orio al Serio (Bergamo) stanno studiando un progetto di integrazione. Un piano che in un secondo tempo protrebbe allargarsi anche ad altri aeroporti del Nord Italia. Intanto Ryanair annuncia l'avvio dei voli su Verona. Dal Catullo partiranno collegamenti a tariffa low cost per Londra, Parigi, Bruxelles e Cagliari.
Sul fronte delle operazini fra aeroporti, è stato lo stesso Giuseppe Bonomi, presidente della Sea, che gestisce Malpensa e Linate, a spiegare ieri che «nei prossimi giorni si chiuderà la prima fase delle trattative con la Sacbo», la società di Orio al Serio. Si tratta, quindi, di colloqui a livello iniziale, in cui come ha spiegato lo stesso manager, «un gruppo di lavoro congiunto fra le due società, con i rispettivi advisor industriali, ha lavorato per evidenziare le sinergie ottenibili». Ora si potrebbe entrare in una fase invece più avanzata, previo accordo fra i soci sulla fattibilità, e «gli advisor finanziari potrebbero studiare i modelli di integrazione».
Bonomi ha parlato a Milano in occasione della conferenza annuale di Aci Europe, l'associazione degli scali europei, che rappresenta oltre 400 aeroporti in 46 paesi, il 90% del traffico commerciale europeo con quasi 1,5 miliardi di passeggeri all'anno. E ha specificato che comunque il piano di avvicinamento con Bergamo può essere allargato ad altri soggetti: «crediamo si possa estendere anche al sistema degli aeroporti del Garda, vale a dire a Verona e Brescia».
In genere, i piani di Sea, che hanno necessariamente dovuto percorrere strade alternative dopo il de-hubbing di Alitalia, sono ambiziosi: entro il 2030 è prevista una crescita di un terzo dalle dimensioni attuali. La più stretta collaborazione fra gestori aeroportuali è uno dei tasselli di un più vasto piano che prevede un modello innovativo per esempio nei rapporti con le compagnie, permettendo di integrare network di vettori diversi, con politiche industriali differenti. Davanti al terminal è in realizzazione un nuovo complesso alberghiero e congressuale. È previsto un piano di investimenti, raccogliendo capitali di mercato, per 1,6 miliardi entro il 2020.
Il traffico passeggeri nel primo trimestre è stato positivo, in progresso del 9,3%, a cui si aggiunge il +40% del settore cargo. L'altra novità di rilievo, sempre in Lombardia, riguarda Ryanair, la compagnia irlandese low cost, che ha deciso di volare su Verona. I collegamenti partiranno dal prossimo autunno. Dall'aeroporto Catullo si potrà fare rotta su Cagliari, Londra (Stansted) e Bruxelles (Charleroi). «L'obiettivo di Ryanair - ha spiegato la responsabile per l'Italia Melisa Corrigan - è quello di aumentare le tratte ogni stagione, se ci saranno i numeri. Si potrebbe pensare addirittura di creare una base a Verona. Le condizioni per crescere insieme all'aeroporto ci sono tutte, considerato anche che la città e il suo territorio rappresentano per i turisti un'indubbia attrattiva».
Per puntare sulla città veneta la compagnia abbandona Montichiari, lo scalo di Brescia. E sfrutta la decisione del Catullo di cambiare strategia, dopo che il settore charter ha deluso nel 2009, registrando 4,9 milioni di perdite. Apertura ai low cost, dunque, e una ristrutturazione dello scalo che avrà un nuovo terminal tutto dedicati ai servizi per i voli a basso costo. Il piano dettagliato verrà presentato ai soci in assemblea il prossimo 28 giugno. Dai collegamenti con Cagliari, Bruxelles e Londra si attende circa un milione di passeggeri in più fino al 2014, e 150 nuovi posti di lavoro.
Barbara Weisz
17 Giugno 2010

fonte: manageronline.it

[kco]

Ma stanno studiando una fusione fra le due società?
Mi pare l'unica sinergia che ci possa essere...

[I-Alex]

Ma stanno studiando una fusione fra le due società?
Mi pare l'unica sinergia che ci possa essere...

per ora non credo, ma un patto di non concorrenza e una piattaforma comune sugli acquisti credi sia orma certo.
Poi sicuramente non si fermeranno a questo primo accordo

[I-Alex]

in questi giorni ho letto un libro di Luciano Crespi del 1981-2 (Lo stato nei processi di produzione del territorio, il modello Malpensa, Freeman Editrice) e al di là dei numeri e degli studi riportati è stato molto interessante vedere i dati degli anni '60 '70 sino ai primi '80 ma soprattutto le previsioni per gli anni '90 e 2000: il libro (molto di parte) sbeffeggiava lle previsioni più ottimistiche di incremento dei traffici, previsioni tra l'altro ben sorpassate poi dai dati reali!

Altra cosa che lascia riflettere erano già allora le questioni aperte sulla frammentazione del trasporto aereo del Nord che non lasciava decollare un vero hub ma soprattutto l'idea di aggregare le varie società di gestione sotto una unica regia: tema attualissimo dopo oltre 30 anni!
Non meno importante poi le varie varianti di BAI (3) e Italairport (6) per le nuove piste di Malpensa e per le varie ipotesi di ripartizione del traffico tra Linate e Malpensa: tema attualissimo!!!

Infine ho scoperto che nel lontano 28 aprile 1969 il cavaliere Giuseppe Piazzona (pres di Sea) confermò le necessità di ampliamento dell'aeroporto di Malpensa in zona Sud-OVest e invitava a sospendere o revocare la concessione delle licenze edilizie nelle zona poi destinate ad esproprio: per la serie lo sapevano tutti... infatti l'8 maggio 1971 la legge n. 420 approvò l'ampliamento di Malpensa e il 24 giugno 1972 il Ministero dei Trasposti e Avizione Civile emanò i decreti esecutivi n. 350 e 351 con annesso piano regolatore generale e piano particolareggiato per l'esproprio dei terreni per la Nuova Malpensa.

... il perditempo da allora ai giorni nostri è storia ormai conosciuta da quasi tutti noi :ciao:

[kco]

Ma stanno studiando una fusione fra le due società?
Mi pare l'unica sinergia che ci possa essere...

per ora non credo, ma un patto di non concorrenza e una piattaforma comune sugli acquisti credi sia orma certo.
Poi sicuramente non si fermeranno a questo primo accordo

Per la serie vi lasciamo il low cost e voi non venite a fare concorrenza sul lungo raggio anche se a FR un bel giorno potrebbe venire in mente di farlo?
E come sistemano il fatto che U2 è una low cost ed è a MXP? E lo scippo di Air Berlin?
C'è da dire che se mai si riuscisse a sistemare il rapporto con bergamo una possibile molto remota riduzione di Linate sarebbe praticamente indolore, verrebbe recuperato tutto fra i due scali.

[I-Alex]

Proprio per evitare altri scippi come il caso AirBerlin che è meglio andar daccordo e volemmose 'bene!
Riguardo Easyjet nessun problema: le bocce rimangono ferme allo stato attuale, del resto Easyjet opera dai maggiori aeroporti e non da quelli periferici come spesso fa Ryan.
Riguardo poi Orio se mai ci sarà una nuova aerostazione e parcheggi sul lato opposto della pista difficilmentre potranno comunque superare i 12mln di passeggeri, lo spazio è quello che è per nostra fortuna

[malpensante]

del resto Easyjet opera dai maggiori aeroporti e non da quelli periferici come spesso fa Ryan.

Il T2 di Malpensa, non collegato alla ferrovia, è altrettanto periferico di Orio, anzi meno, preché a ovest di MXP non c' è nulla, mentre a est di Orio ci sono Brescia e Verona.

[I-Alex]

La mancanza di regia penalizza lo sviluppo degli aeroporti del nord
Stresa, Italia - Paleari (Iccsai): "Senza alleanze, scali rischiano di diventare ostaggi delle compagnie"

(WAPA) - Sette scali, concentrati nel raggio di pochi chilometri, abituati a considerarsi più concorrenti assodati che partner potenziali, ma che inseme muovono quasi il 29% del traffico aereo italiano ed il 3,1% di quello mondiale.

E' il profilo sintetico del sistema aeroportuale di Piemonte, Lombardia e Liguria, che non a caso verrà dibattutto nel convegno di venerdì 2 luglio a Stresa, nel dibattito organizzato dalle Confindustrie delle tre regioni, dal titolo "Il sistema aeroportuale del Nord-Ovest, gli obiettivi per la competitività nel contesto nazionale e internazionale".

"Le recenti fusioni tra compagnie aeree - spiega Stefano Paleari, direttore scientifico di Iccsai (centro internazionale per gli studi sulla competitività aeroportuale) - hanno finito per accrescere il loro potere negoziale rispetto agli scali. Senza alleanze, gli aeroporti rischiano di ritrovarsi ostaggio dei vettori".

I sette hub delle regioni del nord-ovest nel 2009 muovono circa 37,7 mln di passeggeri: nell'ordine, i 17,5 mln di Malpensa, gli 8,3 di Linate, i 7,16 di Bergamo (dovuti per il 98%a voli low cost), i 3,2 mln di Torino, il milione abbondante di Genova, i 203 mila di Brescia (per il 78,5% dovuto a low-cost) e i 127 mila di Cuneo, in toto derivanti da rotte low-cost.

Quanto espresso da Paleari si accentua nei sette hub suddetti: "Di fatto si rivolgono allo stesso bacino di mercato e presentano un'utenza sovrapponibile - spiega, prevedendo che se non ci sarà una regia comune - Torino crescerà sempre a ritmi ridotti, Genova sarà costretta all'isolamento, la Lombardia si troverà a fare i conti con l'indebolimento di Linate e le incognite su Brescia".

fonte: Avionews.it

[I-Alex]

dati interessanti




fonte: Lombardia de ilSole24Ore

[I-Alex]

Sea in Borsa Mediobanca e Morgan Stanley advisor
di Redazione

Accelera l’iter di quotazione della Sea. Ieri, secondo quanto risulta all’agenzia «Radiocor», si è tenuto un Cda del gruppo che ha esaminato il dossier per lo sbarco in Borsa. In pole position, nel ruolo di advisor sono Mediobanca e Morgan Stanley. Nei giorni scorsi si sono incontrati Giuseppe Bonomi, presidente della Sea, e Domenico Siniscalco, numero uno in Italia di Morgan Stanley. L’operazione, per cui è necessario anche un atto di indirizzo del consiglio comunale dovrebbe concludersi entro fine anno consentendo al Comune di Milano, che controlla l’84% del gestore degli scali di Linate e Malpensa, di incassare tra 300 e 350 milioni senza perdere il controllo della società.

FONTE: ilGiornale.it

[I-Alex]

MILANO (MF-DJ)--Una holding in cui far confluire Sea, Sacbo ed eventualmente anche Brescia.

Molto probabilmente, si legge in un articolo dell'inserto Lombardia de Il Sole 24Ore, sara' questa la soluzione con cui la societa' di gestione di Malpensa e Linate, guidata da Giuseppe Bonomi, tentera' di convincere a convolare a nozze con i soci dell'aeroporto di Bergamo. Dopo aver ceduto il 19% delle quote 2 anni fa, Sea ha sottoscritto l'anno scorso con Sacbo un accordo finalizzato alla definizione di un piano strategico comune. Una collaborazione che ora Milano vuole far diventare piu' organica, con l'obiettivo di arrivare a definire un unico piano industriale. Tuttavia il progetto incontra l'opposizione di buona parte degli azionisti della Sacbo che non vogliono perdere la loro indipendenza. Da qui l'idea non di una fusione tra le due societa' ma di una holding che le contenga, aperta magari a Brescia e Verona con cui le trattative proseguono. Il tutto se chiuso in tempi rapidi migliorerebbe anche l'appetibilita' di Sea sul mercato in vista della quotazione che dovra' avvenire entro la fine dell'anno. red/lab

da BorsaItaliana.it

[malpensante]

Governance federale stile IntesaSanpaolo

[Sparviero]

A Londra hanno obbligato la Baa a cedere uno scalo... basta aspettare che ci pensi MOL...

[Jofede]

scusate l'ignoranza ma perche' all'interno di una holding SACBO dovrebbe per esempio ridurre i voli o specializzarsi solo su alcuni? Non capisco cosa ci guadagnerebbero.... Per loro più hanno e meglio è...

[KL63]

l'unico motivo che intravedo è la possibilità di non farsi concorrenza, quindi comunque un danno per noi consumatori. in fin dei conti gli aeroporti sono dei monopoli naturali, un po' come la autostrade, ma a differenza di queste ultime una compagnia aerea e di conseguenza un passeggero, se a più scelte come da noi in nord italia, può decidere di partire da dove gli fa più comodo e con chi gli fa più comodo, nel caso di una holding che gestisca tutti gli scali, sarebbe il gestore a dettare le condizioni

[I-Alex]

Sea accelera i tempi dell'Ipo

di Mara Monti

Manca soltanto l'approvazione del bilancio preventivo da parte del Comune di Milano per sciogliere la riserva sulla quotazione in Borsa della Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate. Il passaggio è fondamentale, ma i tempi stringono se si vogliono rispettare gli obiettivi del presidente della Sea, Giuseppe Bonomi di arrivare a Piazza Affari prima dell'estate.

La macchina intanto si è messa in moto: sabato 26 febbraio, il consiglio di amministrazione della Sea ha esaminato il dossier dell'Ipo. A cominciare dalle banche che cureranno la quotazione: dopo un'attenta selezione, nella lista sono finiti Mediobanca, Morgan Stanley e Banca Imi «ma al momento non abbiamo ancora firmato alcun mandato», tiene a precisare uno degli advisor. In effetti, il cda non ha ancora assunto alcuna delibera in attesa del via libera del Comune che controlla l'84% del gestore degli scali milanesi a fianco alla Provincia con il 14,5 per cento. La discussione sul bilancio preventivo è nel frattempo slittata per scandalo Affittopoli, ma l'approvazione deve avvenire non oltre il 15 marzo.

Con le elezioni alle porte, Bonomi spera di anticipare i tempi di un'operazione che dovrebbe portare in Borsa tra il 25% e il 35% della Sea, per una cifra stimabile tra 300 e 350 milioni di euro, quota che garantirebbe al Comune il mantenimento del controllo della società con il 51 per cento. Gli obiettivi sono duplici: la Sea intende rafforzarsi in vista del programma di investimenti da 1,3 miliardi di euro in programma nei prossimi cinque anni. A sua volta il Comune intende sfruttare la quotazione per incassare un extradividendo che tenendo conto delle riserve disponibili, potrebbe arrivare fino a 200 milioni di euro.

Di certo c'è che la quotazione avverrà tramite un aumento di capitale e un'offerta al mercato di azioni di nuova emissione (Offerta di pubblica sottoscrizione), mentre nel 2001 quando venne tentata la prima Ipo, si scelse la strada dell'Opv (offerta pubblica di vendita). Non è la prima volta che il Comune di Milano tenta lo sbarco in Borsa della Sea. Un primo tentativo era stato fatto nel 2001, ma fallì a causa dell'attentato delle Torri Gemelle di New York che misero in ginocchio il settore aeronautico. Nel 2006 il sindaco Gabriele Albertini ci riprovò, mettendo all'asta il 33% della Sea, partendo da 600 milioni. Ma anche in quel caso il progetto non arrivò in porto. Ora l'amministrazione guidata da Letizia Moratti ci riprova alla luce di una prova importante che Malpensa ha dovuto affrontare, l'uscita di Alitalia che Bonomi negli ultimi due anni ha prontamente sostituito con altri vettori: nel 2009 sono stati firmati 12 nuovi accordi (tra cui Singapore, Giappone, Qatar e Taiwan) e cinque nel 2010 (gli ultimi a novembre con Brasile e Bahrain). Un'operazione non facile, sottolinea uno degli advisor interpellato che preferisce mantenere l'anonimato, il quale aggiunge che «per valutare le potenzialità di uno scalo si guarda alle capacità di rimpiazzo dei vettori. E Malpensa con il de-hubbing ha dato una grande prova di sé». I dati lo dimostrano: lo scalo di Malpensa ha chiuso il 2010 con un incremento del traffico passeggeri dell'8% rispetto al 2009, raggiungendo quota 18 milioni e 714mila. Linate, il cui traffico è limitato per decreto, ha chiuso con un risultato in linea con l'anno precedente (8,29 milioni di passeggeri).

da ilSole24Ore.com

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Pace con Brescia, poi intesa con Milano
I soci veronesi trovano l'accordo
Catullo, vertice in Confindustria: la firma il 28 marzo. Svolta dopo il monito di Matteoli sulla concessione per Montichiari.

VERONA — Dopo l’avvertimento del ministro dei Trasporti Altero Matteoli, che ha ribadito la necessità di venire a patti con Brescia per ottenere la concessione definitiva dello scalo di Montichiari in capo al Catullo, i soci veronesi dell’aeroporto si sono seduti giovedì mattina attorno ad un tavolo per cercare la quadra. E, pur nell’assenza di prese di posizioni ufficiali, filtra ora un certo ottimismo, tanto che sarebbe stata fissata una data per siglare finalmente il patto: lunedì 28 marzo, esattamente un mese dopo la prima scadenza ipotizzata, quella del 28 febbraio.

Sarebbe un momento storico. Dopo anni di battaglie politiche e legali per strappare il loro scalo al «giogo» di Verona, i bresciani rientrebbero nella stanza dei bottoni, con la vicepresidenza della società di gestione. Non prima di aver versato circa 20 milioni di euro che, sulla base di una valutazione del Catullo di 107 milioni di euro, permetterebbe loro di salire al 25 per cento del capitale. Questa stima è stata per giorni la pietra dello scandalo per chi, come la senatrice Pdl Cinzia Bonfrisco, la riteneva troppo bassa. Nell’incontro di giovedì nella sede di Confindustria cui hanno partecipato, oltre al padrone di casa Andrea Bolla, il presidente della Camera di Commercio Alessandro Bianchi, il presidente della Provincia Giovanni Miozzi e l’assessore alle Aziende partecipate del Comune di Verona Enrico Toffali, si è parlato innanzitutto di questo. Stabilendo che, per ora, la valutazione non si scosterà in modo significativo.

Altra questione è l’alleanza strategica con Malpensa, su cui si sarebbe trovata un’intesa di massima. I soci veronesi lavoreranno ora a tradurre la formula per inserirla tra le righe dell’intesa in modo che sia digeribile anche ai bresciani, spaventati di poter venire scavalcati (e di perdere la vicepresidenza) da un patto di ferro tra Verona e Milano. Un timore che, per altro, alberga anche a Trento, che avrebbe di gran lunga preferito l’alleanza con Monaco di Baviera. Per rassicurare tutti sul punto, ovvero sul fatto che il Catullo non diventerà un suddito di Malpensa, ma un partner con pari dignità che farà gli interessi della «regione del Garda», la Provincia intende convocare, prima della firma, una riunione del comitato interprovinciale (Verona, Brescia, Trento e Mantova). Dove si converrà che l’eventuale trattativa con Milano dovrà essere condotta da una posizione di forza: ovvero con in mano la concessione definitiva. Della pace, a queste condizioni, con Brescia molti avranno di che rallegrarsi, in primis Miozzi che, con il suo omologo bresciano Daniele Molgora, lavora da mesi all’intesa. Di certo, non stapperà lo champagne Fabio Bortolazzi. Sull’attuale presidente del Catullo, ci sarebbe infatti un irremovibile veto bresciano all’ipotesi di riconferma. Al suo posto, circola il nome dell’attuale presidente della Confcommercio veronese, Paolo Arena. Ma il suo, almeno in questa fase, è tutt’altro che un nome condiviso.

Alessio Corazza
04 marzo 2011

da Corriere.it

[I-Alex]

su Il Sole 24 di ieri nell'inserto Lombardia due paginone riguardo la quotazione, l'alleanza del Nord ma sopratutto della resistenza di Bonomi allo stacco del Maxidividendo da 110mln di Euro per riempire le casse del comune (oltre ai 50 mln di dividendo ordinario)...
In particolare il Comune di Milano non ha ancora deciso come e quanto quotare di Sea ma in cambio vuole subito i soldi...

[KL63]

notizia fresca dal tg regione di oggi: rimandata la quotazione in borsa in quanto il bilancio del Comune non è stato approvato

[I-Alex]

notizia fresca dal tg regione di oggi: rimandata la quotazione in borsa in quanto il bilancio del Comune non è stato approvato

il treno di maggio sicuro... per Novembre non tutto è bruciato, sopratutto perchè il Comune di Milano HA BISOGNO dei soldi di Sea (50+110mln).
Potrebbe anche uscire un nuovo asso dalla manica... non quotare Sea ma la Holding che magari avrà sotto Sea, Sacbo e Garda

[MXP3000]

su Il Sole 24 di ieri nell'inserto Lombardia due paginone riguardo la quotazione, l'alleanza del Nord ma sopratutto della resistenza di Bonomi allo stacco del Maxidividendo da 110mln di Euro per riempire le casse del comune (oltre ai 50 mln di dividendo ordinario)...
In particolare il Comune di Milano non ha ancora deciso come e quanto quotare di Sea ma in cambio vuole subito i soldi...

Certo che un sindaco che fa uso di una società come di una mucca da mungere....
....si qualifica da solo!! :azz:
Alla faccia della logica imprenditoriale...

Vergogna Moratti!

Questa è l'ufficializzazione che Malpensa dunque rimarrà sempre la me**da che è, perchè proseguirà all'infinito il copione iniziato da Albertini di usare la Sea come banca per i cantieri di Milano e foraggiare l'elettorato milanese.

Che schifo!

(Dov'è la faccina che vomita?)

[michyh87]

ecco perchè SEA deve essere privatizzata :massacro:

[MXP3000]

ecco perchè SEA deve essere privatizzata :massacro:

Ingenuo! Credi forse che sarà fatto?
Dove credi che possano attingere poi i soldi i sindaci di Milano una volta esauriti i soldi della privatizzazione?
E la promessa agli elettori di un Linate forte?

[michyh87]

l'unico che realmente ha parlato di una cessione totale è stato Boeri.....

ma in che paese di **** viviamo?

[I-Alex]

Ricordiamoci che i politici sono l'espressione del popolo.
Ora cerchiamo di scrivere meno parolacce... e post meno politici.

[MXP3000]

Ora cerchiamo di scrivere meno parolacce... e post meno politici.

Preciso che ora c'è la Moratti, ma la mia rabbia è rivolta ai politici che si comportano in quel modo, di qualunque colore o partito sia.

:ciao: