Alitalia-Etihad, arriva il decreto per Linate
Palazzo Chigi si prepara a “liberalizzare” lo scalo milanese. Allo studio anche regole anti-low cost
Il governo tira fuori dal cassetto il decreto per “liberalizzare” l’aeroporto di Linate e accelera sulle regole per ridurre gli spazi alle compagnie low cost. Un doppio pacchetto di norme che Palazzo Chigi intende varare per venire incontro alle richieste di Etihad, così da dare la spinta giusta per far decollare l’alleanza tra Alitalia e la compagnia araba. Nozze che per la verità sono ancora un po’ lontane dall’essere celebrate: secondo fonti finanziarie, la lettera di Etihad potrebbe non ...
http://www.lastampa.it/2014/04/27/econo ... emium.html
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Alitalia, Etihad s'impunta: vuole garanzie sugli esuberi e sul ruolo di Linate. «Il governo sciolga i nodi»
C’è grande attesa per il verdetto. Tutte le parti in causa, dai soci di Alitalia al governo fino ai sindacati, si aspettano che Eithad sciolga il nodo già domani. Ma è probabile che domenica, contrariamente alle attese, non accada nulla. A meno che in queste ore arrivino ad Abu Dhabi, scritte nero su bianco, le garanzie chieste dalla compagnia del Golfo. Perché - ed è l’unico dato certo - gli emiri hanno quasi perso la pazienza e non ne possono più del tira e molla in corso. Resta, è vero, la volontà di chiudere una trattativa durata fin troppo, ma non a tutti i costi per fare «beneficenza».
CORSA CONTRO IL TEMPO
In questi giorni l’ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, ha ricucito lo strappo dopo la lettera di James Hogan anticipata da Messaggero, e smussato gli angoli, ma tutto questo lavoro diplomatico non è ancora sufficiente. Lo stesso Hogan sarebbe poi in difficoltà perché ad Abu Dhabi non sono affatto contenti di come si è sviluppata la trattativa. C’è delusione per l’atteggiamento di Palazzo Chigi che, nonostante l’impegno del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e i tweet di Matteo Renzi, non ha ancora fornito, a sentire gli arabi, delle risposte nette. Al momento i punti caldi sono sostanzialmente due: esuberi e rotte. Da una parte Etihad chiede un taglio permanente del costo del lavoro. E preme, come noto, per alleggerire la compagnia di almeno 3.000 persone, tra piloti, hostess e personale di terra. Servono, è il suggerimento, soluzioni all’esterno della compagnia che garantiscano un taglio secco. Una partita complessa che richiede l’impegno del governo per ricollocare gli esuberi. Il nodo è drammaticamente aperto. Così come è tutta da giocare la partita per Linate. La compagnia del Golfo si aspetta che l’esecutivo vari un decreto ad hoc per utilizzare al meglio lo scalo milanese, con slot e nuove rotte. Allo scopo. è evidente, di contrastare le low cost e sfruttare sinergie ed network emiratino. Se queste due condizioni si verificheranno - e il ministero dei Trasporti è al lavoro - anche gli altri due tasselli del puzzle - debito e manleva - potranno comporsi in fretta. Non è infatti un mistero che Unicredit abbia già dato disponibilità a dare una mano sul fronte del debito, così come Intesa che, sempre nel week end, avrebbe fatto sapere di essere pronta a fare altrettanto se ci sarà una «risposta di sistema». Insomma, la palla sembra tutta nel campo del governo che ora deve chiudere il cerchio con una sintesi complessiva e, dicono i soci Alitalia, coraggiosa. Palazzo Chigi è infatti stretto tra la dura tattica negoziale di Etihad e la necessità di assicurare un futuro ad Alitalia e al trasporto aereo italiano.
Da
http://economia.ilmessaggero.it/economi ... 4773.shtml