Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

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malpensante
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Messaggio da leggereda malpensante » gio 06 ott 2016, 17:16:09

Alitalia di nuovo in crisi, dalle cinque stelle al chiagne e fotte

Non sono passati nemmeno due anni dall’ingresso degli Arabi di Etihad in Alitalia e, invece di vedere la “cenerentolinea” aerea italiana elevata al livello di quella emiratina, assistiamo all’abbassamento dei nuovi padroni al livello delle peggiori abitudini nostrane [...]

http://www.glistatigenerali.com/traspor ... e-e-fotte/

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robix
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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda robix » gio 06 ott 2016, 17:35:40

Caro (si fa per dire) Hogan, LIN non è l'unico aeroporto al mondo con limitazioni geografiche: ti faccio l'esempio di DCA (solo voli di 1,250 miles al massimo, anche se ad onor del vero ci sono parecchie deroghe). E poi se vuoi LIN libero, allora che sia libero per tutti, non soltanto per AZ che ne ha il virtuale monopolio (tradotto: se liberalizzazione deve essere, beccati anche EZY e FR a LIN, ed ovviamente anche QR, TK ed EK con FZ !). Noto peraltro che hai completamente abbondonato l'idea della compagnia a 5 stelle, visto che il tuo aeroporto preferito, sui cui puntare per la rinascita di AZ, è una stalla (anzi, 5 stalle visto che ha 5 aerobridges ...).

FlyCX
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Re:

Messaggio da leggereda FlyCX » gio 06 ott 2016, 17:55:10

malpensante ha scritto:Alitalia di nuovo in crisi, dalle cinque stelle al chiagne e fotte

Non sono passati nemmeno due anni dall’ingresso degli Arabi di Etihad in Alitalia e, invece di vedere la “cenerentolinea” aerea italiana elevata al livello di quella emiratina, assistiamo all’abbassamento dei nuovi padroni al livello delle peggiori abitudini nostrane [...]

http://www.glistatigenerali.com/traspor ... e-e-fotte/
Bell'articolo ma non condivido un passaggio: Hogan non ha sbagliato a far il piano indistriale ma a farlo fare dagli Alitalia e non decidere sulla base di considerazioni puramente economiche.

Si sono venduti il c**o come o forse anche piu' dei capitani coraggiosi, quindi il piano industriale non era tale ma era un accrocchio politico, ora i conti non tornano ma non è una sorpresa, qui ci saremmo stupiti del contrario.
“È bastato che O’Leary prevedesse il fallimento della nostra compagnia, che, da quel momento, è aumentato il nostro fatturato” il soggetto non è Alitalia ma Lufthansa

spanna
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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda spanna » gio 06 ott 2016, 17:58:31

risposta di delrio ad hogan:
http://www.mit.gov.it/comunicazione/new ... li-impegni
Roma, 6 ottobre 2016 - “Il Governo ha rispettato tutti i suoi impegni con Alitalia”. Lo afferma il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, in risposta all’intervista rilasciata da James Hogan, presidente e amministratore di Etihad, al Corriere della Sera di oggi.

Le autorità italiane hanno infatti operato per garantire le più idonee condizioni di sviluppo a beneficio delle compagnie aeree operanti sul territorio nazionale, tra cui Alitalia, seguita con particolare attenzione per l’importanza del partenariato bilaterale.

Tra gli interventi, il prolungamento di tre anni del fondo speciale per il Trasporto Aereo, fino a tutto il 2018, misura che ha garantito l’assorbimento degli esuberi conseguenti alla crisi del settore. Oltre a questo altri provvedimenti come la decontribuzione sull’indennità di imbarco per i passeggeri da scali domestici o la decontribuzione sulle indennità del personale di volo, tutte misure proposte su iniziativa del Mit assicurando massima attenzione alle problematiche poste in numerosi tavoli tecnici, cui Alitalia è stata ed è presente.

Riguardo il decreto Lupi sulla liberalizzazione delle rotte sullo scalo di Linate , come noto, la Commissione Europea ha richiesto all’Italia di notificare formalmente un nuovo decreto, in mancanza del quale sarebbe stata avviata una procedura di infrazione. La notifica è ora in corso di conclusione grazie all’ impegno del MIT e al costruttivo dialogo avviato con la Commissione UE nel rispetto della normativa e delle procedure europee e conservando l’approccio della liberalizzazione.

In quanto agli investimenti per il turismo, si evidenzia come “nessun Governo ha mai investito tante risorse come questo, riconoscendo nell’attrattività dell’Italia uno dei primi motori economici e sociali”, afferma il Ministro Delrio. Basti pensare al miliardo e 120 milioni di euro per i cantieri per la cultura, al Programma operativo nazionale “Cultura e Sviluppo” 2014 – 2020 del Mibact cofinanziato dai fondi comunitari (FESR) e nazionali per circa 490 milioni, al Piano strategico per il turismo in Italia cui il Mit sta contribuendo per infrastrutture e trasporti.

Il Mit ribadisce quindi la massima correttezza nei rapporti con Alitalia. “Abbiamo sempre lavorato e continueremo a farlo in un’ottica di leale collaborazione nel rispetto dei reciproci ruoli e nella cornice delle norme europee” conclude il Ministro Delrio.
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.

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malpensante
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Re: Re:

Messaggio da leggereda malpensante » gio 06 ott 2016, 18:01:07

FlyCX ha scritto:non condivido un passaggio: Hogan non ha sbagliato a far il piano indistriale ma a farlo fare dagli Alitalia e non decidere sulla base di considerazioni puramente economiche.
Secondo me non capisce molto di aviazione.

spanna
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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda spanna » gio 06 ott 2016, 18:08:06

ottima pescata :applausi:
secondo me vale la pena copiarla integralmente, racconta una storia in parte diversa e comunque molto piu' completa di quella pubblicata in italiano:
FF: We talk all the time about foreign investment in Italy, most often it’s all talk and no action. You are now in your second year of your investment. What’s your impression of how you are being greeted day-to-day?

JH: Etihad Aviation Group, Etihad Airways, is a very young airline. We were able to build this airline very fast because we are a non-legacy carrier which means we weren’t bound by policies and traditions of the past and legacy agreements. We were able to create a world-class airline group with people of 140 different nationalities. European standards and European salaries and productivity that is more effective.

We embarked upon a strategy a number of years ago to invest in airlines in restricted markets for entry, like Germany, Switzerland, France and the Netherlands.

The first entry was in Australia, with Virgin Australia and that’s been very successful. We then embarked a number of years ago in a major investment in India. This year 50 million Indians will travel internationally. So creating an air bridge with Jet Airways between Abu Dhabi and India has been very valuable in generating traffic for both airlines and achieving scale, coming together to reduce unit costs.

India is a large country with a complex political system. We have a fantastic shareholder in Nahresh Goyal, who is the entrepreneur who’s the main shareholder, so we have been able to take a business from the brink of bankruptcy and for the last seven quarters we posted a profit. All the requirements we asked for were delivered.

In Germany with airberlin, that is a restricted market. From a topline perspective we have been able to generate the revenue we were looking for. We are looking to do a joint venture with TUI on leisure, we’re moving 40 aircraft to Eurowings and we are restructuring the airberlin business dramatically because the model is broken.

If you look at the other two smaller airlines, which are government airlines, Air Seychelles and Air Serbia, they are very similar to Alitalia, because both the governments in those countries asked Abu Dhabi to invest to save those companies. The governments said to me, can you make those airlines work? And I gave them a series of conditions and precedents to turn those businesses around.

In Air Seychelles I reworked the fleet, I did right-sizing and made people redundant, changed the agreements and we go now into the fourth year of profitability. And I actually reemployed more people than we had let go in the first place.

You remember Yugoslav Airlines, on the brink of bankruptcy? Again with the Serbian government we set up a plan, a new structure and made people redundant. We are now about to go into our the third year of profit.

FF: So you seem to be saying that you know how to do these things?

JH: Because we had agreements with governments, and they stood by us while we made the changes necessary. Which brings me into Italy.

FF: It seems that Italy looks like a different story.

JH: You may remember when the Government here asked me about Alitalia, I said no three times.

FF: Why?

JH: I said no because I was concerned about the conditions being met and also I was very concerned about the historical behaviour of the trade unions. What was on the positive side of Alitalia is that Italy is a great market. It’s a wonderful country because it has a good domestic market, a strong inbound market and has a strong outbound market because Italians have to travel and love to travel. So from an aviation perspective, in market size and traffic flows, Italy as a market, should be one of the most successful in Europe.

The problems we face are due for many years the changing market in Italy. We at Alitalia put together a plan to breakeven and we were very clear on what needed to be done. Network, more inter-continental flights – Alitalia started this year, Mexico City, Santiago and Beijing. We were very clear to focus on strong domestic market traffic flows, but quite frankly back then Ryanair had 20 per cent of the market and now 50 per cent.

We have refurbished all the aircraft of Alitalia today. It’s now competitive and we have retrained the cabin crew in Abu Dhabi. There’s also more training for engineers and graduates. What we said we would do, we have done in 18 months.

FF: But you have a number of requirements on the Italian side.

JH: What I am disappointed, as an investor, is that a number of the condition precedents haven’t been met.

FF: You mean, internally in the company?

JH: No, externally. One of the key issues for us was to be able to use Linate and build a much stronger base in Linate and change the Bersani law, so that we could use more flights to fly further than Europe. Now unfortunately that’s caught up in the European process, and it’s also caught up in internal lobbying between Malpensa and Linate.

FF: Is it up to local authorities to sort out?

JH: It’s up to the Ministry of Transport to push that through. We simply want to see liberalisation, because all the airports in the world can’t tell you when you can and can’t fly. London City, Heathrow or Gatwick. Three airports that are open for all. But here in Italy you‘ve got Linate restricted. So we can’t use it as effectively as we want to.

FF: So you are not operating at full capacity and Linate is not operating at full capacity?

JH: Correct. But we have put together a plan to rebuild the business over time

FF: So you are saying the government should be more forceful in making sure that precondition is met?

JH: As an investor we have a responsibility on the industrial plan, a responsibility to the people of Alitalia, who are good people. But coming into the transactions, the conditions we expected with regard to the decree to use Linate more effectively.

And we asked the government to put forward a fund to build a stronger tourist industry in Italy.

FF: Which hasn’t happened yet?

JH: No. It didn’t happen in 2015 or in 2016.

FF: Was it promised for last year?

JH: If we want to rebuild the airline’s brand in America, there is a lot to do. We need to be able to communicate Italy as a destination and how you can possibly get to that destination. We haven’t seen the Italian tourism industry support us to promote Italy in the way we spend money to do exactly that. And that was a requirement.

FF: The government committed to spend €20 million a year to support Italy as a destination.

JH: Correct. In most markets of the world national carriers are protected to some degree so that as I mentioned earlier, but here in Italy you have six low cost airlines and you have none at Heathrow and none in Paris Charles de Gaulle.

FF: You have legitimate concerns, why didn’t you raise the issue with Prime Minister Renzi?

JH: We do. We raise these issues with the Minister of Transport. What we see in other national carriers, we believe Alitalia should be treated the same.

FF: Do you feel you are being put at a disadvantage?

JH: Alitalia is rebuilding, Alitalia needs to get back on its feet. The competitive issues and the economic issues are our job and we’ll tackle those. But the stakeholders of Italy Inc must also help the Italian carriers. If they don’t, that’s a major concern.

FF: You look more disappointed by the government than with the trade unions.

JH: No, I am disappointed with the trade unions too. When I did this deal I was very clear with them, I needed three years of industrial peace to rebuild this business. We are just 18 months into it and in a dispute that was about something that cost the same as a cup of coffee they called a strike.

And what concerns me is that strategically we want to grow this business but unless I have responsible partners that makes it very difficult for me. ou know, in all these other airlines in which we’ve invested, we have never had a strike. And here, in fact, there was a strike over changing a condition that was being exploited and didn’t impact people’s salaries, didn’t impact the contractual requirements. It was a benefit that no other airline in the world has, and the trade unions decided to use that as a reason to go on strike.

FF: So if this company needs to do more to break even, workers will also be part of the restructuring. You worry that the minute you start talking about it, there will be industrial action and that might unravel everything.

JH: The reality is that for all legacy airlines in Europe the market is changing. You see very good restructuring by British Airways and Iberia, to compete with easyJet and Ryanair. You see us being back with brand, product and service to be competitive. But we need to continue the restructuring to become more efficient. Taking advantage of technology and finding ways that people are more productive.

FF: What does that mean?

JH: How does Alitalia use its workforce more effectively? How can it maximize the number of hours aircraft can fly? And maximizing the legal use of workers. As long as things are done, of course, within the legislative framework.

FF: Does restructuring mean Alitalia needs less workforce?

JH: On the one side of restructuring we may need to downsize, but if we grow the business in the longer term and bring on more aircraft, we may downsize in one part of the business with skillsets that are no longer relevant and grow in other parts of the business where we can employ more pilots, more cabin crew and more engineers.

FF: What are the redundant skillsets and in percentage terms?

JH: That’s for the CEO of the airline to decide. I am talking to you strategically what we have done at other airlines within the Etihad Group. We have downsized head offices, we have outsourced in some cases technology and we have been much more efficient in booking and processing. And on the other side, we have taken on more graduates, more long haul flights for long haul staff development again.

FF: Do you think it might make sense to rework the existing contracts to make sure some jobs are protected?

JH: You know, it depends on your definition of protected. We are a commercial business, in no commercial business are jobs protected. What we look at is how we take advantage of technology to improve the process.

Now we operate 24 long haul aircraft. We are reworking our business plan because domestic Europe is very much a low cost business, we have to change the narrow body agreement. But we see an opportunity to bring more long-haul aircraft into Alitalia. For pilots, that means progression. From a financial point of view it’s more attractive for them, and that creates more command opportunities and development for them.

FF: Do you want to increase supply?

JH: Correct. Now, at Fiumicino Airport you have got very strong engineering facilities. They are empty, because over the years they have been broken out. We have a task force looking how we can rebuild that with the right contract. What we are saying is, this is a strong market, how do we play to the strength of long haul, how do we work with European partners to strengthen the intra-European flows. What can we rebuild? On the other side how can technology help us out. But yes as in many businesses you have to review the contracts and structure.

FF: Existing contracts as well?

JH: Of course. But that’s a dialogue, as we do in other countries. You don’t go on strike for the sake of just going on strike. When you go on strike, you damage your own business, the confidence that’s being rebuilt. You are damaging market confidence, and we have enough battles outside, and we don’t need battles within.

FF: Are you saying all those things because losses are larger that you expected?

JH: I am saying it because evolution and restructuring are parts of any business. This is what we do. This is not the first time we have done this. In year one we hit the numbers. This year with terrorism, with Brexit, but also with the opening up of this market to low cost airlines average fares have been damaged.

We are committed to Alitalia and we’re committed to the partnership, to tackle these issues, but frankly as an investor we need Italy to support us.

Intesa and Unicredit have been strong with us, very strong. But we need the other stakeholders of Italy Inc to support us. And we need the Italian public to believe in Alitalia too.

I believe this business can work, but it needs a revision to the industrial plan due to the economic crisis in Europe. As we get more involved and certain obligations haven’t been met, then they put us on the back foot. And Alitalia needs to have more consideration as we navigate this path. I am not saying protectionism, I’m saying consideration.

FF: This company has probably made large losses for the last six months. What’s the way out?

JH: This is what we do. We restructure airlines, we restructure businesses. We have been with other airlines in a similar place and these airlines are now profitable. So we will work through this. But I need stakeholders to deliver on their commitments and some of them to understand we need to change the business. And that isn’t unique to Alitalia, it’s all airlines within Europe. We’re very focused on the course of action and we’ll work through different scenarios, but the conditions that were committed need to be delivered.

FF: Did you expect a more business friendly country?

JH: You know, the will coming in was very strong. That’s why we stepped in. I just expected delivery of what was committed.

FF: Some say the real Italian airline of today is Ryanair. 15 bases in Italy. Are they financed by local authorities? Do you want the same treatment?

JH: The chairman and CEO of Alitalia have been very clear to regional airports by saying provide us with the same conditions and let Alitalia compete. It’s as simple as that. They have engaged with regional airports.

FF: Will you restructure Alitalia like you did airberlin?

JH: What we are doing in Germany is reworking our cost base. We’re talking about restructuring at Alitalia that achieves sustainability and we have to adapt the industrial plan. There are other elements that we have inherited from the past such as the pre-existing agreement with Air France and Delta which restricts the network development of Alitalia. We believe Alitalia should be a much stronger transatlantic airline between the US and Italy, not just Rome and Malpensa but other Italian cities too. We believe this business can work but we need to have the other stakeholders in Italy supporting the Etihad Aviation Group, supporting Intesa and supporting Unicredit.

FF: Have you been to see the Minister of Transport

JH: I saw him recently and he knows exactly my view.

FF: How did he answer?

JH: You’d have to ask him.

FF: And in conclusion?

JH: Let me finish where I started. From an aviation perspective, Italy is a strong market. From a tourism and destination perspective, one of the best markets in the world. And from a people perspective the people are good. We just want to create the right framework for them to be successful and that enables us to grow Alitalia into the future
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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda KittyHawk » gio 06 ott 2016, 18:14:15

spanna ha scritto:secondo me vale la pena copiarla integralmente, racconta una storia in parte diversa e comunque molto piu' completa di quella pubblicata in italiano
Per i lettori italiani si pubblica la velina, per il resto del mondo la versione originale, per non essere prontamente smentiti dall'intervistato. :green:

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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda I-GABE » gio 06 ott 2016, 18:42:36

Ma Hogan c'ha mai messo piede a Linate?

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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda I-Alex » gio 06 ott 2016, 18:54:43

I-GABE ha scritto:Ma Hogan c'ha mai messo piede a Linate?
nelle stanze segrete è previsto un piano di riqualificazione con quasi raddoppio degli spazi (immagino del Terminal)... han solo problemi di piazzale ma a 25/30 movimenti ora potrebbero azzardare :fischio:
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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda I-GABE » gio 06 ott 2016, 19:18:54

Che ci sia un piano per ogni evenienza era stato detto, ma l'implementazione non si fa overnight...

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Re: Re:

Messaggio da leggereda FlyCX » gio 06 ott 2016, 19:32:46

malpensante ha scritto:
FlyCX ha scritto:non condivido un passaggio: Hogan non ha sbagliato a far il piano indistriale ma a farlo fare dagli Alitalia e non decidere sulla base di considerazioni puramente economiche.
Secondo me non capisce molto di aviazione.
E' difficile sostenere qualcosa del genere, anche se delle ME3 EY è la meno forte, ma anche la pu' giovane.

Nell'intervista originale in inglese, il suo pensiero viene fuori in maniera piu' chiara e fedele e non mi sembra proprio che non ne capisca del suo mondo.

Aveva probabilmnte subodorato che fre business in Italia non era semplice ma forse non a questi livelli.
Durante le lunghe trattive era venuta fuori da EY la voce che gli italiani erano peggio degli indiani. Se non vera quantomeno verosimile.

Detto fuori dai denti, ad EY tanno venendo meno i "padrini" italiani, in particolare il Governo ed Unicredit, entrambi hanno altri problemi e sempre meno soldi da buttare. LCdM dopo lo smacco delle Olimpiadi ed i cambi al vertice della banca conta molto meno. Ad Abu Dhabi potrebbero decidere di voltare le spalle all'Italia in toto e non solo ad Alitalia.
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Re: RE: Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda kco » gio 06 ott 2016, 20:08:52

I-Alex ha scritto:
I-GABE ha scritto:Ma Hogan c'ha mai messo piede a Linate?
nelle stanze segrete è previsto un piano di riqualificazione con quasi raddoppio degli spazi (immagino del Terminal)... han solo problemi di piazzale ma a 25/30 movimenti ora potrebbero azzardare :fischio:
Nelle stanze segrete di EY...

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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda mxp ernesto » gio 06 ott 2016, 20:49:40

Voglio sperare che le dichiarazioni di Hogan siano solo una sparata allo scopo di ottenere qualche aiuto dal governo o per giustificare i tagli che saranno ben presto necessari.
Diversamente non si spigherebbe la pochezza delle argomentazioni addotte da Hogan a causa delle difficoltà di Alitalia.
Perche se ne fosse convinto significherebbe che di trasporto aereo non capisce nulla o gli sono state suggerite da qualche
schisano di Alitalia memoria e la cosa sarebbe ancor più grave.
Stando all'articolo\intervista del corriere sembra che le cause siano innanzitutto linate le low cost e uno sciopero.
Prima il problema era malpensa ora è linate non abbastanza libero x loro (agli altri ovviamente no) dove hanno quasi
il monopolio.
Io penso che l'esigenza di poter volare extra ue sia di mantenere\destinate gli slot che con i prossimi tagli finirebbero col perdere.
Poi pensavo che le sorti della compagnia 5 palle pardon stelle dovesse reggersi sul proprio hub (FCO) INVECE SCOPRIAMO CHE LINATE è la chiave di volta.
La MXP JFK è la rotta più redditizia ma si guardano bene da aprire altri IC. Boo io non capisco.
Per quanto riguarda le low cost queste hanno preso il mercato domestico perché è colpa loro averlo perso, si domandino perché.
La parola d'ordine prima era pochi volo LR e tanti di medio raggio, ora è tutto il contrario.
Si naviga a vista. Il prossimo a sparare cazz.te sara il megapresidente.

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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda RAV38 » gio 06 ott 2016, 21:17:50

Nel testo inglese dell'intervista Hogan insiste più volte sull'esigenza che gli azionisti italiani supportino AZ, s'intende con altri contributi finanziari. Da notare che Hogan non si rivolge a Intesa e Unicredit, che anzi vengono lodate, e anch'esse meritevoli di essere aiutate (dagli altri) nello sforzo richiesto bensì agli altri azionisti evidentemente riluttanti. L'insistenza di Hogan su questo punto rivela tutte le difficoltà che si pongono a un rifinanziamento di AZ, comprese le riluttanze delle due maggiori banche che non intendono sborsare altri soldi specie se devono essere le sole a farlo.

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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda KittyHawk » ven 07 ott 2016, 00:07:53

RAV38 ha scritto:Nel testo inglese dell'intervista Hogan insiste più volte sull'esigenza che gli azionisti italiani supportino AZ, s'intende con altri contributi finanziari. Da notare che Hogan non si rivolge a Intesa e Unicredit, che anzi vengono lodate, e anch'esse meritevoli di essere aiutate (dagli altri) nello sforzo richiesto bensì agli altri azionisti evidentemente riluttanti. L'insistenza di Hogan su questo punto rivela tutte le difficoltà che si pongono a un rifinanziamento di AZ, comprese le riluttanze delle due maggiori banche che non intendono sborsare altri soldi specie se devono essere le sole a farlo.
Hogan in realtà si rivolge agli shareholder dell'Italia Inc., che possiamo facilmente individuare in politici, industriali, banche e assicurazioni italiane a tutto tondo. In altre parole spera che qualche altro soggetto getti soldi nella fornace e che i politici si prostrino ai desiderata di AZ/EY.

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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda Clipper_Mandarin » ven 07 ott 2016, 08:08:25

I-Alex ha scritto:
I-GABE ha scritto:Ma Hogan c'ha mai messo piede a Linate?
nelle stanze segrete è previsto un piano di riqualificazione con quasi raddoppio degli spazi (immagino del Terminal)... han solo problemi di piazzale ma a 25/30 movimenti ora potrebbero azzardare :fischio:
Ma dove troverebbero gli spazi per raddoppiare l'aerostazione?
Ciao,
Massimo

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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda S62 » ven 07 ott 2016, 08:54:52

il piano è di abbattere la parte lato terra che dal terminal si affaccia verso l'idroscalo fino alla palazzian direzione e eliminando parcheggi ed altro costruire tutto nuovo.

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Re: RE: Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda kco » ven 07 ott 2016, 09:08:08

S62 ha scritto:il piano è di abbattere la parte lato terra che dal terminal si affaccia verso l'idroscalo fino alla palazzian direzione e eliminando parcheggi ed altro costruire tutto nuovo.
Per sea sarebbe una idiozia a parte i soldi che faresti girare sarebbe la consacrazione della possibilità di passare a 30 mov/ora e quindi chiudere un terminal a mxp.

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Re: RE: Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda robix » ven 07 ott 2016, 09:31:08

kco ha scritto:
S62 ha scritto:il piano è di abbattere la parte lato terra che dal terminal si affaccia verso l'idroscalo fino alla palazzian direzione e eliminando parcheggi ed altro costruire tutto nuovo.
Per sea sarebbe una idiozia a parte i soldi che faresti girare sarebbe la consacrazione della possibilità di passare a 30 mov/ora e quindi chiudere un terminal a mxp.
Ma chi è che decide ? Se la scelta di ampliare LIN spetta a SEA (intesa come società), sarebbe una vera idiozia puntare su LIN dopo aver ristrutturato MXP e dopo che sarà completato il collegamento ferroviario. E' chiaro che se invece la scelta spetta alla politica, ciò che AZ chiede si esegue e quindi non mi stupirei di un mega-LIN se è quello che vuole AZ (ma ovviamente un mega-LIN andrebbe a vantaggio anche della concorrenza: non pretenderà AZ di mantenere un quasi-monopolio su LIN anche con l'eventuale aumento dei voli ?). Ma gli abitanti dei dintorni e presunti ecologisti rompono i c... solo a MXP ? Possibile che a LIN si può fare quello che si vuole ?

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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda malpensante » ven 07 ott 2016, 09:35:34

S62 ha scritto:il piano è di abbattere la parte lato terra che dal terminal si affaccia verso l'idroscalo fino alla palazzina direzione e eliminando parcheggi ed altro costruire tutto nuovo.
L'hangar verrà ricollocato e al suo posto il terminal verrà espanso in direzione Idroscalo, guadagnando un paio di jetbridge. Niente di più, condito da un bel makeup stile T1.

Difficilmente ne risulterà un aumento della capacità, ma dovrebbero sparire situazioni da terzo mondo come quelle ai gate 12 e dintorni o i bivacchi ai gate extra Schengen.

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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda Clipper_Mandarin » ven 07 ott 2016, 09:41:52

malpensante ha scritto:
S62 ha scritto:il piano è di abbattere la parte lato terra che dal terminal si affaccia verso l'idroscalo fino alla palazzina direzione e eliminando parcheggi ed altro costruire tutto nuovo.
L'hangar verrà ricollocato e al suo posto il terminal verrà espanso in direzione Idroscalo, guadagnando un paio di jetbridge. Niente di più, condito da un bel makeup stile T1.

Difficilmente ne risulterà un aumento della capacità, ma dovrebbero sparire situazioni da terzo mondo come quelle ai gate 12 e dintorni o i bivacchi ai gate extra Schengen.
Ai tempi di Linate 2000 (il progetto di Mario Rossi) mi sembrava di aver letto su qualche giornale che il terminal non si poteva espandere a spese del grande hangar perchè questo era sottoposto a vincolo dalla Soprintendenza ai beni architettonici. Ma forse ricordo male perchè ho dato un'occhiata veloce su internet e non ho trovato niente a riguardo.
Ciao,
Massimo

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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda FlyCX » ven 07 ott 2016, 09:56:51

Questa storia dei 30 movimenti/ora ha un qualche fondamento o è frutto delle sfrenata fantasia di qualcuno?
(Visti i :fischio: , il dubbio è legittimo).

La situazione è che già ora LIN opera su 30 o 32 movimenti ora ma oltre ai 18 per l'aviazione civile, ci sono quelli dell'aviazione generale, voli di stato, militari, ecc...
A Milano c'è molta richiesta insoddisfatta per voli di avizione generale (biz-jet) ed i piazzali di LIN sono un limite sia per loro che per i voli di linea. Non avrebbe senso ridurre i movimenti per i biz-jet.
“È bastato che O’Leary prevedesse il fallimento della nostra compagnia, che, da quel momento, è aumentato il nostro fatturato” il soggetto non è Alitalia ma Lufthansa

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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda malpensante » ven 07 ott 2016, 10:14:06

Clipper_Mandarin ha scritto:Ai tempi di Linate 2000 (il progetto di Mario Rossi) mi sembrava di aver letto su qualche giornale che il terminal non si poteva espandere a spese del grande hangar perchè questo era sottoposto a vincolo dalla Soprintendenza ai beni architettonici.
L'hangar verrà infatti smontato e rimontato altrove.

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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda malpensante » ven 07 ott 2016, 10:18:18

FlyCX ha scritto:Questa storia dei 30 movimenti/ora ha un qualche fondamento
No

spanna
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Re: Alitalia-Etihad: cronache da un matrimonio

Messaggio da leggereda spanna » ven 07 ott 2016, 10:21:46

Livini su repubblica - ed. milano mette il dito nella piaga:
ALITALIA - per risolvere i suoi guai - riapre il derby tra Linate e Malpensa e rimette sul tavolo di Matteo Renzi e Giuseppe Sala l'eterna patata bollente del futuro degli aeroporti milanesi. La situazione, numeri alla mano, è chiara: i soldi di Etihad, nuovo azionista di riferimento della disastrata ex-compagnia di bandiera, non sono bastati a rilanciare l'aerolinea tricolore. Le perdite sono ancora alle stelle, servono nuovi tagli. E per chiudere il cerchio James Hogan, l'ad della società del Golfo, ha chiesto al governo in un'intervista a "Il Corriere della Sera" di rimettere mano - come d'accordo - agli equilibri dei due scali meneghini. L'esecutivo - ha detto il manager australiano - ha preso un impegno chiaro: «Farci fare a Linate una base forte, cambiando la legge per consentirci di volare aldilà dell'Europa». Tradotto in soldoni: Ethiad vuole lanciare il collegamento Alitalia da Linate ad Abu Dhabi ( e magari anche a New York) per intercettare il ricchissimo traffico intercontinentale lombardo che oggi ha perso a vantaggio dei concorrenti. E punta a sfruttare il suo dominio sugli slot al Forlanini per lanciare un'offerta a breve e medio raggio - magari ottenendo per decreto da Roma l'aumento del tetto ai voli giornalieri -per reggere la concorrenza di Ryanair e Easyjet. Il risultato è già scritto: dare ossigeno ai conti della compagnia e assestare il ko definitivo a Malpensa, tradita per la seconda volta da Alitalia. Nove anni fa l'addio della compagnia di bandiera ha fatto crollare da 24 milioni a 17 in un anno i passeggeri dello scalo. IL LAVORO certosino del management Sea ha consentito di far risalire il numero a 18,5 milioni nel 2015, riconquistando una a una molte nuove destinazioni a lungo raggio e grazie al contributo fondamentale delle low cost. Volumi destinati con ogni probabilità a crollare di nuovo se Linate diventasse davvero la base forte" di Etihad. Cosa farà ora Renzi? Il premier ha stretto con Giuseppe Sala un asse di ferro, cementato dal Patto per Milano e dalle mille iniziative su cui i due si muovono e si sono mossi assieme, dall'Expo fino a Human Technopole. Un idillio che rischia di essere messo alla prova dalla partita Alitalia. Il pressing degli Emirati ( e dei sindacati) sul premier nei prossimi mesi per esaudire i "desiderata" di Etihad e riaprire il dossier Linate rischiano di diventare asfissianti. Se non altro perché nelle prossime settimane rischia di innescarsi una miscela di novità esplosive: la compagnia dovrebbe annunciare l'ennesimo piano di ristrutturazione e di tagli. E in contemporanea, dice il tam-tam di settore, Ryanair potrebbe alzare il velo su importanti investimenti a Milano. La Sea però è la gallina dalle uova d'oro per il bilancio del Comune di Milano. Il Comune ha incassato 34 milioni di dividendi grazie agli 83 milioni di utili del 2015. Il futuro pare rosa (quanto lo sì capirà dal piano industriale che sarà presentato a breve dal presidente Pietro Modiano ). La società che gestisce gli aeroporti meneghini è anche una sorta di riserva di liquidità d'ultima istanza per Palazzo Marino, visto che la sua eventuale quotazione a Piazza Affari potrebbe regalare alle casse della città qualcosa come 4-500 milioni. Sala, che di numeri ne mastica, sa che dire sì a Hogan significa depauperare questo patrimonio. In fondo, grazie alle modifiche già fatte al Decreto Linate su richiesta Etihad, la sua controllata Air Berlin ha già trasferito al Forlanini da Malpensa collegamenti su Dusseldorf e Stoccarda, oggi già chiusi. Ma ora gli Emirati hanno alzato l'asticella. E la scelta - tanto per cambiare tra il futuro di Alitalia e Malpensa - è di nuovo in mano a Roma.
Analisi incredibilmente lucida di livini, forse il suo miglior articolo di sempre. Sala finora si e' distinto per non aver ancora detto una parola sul futuro degli aeroporti milanesi e rappresenta un'incognita pesante. Sapra' o potra' opporsi alle pressioni del governo? Su questo gira il futuro degli aeroporti milanesi.
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.


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