Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

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easyMXP
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda easyMXP » dom 20 dic 2020, 09:40:47

Ma seriamente?

grandemilano
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda grandemilano » dom 20 dic 2020, 10:12:11

easyMXP ha scritto: dom 20 dic 2020, 09:40:47Ma seriamente?
Ah Bho. Io non sono esperto in materia. Quello è un estratto di un'intervista che padre Gabriele Amorth aveva rilasciato anni fa al sito Pontifex.

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belumosi
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda belumosi » dom 20 dic 2020, 10:59:58

grandemilano ha scritto: dom 20 dic 2020, 10:12:11
easyMXP ha scritto: dom 20 dic 2020, 09:40:47Ma seriamente?
Ah Bho. Io non sono esperto in materia. Quello è un estratto di un'intervista che padre Gabriele Amorth aveva rilasciato anni fa al sito Pontifex.
La faccenda è molto più terrena. La mission di AZ è continuare a tutelare per quanto possibile tutti gli interessi che le ruotano attorno. La distribuzione in Italia di flotta e network, non fa altro che rappresentare geograficamente dove sono situati questi interessi.
La storia della compagnia aerea, con annessi piani industriali fantasma, serve solo come attività di copertura.

spanna
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda spanna » dom 20 dic 2020, 11:26:41

Grazie per il link, sono un fan del povero padre Amorth ma non conoscevo queste sue dichiarazioni su alitalia, molto interessanti
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.

jetblue
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda jetblue » dom 20 dic 2020, 11:59:54

Stando in un contesto più “terreno” dopo mesi e mesi di ipotesi e illazioni abbiamo un fatto certo: il nuovo piano industriale di ITA altro non è che una revisione soft dei piani degli ultimi 10 anni.

La domanda da porre a chi lo ha redatto è una sola: perché stavolta dovrebbe funzionare?

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I-Alex
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda I-Alex » dom 20 dic 2020, 13:01:05

jetblue ha scritto:Stando in un contesto più “terreno” dopo mesi e mesi di ipotesi e illazioni abbiamo un fatto certo: il nuovo piano industriale di ITA altro non è che una revisione soft dei piani degli ultimi 10 anni.

La domanda da porre a chi lo ha redatto è una sola: perché stavolta dovrebbe funzionare?
perché stavolta ci sarà l'attacco diretto alle low cost da Linate [emoji1]
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hkg
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda hkg » dom 20 dic 2020, 17:55:02

Salve a tutti, sono Padre Amorth.
Sig. Presidente del Consiglio Conte
Sig.ra Ministro dei Trasporti.
Se volete salvare veramente la Vs Compagnia di Bandiera Alitalia, dovete chiudere linate. Non ci vuole la esorcista, ma cervello!!
Ragazzi, e semplice no :lol:
MXP,CTA,LIN,CGD,VIE,AHO,CAG,OLB,KBP,TLL,LED,SVO,JFK,MBA,BKK,HKT,DPS,BLQ,SIN,TUN,BGY,LXR,PMV,DXB,TPE,HKG,KBV,AMM,UTH,LPQ,CNX,BWN,LBU,KCH,MYY,MNL,CRK,DOH,VLC,CGN,BCN,BUD,PRG,AUH,CGK,JOG,KUL,TXL,LIS,STR,KIX,NRT,IST,HAM,CPH,KIV,PEK,SVQ,MCT,CPT,MJT,AGP,JKH,OPO,LXS,SKG,MAD,KWI,JIK,ATH, PMO, BIO,DUS,

KittyHawk
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda KittyHawk » dom 20 dic 2020, 20:37:01

jetblue ha scritto: dom 20 dic 2020, 11:59:54 Stando in un contesto più “terreno” dopo mesi e mesi di ipotesi e illazioni abbiamo un fatto certo: il nuovo piano industriale di ITA altro non è che una revisione soft dei piani degli ultimi 10 anni.

La domanda da porre a chi lo ha redatto è una sola: perché stavolta dovrebbe funzionare?
Ne aggiungerei un'altra di domanda: è stato dato in omaggio o l'hanno pagato? :mrgreen:

robygun82
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda robygun82 » lun 21 dic 2020, 14:54:06

jetblue ha scritto: dom 20 dic 2020, 11:59:54
La domanda da porre a chi lo ha redatto è una sola: perché stavolta dovrebbe funzionare?
È la risposta sarà; "Perché, deve funzionare?"

spanna
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda spanna » lun 21 dic 2020, 21:28:23

È maleducazione rispondere ad una domanda con un'altra domanda
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.

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malpensante
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda malpensante » mar 22 dic 2020, 09:07:34

No comment. Il volo è stato ahimè cancellato da tempo, ma la app AZ non lo sa. Perfetto funzionamento dell’IT

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milmxp
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda milmxp » mar 22 dic 2020, 09:26:13

malpensante ha scritto: mar 22 dic 2020, 09:07:34 No comment. Il volo è stato ahimè cancellato da tempo, ma la app AZ non lo sa. Perfetto funzionamento dell’IT

Immagine
Magari AZ si è specializzata nei viaggi mentali :D

I-GABE
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda I-GABE » mar 22 dic 2020, 11:26:02

spanna ha scritto: lun 21 dic 2020, 21:28:23 È maleducazione rispondere ad una domanda con un'altra domanda
Non se la seconda e' retorica!
:lol:

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cesare.caldi
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda cesare.caldi » mar 22 dic 2020, 15:44:37

malpensante ha scritto: mar 22 dic 2020, 09:07:34 No comment. Il volo è stato ahimè cancellato da tempo, ma la app AZ non lo sa. Perfetto funzionamento dell’IT
Stesso problema l'ho avuto con Easyjet su un volo di cui avevo spostato la data l'app mi ha continuato a mandare notifiche di apertura del check-in, stato del volo, numero nastro ritiro bagaglio ecc per la date originarie della prenotazione.
Anche il loro IT ha bisogno di una sistemata.. :lol:

spanna
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda spanna » mer 23 dic 2020, 19:15:00

questo articolo e' imperdibile per chi voglia capire che tipo di retroscena ci sono dietro gli ultimi accordi di alitalia e come si muovono quelli che poi li realizzano:
Camilla Conti per “la Verità”

Un uomo «senza scrupoli per la vita degli utenti delle autostrade», che dopo la tragedia del ponte Morandi, continua a provare a «scalare» le società del gruppo o a riciclarsi come presidente con deleghe per Alitalia. Era questo il profilo dell' ex amministratore delegato di Atlantia, Giovanni Castellucci, disegnato dai giudici del Tribunale del riesame di Genova. Dalle carte dell' inchiesta emergono le manovre del manager per proporsi al vertice della nuova Alitalia mostrandosi quasi come l'«uomo all' Avana» del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli.

Vediamo perché. Agli atti, tra le intercettazioni, spunta una conversazione telefonica avuta nella tarda mattinata del 25 ottobre 2019 tra Castellucci e Joerg Eberhart, amministratore delegato di Air Dolomiti, compagnia area controllata da Lufthansa. Facciamo una premessa: in quei giorni il manager italiano, abbandonato da poco il timone di Atlantia, aveva affidato a Eberhart un messaggio da portare a Carsten Spohr, ad della controllante Lufthansa, candidandosi a presidente «con deleghe» della nuova Alitalia, nel caso la compagnia tedesca fosse entrata, al posto di Delta, nella cordata con Atlantia.

I due iniziano a ragionare su un possibile incontro a Roma con Spohr nelle settimane seguenti. Passa qualche mese e il 9 gennaio 2020 Bernard Spitz (amministratore indipendente della compagnia e presidente del Polo Internazionale ed europeo di Medef, l' organizzazione francese degli imprenditori) chiama Castellucci per commentare un duro articolo uscito su Le Monde sul ritiro dei candidati partner di Alitalia «ancora alle prese con una profonda crisi» in cui vengono citati sia Eberhart sia Atlantia.


A proposito di questi incontri e delle trattative in corso, Castellucci rassicura Spitz e sottolinea di sapere abbastanza bene «cosa voglia dire riservatezza, essere riservati». Piuttosto, definisce quella dell' articolo «una visione esterna» spiegando che il governo «ha una soluzione completa con il capitale, qualcuno che se ne occupi sai, ma altrimenti sono pronti a lanciarsi in un accordo commerciale con Lufthansa fatto dal Commissario aspettando che arrivi effettivamente l' investitore».


Dunque i tedeschi sono pronti per un accordo commerciale e qui Castellucci comincia a vantarsi: «Eh eh... Perché sfortunatamente sono io che ho convinto il governo sul fatto che Lufthansa è la migliore e quando l' ho convinto l' accordo era che Lufthansa doveva investire... io sono uscito».


Spitz anticipa a Castellucci che il giorno successivo avrebbe potuto parlare con Benjamin Smith, amministratore delegato di Air France-Klm, per parlare della trattativa con Lufthansa e nel caso rimandare a un incontro da fare a Parigi. «Prima con me e poi con il ministro», gli precisa subito Castellucci. Spitz non capisce: «Il ministro quale ministro?», chiede. «Beh, colui che se ne occupa è Patuanelli» aggiungendo anche «certo, soprattutto con me, ecco». Insomma, prima i vertici francesi devono incontrare lui e poi Patuanelli. Lo stesso ministro in quota Cinque Stelle che da una parte lanciava bordate contro l' Atlantia dei Benetton, e dall' altra vedeva Castellucci, messo alla porta da Aspi a causa del crollo del ponte Morandi. Il ministro ha poi confermato ai magistrati di Genova di avere reiteratamente incontrato Castellucci da settembre a dicembre 2019.


Ma andiamo avanti. Il 13 gennaio, ovvero quattro giorno dopo, Spitz e Castellucci si risentono al telefono, parlando della posizione tenuta sul dossier Alitalia dai francesi cioè Air France e degli olandesi, Klm: secondo Spitz una prospettiva olandese-francese è meglio di una francese nei confronti degli italiani, Castellucci azzarda strategie negoziali e industriali, citando addirittura la possibile chiusura dello scalo di Malpensa per puntare su Linate.(AVETE LETTO BENE LA PARTE SOTTOLINEATA, SI'?)


Ma il «piano» per Alitalia viene illustrato nel dettaglio il giorno dopo in una lunga telefonata con il direttore commerciale di Air France-Klm, Angus Clark. Castellucci inizia raccontando le tappe della sua lunga storia con Alitalia: «Io sono stato fino a un paio di mesi fa il Ceo di Atlantia poi ho deciso per varie ragioni di divorziare dal mio azionista», ma «ho iniziato a occuparmi di Alitalia nel 2008 con il progetto allora chiamato Fenice» perché «in quel momento ero Ceo di Atlantia e il progetto era stato gestito da Boston Consulting e io sono stato il partner fondatore di Boston Consulting Group in Italia qualche anno fa». Il manager riavvolge il nastro di quel periodo, racconta di aver seguito il progetto per i primi tre anni, però mai entrando a far parte del cda perché «ero in totale disaccordo» con la strategia degli allora vertici Roberto Colaninno e Rocco Sabelli.


«Sfortunatamente avevo ragione io e loro avevano torto», prosegue poi Castellucci. Aggiungendo che «un giorno, a settembre 2013, alla fine Colaninno e Del Torchio» (Gabriele, al tempo ad della compagnia di bandiera, ndr), «andarono dal signor Letta (Enrico, ndr), l' allora primo ministro, dicendo di non avere il denaro per pagare gli stipendi alla fine del mese». E qui il racconto si fa interessante perché Castellucci ricorda anche che Letta lo chiamò «per chiedermi di aiutarlo a trovare un' alternativa evitando la bancarotta, perché non poteva spendere denaro pubblico per quell' assurdo accordo». Si tratta dello stesso Letta che il 30 novembre 2016 è entrato poi nel cda della spagnola Abertis, prima che venisse ventilata l' ipotesi di Opa da parte di Atlantia (lanciata nella primavera del 2017), dove rimarrà fino a maggio 2018 quando è cambiata la proprietà con l' ingresso della holding dei Benetton.


Torniamo alla telefonata di Castellucci. Che racconta a Clark di essere volato nel 2013 ad Abu Dhabi insieme a Fabrizio Pagani, al tempo consulente economico del premier Letta, «per provare a convincere Etihad e l' Emiro», e «ci siamo riusciti fortunatamente». Dopo due anni, però, «la maggior parte del capitale venne sprecato», si lamenta Castellucci facendo poi la lista di tutto quello che non è funzionato negli ultimi anni in Alitalia «perché vorrei essere sicuro del fatto che tu abbia tutte le informazioni dei contenuti e di avere un contesto comune».


Un po' consulente-consigliere - nel cui ruolo, del resto, si proporrà «gratuitamente» ai francesi nel corso della lunghissima telefonata - e un po' stratega, mettendo a frutto la sua grande conoscenza della compagnia aerea italiana e i contatti con il governo che «è stato molto colpito dalla qualità dell' offerta commerciale di Lufthansa», dice al manager di Air France. Aggiungendo però la sua opinione personale: «Loro offrono molto meno di quanto dovrebbero» e per questo «ciò che ho detto al ministro è: guarda, l' attuale offerta di Lufthansa è bassa».
https://www.dagospia.com/rubrica-3/poli ... 256383.htm
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda KittyHawk » mer 23 dic 2020, 21:16:10

Si avvicina la fine dell'anno ed ecco ritornare il Milleproroghe, panacea di tutti i mali. Poteva mancare Alitalia? Assolutamente no, e infatti nella bozza del documento c'è la proroga a fine giugno 2021 per la restituzione del 400 milioni di prestito.

grandemilano
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda grandemilano » gio 24 dic 2020, 09:19:11

spanna ha scritto: mer 23 dic 2020, 19:15:00 questo articolo e' imperdibile per chi voglia capire che tipo di retroscena ci sono dietro gli ultimi accordi di alitalia e come si muovono quelli che poi li realizzano:
Camilla Conti per “la Verità”

Un uomo «senza scrupoli per la vita degli utenti delle autostrade», che dopo la tragedia del ponte Morandi, continua a provare a «scalare» le società del gruppo o a riciclarsi come presidente con deleghe per Alitalia. Era questo il profilo dell' ex amministratore delegato di Atlantia, Giovanni Castellucci, disegnato dai giudici del Tribunale del riesame di Genova. Dalle carte dell' inchiesta emergono le manovre del manager per proporsi al vertice della nuova Alitalia mostrandosi quasi come l'«uomo all' Avana» del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli.

Vediamo perché. Agli atti, tra le intercettazioni, spunta una conversazione telefonica avuta nella tarda mattinata del 25 ottobre 2019 tra Castellucci e Joerg Eberhart, amministratore delegato di Air Dolomiti, compagnia area controllata da Lufthansa. Facciamo una premessa: in quei giorni il manager italiano, abbandonato da poco il timone di Atlantia, aveva affidato a Eberhart un messaggio da portare a Carsten Spohr, ad della controllante Lufthansa, candidandosi a presidente «con deleghe» della nuova Alitalia, nel caso la compagnia tedesca fosse entrata, al posto di Delta, nella cordata con Atlantia.

I due iniziano a ragionare su un possibile incontro a Roma con Spohr nelle settimane seguenti. Passa qualche mese e il 9 gennaio 2020 Bernard Spitz (amministratore indipendente della compagnia e presidente del Polo Internazionale ed europeo di Medef, l' organizzazione francese degli imprenditori) chiama Castellucci per commentare un duro articolo uscito su Le Monde sul ritiro dei candidati partner di Alitalia «ancora alle prese con una profonda crisi» in cui vengono citati sia Eberhart sia Atlantia.


A proposito di questi incontri e delle trattative in corso, Castellucci rassicura Spitz e sottolinea di sapere abbastanza bene «cosa voglia dire riservatezza, essere riservati». Piuttosto, definisce quella dell' articolo «una visione esterna» spiegando che il governo «ha una soluzione completa con il capitale, qualcuno che se ne occupi sai, ma altrimenti sono pronti a lanciarsi in un accordo commerciale con Lufthansa fatto dal Commissario aspettando che arrivi effettivamente l' investitore».


Dunque i tedeschi sono pronti per un accordo commerciale e qui Castellucci comincia a vantarsi: «Eh eh... Perché sfortunatamente sono io che ho convinto il governo sul fatto che Lufthansa è la migliore e quando l' ho convinto l' accordo era che Lufthansa doveva investire... io sono uscito».


Spitz anticipa a Castellucci che il giorno successivo avrebbe potuto parlare con Benjamin Smith, amministratore delegato di Air France-Klm, per parlare della trattativa con Lufthansa e nel caso rimandare a un incontro da fare a Parigi. «Prima con me e poi con il ministro», gli precisa subito Castellucci. Spitz non capisce: «Il ministro quale ministro?», chiede. «Beh, colui che se ne occupa è Patuanelli» aggiungendo anche «certo, soprattutto con me, ecco». Insomma, prima i vertici francesi devono incontrare lui e poi Patuanelli. Lo stesso ministro in quota Cinque Stelle che da una parte lanciava bordate contro l' Atlantia dei Benetton, e dall' altra vedeva Castellucci, messo alla porta da Aspi a causa del crollo del ponte Morandi. Il ministro ha poi confermato ai magistrati di Genova di avere reiteratamente incontrato Castellucci da settembre a dicembre 2019.


Ma andiamo avanti. Il 13 gennaio, ovvero quattro giorno dopo, Spitz e Castellucci si risentono al telefono, parlando della posizione tenuta sul dossier Alitalia dai francesi cioè Air France e degli olandesi, Klm: secondo Spitz una prospettiva olandese-francese è meglio di una francese nei confronti degli italiani, Castellucci azzarda strategie negoziali e industriali, citando addirittura la possibile chiusura dello scalo di Malpensa per puntare su Linate.(AVETE LETTO BENE LA PARTE SOTTOLINEATA, SI'?)


Ma il «piano» per Alitalia viene illustrato nel dettaglio il giorno dopo in una lunga telefonata con il direttore commerciale di Air France-Klm, Angus Clark. Castellucci inizia raccontando le tappe della sua lunga storia con Alitalia: «Io sono stato fino a un paio di mesi fa il Ceo di Atlantia poi ho deciso per varie ragioni di divorziare dal mio azionista», ma «ho iniziato a occuparmi di Alitalia nel 2008 con il progetto allora chiamato Fenice» perché «in quel momento ero Ceo di Atlantia e il progetto era stato gestito da Boston Consulting e io sono stato il partner fondatore di Boston Consulting Group in Italia qualche anno fa». Il manager riavvolge il nastro di quel periodo, racconta di aver seguito il progetto per i primi tre anni, però mai entrando a far parte del cda perché «ero in totale disaccordo» con la strategia degli allora vertici Roberto Colaninno e Rocco Sabelli.


«Sfortunatamente avevo ragione io e loro avevano torto», prosegue poi Castellucci. Aggiungendo che «un giorno, a settembre 2013, alla fine Colaninno e Del Torchio» (Gabriele, al tempo ad della compagnia di bandiera, ndr), «andarono dal signor Letta (Enrico, ndr), l' allora primo ministro, dicendo di non avere il denaro per pagare gli stipendi alla fine del mese». E qui il racconto si fa interessante perché Castellucci ricorda anche che Letta lo chiamò «per chiedermi di aiutarlo a trovare un' alternativa evitando la bancarotta, perché non poteva spendere denaro pubblico per quell' assurdo accordo». Si tratta dello stesso Letta che il 30 novembre 2016 è entrato poi nel cda della spagnola Abertis, prima che venisse ventilata l' ipotesi di Opa da parte di Atlantia (lanciata nella primavera del 2017), dove rimarrà fino a maggio 2018 quando è cambiata la proprietà con l' ingresso della holding dei Benetton.


Torniamo alla telefonata di Castellucci. Che racconta a Clark di essere volato nel 2013 ad Abu Dhabi insieme a Fabrizio Pagani, al tempo consulente economico del premier Letta, «per provare a convincere Etihad e l' Emiro», e «ci siamo riusciti fortunatamente». Dopo due anni, però, «la maggior parte del capitale venne sprecato», si lamenta Castellucci facendo poi la lista di tutto quello che non è funzionato negli ultimi anni in Alitalia «perché vorrei essere sicuro del fatto che tu abbia tutte le informazioni dei contenuti e di avere un contesto comune».


Un po' consulente-consigliere - nel cui ruolo, del resto, si proporrà «gratuitamente» ai francesi nel corso della lunghissima telefonata - e un po' stratega, mettendo a frutto la sua grande conoscenza della compagnia aerea italiana e i contatti con il governo che «è stato molto colpito dalla qualità dell' offerta commerciale di Lufthansa», dice al manager di Air France. Aggiungendo però la sua opinione personale: «Loro offrono molto meno di quanto dovrebbero» e per questo «ciò che ho detto al ministro è: guarda, l' attuale offerta di Lufthansa è bassa».
https://www.dagospia.com/rubrica-3/poli ... 256383.htm
Articolo che dimostra ancora una volta che noi italiani non sappiamo fare i nostri interessi.
Sembra che anzichè rilanciare quell'azienda, si tira avanti e poi all'arrivo della crisi si fa di tutto per sbolognarla a qualcuno (il quale a sua volta, anzichè progettare un piano vero di rilancio dell'azienda, aspetta la prossima crisi per sbolognarla a qualcun altro).
E' il triste destino di questa azienda: lo dice la storia. Dal 1998 fino ad oggi ancora (anno 2020)
Per quanto riguarda la frase su malpensa. A parte 2-3 voli, è dal 2008 che per Alitalia malpensa è già chiusa. E con il nuovo P.I. lo è del tutto (ma non cambia più di tanto rispetto prima)

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Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda malpensante » gio 24 dic 2020, 12:09:38

Ho ascoltato più volte Castellucci dal vivo e mi ha sempre dato l’impressione di essere molto abile, molto scafato e molto ballista. Sulle autostrade non potevo mettere la mano sul fuoco, ma sull’aeroporto de Roma sapevo che quello che diceva erano balle e poi ancora balle.
Mi sembra però ovvio che Malpensa per lui fosse solo una rogna da cui stare alla larga, perché era un elemento di punta della Roma che conta (Milano non ha una élite equivalente, in Lombardia ognuno pensa solo agli stretti affari suoi).

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda grandemilano » ven 25 dic 2020, 09:31:44

i sindacati bocciano il piano Alitalia. Il governo, stranamente, sembra difendere una AZ estremamente dimagrita. E' la prima volta che leggo una decisione sensata su Alitalia da parte dei politici.
https://www.rainews.it/dl/rainews/artic ... 270d1.html

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda grandemilano » sab 26 dic 2020, 12:00:18

Oggi il Corriere della sera, on line pubblica un articolo con un'intervista a un ex direttore delle strategie di IAG (uno che la sa lunga, insomma).
Esprime molti dubbi sulla riuscita del piano industriali di Alitalia-Ita.
In particolare, anche lui pone attenzione sulle grandi debolezze del mercato romano. Mercato sul quale Alitalia ha deciso per l'ennesima volta di voler investire.
Dopo LH, de Juniac ( ex AF) e molti altri, ora pure da IAG lasciano intendere che se Alitalia vuole essere rilanciata deve spostare il proprio baricentro su Milano.
Comunque la scelta dell'hub a Fiumicino, non è l'unica scelta che ostacolerebbe il successo del nuovo piano industriale.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda malpensante » sab 26 dic 2020, 12:16:24

grandemilano ha scritto: sab 26 dic 2020, 12:00:18 Oggi il Corriere della sera, on line pubblica un articolo con un'intervista a un ex direttore delle strategie di IAG (uno che la sa lunga, insomma).
https://www.corriere.it/economia/aziend ... 5587.shtml

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda malpensante » sab 26 dic 2020, 12:33:31

Nuova Alitalia: aerei, rotte, ricavi, personale: I dubbi degli esperti sul piano di rilancio

di Leonard Berberi 26 dic 2020

Il piano industriale della nuova Alitalia ha obiettivi forse troppo ambiziosi, propone una rete di destinazioni quasi identica a quella dell’attuale aviolinea (da decenni in perdita) e immagina un numero ancora alto di dipendenti alla fine dei cinque anni di lancio e sviluppo. Soprattutto confida molto che nel 2025 — quando il trasporto aereo dovrebbe riprendersi integralmente — si ritorni ai livelli del 2019, cosa per niente scontata. A dirlo è Robert Boyle, numero uno di GridPoint Consulting ed ex direttore delle strategie in IAG (holding di British Airways, Iberia, Vueling, Aer Lingus), uno dei gruppi più profittevoli del mondo prima del coronavirus.

La newco
Il Corriere della Sera ha chiesto a Boyle — dato il suo curriculum — di analizzare le linee guida del piano industriale spiegate in videoconferenza da Fabio Lazzerini e Francesco Caio, rispettivamente amministratore delegato-direttore generale e presidente di Italia Trasporto Aereo Spa, la newco pubblica creata per rilanciare Alitalia e per la quale sono stati stanziati tre miliardi di euro. Molti dettagli, com’è ovvio, non sono stati condivisi dal vertice di ITA. Su alcune voci l’esperto usa come parametro Iberia, vettore che negli anni è stato in grado di passare da bilanci in profondo rosso a profitti significativi grazie all’allora ad Luis Gallego ora capo dell’intera IAG.

L’offerta sul mercato
«Quello che balza all’occhio è che non viene fornito alcun elemento che spieghi come ITA intende raggiungere gli obiettivi prefissati o perché la nuova Alitalia sarà meglio di quella vecchia», spiega al Corriere Boyle che preferisce concentrarsi non sull’inizio delle attività, ma sulle fasi successiva. «L’offerta di posti pianificata nel 2025 è simile a quella del 2019 anche se più sbilanciata verso i voli intercontinentali (che è del 20% maggiore, mentre il corto e medio raggio è del 10% inferiore ai livelli pre-Covid)». «Se nel 2021 la newco pensa di offrire il 40% dei sedili del 2019, nel 2022 sale al 75% con una crescita forte nel 2023 (+20%) per poi tornare a incrementi più modesti successivamente».

L’evoluzione
«Se Alitalia fosse stata nel 2019 un vettore profittevole — prosegue Boyle — non saremmo di fronte a un piano industriale insensato, anche se forse la crescita del 2023 appare un po’ troppo aggressiva». Però, sottolinea, «Alitalia è stata tutt’altro che in salute l’anno passato» e a vedere il network, poi, le destinazioni «sembrano molto simili a quelle del recente passato», quindi dell’amministrazione straordinaria. Nella videoconferenza l’ad-dg Lazzerini ha spiegato che «in Italia il ritorno ai livelli del 2019 si avrà secondo la Iata tra il 2023 e 2024» e questo spinge, nei prossimi due anni «a navigare a vista».

La flotta
Nell’ambito della riduzione dei costi ITA elenca il rinnovo della flotta: gli aerei moderni hanno prestazioni migliori e consumano meno kerosene (una delle voci di spesa principali dei vettori). «Questo è un momento adatto per avere buoni accordi con i produttori di velivoli Airbus e Boeing», sostiene Boyle, che però avverte: «C’è il rischio che la politica interferisca in questo ambito considerando che Boeing costruisce parte dei 787 in Italia». Gli aerei di Alitalia — calcola — «hanno un’età media di 14 anni e sarebbe preferibile ridurla a 10». Il rinnovo prevede l’acquisto di diverse macchine e «siccome indicano che il 39% sarà di proprietà nel 2025 significa comprarne il 50% e affittare il resto», calcola l’esperto. «Così dovrebbero spendere per l’acquisto, sconti compresi, circa 2,5 miliardi» dei tre miliardi stanziati.

I ricavi
Altro capitolo sono i guadagni. Nel 2025 ITA stima ricavi pari a 3,35 miliardi di euro. «Usando come metro di paragone Iberia — aggiustando il tutto per le dimensioni e il mix di business (corto-medio raggio, lungo raggio, ecc) — la mia stima, 3,33 miliardi, conferma sostanzialmente il dato indicato dal piano» avendo a disposizione nel 2025 effettivamente i 110 aerei annunciati. Ma, ed è qui una delle più grandi complessità, «perché questo dato venga raggiunto si devono verificare determinate condizioni», avverte Boyle.

Le alleanze
La prima condizione perché la nuova Alitalia possa registrare quei ricavi? «Deve eguagliare i risultati ottenuti dalla ristrutturazione di successo di Iberia». Senza dimenticare che il ritorno al profitto del vettore spagnolo «è dovuto all’essere parte di IAG da otto anni, holding che ha permesso sinergie significative nei ricavi». «Non ottieni questi benefici da un’alleanza con un partner strategico europeo», è netto Boyle. Un eventuale accordo commerciale con Air France-Klm o Lufthansa, insomma, non porterebbe gli stessi vantaggi.

I voli intercontinentali
La seconda condizione: «La nuova Alitalia deve generare ricavi uguali a quelli di Iberia». Il vettore spagnolo «primeggia sulle rotte tra l’Europa e l’America Latina». Ma Iberia ha il vantaggio di operare sull’hub di Madrid «posizionato perfettamente per servire entrambe le sponde» dell’Atlantico «e la Spagna è il più grande mercato della regione», dice. Sul Nord Atlantico — il bacino più profittevole per Alitalia — Iberia può contare su IAG, la realtà europea più importante sui voli tra il Vecchio Continente e Usa-Canada. E Roma, l’hub della nuova Alitalia? «Non è piazzata bene geograficamente per nessuno dei mercati di lungo raggio che vuole coprire» (Nord e Sud America, Asia) replica. La capitale italiana, poi, «è anche più una destinazione turistica, con flussi stagionali e a basso margine di guadagno».

Il mercato nazionale ed europeo
Sui voli brevi e medi secondo l’esperto «Alitalia ha una posizione di mercato molto più debole su Roma e Milano rispetto a quella di Iberia a Madrid: la low cost irlandese Ryanair è la compagnia nazionale italiana e la britannica easyJet è molto forte a Milano», sottolinea. Questo ci porta alla terza condizione: «Il piano assume che il mondo a fine sarà quello del 2019», continua Boyle. «Pensare che i ricavi del 2025 saranno quelli pre-Covid è qualcosa di possibile, ma si avvicina allo scenario più ottimistico».

I costi
Un elemento che attira l’attenzione dell’ex direttore delle strategie di IAG è l’assenza di dettagli sulle spese, a maggior ragione se ricordiamo che Alitalia da tempo è una compagnia «che ha pessimi costi unitari». «Se mi venisse chiesto di investire in ITA la mancanza di questo dettaglio sarebbe un campanello d’allarme per la credibilità del business plan», sostiene. Ma ammette che «i piani di riduzione dei costi sono materia sensibile e il management può essere riluttante a condividerli in pubblico».

Il personale
A proposito di costi, la nuova Alitalia parte nel 2021 dimezzata non soltanto negli aerei (da 104 a 52), ma anche nel personale (da 10.500 a 5.200-5.500). Con l’aumentare dei velivoli in flotta incrementano anche le assunzioni, toccando quota 9.500 a fine piano. «Usando sempre come metro di paragone Iberia con i suoi dati del 2019 ITA nel 2025 dovrebbe avere non più di 8.700 persone — calcola Boyle —: ce ne sono 800 di troppo, il 9% in più, secondo il piano industriale annunciato». Il numero, chiarisce l’esperto, viene ottenuto aggiustando il tutto per le dimensioni e considerando le attività di handling e manutenzione dell’aviolinea spagnola è fornita per una buona parte anche a terze parti (cosa che la porta ad avere più dipendenti).

I profitti
Gli introiti sono un altro grattacapo. Il piano industriale intende arrivare ad avere un margine operativo del 7% nel 2025. «Se un vettore di IAG si fosse presentato proponendo una spesa di 2,5 miliardi per i nuovi aerei e quella percentuale di profitto a fine piano (235 milioni di euro per anno di Ebit) sarebbe stato mandato dietro a rifare tutto», taglia corto Boyle che suggerisce un margine operativo del 10-15%. Non sicuramente all’inizio. «È chiaro — dice — che ci saranno perdite e costi di avvio dell’azienda prima di arrivare a fare profitti». Stavolta, a differenza degli altri tentativi (falliti) di rilancio, la nuova Alitalia non solo parte senza debiti, ma anche più snella e con un mercato azzerato: tutti i vettori, o quasi, sono dietro alla safety car in attesa della ripartenza.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda BAlorMXP » sab 26 dic 2020, 12:34:49

Possiamo chiedere anche all’AD di SQ ma in Alitalia non c’è e non ci sarà mai l’interesse nel generare profitti finché si penserà alla compagnia come un’enorme cassa assistenziale per Roma e il Lazio.


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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda malpensante » sab 26 dic 2020, 12:37:29

In conclusione abbiamo la quasi certezza che il Paese sta buttando altri tre miliardi nella fornace AZ per mantenere in vita la cassa assistenziale, nel contempo castrando uno sviluppo più sano per l'aviazione nazionale.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda D960 » sab 26 dic 2020, 12:39:03

Siete prevenuti e avete preconcetti, questa è la verità.
AHO-ARN-BLQ-BGY-CAG-DUB-FCO-FLR-FRL-GOA-GRO-KIR-KBP-LIN-MXP-MUC-OLB-PMF-PSA-STN-TBS-TPS-TRN-TRS-TSF-VCE

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