Catullo, dal Cda primo sì all'intesa con Venezia
LA TRATTATIVA. A Verona i vertici hanno approvato la proposta di Save. Sul piatto ci sono 25 milioni di euro per il 35 per cento Il prossimo passo prevede l'approvazione dei soci
L'ingresso dell'aeroporto D'Annunzio di Montichiari al centro delle trattative sullo sviluppo del sistema veneto e lombardo
Enrico Giardini
Una proposta con un «importante valore strategico» e «idonea a realizzare il piano industriale». Con queste valutazioni il Consiglio di amministrazione della Catullo, società di gestione degli aeroporti di Verona-Villafranca e di Brescia-Montichiari, ha esaminato ieri mattina, dandole il via libera, la proposta «non vincolante» di Save Spa, presieduta da Enrico Marchi, che gestisce gli scali di Venezia e di Treviso, di entrare come socio con 25 milioni (per il 5 per cento con cambio azionario e il resto con denaro fresco) arrivando a detenere il 35 per cento della società. Il cda, riunitosi sotto la presidenza di Paolo Arena, ha disposto quindi di sottoporre l'offerta di Save all'attenzione dell'assemblea dei soci della Catullo, convocata martedì della prossima settimana, 27 agosto. «In ottemperanza alla decisione dell'assemblea dei soci del 5 luglio scorso», si legge in una nota della Catullo, «di dare mandato al presidente Paolo Arena, coadiuvato dal Consiglio d'amministrazione e dal direttore generale Carmine Bassetti, di esplorare il mercato, e dopo approfondimenti con player del settore, i soci saranno chiamati a valutare la proposta non vincolante di Save Spa, per l'acquisto di una quota di minoranza della società e le eventuali tappe successive da implementare per gli approfondimenti di natura tecnico-giuridica ed economica». Informato della comunicazione formale dell'interesse da parte di Save Spa il 5 agosto scorso, il cda della Catullo «ha valutato l'importante valore strategico della proposta», prosegue la nota della società di gestione degli aeroporti del Garda, «idonea alla realizzazione del piano industriale, approvato dai soci nell'assemblea di luglio. Il cda ha inoltre analizzato il significativo miglioramento dell'efficienza del servizio pubblico che gli scali sarebbero in grado di offrire». SE DOVESSE andare in porto l'operazione darebbe vita a un polo veneto degli aeroporti, in realtà veneto-lombardo visto che comprenderebbe gli scali di Verona-Villafranca, Venezia, Treviso e Brescia-Montichiari. Save, da nuovo socio, chiederebbe un numero di consiglieri pari al 44 per cento della rappresentanza nel cda, che passerebbe a nove membri, dai sei attuali, quindi quattro su nove in quota a Save, compreso il vicepresidente, più il vicepresidente del Collegio sindacale. Verrebbe inoltre imposta una maggioranza di sei per deliberare scelte strategiche e quindi Save, se otterrà quattro su nove consiglieri, avrà un peso determinante. Restano da chiarire l'aspetto di natura economico e giuridica. Come la stima della società Catullo (per Save oscillerebbe fra i 70 e i 75 milioni, per la società Catullo di più, in considerazione del piano di risanamento avviato e dopo aver ottenuto la concessione per lo scalo D'Annunzio di Montichiari) e anche la forma giuridica della futura società. Si dovrà anche cambiare lo statuto. C'È POI IL TEMA della modalità dell'operazione: o aprire una gara internazionale, aperta a tutti, o trattativa diretta per cedere le quote come scelta strategica industriale. Save vorrebbe questa seconda opzione. Nel cda, da soci pubblici del Catullo e in particolare da Trento e da Brescia, sarebbe partita la richiesta di garantire comunque ai territori adeguato peso e rappresentanza se dovesse entrare un socio privato, come Save, in maniera così consistente. «Siamo soddisfatti del fatto che l'aeroporto Catullo, dopo un periodo in cui era salito agli onori della cronache negativamente per questioni economiche, ora sia un asset strategico per lo sviluppo del sistema aeroportuale italiano», commenta dopo il cda il presidente del Catullo, Paolo Arena. Fra l'altro, la svolta impressa dalla presidenza e dal management alla società — concessione per Montichiari in capo alla Catullo, esternalizzato il servizio handling e chiuso il contratto con Ryanair, causa di cospicue perdite — e questo attivismo della Catullo sul fronte delle alleanze, sta rivoluzionando i progetti di società concorrenti nel Settentrione, come la Sacbo di Orio al Serio (Bergamo), F2i di Torino e Sea di Milano. Che devono studiare contromosse.
Una di queste potrebbe concretizzarsi con la contro proposta firmata Bergamo-Brescia per la gestione autonoma di Montichiari e della sua pista.
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