Sono nati gli psicologi del volo
Inviato: sab 06 gen 2024, 07:39:35
La psicologa: “I nuovi piloti di aerei avranno ancora turni duri con le low cost”
di Aldo Fontanarosa
Intervista a Valentina Di Mattei: “A volte problemi personali si sommano all’impegno del lavoro. Ma chi pilota non lo ammette perché vive per guidare il suo velivolo”
05 GENNAIO 2024
ROMA - Più aumenteranno i piloti alle loro dipendenze e più le compagnie dovranno dotarsi dei professionisti che li ascoltano e li supportano: gli psicologi del volo.
Valentina Di Mattei, docente dell’Università Vita-Salute San Raffaele. Lei è responsabile scientifico del Corso in Psicologia dell’Aviazione.
«Abbiamo dato vita al nostro Corso - spiega Di Mattei - sull’onda di una normativa europea che nasce dopo un tremendo fatto di cronaca».
Era il 2015. Il pilota di un volo Germanwings deliberatamente fece schiantare il suo aereo sulle Alpi di Provenza con altre 150 persone a bordo.
«Nasce così la figura dello psicologo dell’aviazione che valuta gli aspiranti piloti e gli assistenti di volo sia al momento della possibile assunzione sia nel corso della loro carriera».
Ne valutate, in sostanza, la salute mentale. Che momento è per la professione di pilota?
«Queste persone sono sottoposte a sollecitazioni davvero importanti».
Soprattutto sulle lunghe tratte.
«I voli internazionali comportano un cambiamento dei ritmi di sonno-veglia. Dunque sono delicati. Ma le tratte brevi risultano ancora più stressanti perché le compagnie, soprattutto le low cost, decidono turni di lavoro severi».
Qual è il principale pericolo che lei vede, anche per un giovane?
«Lo stress tipico del loro lavoro, a volte si somma a problemi personali importanti: la separazione dal coniuge, la perdita di una persona cara. Capita così che il carico nervoso raggiunta un livello d’allarme».
E il pilota è disposto a raccontare dei suoi guai?
«Il pilota, come lui stesso ammette, è malato di volo. Vive per guidare il suo aereo. Dunque è raro che dialoghi con lo psicologo: teme di essere costretto a terra».
E come fa lo psicologo a superare questa barriera?
«Viene messa a punto una tecnica che si basa sul supporto tra pari. Noi formiamo questi piloti, i pari, perché comprendono se lo stress del loro collega è fisiologico oppure ha raggiunto un livello che necessita attenzione. In questo secondo caso, i pari sono autorizzati ad allertare gli psicologi facendo da anello di collegamento».
Chi sono i vostri allievi?
«A volte le compagnie aeree, anche private, iscrivono loro dipendenti. Poi ci sono professionisti che vogliono qualificarsi. Così potranno proporsi, come psicologi del volo, alle varie compagnie».
https://www.repubblica.it/economia/2024 ... BG-P13-S2-
di Aldo Fontanarosa
Intervista a Valentina Di Mattei: “A volte problemi personali si sommano all’impegno del lavoro. Ma chi pilota non lo ammette perché vive per guidare il suo velivolo”
05 GENNAIO 2024
ROMA - Più aumenteranno i piloti alle loro dipendenze e più le compagnie dovranno dotarsi dei professionisti che li ascoltano e li supportano: gli psicologi del volo.
Valentina Di Mattei, docente dell’Università Vita-Salute San Raffaele. Lei è responsabile scientifico del Corso in Psicologia dell’Aviazione.
«Abbiamo dato vita al nostro Corso - spiega Di Mattei - sull’onda di una normativa europea che nasce dopo un tremendo fatto di cronaca».
Era il 2015. Il pilota di un volo Germanwings deliberatamente fece schiantare il suo aereo sulle Alpi di Provenza con altre 150 persone a bordo.
«Nasce così la figura dello psicologo dell’aviazione che valuta gli aspiranti piloti e gli assistenti di volo sia al momento della possibile assunzione sia nel corso della loro carriera».
Ne valutate, in sostanza, la salute mentale. Che momento è per la professione di pilota?
«Queste persone sono sottoposte a sollecitazioni davvero importanti».
Soprattutto sulle lunghe tratte.
«I voli internazionali comportano un cambiamento dei ritmi di sonno-veglia. Dunque sono delicati. Ma le tratte brevi risultano ancora più stressanti perché le compagnie, soprattutto le low cost, decidono turni di lavoro severi».
Qual è il principale pericolo che lei vede, anche per un giovane?
«Lo stress tipico del loro lavoro, a volte si somma a problemi personali importanti: la separazione dal coniuge, la perdita di una persona cara. Capita così che il carico nervoso raggiunta un livello d’allarme».
E il pilota è disposto a raccontare dei suoi guai?
«Il pilota, come lui stesso ammette, è malato di volo. Vive per guidare il suo aereo. Dunque è raro che dialoghi con lo psicologo: teme di essere costretto a terra».
E come fa lo psicologo a superare questa barriera?
«Viene messa a punto una tecnica che si basa sul supporto tra pari. Noi formiamo questi piloti, i pari, perché comprendono se lo stress del loro collega è fisiologico oppure ha raggiunto un livello che necessita attenzione. In questo secondo caso, i pari sono autorizzati ad allertare gli psicologi facendo da anello di collegamento».
Chi sono i vostri allievi?
«A volte le compagnie aeree, anche private, iscrivono loro dipendenti. Poi ci sono professionisti che vogliono qualificarsi. Così potranno proporsi, come psicologi del volo, alle varie compagnie».
https://www.repubblica.it/economia/2024 ... BG-P13-S2-