Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

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KittyHawk
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda KittyHawk » mar 30 mar 2021, 08:49:11

grandemilano ha scritto: mar 30 mar 2021, 07:57:55
Mauz ha scritto: mar 30 mar 2021, 01:17:16 [="

Chiudere Linate significa che a Malpensa ce la si gioca finalmente ad armi pari. Si può aprire un diretto di lungo raggio senza che questo venga massacrato dai feeder a 20 minuti di taxi dal Duomo. Si può finalmente aprire anche una rete di feeder su MXP senza che questa, a sua volta, venga massacrata da voli di Linate.


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È proprio questo che molti non vogliono! Perché hanno pregiudizi (non di sa perché) è hanno sempre visto Malpensa come fumo negli occhi.
E per far ciò vogliono tenere aperto Linate. E sarebbe disposto a tutto : tenere aperto Linate, sacrificare l'aviazione italiana e persino la nostra compagnia di bandiera. L'importante per loro è che Malpensa non giochi alla pari.
Ed è quello che é avvenuto : alitalia è la principale vittima di questo teatrino. E anche se dovessero salvarla per l'ennesima volta ( non é ancora scontato, comunque) sarà un nanetto senza alcun futuro.
Ma l'importante è che Malpensa non giochi alla pari.
Questo per dirti la mentalità chiusa che abbiamo qui in Italia
Quello che è successo non è il risultato di un'azione premeditata per evitare che Malpensa se la giochi ad armi pari. È il risultato, la conseguenza, del corporativismo e della politica dell'orticello tipicamente italiane, del credersi più furbi degli altri mentre in realtà si è l'esatto contrario, del guardare all'effimero guadagno immediato rispetto a quello consistente a lungo termine.
In questo scenario la concorrenza ci sguazza, proprio come gli eserciti stranieri fecero nelle lotte tra le signorie italiane e proprio come allora la colpa di ciò che succede è solo nostra.

Alitalia non è vittima, è carnefice nel profondo per l'aviazione civile italiana. Come tutte le società, non è altro che il risultato delle volontà di padroni, dirigenti e dipendenti. Tutti i suoi stakeholder, tra cui occorre annoverare anche il convitato di pietra chiamato politica, hanno sempre privilegiato l'interesse personale a quello collettivo. Sfortuna ha voluto che questi pessimi interessi coincidessero, segnando fin dall'inizio il destino di Alitalia o meglio del comparto dell'aviazione civile in Italia.
Perché per tanti, troppi, l'importante era continuare a vivere nella villetta a Fiumicino, ad avere il voletto sotto casa a Linate, a poter usufruire di uno stipendificio a portata di mano per sé e per gli amici ovunque in Italia.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda grandemilano » mar 30 mar 2021, 08:55:33

KittyHawk ha scritto: mar 30 mar 2021, 08:49:11
grandemilano ha scritto: mar 30 mar 2021, 07:57:55
Mauz ha scritto: mar 30 mar 2021, 01:17:16 [="

Chiudere Linate significa che a Malpensa ce la si gioca finalmente ad armi pari. Si può aprire un diretto di lungo raggio senza che questo venga massacrato dai feeder a 20 minuti di taxi dal Duomo. Si può finalmente aprire anche una rete di feeder su MXP senza che questa, a sua volta, venga massacrata da voli di Linate.


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È proprio questo che molti non vogliono! Perché hanno pregiudizi (non di sa perché) è hanno sempre visto Malpensa come fumo negli occhi.
E per far ciò vogliono tenere aperto Linate. E sarebbe disposto a tutto : tenere aperto Linate, sacrificare l'aviazione italiana e persino la nostra compagnia di bandiera. L'importante per loro è che Malpensa non giochi alla pari.
Ed è quello che é avvenuto : alitalia è la principale vittima di questo teatrino. E anche se dovessero salvarla per l'ennesima volta ( non é ancora scontato, comunque) sarà un nanetto senza alcun futuro.
Ma l'importante è che Malpensa non giochi alla pari.
Questo per dirti la mentalità chiusa che abbiamo qui in Italia
Quello che è successo non è il risultato di un'azione premeditata per evitare che Malpensa se la giochi ad armi pari. È il risultato, la conseguenza, del corporativismo e della politica dell'orticello tipicamente italiane, del credersi più furbi degli altri mentre in realtà si è l'esatto contrario, del guardare all'effimero guadagno immediato rispetto a quello consistente a lungo termine.
In questo scenario la concorrenza ci sguazza, proprio come gli eserciti stranieri fecero nelle lotte tra le signorie italiane e proprio come allora la colpa di ciò che succede è solo nostra.

Alitalia non è vittima, è carnefice nel profondo per l'aviazione civile italiana. Come tutte le società, non è altro che il risultato delle volontà di padroni, dirigenti e dipendenti. Tutti i suoi stakeholder, tra cui occorre annoverare anche il convitato di pietra chiamato politica, hanno sempre privilegiato l'interesse personale a quello collettivo. Sfortuna ha voluto che questi pessimi interessi coincidessero, segnando fin dall'inizio il destino di Alitalia o meglio del comparto dell'aviazione civile in Italia.
Perché per tanti, troppi, l'importante era continuare a vivere nella villetta a Fiumicino, ad avere il voletto sotto casa a Linate, a poter usufruire di uno stipendificio a portata di mano per sé e per gli amici ovunque in Italia.
Però ci sono state anche molte affermazioni che dimostravano un certo pregiudizio verso Malpensa. Penso a quello che affermava Colaninno, Alemanno e molti altri.
Pregiudizi anziché logiche di mercato.
Ma vabbè. Ormai è andata. Non ce né più per Malpensa , nè per Alitalia, e né per Fiumicino

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda malpensante » mar 30 mar 2021, 09:00:41

Mi chiedo perché quegli stupidi Tedeschi, dopo aver chiuso il vecchio aeroporto di Monaco Riem nel 1992, abbiano perseverato nell'evidente errore, chiudendo pochi mesi fa Berlino Tegel.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda KittyHawk » mar 30 mar 2021, 09:59:55

grandemilano ha scritto: mar 30 mar 2021, 08:55:33 Però ci sono state anche molte affermazioni che dimostravano un certo pregiudizio verso Malpensa. Penso a quello che affermava Colaninno, Alemanno e molti altri.
Pregiudizi anziché logiche di mercato.
Ma vabbè. Ormai è andata. Non ce né più per Malpensa , nè per Alitalia, e né per Fiumicino
Alemanno, politico con base in Lazio diventato anche sindaco di Roma, speravi fosse neutrale? Ti aspettavi che Colaninno parlasse male delle scelte strategiche da lui avallate? E anche gli altri avevano delle motivazioni personali per un simile atteggiamento.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda belumosi » mar 30 mar 2021, 10:25:44

Ci sarebbe da dire anche che dal Duomo all'imbarco di un volo LR servono un paio d'ore se parte da MXP e almeno 4-4.30' se parte da qualche hub europeo via LIN.
Senza contare i possibili inconvenienti tipici dei transiti. Per cui già ora MXP opera in situazione di vantaggio rispetto a un volo con scalo (come è ovvio che sia).
Chiudere LIN significherebbe aumentare il vantaggio di MXP di altri 30'. Cambierebbe il mondo? Io non lo credo.
Si potrebbe proseguire aggiungendo che 3/4 delle fughe avviene via MXP e che chiudendo LIN i feed relativi cambierebbero solo aeroporto, ma non scomparirebbero.
Infine la favoletta che qualche major UE sacrificherebbe parte del traffico sul proprio hub nazionale per aprirne uno a MXP, smettiamo di raccontarcela. Perchè sappiamo bene che il governo dello stato di appartenenza (quello che ora sta sborsando miliardi...), non lo permetterà MAI.
Poi, se si preferisce dimenticare tutto questo per continuare a sognare MXP hub a tutti i costi, amen.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda grandemilano » mar 30 mar 2021, 10:29:31

malpensante ha scritto: mar 30 mar 2021, 09:00:41 Mi chiedo perché quegli stupidi Tedeschi, dopo aver chiuso il vecchio aeroporto di Monaco Riem nel 1992, abbiano perseverato nell'evidente errore, chiudendo pochi mesi fa Berlino Tegel.
Me lo chiedo anch'io

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda grandemilano » mar 30 mar 2021, 10:31:09

belumosi ha scritto: mar 30 mar 2021, 10:25:44 Ci sarebbe da dire anche che dal Duomo all'imbarco di un volo LR servono un paio d'ore se parte da MXP e almeno 4-4.30' se parte da qualche hub europeo via LIN.
Senza contare i possibili inconvenienti tipici dei transiti. Per cui già ora MXP opera in situazione di vantaggio rispetto a un volo con scalo (come è ovvio che sia).
Chiudere LIN significherebbe aumentare il vantaggio di MXP di altri 30'. Cambierebbe il mondo? Io non lo credo.
Si potrebbe proseguire aggiungendo che 3/4 delle fughe avviene via MXP e che chiudendo LIN i feed relativi cambierebbero solo aeroporto, ma non scomparirebbero.
Infine la favoletta che qualche major UE sacrificherebbe parte del traffico sul proprio hub nazionale per aprirne uno a MXP, smettiamo di raccontarcela. Perchè sappiamo bene che il governo dello stato di appartenenza (quello che ora sta sborsando miliardi...), non lo permetterà MAI.
Poi, se si preferisce dimenticare tutto questo per continuare a sognare MXP hub a tutti i costi, amen.
Ma ancora con sta storia dell'hub a Malpensa? Chi è che ha parlato di hub a Malpensa?
Solo tu stai a pensare all'hub.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda BAlorMXP » mar 30 mar 2021, 10:43:10

malpensante ha scritto:Mi chiedo perché quegli stupidi Tedeschi, dopo aver chiuso il vecchio aeroporto di Monaco Riem nel 1992, abbiano perseverato nell'evidente errore, chiudendo pochi mesi fa Berlino Tegel.
Perché i tedeschi sono pragmatici e sanno come ottimizzare le “forze”. Noi siamo il paese dell’eterne chiacchiere, diamo fiato alla bocca vendendo moltissimo fumo ma in sostanza siamo inefficienti e superficiali.


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Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda malpensante » mar 30 mar 2021, 10:46:20

L’hub è naturale alla foce del Tevere, ove manager delle più grandi multinazionali sgomitano per volare Magnificamente nei più remoti angoli del globo terracqueo e cataste di merci, prodotte nei dintorni, attendono di essere messe in stiva.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda belumosi » mar 30 mar 2021, 10:54:40

L'hub è solo l'aeroporto dove qualcuno ha deciso di investire in decine (se non centinaia) di aerei per creare un sistema hub & spoke.
E prescinde in larga misura da qualsiasi altra considerazione. Come ATL insegna.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda malpensante » mar 30 mar 2021, 11:16:46

ATL è un hub essenzialmente nazionale e infatti per quel ruolo FCO va benissimo. Il fatto che in Francia ci sia un hub a Parigi e non a Lione, che in UK ce ne sia uno a Londra anziché a a Liverpool, in Svizzera a Zurigo anziché a Ginevra, in Turchia a Istanbul anziché a Ankara, in Brasile a San Paolo anziché a Manaus o Brasilia, che ci siano hub a Singapore, Hong Kong eccetera è dunque puramente casuale?

A che cosa serve un hub? A unire transiti al traffico locale, che è privilegiato perché si vede offrire voli diretti. A chi servono di più i voli diretti e soprattutto chi è più propenso a pagare qualcosa in più per averli? I garimpeiros di Manaus? I ristoratori di Lione? I famosi cantanti di Liverpool? Aggiungi che Atlanta ha sì il vantaggio di avere condimeteo favorevoli quasi sempre, ma non è periferica per il traffico che cerca. Invece volare via Roma da Torino o Bologna, per non parlare di Vienna o Stoccarda, si risolve nel 90% dei casi in backtracking e perdita di tempo.

Da Roma se ne andò pure Costantino e mica per caso.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda grandemilano » mar 30 mar 2021, 13:10:39

malpensante ha scritto: mar 30 mar 2021, 10:46:20 L’hub è naturale alla foce del Tevere, ove manager delle più grandi multinazionali sgomitano per volare Magnificamente nei più remoti angoli del globo terracqueo e cataste di merci, prodotte nei dintorni, attendono di essere messe in stiva.
:D :D :D

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Messaggio da leggereda malpensante » mar 30 mar 2021, 14:57:43

Alitalia e il moltiplicatore alla keynesian-vaccinara
Nuove frontiere della scienza: scoperto un moltiplicatore degli aiuti di Stato per Alitalia tale da risanare il debito pubblico italiano, se esteso a tutta la nostra economia

30 Marzo 2021 Economia & Mercato, Italia, Unione Europea

La pandemia ha fatto molte vittime, soprattutto nelle attività economiche. Pochi settori come quello del trasporto aereo passeggeri stanno soffrendo acutamente il crollo della mobilità. Le compagnie cercano di raccogliere mezzi freschi per contenere il falò di cassa, con debito garantito da tutto quello che può servire alla bisogna o con aumenti di capitale, ammesso di trovare i sottoscrittori. In Europa c’è una compagnia nazionale in crisi da tempo immemore, e la politica ha pensato che la pandemia fosse una occasione di reset per ripartire più belli e più forti che pria. Andavano pazzi per i piani ben riusciti.

Parliamo ovviamente di Alitalia, che dopo aver bruciato prestiti-ponte a campata multipla e non essersi rilanciata in tempo di pace virale, ora tenta di rilanciarsi sotto le bombe del virus. La politica italiana ha messo decisivamente di suo, tra improbabili multimodalità treno-aereo, sindromi paranoidi verso Lufthansa che “ci compra, accorrete!”, e “ma perché ancora non ci hanno comprato?”, strattoni a FS per trasformare in partecipazione di capitale quello che, in qualsiasi altra parte dell’universo, sarebbe solo un accordo commerciale di integrazione di biglietto, attesa per i salvatori yankee di Delta che non avevano altro interesse che bloccare la sopracitata Lufthansa.

Discontinuità cercasi

Ora la situazione è la seguente. C’è una bad company Alitalia (l’ennesima), e una Newco non ancora partita, che si chiama ITA. La contesa è, manco a dirlo, con la Commissione europea. Che, dopo aver dormito per anni su prestiti-ponte che erano illegittimi sul nascere, visto che non servivano al rilancio in un ragionevole arco di tempo ma solo a sussidiare le perdite, ora ha deciso che serve “discontinuità” tra Alitalia e ITA.

Non è chiaro esattamente cosa sia tale discontinuità. Poteva essere la messa a gara delle tre anime del vettore (aviation, manutenzione, handling) ma pare non sia necessariamente in questi termini. Gli italiani vorrebbero che Alitalia BadCo conferisse l’aviation a ITA a trattativa privata e poi per handling e manutenzione si vedrà.

La perfida Vestager

Pare che gli uffici della perfida Margrethe Vestager chiedano la liberazione di parte degli slot di Milano Linate, riassegnandoli ai concorrenti. E qui, si levano alte le grida contro il complotto ai danni degli italiani, che tuttavia scordano di aver sempre controllato la maggioranza assoluta di quegli slot e che, ai tempi della cordata dei capitani coraggiosi, Linate (e non solo) era monopolizzata da Alitalia, senza che questo abbia impedito alla compagnia di finire in coma dépassé. Ma si sa, la memoria è corta ma soprattutto selettiva.

Il tema del giorno è “i burocrati di Bruxelles ci stanno facendo morire, tenendoci bloccati e impedendoci di vendere i biglietti della stagione estiva!”. Insomma, è tutto un complottone per tenere a terra la nostra maxi flotta di una cinquantina di aerei mal contati, da prendere da Alitalia BadCo, e arricchire Lufthansa e Ryanair. Lo sdegno monta, la mobilitazione anche.

Per soprammercato, gli italiani accusano Bruxelles di non aver ristorato a sufficienza Alitalia per gli effetti della pandemia, autorizzando sussidi minimi. Da Bruxelles si replica che l’entità dei sussidi autorizzati è legata alla perdita di ricavi calcolata rotta per rotta.

Un moltiplicatore con le ali

Ieri il direttore generale di Alitalia, Giancarlo Zeni, si è sfogato contro Bruxelles ma soprattutto ha formulato una teoria del moltiplicatore di Alitalia che ricorda molto le posizioni di quanti affermano che “la tua spesa è il mio reddito, il tuo debito è la mia ricchezza”, che tanto andava di moda durante il periodo no-euro di questo povero paese socialista-nazionalista con le tasse altrui.

Sostiene Zeni:
Alitalia, a fronte di 1,3 miliardi di fondi pubblici ricevuti nel periodo 2017-19 ne ha restituiti 645 milioni tra imposte e tasse. A questo si aggiungono 1,3 miliardi di pagamenti agli aeroporti, 1 miliardo per la retribuzione dei dipendenti e 330 milioni all’Enav, per un totale di indotto di prossimità di 3 miliardi. Considerando anche i pagamenti ai fornitori, l’indotto totale sale a 19 miliardi.
Che è piuttosto impressionante, a dirla tutta. In pratica, a fronte di 1,3 miliardi di aiuti di Stato nel triennio, il nostro vettore ha generato introiti vari per 19 miliardi. Ce n’è di che far entusiasmare la buonanima di Keynes, con un moltiplicatore pari a 14,6! Ma anche di che riformulare la dottrina degli aiuti di Stato, vera bestia nera del nostro paese, e che ci impedisce, assieme al remoto divorzio tra Tesoro e banca centrale, che ha bloccato la monetizzazione del deficit ancor prima dell’arrivo della Bce, di proiettarci nel futuro.

Confesso che non ho riscontrato i numeri del d.g. di Alitalia ma ne sono affascinato, come penso lo siate anche voi. Credo che, in letteratura economica, non vi siano storicamente riscontri di moltiplicatori di questa dimensione, neppure dopo una guerra. Una specie di moto perpetuo che, opportunamente calibrato e proiettato su scala nazionale, potrebbe permettere al nostro paese di rientrare velocemente dal proprio debito pubblico.

Grandeur italienne

A me, che sono piuttosto scettico e cinico, viene da pensare che il raffronto andrebbe fatto con sostituzione di Alitalia con altri player del sistema del trasporto aereo, che ad essa subentrerebbero, ma transeat. Immagino che subito qualcuno direbbe che le risorse defluirebbero fuori dall’Italia, e che invece il nostro vettore le tiene qui e vissero tutti felici e contenti. Notoriamente, per avere un grande moltiplicatore non serve un pennello grande ma sigillare i confini.

Poi c’è la politica, meglio se di opposizione, per poter soffiare sul fuoco dell’ennesimo euro-complotto ai danni del nostro meraviglioso paese. Urla di sdegno per un vettore troppo piccolo e destinato a fare da ancella alle compagnie europee che gestiscono i grandi hub intercontinentali.

Peccato che questo sia esattamente il destino di Alitalia, e non certo da oggi, visto il suo costante ridimensionamento. Se invece la narrazione diventa che il ridimensionamento di Alitalia è frutto di un complotto dei poteri forti dell’aviazione commerciale e della Commissione Ue a libro paga dei medesimi, abbiamo davanti un’autostrada di spunti di letteratura cospirazionistica.

Riuscirà la piccola aspirante ancella del feederaggio e delle rotte domestiche a divenire redditizia? Ecco, questa sarebbe (era) l’unica domanda da porsi, nel momento delle decisioni. Tenendo presente che la politica ci metterebbe la coda, invocando fantomatiche continuità territoriali sulle rotte interne. “È un’azienda pubblica, deve fare l’interesse del pubblico, meglio se di quello del mio collegio elettorale!”
Partiam, partiamo

Ma questi sono dettagli minori: ora lo sdegno nazionalistico divampa, e già si legge di minacce di “partire comunque” e “fare da soli”, mentre a Roma si sente già intonare il canto “non passa lo straniero!”. Ci sono tre miliardi di soldi pubblici, usiamoli! Solite tristi coazioni a ripetere, in pratica.

Di certo, se i governi di questi anni avessero operato per riformare in modo organico il sistema del trasporto aereo passeggeri, anziché pensare solo ad Alitalia, ora forse le cose sarebbero differenti, e in meglio. Ma inutile piangere sull’aiuto di Stato versato.

La vicenda resta assai penosa, per tutti, e di non semplice soluzione. O forse la soluzione semplice lo è ma non si intende percorrere quella strada. C’è da dire che non conforta leggere le parole del ministro dei Trasporti e della mobilità sostenibile, Enrico Giovannini:
Abbiamo bisogno di un vettore nazionale forte con sostenibilità sociale ed anche economica che possa fare accordi con altri ma da una posizione di forza e di chiarezza.
Come se fosse antani, praticamente. Non prima di tornare a ribadire la necessità di integrazione con FS. Oltre alla criticità di ricollocamento di risorse umane talmente qualificate e idiosincratiche da non avere, in apparenza, mercato fuori dal vettore tricolore. Siamo nel secolo della marmotta italiana, come noto. Solo la conclusione resta immobile: è colpa di Bruxelles.


https://phastidio.net/2021/03/30/alital ... vaccinara/

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda Vecchiosaggioelfo » mar 30 mar 2021, 20:11:36

malpensante ha scritto: mar 30 mar 2021, 11:16:46
Da Roma se ne andò pure Costantino e mica per caso.
E guarda caso decise di stabilirsi a Costantinopoli, ovvero Bisanzio ovvero Istanbul, dove, se non sbaglio c'è uno dei più grandi aeroporti d'Europa (o forse il più grande).

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda D960 » mar 30 mar 2021, 22:32:37

malpensante ha scritto: mar 30 mar 2021, 09:00:41 Mi chiedo perché quegli stupidi Tedeschi, dopo aver chiuso il vecchio aeroporto di Monaco Riem nel 1992, abbiano perseverato nell'evidente errore, chiudendo pochi mesi fa Berlino Tegel.
In un posto per altro che non ha il potere d'acquisto sufficiente per impostare un hub. Quindi doppiamente scemi
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda KittyHawk » mer 31 mar 2021, 07:38:26

Torniamo a parlare di Alitalia. Un articolo di Lucio Cillis su Repubblica ci fornisce alcune cifre:
  • Gli slot di LIN dovranno scendere dal 70% del totale al 35%, secondo le richieste della Commissione. Un dimezzamento, ma siccome nei giorni scorsi si parlava che dovessero scendere sotto il 50% non vorrei che ci fosse un po' di confusione. Fosse vero il 35% non vedo come potrebbero trovare un accordo.
  • Il prezzo della parte volo di Alitalia viene stimato tra i 220 e i 270 milioni di euro. Ma dato che ci sono i voucher, i ticket non utilizzati e i biglietti premio che finirebbero come un debito a ITA (questi biglietti dovrebbero valere circa 220 milioni), alla fine al massimo occorrerebbe versare ai tre commissari di Alitalia in liquidazione 50 milioni.
  • Flotta di 47 aerei, almeno per i primi mesi, e non più di 2.800 dipendenti.

spanna
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda spanna » mer 31 mar 2021, 09:07:25

articolo di repubblica ^^^
Un finale al cardiopalmo, come da tradizione per la compagnia di bandiera che non riesce a decollare nonostante tre mesi di serrata trattativa con Bruxelles. Oltre 90 giorni passati a scambiare documenti riservati, rotte e ricavi, informazioni sensibili: da una parte il governo con Ita, società del Mef incaricata della rinascita del marchio Alitalia. Dall’altra l’Europa e la rocciosa commissaria Margrethe Vestager che molti in Italia, ormai, accusano a viso aperto di tirare la trattativa oltre ogni misura, favorendo in maniera indiretta le altre compagnie europee.
Un malumore palpabile in Ita e nei tre ministeri che sarebbero pronti a ricorsi e colpi di mano. Un cambio di passo che potrebbe portare a breve alla nascita della Nuova Alitalia anche senza l’avallo dell’Ue. Questo almeno emerge dal secco comunicato del ministero dello Sviluppo trasmesso al termine dell’incontro tra il ministro Giorgetti e i commissari: «È stata valutata la situazione di Alitalia alla luce dello stallo delle negoziazioni con la Commissione. Appare necessaria una nuova strategia di azione da concertarsi con Mef e Mims per permettere la continuità operativa della compagnia».

Gli ostacoli che sono emersi e che appaiono senza sbocchi riguardano, ad esempio, Linate, scalo dove oggi il vettore è quasi monopolista. Buona parte degli slot, le bande orarie di decollo e atterraggio, dovranno essere ceduti ai concorrenti, tra questi Ryanair, Lufthansa, easyJet. Le assegnazioni dovranno scendere dal 70% del totale oggi nelle mani di Alitalia, al 35%. «L’Ue – spiega una fonte vicina al dossier – dice che con meno aerei la nuova compagnia non potrà avere diritto agli slot attuali. Questo è un errore grossolano oltre che incomprensibile: è come se a Lufthansa o Air France venga richiesto di lasciare gli slot perché ha oltre metà della flotta a terra per la pandemia. Cosa che, ovviamente, non succederà e che l’Europa mai imporrà alle due compagnie. Ma per Alitalia – prosegue - il trattamento riservato è del tutto differente e fa sorgere forti dubbi sulla trattativa».
Altro nodo quello dei settori che curano manutenzione e handling: le due costole oggi interne al gruppo saranno messe a gara. Ita potrà partecipare acquisendo solo una quota di minoranza. Per i primi mesi la nuova compagnia sottoscriverà dei contratti con le due aziende. Irrisolto, al momento, anche il tema delle MilleMiglia: i membership rewards saranno messi all’incanto ma – questo è uno dei paletti non condivisi dai vertici di Ita e dai ministri competenti – Alitalia 2 non potrà partecipare all’asta.
I ritardi nella messa a punto dell’operazione e il mancato via libera potrebbero costare la stagione estiva al nuovo vettore che è pronto a bruciare le tappe e a partire dopo 40 giorni dall’ok comunitario. Ma i tempi sono strettissimi e Ita potrebbe decollare senza accordi. Altro nodo da superare quello del “prezzo giusto”: quanto vale la parte “volo” di Alitalia? Le cifre che vengono avanzate vanno dai 220 ai 270 milioni di euro. Un esborso tutto sommato abbordabile per Ita che potrà disporre alla partenza di circa 1,8 miliardi di euro dei 3 stanziati dal governo Conte lo scorso anno. Ma vanno considerati anche i voucher, i ticket non utilizzati e i biglietti premio che ammonterebbero, secondo le ultime stime, a circa 220 milioni. Questi biglietti rimasti in sospeso passeranno in capo alla Nuova Alitalia e quindi, nel computo del dare-avere, ai tre commissari della Alitalia in liquidazione potrebbero restare solo tra i 20 e i 50 milioni.
Semaforo verde, invece al passaggio diretto delle attività di “volo” dalla vecchia compagnia a Ita. Gli aerei a disposizione della newco saranno circa 47 contro i 103 attuali, almeno per i primi mesi. Per far girare una flotta “bonsai” non serviranno più di 2.800 dipendenti, circa 7.700 in meno rispetto ai 10.500 attualmente nel perimetro di Alitalia. Un taglio doloroso per le famiglie e l’indotto che impiega in totale 40 mila addetti. Ecco perché ieri si è svolta una imponente protesta dei dipendenti sotto le finestre del Mise e del Mef. Presenti centinaia di lavoratori che non hanno ancora ricevuto lo stipendio di marzo, a quanto pare sbloccato solo nelle ultime ore dal Mef. L’Anpac, sigla di piloti e assistenti di volo, si appella al ministro Franco perché «supporti la partenza di Ita in tempo per presidiare la stagione estiva». Mentre Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cub, Acc e Usb chiedono di «velocizzare i tempi per la rinascita». Ma l’Associazione nazionale piloti, visti i tempi biblici della trattativa, invita il governo Draghi ad «evitare il rischio di messa a terra della flotta e a rilanciare con forza il nuovo vettore nazionale».
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.

milmxp
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda milmxp » mer 31 mar 2021, 09:23:20

Non sanno più dove attaccarsi. Sembra di essere all'asilo Mariuccia.
L'unica soluzione per loro sarebbe chiudere Linate, ma non la adotteranno perché piuttosto che avere torto si schiantano contro il muro.

hkg
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda hkg » mer 31 mar 2021, 09:40:43

Si sono tirati la zappa sui piedi e messo nella mer. a il sistema aeroportuale milanese, se non tutto quello italiano.
Se non vuoi chiudere il capannone, insisto io, trasformalo: riduci gli slot, metti una squadra di aereosoccorso, area x voli vip, riduci le ore di operatività,... Ma ci vuole tanto???
W il pragmatismo italiano.....
MXP,CTA,LIN,CGD,VIE,AHO,CAG,OLB,KBP,TLL,LED,SVO,JFK,MBA,BKK,HKT,DPS,BLQ,SIN,TUN,BGY,LXR,PMV,DXB,TPE,HKG,KBV,AMM,UTH,LPQ,CNX,BWN,LBU,KCH,MYY,MNL,CRK,DOH,VLC,CGN,BCN,BUD,PRG,AUH,CGK,JOG,KUL,TXL,LIS,STR,KIX,NRT,IST,HAM,CPH,KIV,PEK,SVQ,MCT,CPT,MJT,AGP,JKH,OPO,LXS,SKG,MAD,KWI,JIK,ATH, PMO, BIO,DUS,

KL63
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda KL63 » mer 31 mar 2021, 10:44:12

Beh, adesso fatto il restyling, definirlo "capannone" è ingeneroso, ora direi che almeno dentro e per quello chi si è visto sia bello.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda I-GABE » mer 31 mar 2021, 11:00:46

Bastarebbe inventarsi motivi ambientali (che poi ci starebbero anche) per giustificare una bella sovratassa di "vicinanza" ed una riduzione degli slot; contenti tutti (o quasi) e via.
Ma se a Roma si continua con il dogma Linate o morte non e' che si vada lontano...

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda KittyHawk » mer 31 mar 2021, 11:43:06

Eviterei di tirare in ballo motivi ambientali per limitare LIN, perché potrebbero fare più danni che apportare vantaggi.
Con un approccio più normale si dovrebbe dire "mettiamo una bella addizionale comunale (o qualcosa di simile) perché il posto è molto ambito e ha anche la metropolitana", ossia fare né più né meno ciò che accade in Galleria, dove il valore degli affitti viene adeguato quanto meno al valore di mercato quando si rinnovano i contratti.
Ammesso che la decisione fosse in mano al Comune - e non lo è - anche questa strada purtroppo non è praticabile perché (a) la dirigenza Alitalia si è già lamentata degli oneri aeroportuali troppo alti in Italia e (b) Alitalia è recidiva nel non pagare quanto dovuto e lasciare debiti irrecuperabili (senza contare l'impudenza di arrivare a chiedere anche i danni).

L'unico modo per salvare capra e cavoli potrebbe essere un bel decreto che limiti LIN ai soli voli di continuità territoriale e alla rotta LIN-CIA, quest'ultima aperta a chiunque volesse volarci, così da evitare contestazioni da parte delle altre compagnie. In questo modo si eviterebbe che ITA morisse prima ancora di decollare.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda gabbozzo » mer 31 mar 2021, 12:58:06

KittyHawk ha scritto: mer 31 mar 2021, 11:43:06 L'unico modo per salvare capra e cavoli potrebbe essere un bel decreto che limiti LIN ai soli voli di continuità territoriale e alla rotta LIN-CIA, quest'ultima aperta a chiunque volesse volarci, così da evitare contestazioni da parte delle altre compagnie. In questo modo si eviterebbe che ITA morisse prima ancora di decollare.
Limitare un aeroporto a specifiche tratte da lasciare a mercato non credo sia consentito. Forse si può solo con la continuità territoriale perché ha un inquadramento legale completamente diverso.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda malpensante » mer 31 mar 2021, 13:05:18

Se lo scopo è mettere sullo stesso piano i viaggi intercontinentali, basterebbe chiudere la dogana di Linate, impedendo di fatto i through check-in extra UE. Qualunque viaggio intercontinentale, con o senza scalo, dovrebbe iniziare a Malpensa, almeno per chi non va nel mondo con il solo bagaglio a mano.

Linate farebbe male comunque, perché ci sono fughe abbondanti anche da Malpensa, come è giusto che ci possano essere. Malpensa è azzoppata dal non avere voli intercontinentali delle JV atlantiche, a parte che per New York e dalla mancanza di transiti nazionali su compagnie IATA, infine dalla mancanza di voli per apt fondamentali come VCE, BLQ e FRL, che comunque a Linate non ci sono.

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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano

Messaggio da leggereda I-DANB » mer 31 mar 2021, 13:09:01

Una soluzione percorribile sarebbe quella di limitare il tonnellaggio degli aeroplani.
Aeroporto accessibile solo a velivoli con peso massimo al decollo certificato di....(25/30 tons ?? tipo Embraer o ATR)
In questo modo in primis verrebbe eliminata la concorrenza delle low cost, che sono dotate di velivoli di stazza superiore e sicuramente per esercire quattro voli al giorno non andrebbero a disomogeneizzare la flotta. E sarebbe già un bel risultato. Inoltre, con pochi posti a disposizione, si potrebbero alzare le tariffe.
Chi vuole partire da Linate, paghi, cosa che mi pare già in atto, visti gli yelds.
Deve sapere, mio caro signore, che sono uomo di mondo....Ho fatto il militare a Cuneo !!


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