Malpensa - Il sindacalista della segreteria di Cgil analizza la situazione dello scalo della brughiera e di Alitalia. Giovedì 24 gennaio un attivo sindacale molto atteso
Nossa: "Malpensa, pesa l'incertezza sul futuro dei lavoratori"
Del futuro di Alitalia e di Malpensa ne sono state dette e scritte di tutti i colori e in tutte le salse. La trattativa con AirFrance per la cessione della ex compagnia di bandiera va avanti tra alti e bassi e con l’incognita sul futuro del Governo. Tra le tante posizioni emerse, quella di Cgil, esposta all’assemblea degli Stati Generali voluta dalla Provincia di Varese da Flavio Nossa, ha riscosso consensi e suscitato curiosità.
Nella parole di Nossa c’è preoccupazione, attenzione per il futuro dei lavoratori, ma anche un dubbio che in pochi hanno sollevato ma che avrebbe bisogno di chiarimenti: «Allo stato dell’arte, con la crisi del Governo che può cambiare e parecchio le carte in tavola complicando la situazione, Cgil è preoccupata – spiega l’esponente della segreteria provinciale, da sempre attento agli sviluppi e alle dinamiche interne all’aeroporto della brughiera -. Abbiamo più volte dichiarato senza mezze misure la nostra contrarietà al piano Prato: non c’è chiarezza sul futuro di Malpensa e quindi non ci sono certezze per i lavoratori dello scalo. AirFrance ha dichiarato di voler mantenere e anzi potenziare il settore merci (anche se i voli intercontinentali passeggeri, quelli che verranno tagliati o trasferiti, portano nella pancia merci e vorrei sapere come verranno sostituti), e lo stesso ha fatto capire per Volare, ma siamo preoccupati. La società di gestione dello scalo sembra incapace di gestire la perdita dell’azienda che oggi copre il 60 per cento delle attività, questo non può che metterci in allarme. Il presidente dei Sea Giuseppe Bonomi è stato il numero uno di Alitalia ed ha già gestito Sea, non può farci credere di avere la fila fuori dalla porta un giorno e quello dopo dirci che al momento non c’è nessuno che può prendere il posto di Alitalia».
Il dubbio che ha Nossa è legittimo e potrebbe aprire prospettive per una futura revisione del piano Alitalia:
«Quello di Maurizio Prato ci era stato presentato come piano di sopravvivenza e salvataggio di una compagnia al collasso – spiega il sindacalista -: se chi subentra acquisendo la maggioranza della compagnia nell’ottica di rilanciarla fa suo quel piano in toto c’è qualcosa che non torna. Il problema è che l’Italia, il suo governo e le sue istituzioni, non hanno una strategia d’insieme, non hanno chiarito se vogliono o no tenere in vita il settore del trasporto aereo italiano: per noi è un settore strategico, che interessa la movimentazione delle merci, dei passeggeri, la logistica, i mezzi di trasporto (dai treni alle auto, non solo gli aerei). Se non si prende seriamente in mano la questione ci sbatteremo il muso prima o poi e ho paura che ci faremo male in tanti. Noi abbiamo chiesto un confronto serio con le istituzioni, ma al momento stenta a decollare».
In ballo c’è il futuro del Paese, ma contemporaneamente anche quello di tanti lavoratori. La Cgil non ha intenzione di iscriversi al balletto dei numeri: «Non ne diamo, non vogliamo mettere su un piatto d’argento a chiunque arrivi al posto di Alitalia le teste dei lavoratori – commenta Nossa -. Sarebbe il caso che tutti facessero lo stesso, questo balletto di cifre non serve a nessuno». In aeroporto si parla di licenziamenti e contratti non rinnovati già a gennaio: «Sono due piani distinti – ammonisce Nossa -. Da una parte ci sono piccole aziende di settori marginali delle attività aeroportuali, che hanno messo in atto operazioni speculative di riduzione del personale: poche unità in numeri assoluti, ma percentuali elevate pensando alle ditte interessate. Al 1 gennaio, al momento di rinnovare gli appalti, a fronte di attività che restano agli stessi livelli, hanno deciso di tagliare quote del 20-30% del personale. Dall’altra ci sono gli stagionali di Sea, i cui contratti potrebbero non essere rinnovati: non c’è nulla di certo, è un’eventualità che comunque non è spiegabile con i fatti. Non si conoscerà prima di aprile la misura dell’eventuale calo dell’attività della società di gestione. Inoltre Bonomi ha annunciato l’arrivo di American Airlines e altre grandi compagnie a Malpensa. Queste non porteranno nulla? Quale sarà il loro impatto sul lavoro in aeroporto?».
Domande che restano e che saranno sul piatto nell’attivo sindacale di giovedì 24 gennaio, in programma al Cral del terminal 2 di Malpensa dalle 9 alle 13: «I lavoratori sono disorientati, quindi sarà un momento di informazione e confronto».
Martedi 22 Gennaio 2008
Tommaso Guidotti
tommaso.guidotti@varesenews.it