Lambrenedetto, sei tu?easyMXP ha scritto: ↑gio 04 feb 2021, 14:38:34Perchè tu pensi davvero che i tecnici non facciano parte del sistema?grandemilano ha scritto: ↑gio 04 feb 2021, 06:36:43Se è per questo, in passato il sistema non avrebbe neanche mai permesso l'arrivo di tecnici in un governo. Piuttosto si andava a votare ogni anno ad ogni crisi politica.
Eppure un bel giorno è arrivato Monti. E ora è arrivato Draghi.
Ciò che una volta era inimmaginabile, non é detto che lo sarà per sempre anche in futuro. Le cose posso cambiare: io non darei mai nulla per scontato.
I tecnici servono a fare quello che i politici non possono fare per non perdere voti.
Davvero pensi che Renzi si sia mosso di suo, e non guidato dal gruppo di potere che gli sta dietro?
Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
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In questa sezione si dovranno trattare gli argomenti che riguardano i vettori con COA italiano
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Avevi bisogno di aggiungere 1 alla conta dei post?Tropicalista ha scritto: ↑gio 04 feb 2021, 16:25:24Lambrenedetto, sei tu?easyMXP ha scritto: ↑gio 04 feb 2021, 14:38:34Perchè tu pensi davvero che i tecnici non facciano parte del sistema?grandemilano ha scritto: ↑gio 04 feb 2021, 06:36:43
Se è per questo, in passato il sistema non avrebbe neanche mai permesso l'arrivo di tecnici in un governo. Piuttosto si andava a votare ogni anno ad ogni crisi politica.
Eppure un bel giorno è arrivato Monti. E ora è arrivato Draghi.
Ciò che una volta era inimmaginabile, non é detto che lo sarà per sempre anche in futuro. Le cose posso cambiare: io non darei mai nulla per scontato.
I tecnici servono a fare quello che i politici non possono fare per non perdere voti.
Davvero pensi che Renzi si sia mosso di suo, e non guidato dal gruppo di potere che gli sta dietro?
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Come mai da qualche tempo nei vari quote non vengono riportati i nomi delle persone citate?
Cosi si rende piu' difficile la comprensione
Comunque qualcuno ha scritto:
"I tecnici servono a fare quello che i politici non possono fare per non perdere voti"
Esattamente, un governo politico non potrebbe mai lasciare fallire Alitalia, un governo tecnico deve guardare solo alla realtà dei numeri, Alitalia nonostante molti tentativi di salvataggio ha rimostrato di non saper stare sul mercato, è tecnicamente fallita da tempo la si chiuda e si smetta di gettare soldi pubblici in un pozzo senza fondo.
Nei suoi articoli Draghi ha detto chiaramente che aiutare le aziende decotte che non hanno una prospettiva futura non ha senso, vediamo se sarà coerente e lo metterà in pratica su Alitalia. Anche se temo verrà condizionato dalla politica.
Cosi si rende piu' difficile la comprensione
Comunque qualcuno ha scritto:
"I tecnici servono a fare quello che i politici non possono fare per non perdere voti"
Esattamente, un governo politico non potrebbe mai lasciare fallire Alitalia, un governo tecnico deve guardare solo alla realtà dei numeri, Alitalia nonostante molti tentativi di salvataggio ha rimostrato di non saper stare sul mercato, è tecnicamente fallita da tempo la si chiuda e si smetta di gettare soldi pubblici in un pozzo senza fondo.
Nei suoi articoli Draghi ha detto chiaramente che aiutare le aziende decotte che non hanno una prospettiva futura non ha senso, vediamo se sarà coerente e lo metterà in pratica su Alitalia. Anche se temo verrà condizionato dalla politica.
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Ooohh che spigolosità, stavo solamente facendo una battuta, comunico che posso anche fare log-out e leggere da ospite, non mi cambia la vita.easyMXP ha scritto: ↑gio 04 feb 2021, 19:11:54Avevi bisogno di aggiungere 1 alla conta dei post?Tropicalista ha scritto: ↑gio 04 feb 2021, 16:25:24Lambrenedetto, sei tu?easyMXP ha scritto: ↑gio 04 feb 2021, 14:38:34
Perchè tu pensi davvero che i tecnici non facciano parte del sistema?
I tecnici servono a fare quello che i politici non possono fare per non perdere voti.
Davvero pensi che Renzi si sia mosso di suo, e non guidato dal gruppo di potere che gli sta dietro?
era una volutazione perchè sembrava proprio un discorso alla Lambrenedetto.
Fine OT
Cesare è un problema che cè da un po di tempo a questa parte, credo che sia uno strascico della migrazione dal vecchio forum al nuovo.
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Non mi aspetto che un eventuale governo Draghi chiuda Alitalia, capiamo tutti perché. Mi accontenterei che facesse partire ITA in versione iniziale e ridotta, amputando da subito gli sviluppi futuri e meravigliosi preconizzati da Lazzerini e facendo capire che la si metterebbe in vendita e che sono finiti i tempi degli esborsi statali a piè di lista.
Idem per quel che resta di Air Italy, cioè gli stipendi da pagare.
Quanto a Lazzerini, la logica sarebbe di defenestrarlo come CEO di ITA, ma notoriamente è un protegé di Franceschini, che è quello che comanda di più nel PD.
Idem per quel che resta di Air Italy, cioè gli stipendi da pagare.
Quanto a Lazzerini, la logica sarebbe di defenestrarlo come CEO di ITA, ma notoriamente è un protegé di Franceschini, che è quello che comanda di più nel PD.
Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
A chi ancora si chiede perché AZ continui ad essere foraggiata contro ogni logica economica e perché l'hub a FCO sia pietra angolare di ogni strategia (?!?!) a riguardo, credo possa trovare le risposte nell'odierno articolo del Corriere [sottolineature mie]:
https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/21_febbraio_05/esercito-40-mila-lavoratori-aeroportuali-precari-fantasmi-5aac4138-6730-11eb-8ada-57b39586265a.shtmlAeroporti Fiumicino e Ciampino, in 40 mila da precari a «fantasmi» per il Covid
«Prima eravamo precari aeroportuali, oggi siamo fantasmi». La pandemia non ha solo svuotato i cieli dagli aerei, portando al crollo del 90% i flussi di traffico negli scali di Fiumicino e Ciampino. Ha paralizzato un intero settore economico e lasciato sul baratro i 40 mila lavoratori degli aeroporti romani e dell’indotto: addetti ai bagagli, alle pulizie, ai check-in, hostess, operai, tecnici, cuochi, commesse, tutti da un anno alle prese con l’incubo cassa integrazione e l’incertezza di un futuro occupazionale nel comparto aereo che, da previsioni, non tornerà a decollare prima del 2023. I più fortunati lavorano cinque giorni al mese, con stipendi decurtati e aiuti che arrivano a singhiozzo. E poi ci sono gli invisibili, gli stagionali, termine riduttivo per chi lavora all’aeroporto anche da dieci anni, con contratti a termine di tre, sei, otto mesi. Richiamati puntualmente, mai stabilizzati. La stima, negli scali della Capitale, è di quattromila persone che per lo Stato, nel 2020, però non esistevano nemmeno: esclusi da qualunque forma di sussidio per l’emergenza, solo da maggio sono partite le indennità per i cosiddetti «occasionali». Non per tutti e non senza scontri con la burocrazia. «Spesso l’Inps non ti riconosce come stagionale e fa male dover dimostrare di esistere. Eppure io lo sento tutto l’orgoglio di lavorare per compagnia di bandiera, è come essere nella Nazionale di calcio», racconta Emiliano Raponi, 33 anni: giovane papà, è dal 2012 che trasporta valigie a Fiumicino, ma il contratto indeterminato non è mai arrivato. Ha due bimbi da mantenere, ma «c’è la fila pure per fare il rider – dice – e la disoccupazione mi sta per finire».
È questa l’emergenza più imminente: gli ammortizzatori sempre sul punto di svuotarsi. Proprio da febbraio la cassa integrazione straordinaria da pandemia sarà sospesa e si usufruirà di quella Covid, ovvero con zero anticipi da parte delle aziende. In più, c’è l’incognita del Fondo per il trasporto aereo, vitale per le indennità ma agli sgoccioli, per il quale servirà l’intervento dello Stato che dovrà anche prorogare il blocco dei licenziamenti. Altrimenti negli aeroporti romani sarà un’ecatombe. Fiumicino è la più grande industria del Lazio, «il comparto trasporto aereo incide per l’11% sul Pil della regione», ricordano il segretario generale della Fit-Cisl Lazio, Marino Masucci, e la segretaria regionale del Dipartimento Trasporto aereo Stefania Fabbri, «ma sono urgenti politiche di rilancio e sostegno di stabilizzati e stagionali, la situazione è potenzialmente esplosiva per i 4 mila stagionali, alcuni dei quali lavorano da più di 12 anni, senza maturare alcuno scatto di anzianità».
Come Emanuele M., 34 anni, precario addirittura dal 2008 «sopravvissuto» a quattro crisi Alitalia ma rimasto a casa per il virus. «Dodici anni tra le piste di Fiumicino, poi non mi hanno più richiamato da gennaio 2020 – riassume la sua odissea –. Con l’indennità di disoccupazione finita mi sono dovuto reinventare. Ora faccio il corriere per una ditta di spedizioni». A qualcuno è andata anche peggio, sussidi di 11 euro al mese e non poche richieste di sostegno rigettate per puri tecnicismi: «Questo perché è vario l’inquadramento del dipendente aeroportuale a seconda dei codici di contratto - spiega Fabbri - così i precari non hanno potuto accedere ai bonus per una semplice questione di classificazione».
Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Credo anch'io che, Draghi o no, Alitalia restera' comunque viva.
Quello che potra' cambiare e' la forma e, sperabilmente, il livello di sussidi.
Sarebbe ora che ciascuno facesse i conti con la sostenibilita' della propria posizione, invece di gravare sugli altri.
La mia speranza e' che Alitalia parta i versione compatibile con quella di un vettore locale basato a Roma ed al servizio della stessa, senza tante menate sull'essere vettore di bandiera. Magari la finissero col tenere ingessato il mercato italiano!
Se questo poi possa richiedere (agli occhi della Commissione) una rinuncia al brand, tanto meglio.
La chiamino AliRoma e via!
PS: i 40000 di Fiumicino sarebbero comunque a posto con la ripresa dei voli a FCO post-covid, piuttosto che con la ripresa di Alitalia.
Quello che potra' cambiare e' la forma e, sperabilmente, il livello di sussidi.
Sarebbe ora che ciascuno facesse i conti con la sostenibilita' della propria posizione, invece di gravare sugli altri.
La mia speranza e' che Alitalia parta i versione compatibile con quella di un vettore locale basato a Roma ed al servizio della stessa, senza tante menate sull'essere vettore di bandiera. Magari la finissero col tenere ingessato il mercato italiano!
Se questo poi possa richiedere (agli occhi della Commissione) una rinuncia al brand, tanto meglio.
La chiamino AliRoma e via!
PS: i 40000 di Fiumicino sarebbero comunque a posto con la ripresa dei voli a FCO post-covid, piuttosto che con la ripresa di Alitalia.
Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Nei 40 mila dell'indotto a Roma c'è sicuramente una parte non trascurabile che potremmo definire "in eccesso" rispetto a una normale efficienza aziendale, Covid o non Covid. Dubito che operatori non italiani potranno essere convinti a farsene carico, anche una volta che la pandemia sarà finita.
Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Alitalia, l’allarme del commissario e il rischio aerei a terra a fine mese
di Leonard Berberi
Il dossier Alitalia è finito in un cortocircuito tale che entro fine mese la compagnia rischia non soltanto di non poter pagare gli stipendi, ma anche di mettere a terra a tutti gli aerei per mancanza di soldi in cassa (dove sono rimasti meno di 50 milioni di euro) e di prospettive. Il commissario Giuseppe Leogrande ha lanciato con i sindacati ancora una volta l’allarme sulla cassa che si prosciuga. Ma a chi ha avuto modo di parlargli negli ultimi giorni ha spiegato che senza una svolta sarà costretto a fermare i voli, raccontano al Corriere della Sera due fonti che chiedono l’anonimato. E ha anche chiesto che la politica decida cosa intende fare con la compagnia aerea e con la newco, Italia Trasporto Aereo, creata apposta per rilanciare l’azienda.
Lo stallo
Il sospetto di Leogrande — spiegano le fonti — è che complice la confusione politica lo vogliano lasciare con il cerino in mano. E quel cerino — Alitalia — è fatto di 10.400 dipendenti e altrettante famiglie. Il commissario ricorda che il 28 dicembre ha chiesto al ministero dello Sviluppo economico un chiarimento sul bando di vendita, ma senza ricevere alcuna risposta fino agli inizi di febbraio quando gli è stato detto di preparare una nuova gara. Giovedì 4 febbraio è prevista una conference call del commissario con i tecnici del ministero e l’Antitrust europeo sulla procedura di vendita, mentre ci sarebbero ancora altri 77 milioni di euro del pacchetto di 350 milioni di indennizzi per i danni subiti dal Covid.
La procedura
Bruxelles ha in mente un solo tipo di bando: aperto a tutti, non discriminatorio e senza paletti. Fonti del Mise dicono al Corriere che Leogrande aveva anche suggerito una possibile via d’uscita: per mettere in sicurezza Alitalia e i suoi asset sarebbe stato opportuno vendere subito ad Italia Trasporto Aereo il ramo «aviation» — il più appetibile perché contiene tra le altre cose il marchio, il codice di volo, gli slot — e poi procedere con la gara per gli altri due rami (handling e manutenzione).
La proposta
Da quanto si apprende il commissario e il vertice della newco si sono incontrati due volte per decidere i passaggi successivi, ma le discussioni non si sono mai concretizzate. Secondo Leogrande per le norme di diritto interno ITA ha la possibilità di comprare il ramo aviation a trattativa privata perché questo offre un servizio pubblico essenziale (come il trasporto dei medicinali o la continuità territoriale). Ma da ITA — sostiene il commissario — non è mai arrivata alcuna offerta. Per questo, confidano le fonti, l’avvocato non avrebbe gradito il comunicato con il quale la newco dice di non poter acquistare la compagnia aerea perché non c’è un bando di vendita.
I tempi
I rischi del bando sono diversi. Il principale è relativo al tempo. Perché dopo la pubblicazione con l’invito a presentare le manifestazioni d’interesse servono altri 30-40 giorni almeno tra accesso alla dataroom (l’archivio delicato con tutti i dati più sensibili dell’azienda) e apertura delle buste. In tutto potrebbero volerci 3-4 mesi fino alla cessione degli asset. Tempo che Alitalia — in amministrazione straordinaria dal 2 maggio 2017 — non ha. Anzi, è già scaduto. La compagnia brucia almeno 50 milioni di euro al mese e la prossima tranche di indennizzi per i danni subiti dal Covid potrebbe ammontare soltanto a una ventina di milioni di euro.
I fondi necessari
Servirebbero così altri 150-200 milioni di euro, oltre ai ristori previsti (massimo 350 milioni), per poter affrontare questo periodo. Soldi che ad oggi non ci sono. Il commissario non nasconde nemmeno l’irritazione su come è stata gestita la vicenda degli indennizzi anti-Covid. I rimborsi ad Alitalia finora sono stati sempre erogati dopo l’ok della Commissione europea. Eppure nel decreto è prevista l’erogazione in anticipo di questi fondi, cosa mai avvenuta, tanto da spingere l’avvocato a parlare di «dispositivi normativi disattesi».
I sindacati
«Senza le risorse richieste non c’è in cassa liquidità sufficiente per pagare gli stipendi di febbraio», dicono in una nota Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti ed Ugl Trasporto Aereo dopo l’incontro con il commissario. E sostengono di essere «enormemente allarmati» perché un nuovo bando allungherebbe «di molti mesi i tempi per l’avvio della newco». «Leogrande ha confermato le nostre preoccupazioni: gli stipendi di febbraio sono a rischio», aggiunge la Federazione nazionale trasporto aereo (Anpac, Anpav, Anp). Per questo l’immobilismo «non consente ulteriori temporeggiamenti e deve essere superato dalla politica attraverso un coordinamento tra tutte le parti interessate».
La newco
Dal fronte Italia Trasporto Aereo a parlare, durante «Uno Mattina» su Rai1, è stato il presidente Francesco Caio. «Siamo consapevoli che c’è un capitale che oggi viene dal pubblico, ma che deve essere messo a frutto con una logica di mercato — ha detto —. Dobbiamo creare un’azienda che è al servizio del viaggiatore, ma che si misura con un mercato e quindi deve stare sul mercato con le sue gambe. È l’obiettivo che ci è stato affidato e con cui stiamo lavorando e con cui abbiamo già sottoposto per un primo esame uno schema di piano per la nuova azienda all’Ue e alle Camere per le loro valutazioni».
di Leonard Berberi
Il dossier Alitalia è finito in un cortocircuito tale che entro fine mese la compagnia rischia non soltanto di non poter pagare gli stipendi, ma anche di mettere a terra a tutti gli aerei per mancanza di soldi in cassa (dove sono rimasti meno di 50 milioni di euro) e di prospettive. Il commissario Giuseppe Leogrande ha lanciato con i sindacati ancora una volta l’allarme sulla cassa che si prosciuga. Ma a chi ha avuto modo di parlargli negli ultimi giorni ha spiegato che senza una svolta sarà costretto a fermare i voli, raccontano al Corriere della Sera due fonti che chiedono l’anonimato. E ha anche chiesto che la politica decida cosa intende fare con la compagnia aerea e con la newco, Italia Trasporto Aereo, creata apposta per rilanciare l’azienda.
Lo stallo
Il sospetto di Leogrande — spiegano le fonti — è che complice la confusione politica lo vogliano lasciare con il cerino in mano. E quel cerino — Alitalia — è fatto di 10.400 dipendenti e altrettante famiglie. Il commissario ricorda che il 28 dicembre ha chiesto al ministero dello Sviluppo economico un chiarimento sul bando di vendita, ma senza ricevere alcuna risposta fino agli inizi di febbraio quando gli è stato detto di preparare una nuova gara. Giovedì 4 febbraio è prevista una conference call del commissario con i tecnici del ministero e l’Antitrust europeo sulla procedura di vendita, mentre ci sarebbero ancora altri 77 milioni di euro del pacchetto di 350 milioni di indennizzi per i danni subiti dal Covid.
La procedura
Bruxelles ha in mente un solo tipo di bando: aperto a tutti, non discriminatorio e senza paletti. Fonti del Mise dicono al Corriere che Leogrande aveva anche suggerito una possibile via d’uscita: per mettere in sicurezza Alitalia e i suoi asset sarebbe stato opportuno vendere subito ad Italia Trasporto Aereo il ramo «aviation» — il più appetibile perché contiene tra le altre cose il marchio, il codice di volo, gli slot — e poi procedere con la gara per gli altri due rami (handling e manutenzione).
La proposta
Da quanto si apprende il commissario e il vertice della newco si sono incontrati due volte per decidere i passaggi successivi, ma le discussioni non si sono mai concretizzate. Secondo Leogrande per le norme di diritto interno ITA ha la possibilità di comprare il ramo aviation a trattativa privata perché questo offre un servizio pubblico essenziale (come il trasporto dei medicinali o la continuità territoriale). Ma da ITA — sostiene il commissario — non è mai arrivata alcuna offerta. Per questo, confidano le fonti, l’avvocato non avrebbe gradito il comunicato con il quale la newco dice di non poter acquistare la compagnia aerea perché non c’è un bando di vendita.
I tempi
I rischi del bando sono diversi. Il principale è relativo al tempo. Perché dopo la pubblicazione con l’invito a presentare le manifestazioni d’interesse servono altri 30-40 giorni almeno tra accesso alla dataroom (l’archivio delicato con tutti i dati più sensibili dell’azienda) e apertura delle buste. In tutto potrebbero volerci 3-4 mesi fino alla cessione degli asset. Tempo che Alitalia — in amministrazione straordinaria dal 2 maggio 2017 — non ha. Anzi, è già scaduto. La compagnia brucia almeno 50 milioni di euro al mese e la prossima tranche di indennizzi per i danni subiti dal Covid potrebbe ammontare soltanto a una ventina di milioni di euro.
I fondi necessari
Servirebbero così altri 150-200 milioni di euro, oltre ai ristori previsti (massimo 350 milioni), per poter affrontare questo periodo. Soldi che ad oggi non ci sono. Il commissario non nasconde nemmeno l’irritazione su come è stata gestita la vicenda degli indennizzi anti-Covid. I rimborsi ad Alitalia finora sono stati sempre erogati dopo l’ok della Commissione europea. Eppure nel decreto è prevista l’erogazione in anticipo di questi fondi, cosa mai avvenuta, tanto da spingere l’avvocato a parlare di «dispositivi normativi disattesi».
I sindacati
«Senza le risorse richieste non c’è in cassa liquidità sufficiente per pagare gli stipendi di febbraio», dicono in una nota Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti ed Ugl Trasporto Aereo dopo l’incontro con il commissario. E sostengono di essere «enormemente allarmati» perché un nuovo bando allungherebbe «di molti mesi i tempi per l’avvio della newco». «Leogrande ha confermato le nostre preoccupazioni: gli stipendi di febbraio sono a rischio», aggiunge la Federazione nazionale trasporto aereo (Anpac, Anpav, Anp). Per questo l’immobilismo «non consente ulteriori temporeggiamenti e deve essere superato dalla politica attraverso un coordinamento tra tutte le parti interessate».
La newco
Dal fronte Italia Trasporto Aereo a parlare, durante «Uno Mattina» su Rai1, è stato il presidente Francesco Caio. «Siamo consapevoli che c’è un capitale che oggi viene dal pubblico, ma che deve essere messo a frutto con una logica di mercato — ha detto —. Dobbiamo creare un’azienda che è al servizio del viaggiatore, ma che si misura con un mercato e quindi deve stare sul mercato con le sue gambe. È l’obiettivo che ci è stato affidato e con cui stiamo lavorando e con cui abbiamo già sottoposto per un primo esame uno schema di piano per la nuova azienda all’Ue e alle Camere per le loro valutazioni».
AHO-ARN-BLQ-BGY-CAG-DUB-FCO-FLR-FRL-GOA-GRO-KIR-KBP-LIN-MXP-MUC-OLB-PMF-PSA-STN-TBS-TPS-TRN-TRS-TSF-VCE
Primo anno in perdita, secondo in pareggio e terzo in utile
Primo anno in perdita, secondo in pareggio e terzo in utile
Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Ma quelli li foraggi in altro modo, non hai bisogno di sobbarcarti tutta Alitalia per creare posti di lavoro attorno a FCO.KittyHawk ha scritto: ↑ven 05 feb 2021, 13:42:29Nei 40 mila dell'indotto a Roma c'è sicuramente una parte non trascurabile che potremmo definire "in eccesso" rispetto a una normale efficienza aziendale, Covid o non Covid. Dubito che operatori non italiani potranno essere convinti a farsene carico, anche una volta che la pandemia sarà finita.
Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Serve anche lei, serve anche lei. Ogni società o ente formalmente indipendente si porta dietro tutta una serie di posti di lavoro obbligatori utili a piazzare o a favorire amici e parenti. Hai un direttore generale, un capocontabile, un usciere, una centralinista etc. etc. Con Alitalia li piazzi, con AA, DL etc. dubito.I-GABE ha scritto: ↑ven 05 feb 2021, 16:29:22Ma quelli li foraggi in altro modo, non hai bisogno di sobbarcarti tutta Alitalia per creare posti di lavoro attorno a FCO.KittyHawk ha scritto: ↑ven 05 feb 2021, 13:42:29Nei 40 mila dell'indotto a Roma c'è sicuramente una parte non trascurabile che potremmo definire "in eccesso" rispetto a una normale efficienza aziendale, Covid o non Covid. Dubito che operatori non italiani potranno essere convinti a farsene carico, anche una volta che la pandemia sarà finita.
Le società private si fondono per sviluppare sinergie (leggi "eliminare i doppioni, specie nel personale"), gli enti pubblici e parapubblici si dividono per essere più vicini al territorio e alle esigenze della ggente (leggi "creare nuovi e talvolta inutili posti di lavoro per gli amici e parenti"). Non penserai mica che tante nuove province siano state create negli anni passati solo per avere una targa automobilistica diversa?
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Anche recentemente la Lupo aveva dichiarato in merito alla crisi di Alitalia: "Fiumicino è la più importante azienda del centrosud". Purtroppo non riesco più a recuperare l'articolo.
E' una frase schok: fa capire come prima viene l'interesse di Fiumicino e poi di Alitalia.
E probailmente, è questa mentalità che ha contribuito significativamente al crollo di AZ negli ultimi anni. Fino ad arrivare a dove si trova ora: un passo dal fallimento.
Le aziende vanno risanate con logiche di mercato, non per altri interessi correlati o per pregiudizi di chi diceva (ad esempio) che per andare in una certa "cattedrale nel deserto" impiegava 6 ore.
E' un approccio già sbagliato in partenza.
E' una frase schok: fa capire come prima viene l'interesse di Fiumicino e poi di Alitalia.
E probailmente, è questa mentalità che ha contribuito significativamente al crollo di AZ negli ultimi anni. Fino ad arrivare a dove si trova ora: un passo dal fallimento.
Le aziende vanno risanate con logiche di mercato, non per altri interessi correlati o per pregiudizi di chi diceva (ad esempio) che per andare in una certa "cattedrale nel deserto" impiegava 6 ore.
E' un approccio già sbagliato in partenza.
Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
C'è anche da dire che AZ fa 5-6 milioni di transiti a FCO, con relative esigenze di handling, alberghi e ristoranti in caso di riprotezioni, ecc.KittyHawk ha scritto: ↑ven 05 feb 2021, 17:38:32Serve anche lei, serve anche lei. Ogni società o ente formalmente indipendente si porta dietro tutta una serie di posti di lavoro obbligatori utili a piazzare o a favorire amici e parenti. Hai un direttore generale, un capocontabile, un usciere, una centralinista etc. etc. Con Alitalia li piazzi, con AA, DL etc. dubito.I-GABE ha scritto: ↑ven 05 feb 2021, 16:29:22Ma quelli li foraggi in altro modo, non hai bisogno di sobbarcarti tutta Alitalia per creare posti di lavoro attorno a FCO.KittyHawk ha scritto: ↑ven 05 feb 2021, 13:42:29
Nei 40 mila dell'indotto a Roma c'è sicuramente una parte non trascurabile che potremmo definire "in eccesso" rispetto a una normale efficienza aziendale, Covid o non Covid. Dubito che operatori non italiani potranno essere convinti a farsene carico, anche una volta che la pandemia sarà finita.
Le società private si fondono per sviluppare sinergie (leggi "eliminare i doppioni, specie nel personale"), gli enti pubblici e parapubblici si dividono per essere più vicini al territorio e alle esigenze della ggente (leggi "creare nuovi e talvolta inutili posti di lavoro per gli amici e parenti"). Non penserai mica che tante nuove province siano state create negli anni passati solo per avere una targa automobilistica diversa?
Tutti milioni che sparirebbero senza AZ, come ne sono spariti 7 da MXP da un giorno con l'altro.
Inoltre senza AZ sparirebbero tutti i feeder IATA, come non ce ne sono a MXP. Sicuri che tutti i voli LR di altre compagnie resterebbero?
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Questa non sarebbe una brutta idea. Con 30-40 macchine tra WB e NB si potrebbe provare a basare una compagnia con base Fiumicino. Se lavorano molto sui costi (magari concentrandosi più sul p-t-p che su un più danaroso sistema hub-spok) non dovrebbe essere difficile arrivare a un pareggio di bilancio.I-GABE ha scritto: ↑ven 05 feb 2021, 11:01:37
La mia speranza e' che Alitalia parta i versione compatibile con quella di un vettore locale basato a Roma ed al servizio della stessa, senza tante menate sull'essere vettore di bandiera. Magari la finissero col tenere ingessato il mercato italiano!
Se questo poi possa richiedere (agli occhi della Commissione) una rinuncia al brand, tanto meglio.
La chiamino AliRoma e via!
Se poi le cose vanno bene, si potrà gradualmente crescere.
Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
non vedo differenze con quello che hanno fatto tutti i governi precedenti incluso l'ultimo, o perlomeno con quello che hanno detto di voler fare, poi tanto finisce sempre nello stesso modo.malpensante ha scritto: ↑ven 05 feb 2021, 10:44:42 Non mi aspetto che un eventuale governo Draghi chiuda Alitalia, capiamo tutti perché. Mi accontenterei che facesse partire ITA in versione iniziale e ridotta, amputando da subito gli sviluppi futuri e meravigliosi preconizzati da Lazzerini e facendo capire che la si metterebbe in vendita e che sono finiti i tempi degli esborsi statali a piè di lista.
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.
Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Non mi pare di aver mai detto che Alitalia dovrebbe semplicemente sparire! Un'azienda tarata sull'outbound di Roma (quindi molto piu' piccola) potrebbe comunque essere in orbita IATA e fare transiti. In misura minore di ora, ovviamente. Ma magari (dico magari) sarebbe sostenibile. E smetterebbe di azzoppare il resto del paese.easyMXP ha scritto: ↑ven 05 feb 2021, 18:28:44 C'è anche da dire che AZ fa 5-6 milioni di transiti a FCO, con relative esigenze di handling, alberghi e ristoranti in caso di riprotezioni, ecc.
Tutti milioni che sparirebbero senza AZ, come ne sono spariti 7 da MXP da un giorno con l'altro.
Inoltre senza AZ sparirebbero tutti i feeder IATA, come non ce ne sono a MXP. Sicuri che tutti i voli LR di altre compagnie resterebbero?
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Alitalia, ultimatum di Bruxelles: “Rifaccia la gara per cedere gli asset"
dal nostro corrispondente Alberto d'Argenio
In un incontro con l’Antitrust europeo il commissario Leogrande non esclude di riaprire l’asta per evitare il fallimento e salvare la newco
BRUXELLES - La Commissione europea impone ad Alitalia una gara vera, a prezzi di mercato, aperta alla concorrenza e che comprenda slot ed aerei, affinché la vecchia compagnia del commissario Giuseppe Leogrande ceda i propri asset.
Il dato è emerso ieri, nel corso di una riunione virtuale tra lo stesso Leogrande e i vertici dell’Antitrust europeo guidato da Margrethe Vestager, la vicepresidente dell’Eurogoverno di Ursula von der Leyen.
A Bruxelles l’impegno ad una vera competizione di mercato per acquistare i beni del vettore viene considerato fondamentale per poter arrivare ad un via libera alla nascita di Ita, la nuova compagnia tricolore che dovrebbe sorgere sulle ceneri di Alitalia.
Nei giorni che hanno preceduto la caduta del governo Conte, la Commissione Ue era ormai orientata a condannare l’Italia, già a febbraio, decretando che almeno 900 milioni del prestito ponte da 1,3 miliardi concesso alla vecchia Az rappresentava un aiuto di Stato incompatibile con le regole europee.
Bruxelles però aveva studiato un escamotage per congelare la condanna: non esprimersi contestualmente sulla discontinuità tra la vecchia e la nuova compagnia. Un passaggio chiave, visto che se la Ue riconoscesse la discontinuità, la condanna a restituire i soldi pubblici ricadrebbe sulla vecchia amministrazione, rendendo praticamente impossibile il rimborso dell’aiuto. In caso contrario, invece, i soldi andrebbero dati indietro da Ita, compromettendone la nascita e privando il Paese di una compagnia.
L’idea di Bruxelles era di allungare i tempi di questa scelta, in modo da avere un forte potere contrattuale verso il governo e il vettore per imporre che il lancio della nuova compagnia rispettasse le regole Ue ed evitare di far saltare l’operazione, politicamente e mediaticamente un incubo per Vestager.
Con un rischio: se la nascita della nuova compagnia non fosse però stata completata nell’intervallo di tempo tra condanna e decisione sulla discontinuità, il rimborso sarebbe comunque toccato alla vecchia compagnia, costringendola a lasciare gli aerei a terra e portare i libri in tribunale, con i suoi asset che a quel punto sarebbero finiti dentro alla lunga procedura fallimentare rendendo impossibile il loro trasferimento in tempo utile alla nuova Ita, che a quel punto non sarebbe mai decollata.
Tuttavia la crisi di governo ha congelato tutto, con la Commissione che ora attende un nuovo interlocutore a Roma per ritarare la sua strategia. Bruxelles però non può più rinviare a lungo la condanna, congelata da mesi.
L’unico modo che consentirebbe alla Ue di concedere un nuova dilazione sarebbe proprio una gara aperta a tutti i concorrenti, determinata solo dalle offerte economiche, su tutti gli asset, dagli slot agli aerei. Ipotesi che Leogrande di fronte agli interlocutori Ue non ha scartato, visto che appare l’unico modo di salvare la nascita della nuova compagnia.
La gara tra l’altro aiuterebbe il giudizio sulla discontinuità, che metterebbe al riparo la futura Alitalia dalla condanna per aiuti di Stato dopo avere acquisito gli asset, che però dovrà pagare molto più cari rispetto all’assegnazione diretta perché faranno gola anche ai concorrenti. Ci sarà poi la partita per giustificare con Bruxelles i 3 miliardi pubblici per la nuova società, anch’essi a rischio di condanna per aiuto pubblico.
Nonostante la buona volontà della Ue, dimostrare che lo Stato su Alitalia agisce come un qualsiasi investitore privato interessato al profitto è complicato, tanto che negli ultimi mesi non sono stati fatti passi avanti nel dialogo tra le parti. La gara aiuterebbe, ma ancor di più gioverebbe l’ingresso di un partner privato, ipotesi finora respinta dal governo Conte.
https://www.repubblica.it/economia/2021 ... 286062847/
dal nostro corrispondente Alberto d'Argenio
In un incontro con l’Antitrust europeo il commissario Leogrande non esclude di riaprire l’asta per evitare il fallimento e salvare la newco
BRUXELLES - La Commissione europea impone ad Alitalia una gara vera, a prezzi di mercato, aperta alla concorrenza e che comprenda slot ed aerei, affinché la vecchia compagnia del commissario Giuseppe Leogrande ceda i propri asset.
Il dato è emerso ieri, nel corso di una riunione virtuale tra lo stesso Leogrande e i vertici dell’Antitrust europeo guidato da Margrethe Vestager, la vicepresidente dell’Eurogoverno di Ursula von der Leyen.
A Bruxelles l’impegno ad una vera competizione di mercato per acquistare i beni del vettore viene considerato fondamentale per poter arrivare ad un via libera alla nascita di Ita, la nuova compagnia tricolore che dovrebbe sorgere sulle ceneri di Alitalia.
Nei giorni che hanno preceduto la caduta del governo Conte, la Commissione Ue era ormai orientata a condannare l’Italia, già a febbraio, decretando che almeno 900 milioni del prestito ponte da 1,3 miliardi concesso alla vecchia Az rappresentava un aiuto di Stato incompatibile con le regole europee.
Bruxelles però aveva studiato un escamotage per congelare la condanna: non esprimersi contestualmente sulla discontinuità tra la vecchia e la nuova compagnia. Un passaggio chiave, visto che se la Ue riconoscesse la discontinuità, la condanna a restituire i soldi pubblici ricadrebbe sulla vecchia amministrazione, rendendo praticamente impossibile il rimborso dell’aiuto. In caso contrario, invece, i soldi andrebbero dati indietro da Ita, compromettendone la nascita e privando il Paese di una compagnia.
L’idea di Bruxelles era di allungare i tempi di questa scelta, in modo da avere un forte potere contrattuale verso il governo e il vettore per imporre che il lancio della nuova compagnia rispettasse le regole Ue ed evitare di far saltare l’operazione, politicamente e mediaticamente un incubo per Vestager.
Con un rischio: se la nascita della nuova compagnia non fosse però stata completata nell’intervallo di tempo tra condanna e decisione sulla discontinuità, il rimborso sarebbe comunque toccato alla vecchia compagnia, costringendola a lasciare gli aerei a terra e portare i libri in tribunale, con i suoi asset che a quel punto sarebbero finiti dentro alla lunga procedura fallimentare rendendo impossibile il loro trasferimento in tempo utile alla nuova Ita, che a quel punto non sarebbe mai decollata.
Tuttavia la crisi di governo ha congelato tutto, con la Commissione che ora attende un nuovo interlocutore a Roma per ritarare la sua strategia. Bruxelles però non può più rinviare a lungo la condanna, congelata da mesi.
L’unico modo che consentirebbe alla Ue di concedere un nuova dilazione sarebbe proprio una gara aperta a tutti i concorrenti, determinata solo dalle offerte economiche, su tutti gli asset, dagli slot agli aerei. Ipotesi che Leogrande di fronte agli interlocutori Ue non ha scartato, visto che appare l’unico modo di salvare la nascita della nuova compagnia.
La gara tra l’altro aiuterebbe il giudizio sulla discontinuità, che metterebbe al riparo la futura Alitalia dalla condanna per aiuti di Stato dopo avere acquisito gli asset, che però dovrà pagare molto più cari rispetto all’assegnazione diretta perché faranno gola anche ai concorrenti. Ci sarà poi la partita per giustificare con Bruxelles i 3 miliardi pubblici per la nuova società, anch’essi a rischio di condanna per aiuto pubblico.
Nonostante la buona volontà della Ue, dimostrare che lo Stato su Alitalia agisce come un qualsiasi investitore privato interessato al profitto è complicato, tanto che negli ultimi mesi non sono stati fatti passi avanti nel dialogo tra le parti. La gara aiuterebbe, ma ancor di più gioverebbe l’ingresso di un partner privato, ipotesi finora respinta dal governo Conte.
https://www.repubblica.it/economia/2021 ... 286062847/
- malpensante
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Sarà un'asta tostamalpensante ha scritto: ↑sab 06 feb 2021, 09:42:38 In un incontro con l’Antitrust europeo il commissario Leogrande non esclude di riaprire l’asta per evitare il fallimento e salvare la newco
https://www.youtube.com/watch?v=sWgKmnZHdgo
Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Ma se, tra il serio e il faceto, un fornitore compiacente non pagato, che con Alitalia sicuramente non mancano, andasse da un giudice altrettanto compiacente e chiedesse il sequestro cautelativo del marchio e degli altri ammennicoli che interessano, che succederebbe?
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
E' quello che scrissi io un anno fa su questo forum...e mi avevano risposto diversi forumisti...la risposta praticamente unanime..."Nun se po' fa'...." Alitalia e' immortale
Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
È improbabile che accadaKittyHawk ha scritto: ↑sab 06 feb 2021, 10:10:38 Ma se, tra il serio e il faceto, un fornitore compiacente non pagato, che con Alitalia sicuramente non mancano, andasse da un giudice altrettanto compiacente e chiedesse il sequestro cautelativo del marchio e degli altri ammennicoli che interessano, che succederebbe?
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Qualcosa di diverso Draghi dovrà fare. Alitalia è un minuscolo capitolo delle spese dello Stato, ma la sua visibilità è notevole. Se sotto un governo Draghi per Alitalia plus ça change, plus c'est la même chose, sarebbe la certificazione che il suddetto governo non servirebbe a nulla, soprattutto agli occhi degli altri Paesi.romaneeconti ha scritto: ↑sab 06 feb 2021, 12:15:42 E' quello che scrissi io un anno fa su questo forum...e mi avevano risposto diversi forumisti...la risposta praticamente unanime..."Nun se po' fa'...." Alitalia e' immortale
Draghi ha anche avuto molta parte nello smantellare e privatizzare il sistema delle partecipazioni statali, che erano tutte come Alitalia. Qualcuna ne è venuta fuori bene, qualcun'altra proprio no, ma almeno di Alitalia ne è restata una sola.
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Speriamo Malpensante! sono persuaso anche io che l'evoluzione della "questione" Alitalia possa solo essere dipanata da una "mente" non mediocre....
Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
La mente non mediocre ha comunque bisogno di 316 voti alla Camera e 158 al Senato, 161 inclusi senatori a vita.
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Re: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus piano
Alitalia muore se si interrompe il flusso di denari che ripetutamente riceve dallo Stato. Non c’è bisogno di una maggioranza nelle Camere per chiuderla, c’è piuttosto bisogno, ogni volta, di una maggioranza nelle Camere, più il benestare della UE, per tenerla in vita.
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