Una comune "verità" alternativa è quella che vuol far credere che i soldi sprecati in realtà creino ricchezza. Vi lascio leggere prima questo articolo e poi ragioniamo sulle cifre spacciate dalla gestione commissariale.
https://www.repubblica.it/economia/2021/03/02/news/tasse_stipendi_e_fondi_al_trasporto_aereo_cosi_alitalia_ha_usato_i_prestiti_dello_stato_-289834384/?ref=RHTP-VS-I270681073-P7-S1-L"Tasse, stipendi e fondi al trasporto aereo: così Alitalia ha usato i prestiti dello Stato"
Dove sono finiti gli 1,3 miliardi prestati dallo Stato all’Alitalia dopo l’ingresso in amministrazione controllata della compagnia? Non sono stati buttati via. Almeno così racconta una slide recuperata da fonte sindacale e presentata di recente dalla gestione commissariale ai rappresentanti dei lavoratori. Quella cifra – è la sintesi del documento – è servita a tenere in piedi la società, redistribuendo più denaro di quello ricevuto a dipendenti, fornitori, sistema del trasporto aereo e persino allo Stato.
La fotografia presentata ai sindacati prende in considerazione il periodo da maggio 2017 fino a dicembre 2019. A fronte dei prestiti ponte da 1,3 miliardi la società - che in quel lasso di tempo ha fatturato 8,3 miliardi – ha versato nelle casse pubbliche 645 milioni tra cui 171 come Irpef e 357 finiti all’Inps. Naturalmente Alitalia ha ricevuto anche un importante aiuto sul fronte della cassa integrazione, ma tra retribuzioni pagate, Tfr e altre indennità ha versato direttamente ai dipendenti 1,09 miliardi. Una cifra ancora superiore – 1,2 miliardi – è andata agli aeroporti sotto forma di diritti di atterraggio e decollo (256 milioni), tasse passeggeri (676 milioni) e pedaggi di scalo mentre Enav ha incassato 333 milioni di diritti di sorvolo.
A questi 3,3 miliardi generati con l’indotto di prossimità, Alitalia aggiunge un indotto indiretto per il periodo interessato (tra fornitori e le altre realtà che ruotano attorno al business del trasporto aereo) di 19,3 miliardi. Cifre di parte ovviamente ma che - dicono le fonti sindacali - potrebbero dare una mano al governo nella complessa trattativa con la Ue delle prossime ore per ammorbidire la posizione comunitaria sugli aiuti di stato e accelerare il salvataggio della compagnia.
E adesso le cifre:
- Prestiti ponte statali, in realtà elargizioni a fondo perduto, pari a 1,3 miliardi, ossia oltre 40 milioni bruciati al mese.
- Cassa integrazione a condizioni che nessun altro lavoratore non solo non avrà mai ma neppure potrà mai sognare: dato non pervenuto, magari per un briciolo di vergogna rimasto.
- L'indotto di prossimità (3,3 miliardi) e l'indotto indiretto (19,2 miliardi) riportati non sono opera di Alitalia, ma del mercato. Non ci fosse Alitalia, ma continuassero a esistere persone che vogliono viaggiare in Italia, Enav e gli aeroporti e le trattorie di Trastevere e le fatiscenti pensioni con vista sul GRA e lo Stato italiano continuerebbero comunque a incassare i loro soldi, anche se generati grazie agli aerei di qualcun altro.
E per carità di Patria non mi soffermo su alcune delle cifre riportate come altrui guadagni a sostegno delle proprie tesi, perché chiunque non abbia la memoria di un pesciolino rosso si ricorda che Alitalia, nei sui vari fallimenti, è solita lasciare debiti a destra e a manca. Ma di questi, ovviamente, la slide non ne parla.