Articolo interessante che merita qualche considerazione. Atitech e Swissport non sono delle onlus e se hanno assunto quel personale, è ragionevole supporre che ci sia più o meno il lavoro corrispondente garantito da ITA. Infatti la PR con la quale Atitech annuncia l'accordo con la neonata compagnia, chiarisce bene che il contratto sarà di lungo periodo e che sarà nullo qualora AZ Maintenance sia aggiudicata ad altri. Visto che ITA sembra sulla rampa di lancio per essere venduta, difficilmente sono stati firmati contratti di lunga durata a condizioni diverse da quelle di mercato che potrebbero pregiudicare l'operazione.KittyHawk ha scritto: E dalla Capitale arrivano altri aggiornamenti:
https://www.ilmessaggero.it/economia/news/alitalia_dipendenti_assunti_ita_atitech_swissport_esuberi_cosa_succede_news-6619229.htmlA fine 2022 tra il 90 e il 95% dei dipendenti della vecchia Alitalia, attualmente in amministrazione straordinaria, sarà stato ricollocato. Il puzzle si sta lentamente componendo visto che dopo l’ok del passaggio a Swissport dell’handling, ieri, secondo quanta risulta al Messaggero, è arrivato il via libera del ministero dello Sviluppo ad Atitech che rileverà il ramo manutenzione.
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Secondo i calcoli dei sindacati, rispetto ai 10.440 dipendenti di Alitalia pre-crisi, circa 9.600 sono stati ricollocati o lo saranno a breve. Ad assorbire la percentuale maggiore è stata Ita, la compagnia guidata da Alfredo Altavilla e Fabio Lazzerini, che attualmente impiega 583 piloti e 787 assistenti di volo, oltre a 1.200 dipendenti tra il personale di terra. Ma la società, che verrà presto privatizzata ha in vista nuove assunzioni: 30 piloti e 50 assistenti di volo già nei prossimi mesi. Per arrivare a fine anno, come spiegato da Altavilla al convegno della Fit-Cisl, a quota 5.200. Sono in arrivo infatti entro giugno 4 nuovi Airbus A350 che serviranno le rotte per Los Angeles e Buenos Aires, inoltre sono previsti altri due A320 in anticipo rispetto al programma. In via di definizione l’ingresso, sempre entro l’anno, dei nuovi A220 serie 300 e 200 che serviranno le tratte di London City e altre direttrici strategiche per il network invernale 2022 ed estivo 2023. L’aumento della flotta comporta ovviamente un incremento anche dei posti di lavoro.
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In tal modo saranno tutti ricollocati i circa 4.000 dipendenti (2.700 nell’handling e 1.400 in manutenzione). Mentre resta top secret il prezzo pattuito per la cessione. Proprio Ita avrà un ruolo importante su questi fronti, avendo già stretto legami di collaborazione con le due società. Legami che vanno definiti e messi in pratica. Con il colosso svizzero, presente in 300 aeroporti, Ita gestirà gli scali di Fiumicino e Linate, mentre con Atitech, azienda leader nel settore guidata da Gianni Lettieri, la collaborazione sarà a tutto campo. Infine, quanto alle attività cargo, l’intesa con Aliscargo assicura una buona copertura in attesa che Ita possa agire direttamente.
Discorso analogo probabilmente potrebbe essere fatto per Swissport.
Ho invece qualche dubbio in più sulla ricollocazione dei dipendenti in ITA secondo i tempi previsti nell'articolo. Sommando agli attuali dipendenti di ITA gli 80 previsti in assunzione "nei prossimi mesi", arriviamo a quota 2.650. Cifra che dovrebbe essere più o meno corretta alla data di fine giugno, data entro la quale dovrebbe decidersi il destino di ITA.
Ammesso e non concesso che la vendita vada in porto regolarmente, secondo l'articolo entro fine anno dovrebbero essere assunte circa 2.550 persone per raggiungere la quota prevista di 5.200 unità. Anche con un consistente slancio di ottimismo e mettendo in conto l'espansione della flotta, mi sembrano tanti. E qui si aprirebbero due opzioni: o il governo accetta di vendere ITA lasciando fare al nuovo acquirente i conti del personale necessario, oppure potrebbe imporre quella quota di assunzioni come impegno contrattuale per cedere la compagnia. Scelta che prevedibilmente raffredderebbe gli entusiasmi degli aspiranti compratori, ma che sarebbe sicuramente caldeggiata da quell'insieme di interessi che mirano al risultato finale di mantenere ITA sotto l'ala rassicurante di mamma-stato.