Milano, caso Linate sui voli extra Ue: i passeggeri rischiano un doppio check-in allo scalo
di Leonard Berberi
Enac prepara un’ordinanza per favorire Malpensa. L’utente, una volta atterrato in uno degli hub europei, dovrà andare ai nastri di consegna, ritirare il trolley e rifare la trafila ai banconi. Rischio contenziosi legali con le compagnie
È in arrivo la «stretta» sui passeggeri che partono da Linate verso una destinazione intercontinentale attraverso uno scalo in un aeroporto europeo. L’Enac lavora a un’ordinanza per rendere il «Forlanini» un vero impianto punto a punto, spingendo le persone dirette negli Usa o in Asia a recuperare il bagaglio al momento dello scalo nell’hub Ue della compagnia e a consegnarlo di nuovo al bancone del check-in per portarlo alla destinazione finale.
Una novità che da un lato mira ad aiutare i flussi di lungo raggio di Malpensa sviluppando il suo network, ma dall’altro promette contenziosi legali significativi da parte delle compagnie straniere che ogni anno «drenano» a Linate (e all’Italia) centinaia di migliaia di clienti per portarli con i loro velivoli in altri continenti.
L’analisi del Corriere sui database specializzati mostra che nel 2018 — ultimo anno significativo — 1,2 milioni di persone partite dal «Forlanini» erano dirette fuori dall’Ue facendo prima una sosta in una capitale europea.
Com’è noto il city airport milanese è vincolato: può far operare soltanto voli punto a punto all’interno dell’Unione europea con l’eccezione di Londra per attenuare le ricadute della Brexit. Il 18 agosto, inoltre, la Commissione europea ha dato l’ok alla parte del decreto Giovannini che allarga il perimetro dei collegamenti da e per Linate a un raggio di 1.500 chilometri anche se extra Ue aggiungendo alcune nuove possibili destinazioni come Tirana (Albania), Belgrado (Serbia) e Tunisi (Tunisia). È sufficiente, precisa la Commissione, che «l’Ue abbia concluso un accordo orizzontale o globale sul trasporto aereo» con il Paese che si trova entro i 1.500 chilometri.
Nella stessa decisione, però, Bruxelles oltre a confermare la natura del «Forlanini» — cioè scalo punto a punto —, ha bocciato l’articolo che voleva limitare l’emissione dei biglietti al nuovo perimetro (cioè i 1.500 chilometri) oppure di vendere i ticket in coincidenza, rendendo così impossibili i viaggi intercontinentali: questa misura, è stata l’opinione comunitaria, «eccede l’ambito di applicazione legittimo delle norme di distribuzione del traffico per gli aeroporti che servono una determinata città o conurbazione, nella fattispecie Milano».
Lo stop Ue lascia così inalterata l’organizzazione attuale che consente ai vettori con un unico numero di biglietto di portare i passeggeri del «Forlanini» verso i propri hub per poi farli imbarcare sugli aerei diretti in America, in Africa, in Asia: in tutto questo il bagaglio, lasciato a Linate, viene raccolto alla destinazione finale. Tecnicamente è una «forzatura» che va avanti da tempo e che contraddice la natura di scalo solo per collegamenti europei.
Se le autorità italiane non possono limitare la movimentazione ai 1.500 chilometri, la conferma di Linate come aeroporto punto a punto diventa un appiglio legale per l’Enac per intervenire in un altro modo. L’idea, stando a quanto spiegano fonti al Corriere, è questa: il viaggiatore che ha un volo Lufthansa Linate-Francoforte-San Francisco o un collegamento Air France Linate-Parigi-Seul lascerà il bagaglio al bancone del check-in al Forlanini: qui il personale di terra incollerà alla valigia l’etichetta con destinazione finale Francoforte o Parigi e non, come avviene oggi, Francoforte/San Francisco o Parigi/Seul.
Una volta atterrato in uno degli hub europei l’utente dovrà andare ai nastri di consegna, ritirare il trolley, rifare la trafila ai banconi del check-in per ri-depositarlo e farlo imbarcare sull’aereo diretto alla destinazione finale. Dovrà anche ripassare ai varchi di sicurezza prima di accedere al gate perché intanto ha dovuto lasciare l’area «sterile» del terminal. Lo stesso discorso, segnalano gli esperti, si applicherebbe anche a chi fa sosta a Roma Fiumicino per volare con Ita Airways negli Usa o in Sudamerica.
L’ordinanza alla quale si sta pensando si concentrerà quindi sul divieto del cosiddetto «through check-in» dei bagagli per destinazioni al di fuori dell’Ue e oltre i 1.500 chilometri. Le aviolinee a quel punto dovrebbero prevedere connessioni orarie almeno il doppio più larghe nei propri hub. Oppure — è l’auspicio dei funzionari italiani — il traffico che da anni viene sottratto all’Italia dagli hub europei verrebbe dirottato a Malpensa grazie all’avvio di nuovi voli intercontinentali.
https://milano.corriere.it/notizie/cron ... a86c.shtml