Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
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Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
Se fosse vero il numero delle posizioni scoperte (2.000 lavoratori) questa estate si sarebbe bloccato tutto.
Più che troppo stress a mio avviso sono gli stipendi troppo bassi
Più che troppo stress a mio avviso sono gli stipendi troppo bassi
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Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
non è solo il fattore stipendi bassi ma straordinari obbligatori e continuo rincorrere la scarsità di personale per tappare i buchi.
il problema è la volontà delle aziende nel non voler prendere personale (costi in più) e ridistribuire i carichi sui dipendenti in forza. Facendo così i grandi capi risparmiano e possono elemosinare premi
il problema è la volontà delle aziende nel non voler prendere personale (costi in più) e ridistribuire i carichi sui dipendenti in forza. Facendo così i grandi capi risparmiano e possono elemosinare premi
Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
2000 su 32000 sono copribili con straordinari e diminuita efficienza delle operazioni.
Il problema è che così aumenta lo stress e l'anno dopo ne mancano magari 3000 o 4000.
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Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
I 2.000 che mancano non passano la giornata a giocare a golf, sono andati a lavorare dove guadagnano di più e/o gli orari sono migliori.
Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
Quest'anno la volontà c'era, è mancata la materia prima!S62 ha scritto: ↑dom 01 set 2024, 20:16:41 non è solo il fattore stipendi bassi ma straordinari obbligatori e continuo rincorrere la scarsità di personale per tappare i buchi.
il problema è la volontà delle aziende nel non voler prendere personale (costi in più) e ridistribuire i carichi sui dipendenti in forza. Facendo così i grandi capi risparmiano e possono elemosinare premi
Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
In molti campi più per la seconda ragione che per la prima.malpensante ha scritto: ↑dom 01 set 2024, 22:48:06 ... sono andati a lavorare dove guadagnano di più e/o gli orari sono migliori.
Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
È anche vero che alcuni lavori sono per loro natura logoranti o richiedono di fare turni, cosa che a molti (specie, mi spiace dirlo, giovani) fa venire l’orticaria.
In particolare la cosa si è aggravata dal covid in poi, con l’aspettativa da parte di molti di poter fare orari morbidi, lavorare in remoto, etc…
E non è una questione di remunerazione: in altri settori (e in altri paesi), ho visto rifiutare posizioni ben remunerate perché veniva richiesto di lavorare in ufficio 2/3 volte a settimana, di poter essere disponibili a lavorare al di fuori del 9 to 5, etc…
Il tutto molto spesso accompagnato dall’astio verso l’immigrato che “ruba il lavoro”.
Chiaro che il settore aeroportuale è particolarmente rognoso, ma in troppi hanno aspettative di “comodità” sul lavoro francamente eccessive.
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In particolare la cosa si è aggravata dal covid in poi, con l’aspettativa da parte di molti di poter fare orari morbidi, lavorare in remoto, etc…
E non è una questione di remunerazione: in altri settori (e in altri paesi), ho visto rifiutare posizioni ben remunerate perché veniva richiesto di lavorare in ufficio 2/3 volte a settimana, di poter essere disponibili a lavorare al di fuori del 9 to 5, etc…
Il tutto molto spesso accompagnato dall’astio verso l’immigrato che “ruba il lavoro”.
Chiaro che il settore aeroportuale è particolarmente rognoso, ma in troppi hanno aspettative di “comodità” sul lavoro francamente eccessive.
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Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
A me sembra naturale che in un mercato del lavoro come l’attuale in Lombardia, dove scarseggiano più i lavoratori che i posti di lavoro, chi accetta turni scomodi pretenda in cambio un salario più alto.
Se adesso i lavoratori sono diventati più choosy, come diceva la Fornero, se li vuoi avere li devi pagare.
Se adesso i lavoratori sono diventati più choosy, come diceva la Fornero, se li vuoi avere li devi pagare.
Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
Concordo , inoltre una volta lavorare in aeroporto aveva anche un certo fascino, adesso mettici gli stipendi non altissimi, turni di lavoro pesanti e dulcis in fundo la maleducazione dilagante del passeggero medio.malpensante ha scritto: ↑lun 02 set 2024, 09:14:39 A me sembra naturale che in un mercato del lavoro come l’attuale in Lombardia, dove scarseggiano più i lavoratori che i posti di lavoro, chi accetta turni scomodi pretenda in cambio un salario più alto.
Se adesso i lavoratori sono diventati più choosy, come diceva la Fornero, se li vuoi avere li devi pagare.
Anni fa a Mxp c’era anche la mensa per i dipendenti aeroportuali una di sea e l’altra per i non Sea, non so se adesso ci sia qualcosa di simile.
La chiamavano “ il canile” vi lascio immaginare perché.
Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
Vero tutto. Tutti hanno detto cose vere.
Ne aggiungo qualcuna che, sottolineo, non è unica ma c'è. Anche questa.
Noi 'vecchietti', scappati', licenziati o pensionati prima, durante, dopo Covid, in generale avevamo competenze trasversali e molto solide.
Altrimenti non entravi in aeroporto e la formazione non era solo CBT.
Oggi, mediamente (non per tutti logicamente), se gli togli il computer e la loro specificità funzionale sono persi.
O hai ragazzi super flessibili mentalmente e praticamente (pochi) oppure ne hai (la maggioranza) che sono rigidi.
Al netto degli stipendi troppo bassi hai anche tantissimi ragazzi che non si 'abbassano' nemmeno al primo lavoro per fare esperienza.
Prima cosa dopo lo stipendio ti chiedono se devono lavorare sabato e domenica o la mattina presto. O la sera tardi perchè '...devo uscire a divertirmi...' o '...non posso staccarmi dagli amici...'. E via di seguito.
Troverete tanti (anche ex manager) tra i 45 e 60 con famiglia che si sono riadattati con stipendi da 1500/1600. Ma tantissimi ragazzi che hanno rifiutato 1300/1400 primo impiego per i turni...
Colpe? Di tanti. Trasversali. Chi chiede troppo offrendo poco e chi si adatta poco.
Inoltre, avendo molti immigrati da Paesi poveri a disposizione che si adattano, i datori si illudono di avere gli stessi ritmi culturali, educativi, formativi e competenze di base.
Senza ipocrisie: un diplomato medio del Bangladesh o del Pakistan o del Burkina non ha la stessa base culturale o mentale di un italiano, un rumeno o un polacco o comunque un europeo. Semplicemente per abitudini diverse...
È un'altra ipocrisia di oggi negarlo: si misura tutto in 'risorse' o 'unità' ma, volenti o nolenti non è così.
In certi Paesi la carenza professionale (specialmente in Asia e Africa) è 'mitigata' dal numero si unità.
Qui ci si è illusi di sfruttare e pretendere da gente con minori competenze (non è colpa loro) con stipendi inferiori, senza formare adeguatamente.
Altro fattore da non sottovalutare: la maleducazione media. E' tremenda.
30 anni fa ti capitava una litigata ogni 3/4 mesi. Oggi sono quotidianità. Troppa aggresività sia dei colleghi che dei passeggeri.
Tutto estremizzato anche dai passeggeri: subiscono tanti disservizi causa riduzione di costi ('ottimizzazioni') e poca qualità, ma altrettante pretese da parte loro assurde o non giustificabili.
I media ormai 'montano ed esasperano' tutto: i più ignoranti (sempre in crescita) assorbono e 'praticano'... Non li reggi più alla fine...
Ne aggiungo qualcuna che, sottolineo, non è unica ma c'è. Anche questa.
Noi 'vecchietti', scappati', licenziati o pensionati prima, durante, dopo Covid, in generale avevamo competenze trasversali e molto solide.
Altrimenti non entravi in aeroporto e la formazione non era solo CBT.
Oggi, mediamente (non per tutti logicamente), se gli togli il computer e la loro specificità funzionale sono persi.
O hai ragazzi super flessibili mentalmente e praticamente (pochi) oppure ne hai (la maggioranza) che sono rigidi.
Al netto degli stipendi troppo bassi hai anche tantissimi ragazzi che non si 'abbassano' nemmeno al primo lavoro per fare esperienza.
Prima cosa dopo lo stipendio ti chiedono se devono lavorare sabato e domenica o la mattina presto. O la sera tardi perchè '...devo uscire a divertirmi...' o '...non posso staccarmi dagli amici...'. E via di seguito.
Troverete tanti (anche ex manager) tra i 45 e 60 con famiglia che si sono riadattati con stipendi da 1500/1600. Ma tantissimi ragazzi che hanno rifiutato 1300/1400 primo impiego per i turni...
Colpe? Di tanti. Trasversali. Chi chiede troppo offrendo poco e chi si adatta poco.
Inoltre, avendo molti immigrati da Paesi poveri a disposizione che si adattano, i datori si illudono di avere gli stessi ritmi culturali, educativi, formativi e competenze di base.
Senza ipocrisie: un diplomato medio del Bangladesh o del Pakistan o del Burkina non ha la stessa base culturale o mentale di un italiano, un rumeno o un polacco o comunque un europeo. Semplicemente per abitudini diverse...
È un'altra ipocrisia di oggi negarlo: si misura tutto in 'risorse' o 'unità' ma, volenti o nolenti non è così.
In certi Paesi la carenza professionale (specialmente in Asia e Africa) è 'mitigata' dal numero si unità.
Qui ci si è illusi di sfruttare e pretendere da gente con minori competenze (non è colpa loro) con stipendi inferiori, senza formare adeguatamente.
Altro fattore da non sottovalutare: la maleducazione media. E' tremenda.
30 anni fa ti capitava una litigata ogni 3/4 mesi. Oggi sono quotidianità. Troppa aggresività sia dei colleghi che dei passeggeri.
Tutto estremizzato anche dai passeggeri: subiscono tanti disservizi causa riduzione di costi ('ottimizzazioni') e poca qualità, ma altrettante pretese da parte loro assurde o non giustificabili.
I media ormai 'montano ed esasperano' tutto: i più ignoranti (sempre in crescita) assorbono e 'praticano'... Non li reggi più alla fine...
Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
Sante parole!
Ma alla fine anche questa summer season è passata, per le aziende conta solo questo, appuntamento a Giugno 2025!
Ma alla fine anche questa summer season è passata, per le aziende conta solo questo, appuntamento a Giugno 2025!
Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
Ciò accade anche perché tanti vogliono viaggiare, ma pagando il biglietto aereo meno di quello che costa il taxi Milano-Malpensa. E perché le compagnie aeree vogliono intercettare comunque la maggior parte di questa domanda, abbassando i costi e di conseguenza il livello di servizio e le remunerazioni dei loro fornitori. Fornitori che a loro volta accettano di, o sono costretti a, impiegare personale di non eccelsa qualità per rientrare dei costi. È un trend che si vede non solo nel campo dell'aviazione civile ma anche altrove, come nel campo della logistica tanto per fare un esempio.
O si accetterà di pagare di più per il servizio che si vuole ottenere o le cose potranno solo peggiorare.
Ci crogioliamo degli incrementi y2y del numero dei voli e dei passeggeri e contemporaneamente ci lamentiamo delle sempre più precarie condizioni di viaggio, che comunque accettiamo. Magari bisognerebbe pensare a meno voli, ma migliori come esperienza sia personale sia di chi opera per effettuarli. Ricordiamoci che a inizio degli anni Settanta l'aeroporto più trafficato del mondo (del mondo!) era il Chicago O'Hare, con poco più di 20 milioni di passeggeri all'anno; entro un paio d'anni probabilmente BGY supererà con scioltezza quel traguardo.
O si accetterà di pagare di più per il servizio che si vuole ottenere o le cose potranno solo peggiorare.
Ci crogioliamo degli incrementi y2y del numero dei voli e dei passeggeri e contemporaneamente ci lamentiamo delle sempre più precarie condizioni di viaggio, che comunque accettiamo. Magari bisognerebbe pensare a meno voli, ma migliori come esperienza sia personale sia di chi opera per effettuarli. Ricordiamoci che a inizio degli anni Settanta l'aeroporto più trafficato del mondo (del mondo!) era il Chicago O'Hare, con poco più di 20 milioni di passeggeri all'anno; entro un paio d'anni probabilmente BGY supererà con scioltezza quel traguardo.
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Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
Il taxi Milano-Malpensa costa più di quello che la maggior parte della gente guadagna in una giornata
Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
@KittyHawk: sono parzialmente d’accordo, ma ormai spesso e volentieri vedo posizioni pagate più che dignitosamente (se non decisamente bene) faticare a trovare candidati, perché “scomode”, “faticose” o “stressanti”.
Sono il primo a sostenere che tutti i lavori debbano essere remunerati adeguatamente, anche se questo comporta inevitabilmente un aumento dei costi.
Qui però si tratta di altro e mette in evidenza un certo scollamento tra aspettative e realtà in una buona fetta di popolazione (specie giovane, il che mi fa sentire vecchio!).
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Sono il primo a sostenere che tutti i lavori debbano essere remunerati adeguatamente, anche se questo comporta inevitabilmente un aumento dei costi.
Qui però si tratta di altro e mette in evidenza un certo scollamento tra aspettative e realtà in una buona fetta di popolazione (specie giovane, il che mi fa sentire vecchio!).
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Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
Vero Kitty e vero I Gabe.
Comunque anche certe posizioni sono solo grane perché mancano i presupposti per lavorare bene o accettabilmente. Non hai "sotto" personale adeguato. Spesso i manager vanno a fare lavori manuali perché non puoi fare altro e coprire i buchi...
Perché ? Comandano i bocconiani che conoscono solo "numeretti". Zero esperienza di vita pratica. Quindi stabiliscono un percorso "ideale" sul carta e non ascoltano ragioni di gente con 20-30 anni di esperienza che dicono: "non é così". Siccome dici/dicono cose scomode sono fatti fuori. Questa é la realtà. Altro che fare i corsi di inclusività o di etica.
Sono "cose" che un tempo appartenevano all'educazione e coscienza di ognuno. Oggi no. Vanno "imparati" o "comprati coi corsi"....
Purtroppo ora sono fuori come tanti altri. Perché? Perché vogliono "giovani", con esperienza, che sappiano 3-4 lingue, ed altre utopie irrealizzabili. Fai colloqui con (PAROLONE) iuman resors (human resources). A 50 / 55 anni e oltre ti trovi ragazzine (sì, in genere donne) che pensano di essere le assistenti del padreterno (P minuscola) e non sanno nemmeno di cosa parlano.
Se non facessero arrabbiare ti fanno tenerezza...come fanno a giudicare se sono lì da 1 mese? Ho fatto vari colloqui (ora non mi chiamano nemmeno più) dove mi intervistava la stagista (tanto é il colloquio di base...pazzesco: é proprio il più importante e tu sei nelle mani di una/uno che magari 6 mesi prima era sui banchi...magari i tuoi figli sono più anziani). Distorsioni del mondo d'oggi. In Italia sempre più accentuati anche se peggiora il resto del mondo. Ma noi siamo sempre "avanti" nelle cose "meno positive".
Domanda amaramente rettorica: ma siamo sicuri che siamo andati così avanti?
Comunque anche certe posizioni sono solo grane perché mancano i presupposti per lavorare bene o accettabilmente. Non hai "sotto" personale adeguato. Spesso i manager vanno a fare lavori manuali perché non puoi fare altro e coprire i buchi...
Perché ? Comandano i bocconiani che conoscono solo "numeretti". Zero esperienza di vita pratica. Quindi stabiliscono un percorso "ideale" sul carta e non ascoltano ragioni di gente con 20-30 anni di esperienza che dicono: "non é così". Siccome dici/dicono cose scomode sono fatti fuori. Questa é la realtà. Altro che fare i corsi di inclusività o di etica.
Sono "cose" che un tempo appartenevano all'educazione e coscienza di ognuno. Oggi no. Vanno "imparati" o "comprati coi corsi"....
Purtroppo ora sono fuori come tanti altri. Perché? Perché vogliono "giovani", con esperienza, che sappiano 3-4 lingue, ed altre utopie irrealizzabili. Fai colloqui con (PAROLONE) iuman resors (human resources). A 50 / 55 anni e oltre ti trovi ragazzine (sì, in genere donne) che pensano di essere le assistenti del padreterno (P minuscola) e non sanno nemmeno di cosa parlano.
Se non facessero arrabbiare ti fanno tenerezza...come fanno a giudicare se sono lì da 1 mese? Ho fatto vari colloqui (ora non mi chiamano nemmeno più) dove mi intervistava la stagista (tanto é il colloquio di base...pazzesco: é proprio il più importante e tu sei nelle mani di una/uno che magari 6 mesi prima era sui banchi...magari i tuoi figli sono più anziani). Distorsioni del mondo d'oggi. In Italia sempre più accentuati anche se peggiora il resto del mondo. Ma noi siamo sempre "avanti" nelle cose "meno positive".
Domanda amaramente rettorica: ma siamo sicuri che siamo andati così avanti?
Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
Hai perfettamente ragione. Ormai si è persa l'etica del lavoro. Il lavoro è un qualcosa che si fa, talvolta o spesso malvolentieri, per giustificare lo stipendio che si ritira a fine mese, non per altro.I-GABE ha scritto: ↑mer 04 set 2024, 12:03:54 @KittyHawk: sono parzialmente d’accordo, ma ormai spesso e volentieri vedo posizioni pagate più che dignitosamente (se non decisamente bene) faticare a trovare candidati, perché “scomode”, “faticose” o “stressanti”.
Sono il primo a sostenere che tutti i lavori debbano essere remunerati adeguatamente, anche se questo comporta inevitabilmente un aumento dei costi.
Qui però si tratta di altro e mette in evidenza un certo scollamento tra aspettative e realtà in una buona fetta di popolazione (specie giovane, il che mi fa sentire vecchio!).
Per tanti giovani il lavoro ideale è fare «l'influencer» o simile, dove si fa la bella vita con poco impegno e fatica (c'è scappata anche la rima, non ricercata ). Gli straordinari necessari per portare a termine un compito importante non sono non solo fatti ma neppure concepiti.
La mentalità che sta prevalendo è quella dell'impiegato pubblico, dove non ci si impegna e si fa il minimo sindacale o anche meno, se possibile. In tutti i campi.
Un esempio di cui sono stato testimone qualche settimana fa e che fa capire l'abisso in cui siamo caduti. Accompagno alla locale stazione dei Carabinieri, per fare denuncia, una persona che aveva subito poco prima un furto con strappo. Al citofono, in strada, senza neppure farci entrare, il piantone quando sente la ragione della nostra presenza risponde, testualmente, "tra qualche minuto chiudiamo e ho già una persona dentro, torni domani mattina quando riapriamo". E quando lo stesso Stato, attraverso i suoi rappresentanti, mostra questo atteggiamento verso il lavoro, ci meravigliamo che giovani cresciuti senza esempi di etica del lavoro rifiutino i lavori che non sono comodi o in cui occorre faticare o che prevedono un minimo livello di responsabilità con quello che ne consegue?
Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
@MUSICA
Si dice che anche il miglior piano di battaglia sia superato 5 minuti dopo l'inizio del combattimento.
Quella che esponi, l'impostazione teorica accademica contro le considerazioni pratiche e l'esperienza, non interessa purtroppo solo la gestione delle risorse umane. Questi personaggi sulla carta trovano le soluzioni che sono il meglio che si può pensare e ottenere, nella pratica basta un granellino non previsto che tutto il meccanismo si sfascia. Perché, per certi soloni, l'imprevisto, il cigno nero, non è contemplato, non deve essere contemplato. Ricordiamoci semplicemente cosa ha significato, in termini di produzione, l'interruzione della catena di approvvigionamento globale durante la pandemia Covid. Perché nessuno aveva pensato che si potesse verificare un'interruzione e che sarebbe stato intelligente far lavorare anche fornitori alternativi, magari sacrificando un po' i conti finali.
Una volta il figlio del padrone doveva fare tutta la gavetta prima di giungere al timone di comando. Alla formazione scolastica seguiva la formazione pratica dentro l'azienda, gradino dopo gradino, reparto dopo reparto, accompagnato e guidato da dipendenti con moltissima esperienza. Credo che ora non accada più. Purtroppo.
Si dice che anche il miglior piano di battaglia sia superato 5 minuti dopo l'inizio del combattimento.
Quella che esponi, l'impostazione teorica accademica contro le considerazioni pratiche e l'esperienza, non interessa purtroppo solo la gestione delle risorse umane. Questi personaggi sulla carta trovano le soluzioni che sono il meglio che si può pensare e ottenere, nella pratica basta un granellino non previsto che tutto il meccanismo si sfascia. Perché, per certi soloni, l'imprevisto, il cigno nero, non è contemplato, non deve essere contemplato. Ricordiamoci semplicemente cosa ha significato, in termini di produzione, l'interruzione della catena di approvvigionamento globale durante la pandemia Covid. Perché nessuno aveva pensato che si potesse verificare un'interruzione e che sarebbe stato intelligente far lavorare anche fornitori alternativi, magari sacrificando un po' i conti finali.
Una volta il figlio del padrone doveva fare tutta la gavetta prima di giungere al timone di comando. Alla formazione scolastica seguiva la formazione pratica dentro l'azienda, gradino dopo gradino, reparto dopo reparto, accompagnato e guidato da dipendenti con moltissima esperienza. Credo che ora non accada più. Purtroppo.
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Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
Però accade e bisogna adattarsi. Chi non si adatta muore.
Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
30-40 anni fa uno stipendio da operaio (magazziniere, cassiere, ecc.) aveva ben altro potere d'acquisto, i ritmi di lavoro non erano quello di adesso, i dirigenti guadagnavano 4-5 volte di più e, in un certo senso, erano "dalla stessa parte della barricata" (oltre ad arrivare spesso dalla gavetta).KittyHawk ha scritto: ↑mer 04 set 2024, 13:15:31Hai perfettamente ragione. Ormai si è persa l'etica del lavoro. Il lavoro è un qualcosa che si fa, talvolta o spesso malvolentieri, per giustificare lo stipendio che si ritira a fine mese, non per altro.I-GABE ha scritto: ↑mer 04 set 2024, 12:03:54 @KittyHawk: sono parzialmente d’accordo, ma ormai spesso e volentieri vedo posizioni pagate più che dignitosamente (se non decisamente bene) faticare a trovare candidati, perché “scomode”, “faticose” o “stressanti”.
Sono il primo a sostenere che tutti i lavori debbano essere remunerati adeguatamente, anche se questo comporta inevitabilmente un aumento dei costi.
Qui però si tratta di altro e mette in evidenza un certo scollamento tra aspettative e realtà in una buona fetta di popolazione (specie giovane, il che mi fa sentire vecchio!).
Per tanti giovani il lavoro ideale è fare «l'influencer» o simile, dove si fa la bella vita con poco impegno e fatica (c'è scappata anche la rima, non ricercata ). Gli straordinari necessari per portare a termine un compito importante non sono non solo fatti ma neppure concepiti.
La mentalità che sta prevalendo è quella dell'impiegato pubblico, dove non ci si impegna e si fa il minimo sindacale o anche meno, se possibile. In tutti i campi.
Un esempio di cui sono stato testimone qualche settimana fa e che fa capire l'abisso in cui siamo caduti. Accompagno alla locale stazione dei Carabinieri, per fare denuncia, una persona che aveva subito poco prima un furto con strappo. Al citofono, in strada, senza neppure farci entrare, il piantone quando sente la ragione della nostra presenza risponde, testualmente, "tra qualche minuto chiudiamo e ho già una persona dentro, torni domani mattina quando riapriamo". E quando lo stesso Stato, attraverso i suoi rappresentanti, mostra questo atteggiamento verso il lavoro, ci meravigliamo che giovani cresciuti senza esempi di etica del lavoro rifiutino i lavori che non sono comodi o in cui occorre faticare o che prevedono un minimo livello di responsabilità con quello che ne consegue?
Oggi con lo stipendio da operaio si fa fatica a tirare la fine del mese, pure limitandosi al minimo essenziale, i ritmi di lavoro sono estenuanti, i dirigenti guadagnano 10-20 volte di più (e oltre) e spesso sono "fighetti" che arrivano a comandare forti esclusivamente di studi economici senza la minima esperienza pratica (quando non sono direttamente "amici di" senza competenze) e gli operai sono "risorse" rimpiazzabili al pari di qualunque macchina o dotazione aziendale.
Ora, ditemi voi come si fa a pensare che qualcuno abbia voglia di sbattersi più del minimo indispensabile quando si viene trattati male e si vedono i dirigenti peggiorare continuamente le condizioni di lavoro (riduzioni di personale, mancata sostituzione dei pensionati, aumento della produzione senza assunzioni) mentre loro guadagnano sempre di più e sono i primi a non passare un'ora in più in azienda (anzi, spesso ne passano pure di meno, ché mica hanno le timbrature in entrata e uscita). Per non parlare del fatto che i giovani d'oggi vedono la pensione come un orizzonte praticamente irraggiungibile, con anche 50 anni di lavoro davanti, mentre 30-40 anni fa c'era la certezza di salutare tutti dopo 35 anni con un'ottima pensione. Intanto vedono gente che continua ad andare in pensione prima dei 60 anni, che non ha vissuto anni di precarietà all'inizio dell'esperienza lavorativa, che non ha avuto problemi a comprarsi una casa con un lavoro a tempo indeterminato, che gli ripete che non hanno voglia di lavorare.
Da me comunque i giovani "senza voglia" arrivano ormai quasi tutti con laurea, master, stage, esperienze all'estero, quando ai tempi della mia assunzione bastava la laurea (con assunzione direttamente a tempo indeterminato, per di più). Per non parlare della miriade di lavori per cui 20-30 anni fa bastava il diploma superiore (in alcuni casi pure la terza media) e adesso chiedono almeno la laurea triennale: come vi sentireste voi con una laurea a fare un lavoro da terza media, pagato da terza media?
Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
Per Adriano Olivetti, che non aveva frequentato la Bocconi ma che è ricordato molto di più di tanti bocconiani, la figura apicale dell'azienda non doveva e poteva guadagnare più di 10 volte la paga dell'operaio. Adesso i CEO guadagnano centinaia o migliaia di volte di più del semplice operaio (e i dirigenti ovviamente in proporzione) e questo non va bene. Le persone devono essere pagate adeguatamente.
Negli anni è cambiata anche la semantica, con quello che ne consegue.
Una volta si parlava di "dipendenti", termine che implica che la persona dipende da un'altra, che non solo la "comanda" ma che ne è anche "responsabile" moralmente e fattivamente. Magari una visione paternalistica del rapporto lavorativo, ma che funzionava.
Da qualche decennio si parla di "collaboratori", che fa più figo e fa credere al sottoposto di essere quasi alla pari col superiore. In realtà egli viene visto, da quest'ultimo, come qualcuno che dà una mano ma verso cui non occorre nutrire alcun sentimento di riconoscenza o sentirsi genericamente in obbligo. Parafrasando Enrico Mattei, il collaboratore è come il taxi: lo si usa, lo si paga per il viaggio e tutto finisce lì.
Negli anni è cambiata anche la semantica, con quello che ne consegue.
Una volta si parlava di "dipendenti", termine che implica che la persona dipende da un'altra, che non solo la "comanda" ma che ne è anche "responsabile" moralmente e fattivamente. Magari una visione paternalistica del rapporto lavorativo, ma che funzionava.
Da qualche decennio si parla di "collaboratori", che fa più figo e fa credere al sottoposto di essere quasi alla pari col superiore. In realtà egli viene visto, da quest'ultimo, come qualcuno che dà una mano ma verso cui non occorre nutrire alcun sentimento di riconoscenza o sentirsi genericamente in obbligo. Parafrasando Enrico Mattei, il collaboratore è come il taxi: lo si usa, lo si paga per il viaggio e tutto finisce lì.
Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
Guarda, sicuramente c’è della ragione e del torto ambo lati, specie in Italia, dove gli stipendi sono al palo da anni.
Ma in UK fai fatica a trovare profili sufficientemente qualificati che vogliano sbattersi un minimo.
Non sto parlando di operai da catena di montaggio (con tutto il rispetto - ho fatto quel lavoro per 3 settimane e mi è bastato), ma di persone con max 5-10 anni di esperienza in supply chain che non accettano meno di £70k con tanto di titolone, o di gente con 3-5 anni di esperienza in venture capital che pretendono di avere £100k perché il job title paga quello secondo la statistica di turno. Salvo poi non accettare lo stress o gli orari che ne conseguono.
A me sembra ridicolo.
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Ma in UK fai fatica a trovare profili sufficientemente qualificati che vogliano sbattersi un minimo.
Non sto parlando di operai da catena di montaggio (con tutto il rispetto - ho fatto quel lavoro per 3 settimane e mi è bastato), ma di persone con max 5-10 anni di esperienza in supply chain che non accettano meno di £70k con tanto di titolone, o di gente con 3-5 anni di esperienza in venture capital che pretendono di avere £100k perché il job title paga quello secondo la statistica di turno. Salvo poi non accettare lo stress o gli orari che ne conseguono.
A me sembra ridicolo.
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Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
O sto impazzendo, o ho acquisito doti divinatorie, o sono in un Deja-vu
Ma questo messaggio l’ho già letto prima di oggi alle 23:24
Re: Aeroporti, fuga dei lavoratori «Troppo stress»
Niente di tutto ciò, l’ho sposato nel thread corretto. Non so come mai fosse finito in quello sulle novità della Winter di MXP, misteri di TapaTalk.maclover ha scritto:
O sto impazzendo, o ho acquisito doti divinatorie, o sono in un Deja-vu
Ma questo messaggio l’ho già letto prima di oggi alle 23:24
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