Invervista a Brunini (Sea) e Smith (AF-KLM) Corriere della Sera - 16 e 20 marzo 2025
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Invervista a Brunini (Sea) e Smith (AF-KLM) Corriere della Sera - 16 e 20 marzo 2025
Aeroporti, Brunini (Sea): «Malpensa ha vinto la sfida sui voli intercontinentali»
di Leonard Berberi
16 marzo 2025
L’amministratore delegato della società che gestisce i due scali di Milano: «La crescita continuerà anche nel 2025. Malpensa è profittevole per i vettori anche se non è un hub»
«Abbiamo vinto la sfida sui voli intercontinentali», dice Armando Brunini, amministratore delegato di Sea, la società che gestisce i due aeroporti di Malpensa e Linate, riferendosi allo scalo in provincia di Varese. «E tutto questo senza essere l’hub di una grande compagnia aerea». Nel 2024 — caratterizzato da un boom di nuovi collegamenti con la Cina — gli impianti milanesi hanno registrato 39,6 milioni di viaggiatori, l’11,4% in più dell’anno precedente.
E anche il 2025 è iniziato a doppia cifra.
«La crescita continuerà, ma non pensiamo allo stesso ritmo del 2024. La domanda ci sorprende perché resiste nonostante tutto: le tariffe, le tensioni e le paure sul fronte delle guerre e della geopolitica».
Domanda forte, offerta però debole...
«Intanto i vettori hanno le note difficoltà: i motori da riparare, i ritardi nelle consegne dei nuovi velivoli. Le low cost sono state le prime a rimbalzare dopo il Covid, velocissime. Ma negli ultimi 12-18 mesi abbiamo cercato di crescere di più sul lungo raggio».
C’è stato un exploit di voli tra Malpensa e l’Estremo Oriente.
«Sulla Cina siamo passati da 3 a 10 destinazioni. Mentre in Asia negli ultimi sei anni da 15 a 27 destinazioni, cosa che ci porta a essere quarti in Europa per località raggiunte. E tutto questo senza avere un vettore hub».
Come mai questo interesse per Malpensa?
«Perché è profittevole per i vettori. Per alcune aviolinee sui voli medio-lunghi è la destinazione europea dove si fanno più soldi, per altre è terza o quarta. E questo grazie alla popolazione, al Pil tra i più alti del continente, al buon bilanciamento tra flussi in ingresso e uscita. Milano poi è diventata anche una destinazione».
Ma allora perché lo scalo non riesce ad essere hub?
«Non sono tanti i vettori di questo tipo in Europa. Ma posso dirle una cosa? Forse sono anche contento di non avercela una compagnia di riferimento perché questo ci ha emancipati, ci ha resi più liberi, ci ha portato a diversificare il rischio. Certo, non abbiamo la massa critica creata dai transiti, ma ci sono anche vantaggi. Anche perché gli aerei stanno cambiano».
In che senso?
«Con i velivoli di nuova generazione si può fare l’hub-bypassing (cioè voli punto a punto senza passare in un altro scalo, ndr) e Milano è proprio in cima alla lista di questo fenomeno e sta già accadendo».
Alcuni vettori europei chiedono un intervento contro i rivali cinesi che possono sorvolare la Russia e quindi spendere meno.
«Noi siamo fortemente per la liberalizzazione. Senza cieli liberi l’Europa perde di competitività».
Però bisogna anche tutelare gli interessi europei.
«Ma l’interesse europeo è che la propria aviolinea sia forte o che ci sia più connettività. Se c’è chi propone di frenare i vettori cinesi non si fa il bene dell’Italia. Milano merita collegamenti intercontinentali, merita per il tipo di territorio che è. E non avendo un vettore basato qui per poter collegarsi il più possibile, come è giusto che sia per la parte economicamente più sviluppata del Paese e una del più sviluppato d’Europa, ha bisogno di un quadro di liberalizzazione».
Il principale mercato per voi resta quello nordamericano.
«Un segmento nel quale dovremmo avere più rotte di quelle attuali. Siamo soddisfatti, ma c’è spazio per qualcosa di più».
A quali città pensa?
«A Miami, a Los Angeles o San Francisco. Ci sarebbe anche Washington».
E nell’America Latina?
«C’è sicuramente il potenziale su Città del Messico e su Lima».
Siete pronti per Milano-Cortina 2026?
«Ci stiamo preparando. La principale difficoltà è che succederà tutto in pochi giorni e con atleti con bagagli fuori misura».
Vedete già i primi effetti delle nozze Ita-Lufthansa?
«È ancora presto. Ita ha lavorato bene in questi anni e confidiamo sul fatto che Lufthansa farà un buon lavoro. Da parte nostra noi abbiamo due interessi. Il primo: che loro usino al meglio gli slot di Linate. Il secondo: che l’impatto complessivo sia positivo per entrambi gli scali nostri».
Cioè?
«Faccio un esempio. Grazie al pacchetto di rimedi Ita-Lufthansa hanno dovuto cedere alcuni slot di Linate ai rivali. Klm è uno di questi e che ha fatto? Non vola più a Malpensa e ha concentrato i voli a Linate. Per noi, a sistema, è un segno meno».
Sulla sostenibilità ambientale sembra che l’approccio sia un po’ cambiato.
«Per noi rimane molto importante procedere nella direzione che ci siamo dati soprattutto di decarbonizzare. Ma abbiamo bisogno di flessibilità e misure di accompagnamento, non obblighi e basta. Ci serve anche un supporto per farlo. Dall’aggiornamento fatto pochi mesi fa emerge che l’obiettivo della decarbonizzazione è ancora raggiungibile entro il 2050, ma costa 500 miliardi di euro in più di quanto stimato prima, a causa del costo del Saf, il carburante sostenibile per l’aviazione».
In Europa ci sono sempre più spinte per espandere alcuni aeroporti.
«Il nostro continente è la parte del mondo con il maggior livello di saturazione degli scali, questo è indubbio. Ma un po’ per questioni orografiche, un po’ la sensibilità ambientale è molto difficile ottenere autorizzazioni a fare nuovi aeroporti, ma anche difficile ottenere autorizzazioni a espandersi».
E quindi come se ne esce?
«Bisogna soprattutto lavorare sull’efficienza dei sistemi, quindi aumentare il più possibile il rendimento a parità di infrastruttura. Non escludo che poi in qualche caso bisogna fare uno sforzo e dire ok in maniera molto selettiva. E poi c’è la “riserva di capacità” dei piccoli e medi aeroporti che sono stati, se vogliamo, un elemento di frammentazione e fragilità in passato, ma che nel medio e lungo periodo forse qualcuno potrà tornare comodo».
lberberi@corriere.it
https://www.corriere.it/economia/trasp ... _amp.shtml
di Leonard Berberi
16 marzo 2025
L’amministratore delegato della società che gestisce i due scali di Milano: «La crescita continuerà anche nel 2025. Malpensa è profittevole per i vettori anche se non è un hub»
«Abbiamo vinto la sfida sui voli intercontinentali», dice Armando Brunini, amministratore delegato di Sea, la società che gestisce i due aeroporti di Malpensa e Linate, riferendosi allo scalo in provincia di Varese. «E tutto questo senza essere l’hub di una grande compagnia aerea». Nel 2024 — caratterizzato da un boom di nuovi collegamenti con la Cina — gli impianti milanesi hanno registrato 39,6 milioni di viaggiatori, l’11,4% in più dell’anno precedente.
E anche il 2025 è iniziato a doppia cifra.
«La crescita continuerà, ma non pensiamo allo stesso ritmo del 2024. La domanda ci sorprende perché resiste nonostante tutto: le tariffe, le tensioni e le paure sul fronte delle guerre e della geopolitica».
Domanda forte, offerta però debole...
«Intanto i vettori hanno le note difficoltà: i motori da riparare, i ritardi nelle consegne dei nuovi velivoli. Le low cost sono state le prime a rimbalzare dopo il Covid, velocissime. Ma negli ultimi 12-18 mesi abbiamo cercato di crescere di più sul lungo raggio».
C’è stato un exploit di voli tra Malpensa e l’Estremo Oriente.
«Sulla Cina siamo passati da 3 a 10 destinazioni. Mentre in Asia negli ultimi sei anni da 15 a 27 destinazioni, cosa che ci porta a essere quarti in Europa per località raggiunte. E tutto questo senza avere un vettore hub».
Come mai questo interesse per Malpensa?
«Perché è profittevole per i vettori. Per alcune aviolinee sui voli medio-lunghi è la destinazione europea dove si fanno più soldi, per altre è terza o quarta. E questo grazie alla popolazione, al Pil tra i più alti del continente, al buon bilanciamento tra flussi in ingresso e uscita. Milano poi è diventata anche una destinazione».
Ma allora perché lo scalo non riesce ad essere hub?
«Non sono tanti i vettori di questo tipo in Europa. Ma posso dirle una cosa? Forse sono anche contento di non avercela una compagnia di riferimento perché questo ci ha emancipati, ci ha resi più liberi, ci ha portato a diversificare il rischio. Certo, non abbiamo la massa critica creata dai transiti, ma ci sono anche vantaggi. Anche perché gli aerei stanno cambiano».
In che senso?
«Con i velivoli di nuova generazione si può fare l’hub-bypassing (cioè voli punto a punto senza passare in un altro scalo, ndr) e Milano è proprio in cima alla lista di questo fenomeno e sta già accadendo».
Alcuni vettori europei chiedono un intervento contro i rivali cinesi che possono sorvolare la Russia e quindi spendere meno.
«Noi siamo fortemente per la liberalizzazione. Senza cieli liberi l’Europa perde di competitività».
Però bisogna anche tutelare gli interessi europei.
«Ma l’interesse europeo è che la propria aviolinea sia forte o che ci sia più connettività. Se c’è chi propone di frenare i vettori cinesi non si fa il bene dell’Italia. Milano merita collegamenti intercontinentali, merita per il tipo di territorio che è. E non avendo un vettore basato qui per poter collegarsi il più possibile, come è giusto che sia per la parte economicamente più sviluppata del Paese e una del più sviluppato d’Europa, ha bisogno di un quadro di liberalizzazione».
Il principale mercato per voi resta quello nordamericano.
«Un segmento nel quale dovremmo avere più rotte di quelle attuali. Siamo soddisfatti, ma c’è spazio per qualcosa di più».
A quali città pensa?
«A Miami, a Los Angeles o San Francisco. Ci sarebbe anche Washington».
E nell’America Latina?
«C’è sicuramente il potenziale su Città del Messico e su Lima».
Siete pronti per Milano-Cortina 2026?
«Ci stiamo preparando. La principale difficoltà è che succederà tutto in pochi giorni e con atleti con bagagli fuori misura».
Vedete già i primi effetti delle nozze Ita-Lufthansa?
«È ancora presto. Ita ha lavorato bene in questi anni e confidiamo sul fatto che Lufthansa farà un buon lavoro. Da parte nostra noi abbiamo due interessi. Il primo: che loro usino al meglio gli slot di Linate. Il secondo: che l’impatto complessivo sia positivo per entrambi gli scali nostri».
Cioè?
«Faccio un esempio. Grazie al pacchetto di rimedi Ita-Lufthansa hanno dovuto cedere alcuni slot di Linate ai rivali. Klm è uno di questi e che ha fatto? Non vola più a Malpensa e ha concentrato i voli a Linate. Per noi, a sistema, è un segno meno».
Sulla sostenibilità ambientale sembra che l’approccio sia un po’ cambiato.
«Per noi rimane molto importante procedere nella direzione che ci siamo dati soprattutto di decarbonizzare. Ma abbiamo bisogno di flessibilità e misure di accompagnamento, non obblighi e basta. Ci serve anche un supporto per farlo. Dall’aggiornamento fatto pochi mesi fa emerge che l’obiettivo della decarbonizzazione è ancora raggiungibile entro il 2050, ma costa 500 miliardi di euro in più di quanto stimato prima, a causa del costo del Saf, il carburante sostenibile per l’aviazione».
In Europa ci sono sempre più spinte per espandere alcuni aeroporti.
«Il nostro continente è la parte del mondo con il maggior livello di saturazione degli scali, questo è indubbio. Ma un po’ per questioni orografiche, un po’ la sensibilità ambientale è molto difficile ottenere autorizzazioni a fare nuovi aeroporti, ma anche difficile ottenere autorizzazioni a espandersi».
E quindi come se ne esce?
«Bisogna soprattutto lavorare sull’efficienza dei sistemi, quindi aumentare il più possibile il rendimento a parità di infrastruttura. Non escludo che poi in qualche caso bisogna fare uno sforzo e dire ok in maniera molto selettiva. E poi c’è la “riserva di capacità” dei piccoli e medi aeroporti che sono stati, se vogliamo, un elemento di frammentazione e fragilità in passato, ma che nel medio e lungo periodo forse qualcuno potrà tornare comodo».
lberberi@corriere.it
https://www.corriere.it/economia/trasp ... _amp.shtml
Ultima modifica di malpensante il dom 16 mar 2025, 13:47:14, modificato 2 volte in totale.
- cesare.caldi
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Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
l principale mercato per voi resta quello nordamericano.
«Un segmento nel quale dovremmo avere più rotte di quelle attuali. Siamo soddisfatti, ma c’è spazio per qualcosa di più».
A quali città pensa?
«A Miami, a Los Angeles o San Francisco. Ci sarebbe anche Washington».
Visto che spesso si dice che sono fissato con la riapertura di Miami, non lo dico solo io ma la prima rotta americana che viene citata da Brunini come da riaprire e' proprio Miami. Milano e' il principale mercato internazionale non servito da Miami e viceversa. Stiamo parlando di oltre 200 mila pax annuali che adesso sono tutti obbligati a fare scalo.
Se un aeroporto serve per connettere le persone e garantire connettività diretta di lungo raggio bisogna trovare il modo di servire tutta questa domanda, se AA non trova la rotta profittevole si provi con Norse, SEA metta degli incentivi per chi vuole aprire questa rotta.
«Un segmento nel quale dovremmo avere più rotte di quelle attuali. Siamo soddisfatti, ma c’è spazio per qualcosa di più».
A quali città pensa?
«A Miami, a Los Angeles o San Francisco. Ci sarebbe anche Washington».
Visto che spesso si dice che sono fissato con la riapertura di Miami, non lo dico solo io ma la prima rotta americana che viene citata da Brunini come da riaprire e' proprio Miami. Milano e' il principale mercato internazionale non servito da Miami e viceversa. Stiamo parlando di oltre 200 mila pax annuali che adesso sono tutti obbligati a fare scalo.
Se un aeroporto serve per connettere le persone e garantire connettività diretta di lungo raggio bisogna trovare il modo di servire tutta questa domanda, se AA non trova la rotta profittevole si provi con Norse, SEA metta degli incentivi per chi vuole aprire questa rotta.
Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Non capisco perchè il principale mercato per SEA dovrebbe essere quello nordamericano. Ad oggi lo sviluppo di MXP sul LR è avvenuto prevalentemente in Asia, non in Nord America (o forse il principale mercato è quello Nord Americano da LIN con un comodo scalo?).
Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Non per sminuire gli ottimi risultati degli ultimi mesi, ma questa frase ai lettori ed osservatori suona come la favola della volpe e dell'uva. Brunini ha fatto bene a dire una risposta abbastanza paracool, sia chiaro, ma la grande forza del mercato di riferimento (Milano, Lombardia e Centro Nord-Nordovest)ad oggi non è abbastanza per alcune destinazioni LR sul Nordamerica, dove richiedono proprio quella componente di transiti che sembra voler lasciare ad altri. Come se si volesse rifiutare l'idea di avere qualcuno capace di dare quel qualcosa in più.Ma allora perché lo scalo non riesce ad essere hub?
«Non sono tanti i vettori di questo tipo in Europa. Ma posso dirle una cosa? Forse sono anche contento di non avercela una compagnia di riferimento perché questo ci ha emancipati, ci ha resi più liberi, ci ha portato a diversificare il rischio. Certo, non abbiamo la massa critica creata dai transiti, ma ci sono anche vantaggi. Anche perché gli aerei stanno cambiano».
Un po come una signora divorziata che, dopo l'ennesimo matrimonio mandato alle ortiche, urla a gran voce nel vicinato "ho chiuso con gli uomini".
- cesare.caldi
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- Iscritto il: lun 15 ott 2007, 22:55:42
Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Mi sembra chiaro che la risposta che ha dato è per salvare la faccia, per la serie visto che non lo puoi avere l'hub o meglio la politica non mette Milano nelle condizioni per poter avere una possibilita' di averlo ecco che dici che va bene cosi.Ale330 ha scritto: ↑dom 16 mar 2025, 16:41:50Non per sminuire gli ottimi risultati degli ultimi mesi, ma questa frase ai lettori ed osservatori suona come la favola della volpe e dell'uva. Brunini ha fatto bene a dire una risposta abbastanza paracool, sia chiaro, ma la grande forza del mercato di riferimento (Milano, Lombardia e Centro Nord-Nordovest)ad oggi non è abbastanza per alcune destinazioni LR sul Nordamerica, dove richiedono proprio quella componente di transiti che sembra voler lasciare ad altri. Come se si volesse rifiutare l'idea di avere qualcuno capace di dare quel qualcosa in più.Ma allora perché lo scalo non riesce ad essere hub?
«Non sono tanti i vettori di questo tipo in Europa. Ma posso dirle una cosa? Forse sono anche contento di non avercela una compagnia di riferimento perché questo ci ha emancipati, ci ha resi più liberi, ci ha portato a diversificare il rischio. Certo, non abbiamo la massa critica creata dai transiti, ma ci sono anche vantaggi. Anche perché gli aerei stanno cambiano».
Un po come una signora divorziata che, dopo l'ennesimo matrimonio mandato alle ortiche, urla a gran voce nel vicinato "ho chiuso con gli uomini".
Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Forse perché lo è per tutti gli aeroporti in Europa e non potrebbe dire altrimenti.
Facendo una ricerca potrebbe risaltare fuori una classifica delle rotte mondiali con maggiori revenues: a memoria la maggior parte erano da/verso gli USA.
A MXP stessa si vede come una NYC da sola genera maggiori volumi che tutta la Greater China
- malpensante
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Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
È in assoluto la prima volta in cui Brunini fa il napoletano, con la cazzimma.malpensante ha scritto:«Abbiamo vinto la sfida sui voli intercontinentali», dice Armando Brunini, amministratore delegato di Sea, la società che gestisce i due aeroporti di Malpensa e Linate, riferendosi allo scalo in provincia di Varese.
“Lo scalo in provincia di Varese” non si può sentire, Leonard.
Nota decisamente importante.malpensante ha scritto: Come mai questo interesse per Malpensa?
«Perché è profittevole per i vettori. Per alcune aviolinee sui voli medio-lunghi è la destinazione europea dove si fanno più soldi, per altre è terza o quarta. E questo grazie alla popolazione, al Pil tra i più alti del continente, al buon bilanciamento tra flussi in ingresso e uscita. Milano poi è diventata anche una destinazione».
Cazzimma bis.malpensante ha scritto: Ma allora perché lo scalo non riesce ad essere hub?
«Non sono tanti i vettori di questo tipo in Europa.
Noi non abbiamo ancora né visto né intravisto un A321XLR a Malpensa.malpensante ha scritto: Ma posso dirle una cosa? Forse sono anche contento di non avercela una compagnia di riferimento perché questo ci ha emancipati, ci ha resi più liberi, ci ha portato a diversificare il rischio. Certo, non abbiamo la massa critica creata dai transiti, ma ci sono anche vantaggi. Anche perché gli aerei stanno cambiano».
In che senso?
«Con i velivoli di nuova generazione si può fare l’hub-bypassing (cioè voli punto a punto senza passare in un altro scalo, ndr) e Milano è proprio in cima alla lista di questo fenomeno e sta già accadendo».
Probabilmente qualcosa bolle in pentola. IAD?
Città del Messico mi torna nuova. Meglio così. Il resto è scontato, ma come desiderio. Perché la realtà è che per ora quei voli USA non ci sono.malpensante ha scritto: Il principale mercato per voi resta quello nordamericano.
«Un segmento nel quale dovremmo avere più rotte di quelle attuali. Siamo soddisfatti, ma c’è spazio per qualcosa di più».
A quali città pensa?
«A Miami, a Los Angeles o San Francisco. Ci sarebbe anche Washington».
E nell’America Latina?
«C’è sicuramente il potenziale su Città del Messico e su Lima».
Però senza hub carrier non si andrà oltre queste destinazioni, nelle Americhe.
Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Se servono incentivi non è poi così profittevolecesare.caldi ha scritto: ↑dom 16 mar 2025, 14:01:53 l principale mercato per voi resta quello nordamericano.
«Un segmento nel quale dovremmo avere più rotte di quelle attuali. Siamo soddisfatti, ma c’è spazio per qualcosa di più».
A quali città pensa?
«A Miami, a Los Angeles o San Francisco. Ci sarebbe anche Washington».
Visto che spesso si dice che sono fissato con la riapertura di Miami, non lo dico solo io ma la prima rotta americana che viene citata da Brunini come da riaprire e' proprio Miami. Milano e' il principale mercato internazionale non servito da Miami e viceversa. Stiamo parlando di oltre 200 mila pax annuali che adesso sono tutti obbligati a fare scalo.
Se un aeroporto serve per connettere le persone e garantire connettività diretta di lungo raggio bisogna trovare il modo di servire tutta questa domanda, se AA non trova la rotta profittevole si provi con Norse, SEA metta degli incentivi per chi vuole aprire questa rotta.
Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Come ho scritto più volte, l’hub basta da una parte sola.malpensante ha scritto: ↑dom 16 mar 2025, 20:39:43 Però senza hub carrier non si andrà oltre queste destinazioni, nelle Americhe.
O non esisterebbero la SFO o la IAD verso CDG di UA
O DL non si preoccuperebbe di collegare il fortino StarAlliance di MUC con DTW
O ancora AA non manderebbe uno dei suoi 4 aerei a collegare FRA e DFW
etc etc etc
- malpensante
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Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Appunto, lo dici tu.maclover ha scritto:Come ho scritto più volte, l’hub basta da una parte sola.
L’hub basta da una parte sola, se i suoi transiti riempiono l’aereo. Se invece i suoi transiti non lo riempiono, possono tornare utili transiti dall’altro capo del volo.
Se così non fosse gli hub minori sarebbero collegati con tutti gli aeroporti, invece che essere collegati soprattutto con gli hub più importanti.
Perché non ci sono voli da Johannesburg a Venezia o da Kuala Lumpur a Barcellona?
Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
malpensante ha scritto: ↑dom 16 mar 2025, 23:12:32 Perché non ci sono voli da Johannesburg a Venezia o da Kuala Lumpur a Barcellona?
O si prende coscienza che il traffico tra Milano e alcune destinazioni principali negli USA non è quello che ci si immagina (o a livello di numeri o a livello di capacità/volontà di spesa) oppure certi esempi con rotte improbabili lasciano il tempo che trovano.
- cesare.caldi
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Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Il traffico da Milano agli Usa ci sarebbe sicuramente per aprire qualche altra rotta principale verso gli Usa ma in buona parte vola da Linate facendo.scalo nei vari hub europei
Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Mi sembra siano usciti parecchie volte dati che mostrano fughe da MXP superiori a quelle da LIN. Inoltre è abbastanza provato che quando viene aperto il diretto i passeggeri lo usano, anche se parte da MXP e non da LIN. E quindi...cesare.caldi ha scritto: ↑lun 17 mar 2025, 00:08:21 ...ma in buona parte vola da Linate facendo.scalo nei vari hub europei
Forse non è tanto sicuro che il traffico ci sia, o sia disposto a pagare quello che servirebbe per aprire un diretto, o almeno sia disposto a pagare quanto altri traffici pagano da altri aeroporti, dove invece le rotte sono state aperte (esempio: AA che al posto di MIA-MXP usa i relativamente pochi aerei che ha su altre rotte).cesare.caldi ha scritto: ↑lun 17 mar 2025, 00:08:21 Il traffico da Milano agli Usa ci sarebbe sicuramente per aprire qualche altra rotta principale verso gli Usa...
Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Mi pare strano che non si sia parlato di India.
Milano sicuramente merita in primis la BOM e qualche altra città, magari sulla costa est
Milano sicuramente merita in primis la BOM e qualche altra città, magari sulla costa est
MXP,CTA,LIN,CGD,VIE,AHO,CAG,OLB,KBP,TLL,LED,SVO,JFK,MBA,BKK,HKT,DPS,BLQ,SIN,TUN,BGY,LXR,PMV,DXB,TPE,HKG,KBV,AMM,UTH,LPQ,CNX,BWN,LBU,KCH,MYY,MNL,CRK,DOH,VLC,CGN,BCN,BUD,PRG,AUH,CGK,JOG,KUL,TXL,LIS,STR,KIX,NRT,IST,HAM,CPH,KIV,PEK,SVQ,MCT,CPT,MJT,AGP,JKH,OPO,LXS,SKG,MAD,KWI,JIK,ATH, PMO, BIO,DUS,
Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Merita, ecco la parola chiave.
Non perché ci sia domanda, non perché ci siano dati di traffico a supporto, ma perché, per qualche legge non scritta (o meglio, scritta solo nei cuori di qualcuno), certe rotte devono sicuramente esistere.
Un po’ come il panettone a Natale: Milano vuole, Milano deve ottenere.
Salvo poi stupirsi se spesso la realtà presenta il conto.
Anche io sono convinto di meritare uno stipendio a 4 zeri ogni mese, ma il saldo della banca mi riporta cinicamente con i piedi per terra.
Ma me lo merito davvero eh
Non perché ci sia domanda, non perché ci siano dati di traffico a supporto, ma perché, per qualche legge non scritta (o meglio, scritta solo nei cuori di qualcuno), certe rotte devono sicuramente esistere.
Un po’ come il panettone a Natale: Milano vuole, Milano deve ottenere.
Salvo poi stupirsi se spesso la realtà presenta il conto.
Anche io sono convinto di meritare uno stipendio a 4 zeri ogni mese, ma il saldo della banca mi riporta cinicamente con i piedi per terra.
Ma me lo merito davvero eh
Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Stavo per rispondere qualcosa sulla falsariga del tuo messaggio.
I voli non si "meritano", vanno guadagnati.
C'e' del potenziale? Sicuramente. Ma perche' il potenziale diventi realta' bisogna lavorare.
Ma se ci si aspetta che il volo arrivi per grazia divina, quando al contempo il comune di Milano e la regione Lombardia trattano MXP come figlio minore e non desiderato, possiamo aspettare a lungo.
I voli non si "meritano", vanno guadagnati.
C'e' del potenziale? Sicuramente. Ma perche' il potenziale diventi realta' bisogna lavorare.
Ma se ci si aspetta che il volo arrivi per grazia divina, quando al contempo il comune di Milano e la regione Lombardia trattano MXP come figlio minore e non desiderato, possiamo aspettare a lungo.
Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Tranne se hai la "vecchia" AZ come hub carrier: allora i voli (LR) si aprono anche a cavolo, non c'è bisogno di meritarseli (sulla "nuova" AZ aspettiamo prima di dare giudizi).
Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Ma AZ e' sempre stata al di fuori del bene e del male!


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Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Intanto Attilio Fontana a Buenos Aires per rafforzare la cooperazione fra il tessuto industriale lombardo e l’Argentina…

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Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Chissà se prima o poi AR riuscirà a fare un volo nonstop, dato che qui in Italia nessuno lo fa.
- malpensante
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Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Oggi sul Corriere Berberi ha intervistato Ben Smith, CEO di AF-KLM. Ecco la sua opinione su Malpensa
Se le proponessero di avviare una nuova aviolinea in Italia lei dove metterebbe l’hub, a Fiumicino o Malpensa?
«Dipende dal tipo di compagnia. Se si concentra sulla clientela business o leisure. Il 1° trimestre dell’anno a Fiumicino è difficile, lo scalo ha un’altissima stagionalità, assieme ad Atene è il più complicato. Per questo è sfidante per i vettori andare bene a Fiumicino. Per non parlare del fatto che la fetta maggiore del traffico è in ingresso su Roma».
E questo sarebbe un problema?
«Sì. Perché significa che i clienti hanno strutturalmente una preferenza per il vettore che si trova dall’altra parte della rotta, non per quello basato a Roma».
E Malpensa?
«Ha un mercato business tutto l’anno e Milano è sottoservita. La complessità con Malpensa sta nella distanza dalla città. E nel fatto che c’è Linate che drena volumi ai flussi di alimentazione dei voli intercontinentali».
- malpensante
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Re: Invervista a Brunini - Corriere della Sera - 16 marzo 2025
Quello che mi stupisce non è quello che ha detto il CEO di AF (che sono le stesse cose che ha detto tempo fa Boyle ex IAG).
Quello che mi stupisce è il fatto che a fronte di questi inequivocabili dati di fatto, LH ha deciso di provare a cimentars in un'avventura difficilissima. Auguri a LH, ne avrà sicuramente bisogno. E comunque complimenti a LH per il coraggio.
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Re: Cessione slot di Linate da ITA e LH - 2
TTG Italia riporta questo pezzo di intervista al Ceo di Air France interessante il passaggio dove parla di Linate qui allegato.
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
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