Malpensa tra masterplan e terza pista

Come fenomeno carsico, ogni tanto, parlando di Malpensa riaffiora la questione della terza pista. In questi giorni si sta parlando dell’approvazione e sucdxessiva realizzazione delle opere previste nel “Masterplan 2035”, inevitabilmente si torna con le valutazioni sulla terza pista, almmokento non prevista nel Masterplan 2035. In proposito riportiamo l’interessante intervento sul forum del nostro utente ”malpensante”.

La terza pista adesso non è indispensabile, quindi nel modo di ragionare di SEA è una spesa inutile, che va a scapito delle piste ciclabili del sindaco di Milano.
Tuttavia quasi ovunque si guardi nel mondo sono le piste che sono già state costruite quelle che si potranno usare, mentre quelle progettate vedono opposizioni assurde, fino a quella di Firenze, dove sembra che al massimo si potrà costruirne una troppo corta e male orientata, giusto per spendere soldi inutilmente.

In una prospettiva di lungo periodo, quello dei decenni futuri, è meglio in Lombardia avere piste a disposizione diverse da quella di Montichiari, come è meglio avere la possibilità tecnica di avere un hub senza troppi problemi. Tenuto conto del fatto che con la terza pista il rumore percepito dagli abitanti del territorio sarebbe inferiore a quello attuale, è solo il delirio pseudo-ambientalista a costituire un problema, anzi nemmeno quello, ma l’atteggiamento codardo della politica che non ha mai voglia di imporsi contro la dittatura delle minoranze rumorose che dettano la decrescita infelice.

La situazione del sistema aeroportuale lombardo è semi-fallimentare, ci si gloria del grande successo dei numeri di pax e del low cost, ma non si vuole ammettere che non si riesce a fare il minimo indispensabile nell’aeroporto più grande, che è una specie di caso unico al mondo nel non essere aeroporto di transiti, data la sua dimensione e l’importanza economica del territorio. La terza pista è indispensabile per poter avere un livello di ambizione pur minimo, serve per poter almeno sperare di avere la sufficienza. Non desiderare di farla è firmare una dichiarazione di mediocrità volontaria ed eterna.

Per chi volesse saperne di più su vari masterplan presentati nel corso degli anni, suggeriamo di vedere QUI e anche QUI