piano salvataggio Alitalia: prestito ponte e commissari al lavoro per venderla
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In questa sezione si dovranno trattare gli argomenti che riguardano i vettori con COA italiano
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- malpensante
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
La domanda di oggi è: ammesso che Alitalia si salvi, che i costi vengano abbassati radicalmente, che le perdite siano annullate e che si vada alla vendita a Lufthansa, questa avrà interesse a voli di lungo raggio da Malpensa, posto che Linate non si chiude?
Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
questa e' un'ottima notizia!!! In effetti sembra un argomento uscito dalla discussione di questi giorni, speriamo che sia proprio cosi'malpensante ha scritto:Modiano alla MCE Conference 2017, davanti a Sala:
"Etihad ha provato a chiedere di aprire Linate al traffico intercontinentale, ma la vocazione di Linate è il breve e medio raggio.
Non è una buona idea fornire passeggeri agli altri hub stranieri, soprattutto se Malpensa torna verso la sua vocazione.
Noi abbiamo detto no e il Governo è d'accordo [con noi].
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.
Re: RE: Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
Piu probabilmente LH trasferirebbe tutte le operazioni a Linate. Il futuro di Linate è comunque il lungo raggio ma tramite altri hub europei. Ci si può solo augurare uno spezzatino da cui nessuno se ne avvantaggi troppo.malpensante ha scritto:La domanda di oggi è: ammesso che Alitalia si salvi, che i costi vengano abbassati radicalmente, che le perdite siano annullate e che si vada alla vendita a Lufthansa, questa avrà interesse a voli di lungo raggio da Malpensa, posto che Linate non si chiude?
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
La legge di alitalia sui fallimenti, che studia la frequenza dei fallimenti in funzione del tempo, dice: "L'intervallo di tempo tra un fallimento alitalia ed il successivo diminuisce o rimane stabile". Per cui al massimo tra un paio di anni alitalia rifallisce e ritorna alla carica.malpensante ha scritto:Credo che il ministro abbia detto che non si può chiedere un nuovo decreto adesso, con quello in vigore che ha solo qualche mese. Magari fra un po' AZ tornerà alla carica, se ci sarà ancora.
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Re: RE: Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
se alitalia muore linate non sara' piu' lo stesso di oggi, e lufthansa dovra' adeguarsi.kco ha scritto:Piu probabilmente LH trasferirebbe tutte le operazioni a Linate. Il futuro di Linate è comunque il lungo raggio ma tramite altri hub europei. Ci si può solo augurare uno spezzatino da cui nessuno se ne avvantaggi troppo.malpensante ha scritto:La domanda di oggi è: ammesso che Alitalia si salvi, che i costi vengano abbassati radicalmente, che le perdite siano annullate e che si vada alla vendita a Lufthansa, questa avrà interesse a voli di lungo raggio da Malpensa, posto che Linate non si chiude?
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
Quindi non è tanto Schisano (e compagnia) a chiedere una liberalizzazione di Linate, ma soprattutto Etiad?malpensante ha scritto:"Etihad ha provato a chiedere di aprire Linate al traffico intercontinentale, ma la vocazione di Linate è il breve e medio raggio.
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
Schisano al momento non è in grado di chiedere.
Re: RE: Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
Premesso che AZ si salva (cioè la salvano) per forza, comunque LH per me non svilupperebbe mai MXP: non vedo come possa avere volumi tali da aggiungere oggi un altro hub (anche considerando il gruppo), nè mi sembra plausibile che rinunci a MUC o ZRH (limitandomi agli hubs "vicini") a favore di MXP.spanna ha scritto:se alitalia muore linate non sara' piu' lo stesso di oggi, e lufthansa dovra' adeguarsi.kco ha scritto:Piu probabilmente LH trasferirebbe tutte le operazioni a Linate. Il futuro di Linate è comunque il lungo raggio ma tramite altri hub europei. Ci si può solo augurare uno spezzatino da cui nessuno se ne avvantaggi troppo.malpensante ha scritto:La domanda di oggi è: ammesso che Alitalia si salvi, che i costi vengano abbassati radicalmente, che le perdite siano annullate e che si vada alla vendita a Lufthansa, questa avrà interesse a voli di lungo raggio da Malpensa, posto che Linate non si chiude?
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Quanto a LIN, anche se venisse ridotto in caso AZ sparisse (ma è tutto da vedere), comunque ci sarebbe spazio per LH per avere le sue belle navette per lo meno su FRA, anche se magari non riuscirebbe a mettere tutto il gruppo LH a LIN, cioè anche tutte le navette per BRU, MUC, VIE e ZRH.
Re: RE: Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
Non mi stupirei, che ha da guadagnare AZ da una ulteriore liberalizzazione? EY invece...grandemilano ha scritto:Quindi non è tanto Schisano (e compagnia) a chiedere una liberalizzazione di Linate, ma soprattutto Etiad?malpensante ha scritto:"Etihad ha provato a chiedere di aprire Linate al traffico intercontinentale, ma la vocazione di Linate è il breve e medio raggio.
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
Oggi alla MCE ho scambiato un paio di battute con Bonomi, che era presente come capo di Arexpo.
Mi ha consigliato di leggere il nuovo libro di Cempella, che circola in forma semiclandestina, notando che dopo vent'anni i problemi di Alitalia sono sempre gli stessi.
https://www.pressreader.com/italy/liber ... 0182949088
Mi ha consigliato di leggere il nuovo libro di Cempella, che circola in forma semiclandestina, notando che dopo vent'anni i problemi di Alitalia sono sempre gli stessi.
https://www.pressreader.com/italy/liber ... 0182949088
Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
interessante davveromalpensante ha scritto:Oggi alla MCE ho scambiato un paio di battute con Bonomi, che era presente come capo di Arexpo.
Mi ha consigliato di leggere il nuovo libro di Cempella, che circola in forma semiclandestina, notando che dopo vent'anni i problemi di Alitalia sono sempre gli stessi.
https://www.pressreader.com/italy/liber ... 0182949088
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
dal messaggero, rassegna stampa in mia disponibilita':
Trattativa ad oltranza per evitare il fallimento. L'ad di Alitalia, l'australiano Cramer Ball, si è portato pure l'interprete per non fare gaffes. Di certo non si aspettava, essendo un neofita dei rituali sindacali, che in questo primo round sui 2.437 esuberi della compagnia tricolore si fronteggiassero oltre 50 persone tra rappresentanti dell'azienda, sindacati e uomini del governo, tutte stipate in un salone del ministero dello Sviluppo. E' stato comunque proprio lui a rompere il ghiaccio, illustrando, anzi ribadendo ai sindacati che la situazione è drammatica. E che senza l'ok delle organizzazioni dei lavoratori il nuovo business plan che punta prima al salvataggio e poi al rilancio non potrà mai decollare. «Ora dobbiamo sopravvivere - ha spiegato il top manager rivolto ai ministri Carlo Calenda e Graziano Delrio e ad una schiera infinita di sindacalisti - per questo bisogna arginare le low cost, tagliando le spese. Poi ripartiremo e cresceremo». La linea è nota. Contiene la richiesta implicita all'esecutivo di riequilibrare, diminuendoli, i privilegi di Ryanair e Easyjet, che stanno letteralmente soffocando Alitalia sul corto e medio raggio. O quanto meno quella di non intralciare il cammino verso una sforbiciata sostanziosa, almeno il 30%, ai salari di hostess, steward, impiegati e piloti. Da realizzare subito. Prima che proprio le low cost, che hanno spese complessive del 40% inferiori, si prendano tutto il mercato domestico e una parte di quello europeo dell'ex vettore nazionale. Anche il presidente in pectore Luigi Gubitosi, che presto avrà pieni poteri, non è andato leggero: «Non siamo Lufthansa e abbiamo poco tempo per chiudere questa trattativa. Bisogna che tutti riconoscono che abbiamo una struttura dei costi non sostenibile. No quindi ai soliti rituali sindacali». Insomma, l'obiettivo è duplice: spingere i sindacati a decidere presto e il governo ad aprire il paracadute degli ammortizzatori sociali. Altrimenti non ci sarà nessun futuro per la compagnia. Poco importa che nel 2021 arriveranno nuovi aerei e rotte. L'emergenza, quella vera, è adesso.
IL DUELLO Che il governo voglia fare la sua parte, evitando macelleria sociale, l'ha ribadito il ministro dello Sviluppo: «Alitalia resta strategica per l'esecutivo ma è anche una compagnia privata e tale resterà». In sostanza non ci sarà nessun intervento pubblico, come l'ingresso di Poste o Cdp nel capitale, perché, ha sillabato Calenda, «basta mettere i soldi degli italiani». Delrio ha invitato ad confronto serrato. «La situazione - ha detto il responsabile delle Infrastrutture - è critica, serve un lavoro urgente, poi vedremo i numeri (degli esuberi) prima di esprimere un giudizio». E il confronto nel merito si aprirà già questa mattina tra tecnici del governo, Alitalia e sindacati. Il segretario generale della Fit Cisl, Antonio Piras, ha messo i paletti: «Per noi il piano così com'è non è ricevibile né credibile perché ridimensiona l'azienda senza prevederne un rilancio». Ball sul punto ha spiegato che il taglio di 20 aerei avverrà a parità di traffico, senza abbassare i ricavi.
Dura anche la Uil che voleva un ingresso nel capitale dello Stato. «Questo intervento - ha spiegato Claudio Taralazzi, segretario generale della Uiltrasporti - non ci sarà, non intendono entrare in una trattativa privata. Il governo darà solo una mano sul merito pur considerando l'azienda strategica».
Il calendario è pronto: mercoledì e giovedì sono fissati due incontri, poi ce ne saranno altri tre la prossima settimana per sul numero effettivo dei tagli, sostenibilità del piano e gestione dei costi. Giovedì prossimo un nuovo incontro con i ministri. Anche il dicastero del Lavoro è stato coinvolto: spetterà al ministro Poletti mettere in piedi gli ammortizzatori sociali e, parallelamente, trovare delle aziende disposte a prendersi in carico gli esuberi. In queste ore già qualche impresa si sarebbe fatta avanti, ma si è ben lungi dal diradare le nubi.
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.
Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
Si leggono robe allucinanti: taglio di 20 aerei senza perdere ricavi ed adottando un modello low cost!
Solo a me sembra una contraddizione?
Poi si sono portati Gubitosi, che ancora non è nulla, per fare che? E lo pagano pure?
Stavolta i sindacati hanno ragione a dire che il piano non ha senso. Non credo che affosseranno loro l'azienda, penso che alla fine crederanno come hanno sempre fatto da quando c'è CAI.
Solo a me sembra una contraddizione?
Poi si sono portati Gubitosi, che ancora non è nulla, per fare che? E lo pagano pure?
Stavolta i sindacati hanno ragione a dire che il piano non ha senso. Non credo che affosseranno loro l'azienda, penso che alla fine crederanno come hanno sempre fatto da quando c'è CAI.
“È bastato che O’Leary prevedesse il fallimento della nostra compagnia, che, da quel momento, è aumentato il nostro fatturato” il soggetto non è Alitalia ma Lufthansa
Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
Ottime notizie che mi tranquillizzano:
http://notizie.tiscali.it/economia/arti ... ano-00001/
"Salgono a 14 gli aerei a lungo raggio che saranno introdotti nella flotta Alitalia nell'arco del piano industriale che si conclude al 2021 ... Precedentemente erano stati indicati solo 8 i nuovi aerei sul lungo raggio, ma ciò, sempre a quanto si apprende, sarebbe dovuto a un errore di battitura."
Finalmente AZ inizia a fare sul serio per lo sviluppo del lungo raggio, con ben 14 nuovi WB in arrivo ! (Oppure stanno dando i numeri al lotto ? Al prossimo comunicato magari si raddoppia il numero dei WB, sempre per colpa di errori di battitura ? )
http://notizie.tiscali.it/economia/arti ... ano-00001/
"Salgono a 14 gli aerei a lungo raggio che saranno introdotti nella flotta Alitalia nell'arco del piano industriale che si conclude al 2021 ... Precedentemente erano stati indicati solo 8 i nuovi aerei sul lungo raggio, ma ciò, sempre a quanto si apprende, sarebbe dovuto a un errore di battitura."
Finalmente AZ inizia a fare sul serio per lo sviluppo del lungo raggio, con ben 14 nuovi WB in arrivo ! (Oppure stanno dando i numeri al lotto ? Al prossimo comunicato magari si raddoppia il numero dei WB, sempre per colpa di errori di battitura ? )
Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
Inizialmente gli aeromobili erano 20, poi 8 ed infine (?) 14, negli ultimi 10 anni l'azienza è resuscitata più volte e aspettano che un messia salverà loro di nuovo. Capisco che la situazione non sia rosea e cristallina ma che evitino almeno di stilare piano industriali dopo aver consultato la Bibbia.
AHO-ARN-BLQ-BGY-CAG-DUB-FCO-FLR-FRL-GOA-GRO-KIR-KBP-LIN-MXP-MUC-OLB-PMF-PSA-STN-TBS-TPS-TRN-TRS-TSF-VCE
Primo anno in perdita, secondo in pareggio e terzo in utile
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
Vogliono tutti prospettive di rilancio...
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
AHO-ARN-BLQ-BGY-CAG-DUB-FCO-FLR-FRL-GOA-GRO-KIR-KBP-LIN-MXP-MUC-OLB-PMF-PSA-STN-TBS-TPS-TRN-TRS-TSF-VCE
Primo anno in perdita, secondo in pareggio e terzo in utile
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
la buffonata dei 14 aerei mi fa ricordare una frase di marx, secondo cui la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia, la seconda come farsa.
il piano industriale di alitalia, soprattutto nella parte di sviluppo del LR, e' chiaramente una farsa
il piano industriale di alitalia, soprattutto nella parte di sviluppo del LR, e' chiaramente una farsa
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.
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«Alitalia resti una compagnia privata
Per salvarla servono 2 miliardi»
Le condizioni di Calenda: tagli non solo sul personale. Il nodo del costo del leasing
di Fabio Savelli
Due miliardi per salvare Alitalia. La stima è del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che ieri ha delineato i numeri del finanziamento della compagnia per evitarle l’amministrazione straordinaria. Il calcolo di Calenda — in risposta a un’interrogazione durante il question time alla Camera — riguarda sia il nuovo capitale necessario, sia l’ammontare delle linee di credito per sostenere Alitalia nella ristrutturazione.
Nel dettaglio del piano di finanziamento circa 900 milioni sarebbero in carico alla compagine dei soci Cai di Alitalia. In primis le banche Intesa Sanpaolo e Unicredit. In veste di azionisti, certo. Ma anche come creditori, con la conversione in azioni delle linee di credito, alcune promesse ma non erogate, altre già in essere. E in veste di sottoscrittori di contratti derivati per circa 60 milioni.
Il salvataggio coinvolgerebbe anche Aeroporti di Roma (controllati da Atlantia, a sua volta socio di Alitalia) a causa di un risarcimento pendente di circa 50 milioni per effetto dell’incendio scoppiato a maggio del 2015 al Terminal 3 dello scalo, che ha finito per penalizzare la compagnia. E anche Montepaschi e la Popolare di Sondrio, destinate ad aumentare la loro partecipazione in Cai a causa di prestiti concessi ora da dover convertire. Anche Generali sarà costretta a fare la sua parte, perché esposta con Alitalia per 300 milioni tramite un’obbligazione con scadenza 2020 a rischio insolvenza.
Gli altri 900 milioni sono in carico ad Etihad. La compagnia emiratina, socia al 49% di Alitalia (partecipazione oltre la quale non può andare per i vincoli Ue) dovrebbe procedere alla conversione di due bond da 375 milioni. I restanti 525 milioni verrebbero erogati sotto forma di equity, compresi i 200 milioni del «piano di contingenza» a garanzia della sostenibilità del piano industriale.
Mancherebbero all’appello ancora 200 milioni. Dovrebbero garantirli ancora Intesa Sanpaolo e Unicredit. Ma qui è cominciata una trattativa sottotraccia con Cassa Depositi e Prestiti. L’ipotesi più accreditata — per evitare un default che costerebbe allo Stato circa 10 miliardi per le ricadute sul Pil e gli oneri sociali derivanti dalle migliaia di esuberi — è che debba intervenire Cdp Equity, la holding di partecipazioni della Cassa, il cui mandato è «investire in imprese italiane di rilevante interesse strategico». Ciò potrebbe avvenire tramite un prestito-ponte in cui anche le banche farebbero la loro parte. Fido coperto però da una garanzia del Tesoro in caso di perdite.
Lo schema che verrà usato è oggetto di studio, anche per non incorrere nei divieti della normativa Ue sugli aiuti di Stato. E per non essere sonoramente bocciato dall’opinione pubblica scottata nel 2008 da quella operazione di salvataggio che costò 3 miliardi di euro ai contribuenti. Ieri Calenda ha detto che «Alitalia è e deve restare una compagnia privata», ma ha aggiunto che «l’impatto per il bilancio dello Stato deve essere ridotto al minimo indispensabile».
In filigrana un’apertura velata alla garanzia pubblica del Tesoro su questi 200 milioni mancanti. Tutto si lega al piano sociale di riconversione. Quei 2.037 esuberi riducono di molto i margini di manovra del governo. Calenda ha precisato che «il taglio dei costi non può scaricarsi solo sul personale, ma deve riguardare l’intero perimetro». Oggi altro tavolo tecnico al Mise tra azienda e sindacati.
http://www.corriere.it/economia/17_marz ... a63e.shtml
Per salvarla servono 2 miliardi»
Le condizioni di Calenda: tagli non solo sul personale. Il nodo del costo del leasing
di Fabio Savelli
Due miliardi per salvare Alitalia. La stima è del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che ieri ha delineato i numeri del finanziamento della compagnia per evitarle l’amministrazione straordinaria. Il calcolo di Calenda — in risposta a un’interrogazione durante il question time alla Camera — riguarda sia il nuovo capitale necessario, sia l’ammontare delle linee di credito per sostenere Alitalia nella ristrutturazione.
Nel dettaglio del piano di finanziamento circa 900 milioni sarebbero in carico alla compagine dei soci Cai di Alitalia. In primis le banche Intesa Sanpaolo e Unicredit. In veste di azionisti, certo. Ma anche come creditori, con la conversione in azioni delle linee di credito, alcune promesse ma non erogate, altre già in essere. E in veste di sottoscrittori di contratti derivati per circa 60 milioni.
Il salvataggio coinvolgerebbe anche Aeroporti di Roma (controllati da Atlantia, a sua volta socio di Alitalia) a causa di un risarcimento pendente di circa 50 milioni per effetto dell’incendio scoppiato a maggio del 2015 al Terminal 3 dello scalo, che ha finito per penalizzare la compagnia. E anche Montepaschi e la Popolare di Sondrio, destinate ad aumentare la loro partecipazione in Cai a causa di prestiti concessi ora da dover convertire. Anche Generali sarà costretta a fare la sua parte, perché esposta con Alitalia per 300 milioni tramite un’obbligazione con scadenza 2020 a rischio insolvenza.
Gli altri 900 milioni sono in carico ad Etihad. La compagnia emiratina, socia al 49% di Alitalia (partecipazione oltre la quale non può andare per i vincoli Ue) dovrebbe procedere alla conversione di due bond da 375 milioni. I restanti 525 milioni verrebbero erogati sotto forma di equity, compresi i 200 milioni del «piano di contingenza» a garanzia della sostenibilità del piano industriale.
Mancherebbero all’appello ancora 200 milioni. Dovrebbero garantirli ancora Intesa Sanpaolo e Unicredit. Ma qui è cominciata una trattativa sottotraccia con Cassa Depositi e Prestiti. L’ipotesi più accreditata — per evitare un default che costerebbe allo Stato circa 10 miliardi per le ricadute sul Pil e gli oneri sociali derivanti dalle migliaia di esuberi — è che debba intervenire Cdp Equity, la holding di partecipazioni della Cassa, il cui mandato è «investire in imprese italiane di rilevante interesse strategico». Ciò potrebbe avvenire tramite un prestito-ponte in cui anche le banche farebbero la loro parte. Fido coperto però da una garanzia del Tesoro in caso di perdite.
Lo schema che verrà usato è oggetto di studio, anche per non incorrere nei divieti della normativa Ue sugli aiuti di Stato. E per non essere sonoramente bocciato dall’opinione pubblica scottata nel 2008 da quella operazione di salvataggio che costò 3 miliardi di euro ai contribuenti. Ieri Calenda ha detto che «Alitalia è e deve restare una compagnia privata», ma ha aggiunto che «l’impatto per il bilancio dello Stato deve essere ridotto al minimo indispensabile».
In filigrana un’apertura velata alla garanzia pubblica del Tesoro su questi 200 milioni mancanti. Tutto si lega al piano sociale di riconversione. Quei 2.037 esuberi riducono di molto i margini di manovra del governo. Calenda ha precisato che «il taglio dei costi non può scaricarsi solo sul personale, ma deve riguardare l’intero perimetro». Oggi altro tavolo tecnico al Mise tra azienda e sindacati.
http://www.corriere.it/economia/17_marz ... a63e.shtml
Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
In sintesi: tutto bene Madama la Marchesa
“È bastato che O’Leary prevedesse il fallimento della nostra compagnia, che, da quel momento, è aumentato il nostro fatturato” il soggetto non è Alitalia ma Lufthansa
Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
Io ci credo poco che EY metterà 900 milioni senza ottenere tutto ciò che vuole su Linate.
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
Secondo la Bibbia l'Egitto fu colpito dalle 10 piaghe, noi abbiamo Alitalia. Che basta e avanza.
Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
da rassegna stampa in mia disponibilita', il messaggero:
ah la colpa era degli attentati di bruxelles, ma ditelo subito :green:Biglietti meno cari per fare concorrenza serrata alle low cost. E meno aerei ma più produttivi, in grado cioè di trasportare lo stesso numero di viaggiatori allungando l'orario di lavoro di almeno un paio d'ore. Infine, la densificazione, ovvero l'aumento dei posti a sedere su ogni velivolo per trasportare più passeggeri e incrementare i guadagni. Nelle intenzioni della compagnia questa mossa consentirà di avere quasi 3 aerei in più a disposizione, mentre verranno sostituite le poltrone per adottare quelle slim e garantire così uguale confort.
La strategia di Alitalia illustrata ieri ai sindacati, nell'ennesimo vertice ministeriale, ha fatto emergere alcuni punti nuovi. Slides e tabelle da cui emerge il tentativo spasmodico di recuperare ricavi su ogni fronte, turando le falle che fino ad ora erano ancora aperte e rilanciando la sfida. Allo stesso tempo viene confermata la sforbiciata alle rotte improduttive (è il caso di Reggio Calabria) e la messa a terra di 20 aerei (4 già sono stati fermati) per non aumentare le perdite. Tagli che - ha giurato l'ad Cramer Ball - non avranno impatto sulle revenues. E questo perché nonostante la cura dimagrante, la flotta, a partire dal 2018, sarà molto più efficiente, in linea cioè con il modello low cost, che sfrutta al massimo e quasi sempre a pieno carico i propri aerei. L'obiettivo è proprio quello di marcare stretto i temibili concorrenti o quanto meno di ridurre le distanze. E modulare i prezzi, per il corto raggio, di conseguenza.
L'abbattimento del costo dei biglietti dovrebbe essere compensato dal pagamento a bordo dei servizi a valore aggiunto come i pasti, i giornali o la scelta del posto in cabina. Anche qui l'obiettivo è portare da 7 a 14 euro gli introiti per passeggero. Per fare tutto questo è stato cambiato il sistema informatico che consentirà a regime ricavi aggiuntivi per 100 milioni.
LA GAFFE
L'incontro con i sindacati è stato comunque interlocutorio. Anche perché una gaffe indesiderata ha condizionato il confronto. Eccola: nelle slides presentate dall'azienda c'era un errore. Una svista grave, di cui si è assunta la responsabilità il consulente Roland Berger, che ha creato non poco imbarazzo anche tra i rappresentanti del governo. Perché quello della crescita della flotta Alitala è, insieme al taglio dei costi, l'asse portante per immaginare un rilancio da qui al 2021. Così, al termine del tavolo tecnico l'ad Ball ha fatto chiarezza spiegando, sempre in inglese, che saranno 14 e non 8 i nuovi aerei di lungo raggio che verranno introdotti nell'arco di piano, cioè entro il 2012. Numero, peraltro, confermato anche nell'incontro al Mise di lunedì scorso.
La nuova pianificazione della flotta di lungo raggio prevede l'ingresso di 1 aereo nel 2017, 1 nel 2018, 3 nel 2018, 7 nel 2020 e 2 nel 2021. Duro il giudizio della Fit-Cisl. «La cosa che ci lascia più perplessi - ha detto Fiorentino - è che il piano ci è stato illustrato venerdì scorso e anche nell'illustrazione il management di Alitalia non si è accorto della svista. Comunque sia, altra nota dolente della giornata è che prima del 2021 nessun dipendente di Alitalia ha i requisiti per accedere al sistema pensionistico, quindi il problema dei tagli del personale proposto dall'azienda rimane tutto sul tavolo». Ball ha anche spiegato ai sindacati come nel 2021 i ricavi dal lungo raggio avranno un incremento del 123%, quelli dai voli internazionali del 12% e quelli domestici del 13%.
Nei prossimi incontri, a partire da oggi, si andrà ad analizzare nello specifico il recupero dei costi area per area e se c'è veramente un recupero economico cedendo attività outsourcing, vedi manutenzione su tutte.
La compagnia ha fatto sapere che dal fronte aerei, leasing in primis, si attendono, risparmi per 90 milioni, dal canale di distribuzione e dal settore commerciale 50 milioni, mentre ci saranno circa 33 milioni di costi in meno per il catering e 14 dalle commissioni aeroportuali. Dal taglio del costo del lavoro, come noto, una sforbiciata da 164 milioni.
MANCANO I DATI
Tra le questioni affrontate e sollecitate dalle organizzazioni sindacali, c'è stato anche l'andamento dell'esercizio 2016. Un anno, ha spiegato sempre in inglese il cfo della compagnia Duncan Naysmith, i cui conti sono stati in linea con le previsioni fino al mese di marzo. Ma dopo l'attentato terroristico a Bruxelles - ha spiegato - le compagnie low cost hanno messo in atto una politica commerciale aggressiva costringendo tutte le compagnie major ad allinearsi, con «la conseguente compressione dei ricavi anche nei mesi estivi, stagione di punta del trasporto aereo». Anche ieri comunque l'azienda non ha consegnato il piano completo ai sindacati, temendo fughe di notizie a favore della concorrenza.
Calenda: «Operazione da 2 miliardi» Ma per le banche c'è il nodo-derivati
ROMA Ci sono vari tavoli di trattativa su Alitalia, separati tra loro ma che alla fine dovranno incastrarsi. Il ministro allo Sviluppo Carlo Calenda e alle Infrastrutture Graziano Delrio stanno tentando una mediazione rispetto al muro contro muro sui 2.047 esuberi chiedendo ad Etihad e banche di accettare una riduzione a fronte di un aumento degli investimenti per lo sviluppo del business: arabi e istituti avrebbero risposto picche e pertanto un vertice tra le parti in calendario tra ieri e il giorno prima, sarebbe stato rinviato alla prossima settimana. Su un altro piano si svolge un negoziato latente Alitalia-banche sulla manovra finanziaria. Si svolge in call e via mail tra i legali delle parti: Dla Piper per Alitalia, Hogan Lovells per Etihad, Linklaters per Generali, Molinari & associati per Unicredit, Pedersoli e associati per Intesa Sanpaolo. E riguarda la cascata di priorità (waterfall) nei rimborsi, conversione in strumenti finanziari partecipativi (sfp) anche dei derivati, prestito delle banche con prededuzione, cioè con corsia preferenziale, garantito dallo Stato per coprire metà del contingent equity da complessivi 400 milioni, di cui Etihad si impegnerebbe a garantirne 196, pari al suo 49%.
A proposito dei 66 milioni di derivati su petrolio e cambi (oltre il 60% Intesa Sp, il resto Unicredit e Mps) gli istituti non ne vogliono sapere di convertirli in sfp, ma solo di ristrutturarli.
Le due grandi banche anche per conto di Mps e Popolare Sondrio, stanno sollecitando la versione finale della manovra finanziaria all'advisor Lazard. Ieri alla Camera, Calenda ha detto che il piano varato dal cda prevede equity e linee di credito per 2 miliardi, di cui circa 900 milioni a carico di Etihad e 1.100 milioni a carico degli azionisti e creditori italiani.
Inoltre previsti un aumento dei ricavi (30%) e un ebit positivo nel 2019 insieme a un taglio dei costi complessivi pari a 1 miliardo, concentrati per 2/3 su costi diversi dal personale. Anche se gli istituti attendono il dettaglio degli interventi, i colloqui in corso riguardano la struttura del supporto finanziario che i creditori sono disposti a concedere in subordine con l'accordo con sindacati, l'asseverazione del piano ai sensi dell'art. 67 legge fallimentare, garanzie sul contingent equity e la waterfall dove un tassello riguarda Dolcevita bond, l'obbligazione da 375 milioni sottoscritta dalle Generali che non vuole convertirla in capitale: la soluzione sarebbe di scambiare il bond con un altro bond emesso da Midco o da una newco controllata da quest'ultima e creata ad hoc.
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.
Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
Questa non è male: i manager della compagnia che nel 2016 ha probabilmente perso più soldi al mondo, che vivono nel terrore che i concorrenti copino le loro idee.spanna ha scritto:l'azienda non ha consegnato il piano completo ai sindacati, temendo fughe di notizie a favore della concorrenza.
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Re: Nuovo piano, nuovo salvataggio: Alitalia vuole volare da LIN extra UE
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