Se l'uscita sia dettata dal voler far deragliar un possibile accordo con LH, o dalla volontà di evitare che LH Konzern domini dallo Jutland al Canale di Sicilia, o dalla paura (magari suffragata da numeri che noi non abbiamo) che IG possa veramente prendersi una fetta del ricco mercato del Nord Italia a scapito dei franco-olandesi oppure dalla raggiunta consapevolezza che FCO non potrà mai essere un hub che produce profitti lungo tutto l'anno non ci è dato saperlo. L'unica certezza è che finora, a memoria, un uomo con background AF di peso mai si era esposto con una simile affermazione.
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https://www.corriere.it/cronache/19_dicembre_14/alitalia-proposta-air-france-che-vale-100-milioni-euro-l-anno-fa4da7d2-1e38-11ea-9389-bd538526c9e7.shtmlAlitalia, la proposta di Air France che vale 100 milioni di euro l’anno
Vale quasi 100 milioni di euro l’anno di ricavi in più la proposta — o meglio: la controproposta — commerciale che Air France-Klm ha fatto nei giorni scorsi ad Alitalia nel tentativo di far deragliare una possibile convergenza con il gruppo tedesco Lufthansa. È quanto apprende il Corriere della Sera da tre fonti francesi e americane che chiedono l’anonimato perché non autorizzate a discuterne con la stampa. Quando si insedierà il commissario unico Giuseppe Leogrande si ritroverà anche a dover dare seguito a quella lettera spedita da Parigi, oltre ai grattacapi previsti per l’avvio di una ristrutturazione che si annuncia significativa.
I due pilastri
Air France-Klm — spiegano le fonti — nella comunicazione inviata propone una collaborazione stretta, ma senza ricorrere a un investimento diretto, non nell’immediato almeno. L’offerta, a quanto si apprende, si basa su due pilastri, peraltro non nuovi nella storia delle partnership tra i franco-olandesi e gli italiani. Da un lato c’è l’offerta di ripristino della joint venture per il pacchetto di voli dentro l’Europa, dall’altro lato Parigi suggerisce l’estensione dei collegamenti intercontinentali in codeshare. Nel primo caso, calcolano le fonti, si tratterebbe di circa 84 milioni di euro di ricavi in più per Alitalia. Nel secondo caso di altri 13 milioni, per un totale di 97 milioni.
Il ruolo di Delta
Si tratterebbe di un piccolo ritorno al passato. Una partnership simile tra Air France-Klm e l’ex vettore di bandiera c’è stata fino al 2017, anno in cui non vennero rinnovati gli accordi di joint venture, così come deciso nel 2015 dall’allora ad di Alitalia Silvano Cassano. In ogni caso questa nuova proposta franco-olandese si aggiungerebbe così all’investimento di Delta Air Lines. Il colosso americano in una e-mail inviata al Corriere conferma di «essere impegnata a diventare azionista di minoranza di un’Alitalia riorganizzata e ribadisce la disponibilità a investire 100 milioni di euro per il 10% della compagnia». Delta, poi, «resta in attesa di lavorare con il nuovo commissario di Alitalia Giuseppe Leogrande» e sottolinea l’impegno «a mantenere nel futuro la sua partnership con Alitalia».
Le sinergie internazionali
Che Delta non voglia cedere, ma senza fare passi avanti rispetto ai mesi passati, lo si evince anche dal materiale distribuito durante l’Investor Day del vettore americano, lo scorso 12 dicembre. Nella slide a pagina 15 tra le sinergie globali di cui beneficia Delta c’è anche quella con Alitalia che si integra — secondo loro — con i franco-olandesi, i britannici di Virgin Atlantic e i canadesi di Westjet. Ma gli statunitensi, interpellati dal Corriere, non rispondono alla domanda se intendono o meno coinvolgere direttamente Air France-Klm (di cui sono pure azionisti) nel processo di salvataggio della compagnia tricolore.
Altro hub?
«È da anni che la politica italiana dice “stavolta Alitalia la rilanciamo sul serio” e poi non è così», dice al Corriere Alexandre de Juniac, oggi numero uno della Iata, nel quartier generale dell’associazione a Ginevra. Da ad di Air France-Klm de Juniac ha portato il gruppo europeo a cedere le azioni che aveva nell’ex compagnia di bandiera. «Alitalia paga regolarmente le fatture», prosegue il direttore generale della Iata. Che suggerisce come per un suo rilancio forse bisognerebbe considerare anche un spostamento del «baricentro»: «Il suo hub dovrebbe essere Milano Malpensa — ragiona —, non Roma Fiumicino».