AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
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In questa sezione si dovranno trattare gli argomenti che riguardano i vettori con COA italiano
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Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
Intanto secondo quanto riporta ilsole24 ore, nel piano che sta preparando Lazzerini ci sarebbero 70 aerei in flotta. Di cui sostanzialmente nessuno di lungo raggio
Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
Cos'è che dicevano, "punteremo sul lungo raggio" o "svilupperemo il lungo raggio"?grandemilano ha scritto: ↑gio 03 set 2020, 09:20:56 Intanto secondo quanto riporta ilsole24 ore, nel piano che sta preparando Lazzerini ci sarebbero 70 aerei in flotta. Di cui sostanzialmente nessuno di lungo raggio
Covid-19 a parte, ovviamente.
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Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
dal Sole 24 Ore
I RITARDI DELLA NEWCO
Esuberi, piano industriale, nomine: il decollo difficile della nuova Alitalia
di Gianni Dragoni
Alitalia: al lavoro su newco, lungo raggio al palo
La nascita della Newco pubblica in ritardo di quasi 100 giorni. I punti aperti sono: piano industriale, esuberi, approvazione Ue, nomine
2 settembre 2020
Ha già quasi 100 giorni di ritardo e non si sa quando potrà partire. Il decollo della nuova Alitalia, tutta in mano pubblica, rimane avvolto nel mistero. Dopo tre decreti legge che ne prevedono la costituzione, a partire dal «Cura Italia» di marzo, e numerose dichiarazioni rassicuranti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dei ministri Patuanelli e De Micheli, la «Newco» non è ancora nata. I nodi sono il piano industriale, gli esuberi, l’autorizzazione dell’Unione europea che non vuole aiuti di Stato a una compagnia già decotta prima del Coronavirus, le nomine.
I tempi
Il programma iniziale era di rendere operativa la Newco pubblica dal primo giugno scorso. Lo aveva annunciato alla Camera a fine aprile il commissario di Alitalia, Giuseppe Leogrande, definendolo un obiettivo «ambizioso». L’idea era di passare le attività di volo e manutenzione in affitto a una nuova società controllata dallo Stato, mentre i servizi aeroportuali (handling) e relativi 3-4mila lavoratori sarebbero rimasti nella bad company, che avrebbe stipulato un contratto di servizio per fornire i servizi alla nuova compagnia. Ma l’ipotesi dell’affitto, condivisa dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, è stata rigettata in maniera informale dalla Commissione europea ed è stata messa da parte. «Ci vuole discontinuità economica» tra la vecchia compagnia commissariata e la nuova società, ha detto la commissaria alla Concorrenza e vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager. A quel punto il governo ha cominciato a ragionare sull’idea di vendere le attività della compagnia a una nuova società interamente pubblica, controllata dal ministero dell’Economia (Mef), prevedendo _ con il decreto legge «Rilancio» di metà maggio _ una dotazione di capitale di 3 miliardi di euro, da versare in più rate.
Le nomine
Con il nuovo assetto l’equilibrio politico sul dossier si è spostato dal Mise, di Patuanelli (M5S) al ministero dei Trasporti di Paola De Micheli (Pd) e al Mef guidato da Roberto Gualtieri. Già nel decreto «Cura Italia» era previsto, come primo atto, un successivo decreto ministeriale del Mef, ma di concerto con i ministri dello Sviluppo economico, Trasporti e Lavoro, per la costituzione della nuova società e la nomina dei vertici e degli organi sociali. Nel decreto Rilancio è stato cambiato l’ordine dei ministri per il «concerto»: dopo il Mef, il ministro dei Traporti viene prima del Mise, poi c’è il Lavoro. Questo decreto ministeriale non c’è mai stato. La lite sulle nomine tra Pd, M5S e Mef (che avrebbe gradito Alfredo Altavilla come nuovo a.d.) è durata fino al 29 giugno, quando il premier Conte ha annunciato via Facebook: «Abbiamo individuato l’ing. Francesco Caio quale presidente della nuova società e il dott. Fabio Lazzerini quale aministratore delegato». Caio e Lazzerini si sono quindi messi al lavoro, insieme ai consulenti scelti dal Mef, per fare le linee guida del piano industriale della nuova compagnia. Mai i due manager sono solo designati, non c’è alcuna atto formale di nomina, neppure un comunicato del governo. C’è solo Facebook. Se ci fosse una crisi di governo le designazioni rischierebbero di saltare.
Lazzerini e Caio in fibrillazione
Chi li ha incontrati racconta che sia Lazzerini (che è direttore commerciale di Alitalia, dal settembre 2017) sia Caio (presidente di Saipem) sono in fibrillazione, consapevoli della fragilità della loro posizione di vertici annunciati-designati, ma non ancora nominati. Lazzerini è stato indicato dal Pd, dal ministro capodelegazione Dario Franceschini, Caio è in quota Conte-M5S. Restano gli altri componenti del cda: anche su questo il governo non ha trovato un accordo. Siccome Lazzerini è indicato dal Pd mentre è il M5S ad aver scelto l’attuale vertice di Alitalia, il commissario Leogrande e il d.g. Giancarlo Zeni, tra le due parti non c’è dialogo. Lazzerini è il direttore commerciale di Alitalia ma non parla con Leogrande e Zeni, stando a quanto viene riferito. Questo è fonte di imbarazzo nella gestione della “vecchia” Alitalia, che continua ad operare con grandi difficoltà economiche e finanziarie, preesistenti alla crisi del Coronavirus (nel 2019 la compagnia aveva perso 600 milioni di euro).
In luglio sono state messe a punto le linee guida del piano industriale della Newco, con l’apporto determinante dei consulenti scelti dal Mef, Oliver Wyman, Deloitte, studio legale Grimaldi, insieme al tandem fibrillante Lazzerini-Caio e ai dirigenti del Mef. Le linee guida prevedono una nuova mini-compagnia con circa 70 aerei (rispetto ai circa 110 attuali) e sostanzialmente nessun velivolo di lungo raggio (adesso sono 26). Entrerebbero nella Newco tutte le attività, volo, manutenzione ed handling, ma solo 6.500-7.000 dipendenti sugli oltre 11mila attuali. Gli altri 4.000-4.500 resterebbero nella bad company, sotto il commissario. Sarebbero potenziali esuberi, a meno di miracolosi ripescaggi nella Newco se ci fosse una crescita dell’attività nei prossimi anni. I sindacati confederali e Ugl hanno obiettato che non vogliono esuberi e stanno cercando di salvare tutti i lavoratori. Ma con il crollo del traffico causato dal Coronavirus e la previsione che solo a fine 2023 o nel 2024 l’attività possa tornare ai livelli del 2019 questo obiettivo è difficilmente sostenibile. I sindacati vorrebbero anche un posto nel cda, glielo aveva promesso Patuanelli.
Le contestazioni Ue
Le linee guida sono state inviate a Bruxelles all’Unione europea. La prima valutazione è stata negativa. Gli uffici della Concorrenza temono che l’operazione sia un aiuto di Stato. Il dialogo però si è arenato su questo, complice il rallentamento di agosto e il mancato decollo della Newco, cui spetta redigere il piano industriale e discutere con la Ue. A questo punto il governo ha di nuovo modificato le norme, con il terzo decreto legge, il provvedimento «Agosto» del 14 agosto, ora all’esame della commissione Bilancio del Senato.
Il decreto Agosto
Per tentare di ammorbidire le difficoltà con il decreto Agosto, il governo ha modificato la norma precedente. Prima si diceva che la costituzione della Newco «è subordinata all’autorizzazione della Ue». L’ultimo decreto dice: «L’esercizio dell’attività è subordinato alle valutazioni della Commissione europea». Nelle note di lettura gli uffici parlamentari hanno fatto rilevare che con le nuove norme la Newco può essere costituita anche senza l’autorizzazione della Ue, ma che l’assenso di Bruxelles è necessario per «l’esercizio dell’attività», cioè perché la nuova Alitalia possa fare voli. Nella sostanza non è cambiato molto. Bruxelles deve sempre autorizzare l’operazione.
Trenta giorni per il piano, poi il parere delle Camere
Come già prevedeva la legge di conversione del decreto Rilancio, il decreto Agosto stabilisce che la Newco, una volta costituita con un capitale di 20 milioni (i 3 miliardi arriveranno solo in seguito), deve fare il piano industriale entro 30 giorni e questo deve essere inviato alle commissioni parlamentari di Camera e Senato. Le commissioni avranno altri 30 giorni per esprimere un parere. L’articolo 79 del decreto afferma: «Il consiglio di amministrazione della società redige ed approva, entro trenta giorni dalla costituzione della società, un piano industriale di sviluppo e ampliamento dell’offerta, che include strategie strutturali di prodotto. Il piano industriale può prevedere la costituzione di una o più società controllate o partecipate per la gestione dei singoli rami di attività e per lo sviluppo di sinergie e alleanze con altri soggetti pubblici e privati, nazionali ed esteri, nonché l’acquisto o l’affitto, anche a trattativa diretta, di rami d’azienda di imprese titolari di licenza di trasporto aereo rilasciata dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, anche in amministrazione straordinaria. Il piano è trasmesso alla Commissione europea per le valutazioni di competenza, nonché alle Camere per l'espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia. Le Commissioni parlamentari competenti esprimono parere motivato nel termine perentorio di trenta giorni dalla data di assegnazione, decorso il quale si prescinde dallo stesso. La società procede all’integrazione o alla modifica del piano industriale, tenendo conto della decisione della Commissione europea».
Atteso un vertice di governo
Adesso tutto è fermo su questo punto. Il decreto tra l’altro non spiega se eventuali osservazioni delle commissioni parlamentari debbano essere inserite nel piano industriale oppure no. Per sbloccare la situazione ci dovrebbe essere una riunione fra i quattro ministri che devono «concertare» il decreto di costituzione della Newco (Mef, Trasporti, Mise e Lavoro) con il quale si decideranno anche le nomine dell’intero cda. Ma la riunione non c’è ancora stata.
I RITARDI DELLA NEWCO
Esuberi, piano industriale, nomine: il decollo difficile della nuova Alitalia
di Gianni Dragoni
Alitalia: al lavoro su newco, lungo raggio al palo
La nascita della Newco pubblica in ritardo di quasi 100 giorni. I punti aperti sono: piano industriale, esuberi, approvazione Ue, nomine
2 settembre 2020
Ha già quasi 100 giorni di ritardo e non si sa quando potrà partire. Il decollo della nuova Alitalia, tutta in mano pubblica, rimane avvolto nel mistero. Dopo tre decreti legge che ne prevedono la costituzione, a partire dal «Cura Italia» di marzo, e numerose dichiarazioni rassicuranti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dei ministri Patuanelli e De Micheli, la «Newco» non è ancora nata. I nodi sono il piano industriale, gli esuberi, l’autorizzazione dell’Unione europea che non vuole aiuti di Stato a una compagnia già decotta prima del Coronavirus, le nomine.
I tempi
Il programma iniziale era di rendere operativa la Newco pubblica dal primo giugno scorso. Lo aveva annunciato alla Camera a fine aprile il commissario di Alitalia, Giuseppe Leogrande, definendolo un obiettivo «ambizioso». L’idea era di passare le attività di volo e manutenzione in affitto a una nuova società controllata dallo Stato, mentre i servizi aeroportuali (handling) e relativi 3-4mila lavoratori sarebbero rimasti nella bad company, che avrebbe stipulato un contratto di servizio per fornire i servizi alla nuova compagnia. Ma l’ipotesi dell’affitto, condivisa dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, è stata rigettata in maniera informale dalla Commissione europea ed è stata messa da parte. «Ci vuole discontinuità economica» tra la vecchia compagnia commissariata e la nuova società, ha detto la commissaria alla Concorrenza e vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager. A quel punto il governo ha cominciato a ragionare sull’idea di vendere le attività della compagnia a una nuova società interamente pubblica, controllata dal ministero dell’Economia (Mef), prevedendo _ con il decreto legge «Rilancio» di metà maggio _ una dotazione di capitale di 3 miliardi di euro, da versare in più rate.
Le nomine
Con il nuovo assetto l’equilibrio politico sul dossier si è spostato dal Mise, di Patuanelli (M5S) al ministero dei Trasporti di Paola De Micheli (Pd) e al Mef guidato da Roberto Gualtieri. Già nel decreto «Cura Italia» era previsto, come primo atto, un successivo decreto ministeriale del Mef, ma di concerto con i ministri dello Sviluppo economico, Trasporti e Lavoro, per la costituzione della nuova società e la nomina dei vertici e degli organi sociali. Nel decreto Rilancio è stato cambiato l’ordine dei ministri per il «concerto»: dopo il Mef, il ministro dei Traporti viene prima del Mise, poi c’è il Lavoro. Questo decreto ministeriale non c’è mai stato. La lite sulle nomine tra Pd, M5S e Mef (che avrebbe gradito Alfredo Altavilla come nuovo a.d.) è durata fino al 29 giugno, quando il premier Conte ha annunciato via Facebook: «Abbiamo individuato l’ing. Francesco Caio quale presidente della nuova società e il dott. Fabio Lazzerini quale aministratore delegato». Caio e Lazzerini si sono quindi messi al lavoro, insieme ai consulenti scelti dal Mef, per fare le linee guida del piano industriale della nuova compagnia. Mai i due manager sono solo designati, non c’è alcuna atto formale di nomina, neppure un comunicato del governo. C’è solo Facebook. Se ci fosse una crisi di governo le designazioni rischierebbero di saltare.
Lazzerini e Caio in fibrillazione
Chi li ha incontrati racconta che sia Lazzerini (che è direttore commerciale di Alitalia, dal settembre 2017) sia Caio (presidente di Saipem) sono in fibrillazione, consapevoli della fragilità della loro posizione di vertici annunciati-designati, ma non ancora nominati. Lazzerini è stato indicato dal Pd, dal ministro capodelegazione Dario Franceschini, Caio è in quota Conte-M5S. Restano gli altri componenti del cda: anche su questo il governo non ha trovato un accordo. Siccome Lazzerini è indicato dal Pd mentre è il M5S ad aver scelto l’attuale vertice di Alitalia, il commissario Leogrande e il d.g. Giancarlo Zeni, tra le due parti non c’è dialogo. Lazzerini è il direttore commerciale di Alitalia ma non parla con Leogrande e Zeni, stando a quanto viene riferito. Questo è fonte di imbarazzo nella gestione della “vecchia” Alitalia, che continua ad operare con grandi difficoltà economiche e finanziarie, preesistenti alla crisi del Coronavirus (nel 2019 la compagnia aveva perso 600 milioni di euro).
In luglio sono state messe a punto le linee guida del piano industriale della Newco, con l’apporto determinante dei consulenti scelti dal Mef, Oliver Wyman, Deloitte, studio legale Grimaldi, insieme al tandem fibrillante Lazzerini-Caio e ai dirigenti del Mef. Le linee guida prevedono una nuova mini-compagnia con circa 70 aerei (rispetto ai circa 110 attuali) e sostanzialmente nessun velivolo di lungo raggio (adesso sono 26). Entrerebbero nella Newco tutte le attività, volo, manutenzione ed handling, ma solo 6.500-7.000 dipendenti sugli oltre 11mila attuali. Gli altri 4.000-4.500 resterebbero nella bad company, sotto il commissario. Sarebbero potenziali esuberi, a meno di miracolosi ripescaggi nella Newco se ci fosse una crescita dell’attività nei prossimi anni. I sindacati confederali e Ugl hanno obiettato che non vogliono esuberi e stanno cercando di salvare tutti i lavoratori. Ma con il crollo del traffico causato dal Coronavirus e la previsione che solo a fine 2023 o nel 2024 l’attività possa tornare ai livelli del 2019 questo obiettivo è difficilmente sostenibile. I sindacati vorrebbero anche un posto nel cda, glielo aveva promesso Patuanelli.
Le contestazioni Ue
Le linee guida sono state inviate a Bruxelles all’Unione europea. La prima valutazione è stata negativa. Gli uffici della Concorrenza temono che l’operazione sia un aiuto di Stato. Il dialogo però si è arenato su questo, complice il rallentamento di agosto e il mancato decollo della Newco, cui spetta redigere il piano industriale e discutere con la Ue. A questo punto il governo ha di nuovo modificato le norme, con il terzo decreto legge, il provvedimento «Agosto» del 14 agosto, ora all’esame della commissione Bilancio del Senato.
Il decreto Agosto
Per tentare di ammorbidire le difficoltà con il decreto Agosto, il governo ha modificato la norma precedente. Prima si diceva che la costituzione della Newco «è subordinata all’autorizzazione della Ue». L’ultimo decreto dice: «L’esercizio dell’attività è subordinato alle valutazioni della Commissione europea». Nelle note di lettura gli uffici parlamentari hanno fatto rilevare che con le nuove norme la Newco può essere costituita anche senza l’autorizzazione della Ue, ma che l’assenso di Bruxelles è necessario per «l’esercizio dell’attività», cioè perché la nuova Alitalia possa fare voli. Nella sostanza non è cambiato molto. Bruxelles deve sempre autorizzare l’operazione.
Trenta giorni per il piano, poi il parere delle Camere
Come già prevedeva la legge di conversione del decreto Rilancio, il decreto Agosto stabilisce che la Newco, una volta costituita con un capitale di 20 milioni (i 3 miliardi arriveranno solo in seguito), deve fare il piano industriale entro 30 giorni e questo deve essere inviato alle commissioni parlamentari di Camera e Senato. Le commissioni avranno altri 30 giorni per esprimere un parere. L’articolo 79 del decreto afferma: «Il consiglio di amministrazione della società redige ed approva, entro trenta giorni dalla costituzione della società, un piano industriale di sviluppo e ampliamento dell’offerta, che include strategie strutturali di prodotto. Il piano industriale può prevedere la costituzione di una o più società controllate o partecipate per la gestione dei singoli rami di attività e per lo sviluppo di sinergie e alleanze con altri soggetti pubblici e privati, nazionali ed esteri, nonché l’acquisto o l’affitto, anche a trattativa diretta, di rami d’azienda di imprese titolari di licenza di trasporto aereo rilasciata dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, anche in amministrazione straordinaria. Il piano è trasmesso alla Commissione europea per le valutazioni di competenza, nonché alle Camere per l'espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia. Le Commissioni parlamentari competenti esprimono parere motivato nel termine perentorio di trenta giorni dalla data di assegnazione, decorso il quale si prescinde dallo stesso. La società procede all’integrazione o alla modifica del piano industriale, tenendo conto della decisione della Commissione europea».
Atteso un vertice di governo
Adesso tutto è fermo su questo punto. Il decreto tra l’altro non spiega se eventuali osservazioni delle commissioni parlamentari debbano essere inserite nel piano industriale oppure no. Per sbloccare la situazione ci dovrebbe essere una riunione fra i quattro ministri che devono «concertare» il decreto di costituzione della Newco (Mef, Trasporti, Mise e Lavoro) con il quale si decideranno anche le nomine dell’intero cda. Ma la riunione non c’è ancora stata.
Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
insomma, son passati oltre 3 anni dal fallimento e alitalia ancora non sa cosa deve fare, a parte bruciare i soldi dei contribuenti
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.
Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
i debiti vengono lasciati nella vecchia compagnia, la nuova deve nascere vergine altrimenti sarebbe inutile perche' non sarebbe in utile.
20 anni di perdite senza soluzione di continuità per liberarsi di alitalia. Per ITA airways ne occorreranno molti meno.
Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
Boh possono cambiare rotte quanto vogliono, ma se hanno il personale che non si schioda da Roma siamo punto e a capo.
Posto che, via le nazionali, che sono comunque da operare, cosa potrebbero cambiare del network?
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Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
Propongo il Mynokos shuttle e la Libreville tre volte al giorno
AHO-ARN-BLQ-BGY-CAG-DUB-FCO-FLR-FRL-GOA-GRO-KIR-KBP-LIN-MXP-MUC-OLB-PMF-PSA-STN-TBS-TPS-TRN-TRS-TSF-VCE
Primo anno in perdita, secondo in pareggio e terzo in utile
Primo anno in perdita, secondo in pareggio e terzo in utile
AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
Parliamo ancora di strategia in AZ? Ancora adesso? Se dal 2008 aveva perso, in parte, di quell’aurea di branca operativa del Ministero dei trasporti non ha mai, invece, celato il suo lato assistenziale/occupazionale del Lazio. Chiunque pensi ad una strategia di AZ atta a “guadagnare” deve fare i conti con la realtà delle vere esigenze di questa cassa assistenziale mascherata da compagnia aerea.
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- mattaus313
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Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
E anche quando cambiano rotte cosa cambia? Al netto di quelle coperte da bilaterali possono anche cambiarle il giorno dopo che è stata avviata la newco. Penso che la commissione valuterà la credibilità complessiva del piano. E quelli che hanno fatto finora non andrebbero bene nemmeno come tesina di maturità a ragioneria.
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"Because you needed a lot of capital in an airline, you needed to be where the financial markets were, and obviously that's New York"
Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
AmenBAlorMXP ha scritto: ↑gio 03 set 2020, 13:09:45 Parliamo ancora di strategia in AZ? Ancora adesso? Se dal 2008 aveva perso, in parte, di quell’aurea di branca operativa del Ministero dei trasporti non ha mai, invece, celato il suo lato assistenziale/occupazionale del Lazio. Chiunque pensi ad una strategia di AZ atta a “guadagnare” deve fare i conti con la realtà delle vere esigenze di questa cassa assistenziale mascherata da compagnia aerea.
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La vera difficoltà per la nascità della nuova AZ risiede nel come far vedere che tutto cambia, affinchè nulla cambi.
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Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
Mah. Se le indiscrezioni sono vere, rimarranno circa 5.000 dipendenti da tutelare. Ben poco ormai, rispetto ai 20.000 di 12 anni fa. Praticamente una riduzione del 75%.BAlorMXP ha scritto: ↑gio 03 set 2020, 13:09:45 non ha mai, invece, celato il suo lato assistenziale/occupazionale del Lazio. Chiunque pensi ad una strategia di AZ atta a “guadagnare” deve fare i conti con la realtà delle vere esigenze di questa cassa assistenziale mascherata da compagnia aerea.
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Il tutto pur di mantenere l'hub sotto casa (Fiumicino) ; ma alla fine della fiera, non so se ne è valsa davvero la pena.
Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
AZ nuova o vecchia che sia starà sempre a FCO, di certo l’UE non può dire a una compagnia dove basarsigrandemilano ha scritto: ↑gio 03 set 2020, 08:18:05mattaus313 ha scritto: ↑mer 02 set 2020, 15:13:15 Più che rotte servirebbe cambiare rotta, in tutti i sensi...
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C'è poco da essere ironici. Perché la trattativa potrebbe arenarsi su questo punto. Cambiare rotte potrebbe voler dire cambiare strategia di network e di aeroporti. Potrebbe voler dire che il mantenimento dello status quo che è andato avanti per 3 fallimenti (hub a FCO + city airport a LIN) non rappresenta un segno di discontinuità. Ciò impone una completa revisione della strategia industriale
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Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
Non vedo altra soluzione. Tenuto conto di tutte le caratteristiche che deve avere un hub FCO è il meno peggio.
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Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
il sistema hub-spok secondo me è archiviato definitivamente con appena 70 macchine, di cui nessuna o quasi di LR.
Non sto dicendo che AZ abbandonerà FCO, ma forse FCO sarà sempre meno importante e potrebbe esserci uno spostamento di macchine e rotte verso altri aeroporti. Penso a VCE e NAP per fare due esempi. Un po' sullo stile di LIN: voli verso rotte prevalentemente p-t-p da diversi aeroporti italiani
Non sto dicendo che AZ abbandonerà FCO, ma forse FCO sarà sempre meno importante e potrebbe esserci uno spostamento di macchine e rotte verso altri aeroporti. Penso a VCE e NAP per fare due esempi. Un po' sullo stile di LIN: voli verso rotte prevalentemente p-t-p da diversi aeroporti italiani
Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
A Fiumicino Alitalia dovrebbe avere un'impostazione più simile ad Iberia Express, che fa point to point, ti vende la classe business quando serve e in certe rotte e alimenta in modo blando gli intercontinentali ed internazionali di Iberia Mainline. Poi c'è il lungo raggio, quello che si regge con tanto ptp e nulla più senza avventurarsi in Libreville, Pechino, Mexico con aerei inadatti o Santiago del Chile.grandemilano ha scritto: ↑gio 03 set 2020, 19:43:12 il sistema hub-spok secondo me è archiviato definitivamente con appena 70 macchine, di cui nessuna o quasi di LR.
Non sto dicendo che AZ abbandonerà FCO, ma forse FCO sarà sempre meno importante e potrebbe esserci uno spostamento di macchine e rotte verso altri aeroporti. Penso a VCE e NAP per fare due esempi. Un po' sullo stile di LIN: voli verso rotte prevalentemente p-t-p da diversi aeroporti italiani
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Primo anno in perdita, secondo in pareggio e terzo in utile
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Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
Non proprio. 60 velivoli (20 per il lungo raggio, i restanti per corto e medio) possono essere sufficienti per un hub ed era ciò di cui si vociferava all'epoca di LH Italia; una composizione simile era del resto quella della base LH a MUC.grandemilano ha scritto: ↑gio 03 set 2020, 19:43:12 il sistema hub-spok secondo me è archiviato definitivamente con appena 70 macchine, di cui nessuna o quasi di LR.
Non sto dicendo che AZ abbandonerà FCO, ma forse FCO sarà sempre meno importante e potrebbe esserci uno spostamento di macchine e rotte verso altri aeroporti. Penso a VCE e NAP per fare due esempi. Un po' sullo stile di LIN: voli verso rotte prevalentemente p-t-p da diversi aeroporti italiani
Quello che non regge è il posizionamento geografico di FCO. Dalla mappa che segue
si vede la differenza delle località raggiungibili entro le 500 miglia nautiche da FCO, MXP e MUC.
Lo scalo romano ne ha meno degli altri aeroporti e anche meno ricche. Per attingere meglio deve andare più lontano, ossia far volare di più i velivoli feeder, ma così facendo è obbligata ad aver un maggior numero di aerei di breve e medio raggio rispetto ad altre posizioni geografiche, con tutte le diseconomie che ne conseguono.
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Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
Sì ok. Ma bisogna considerare che di quei 70 aerei previsti, una parte andranno a Linate e forse in altri aeroporti. Quindi non so quanto margine di manovra ci sarà.KittyHawk ha scritto: ↑ven 04 set 2020, 01:10:16 [
Non proprio. 60 velivoli (20 per il lungo raggio, i restanti per corto e medio) possono essere sufficienti per un hub ed era ciò di cui si vociferava all'epoca di LH Italia; una composizione simile era del resto quella della base LH a MUC.
Quello che non regge è il posizionamento geografico di FCO. Dalla mappa che segue
si vede la differenza delle località raggiungibili entro le 500 miglia nautiche da FCO, MXP e MUC.
Lo scalo romano ne ha meno degli altri aeroporti e anche meno ricche. Per attingere meglio deve andare più lontano, ossia far volare di più i velivoli feeder, ma così facendo è obbligata ad aver un maggior numero di aerei di breve e medio raggio rispetto ad altre posizioni geografiche, con tutte le diseconomie che ne conseguono.
Hanno detto che 70 è il numero iniziale ma poi le macchine aumenteranno con l'aumento dei risultati economici. Ma anche su questo punto sono un po' scettico: in Sea stanno ancora aspettando i voli LR promesso dall'AZ-CAI di Colaninno: "solo il tempo di risanare alitalia"
Sul fatto, invece, del pessimo posizionamento di FCO, su questo non ci sono dubbi. È sicuramente una delle cause per cui AZ è precipitata nella situazione in cui si trova.
Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
E difatti l'altro problema è proprio questo. AZ non si è mai dedicata a costruire veramente un hub. Per mille motivi non ha mai voluto, o non ha mai potuto, abbandonare completamente Milano (LIN + MXP), disperdendo così le forze disponibili. Quindi da una parte abbiamo un hub posizionato male e sottopotenziato, dall'altra risorse malamente utilizzate nel Nord che non rendono quanto potrebbero (il "pubblicizzato" mini-hub di LIN è una stupidaggine che non vale neppure la pena prendere in considerazione).grandemilano ha scritto: ↑ven 04 set 2020, 05:40:50 Sì ok. Ma bisogna considerare che di quei 70 aerei previsti, una parte andranno a Linate e forse in altri aeroporti. Quindi non so quanto margine di manovra ci sarà.
Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
Gli aerei li avevano, per motivi politici non li hanno saputi sfruttare.
Benché, come detto da un mio amico, anche nelle università ci sia propaganda di regime sulla posizione baricentrica di FCO rispetto a MXP, nessuno dice però che FCO è baricentrica per una linea regionale che non può contare nulla sul piano internazionale.
Se notate, chiuso l'hub a MXP, hanno chiuso o ridotto destinazioni come BIO KRK TSR OTP BUD PRG ecc... Che servivano con frequenza plurigiornaliera per non servirle più o con operativi settimanali degni di una low cost.
Per come è strutturata, Alitalia potrà essere solo e soltanto una compagnia che porta i pax del Sud al Nord e in qualche destinazione europea laddove il volo low cost non sia disponibile o sia pieno.
Benché, come detto da un mio amico, anche nelle università ci sia propaganda di regime sulla posizione baricentrica di FCO rispetto a MXP, nessuno dice però che FCO è baricentrica per una linea regionale che non può contare nulla sul piano internazionale.
Se notate, chiuso l'hub a MXP, hanno chiuso o ridotto destinazioni come BIO KRK TSR OTP BUD PRG ecc... Che servivano con frequenza plurigiornaliera per non servirle più o con operativi settimanali degni di una low cost.
Per come è strutturata, Alitalia potrà essere solo e soltanto una compagnia che porta i pax del Sud al Nord e in qualche destinazione europea laddove il volo low cost non sia disponibile o sia pieno.
Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
Il posizionamento "naturale", il "baricentrismo" forzato sono solo alcune delle scusanti utilizzate dalla politica per giustificare anacronistiche storielle di strategia aziendale. Siamo ormai da tempo all'ennesimo fallimento peccato che la lungimiranza della politica continui a perseverare negli stessi errori e con gli stessi attori. Sono convinto che andremo avanti all'infinito con strategie "lungo raggio a Fiumiscino, biz e corto a Linatino". Se e quando Alitalia vorrà diventare una legacy atta a far profitto si dovrà cambiare drasticamente, altrimenti come detto poco fa non è altro che una cassa assistenziale camuffata da compagnia aerea
Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
Non mi preoccuperei più di tanto. Ogni volta annunciano un numero di aerei effettivo ed uno ipotetico in aumento che non viene mai raggiunto, non vedo perché stavolta dovrebbe essere il contrario anche perché i 3 miliardi non sono stati consegnati e il pagamento avverrebbe in più tranche, oltre che a novanta
AHO-ARN-BLQ-BGY-CAG-DUB-FCO-FLR-FRL-GOA-GRO-KIR-KBP-LIN-MXP-MUC-OLB-PMF-PSA-STN-TBS-TPS-TRN-TRS-TSF-VCE
Primo anno in perdita, secondo in pareggio e terzo in utile
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Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
Nelle 500nm da FCO invece per metà non c'è nulla, per una buona parte invece ci sono mercati poveri.
E difatti i risultati si vedono.
- mattaus313
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Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
Ehm, che Fiumicino - o meglio, Roma - sia baricentrica geograficamente rispetto all'Italia è intuibile con un'istruzione elementare, eviterei di scomodare le università. A dirla tutta, tutte le strade portano a Roma è pure nei detti popolari. Quindi eviterei proprio di scomodare l'istruzione tutta.
Per il resto sarebbe sufficiente guardarsi intorno. A Malpensa c'è troppa concorrenza dove c'è domanda e troppa poca domanda dove non c'è concorrenza. Sarebbe un bagno di sangue che di morti ne ha già fatti tanti. Il nazionale è il mercato dove ormai le major sono arroccate e perdono meno, per l'internazionale serve avere poca concorrenza e tanto da alimentare. Da Roma già si riesce a fare poco, da Malpensa si farebbe ancora meno, perdendo di più, vista appunto la maggior concorrenza.
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Per il resto sarebbe sufficiente guardarsi intorno. A Malpensa c'è troppa concorrenza dove c'è domanda e troppa poca domanda dove non c'è concorrenza. Sarebbe un bagno di sangue che di morti ne ha già fatti tanti. Il nazionale è il mercato dove ormai le major sono arroccate e perdono meno, per l'internazionale serve avere poca concorrenza e tanto da alimentare. Da Roma già si riesce a fare poco, da Malpensa si farebbe ancora meno, perdendo di più, vista appunto la maggior concorrenza.
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Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
Detta così vuol dire che per AZ non c'è più alcuna speranza allora.mattaus313 ha scritto: ↑ven 04 set 2020, 13:30:58 Ehm, che Fiumicino - o meglio, Roma - sia baricentrica geograficamente rispetto all'Italia è intuibile con un'istruzione elementare, eviterei di scomodare le università. A dirla tutta, tutte le strade portano a Roma è pure nei detti popolari. Quindi eviterei proprio di scomodare l'istruzione tutta.
Per il resto sarebbe sufficiente guardarsi intorno. A Malpensa c'è troppa concorrenza dove c'è domanda e troppa poca domanda dove non c'è concorrenza. Sarebbe un bagno di sangue che di morti ne ha già fatti tanti. Il nazionale è il mercato dove ormai le major sono arroccate e perdono meno, per l'internazionale serve avere poca concorrenza e tanto da alimentare. Da Roma già si riesce a fare poco, da Malpensa si farebbe ancora meno, perdendo di più, vista appunto la maggior concorrenza.
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Anche perché ora di concorrenza proprio non ce n'è. E sarebbe l'occasione buona per iniziare da zero.
Re: AZ ennesimo cambio della guardia 29 Giugno 2020
Mattaus pure mio nipote di 2 anni riuscirebbe a capire che Roma, a livello nazionale, è baricentrica ma localmente, cosa poco rilevante per una compagnia che vuole fare hub&spoke, aggiungiamo poi che tutta la “ciccia” passa a nord e il mercato verso l’Africa è ad appannaggio di chi ha etnico e interessi socio-economici molto forti come UK, Francia, Belgio e in parte Paesi Bassi, addirittura il Sud America da FCO è più lungo da operare per la posizione più ad Est dell Capitale. In sostanza penso anche io che nella situazione in cui versa Milano ora, con un sistema aeroportuale schizofrenico, dove ogni aeroporto si fa concorrenza a vicenda e ognuno vuole gareggiare per fare la prima donna, sarebbe un bagno di sangue, aggiungere l’ennesimo. Detto questo è palese che non esista nessuna strategia in Alitalia se non quella di far mangiare molte famiglia di Roma e regione.mattaus313 ha scritto:Ehm, che Fiumicino - o meglio, Roma - sia baricentrica geograficamente rispetto all'Italia è intuibile con un'istruzione elementare, eviterei di scomodare le università. A dirla tutta, tutte le strade portano a Roma è pure nei detti popolari. Quindi eviterei proprio di scomodare l'istruzione tutta.
Per il resto sarebbe sufficiente guardarsi intorno. A Malpensa c'è troppa concorrenza dove c'è domanda e troppa poca domanda dove non c'è concorrenza. Sarebbe un bagno di sangue che di morti ne ha già fatti tanti. Il nazionale è il mercato dove ormai le major sono arroccate e perdono meno, per l'internazionale serve avere poca concorrenza e tanto da alimentare. Da Roma già si riesce a fare poco, da Malpensa si farebbe ancora meno, perdendo di più, vista appunto la maggior concorrenza.
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