Ita-Lufthansa, ecco il documento inviato all’Ue: da Linate ai voli intercontinentali, tutti i sacrifici per il «sì» alle nozze
di Leonard Berberi
18 maggio 2024
Il pacchetto di rimedi, di 24 pagine, elenca nel dettaglio le proposte del Tesoro italiano e dei tedeschi. Tra queste: il numero minimo di voli transatlantici e la proposta di «riempire» i voli di easyJet e Volotea
Cessione di slot a Milano Linate, Malpensa e Roma Fiumicino, designazione di vettori rivali ai quali far gestire alcune rotte intra-europee, accordi commerciali per portare passeggeri agli aerei di easyJet e Volotea sui voli tra l’Italia e Germania, Svizzera, Belgio, promessa di fornire la stessa connettività per tre anni sui collegamenti intercontinentali tra il nostro Paese e il Nord America, garanzia di tenere separate le attività commerciali dei viaggi di lungo raggio di Ita Airways da quelle del resto della compagnia tricolore per un paio d’anni, offerta alle grandi aviolinee europee (Air France-Klm, Iberia, British Airways) di sottoscrivere intese per portare viaggiatori anche nei loro hub, anche se rivali. C’è di tutto nel pacchetto di rimedi che Lufthansa e il ministero dell’Economia italiano hanno inviato il 6 maggio scorso alla Commissione europea per avere l’ok all’ingresso tedesco in Ita. Ventiquattro pagine, allegati tecnici esclusi, di cui il Corriere è entrato in possesso e che svela qui in esclusiva.
L’indagine di Bruxelles
Il 23 gennaio l’Antitrust Ue ha aperto un’indagine approfondita sull’accordo tra Tesoro e Lufthansa per il timore che l’ingresso tedesco in Ita possa ridurre la competizione sulle rotte di breve e lungo raggio che collegano l’Italia con altri Paesi e rafforzare la posizione dominante all’aeroporto di Milano Linate. Così è stato chiesto ai soggetti di inviare delle «misure correttive». Alle 23.58 del 6 maggio Roma e Francoforte hanno inviato il pacchetto, due minuti prima della scadenza fissata da Bruxelles.
I sei tipi di rimedi
I rimedi — oggetto questi giorni di discussioni approfondite e diverse frizioni — sono divisi in sei blocchi. Il primo riguarda l’ingresso di uno o due vettori rivali sulle rotte di breve raggio nelle quali l’unione Ita-Lufthansa porterebbe a una situazione di monopolio. Il secondo si occupa della cessione degli slot (i diritti di decollo e atterraggio) al city airport milanese. Il terzo è relativo agli accordi che impegnano Ita ad «alimentare» i voli di corto raggio dei nuovi entranti a Roma Fiumicino e Milano Linate. Il quarto blocco spiega l’impegno di Ita e Lufthansa a mettere un muro tra i voli di lungo raggio degli italiani e le attività commerciali dei tedeschi. Il quinto spiega la garanzia delle parti a fornire un numero minimo di voli su quattro tratte intercontinentali. Il sesto si occupa dell’offerta ai vettori rivali di accordi di cooperazione per tre anni sui voli di lungo raggio su quattro tratte tra Italia e Nord America.
I voli di corto raggio
Per quanto riguarda il primo punto Ita e Lufthansa — come anticipato dal Corriere — hanno accordi preliminari con easyJet e Volotea per consentire loro di entrare a fare concorrenza su 8 rotte di corto raggio tra l’Italia e Germania, Svizzera, Belgio. Nel dettaglio italiani e tedeschi si impegnano a cedere:
- 14 coppie di slot settimanali (pari a 28 voli in entrambe le direzioni, quindi 4 al giorno) sulla rotta Roma Fiumicino-Bruxelles
- 14 coppie di slot settimanali (nella stagione estiva, 7 in quella invernale) tra Fiumicino e Francoforte
- 14 coppie di slot settimanali (nella stagione estiva, 7 in quella invernale) tra Fiumicino e Monaco
- 14 coppie di slot settimanali (nella stagione estiva, 11 in quella invernale) tra Fiumicino e Zurigo
- 14 coppie di slot settimanali tra Linate/Malpensa e Bruxelles
- 12 coppie di slot settimanali tra Linate/Malpensa e Düsseldorf
- 14 coppie di slot settimanali tra Linate e Francoforte
- 7 coppie di slot settimanali tra Linate/Malpensa e Amburgo
I vettori che subentrano — easyJet e Volotea a Milano, Volotea a Roma — devono operare queste rotte per almeno 3 anni, poi possono decidere di utilizzare gli slot come vogliono.
Il nodo Linate
Il secondo blocco tocca il tema, delicato, degli slot all’aeroporto di Milano Linate: insieme Ita e Lufthansa finirebbero per avere circa i due terzi di questi diritti di decollo e atterraggio. Le due parti si dicono disponibili a sacrificare fino a 162 slot settimanali d’estate), 22-24 al giorno (entrambe le direzioni), e fino a 150 d’inverno, stagione dove il traffico si riduce di solito. «Gli slot ceduti saranno distribuiti lungo tutta la giornata e negli orari di funzionamento di Linate — si legge nel documento — per consentire un’offerta continua e un’operatività efficiente per il trasporto a corto raggio» dei vettori che subentrano. In questo ambito — spiegano fonti al Corriere — l’Antitrust Ue ha fatto sapere che vuole la cessione del 30% degli slot, contro l’11% proposto dai due vettori.
Gli accordi sui voli interni all’Italia
Il terzo blocco, denominato «Spa», riguarda la proposta di Ita e Lufthansa di sottoscrivere un accordo commerciale definito «special prorate agreement»: per tre anni il vettore italiano si offre di portare i passeggeri dalle città italiane verso Fiumicino e Linate che si imbacheranno poi sugli aerei di easyJet e Volotea sulle tratte di breve raggio nelle quali subentrano, cioè tra il nostro Paese e l’Europa centrale. Nella proposta vengono anche forniti gli estremi delle tariffe, dal prezzo più basso in Economy a quello più alto in Business.
La «barriera» sui voli transatlantici
Nel quarto blocco viene affrontato il tema del segmento intercontinentale. Mef e Lufthansa si impegnano a tenere separate, per tre anni, le attività di lungo raggio di Ita da quelle del gruppo tedesco. «Le attività di pianificazione della rete e di gestione dei ricavi di Ita relative ai voli intercontinentali sul Nord Atlantico saranno mantenute indipendenti dal punto di vista organizzativo e funzionale», si legge nel documento. «Il management e il personale di Lufthansa non avranno alcun coinvolgimento nel business di lungo raggio di Ita» e «il personale di Ita non fornirà ad alcun individuo di Lufthansa informazioni sul lungo raggio». Il Tesoro «nominerà un manager che assumerà la piena responsabilità gestionale per il business di lungo raggio sul Nord Atlantico» che avrà «poteri simili a quelli tradizionalmente assegnati a un chief commercial officer».
La cooperazione con i rivali europei
Nel quinto blocco Ita/Mef e Lufthansa si impegnano a proporre di stipulare — per un periodo di 3 anni — accordi di cooperazione («come l’interlining o il codeshare») con i concorrenti interessati ai voli tra Roma e altri aeroporti europei per le proprie operazioni sulle rotte Roma-Washington, Roma-San Francisco, Roma-Chicago e Roma-Toronto. Tradotto: i due vettori porteranno i clienti tra la capitale italiana e le quattro città nordamericane a fare scalo negli hub europei salendo poi sui vettori rivali come Air France (Parigi-Charles de Gaulle), Klm (Amsterdam), British Airways (Londra Heathrow) e Iberia (Madrid).
La garanzia del servizio minimo
Nel sesto blocco Ita/Mef e Lufthansa cercano di «placare» le preoccupazioni Ue sul calo della concorrenza sui voli transatlantici (con conseguente aumento dei prezzi e riduzione dei voli) promettendo di mantenere intatta per tre anni l’offerta e quindi le tariffe su quattro rotte:
- Roma-Washington: 14 frequenze settimanali nella stagione estiva e 7 in quella invernale
- Roma-San Francisco: 12 frequenze settimanali (nella stagione estiva)
- Roma-Chicago: 13 frequenze settimanali (nella stagione estiva)
- Roma-Toronto: 14 frequenze settimanali (nella stagione estiva)
In questo modo, spiegano le società coinvolte viene mantenuta la pressione concorrenziale per prevenire gli aumenti di prezzo, nonché garantire il livello di connettività per i clienti che resta uguale a quella precedente alla fusione.
Il «monitoring trustee»
Quindi si passa alle questioni più «burocratiche». Le parti (Mef e Lufthansa) devono mettere in piedi un «monitoring trustee» per controllare e assicurare l’esatta applicazione degli accordi sottoscritti. I candidati — che dovranno essere remunerati da italiani e tedeschi — non devono avere conflitti d’interessi e devono avere «sufficiente esperienza» nelle banche d’investimento o nella consulenza.
lberberi@corriere.it
https://www.corriere.it/economia/aziend ... cxlk.shtml