http://www.lastampa.it/2017/05/23/econo ... agina.html
fatemi indovinare, perdita i primi due anni e pareggio il terzo?...
«L’obiettivo di breve termine è ridurre i costi e stabilizzare i ricavi e poi incrementarli."
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fatemi indovinare, perdita i primi due anni e pareggio il terzo?...
«L’obiettivo di breve termine è ridurre i costi e stabilizzare i ricavi e poi incrementarli."
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Il 49% comanda fin quando lo stato italiano (che attraverso vari proxy controlla il 51%) glielo consente.spanna ha scritto:intervista a laghi
http://www.lastampa.it/2017/05/23/econo ... agina.htmlDel Rio ripete che il nodo del controllo europeo al 51% è superabile. In che modo?
«E’ un ostacolo più formale che sostanziale. Con tutte le cautele del caso, un soggetto dotato di requisiti gestionali e industriali può governare l’azienda per conto di chi detiene il 49 per cento attraverso una partnership finanziaria».
Non è del tutto vero, perché in quel caso il controllo effettivo sarebbe del soggetto extra-UE e, almeno a livello teorico, la UE potrebbe opporsi.spanna ha scritto:intervista a laghi
http://www.lastampa.it/2017/05/23/econo ... agina.htmlDel Rio ripete che il nodo del controllo europeo al 51% è superabile. In che modo?
«E’ un ostacolo più formale che sostanziale. Con tutte le cautele del caso, un soggetto dotato di requisiti gestionali e industriali può governare l’azienda per conto di chi detiene il 49 per cento attraverso una partnership finanziaria».
Nessuno vuole un successo, al governo italiano basta non avere tra le palle i licenziati Alitalia, a tutti gli altri in Europa interessa che Alitalia resti lo schifo che è.malpensante ha scritto:Una ricetta di sicuro successo.
malpensante ha scritto:Alitalia mi ricorda Cocciante, con Hogan che canta:
"nella tua trappola
ci son caduto anch'io,
avanti il prossimo,
gli lascio il posto mio"
KLM, Air France, Etihad, sotto a chi tocca.
Esatto ! Il problema è proprio che AZ basata su FCO + LIN e senza possibilità di veri investimenti (se resta per il 51% in mani italiche) è quello che sognano LH, AF/KL e IAG: gli italiani (rectius, i romani ed i milanesi di Area C) abbiano pure la loro compagnia di bandiera (che dovrebbe chiamarsi "AliRomareaC") a spese dei contribuenti italiani, mentre loro si prendono il mercato italiano sull'IC (ed in particolare quello più ricco del Nord del Paese), salva una piccola parte ceduta alle compagnie golfare / asiatiche. Se in Europa sono tutti d'accordo nel tenere artificialmente in vita AZ, è chiaro che la Commissione EU darà sempre l'OK agli aiuti di stato ad AZ, basta mascherarli un pochino.easyMXP ha scritto:Nessuno vuole un successo, al governo italiano basta non avere tra le palle i licenziati Alitalia, a tutti gli altri in Europa interessa che Alitalia resti lo schifo che è.
malpensante ha scritto:Alitalia mi ricorda Cocciante, con Hogan che canta:
"nella tua trappola
ci son caduto anch'io,
avanti il prossimo,
gli lascio il posto mio"
KLM, Air France, Etihad, sotto a chi tocca.
la terza alternativa e' il cosiddetto spezzatino, quello a cui LH sembra interessata. Secondo me "la prosecuzione dell'esercizio dell'impresa stessa" applicata allo spezzatino significa che ti puoi comprare qualche aereo e qualche equipaggio + gli slot di LIN separandoli dalla casa madre basata a FCO ed andandoli ad operare senza soluzione di continuita'. Che LH avesse in mente di acquistare solo la parte milanese lo pensavo e l'ho scritto fin dal principio. Secondo me il solo boccone milanese di alitalia vale molto di piu' di tutta alitalia messa insieme perche' la casa madre + FCO hanno un valore negativo, perche' ci sarebbero degli oneri di ristrutturazione estremamente pesanti, conflittualita' sindacale a non finire, ed infine un mercato economicamente poco redditizio, senza contare l'opposizione del governo ad ogni taglio....
2.2 Tale Programma potrà realizzarsi, in via alternativa, sulla base di uno dei seguenti indirizzi
(gli Indirizzi):
(a) tramite cessione unitaria dei complessi aziendali dell’impresa con la prosecuzione
dell’esercizio dell’impresa stessa (il “programma di cessione dei complessi aziendali”);
(b) tramite la ristrutturazione economica e finanziaria dell’impresa sulla base di un
programma di risanamento (il “programma di ristrutturazione”);
(c) tramite la cessione di complessi di beni e contratti dell’impresa con la prosecuzione
dell’esercizio dell’impresa stessa (il “programma di cessione di beni e di contratti”).
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Lufthansa ingaggia un advisor per la partita Alitalia ormai entrata nel vivo da ieri sera: i commissari straordinari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi, Stefano Paleari si sono a loro volta dotati di un consulente: Rothschild, banca d'affari franco-inglese munita di expertise in procedure straordinarie complesse (Alitalia in amministrazione straordinaria ai tempi di Augusto Fantozzi, poi Tirrenia, adesso Ilva) che l'ha spuntata su Lazard. Lufthansa avrebbe dato incarico allo studio BonelliErede, una law firm italiana, ad assisterla in queste fasi preliminari. Finora la compagnia tedesca ha sempre smentito un interessamento per Alitalia, adesso sarà più difficile farlo in modo convincente visto che la presenza di un consulente di peso al suo fianco dimostra che vuol fare le corse sul serio, anche se ciò non significa nessun impegno formale.
Negli ultimi giorni un legale della sede di Genova avrebbe preso contatto con i legali della procedura straordinaria (Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners, Lombardi Segni e Associati oltre ad Andrea Zoppini). Sembra che il consulente di Lufthansa avrebbe chiesto lumi sulle opzioni della procedura di vendita, in particolare sulla terza: cessione di complessi di beni e contratti di Alitalia con la prosecuzione dell'esercizio di impresa. Sarebbe la soluzione tecnica più congeniale rispetto al piano accreditato ai tedeschi: acquistare parte del vettore italiano in termini di rotte, slot, aerei e soprattutto con almeno 5 mila dipendenti in meno con le mani libere di poter applicare un nuovo contratto di lavoro. Va ricordato che lo studio BonelliErede ha una solida conoscenza di Alitalia di cui è stato il legale dalla nascita di Cai (2008) fino al novembre 2014 quando alla presidenza è arrivato Luca Cordero di Montezemolo.
EX GRAND COMMIS CON I CINESI I banchieri d'affari della Rothschild, che stamane incontreranno i commissari, inizieranno a sollecitare l'interesse contattando le principali compagnie internazionali. E non solo, anche altri interlocutori che negli ultimi giorni si sono fatti avanti tramite studi legali e banche d'affari.
Un ex grand commis di Stato con un passato di dirigente di gruppi infrastrutturali e oggi collegato con un colosso cinese di tlc avrebbe anticipato la disponibilità di Hna Airlines, una conglomerata di Haikou attiva dalla finanza alla logistica, al trasporto aereo con una forte attrazione per l'Europa: due settimane fa ha acquistato il 9,9% di Deutsche Bank diventando il primo socio. Da ricordare che il patron di Hna, Chen Feng, a novembre 2013 studiò l'ingresso nella Roma calcio attraverso la quota detenuta da Unicredit.
All'advisor della procedura dovrebbero essere trasferiti anche altri nomi di potenziali interessati. Sono tre fondi di private equity, due dei quali vecchie conoscenze di Alitalia: Tpg e Cerberus che a gennaio 2007, durante la privatizzazione della compagnia da parte del Tesoro, presentarono due delle 11 manifestazioni di interesse. Il terzo nome che oggi si sarebbe fatto vivo è Indigo Partners, fondo basato a Phoenix (Arizona): due anni fa si interessò di un'aviolinea polacca.
Il risultato finale lascia poco spazio alle discussioni. Alla domanda ‘Salviamo Alitalia?’ lanciata da TTG Italia attraverso un sondaggio che ha riscosso un grande successo tra i lettori della testata, quasi una risposta su tre si è trovata allineata sulla medesima posizione. Anche se i numerosi commenti lasciati da coloro che hanno partecipato all’inchiesta rivelano un panorama più sfaccettato di quanto i freddi numeri lascino intendere.
“Alitalia non deve essere salvata”
Un ‘no’ che percorre l’Italia da Nord a Sud, con ben il 60,61% dei voti: questo il risultato finale della domanda sull’opportunità o meno di salvare la compagnia aerea ora nuovamente in amministrazione straordinaria. Un coro che lascia ai favorevoli al salvataggio solo il restante 39,39% delle risposte.
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Inizio a pensare che forse i ministri questa volta avevano anche l'intenzione di fare sul serio, cioè: o si trova un compratore "vero" per AZ oppure "spezzatino" e chiusura (finalmente !) di AZ. Poi è arrivato il Berlusca di sinistra (stile "ghe pensi mi") e si sta passando rapidamente al salvataggio di AZ a tutti i costi, magari facendo anche saltare l'affare QR/IG: ma sono danni collaterali per salvare l'amata compagnia di bandiera (intesa come bandiera giallo-rosso-nera).malpensante ha scritto:Avrete notato che non è mai stato definitivamente firmato l'acquisto del 49% di Meridiana da parte del Qatar, nonostante l'OK di Bruxelles.
Da una parte non c'è chiarezza sul rischio di dover riassumere centinaia di dipendenti esodati, a causa di possibili sentenze sfavorevoli, essendo stata evitata la più sicura via della bad company, dall'altra il bullo di Rignano pare abbia fatto girare le scatole ai qatarioti, chiedendo loro di entrare anche in Alitalia, in parallelo. Loro invece si aspettavano l'invito a rilanciare maggiormente Meridiana, a spese di Alitalia.
Risultato: ci sono due linee aeree da maritare.
Aggiungerei Braniff. Probabilmente se la sono dimenticata. :green:malpensante ha scritto:Sulla stampa più velina oggi si legge che a comprare Alitalia sono interessate Air France, British Airways e Lufthansa. È perché non anche Pan Am e TWA?
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