Decreto Linate visto da Malpensa
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Decreto Linate visto da Malpensa
Malpensa e pedaggi: gennaio da brivido
nelle mani di Roma
Il nuovo decreto Linate fa tremare la brughiera. Tangenziali a pagamento: ci sarà uno spiraglio? Senaldi (Pd): «Scalo milanese da declassare»
Giorni di forte preoccupazione per il possibile rafforzamento del ruolo di Linate rispetto a Malpensa
Malpensa e Pedemontana, due patate bollenti sul tavolo del Governo che interessano direttamente il territorio della provincia di Varese, chi ci abita e vi lavora. Il cielo non sembra senza nuvole scure, perché i soldi per abbassare il pedaggio della nuova autostrada non sono in dirittura d’arrivo (né dal governo, né dalla regione) e saranno gli utenti a dover pagare salato mentre i timori sul futuro sempre incerto dell’aeroporto di Malpensa continuano ad esistere, anzi sembrerebbero amplificarsi.
Internazionali
La riscrittura del decreto Lupi su Linate, bocciato dalla Commissione Europea, è il compito in fase di redazione da parte del ministro dei Trasporti Graziano Delrio. E l’attesa si fa palpitante in provincia di Varese visto che si parla della metà di gennaio quale data per il nuovo provvedimento sull’attività dell’aeroporto di Linate. Le scelte che riguardano lo scalo milanese “Forlanini” sono, infatti, legate a doppio filo a Malpensa che continua a subire la presenza di un aeroporto da dove si potrebbe volare non solo verso le città dell’Unione europea ma anche verso il Medioriente e la Turchia. E dove i movimenti aerei potrebbe essere aumentati oltre i 18 movimenti l’ora. Il che significherebbe togliere voli e chance di sviluppo a Malpensa. La Regione Lombardia scalpita? «Non mi sembra che la Regione abbia compiuto passi decisivi per la valorizzazione di Malpensa», punge Angelo Senaldi, deputato gallaratese del Partito Democratico.
Milano deve capire
«Linate potrebbe anche sopportare un maggior numero di movimenti l’ora, ma si tratta di decidere quale strategia adottare. Il vero nodo da sciogliere sta nel ruolo dell’aeroporto di Linate. Milano e i milanesi devono capire qual è il loro aeroporto di riferimento, ossia Malpensa». Secondo il parlamentare, che ha già chiesto un’interlocuzione al ministro Delrio, serve un «declassamento di Linate». Parla chiaro, Angelo Senaldi, consapevole delle elezioni che si terranno l’anno prossimo per il rinnovo del consiglio comunale di Milano: «Sappiamo bene che non si arriverà mai alla chiusura di Linate, ma almeno ci sia un declassamento di questo scalo se si vuole far lavorare e vivere Malpensa».Se l’intenzione restasse quella di instaurare una competizione tra Malpensa e Linate, allora «si cominci a pensare a tariffe aeroportuali più care per Linate e meno onerose per le compagnie aeree che scelgono Malpensa», indica Senaldi. «Si disincentivi l’utilizzo di Linate, invogliando i vettori a preferire Malpensa». Chiaro, insomma, il pensiero dell’esponente Pd della provincia di Varese attento anche all’altra grande questione aperta su Pedemontana. «Il piano industriale prevede un certo pedaggio che è caro, non c’è dubbio, ma l’opera ha dei costi, evidentemente non sopportabili dagli utenti», analizza Senaldi.
Da http://www.laprovinciadivarese.it/stori ... 160589_11/
nelle mani di Roma
Il nuovo decreto Linate fa tremare la brughiera. Tangenziali a pagamento: ci sarà uno spiraglio? Senaldi (Pd): «Scalo milanese da declassare»
Giorni di forte preoccupazione per il possibile rafforzamento del ruolo di Linate rispetto a Malpensa
Malpensa e Pedemontana, due patate bollenti sul tavolo del Governo che interessano direttamente il territorio della provincia di Varese, chi ci abita e vi lavora. Il cielo non sembra senza nuvole scure, perché i soldi per abbassare il pedaggio della nuova autostrada non sono in dirittura d’arrivo (né dal governo, né dalla regione) e saranno gli utenti a dover pagare salato mentre i timori sul futuro sempre incerto dell’aeroporto di Malpensa continuano ad esistere, anzi sembrerebbero amplificarsi.
Internazionali
La riscrittura del decreto Lupi su Linate, bocciato dalla Commissione Europea, è il compito in fase di redazione da parte del ministro dei Trasporti Graziano Delrio. E l’attesa si fa palpitante in provincia di Varese visto che si parla della metà di gennaio quale data per il nuovo provvedimento sull’attività dell’aeroporto di Linate. Le scelte che riguardano lo scalo milanese “Forlanini” sono, infatti, legate a doppio filo a Malpensa che continua a subire la presenza di un aeroporto da dove si potrebbe volare non solo verso le città dell’Unione europea ma anche verso il Medioriente e la Turchia. E dove i movimenti aerei potrebbe essere aumentati oltre i 18 movimenti l’ora. Il che significherebbe togliere voli e chance di sviluppo a Malpensa. La Regione Lombardia scalpita? «Non mi sembra che la Regione abbia compiuto passi decisivi per la valorizzazione di Malpensa», punge Angelo Senaldi, deputato gallaratese del Partito Democratico.
Milano deve capire
«Linate potrebbe anche sopportare un maggior numero di movimenti l’ora, ma si tratta di decidere quale strategia adottare. Il vero nodo da sciogliere sta nel ruolo dell’aeroporto di Linate. Milano e i milanesi devono capire qual è il loro aeroporto di riferimento, ossia Malpensa». Secondo il parlamentare, che ha già chiesto un’interlocuzione al ministro Delrio, serve un «declassamento di Linate». Parla chiaro, Angelo Senaldi, consapevole delle elezioni che si terranno l’anno prossimo per il rinnovo del consiglio comunale di Milano: «Sappiamo bene che non si arriverà mai alla chiusura di Linate, ma almeno ci sia un declassamento di questo scalo se si vuole far lavorare e vivere Malpensa».Se l’intenzione restasse quella di instaurare una competizione tra Malpensa e Linate, allora «si cominci a pensare a tariffe aeroportuali più care per Linate e meno onerose per le compagnie aeree che scelgono Malpensa», indica Senaldi. «Si disincentivi l’utilizzo di Linate, invogliando i vettori a preferire Malpensa». Chiaro, insomma, il pensiero dell’esponente Pd della provincia di Varese attento anche all’altra grande questione aperta su Pedemontana. «Il piano industriale prevede un certo pedaggio che è caro, non c’è dubbio, ma l’opera ha dei costi, evidentemente non sopportabili dagli utenti», analizza Senaldi.
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Re: Decreto Linate visto da Malpensa
“Fare di Malpensa un hub è un gesto di coerenza politica”
L'Unione Industriali, dopo la bocciatura del (contestato) Decreto Lupi, è preoccupata: c'è il rischio di vanificare investimenti pubblici di anni intorno all'aeroporto
L’Unione Industriali della provincia di Varese è preoccupata per il destino di Malpensa, dopo la bocciatura del (già contestatissimo) Decreto Lupi. E ora gli industriali chiedono una inversione di tendenza nel dualismo Linate-Malpensa, puntando sullo scalo varesino come vero Hub del Nord Italia. «Coerenza politica con i numerosi, anche recenti, investimenti pubblici già messi in campo».
«La bocciatura da parte dell’Unione Europea del Decreto Lupi che regola i voli su Linate dovrebbe essere una buona notizia per chi, come l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, sostiene da sempre l’idea che la priorità del traffico aereo del Nord Italia dovrebbe essere quello di ridare a Malpensa il ruolo di hub» premette Riccardo Comerio, presidente di Univa. Che però non nasconde affatto le preoccupazioni per uno scenario ancora opaco: «I dubbi che le sorprese negative non siano ancora finite permangono. Il timore è che il testo a cui il Governo sta ora lavorando possa essere peggiore del precedente. In teoria l’occasione sarebbe ghiotta per un gesto di coerenza politica». Il numero uno di Univa si riferisce «alla coerenza tra i numerosi, anche recenti, investimenti pubblici messi in campo per Malpensa e per i suoi collegamenti, e una reale politica di trasporto aereo che ponga al centro dei collegamenti intercontinentali da e per il Paese lo stesso aeroporto». Gli interventi – strade e ferrovie in primis – sono in corso da vent’anni, si costruiscono nuove opere, come la ferrovia T1-T2, e se ne progettano altre, come il proseguimento ferroviario T2-Gallarate o la nuova Statale 341.
«Una delle più grandi assurdità di questa vicenda è che da una parte si continua, giustamente, a stanziare risorse per collegare sempre meglio Malpensa con i territori circostanti, ma dall’altra, con scelte incomprensibili dal punto di vista della coerenza, appunto, si drena traffico aereo allo stesso scalo. La logica dunque vorrebbe che di fronte ad un Decreto Lupi bocciato, le istituzioni ad ogni livello si mettessero all’opera per cogliere questa opportunità e dare finalmente, e una volta per tutte, una risposta alle vere domande che tutti ci poniamo: quando Malpensa tornerà ad essere quella per cui è nata, un hub? Quando gli interessi delle imprese e del tessuto sociale di uno dei sistemi produttivi più importanti d’Europa, e dunque del Paese, prevarranno su quelli di una singola società di trasporto aereo?».
La preoccupazione, si diceva, è evidente e si riferisce al rischio che un nuovo Decreto sia ancora una volta orientato a potenziare Linate, lo scalo che dal 1999 era diventato residuale e che (dal de-hubbing di Alitalia in avanti) ha acquisito poi sempre più quote di traffico, nonostante limiti strutturali evidenti. «I rumors non sono dei migliori. Ancora una volta si parla di un tentativo di rimettersi all’opera su un nuovo testo che rimedi ai vizi formali della versione pre-Expo, ma che punti sempre e comunque allo stesso obiettivo: liberalizzare i voli su Linate, da cui le compagnie, come Alitalia, (citiamo un esempio non a caso) possa effettuare rotte non solo verso qualsiasi scalo europeo (che sarebbe già un via libera scellerato), ma anche addirittura verso destinazioni in altri continenti, come ad esempio Abu Dhabi (per questa ulteriore ipotesi non ci sono definizioni). Ancora una volta l’Unione Industriali si oppone ad una tale logica di depotenziamento del ruolo di Malpensa a favore di Linate. Lo diciamo con forza, con l’indignazione di chi non ne può più di decisioni politiche di corto respiro, che non hanno la capacità di programmare il futuro del Paese. Neanche di fronte alle evidenti necessità di un sistema economico, come quello industriale del Nord Italia, di avere una porta d’ingresso sul mondo degli affari. Una porta, un ponte. Non una porticina di servizio, come quella di Linate, dal cui allargamento trarrebbero vantaggio solo interessi particolari.
Tutto questo lo abbiamo sempre detto. In questi anni abbiamo inondato le redazione dei giornali locali e nazionali con dichiarazioni di totale sostegno a Malpensa. In ogni tavolo abbiamo, per quanto ci era consentito, battuto i pugni a vantaggio del nostro vero hub. Un’attività svolta anche lontano da riflettori. Ad ogni contatto. Ad ogni livello. E lo abbiamo fatto nei confronti di qualsiasi esecutivo, qualsiasi fosse il suo colore politico o la sua composizione tecnica. Sia prima, sia dopo il dehubbing che venne deciso nel 2008 a vantaggio dell’allora nuova Alitalia. Ora più che mai è il tempo di scelte precise, coraggiose e lungimiranti. Se fosse per noi Malpensa sarebbe qualcosa di diverso: uno scalo intercontinentale. Su questo non ci sono dubbi».
di Roberto Morandi
Pubblicato il 13 gennaio 2016
Fonte http://www.varesenews.it/2016/01/fare-d ... ca/475938/
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Maroni: “Decreto bis? Non vogliamo danneggi Malpensa”
Il presidente della Regione preoccupato che un nuovo intervento sul sistema aeroportuale favorisca Linate. "La decisione spetta al governo"
Bocciato il Decreto Lupi, il bis potrebbe essere anche peggio. E l’ipotesi, oltre agli industriali di Univa, mette in agitazione anche il mondo della politica: «La revisione del decreto Lupi contestato dall’Ue può’ portare a due soluzioni opposte» dice Roberto Maroni, presidente di Regione Lombardia. «Un trasferimento dei voli su Malpensa o un’estensione del decreto Linate, che danneggerebbe lo scalo della Brughiera e intaserebbe quello di Milano. Sono decisioni che spettano al ministero delle Infrastrutture, ma che ci riguardano direttamente. Per questo ho incaricato l’assessore alle Infrastrutture e Mobilita’, Alessandro Sorte, di contattare immediatamente il ministero per capire che intenzioni abbiano, ma soprattutto per dire che nessuna decisione può essere presa senza coinvolgere la Regione Lombardia».
«Siamo – ha osservato Maroni – in una fase molto delicata, dove Sea e Sacbo stanno lavorando a una fusione. Io voglio evitare che la vicenda legata al decreto Linate influisca negativamente e crei danni» ha continuato Maroni, che ieri era già intervenuto sul tema, al pari del segretario regionale del Pd, Alessandro Alfieri. Sentiremo il ministro Delrio per concordare una soluzione, che per me dovrebbe essere quella dove Linate torna a fare quello che faceva prima e si potenzia Malpensa. E’ una decisione che non posso prendere io – ha sottolineato – ma e’ giusto che il ministero sappia che la Regione Lombardia la pensa in questo modo»
di Redazione
Pubblicato il 13 gennaio 2016
fonte http://www.varesenews.it/2016/01/maroni ... sa/475958/
L'Unione Industriali, dopo la bocciatura del (contestato) Decreto Lupi, è preoccupata: c'è il rischio di vanificare investimenti pubblici di anni intorno all'aeroporto
L’Unione Industriali della provincia di Varese è preoccupata per il destino di Malpensa, dopo la bocciatura del (già contestatissimo) Decreto Lupi. E ora gli industriali chiedono una inversione di tendenza nel dualismo Linate-Malpensa, puntando sullo scalo varesino come vero Hub del Nord Italia. «Coerenza politica con i numerosi, anche recenti, investimenti pubblici già messi in campo».
«La bocciatura da parte dell’Unione Europea del Decreto Lupi che regola i voli su Linate dovrebbe essere una buona notizia per chi, come l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, sostiene da sempre l’idea che la priorità del traffico aereo del Nord Italia dovrebbe essere quello di ridare a Malpensa il ruolo di hub» premette Riccardo Comerio, presidente di Univa. Che però non nasconde affatto le preoccupazioni per uno scenario ancora opaco: «I dubbi che le sorprese negative non siano ancora finite permangono. Il timore è che il testo a cui il Governo sta ora lavorando possa essere peggiore del precedente. In teoria l’occasione sarebbe ghiotta per un gesto di coerenza politica». Il numero uno di Univa si riferisce «alla coerenza tra i numerosi, anche recenti, investimenti pubblici messi in campo per Malpensa e per i suoi collegamenti, e una reale politica di trasporto aereo che ponga al centro dei collegamenti intercontinentali da e per il Paese lo stesso aeroporto». Gli interventi – strade e ferrovie in primis – sono in corso da vent’anni, si costruiscono nuove opere, come la ferrovia T1-T2, e se ne progettano altre, come il proseguimento ferroviario T2-Gallarate o la nuova Statale 341.
«Una delle più grandi assurdità di questa vicenda è che da una parte si continua, giustamente, a stanziare risorse per collegare sempre meglio Malpensa con i territori circostanti, ma dall’altra, con scelte incomprensibili dal punto di vista della coerenza, appunto, si drena traffico aereo allo stesso scalo. La logica dunque vorrebbe che di fronte ad un Decreto Lupi bocciato, le istituzioni ad ogni livello si mettessero all’opera per cogliere questa opportunità e dare finalmente, e una volta per tutte, una risposta alle vere domande che tutti ci poniamo: quando Malpensa tornerà ad essere quella per cui è nata, un hub? Quando gli interessi delle imprese e del tessuto sociale di uno dei sistemi produttivi più importanti d’Europa, e dunque del Paese, prevarranno su quelli di una singola società di trasporto aereo?».
La preoccupazione, si diceva, è evidente e si riferisce al rischio che un nuovo Decreto sia ancora una volta orientato a potenziare Linate, lo scalo che dal 1999 era diventato residuale e che (dal de-hubbing di Alitalia in avanti) ha acquisito poi sempre più quote di traffico, nonostante limiti strutturali evidenti. «I rumors non sono dei migliori. Ancora una volta si parla di un tentativo di rimettersi all’opera su un nuovo testo che rimedi ai vizi formali della versione pre-Expo, ma che punti sempre e comunque allo stesso obiettivo: liberalizzare i voli su Linate, da cui le compagnie, come Alitalia, (citiamo un esempio non a caso) possa effettuare rotte non solo verso qualsiasi scalo europeo (che sarebbe già un via libera scellerato), ma anche addirittura verso destinazioni in altri continenti, come ad esempio Abu Dhabi (per questa ulteriore ipotesi non ci sono definizioni). Ancora una volta l’Unione Industriali si oppone ad una tale logica di depotenziamento del ruolo di Malpensa a favore di Linate. Lo diciamo con forza, con l’indignazione di chi non ne può più di decisioni politiche di corto respiro, che non hanno la capacità di programmare il futuro del Paese. Neanche di fronte alle evidenti necessità di un sistema economico, come quello industriale del Nord Italia, di avere una porta d’ingresso sul mondo degli affari. Una porta, un ponte. Non una porticina di servizio, come quella di Linate, dal cui allargamento trarrebbero vantaggio solo interessi particolari.
Tutto questo lo abbiamo sempre detto. In questi anni abbiamo inondato le redazione dei giornali locali e nazionali con dichiarazioni di totale sostegno a Malpensa. In ogni tavolo abbiamo, per quanto ci era consentito, battuto i pugni a vantaggio del nostro vero hub. Un’attività svolta anche lontano da riflettori. Ad ogni contatto. Ad ogni livello. E lo abbiamo fatto nei confronti di qualsiasi esecutivo, qualsiasi fosse il suo colore politico o la sua composizione tecnica. Sia prima, sia dopo il dehubbing che venne deciso nel 2008 a vantaggio dell’allora nuova Alitalia. Ora più che mai è il tempo di scelte precise, coraggiose e lungimiranti. Se fosse per noi Malpensa sarebbe qualcosa di diverso: uno scalo intercontinentale. Su questo non ci sono dubbi».
di Roberto Morandi
Pubblicato il 13 gennaio 2016
Fonte http://www.varesenews.it/2016/01/fare-d ... ca/475938/
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Maroni: “Decreto bis? Non vogliamo danneggi Malpensa”
Il presidente della Regione preoccupato che un nuovo intervento sul sistema aeroportuale favorisca Linate. "La decisione spetta al governo"
Bocciato il Decreto Lupi, il bis potrebbe essere anche peggio. E l’ipotesi, oltre agli industriali di Univa, mette in agitazione anche il mondo della politica: «La revisione del decreto Lupi contestato dall’Ue può’ portare a due soluzioni opposte» dice Roberto Maroni, presidente di Regione Lombardia. «Un trasferimento dei voli su Malpensa o un’estensione del decreto Linate, che danneggerebbe lo scalo della Brughiera e intaserebbe quello di Milano. Sono decisioni che spettano al ministero delle Infrastrutture, ma che ci riguardano direttamente. Per questo ho incaricato l’assessore alle Infrastrutture e Mobilita’, Alessandro Sorte, di contattare immediatamente il ministero per capire che intenzioni abbiano, ma soprattutto per dire che nessuna decisione può essere presa senza coinvolgere la Regione Lombardia».
«Siamo – ha osservato Maroni – in una fase molto delicata, dove Sea e Sacbo stanno lavorando a una fusione. Io voglio evitare che la vicenda legata al decreto Linate influisca negativamente e crei danni» ha continuato Maroni, che ieri era già intervenuto sul tema, al pari del segretario regionale del Pd, Alessandro Alfieri. Sentiremo il ministro Delrio per concordare una soluzione, che per me dovrebbe essere quella dove Linate torna a fare quello che faceva prima e si potenzia Malpensa. E’ una decisione che non posso prendere io – ha sottolineato – ma e’ giusto che il ministero sappia che la Regione Lombardia la pensa in questo modo»
di Redazione
Pubblicato il 13 gennaio 2016
fonte http://www.varesenews.it/2016/01/maroni ... sa/475958/
La voce ufficiale del portale Aeroporti Lombardi, visita il sito www.aeroportilombardi.it
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Re: Decreto Linate visto da Malpensa
Scapolan scrive a Delrio: “Coraggio, diamo una svolta a Malpensa”
L'appello del presidente della Camera di Commercio. «Qualsiasi decisione pro-Linate non sarebbe infatti il frutto di una scelta che tenga conto del mercato dei voli internazionali»
Renato Scapolan, presidente della Camera di Commercio di Varese, scrive una lettera aperta al ministro per le Infrastrutture Delrio circa la possibilità di un rilancio dell’aeroporto di Mapensa dopo la bocciatura del Decreto Lupi da parte della Ue.
___________________________
Illustre Signor Ministro Delrio,
Varese e il suo sistema economico non credono più alle favole! Sulla questione Malpensa sono state spese troppe parole e troppe promesse: quante volte abbiamo sentito dai decisori politici termini ed espressioni quali urgenza, responsabilità, necessità di risolvere problemi da troppo tempo irrisolti? Mai però abbiamo visto concretizzarsi nella realtà dei fatti questi impegni.
Ora siamo giunti all’ennesimo momento di un possibile cambiamento di rotta.
La bocciatura da parte dell’Unione Europea del decreto Lupi per un verso rappresenta la conferma di come avessimo visto giusto contestando come Camera di Commercio e associazioni di categoria la correttezza del provvedimento governativo sin dall’ottobre 2014, all’atto della sua emanazione.
Per un altro verso, però, offre anche un’opportunità. Azzerando la situazione a prima dello stesso decreto Lupi e chiamando il Governo a una nuova regolamentazione, si aprono scenari interessanti.
La mossa adesso spetta a Lei, Signor Ministro: come Camera di Commercio, le chiediamo con forza e determinazione che si giunga finalmente al momento della svolta. Una svolta che, ribadiamo qui le nostre parole dell’ottobre 2014, sarebbe rappresentata dall’adozione di provvedimenti concreti, in grado di favorire realmente la crescita di Malpensa.
Non si citi più la scusa dei collegamenti infrastrutturali: Malpensa ora è raggiungibile dai principali centri urbani come, se non di più, i principali scali europei di portata analoga. E ancora di più lo sarà quando verranno completate opere strategiche come Pedemontana, ferrovia Lugano-Malpensa – attraverso quel collegamento Arcisate-Stabio che lei ben conosce! – e alta velocità ferroviaria.
Come territorio, non vogliamo certo agevolazioni. Nessun regalo ci sia devoluto! Non vogliamo però – e lo gridiamo con la voce di una provincia capace di garantire al nostro Paese un saldo attivo nella bilancia commerciale vicino ai 4 miliardi di euro annui – che ancora una volta ci siano spezzate le gambe.
Le ricordo che, secondo l’Ufficio Studi della nostra Camera di Commercio, sono oltre 12mila i lavoratori impiegati nelle attività connesse al traffico aeroportuale; 85mila se allarghiamo il tiro ai tredici Comuni dell’Area Malpensa. Il de-hubbing 2008 ci è già costato una perdita di ricchezza di oltre 3,5 miliardi di euro!
Quel de-hubbing di Alitalia aveva infatti generato una perdita di oltre il 30% del traffico. Una scelta infausta pro-Fiumicino, un vero e proprio “regalo” della ex compagnia di bandiera a una cordata di imprenditori che, dopo cinque anni, ha restituito il giocattolo in condizioni peggiori di quando l’aveva ricevuto!
In tutto questo, s’inserisce il ruolo del gestore dello scalo. Sea ha dimostrato di saper reagire anche di fronte alle difficoltà più marcate: dopo lo sciagurato de-hubbing di Alitalia ha garantito l’operatività di Malpensa andando a caccia di nuovi operatori tanto da riportare l’indice di accessibilità intercontinentale a livelli ante 2008.
Pensi, Signor Ministro, a che cosa potrebbe essere il nostro aeroporto se fosse messo nelle condizioni di agire così come il mercato richiede… e quale beneficio potrebbe trarne l’economia nazionale…
Sin dall’ottobre 2014, commentando il decreto Lupi, parlavamo della necessità degli accordi bilaterali per nuove rotte intercontinentali. Oggi lo ripetiamo anche a Lei, Signor Ministro. Così, come ribadiamo l’esigenza di snellire, per i vettori stranieri che vogliano investire sul nostro aeroporto, le procedure relative ai diritti di “quinta libertà”, la possibilità cioè di imbarcare passeggeri e merci sugli aerei che fanno scalo a Malpensa.
Nessuno si azzardi a cogliere l’occasione di poter riscrivere il decreto Lupi penalizzando ulteriormente Malpensa a favore di Linate!
Qualsiasi decisione pro-Linate non sarebbe infatti il frutto di una scelta che tenga conto del mercato dei voli internazionali.
Ci rifiutiamo di pensare che possano – ancora una volta – prevalere elementi che puntino alla ricerca di un facile consenso o al perseguimento di finalità di cortissimo respiro.
Signor Ministro, la Camera di Commercio la invita a una scelta di coraggio: Malpensa e il Sistema Italia se lo meritano.
Renato Scapolan Presidente della Camera di Commercio di Varese
Fonte http://www.varesenews.it/2016/01/scapol ... sa/476023/
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“Anche il Lago Maggiore ha bisogno di Malpensa”
Alessandra Miglio, assessore ai Trasporti e allo Sviluppo Economico, preoccupata dalla bocciatura del Decreto Lupi e dall'incertezza. "Gli interessi italiani non si limitano ad Alitalia"
«In seguito alla decisione della Commissione Europea aumentano le nostre preoccupazioni, attendiamo di conoscere le decisioni del Governo per capire quali saranno le conseguenze per gli aeroporti lombardi». Alessandra Miglio, assessore ai Trasporti e allo Sviluppo Economico a Luino, interviene sul futuro di Malpensa, lo scalo di riferimento anche per l’area del lago Maggiore.
«Malpensa è il “nostro” aeroporto, al quale ci collega la linea ferroviaria con il servizio Tilo, e dal quale dipende in grande misura il nostro sviluppo economico, soprattutto se pensiamo al turismo extraeuropeo che oggi è quello più “coccolato” , nel quale si spera per un rilancio dei nostri bellissimi territori. Già nel 2014 – ricorda ancora Miglio – una mozione sul tema presentata dall’allora consigliere Alessandro Franzetti, fu votata a larghissima maggioranza dal Consiglio luinese, a dimostrazione di quanto l’argomento sia sentito dalla popolazione, e per questa sua lungimiranza lo ringrazio. Siamo nel mezzo di una battaglia tra imprese concorrenti, ma gli interessi Italiani non si limitano ad Alitalia, oggi acquisita da Ethiad. Malpensa ha retto bene al decreto Lupi, si è distinta nel traffico Cargo, e Emirates è presente con buoni collegamenti, ma vorremmo essere rassicurati sul futuro del nostro scalo, anche perché l’apertura di Alptransit porterà nuovi scenari, dai quali non vogliamo rimanere esclusi».
Si parlerà e ci si confronterà su questo in un workshop il 29 gennaio prossimo, «che vuole essere un momento di riflessione e progettualità sul tema dell’integrazione dei trasporti in relazione allo sviluppo di tutta l’area dell’alto Lago Maggiore, e l’entusiasmo che stiamo riscontrando ci spinge a continuare a lavorare con impegno per aprire nuove rotte, e opporci ad eventuali tagli di rami che vogliono irrobustirsi», conclude Miglio.
Fonte http://www.varesenews.it/2016/01/anche- ... sa/475879/
L'appello del presidente della Camera di Commercio. «Qualsiasi decisione pro-Linate non sarebbe infatti il frutto di una scelta che tenga conto del mercato dei voli internazionali»
Renato Scapolan, presidente della Camera di Commercio di Varese, scrive una lettera aperta al ministro per le Infrastrutture Delrio circa la possibilità di un rilancio dell’aeroporto di Mapensa dopo la bocciatura del Decreto Lupi da parte della Ue.
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Illustre Signor Ministro Delrio,
Varese e il suo sistema economico non credono più alle favole! Sulla questione Malpensa sono state spese troppe parole e troppe promesse: quante volte abbiamo sentito dai decisori politici termini ed espressioni quali urgenza, responsabilità, necessità di risolvere problemi da troppo tempo irrisolti? Mai però abbiamo visto concretizzarsi nella realtà dei fatti questi impegni.
Ora siamo giunti all’ennesimo momento di un possibile cambiamento di rotta.
La bocciatura da parte dell’Unione Europea del decreto Lupi per un verso rappresenta la conferma di come avessimo visto giusto contestando come Camera di Commercio e associazioni di categoria la correttezza del provvedimento governativo sin dall’ottobre 2014, all’atto della sua emanazione.
Per un altro verso, però, offre anche un’opportunità. Azzerando la situazione a prima dello stesso decreto Lupi e chiamando il Governo a una nuova regolamentazione, si aprono scenari interessanti.
La mossa adesso spetta a Lei, Signor Ministro: come Camera di Commercio, le chiediamo con forza e determinazione che si giunga finalmente al momento della svolta. Una svolta che, ribadiamo qui le nostre parole dell’ottobre 2014, sarebbe rappresentata dall’adozione di provvedimenti concreti, in grado di favorire realmente la crescita di Malpensa.
Non si citi più la scusa dei collegamenti infrastrutturali: Malpensa ora è raggiungibile dai principali centri urbani come, se non di più, i principali scali europei di portata analoga. E ancora di più lo sarà quando verranno completate opere strategiche come Pedemontana, ferrovia Lugano-Malpensa – attraverso quel collegamento Arcisate-Stabio che lei ben conosce! – e alta velocità ferroviaria.
Come territorio, non vogliamo certo agevolazioni. Nessun regalo ci sia devoluto! Non vogliamo però – e lo gridiamo con la voce di una provincia capace di garantire al nostro Paese un saldo attivo nella bilancia commerciale vicino ai 4 miliardi di euro annui – che ancora una volta ci siano spezzate le gambe.
Le ricordo che, secondo l’Ufficio Studi della nostra Camera di Commercio, sono oltre 12mila i lavoratori impiegati nelle attività connesse al traffico aeroportuale; 85mila se allarghiamo il tiro ai tredici Comuni dell’Area Malpensa. Il de-hubbing 2008 ci è già costato una perdita di ricchezza di oltre 3,5 miliardi di euro!
Quel de-hubbing di Alitalia aveva infatti generato una perdita di oltre il 30% del traffico. Una scelta infausta pro-Fiumicino, un vero e proprio “regalo” della ex compagnia di bandiera a una cordata di imprenditori che, dopo cinque anni, ha restituito il giocattolo in condizioni peggiori di quando l’aveva ricevuto!
In tutto questo, s’inserisce il ruolo del gestore dello scalo. Sea ha dimostrato di saper reagire anche di fronte alle difficoltà più marcate: dopo lo sciagurato de-hubbing di Alitalia ha garantito l’operatività di Malpensa andando a caccia di nuovi operatori tanto da riportare l’indice di accessibilità intercontinentale a livelli ante 2008.
Pensi, Signor Ministro, a che cosa potrebbe essere il nostro aeroporto se fosse messo nelle condizioni di agire così come il mercato richiede… e quale beneficio potrebbe trarne l’economia nazionale…
Sin dall’ottobre 2014, commentando il decreto Lupi, parlavamo della necessità degli accordi bilaterali per nuove rotte intercontinentali. Oggi lo ripetiamo anche a Lei, Signor Ministro. Così, come ribadiamo l’esigenza di snellire, per i vettori stranieri che vogliano investire sul nostro aeroporto, le procedure relative ai diritti di “quinta libertà”, la possibilità cioè di imbarcare passeggeri e merci sugli aerei che fanno scalo a Malpensa.
Nessuno si azzardi a cogliere l’occasione di poter riscrivere il decreto Lupi penalizzando ulteriormente Malpensa a favore di Linate!
Qualsiasi decisione pro-Linate non sarebbe infatti il frutto di una scelta che tenga conto del mercato dei voli internazionali.
Ci rifiutiamo di pensare che possano – ancora una volta – prevalere elementi che puntino alla ricerca di un facile consenso o al perseguimento di finalità di cortissimo respiro.
Signor Ministro, la Camera di Commercio la invita a una scelta di coraggio: Malpensa e il Sistema Italia se lo meritano.
Renato Scapolan Presidente della Camera di Commercio di Varese
Fonte http://www.varesenews.it/2016/01/scapol ... sa/476023/
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“Anche il Lago Maggiore ha bisogno di Malpensa”
Alessandra Miglio, assessore ai Trasporti e allo Sviluppo Economico, preoccupata dalla bocciatura del Decreto Lupi e dall'incertezza. "Gli interessi italiani non si limitano ad Alitalia"
«In seguito alla decisione della Commissione Europea aumentano le nostre preoccupazioni, attendiamo di conoscere le decisioni del Governo per capire quali saranno le conseguenze per gli aeroporti lombardi». Alessandra Miglio, assessore ai Trasporti e allo Sviluppo Economico a Luino, interviene sul futuro di Malpensa, lo scalo di riferimento anche per l’area del lago Maggiore.
«Malpensa è il “nostro” aeroporto, al quale ci collega la linea ferroviaria con il servizio Tilo, e dal quale dipende in grande misura il nostro sviluppo economico, soprattutto se pensiamo al turismo extraeuropeo che oggi è quello più “coccolato” , nel quale si spera per un rilancio dei nostri bellissimi territori. Già nel 2014 – ricorda ancora Miglio – una mozione sul tema presentata dall’allora consigliere Alessandro Franzetti, fu votata a larghissima maggioranza dal Consiglio luinese, a dimostrazione di quanto l’argomento sia sentito dalla popolazione, e per questa sua lungimiranza lo ringrazio. Siamo nel mezzo di una battaglia tra imprese concorrenti, ma gli interessi Italiani non si limitano ad Alitalia, oggi acquisita da Ethiad. Malpensa ha retto bene al decreto Lupi, si è distinta nel traffico Cargo, e Emirates è presente con buoni collegamenti, ma vorremmo essere rassicurati sul futuro del nostro scalo, anche perché l’apertura di Alptransit porterà nuovi scenari, dai quali non vogliamo rimanere esclusi».
Si parlerà e ci si confronterà su questo in un workshop il 29 gennaio prossimo, «che vuole essere un momento di riflessione e progettualità sul tema dell’integrazione dei trasporti in relazione allo sviluppo di tutta l’area dell’alto Lago Maggiore, e l’entusiasmo che stiamo riscontrando ci spinge a continuare a lavorare con impegno per aprire nuove rotte, e opporci ad eventuali tagli di rami che vogliono irrobustirsi», conclude Miglio.
Fonte http://www.varesenews.it/2016/01/anche- ... sa/475879/
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Re: Decreto Linate visto da Malpensa
Peccato che siano sempre "quelli" di Varese e dintorni a parlare e che invece da Milano e dintorni ci sia un silenzio assordante. Probabilmente se a presidente della Regione ci fosse la Beccalossi o Colaninno anche dalla regione proverrebbe lo stesso silenzio. Del resto il Corriere lo definisce lo scalo Varesino in contrapposizione a quello Milanese, o se va bene viene definito lo scalo della "brughiera" o "Bustocco"
Re: Decreto Linate visto da Malpensa
Vero.
Malpensa non è mai visto come scalo milanese.
La cosa scandalosa comunque è il silenzio di Milano, comune proprietario di SEA, che da Malpensa prende la maggior parte degli utili, e dovrebbe essere in prima fila a spingere per rafforzare il suo aeroporto migliore.
Malpensa non è mai visto come scalo milanese.
La cosa scandalosa comunque è il silenzio di Milano, comune proprietario di SEA, che da Malpensa prende la maggior parte degli utili, e dovrebbe essere in prima fila a spingere per rafforzare il suo aeroporto migliore.
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Re: Decreto Linate visto da Malpensa
E gli industriali di Milano cosa ne pensano? Solito silenzio accondiscendente e succube nei confronti di Roma?
Che città senza spina dorsale.
Che città senza spina dorsale.
Re: Decreto Linate visto da Malpensa
il punto è che in realtà nessuno di coloro i quali usano abitualmente l'aereo da Milano, vuole rinunciare al comodo Linate, e quando deve fare un volo ic, non gli importa di fare scalo,tanto ci è abituato da sempre,non pensa nemmeno che potrebbe non farlo.
Re: Decreto Linate visto da Malpensa
Tutto vero. Ma almeno occorrerebbe non lasciare soli il presidente dell'Unione Industriali di Varese e il Presidente dei commercianti. Si potrebbe suggerire loro di rivolgersi ai loro rispettivi omologhi almeno della provincia di Novara e anche della Verbania, territori che non sono meno interessati al destino di MXP. Non sarebbe male muovere anche le associazioni (se esistono) degli esercizi alberghieri di tutte le zone interessate. Quanto a Milano, purtroppo la storia pluridecennale a livello politico non è certo incoraggiante. Tuttavia un forum autorevole (almeno per competenza) come questo potrebbe interpellare sul dilemma MXP-LIN sia i candidati alle prossime elezioni comunali sia i responsabili di Assolombarda. Mi rendo conto che sono azioni piuttosto flebili, ma sempre meglio di niente. Inoltre occorrerebbe, a mio avviso, nell'eventualità che venisse emesso un nuovo decreto penalizzante per MXP, studiare quali azioni di contrasto potrebbero essere avviate a Bruxelles, anche appoggiandosi a nostri parlamentari europei sensibili al problema.
Re: Decreto Linate visto da Malpensa
Anni addietro fu creato l'Osservatorio Malpensa con le Camere di Commercio di Varese Milano Novara e VCO. Mi pare che non se ne fece più nulla.
Marco
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Re: Decreto Linate visto da Malpensa
Se iniziassero a pensare a casa loro, cioè a tutti i Comuni intorno a Malpensa che non perdono occasione di lamentarsi dell'aeroporto, di rompere i cogl*oni, di ostacolare qualsiasi miglioramento, qualsiasi nuovo binario, qualsiasi nuova strada, sarebbe già un bel passo avanti.
Re: Decreto Linate visto da Malpensa
Per quale ragione i Milanesi dovrebbero sentire come loro l'aeroporto di Malpensa quando i vari personaggi varesini - con scarse capacità di comunicazione - continuano a definirlo "il nostro aeroporto"?
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Re: Decreto Linate visto da Malpensa
L'Italia è un Paese comunista, nel senso dei Comuni.
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Re: Decreto Linate visto da Malpensa
Perché Malpensa non è l'aeroporto dei Bustocchi, dei Gallaratesi, dei Varesini ecc...?KittyHawk ha scritto:Per quale ragione i Milanesi dovrebbero sentire come loro l'aeroporto di Malpensa quando i vari personaggi varesini - con scarse capacità di comunicazione - continuano a definirlo "il nostro aeroporto"?
Non è che se noi consideriamo Malpensa come nostro escludiamo Milano. Se Milano si sente esclusa è perché storicamente vuole sentirsi esclusa.
La città di Milano dal lato infrastrutturale (e non solo) è sempre più isolazionista. Ciò che vi è al di fuori non lo considerano loro. È un atteggiamento surreale. Al posto di operare politiche espansive (se non con poche eccezioni, vedi M1 e M5 a Monza) opera da sempre il contrario, si chiude in sé stessa.
Re: Decreto Linate visto da Malpensa
È una riflessione giusta; Milano è chiusa su se stessa e questo vale tanto più si è vicini al centro.Fabri88 ha scritto: ...
La città di Milano dal lato infrastrutturale (e non solo) è sempre più isolazionista. Ciò che vi è al di fuori non lo considerano loro. È un atteggiamento surreale. Al posto di operare politiche espansive (se non con poche eccezioni, vedi M1 e M5 a Monza) opera da sempre il contrario, si chiude in sé stessa.
M1 ed M5 arrivano a Monza con un ritardo di decenni e città importanti della Lombardia sono ancora collegate in modo pessimo a Milano.
Per fortuna non sono tutti così, l'apertura al mondo è comunque notevole e lo si è visto all'Expo quest'anno e da molto tempo in altri luoghi (uno è il fuorisalone).
Gli aeroporti sono lo specchio della città: LIN per "bauscia" della cerchia dei Navigli che usano il biz jet per St.Moriz o non vogliono "perder tempo" a prendere un volo per Londra a MXP; MXP per chi è aperto al mondo e vola intercontinentale.
“È bastato che O’Leary prevedesse il fallimento della nostra compagnia, che, da quel momento, è aumentato il nostro fatturato” il soggetto non è Alitalia ma Lufthansa
Re: Decreto Linate visto da Malpensa
@Fabri88
Perché se tu vuoi che i milanesi amino Malpensa devi avere l'accortezza, quanto meno, di evitare di appropriarti mediaticamente dell'aeroporto, dicendo "il nostro aeroporto" e così via. Perché così facendo le figure milanesi omologhe di quelle varesine, ad esempio il Presidente della Camera di Commercio di Milano, avranno gioco facile a definire Linate "l'aeroporto dei milanesi". E la stampa non potrà far altro che riportare queste diverse attribuzioni di possesso: varesino da una parte, milanese dall'altra. Con tutto quello che ne consegue in termini di opinione pubblica.
Fossero svegli definirebbero sempre Malpensa "l'aeroporto dell'Italia Nord-occidentale", non di Somma e comuni contigui, non di Varese, neppure di Milano. Cercherebbero di far in modo che tutti possano sentirsi , implicitamente e non esplicitamente, "padroni" dell'aeroporto.
@FlyCX e @Fabri88
Milano non è isolazionista. Sono gli altri che hanno voluto staccarsene. Prendiamo Monza. Una delle primissime ippovie collegava Milano con Monza. A inizio '900 una delle linee metropolitane ipotizzate collegava le due città. Quando si trattò di progettare e costruire effettivamente la M1, la classe dirigente monzese si oppose a un collegamento con Milano, preferendo uno "splendido isolamento" per paura di essere fagocitata dalla grande città. Tranne poi accorgersi, qualche anno dopo, che la scriteriata scelta portava alla città brianzola più problemi che vantaggi.
Non contenti di un errore, i dirigenti monzesi continuarono e si batterono per la costituzione della provincia Monza Brianza. Tutto ciò quando ormai si dibatteva sia di abolizione delle province sia di costituzione della città metropolitana. Risultato: Monza, situata a un tiro di schioppo da Milano, non ha potere di influire direttamente sulle scelte effettuate sotto la Madonnina e che coinvolgono anche il suo territorio. Fosse rimasta, ora farebbe parte della Città metropolitana di Milano, e le sarebbe molto, molto più semplice affrontare i problemi e cercare di far passare soluzioni che le aggradano, magari trovando alleati in quella parte del territorio milanese che è rimasto con Milano.
Perché se tu vuoi che i milanesi amino Malpensa devi avere l'accortezza, quanto meno, di evitare di appropriarti mediaticamente dell'aeroporto, dicendo "il nostro aeroporto" e così via. Perché così facendo le figure milanesi omologhe di quelle varesine, ad esempio il Presidente della Camera di Commercio di Milano, avranno gioco facile a definire Linate "l'aeroporto dei milanesi". E la stampa non potrà far altro che riportare queste diverse attribuzioni di possesso: varesino da una parte, milanese dall'altra. Con tutto quello che ne consegue in termini di opinione pubblica.
Fossero svegli definirebbero sempre Malpensa "l'aeroporto dell'Italia Nord-occidentale", non di Somma e comuni contigui, non di Varese, neppure di Milano. Cercherebbero di far in modo che tutti possano sentirsi , implicitamente e non esplicitamente, "padroni" dell'aeroporto.
@FlyCX e @Fabri88
Milano non è isolazionista. Sono gli altri che hanno voluto staccarsene. Prendiamo Monza. Una delle primissime ippovie collegava Milano con Monza. A inizio '900 una delle linee metropolitane ipotizzate collegava le due città. Quando si trattò di progettare e costruire effettivamente la M1, la classe dirigente monzese si oppose a un collegamento con Milano, preferendo uno "splendido isolamento" per paura di essere fagocitata dalla grande città. Tranne poi accorgersi, qualche anno dopo, che la scriteriata scelta portava alla città brianzola più problemi che vantaggi.
Non contenti di un errore, i dirigenti monzesi continuarono e si batterono per la costituzione della provincia Monza Brianza. Tutto ciò quando ormai si dibatteva sia di abolizione delle province sia di costituzione della città metropolitana. Risultato: Monza, situata a un tiro di schioppo da Milano, non ha potere di influire direttamente sulle scelte effettuate sotto la Madonnina e che coinvolgono anche il suo territorio. Fosse rimasta, ora farebbe parte della Città metropolitana di Milano, e le sarebbe molto, molto più semplice affrontare i problemi e cercare di far passare soluzioni che le aggradano, magari trovando alleati in quella parte del territorio milanese che è rimasto con Milano.
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Re: Decreto Linate visto da Malpensa
Qui non si tratta di essere questo o quello, ma di avere una visione adeguata al tempo in cui viviamo. A parte il fatto che in linea di principio è da somari preferire l'utilizzo di un aeroporto dotato di una sola pista e per di più limitata, ad uno invece in grado di garantire operatività di gran lunga superiore, il discorso potrebbe ancora avere un senso se Linate avesse possibilità di espansione, cosa che invece non ha. Se l'avesse avuta, secondo voi avrebbero ingrandito Malpensa ??
Non aver provveduto alla sua chiusura nel 1998 ha provocato solo danni e continuare a procrastinarla nel tempo servirà ancora a farne altri.
Tedeschi, cinesi, greci, hanno optato per la chiusura del loro scalo cittadino e guardate dove sono arrivati, tra poco lo faranno anche i turchi (!) con Istanbul.
Possibile che alle persone deputate a prendere certe decisioni, tutto ciò non faccia riflettere ??
Non aver provveduto alla sua chiusura nel 1998 ha provocato solo danni e continuare a procrastinarla nel tempo servirà ancora a farne altri.
Tedeschi, cinesi, greci, hanno optato per la chiusura del loro scalo cittadino e guardate dove sono arrivati, tra poco lo faranno anche i turchi (!) con Istanbul.
Possibile che alle persone deputate a prendere certe decisioni, tutto ciò non faccia riflettere ??
Deve sapere, mio caro signore, che sono uomo di mondo....Ho fatto il militare a Cuneo !!
Re: Decreto Linate visto da Malpensa
È vero molte città hanno chiuso il loro scalo cittadino ma nel caso di Shanghai, Tokyo, Osaka No!
Purtroppo noi paghiamo anche BGY. oltre a LIN
Purtroppo noi paghiamo anche BGY. oltre a LIN
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Re: Decreto Linate visto da Malpensa
Ma non si puo' paragonare il City Airport di Linate con gli scali cittadini di Tokyo e Shanghai che sono realta' e bacini di utenza differenti. Anche lo scalo di Bergamo non incide perché trattasi di utenza diversa dalle politiche di sviluppo di un Aereoporto come Mxp. Bergamo e' solo e soltanto FR, nulla a che vedere con le major che operano a Lin e che queste si' tolgono traffico a MXp.
Re: Decreto Linate visto da Malpensa
Neanche Montreal, Stoccolma e diverse città in Usa.rs4 ha scritto:È vero molte città hanno chiuso il loro scalo cittadino ma nel caso di Shanghai, Tokyo, Osaka No!
Purtroppo noi paghiamo anche BGY. oltre a LIN
Nessuna di queste ha sviluppato un hub ed ha una connettività inferiore a città simili anche molto vicine.
Chi ha chiuso l'aeroporto cittadino ha avuto in genere risultati di gran lunga migliori.
“È bastato che O’Leary prevedesse il fallimento della nostra compagnia, che, da quel momento, è aumentato il nostro fatturato” il soggetto non è Alitalia ma Lufthansa
Re: Decreto Linate visto da Malpensa
Non riesco a capire perchè non si possa prendere realmente in considerazione da parte dell istituzioni la chiusura di LIN
abbiamo sotto gli occhi di tutti i pessimi risultati del sistema aeroportuale Milanese (Mxp, Lin, Bgy)
Ricordo circa un decennio fa il sistema Milano superava in traffico del sistema Roma.
Ora il sistema aer. Milano non supera il solo Fco
abbiamo sotto gli occhi di tutti i pessimi risultati del sistema aeroportuale Milanese (Mxp, Lin, Bgy)
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- Clipper_Mandarin
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Re: Decreto Linate visto da Malpensa
Insomma, paragonare Shanghai e Tokyo che hanno 25/30 milioni di abitanti con Milano che ne ha 3 milioni mi sembra eccessivo!!!rs4 ha scritto:È vero molte città hanno chiuso il loro scalo cittadino ma nel caso di Shanghai, Tokyo, Osaka No!
Nel nord-Italia, dove appunto ci sono circa 30 milioni di abitanti, quanti aeroporti ci sono?
Ciao,
Massimo
Massimo
Re: Decreto Linate visto da Malpensa
Cosa centra?Clipper_Mandarin ha scritto:Insomma, paragonare Shanghai e Tokyo che hanno 25/30 milioni di abitanti con Milano che ne ha 3 milioni mi sembra eccessivo!!!rs4 ha scritto:È vero molte città hanno chiuso il loro scalo cittadino ma nel caso di Shanghai, Tokyo, Osaka No!
Nel nord-Italia, dove appunto ci sono circa 30 milioni di abitanti, quanti aeroporti ci sono?
Chi ha paragonato le cittá?
Poi la differnza è eccessiva degli abitanti
Osaka Kix soffre con Itami aperto e anche Narita a Tokyo
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Re: Decreto Linate visto da Malpensa
Oggi ne "La Prealpina" intervista a Raffaele Cattaneo:
Sostanzialmente nulla di nuovo.
Il limite dei 18 mov/ora? Se AZ lo vorrà gli sarà concesso.
Ha ragione su una cosa ormai tanto ovvia quanto banale: sotto elezioni nessuno toccherà al ribasso LIN
Sostanzialmente nulla di nuovo.
Il limite dei 18 mov/ora? Se AZ lo vorrà gli sarà concesso.
Ha ragione su una cosa ormai tanto ovvia quanto banale: sotto elezioni nessuno toccherà al ribasso LIN
Il maggior nemico della conoscenza non è l’ignoranza,
è la presunzione della conoscenza.
Stephen Hawking
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Re: Decreto Linate visto da Malpensa
Come non è una sciagura? La crescita del solo 1,3 con l'anno dell'Expo
Che faccia di c..o per difendere il suocollega di partito
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Re: Decreto Linate visto da Malpensa
E' gia' buona altroche'! Senza una politica efficiente da parte di Sea per aprire nuove rotte che contano cosa c'entra l'Expo che ha dato solo l'Az su PVG prontamente cassato.Sea o non Sea, Milano scalo di serie B, sta di fatto che non si riesce a tenere Atlanta con Delta, Toronto con Air Canada, si riduce il MIA e si declassa il JFK dal 330 alla carcassa del 763, adesso il Bejing ridotto a 4xw e potrai andare avanti... Sarebbe ora di forzare un po' la mano e cominciare ad aprire rotte serie. Qui bisogna solo ringraziare Emirates che vale mezza MXP, altroche' puntare su FR, sperare in VY o bearsi per l'apertura di Lourdes un giorno alla settimana! Ci si lamenta della crescita ridotta? Ripeto in queste condizioni e' avvenuto gia' il miracolo e Linate e' una scusa per deviare la vera questione cioe' che Mxp non cresce perché non si aprono rotte significative.
Chi c’è in linea
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