Nuova Alitalia, c’è il piano alternativo per il decollo (anche con la condanna Ue)
di Leonard Berberi 1 aprile 2021
La proposta di un anno fa
Lo stallo delle trattative sulla nuova Alitalia con l’Antitrust Ue spinge il governo italiano a riprendere in mano una proposta di cessione della scorsa primavera — respinta dal precedente governo — per far decollare il prima possibile Italia Trasporto Aereo, la newco pubblica creata per rilanciare la compagnia tricolore. In assenza di un via libera immediato di Bruxelles — e senza condizioni penalizzanti — la bozza su cui si ragiona è quella di affittare tutti i rami aziendali (aviation, handling, manutenzione) alla nuova società. Una mossa estrema che tutti vorrebbero evitare — e infatti si sta già lavorando a una mediazione —, ma che tecnicamente rispetterebbe il comma 4-bis del decreto di costituzione di ITA che non prevede il vincolo dell’ok comunitario. È quanto spiegano al Corriere della Sera tre fonti istituzionali che seguono il dossier.
Il «piano B»
Si tratta — proseguono le fonti — di una soluzione temporanea, in attesa di schiarirsi con l’Unione europea. E che permetterebbe da un lato a ITA di decollare entro gli inizi di luglio utilizzando aerei e personale di Alitalia senza perdere la mini-ripartenza del traffico aereo prevista dagli esperti. Dall’altro lato porterebbe liquidità nelle casse del vettore in amministrazione straordinaria sempre più in sofferenza tanto da costringere i tre commissari a pagare la metà degli stipendi, mentre l’altra metà sarà erogata soltanto quando i 24,7 milioni di ristori Covid saranno versati sul conto corrente della compagnia.
La scappatoia legale
Il decollo di Italia Trasporto Aereo sarebbe possibile anche senza il consenso dell’Antitrust Ue perché previsto dal decreto di costituzione della newco guidata dall’ad Fabio Lazzerini e dal presidente Francesco Caio. L’atto formale, infatti, stabilisce che la società che avrà fino a 3 miliardi di euro di fondi pubblici può anche affittare, con trattativa privata, rami d’azienda di imprese con certificato di operatore aereo rilasciato dall’Enac (come Alitalia). Soprattutto può «procedere all’integrazione o alla modifica del piano industriale, tenendo conto della decisione della Commissione europea». Non c’è quindi l’obbligo del via libera di Bruxelles.
La posizione di Bruxelles
Questa soluzione viene sconsigliata dagli uffici della commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager — quelli che stanno lavorando sul dossier — perché così verrebbe meno il requisito della discontinuità tra l’amministrazione straordinaria e ITA: in questo modo la condanna Ue sugli aiuti di Stato ad Alitalia — data per certa sulla tranche da 900 milioni di euro e quasi sicura sugli altri 400 milioni — ricadrebbe sulla newco, costringendola a sborsare entro un mese tutto quei soldi allo Stato italiano. A Bruxelles sono convinti che in questa ipotesi Italia Trasporto Aereo finirebbe per restare a terra ancora prima di ingranare.
La multa per aiuti di Stato
Ma lo scenario peggiore delineato dall’Antitrust Ue non viene visto allo stesso modo da Roma. Chi segue il dossier spiega che la newco potrebbe comunque cavarsela grazie agli assetti societari. In caso di condanna sugli aiuti di Stato e, in parallelo, la decisione che stabilisce la mancata discontinuità aziendale ITA si vedrebbe costretta a restituire il prestito ponte (se ci fosse la doppia condanna sarebbero 1,3 miliardi di euro più 300 milioni di interessi) al ministero dell’Economia e delle finanze perché l’ente che ha erogato quel denaro. Ma il dicastero è anche l’unico azionista e proprietario della newco che a quel punto ricevuti i soldi li potrebbe ridare a ITA attraverso un aumento di capitale. Da Bruxelles però fanno notare che rischierebbe di essere considerata ulteriore aiuto di Stato anche questa mossa.
Il caso slot a Milano Linate
Il «piano B» — cioè l’affitto dei rami aziendali di Alitalia — è da tre giorni sul tavolo dei tre ministri competenti Daniele Franco (Economia), Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico) ed Enrico Giovannini (Infrastrutture e mobilità sostenibili). L’indicazione di Palazzo Chigi è quella di trattare con l’Antitrust Ue cercando di trovare una mediazione. Ma nei tre incontri con la commissaria Vestager su alcuni punti non sono stati fatti passi avanti, a partire dagli slot all’aeroporto di Milano Linate. Alitalia ne detiene il 67%, i tecnici della Concorrenza europea vorrebbero il rilascio di una fetta rilevante (tra un quarto e la metà). La delegazione italiana propone la cessione di 6 coppie di slot al giorno (per un totale di 12 tra diritti di approdo e decollo), in linea con quanto imposto a Lufthansa su Francoforte e Monaco di Baviera. L’accordo a questo punto potrebbe essere nel mezzo.
https://www.corriere.it/economia/aziend ... pale.shtml