Mauz ha scritto: ↑mer 03 mag 2023, 02:04:10
Amo la mia città, ma mi tocca concordare totalmente con maclover: Milano è la città più internazionale d'Italia, ma è diverse spanne sotto gran parte delle città d'Europa. Siamo i primi degli ultimi o, per dirla in maniera più internazionale, il "best of the rest".
Ho scelto appositamente di passare i due ultimi ponti, a un paio di giorni di distanza uno dall'altro, in angoli opposti della UE, Portogallo e Polonia, posti che decenni fa trasudavano una povertà che ricordo bene.
La trasformazione urbana da città fabbrica a luoghi anche o soprattutto di divertimento è ormai universale, almeno in Europa. Basta che una città abbia qualche attrattiva e si riempie di tavolini all'aperto, ristoranti, locali aperti fino a tarda notte in quelli che erano capannoni industriali. Tuttavia tutti i miei amici mi dicono che le persone che conoscono e che sono passate da Milano concordano sul fatto che qui ci si diverta e che sia piena di vita, più delle città piccole sparse per l'Europa, magari meno che a Mykonos d'agosto, ma sicuramente nessuno torna annoiato. I prezzi sono ancora abbordabili rispetto a Londra, posto dove continuo a non trovare motivo di tornare, se non è un motivo di lavoro. Io personalmente preferisco Spoleto o Ponza (con il bel tempo), ma a Milano si arriva in 45 minuti da qualsiasi aeroporto, perciò è una città perfetta per il weekend. Un'amica che lavora in un costoso e prestigioso albergo mi dice che aumentano i clienti che vengono per una settimana o più e fanno base a Milano per poi andare a Venezia, Firenze, laghi in giornata. La sera però si godono a Milano un certo tipo di vita di posti per ricchi che a Spoleto non si trova. Sto parlando di gente che arriva in F o con l'aereo privato e che accomuna Milano a un numero molto, molto ristretto di luoghi d'Europa.
Quello che mi angoscia è che Milano gode dell'eredità italiana, nel senso che chiunque ritiene che da noi si mangi bene e che qui, in tutta Italia, si faccia la Dolce Vita, ma il rovescio della medaglia è una città sempre più italiana anche nella sciatteria, nel disordine, nel menefreghisno degli abitanti e delle autorità. Certo, non abbiamo la spazzatura in strada come a Roma o a Palermo, certo a Milano metropolitane e tram arrivano, mentre altrove li si può aspettare inutilmente per un'ora, ma disordine e disorganizzazione e insicurezza così non si trovano né in Portogallo, né in Polonia, né nel resto d'Europa. Milano è la versione più civile dell'Italia (tra le grandi città), ma per parafrasare Nietzsche è una corda tesa fra il Terzo Mondo e il mondo civile in cui ormai si sono iscritti anche posti che quand'ero giovane erano dimenticati da dio.
Noi alziamo le spalle su tutto, sui tre aeroporti che magari battono i record, ma non valgono un buono, sulla compagnia di bandiera dai cui ci si dovrebbe vergognarsi, dico rispetto a TAP e LOT, sul costo dei taxi che è triplo, sulle due linee ferroviarie che portano in città con frequenze inaccettabili, sul granigliato nero rimasto al satellite A come se fosse un reperto archeologico, sulle auto lasciate in doppia fila davanti al terminal o in sosta nella corsia di emergenza prima dell'aeroporto, sulla mancanza di personale di polizia ai controlli passaporti eccetera eccetera e scivoliamo sempre più verso il Terzo Mondo, mentre però i prezzi vanno verso livelli Manhattan. Il mondo corre e noi camminiamo, spesso nella direzione sbagliata.