Marchi (Save): «dove le low cost dominano cala la qualità del servizio»

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malpensante
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Marchi (Save): «dove le low cost dominano cala la qualità del servizio»

Messaggio da leggereda malpensante » gio 12 set 2024, 10:03:52

Voli, Marchi (Save): «Al sistema del trasporto aereo serve un tagliando, dove le low cost dominano cala la qualità del servizio»
di Leonard Berberi


Parla il presidente della società di gestione degli scali di Venezia, Treviso, Verona e Brescia: «No a una crescita drogata del traffico. In Italia c’è un oligopolio costituito da tre vettori low cost»

In un’estate dove il settore in Italia è cresciuto a doppia cifra — grazie soprattutto all’espansione delle low cost — all’aeroporto di Venezia l’incremento è stato di un paio di punti percentuali. Intenzionalmente, secondo Enrico Marchi, presidente di Save, la società che gestisce il «Marco Polo», Treviso, Verona e Brescia. «Vogliamo uno sviluppo sostenibile nel lungo periodo», dice durante una chiacchierata con il Corriere. Nei primi otto mesi di quest’anno sono transitate 11,37 milioni di persone nei terminal veneti, contro gli 11,1 milioni dello stesso periodo del 2023.

Presidente, facciamo un primo bilancio sulla stagione che si sta chiudendo.
«L’estate è andata bene, in linea con il nostro budget, ma al di sotto della crescita media dell’Italia: se noi registriamo un +2%, il sistema nazionale sale del 10-11%».

Come mai siete sotto la media?
«Perché non vogliamo crescere a tutti i costi, vogliamo uno sviluppo sostenibile nel lungo periodo. Pensiamo sia la scelta migliore».

Però diversi scali crescono anche del 20%...
«Non ci interessa la crescita drogata. Vogliamo dare ai passeggeri un’esperienza positiva al terminal, cosa che richiede anche investimenti significativi».

Aumenti di traffico così sostenuti sono un problema?
«Sì, perché sono superiori a quelli che il sistema aeroportuale è in grado di gestire. Per questo penso sia venuto il momento di fare un tagliando al settore».

Un tagliando?
«Sì. Le criticità non mancano. I costruttori di aerei non riescono a consegnare i velivoli nei tempi previsti. I vettori, con meno jet di quelli attesi, stressano la programmazione con la flotta che hanno. E gli aeroporti sono pieni».

Le persone vogliono viaggiare.
«Certo. Aiutate dalla diminuzione delle tariffe delle low cost. Ma il risultato è che poi negli aeroporti che non sono in grado di gestire i flussi si registrano disagi quando poi qualcosa non va come previsto con il proprio volo. Noi preferiamo la qualità a discapito della quantità».

Le low cost sono protagoniste della ripresa quasi immediata post Covid.
«È così. Ma diciamocelo: sono anche una sorta di oligopolio in Italia».

Un oligopolio?
«Arriviamo da anni di assenza di un vettore di bandiera, non come in Francia, Germania o Regno Unito. E così gli aeroporti italiani si contendono tre vettori low cost per aumentare i propri volumi. E quei tre costituiscono un oligopolio che finisce per mettere in competizione tra loro gli scali pur di accaparrarsi i velivoli».

Lei non fa i nomi dei tre vettori, li faccio io: Ryanair, Wizz Air, easyJet.
«Ecco... Peraltro questo porta anche a situazioni curiose».

In che senso?
«Guardi, abbiamo controllato alcuni prezzi per i prossimi giorni. Un Roma-Bari in treno costa 35 euro, con le low cost 15 euro. Mi chiedo: è giusto che ci siano questi prezzi?».

I prezzi li determina il mercato.
«Assolutamente. Ma questo si riflette anche nell’esperienza in alcuni aeroporti».

La massiccia presenza delle low cost riduce la qualità nei terminal?
«La continua riduzione dei prezzi da parte delle low cost si ripercuote sugli investimenti degli aeroporti con un impoverimento conseguente della esperienza del viaggiatore. A Venezia ci sono 75 mila metri quadrati di terminal a disposizione degli 11,3 milioni di passeggeri all’anno. Mi piacerebbe sapere quanti altri scali offrono uno spazio adeguato come facciamo noi».

Il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, ha detto che l’infrastruttura aerea europea è vicina al collasso.
«La penso come lui. E questo ha peggiorato la vita del passeggero».

Qualcuno potrebbe dire che lei sia contro le low cost.
«Assolutamente no. La metà dell’offerta di posti a Venezia è low cost. E ricordo che il primo volo di questo tipo è stato quello di Ryanair tra Londra e Treviso».

Allora è arrivato il momento di mettere un tetto ai voli?
«Non amo le misure di carattere dirigistico. Però credo si dovrebbe introdurre un sistema basato su alcuni indicatori di performance di qualità».

Per esempio?
«Se i metri quadrati a disposizione di un passeggero sono al di sotto di una certa soglia allora l’aeroporto non può aumentare i voli a meno che non investa per ampliare l’aerostazione».

A proposito di low cost: easyJet ha deciso di chiudere la base a Venezia.
«È stata una decisione inaspettata, ma ne prendiamo atto. Ricordo che la maggior parte delle sue rotte sono già servite da altre aviolinee, l’impatto sarà minimo. Per il nostro gruppo il traffico generato da easyJet da un po’ non è soddisfacente».

Ci sono troppi aeroporti in Italia?
«Sì e si fanno la guerra tra loro. Abbiamo aeroporti stracolmi e altri, vicini, vuoti e praticamente falliti».

Si dovrebbero chiudere alcuni?
«No. Suggerisco di utilizzarli meglio. Nel Nord-Est abbiamo dimostrato che si può fare sistema con Venezia, Treviso, Verona e Brescia. Il modello si potrebbe adottare altrove, superando i localismi: laddove si ha uno scalo stracolmo parte del traffico si può trasferire nell’impianto meno affollato».

Il modello spagnolo può essere un’idea? Una unica società che gestisce di fatto tutti gli impianti.
«Penso che il sistema gestito da privati con il controllo stretto del pubblico sia la soluzione migliore. Devo dare atto a Di Palma che quando era direttore generale di Enac ha introdotto la riforma del trasporto aereo che ha portato alla nascita di un sistema come il nostro a Nord-Est che è un esempio».

Non è passata inosservata la polemica con il Friuli-Venezia Giulia.
«Non nascondo che a Venezia stiamo soffrendo per le condizioni legate al territorio. Una di queste è la decisione del Friuli-Venezia Giulia di tagliare l’addizionale comunale. Nulla contro questa mossa, vorrei però che lo facessero anche le altre Regioni, altrimenti è concorrenza scorretta: 6,5 euro in meno di addizionale su un biglietto da 20-30 euro fanno la differenza. E poi diciamocelo: questa tassa non ha nulla a che fare con il settore».

E l’altra criticità?
«Soffriamo la mancanza delle navi da crociera».

Con quali conseguenze?
«Se mettiamo insieme questi due aspetti l’impatto negativo sui flussi è di 200-300 mila passeggeri in meno».

Dopo il Covid Venezia esce con una connettività rafforzata con il Nord America e tra poco vedrà l’avvio del volo diretto per Shanghai.
«Abbiamo una decina di collegamenti di lungo raggio, soprattutto con Usa e Canada, poi con Dubai, Doha e Seul. Dal 26 settembre decollerà il volo China Eastern Airlines per Shanghai tutto l’anno con tre voli settimanali».

Venezia si conferma una porta intercontinentale dell’Italia.
«Il lungo raggio è un tema importante per noi. Vogliamo investire su questo segmento e notiamo che i vettori privilegiano sempre più i collegamenti diretti anche tra scali che non sono hub. In questo senso l’arrivo dell’Airbus A321Xlr può aiutare molto».

È l’aereo a corridoio singolo che può volare fino a 8.700 chilometri. Dove potrebbe aiutare Venezia?
«Potrebbe, per esempio, consentire l’avvio dei voli diretti con l’India, altro mercato a cui guardiamo con attenzione».

Venezia spera in un cambio di approccio di Ita Airways sul lungo raggio dopo l’ingresso di Lufthansa?
«Non mi aspetto molto anche se ritengo che perdano un’occasione. Ricordo un Venezia-Tokyo di Alitalia che andava bene, ma poi Etihad decise di cancellarlo».

Per il 2025 quali vede come criticità?
«La principale è come regolare la crescita del turismo — che comunque ci sarà — senza soffocare le città e gli aeroporti. Per questo bisognerà investire (e parecchio) negli aeroporti, tenendo conto anche del fatto che siamo stati tenuti fuori dal Pnrr».

lberberi@corriere.it

https://www.corriere.it/economia/traspo ... refresh_ce
Ultima modifica di malpensante il gio 12 set 2024, 10:15:31, modificato 1 volta in totale.

I-GABE
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Re: Marchi (Save): «dove le low cost dominano cala la qualità del servizio»

Messaggio da leggereda I-GABE » gio 12 set 2024, 10:10:33

Curioso lamentarsi di un supposto oligopolio andando a preferire la presenza di un vettore di "casa" dominante.
Poche idee, ma confuse.

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malpensante
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Re: Marchi (Save): «dove le low cost dominano cala la qualità del servizio»

Messaggio da leggereda malpensante » gio 12 set 2024, 10:19:57

Perché la vita era più facile con il duopolio delle compagnie di bandiera nei voli internazionali e il monopolio in quelli interni.

Pare che a Marchi dia fastidio Bologna, oltre a Trieste.

KittyHawk
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Re: Marchi (Save): «dove le low cost dominano cala la qualità del servizio»

Messaggio da leggereda KittyHawk » gio 12 set 2024, 10:26:54

Idee non solo confuse, ma contraddittorie.

I-GABE
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Re: Marchi (Save): «dove le low cost dominano cala la qualità del servizio»

Messaggio da leggereda I-GABE » gio 12 set 2024, 10:33:16

KittyHawk ha scritto: gio 12 set 2024, 10:26:54 Idee non solo confuse, ma contraddittorie.
Assolutamente.
Peraltro, che la qualita' del servizio cali per la presenza di low cost non e' automatico, basti vedere il comportamento differente nell'uso dei JB tra MXP e altri aeroporti europei.
La qualita' cala quando il gestore la abbassa per stare dentro i costi a fronte di ricavi piu' bassi, o quando il proprietario cerca di mungere il piu' possibile (ogni riferimento e' puramente casuale).

jetblue
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Re: Marchi (Save): «dove le low cost dominano cala la qualità del servizio»

Messaggio da leggereda jetblue » gio 12 set 2024, 10:35:51

Certamente c'è qualcosa che non va nel sistema nord est relativamente alla domanda, in quanto il rallentamento che hanno è piuttosto inspiegabile.

Giusto alcuni dati relativi al periodo Gennaio-Luglio:

VCE:
Pax 2024: 6.591.719
Rispetto 2023: +2%
Rispetto 2019: +0,6%

TSF:
Pax 2024: 1.758.641
Rispetto 2023: -0,6%
Rispetto 2019: -9%%

VRN
Pax 2024: 2.080.801
Rispetto 2023: +6,9%
Rispetto 2019: -0,9%

Scali SAVE 2024 Vs. 2019: -1,1%

Ecco cosa accade accanto sempre confronto 2024 con 2019:

BGY: +34,5%
TRS: +58,5%
BLQ: +14,8%
BZO: +907%
Sea: +8,5%
Adr: +5,6%

KittyHawk
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Re: Marchi (Save): «dove le low cost dominano cala la qualità del servizio»

Messaggio da leggereda KittyHawk » gio 12 set 2024, 10:40:00

malpensante ha scritto: gio 12 set 2024, 10:19:57 Pare che a Marchi dia fastidio Bologna, oltre a Trieste.
Se Venezia scomparisse di colpo e rimanesse solo Mestre, Marchi scoprirebbe che il problema non sono Bologna e Trieste.

KittyHawk
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Re: Marchi (Save): «dove le low cost dominano cala la qualità del servizio»

Messaggio da leggereda KittyHawk » gio 12 set 2024, 10:57:10

jetblue ha scritto: gio 12 set 2024, 10:35:51 Certamente c'è qualcosa che non va nel sistema nord est relativamente alla domanda, in quanto il rallentamento che hanno è piuttosto inspiegabile.
Non proprio. Treviso e Venezia servono lo stesso bacino. Se sposti dei voli da un aeroporto all'altro le percentuali cambiano. Se poi aggiungi che a Venezia hanno messo il biglietto d'ingresso nei week-end puoi ragionevolmente pensare di aver perso parte dei passeggeri low cost della vacanza sabato-domenica. Sarebbe bello avere dei dati a riguardo.
Per quanto riguarda Verona, nel 2019 è stata rifatta la pista di Linate e ipotizzerei che parte dei passeggeri del bresciano e bergamasco, che si recavano all'idroscalo per volare con le legacy, per qualche mese abbiano volato dal Catullo.

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malpensante
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Re: Marchi (Save): «dove le low cost dominano cala la qualità del servizio»

Messaggio da leggereda malpensante » gio 12 set 2024, 11:00:42

jetblue ha scritto: gio 12 set 2024, 10:35:51 Certamente c'è qualcosa che non va nel sistema nord est relativamente alla domanda, in quanto il rallentamento che hanno è piuttosto inspiegabile.
Venezia come destinazione è ex-growth, ha probabilmente esaurito le possibilità di crescere, anche perché i prezzi sono impossibili. A Milano e a Roma vecchie sedi di banche, uffici e palazzi in centro vengono riconvertiti in alberghi, tanti appartamenti privati vanno su Airbnb. A Roma in particolare tante proprietà in centro di enti ecclesiastici, congregazioni religiose impoverite dalla carenza di vocazioni e disposte a trasferirsi in periferia vanno sul mercato, mentre nel centro storico di Venezia semplicemente non c’è più spazio disponibile, è da tanto tempo che i veneziani hanno venduto le proprie case e si sono trasferiti in terraferma.

Lo stop alle grandi navi da crociera in laguna è una mazzata per l’aeroporto a cui è difficile rimediare. Anche pochi passeggeri in meno per volo e le navi da crociera ne portano migliaia, cambiano gli economics del volo.

Se Roma per forza di cose, anche perché ITA ha occhi solo per Fiumicino, che è l’unico aeroporto del Paese in cui si possono fare transiti, resta un punto di arrivo irrinunciabile per i turisti intercontinentali, chi in Italia non viene per la prima volta ha voglia di vedere qualcosa di diverso dal vecchio giro Roma-Firenze-Venezia, da cui il boom di Napoli e la nascita del turismo a Milano. Inoltre la AV ferroviaria ha proprio rivoluzionato gli itinerari di chi dal resto del mondo viene da noi e si muove all’interno del Paese.

E probabilmente sì, l’A321XLR potrà dare una mano a VCE.

gabbozzo
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Re: Marchi (Save): «dove le low cost dominano cala la qualità del servizio»

Messaggio da leggereda gabbozzo » gio 12 set 2024, 14:23:32

E' semplicemente coerente con la cultura delle liberalizzazioni ideologiche: sostiene la visione liberista nella governance delle infrastrutture aeroportuali ma si lamenta degli evidenti scadenti risultati e si scervella per trovare soluzioni "non dirigistiche" per suggerire agli investitori di fare meglio.

Non sono mai stato a VCE ma mi pare un bello scalo, fossero così anche Bologna e Napoli avremmo qualche problema in meno.


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