Vizzola Ticino - Il Ca.1, classe 1910, prodotto da Aziende Caproni sarà in mostra nel parco dell’aeronautica che sarà inaugurato sabato 24 novembre
Volandia, in mostra anche il primo aereo che volò su Malpensa
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Fu il primo aereo a volare su Malpensa: il Ca.1, classe 1910, prodotto da Aziende Caproni sarà in mostra a Volandia, il parco dell’aeronautica che sarà inaugurato il prossimo sabato 24 novembre negli stabilimenti di Vizzola Ticino: «Ho provato davvero una grande emozione davanti al Ca.1 restaurato –commenta Marco Reguzzoni, presidente della Provincia di Varese -. Oggi questo modello, unico in tutto il mondo, dopo più di sessant’anni potrà essere ammirato da tutti nel Parco Museo dell’Aeronautica (Volandia) grazie al grande impegno della Provincia di Varese, della Fondazione Museo dell’Aeronautica, della Regione Lombardia, dei Comuni limitrofi a Malpensa, di Finmeccanica, delle realtà economiche del territorio e della famiglia Caproni». Per l’inaugurazione sono stati allestiti circa 500 metri quadrati di area coperta e 3000 di area esterna per poter esporre alcuni velivoli e attrezzare zone dedicate allo svago e all’intrattenimento sul tema del volo. Oltre al Ca.1 ci saranno molte altre sorprese per i grandi, per gli appassionati, per gli operatori di settore, ma soprattutto per i bambini, che subiscono da sempre il fascino del volo. Volandia è pronta a decollare, dunque: «È una realtà che abbiamo voluto per celebrare la storia industriale di questo territorio, che è stato culla dell’aeronautica italiana e che ancora oggi fa volare il mondo intero. Marchi storici come Caproni, Agusta Westland, Aermacchi, Siai Marchetti erano e sono tutt’ora sinonimo di tecnologia all’avanguardia, professionalità e, con Volandia, anche di cultura e divertimento», commenta Reguzzoni.
Soddisfatto anche il conte Giovanni Caproni di Taliedo, figlio del famoso ed eroico pioniere Giovanni Caproni, che nel 1909 Caproni costruì ad Arco il suo primo aereo a motore, il biplano Ca. 1, propulso da un motore miller da 25 cavalli: «Risorge, come l’araba fenice, il Ca. 1 – spiega Caproni di Taliedo -. Mio padre era sicuro della tecnica e della meccanica ma aveva un pilota senza esperienza: Ugo Tabacchi, che guidò quel giorno il Ca01, era un meccanico promosso a pilota collaudatore, mio padre gli correva di fianco durante le manovre di partenza per spiegargli passo passo cosa fare. E se in decollo andò tutto liscio, l’atterraggio subì i colpi di quella magnifica avventura. Dopo l’esperienza del Ca01, nello stesso anno, Caproni fondò anche la scuola di Aviazione Caproni. L’azienda crebbe e gli aerei Caproni divennero famosi in tutti il mondo. Il più grande successo mio padre l’ha ottenuto nel 1912 quando un nostro aereo stabilì il record del mondo a livello dei francesi. In tutto abbiamo ottenuto cinque o sei primati, era entusiasmante per un appassionato del volo come lui. Dopo la guerra il 70% del lavoro della Caproni a Vizzola era legato a Siai ed Agusta, producevamo per loro e quando mio padre ebbe l’opportunità di passare la mano e cinquecento operai connessi ad altri lo fece – prosegue il conte Giovanni Caproni di Taliedo -. Agusta comprò le azioni Caproni a mille lire ma si fece carico anche degli oneri dell’azienda. Nel tempo mia madre, figlia di un famoso notaio milanese e appassionata di volo, raccolse la più grande collezione privata mai esistita: 50 aerei recuperati con una campagna acquisti senza precedenti. I velivoli vennero conservati in un capannone dell’azienda e solo in un secondo momento spostati a Trento, in occasione dell’apertura del museo voluto dall’omonima provincia. Tutti tranne uno, il primo, unico Ca01. Il velivolo precursore di tutti i tempi è stato riportato all’antico splendore grazie alla Fondazione Museo dell’Aeronautica ed è entrato a far parte della collezione del Museo che è nato a Vizzola Ticino, proprio nei capannoni dove sorgeva la Caproni. Vorrei che questo museo diventi quello che gli americani chiamerebbero “Air and Space Museum”, dove il mondo del volo e dello spazio si coniugano con una volontà di divertimento e divulgazione forte. E allora chissà, se a distanza di quasi cento anni quell’anonima brughiera, che ora ospita un aeroporto internazionale, riconoscerà il "vecchio" biplano che diede vita alla storia dell’aeronautica italiana».
http://www3.varesenews.it/gallarate_mal ... p?id=85517
http://www.museoaeronautica.it/
Dalle ore 14 di sabato 24 apertura gratuita al pubblico.
Domani mattina vi sarò più preciso.
Chi è disponibile faccia un passo aventi
Potremmo trovarci al T1 ad una certa ora.