SCOPERTE CINQUECENTO VETTURE NELLE STALLE
Far West Orio, auto nelle stalle
Aeroporto, parcheggi abusivi anche in campagna per sfuggire ai controlli
Per l’aeroporto di Orio sono giorni roventi. Molti raggiungeranno lo scalo in auto, qualcuno trascorrerà le vacanze sotto l’ombrellone senza immaginare che il veicolo per cui sta pagando il parking, magari coperto, è finito fra la paglia di una stalla (foto di Luca Viganò/Fotogramma) .
Benvenuti in campagna, la nuova frontiera del parcheggio selvaggio. Il fenomeno a ondate si ripresenta intorno al «Caravaggio», scende se la gente tende a starsene a casa propria, sale con i picchi di passeggeri. In quest’ultimo frangente, ecco che dalla sera alla mattina automobili compaiono nei luoghi più impensati.
Orio, auto parcheggiate in cascina



Lo sanno i sindaci e i vertici di Sacbo, la società che gestisce lo scalo: «A noi - tuonava non a caso il presidente Miro Radici - si chiede di passare test di ogni tipo, ma quando le auto compaiono misteriosamente in piazzali di ditte e capannoni senza il minimo requisito di sicurezza e trasparenza economica dove è chi deve controllare? È grandissima la fetta di guadagno sottratta a chi lavora onestamente. Questo è parassitismo». Si ipotizzano joint venture con realtà che operano nel settore dei parcheggi - diversamente non si spiegano i talloncini sui cruscotti che indicano volo e data di rientro del viaggiatore -, «traslochi» di vetture i cui proprietari lasciano le chiavi non immaginando che l'auto possa diventare tessera di una sorta di Tetris ad alto rischio di ammaccatura, o finire dentro una stalla. Cosa che era ben visibile a Stezzano, dove la polizia locale raccogliendo segnalazioni e voci di paese si è trovata a contare circa 500 auto in un'ex azienda agricola in via Aldo Moro. «Si chiama cascina Merina. Lì mai è stato autorizzato un posteggio. L'attività è totalmente irregolare - spiega il sindaco Elena Poma (Lega) -. Informeremo anche la procura».
Ieri la calma piatta in fatto di grovigli d'auto nelle zone industriali non poteva non insospettire. È pur sempre Ferragosto. Ma l'arcano si svela, basta chiedere. Da Azzano a Grassobbio, da Zanica a Orio i residenti ormai si sono fatti una cultura. «Diciamo - spiegano - che oggi chi mette a disposizione spazi sta attento e le vetture stanno dentro i capannoni, non fuori in bella vista». Ma c'è anche la nuova frontiera: «Il piazzale della ditta è controllato? Si va in cascina...». A Stezzano la conferma. A un passo dalle frequentatissime piscine, fra le frasche spuntano file di veicoli. Da via Aldo Moro si snoda una parallela, un cartello ricco di punti esclamativi intima lo stop a chiunque non sia autorizzato («Pedoni, bici, moto, auto, cavalli saranno denunciati!!!»), poi il panorama surreale. Siamo a otto chilometri dallo scalo. In quella che era un'ex azienda agricola - stalle, campi, silos e capannoni rurali - cresce il parking sui generis. Le galline ancora circolano, s'intravede un cavallo, la paglia non è rimossa. Ma dove dovevano stare i bovini, ecco suv e utilitarie, all'aperto e al coperto. All'apparenza, quando scatta il controllo, non si muove una foglia. Il sindaco, nel pomeriggio, spiega: «È in corso il conteggio delle auto, almeno cinquecento. Settanta saranno spostate subito, le altre a breve. Quell'area, per cui esiste un piano di lottizzazione residenziale, ha vari proprietari. La prima versione fornita agli agenti è che non ne sapessero nulla. Vedremo. Il via vai aveva dato nell'occhio». Il Comune però può contestare solo l'abuso edilizio perché una struttura viene usata in modo improprio. «Ma informeremo la procura».
La giungla dei parcheggi intorno a Orio è fatta di piazzali e capannoni che improvvisamente si riempiono di veicoli senza avere requisiti edilizi e senza avere pagato gli oneri per quella che a tutti gli effetti è un'attività straredditizia. Dietro a questo fenomeno è facilmente intuibile il guadagno esentasse, per qualcuno, e quindi un danno per la collettività e per chi questo servizio lo offre seriamente. «In più ci sono la mancanza di requisiti di sicurezza, la beffa di chi probabilmente mentre se ne sta in ferie paga per un ricovero dignitoso della propria auto. Ma non sta a noi fare verifiche che vadano oltre al tema edilizio», spiegava Lucio de Luca, il vicesindaco di Azzano, comune a guida lumbard, contemplando un campo recintato sulla Cremasca trasformatosi estemporaneamente in groviglio di auto. Era la settimana di Pasqua, al proprietario era stato contestato l'abuso edilizio. I trenta giorni che la legge garantisce al privato per sanare tutto (qui significa rimuovere le auto, cosa non difficile) rendono la battaglia difficilissima. Graziato dai lacci della burocrazia, chi aveva messo in piedi il meccanismo ha avuto il suo tornaconto senza troppi problemi, nessuna denuncia. «L'anno scorso, in questo periodo, le auto sono comparse addirittura nelle ditte in pieno centro. Eravamo esterrefatti - aggiunge Marco Orlandi, assessore alla Polizia locale di Azzano -. Nella maggior parte dei casi chi è stato segnalato si rimette in regola e poi non lo fa più. Noi abbiamo scelto la via del "pressing" (in un anno aperte sette pratiche per abuso edilizio, ndr ), è laborioso e richiede energie ma vigili e ufficio tecnico effettuano controlli settimanali». I risultati si vedono. «In questo momento non ci sono situazioni anomale. Dove ci sono le auto, in via Emilia, sono in regola. Tre ditte hanno seguito l'iter autorizzativo». Che serve a garantire sicurezza e pure la contropartita per la collettività (chi trasforma il suo piazzale in parcheggio a pagamento ad Azzano paga 100 euro una tantum per stallo legato alla nuova destinazione d'uso). «Speriamo tutto resti tranquillo», dice Orlandi. A Stezzano, intanto, anche Poma ha ordinato il giro di vite: «Non avevamo mai avuto parcheggi abusivi. Ora ho chiesto controlli a tappeto in tutto il paese».
da http://bergamo.corriere.it/bergamo/noti ... 0513.shtml