AZ rischia di rimanere a secco di carburante.
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In questa sezione si dovranno trattare gli argomenti che riguardano i vettori con COA italiano
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AZ rischia di rimanere a secco di carburante.
Alitalia, si cerca socio pubblico. Scaroni: carburante fino a sabato
Tra Palazzo Chigi e Fiumicino si lavora senza soluzione di continuità
Tra Palazzo Chigi e Fiumicino si lavora senza soluzione di continuità per far ridecollare Alitalia. Ma al momento la situazione è fluida, con consultazioni continue tra i ministri competenti e il cda che è stato riaggiornato a giovedì.
Il tempo stringe. Di sicuro c'è la disponibilità dei soci e delle banche, che fa sperare in un rapido 'riequilibrio' della situazione finanziaria. Mentre il governo ha chiesto un altro po' di tempo per trovare il soggetto pubblico più adatto per accompagnare la compagnia. Intanto il tempo stringe, con il carburante che rischia di finire già questo week-end e l'Enac che si appresta a convocare la compagnia per verificare se sussistono le condizioni per la continuità aziendale.
Si cerca un socio pubblico. Martedì è stata una giornata di incontri sia per i ministri che per i soci della compagnia, tutti alla ricerca di una soluzione che eviti la bancarotta. A Palazzo Chigi, Lupi, Zanonato e Saccomanni sono tornati a rivedersi in mattinata dopo la fumata nera di lunedì per i troppi paletti imposti dall'ad di Fs Mauro Moretti. E le consultazioni tra ministri continueranno anche nelle prossime ore. «Work in progress», ha sintetizzato Lupi lasciando Palazzo Chigi, precisando poi che al momento «ci sono molte ipotesi e nessuna soluzione». Il governo è disponibile ad aiutare la compagnia, attraverso la ricerca di un socio pubblico (tra le possibili ipotesi sono ancora in pista Fintecna e Fs) per aiutare l'integrazione con Air France, ma ci si attende che i soci facciano la loro parte. Azionisti e banche sono disponibili, tanto che il cda, che si è riunito oggi (il consiglio è aperto da venerdì) e tornerà a riunirsi giovedì, si dice fiducioso che «la situazione finanziaria possa essere presto riequilibrata». Secondo alcuni consiglieri una buona parte dei soci è pronta a partecipare alla ricapitalizzazione (l'aumento di capitale di almeno 100 milioni che dovrà essere varato dall'assemblea straordinaria del 14 ottobre) ma chiedono un segnale importante del governo. Che dal canto suo, secondo quanto riferito in cda dal presidente Roberto Colaninno alla luce dell'incontro di ieri, «sta completando l'analisi della situazione per definire gli idonei interventi» e ha chiesto «un ulteriore breve lasso di tempo».
I sindacati. Intanto i sindacati chiedono a gran voce l'impegno del governo. Per Luigi Angeletti «l'intervento dello Stato non è auspicabile, ma allo stato dei fatti è necessario». E Giovanni Luciano della Fit Cisl invita il governo a moltiplicare gli sforzi che sta già «facendo per evitare il peggio». Anche gli azionisti si appellano al governo perche trovi una soluzione, «perchè - sottolinea Cosimo Carbonelli D'Angelo - Alitalia è un asset importante e indispensabile per il Paese».
L'avvertimento di Scaroni. Su tutto incombe l'avvertimento lanciato dall'ad di Eni Paolo Scaroni in merito al carburante fornito alla compagnia aerea ma ancora in attesa di essere pagato: «Daremo carburante solo fino a sabato. Non possiamo certo aumentare il fido a una società il cui futuro non ci dà sicurezza. Se non riscuote la fiducia degli azionisti non possiamo tenerla in vita noi con il carburante», ha detto Scaroni.
http://www.ilmessaggero.it/economia/ali ... 6764.shtml
Sono convinto che in nome dell' asset importante per il paese e soprattutto per i politici la soluzione la troveranno, a spese nostre come al solito ma la troveranno. :duro:
Questa mattina un bocconiano diceva che l'idea di trovare un socio in Trenitalia è come illudersi che dall'unione di due cadaveri si possa creare una persona viva ed in piena salute.
Tra Palazzo Chigi e Fiumicino si lavora senza soluzione di continuità
Tra Palazzo Chigi e Fiumicino si lavora senza soluzione di continuità per far ridecollare Alitalia. Ma al momento la situazione è fluida, con consultazioni continue tra i ministri competenti e il cda che è stato riaggiornato a giovedì.
Il tempo stringe. Di sicuro c'è la disponibilità dei soci e delle banche, che fa sperare in un rapido 'riequilibrio' della situazione finanziaria. Mentre il governo ha chiesto un altro po' di tempo per trovare il soggetto pubblico più adatto per accompagnare la compagnia. Intanto il tempo stringe, con il carburante che rischia di finire già questo week-end e l'Enac che si appresta a convocare la compagnia per verificare se sussistono le condizioni per la continuità aziendale.
Si cerca un socio pubblico. Martedì è stata una giornata di incontri sia per i ministri che per i soci della compagnia, tutti alla ricerca di una soluzione che eviti la bancarotta. A Palazzo Chigi, Lupi, Zanonato e Saccomanni sono tornati a rivedersi in mattinata dopo la fumata nera di lunedì per i troppi paletti imposti dall'ad di Fs Mauro Moretti. E le consultazioni tra ministri continueranno anche nelle prossime ore. «Work in progress», ha sintetizzato Lupi lasciando Palazzo Chigi, precisando poi che al momento «ci sono molte ipotesi e nessuna soluzione». Il governo è disponibile ad aiutare la compagnia, attraverso la ricerca di un socio pubblico (tra le possibili ipotesi sono ancora in pista Fintecna e Fs) per aiutare l'integrazione con Air France, ma ci si attende che i soci facciano la loro parte. Azionisti e banche sono disponibili, tanto che il cda, che si è riunito oggi (il consiglio è aperto da venerdì) e tornerà a riunirsi giovedì, si dice fiducioso che «la situazione finanziaria possa essere presto riequilibrata». Secondo alcuni consiglieri una buona parte dei soci è pronta a partecipare alla ricapitalizzazione (l'aumento di capitale di almeno 100 milioni che dovrà essere varato dall'assemblea straordinaria del 14 ottobre) ma chiedono un segnale importante del governo. Che dal canto suo, secondo quanto riferito in cda dal presidente Roberto Colaninno alla luce dell'incontro di ieri, «sta completando l'analisi della situazione per definire gli idonei interventi» e ha chiesto «un ulteriore breve lasso di tempo».
I sindacati. Intanto i sindacati chiedono a gran voce l'impegno del governo. Per Luigi Angeletti «l'intervento dello Stato non è auspicabile, ma allo stato dei fatti è necessario». E Giovanni Luciano della Fit Cisl invita il governo a moltiplicare gli sforzi che sta già «facendo per evitare il peggio». Anche gli azionisti si appellano al governo perche trovi una soluzione, «perchè - sottolinea Cosimo Carbonelli D'Angelo - Alitalia è un asset importante e indispensabile per il Paese».
L'avvertimento di Scaroni. Su tutto incombe l'avvertimento lanciato dall'ad di Eni Paolo Scaroni in merito al carburante fornito alla compagnia aerea ma ancora in attesa di essere pagato: «Daremo carburante solo fino a sabato. Non possiamo certo aumentare il fido a una società il cui futuro non ci dà sicurezza. Se non riscuote la fiducia degli azionisti non possiamo tenerla in vita noi con il carburante», ha detto Scaroni.
http://www.ilmessaggero.it/economia/ali ... 6764.shtml
Sono convinto che in nome dell' asset importante per il paese e soprattutto per i politici la soluzione la troveranno, a spese nostre come al solito ma la troveranno. :duro:
Questa mattina un bocconiano diceva che l'idea di trovare un socio in Trenitalia è come illudersi che dall'unione di due cadaveri si possa creare una persona viva ed in piena salute.
Marco
The engine is the heart of an airplane but the pilot is its soul.
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Re: AZ rischia di rimanere a secco di carburante.
Visti i brillanti risultati dei bocconiani (e compagnucci loro nel resto del mondo) alla guida dell'economia, se lo dice un bocconiano potrebbe in realtà essere l'opposto :green:
Facezie a parte, sarei veramente sorpreso se la nostra brillante classe politica e sindacale non trovasse il modo di salvare ulteriormente le sanguisughe romane di Alitalia e i compagni di merende patriottici a scapito del resto d'Italia.
Facezie a parte, sarei veramente sorpreso se la nostra brillante classe politica e sindacale non trovasse il modo di salvare ulteriormente le sanguisughe romane di Alitalia e i compagni di merende patriottici a scapito del resto d'Italia.
Re: AZ rischia di rimanere a secco di carburante.
Quel che è peggio è che diremmo addio a qualsiasi ipotesi di riduzione di Linate e altre V a MXP se non cambiasse il management ed il buisiness plan
della compagnia, perché lo stato non favorirebbe certo la concorrenza!
della compagnia, perché lo stato non favorirebbe certo la concorrenza!
Re: AZ rischia di rimanere a secco di carburante.
A meno che lo Stato non si presentasse sotto forma delle Ferrovie. Moretti ha già fatto capire che la rotta Milano-Roma sarebbe inutile e, una volta non più volata o necessaria, tutte le altre rotte nazionali potrebbero benissimo essere operate da MXP senza problemi chiudendo LIN. Aggiungiamo poi che MXP è collegata anche con la rete ferroviaria, a differenza di LIN, e che Trenitalia potrebbe garantire il feederaggio da tutto il nord Italia, creando dei codesharing che ti proteggono fa eventuali disguidi fin dal momento che sali sul treno.KL63 ha scritto:Quel che è peggio è che diremmo addio a qualsiasi ipotesi di riduzione di Linate e altre V a MXP se non cambiasse il management ed il buisiness plan
della compagnia, perché lo stato non favorirebbe certo la concorrenza!
Anche se AZ non riportasse "ufficialmente" l'hub a MXP, nei fatti ci sarebbe l'alimentazione dal sud Italia e dal resto d'Europa e dal bacino Mediterraneo.
Volendo sfruttare ancor di più il traffico potenziale, si potrebbero lanciare da MXP nuove rotte con una maggior libertà nei codesharing e in un'ibridazione V libertà/codesharing.
Ma tanto questi sono pensieri in libertà...
Re: AZ rischia di rimanere a secco di carburante.
e' vero, se enrtassero le FSI, sarebbe possibile una sinergia, a discapito della concorrenza, però se lo stato entrasse con FINTECNA, saremmo fregati. Quello che mi da sommo fastidio di questa storia, non sono tanto i 150 mil, che sono bazzeccole, quanto il fatto che tutti si preoccupino per Fiumicino ed il suo indotto e se ne strabattano se tutt'intorno a MXP sta sorgendo il deserto occupazionale.
Dovremmo spingere per la realizzazione del progetto di collegamento ferroviario AV di PELUSH, si sgraverebbe la linea del Sempione dal traffico LP, si collegherebbe MXP con treni AV di lunga percorrenza, si avrebbero tante sinergie e vantaggi da rendere la costruzione di quel progetto fondamentale!!!! Con una piccola variante e cioè rendere possibile l'instradamento dei treni AV sulla linea che collegherà MXP all'attuale linea del Sempione per poterli mandare, con qualche bretella anche verso Varese, Stabio e magari il Gottardo attraverso la Svizzera.
Dovremmo spingere per la realizzazione del progetto di collegamento ferroviario AV di PELUSH, si sgraverebbe la linea del Sempione dal traffico LP, si collegherebbe MXP con treni AV di lunga percorrenza, si avrebbero tante sinergie e vantaggi da rendere la costruzione di quel progetto fondamentale!!!! Con una piccola variante e cioè rendere possibile l'instradamento dei treni AV sulla linea che collegherà MXP all'attuale linea del Sempione per poterli mandare, con qualche bretella anche verso Varese, Stabio e magari il Gottardo attraverso la Svizzera.
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Re: AZ rischia di rimanere a secco di carburante.
Per salvare Alitalia, l'unica soluzione è trasferire la sua sede (sia quella legale, sia quella operativa), il personale e tutto il resto al Nord, ovvero a Milano. Il business risiede qui.
Finchè avrà la testa (ed anche tutto il resto) pervicacemente radicata a Roma, rimarrà sempre una linea aerea senza futuro.
Finchè avrà la testa (ed anche tutto il resto) pervicacemente radicata a Roma, rimarrà sempre una linea aerea senza futuro.
Deve sapere, mio caro signore, che sono uomo di mondo....Ho fatto il militare a Cuneo !!
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Re: AZ rischia di rimanere a secco di carburante.
"LO STALLO".... questa è l'espressione usata nel pomeriggio da RADIO 24 per dare il senso della situazione in cui il povero governo si è venuto a trovare nel disperato tentativo di salvare capre e cavoli: si capre e cavoli perchè se da un lato bisogna dare risposta immediata all'emergenza cassa, dall'altra non si riesce a trovare la soluzione
utile (e gradita a tutti) a rilanciare una compagnia aerea che dal suo esordio nel 2008 tutto sembra aver fatto tranne una vera e credibile politica aeronautica.
I vari capitani hanno come già ripetuto alla noia perseguito solo i propri interessi nelle loro aziende e la strategia di alitalia è stata sacrificati a tali necessità.
Ora il presidente del consiglio LETTA giudica negativamente le scelte industriali fatte in questi anni (e ghe credi), allora la prima cosa da fare è azzerare chi l'ha guidata in primis Colaninno e C.
Sicuramente chi ha in mano il dossier si trova di fronte all'amletico dilemma di dover aiutare ADR che ha il 45% del traffico in alitalia (ed è conflittualmente anche socio della compagnia), e nello stesso tempo sa (il governo) che puntare solo le strategie future su FCO significa continuare a rinunciare al traffico del nord e Milano in particolare senza il quale ogni piano indistriale rischia di fallire.
I dilemmi sono tanti e tali (antitrust, ripartizione linate/malpensa, AF, ADR, normativa, ENAC, ecc ) che temo si risolva in rappezzature provvisorie volte solo a guadagnar tempo, col risultato che la costosa agonia di alitalia si trascini ancora a lungo.
utile (e gradita a tutti) a rilanciare una compagnia aerea che dal suo esordio nel 2008 tutto sembra aver fatto tranne una vera e credibile politica aeronautica.
I vari capitani hanno come già ripetuto alla noia perseguito solo i propri interessi nelle loro aziende e la strategia di alitalia è stata sacrificati a tali necessità.
Ora il presidente del consiglio LETTA giudica negativamente le scelte industriali fatte in questi anni (e ghe credi), allora la prima cosa da fare è azzerare chi l'ha guidata in primis Colaninno e C.
Sicuramente chi ha in mano il dossier si trova di fronte all'amletico dilemma di dover aiutare ADR che ha il 45% del traffico in alitalia (ed è conflittualmente anche socio della compagnia), e nello stesso tempo sa (il governo) che puntare solo le strategie future su FCO significa continuare a rinunciare al traffico del nord e Milano in particolare senza il quale ogni piano indistriale rischia di fallire.
I dilemmi sono tanti e tali (antitrust, ripartizione linate/malpensa, AF, ADR, normativa, ENAC, ecc ) che temo si risolva in rappezzature provvisorie volte solo a guadagnar tempo, col risultato che la costosa agonia di alitalia si trascini ancora a lungo.
Re: AZ rischia di rimanere a secco di carburante.
Alitalia, pronta una manovra
da almeno 500 milioni di euro
I sindacati hanno ricevuto la conferma di un piano per salvare la compagnia: un aumento di capitale da 300 milioni, metà sottoscritto dallo Stato e l'altra metà dai soci. Dalle banche altri 200 milioni. Il numero uno delle Ferrovie torna in gioco sull'ipotesi di aggregazione con l'ex compagnia di bandiera. Il commissario Ue Almunia "segue il caso sulla stampa"
MILANO - Lo Stato, i soci attuali e le banche. Sarebbe questa la cordata pronta a sborsare 500 milioni di euro per salvare l'Alitalia. L'amministratore delegato dell'Alitalia, Gabriele del Torchio, ha confermato l'intenzione di procedere a una manovra straordinaria, per riportare alla normalità la situazione finanziaria della compagnia. Lo affermano i sindacati al termine dell'incontro con i vertici della società. In particolare il segretario generale della Uilt, Claudio Tarlazzi, ha sostenuto che del Torchio ha confermato l'intenzione di procedere ad un aumento di capitale da 300 milioni, di cui 150 milioni dovrebbero derivare da un intervento pubblico, mentre altri 150 milioni sarebbero a carico dei soci della compagnia, di cui la parte relativa a air france sarebbe di 75 milioni. Se Air France non dovesse accettare di partecipare all'aumento di capitale, le banche dovrebbero incaricarsi di sottoscrivere l'inoptato. Inoltre ci sarebbero 200 milioni in linee di credito, che sommate all'aumento di capitale da 300 milioni, formerebbero una manovra complessiva di 500 milioni di euro.
Le stesse Ferrovie dello Stato sono reintrate in gioco sul destino di Alitalia e il loro numero uno ha confermato la disponibilità a un intervento per salvare l'ex compagnia di bandiera dalla bancarotta, che senza un intervento a breve termine sarebbe inevitabile. Il primo vertice di Palazzo Chigi si era concluso con un nulla di fatto, ma ieri il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha chiamato a sé Fintencna e le Fs per giocare di nuovo la carta dell'italianità. Un appello al quale Mauro Moretti, amministratore delegato delle Fs, ha confermato la propria disponibilità: "Siamo un'impresa italiana e diamo contributi a tutti, in base ai limiti delle nostre possibilità, che sono tanti". Così ha detto Moretti a margine della posa della prima pietra della sede di Bnl a Stazione Tiburtina.
di ETTORE LIVINI
Ma l'aggregazione tra treni e aerei tricolori desta non pochi sospetti dal punto di vista della concorrenza. Ecco perché il pensiero corre al Commissario Joaquin Almunia, che ha detto di "seguire il caso dalla stampa italiana". Su tutto, pende il serio rischio di una bancarotta.
Non a caso, giovedì si terrà un incontro tra i vertici dell'Enac e quelli di Alitalia: il commissario straordinario dell'ente nazionale dell'aviazione civile, Vito Riggio, e il direttore generale, Alessio Quaranta, verificheranno se sussistono le condizioni di continuità aziendale, se cioè l'azienda ha i requisiti per la prosecuzione della licenza ed è in grado di assicurare la copertura delle spese.
La situazione dell'Alitalia è drammatica ed entro pochissimi giorni potrebbe arrivare il "default": serve un socio che garantisca la continuità aziendale, e al momento sembra essere Fintecna, ha affermato invece il segretario generale della Filt, Franco Nasso, dopo l'incontro con Del Torchio. "La situazione - sono parole del dirigente della Cgil - è drammatica, è confermato il rischio di discontinuità aziendale. Quello che vorremmo evitare - ha sottolineato Nasso - è il ricorso alla legge Marzano (leggi commissariamento, ndr) che sarebbe la distruzione dell'azienda".
(09 ottobre 2013)
http://www.repubblica.it/economia/finan ... -68233707/
da almeno 500 milioni di euro
I sindacati hanno ricevuto la conferma di un piano per salvare la compagnia: un aumento di capitale da 300 milioni, metà sottoscritto dallo Stato e l'altra metà dai soci. Dalle banche altri 200 milioni. Il numero uno delle Ferrovie torna in gioco sull'ipotesi di aggregazione con l'ex compagnia di bandiera. Il commissario Ue Almunia "segue il caso sulla stampa"
MILANO - Lo Stato, i soci attuali e le banche. Sarebbe questa la cordata pronta a sborsare 500 milioni di euro per salvare l'Alitalia. L'amministratore delegato dell'Alitalia, Gabriele del Torchio, ha confermato l'intenzione di procedere a una manovra straordinaria, per riportare alla normalità la situazione finanziaria della compagnia. Lo affermano i sindacati al termine dell'incontro con i vertici della società. In particolare il segretario generale della Uilt, Claudio Tarlazzi, ha sostenuto che del Torchio ha confermato l'intenzione di procedere ad un aumento di capitale da 300 milioni, di cui 150 milioni dovrebbero derivare da un intervento pubblico, mentre altri 150 milioni sarebbero a carico dei soci della compagnia, di cui la parte relativa a air france sarebbe di 75 milioni. Se Air France non dovesse accettare di partecipare all'aumento di capitale, le banche dovrebbero incaricarsi di sottoscrivere l'inoptato. Inoltre ci sarebbero 200 milioni in linee di credito, che sommate all'aumento di capitale da 300 milioni, formerebbero una manovra complessiva di 500 milioni di euro.
Le stesse Ferrovie dello Stato sono reintrate in gioco sul destino di Alitalia e il loro numero uno ha confermato la disponibilità a un intervento per salvare l'ex compagnia di bandiera dalla bancarotta, che senza un intervento a breve termine sarebbe inevitabile. Il primo vertice di Palazzo Chigi si era concluso con un nulla di fatto, ma ieri il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha chiamato a sé Fintencna e le Fs per giocare di nuovo la carta dell'italianità. Un appello al quale Mauro Moretti, amministratore delegato delle Fs, ha confermato la propria disponibilità: "Siamo un'impresa italiana e diamo contributi a tutti, in base ai limiti delle nostre possibilità, che sono tanti". Così ha detto Moretti a margine della posa della prima pietra della sede di Bnl a Stazione Tiburtina.
di ETTORE LIVINI
Ma l'aggregazione tra treni e aerei tricolori desta non pochi sospetti dal punto di vista della concorrenza. Ecco perché il pensiero corre al Commissario Joaquin Almunia, che ha detto di "seguire il caso dalla stampa italiana". Su tutto, pende il serio rischio di una bancarotta.
Non a caso, giovedì si terrà un incontro tra i vertici dell'Enac e quelli di Alitalia: il commissario straordinario dell'ente nazionale dell'aviazione civile, Vito Riggio, e il direttore generale, Alessio Quaranta, verificheranno se sussistono le condizioni di continuità aziendale, se cioè l'azienda ha i requisiti per la prosecuzione della licenza ed è in grado di assicurare la copertura delle spese.
La situazione dell'Alitalia è drammatica ed entro pochissimi giorni potrebbe arrivare il "default": serve un socio che garantisca la continuità aziendale, e al momento sembra essere Fintecna, ha affermato invece il segretario generale della Filt, Franco Nasso, dopo l'incontro con Del Torchio. "La situazione - sono parole del dirigente della Cgil - è drammatica, è confermato il rischio di discontinuità aziendale. Quello che vorremmo evitare - ha sottolineato Nasso - è il ricorso alla legge Marzano (leggi commissariamento, ndr) che sarebbe la distruzione dell'azienda".
(09 ottobre 2013)
http://www.repubblica.it/economia/finan ... -68233707/
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Re: AZ rischia di rimanere a secco di carburante.
L'occasione la persero sul finire del ventesimo secolo e da li il loro destino fu inesorabilmente tracciato.I-DANB ha scritto:Per salvare Alitalia, l'unica soluzione è trasferire la sua sede (sia quella legale, sia quella operativa), il personale e tutto il resto al Nord, ovvero a Milano. Il business risiede qui.
Finchè avrà la testa (ed anche tutto il resto) pervicacemente radicata a Roma, rimarrà sempre una linea aerea senza futuro.
Quindi a noi spetterebbe ancora una volta mettere mano al portafoglio per mantenere in rianimazione un moribondo.
Marco
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Re: AZ rischia di rimanere a secco di carburante.
Le aziende che non sanno stare nel mercato devono essere espulse. Fanno solo danni alle aziende sane. Nel caso poi AZ ci rimettiamo anche noi cittadini, che la dobbiamo mantenere. :duro: :duro:
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Ultima modifica di I-Alex il gio 10 ott 2013, 17:36:38, modificato 1 volta in totale.
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Bisogna essere fatti col fil di ferro, per ammirare il creato e non sentire l'alito del creatore che ci accarezza la faccia. Simone Moro (alpinista).
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Re: AZ rischia di rimanere a secco di carburante.
I sette anni sono stati allungati di altri tre.
Re: AZ rischia di rimanere a secco di carburante.
mxp ernesto ha scritto:"LO STALLO".... questa è l'espressione usata nel pomeriggio da RADIO 24 per dare il senso della situazione in cui il povero governo si è venuto a trovare nel disperato tentativo di salvare capre e cavoli: si capre e cavoli perchè se da un lato bisogna dare risposta immediata all'emergenza cassa, dall'altra non si riesce a trovare la soluzione
utile (e gradita a tutti) a rilanciare una compagnia aerea che dal suo esordio nel 2008 tutto sembra aver fatto tranne una vera e credibile politica aeronautica.
I vari capitani hanno come già ripetuto alla noia perseguito solo i propri interessi nelle loro aziende e la strategia di alitalia è stata sacrificati a tali necessità.
Ora il presidente del consiglio LETTA giudica negativamente le scelte industriali fatte in questi anni (e ghe credi), allora la prima cosa da fare è azzerare chi l'ha guidata in primis Colaninno e C.
Sicuramente chi ha in mano il dossier si trova di fronte all'amletico dilemma di dover aiutare ADR che ha il 45% del traffico in alitalia (ed è conflittualmente anche socio della compagnia), e nello stesso tempo sa (il governo) che puntare solo le strategie future su FCO significa continuare a rinunciare al traffico del nord e Milano in particolare senza il quale ogni piano indistriale rischia di fallire.
I dilemmi sono tanti e tali (antitrust, ripartizione linate/malpensa, AF, ADR, normativa, ENAC, ecc ) che temo si risolva in rappezzature provvisorie volte solo a guadagnar tempo, col risultato che la costosa agonia di alitalia si trascini ancora a lungo.
Vuoi vedere che qualcuno si è accorto che i piani industriali, degli ultimi 5 anni, non hanno mai funzionato?
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- Iscritto il: ven 23 apr 2010, 00:21:06
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Re: AZ rischia di rimanere a secco di carburante.
Si potranno pure accorgere che i piani industriali non funzionano ma sappiate che nell'affaire Alitalia ci sarà sempre l'assioma che non potranno esserci rotte da altri aeroporti se le suddette non ci sono già a Roma.
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