Gianluigi Aponte, la scalata infinita del re della blue economy
di Massimo Minella
Chi è l'armatore che dopo aver conquistato la leadership del trasporto navale ora vuola anche gli aerei di Ita
25 GENNAIO 2022
Ha più di 600 navi, ma finora un solo aereo, un jet privato che usa per i suoi (rarissimi) spostamenti da Ginevra dove ha scelto di vivere ormai da più di cinquant'anni, lui che è originario della penisola sorrentina. 81 anni, un patrimonio stimato in oltre 30 miliardi di euro, Gianluigi Aponte ha deciso di unire alla prima flotta al mondo nel trasporto dei container, la sua Msc, gli aerei di Ita in alleanza con Lufthansa. Un ritorno da protagonista sulla scena dei cieli per uno che nel 2008 aveva inizialmente risposto all'invito dell'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che per salvare Alitalia aveva chiesto a sedici "cavalieri bianchi" di scendere in pista. Fra loro anche Aponte, che però era uscito presto di scena. Ora ritorna, non più da spalla, ma da protagonista visto che la quota di riferimento della compagnia aerea andrebbe direttamente nelle mani del suo gruppo, Msc-Mediterranean Shipping Company, un colosso della blue economy che al trasporto navale di merci e passeggeri (con la controllata Msc Crociere e i traghetti di Gnv e Snav) associa anche la proprietà di terminal portuali e la gestione di tutto il flusso logistico delle merci, piattaforme interne, magazzini, camion, locomotive e chiatte. Per completare il cerchio del controllo di tutti gli elementi intermodali mancano appunto soltanto gli aerei. Per il momento perché raccontano i suoi più stretti collaboratori, Aponte farà di tutto per conquistare Ita.
D'altra parte, è la tenacia nel perseguire i suoi obiettivi che gli ha permesso di scalare tutte le posizioni dello shipping, fino a diventare il numero uno, superando a inizio anno un colosso come la danese Maersk, a cui nel 2020 aveva sfilato il suo direttore operativo, Soren Toft, nominandolo amministratore delegato. Una delle rarissime eccezioni di ingresso di un manager esterno al cerchio familiare per assumere incarichi di responsabilità all'interno di un gruppo saldamente nelle mani della famiglia Aponte. In cima c'è lui, Gianluigi, fondatore e presidente. Il figlio Diego si occupa del segmento cargo, la figlia Alexa della parte crociere, insieme a suo marito Pierfrancesco Vago, che ha la gestione operativa di una flotta ormai arrivata a 19 navi che saranno 23 alla fine del 2025. Nulla esce dal palazzo di Ginevra che Aponte ha scelto come sua base operativa, consegnandosi al business praticamente senza soluzione di continuità, week end compresi. Riservatissimo, parco anche nelle dichiarazioni e nelle interviste, Aponte cede alla mondanità soltanto in occasione delle cerimonie di consegna delle navi da crociera di Msc che hanno fin dall'inizio una sola madrina, Sophia Loren.
Ovviamente sono riservati anche i dati di bilancio, visto che il gruppo è una family company il cui capitale fa interamente capo ad Aponte. Il patrimonio è stimato in oltre 30 miliardi di euro, il fatturato supera i 4 miliardi e gli utili viaggiano verso i 500 milioni, ma sono appunto indiscrezioni. Non male, comunque, per chi è partito da Sant'Agnello, piccolo comune della penisola sorrentina e che ha scelto di seguire la rotta del mare fin da ragazzo. Orfano di padre all'età di 5 anni, Aponte, esclusa una piccola parentesi da ragazzo in Piemonte, ha trascorso sul mare della Campania la prima parte della sua vita. Diplomato all'istituto nautico di Piano di Sorrento si imbarca presto sui vaporetti in servizio nel Golfo di Napoli ed è qui, nel 1969, che incontra una turista svizzera, Rafaela Diamant, figlia di un banchiere di Ginevra. Non si lasceranno più. Gianluigi Aponte si trasferisce sul lago di Lemano e qui inizia la sua ascesa.
Dopo una breve esperienza come consulente finanziario, passa alla sua grande passione, lo shipping. Compra un piccolo cargo usato, il Patricia, e lo mette in servizio sulla rotta fra l'Italia e la Somalia, sulle tracce della sua famiglia. Il padre Aniello, infatti, qui era morto, dopo aver gestito un'attività commerciale di frutta e un albergo, la Croce del Sud. Ha una sola nave, ma pensa già in grande. La sua prima compagnia si chiama Aponte Shipping Company, con sede in Liberia. Acquista una seconda nave, a cui dà il nome della moglie, Rafaela, e poi una terza. Adesso al suo fianco c'è la First National Bank di Chicago. Arriva una quarta nave, la Alexa, il nome di sua figlia e via così, acquistando sempre navi di seconda mano nel trasporto di un business che sta cannibalizzando ormai quasi ogni tipo di merce, i container. Usate sono anche le sue prima navi da crociera, rilevate all'inizio degli anni Novanta dalla vecchia Starlauro creata da uno dei suoi miti di gioventù, il comandante Achille Lauro.
E' un'ascesa senza più soste, quella di Aponte che intuisce gli affari migliori in cui buttarsi senza derogare mai dalle sue abitudini. Alle riunioni con i suoi collaboratori si presenta sempre con un taccuino nero su cui appunta ogni cosa. Lo scorso anno ha scavalcato anche Maersk con una flotta di oltre seicento navi, 230 rotte commerciali e scalo in 500 porti, per il controllo totale della rete logistica. L'ultimo colpo è l'offerta per l'acquisto della Bolloré Africa Logistics, per governare la catena distributiva delle merci nel continente. Ma adesso ha deciso di guardare in alto, verso gli aerei di Ita.
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