Assolutamente no visto che in volo comunque a Mxp non ci arrivi da buona parte d’Italia
Bilancio SEA 2022
Re: Bilancio SEA 2022
Personalmente trovo che una soluzione con profit cap in situazioni di mono o oligopolio naturale sarebbe la soluzione migliore, a prescindere dal fatto che la gestione sia pubblica o privata.
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- malpensante
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Re: Bilancio SEA 2022
Ricordate che l’imposta sui profitti in Italia (che non è l’Irlanda) è molto elevata. Con quello che incassa lo Stato da SEA si pagano tante infrastrutture utili al territorio, magari iniziando dal collegamento ferroviario fra T2 e Gallarate.
Altri collegamenti ferroviari non godono dello stesso contributo da parte del gestore aeroportuale.
Altri collegamenti ferroviari non godono dello stesso contributo da parte del gestore aeroportuale.
Re: Bilancio SEA 2022
Gli aeroporti sono monopoli naturali, quindi regolati.
Una buona regolazione garantisce che il prezzo (le tasse aeroportuali & co) non sia troppo basso da far fallire il concessionario, né troppo alto da far sì che la quantità prodotta sia troppo bassa ed il profitto (del monopolista) troppo alto.
Se ricordo bene, in campo aeroportuale solo la parte aviation è sottoposta a regolazione, dunque... se i sovra-profitti vengono dalla parte aviation, allora è un problema di regolazione (lo Stato deve regolare meglio - alias abbassare le tasse aeroportuali o pretendere maggiori investimenti), se invece vengono dalla parte non-aviation, allora è stata brava l'impresa e se li merita tutti.
Una buona regolazione garantisce che il prezzo (le tasse aeroportuali & co) non sia troppo basso da far fallire il concessionario, né troppo alto da far sì che la quantità prodotta sia troppo bassa ed il profitto (del monopolista) troppo alto.
Se ricordo bene, in campo aeroportuale solo la parte aviation è sottoposta a regolazione, dunque... se i sovra-profitti vengono dalla parte aviation, allora è un problema di regolazione (lo Stato deve regolare meglio - alias abbassare le tasse aeroportuali o pretendere maggiori investimenti), se invece vengono dalla parte non-aviation, allora è stata brava l'impresa e se li merita tutti.
Re: Bilancio SEA 2022
Io di contributi diretti a collegamenti ferroviari verso gli aeroporti da parte dei gestori non ne ho mai visti.malpensante ha scritto: ↑sab 01 apr 2023, 12:53:42
Altri collegamenti ferroviari non godono dello stesso contributo da parte del gestore aeroportuale.
Calcola che certi aeroporti ad esempio si sono trovati in eredità infrastrutture totalmente pagate dallo stato e non autofinanziate dai gestori, ma nessuno si è mai stracciato le vesti.
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Re: Bilancio SEA 2022
Non me le straccio nemmeno io, ma mi fa piacere se un gestore italiano fa profitti e paga le relative tasse in Italia, piuttosto che incrementi i suoi una linea aerea che paga le tasse altrove. Sbaglio?
Re: Bilancio SEA 2022
Concordo. Le eccezioni sono poche.malpensante ha scritto: ↑sab 01 apr 2023, 09:51:41 I risultati si vedono, gli aeroporti USA fanno pena.
MXP3000... sognando un hub...
Re: Bilancio SEA 2022
numeri notevoli, un pax su 3 prende il treno!cesare.caldi ha scritto:
Nelle statistiche sui mezzi di trasporto utilizzati per raggiungere MXP il treno è cresciuto dell' 11% passando dal 21 al 32%. Praticamente un pax su tre raggiunge MXP in treno, è un buon risultato ma penso si potrebbe fare ancora meglio.
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Re: Bilancio SEA 2022
Seppur il servizio sia decisamente migliorabile i treni sono spesso particolarmente pieniI-Alex ha scritto:numeri notevoli, un pax su 3 prende il treno!cesare.caldi ha scritto:
Nelle statistiche sui mezzi di trasporto utilizzati per raggiungere MXP il treno è cresciuto dell' 11% passando dal 21 al 32%. Praticamente un pax su tre raggiunge MXP in treno, è un buon risultato ma penso si potrebbe fare ancora meglio.
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Re: Bilancio SEA 2022
A mio parere c'è un aumento della quota di passeggeri incoming, che sono più concentrati su Milano, per cui c'è servizio.
L'outgoing è più disperso e peggio servito, andrà meglio con la T2-Gallarate in servizio.
L'outgoing è più disperso e peggio servito, andrà meglio con la T2-Gallarate in servizio.
Re: Bilancio SEA 2022
Tra l’altro l’aumento da 21% a 32% è del 50% non dell’11%I-Alex ha scritto: ↑dom 02 apr 2023, 10:00:47numeri notevoli, un pax su 3 prende il treno!cesare.caldi ha scritto:
Nelle statistiche sui mezzi di trasporto utilizzati per raggiungere MXP il treno è cresciuto dell' 11% passando dal 21 al 32%. Praticamente un pax su tre raggiunge MXP in treno, è un buon risultato ma penso si potrebbe fare ancora meglio.
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Re: Bilancio SEA 2022
Aeroporti, Brunini (Sea): «Ci prepariamo a un’estate record, ripartono i voli intercontinentali»
di Leonard Berberi
Siamo fuori dal tunnel e ci prepariamo ad avere un’estate brillante», tira quasi un sospiro di sollievo — dopo tre anni di pandemia — Armando Brunini, amministratore delegato di Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Milano Linate e Malpensa. Ma, avverte durante una chiacchierata con il Corriere della Sera, «stiamo entrando in un periodo di grande volatilità: il settore oggi non è quello che abbiamo lasciato prima del Covid». Emergenza sanitaria che Sea, ricorda Brunini, «ha sfruttato per attrezzarsi ad affrontare questo nuovo mondo».
Il bilancio 2022
Da poco la società — che vede come azionisti principali il Comune di Milano (54,81%) e il blocco del fondo F2i (45,01%) — ha approvato il bilancio del 2022: 734,8 milioni di euro di ricavi (oltre il doppio del 2021), un utile netto pari a 182,5 milioni (contro i -75,1 milioni dell’anno prima) e un indebitamento finanziario netto quasi dimezzato a 388,2 milioni (contro i 654,8 milioni del 2021). A livello di traffico i due aeroporti — tra i principali del Paese — hanno visto transitare 28,9 milioni di passeggeri, +108% rispetto all’anno prima, ancora in calo sul 2019 (pre Covid): -18%, quasi tutto dovuto al ritardo della ripresa dei voli intercontinentali.
In generale che 2022 è stato?
«Abbiamo assistito a un anno fatto di due fasi. La prima particolarmente depressa. La seconda ha colto tutti impreparati per la forte ripresa del traffico. Se confrontati con i grandi hub europei noi di Sea siamo andati meglio: non siamo un vero e proprio hub, ma siamo grande gateway intercontinentale».
E questa prima del 2023?
«Nel primo trimestre abbiamo chiuso con il -6% rispetto al pre Covid e in rialzo del 40% sullo stesso periodo del 2022. Notiamo che i tassi di riempimento dei velivoli sono buoni e la sensazione è che ci sia domanda nonostante tutto: l’inflazione, la guerra in Ucraina, la chiusura prolungata di alcuni mercati intercontinentali».
Che estate ci attende?
«Il ritmo di recupero sarà invertito: il lungo raggio crescerà, in percentuale, di più del breve e medio raggio rispetto all’anno passato».
Questo riguarda anche l’Asia, area che da sempre è «attenzionata» da Sea?
«Sì. Sulla Cina, per esempio, avremo più frequenze di quelle pre pandemia. E tutto questo, lo ricordo, senza avere un vettore che faccia hub da noi e nonostante la scomparsa di Air Italy che a Malpensa faceva diversi collegamenti intercontinentali».
Crescita dovuta solo all’uscita dalla pandemia?
«È il segno che siamo rapidi nel cogliere le opportunità e attenti a leggere il mercato. Ma, soprattutto, è la conferma della potenza di Milano e di questa parte del Paese che gira, si muove, è forte, è dinamica forse più del 2019. Noi siamo al servizio di questo pezzo d’Italia».
L’amministratore delegato del gruppo Lufthansa — che vuole investire in Ita Airways — ha detto pochi giorni fa al «Corriere» che l’area di Milano è il terzo bacino il terzo bacino passeggeri in Europa dopo Parigi e Londra.
«E non possiamo che essere contenti di questo riconoscimento. Ovviamente tutto dipenderà da come loro intendono servire questo territorio».
E come dovrebbero?
«A nostro avviso bisogna migliorare la connettività e i tempi di raggiungimento di certe destinazioni. L’85% delle connessioni da/per Milano sono dirette, solo il 15% fa scalo: un terzo di questi perché “costretti”, gli altri due terzi perché preferiscono volare via Linate. Per noi conta accorciare i tempi di viaggio».
Avete parlato con Lufthansa?
«Finora no».
Tra gli addetti ai lavori si discute su come sarà l’estate in Europa in termini di regolarità del servizio dopo quella passata con migliaia di voli cancellati e lunghe code negli aeroporti.
«Un po’ di attenzione a quello che succederà nei cieli europei c’è. Dai segnali che riceviamo c’è preoccupazione più sulla tenuta, in termini di capacità di gestione, del traffico aereo».
Quindi se l’anno scorso il problema era tra le strutture a terra, quest’anno rischiamo problemi in alta quota?
«In Europa negli aeroporti ci saranno meno problemi, ma non spariranno. In alta quota sì, penso ci siano rischi maggiori».
Gli aeroporti di Milano sono pronti?
«Abbiamo riaperto il Terminal 2 a Malpensa e siamo a posto con la capacità infrastrutturale. Abbiamo aggiornato il resto del sistema aeroportuale sulla programmazione estiva delle compagnie e li abbiamo sensibilizzati a prepararsi. C’è però un mercato del lavoro più difficile, una serie di operatori che lavorano con noi hanno qualche complessità».
Gli aeroporti di Milano hanno aperto la frontiera dei controlli di sicurezza senza estrarre liquidi o computer da zaini e trolley.
«Durante il Covid, nonostante le difficoltà e le risorse limitate, abbiamo investito selettivamente per uscire fuori il meglio possibile. Da un lato abbiamo lavorato sulla connettività, dall’altro ci siamo concentrati su come servire al meglio il passeggero: e qui entra in gioco la “smart security”.
Gli scanner di nuova generazione al Terminal 1 di Malpensa e a Linate di fatto eseguono la Tac al contenuto del bagaglio a mano. Quanto sono efficienti?
«Basti pensare che questi macchinari gestiscono quasi il doppio delle persone rispetto ai modelli precedenti e dimezzano i tempi di attesa. Da quello che ci risulta nel 2021 Linate era l’unico aeroporto al mondo dove il passeggero poteva avere solo quel servizio moderno».
I passeggeri apprezzano?
«Decisamente. La valutazione del servizio offerto è salita da 3,5 nel 2020 a 4,1 nel 2022 su un massimo di cinque. Grazie anche alla riqualifica di Linate che abbiamo concluso durante il Covid».
I due aeroporti di Sea vedono un certo equilibrio tra l’offerta di vettori low cost e tradizionali, in un Paese dove i primi hanno una quota di mercato decisamente elevata.
«Pensiamo di avere un rapporto equilibrato con tutti i vettori: riconosciamo la capacità delle low cost di stimolare la domanda, ma noi siamo forti del fatto che abbiamo un bacino di utenza decisamente ampio».
La corsa a riprendersi i passeggeri pre Covid deve però fare i conti con le istanze ambientali.
«Sostenibilità e decarbonizzazione sono in cima alla nostra lista. Le pressioni della società, della politica, della normativa diventano concrete a tal punto che in alcuni scali, come quello di Amsterdam, vogliono tagliare i voli. Quello che chiediamo come settore però è di non avere pregiudizi e di riconoscere più incentivi ad attuare comportamenti virtuosi che portino alla decarbonizzazione. Noi come Sea stiamo facendo la nostra parte».
Come?
«L’anno prossimo a Malpensa avremo il primo impianto di produzione di idrogeno per alimentare i mezzi a terra. Un primo mattoncino per costruire una “valle” per quando arriveranno gli aerei a idrogeno. Nel breve e medio periodo investiamo sull’elettrico e sul carburante sostenibile per l’aviazione (Saf). Come Sea incentiviamo l’utilizzo a Linate e Malpensa del Saf che viene fornito da Eni: paghiamo noi una quota del costo del Saf acquistato dai vettori — che ha un prezzo di mercato maggior del cherosene — per ridurre le emissioni. Poi ci sono investimenti sull’illuminazione a Led, cambieremo gli impianti di condizionamento».
Tutte queste iniziative con quanti contributi pubblici?
«Se parliamo del Pnrr l’apporto è pari a zero perché l’aviazione non è stata considerata. Ma siamo diventati bravi a pescare nei bandi europei che puntano sulla sostenibilità, sull’efficienza, sulla digitalizzazione».
Sui voli privati si fanno sempre più forti le contestazioni degli ambientalisti. Come se ne esce?
«Al di là degli estremismi, capisco chi protesta. Credo sia responsabilità della filiera della business aviation anticipare le azioni di decarbonizzazione come il Saf, l’alimentazione elettrica o l’idrogeno. A Linate c’è già chi usa il Saf più che può».
Cargo e aviazione privata sono gli altri due pilastri.
«È così. Non ci sono solo gli Airbus A380 pieni di passeggeri, ma anche il trasporto merci e i voli business, due nostri primati. Su Malpensa passa il 65% dell’intero cargo aereo nazionale, un elemento importante per l’economia di un Paese come il nostro manifatturiero ed esportatore. La business aviation è cresciuta del 20% nel 2022 nei nostri due aeroporti, più della media europea e italiana».
Il futuro è fatto anche di nuove modalità di trasporto: in cima ci sono i taxi volanti.
«Ci stiamo attrezzando anche su questo. Abbiamo fatto degli studi, costituiremo nei prossimi mesi la società — in joint venture con Skyports —, abbiamo scelto l’amministratore delegato, ma non posso fare ancora il nome. Se arriva la certificazione dei velivoli nel 2026 saremo pronti per i giochi olimpici invernali Milano-Cortina».
lberberi@corriere.it
https://www.corriere.it/economia/aziend ... 23fa.shtml
di Leonard Berberi
Siamo fuori dal tunnel e ci prepariamo ad avere un’estate brillante», tira quasi un sospiro di sollievo — dopo tre anni di pandemia — Armando Brunini, amministratore delegato di Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Milano Linate e Malpensa. Ma, avverte durante una chiacchierata con il Corriere della Sera, «stiamo entrando in un periodo di grande volatilità: il settore oggi non è quello che abbiamo lasciato prima del Covid». Emergenza sanitaria che Sea, ricorda Brunini, «ha sfruttato per attrezzarsi ad affrontare questo nuovo mondo».
Il bilancio 2022
Da poco la società — che vede come azionisti principali il Comune di Milano (54,81%) e il blocco del fondo F2i (45,01%) — ha approvato il bilancio del 2022: 734,8 milioni di euro di ricavi (oltre il doppio del 2021), un utile netto pari a 182,5 milioni (contro i -75,1 milioni dell’anno prima) e un indebitamento finanziario netto quasi dimezzato a 388,2 milioni (contro i 654,8 milioni del 2021). A livello di traffico i due aeroporti — tra i principali del Paese — hanno visto transitare 28,9 milioni di passeggeri, +108% rispetto all’anno prima, ancora in calo sul 2019 (pre Covid): -18%, quasi tutto dovuto al ritardo della ripresa dei voli intercontinentali.
In generale che 2022 è stato?
«Abbiamo assistito a un anno fatto di due fasi. La prima particolarmente depressa. La seconda ha colto tutti impreparati per la forte ripresa del traffico. Se confrontati con i grandi hub europei noi di Sea siamo andati meglio: non siamo un vero e proprio hub, ma siamo grande gateway intercontinentale».
E questa prima del 2023?
«Nel primo trimestre abbiamo chiuso con il -6% rispetto al pre Covid e in rialzo del 40% sullo stesso periodo del 2022. Notiamo che i tassi di riempimento dei velivoli sono buoni e la sensazione è che ci sia domanda nonostante tutto: l’inflazione, la guerra in Ucraina, la chiusura prolungata di alcuni mercati intercontinentali».
Che estate ci attende?
«Il ritmo di recupero sarà invertito: il lungo raggio crescerà, in percentuale, di più del breve e medio raggio rispetto all’anno passato».
Questo riguarda anche l’Asia, area che da sempre è «attenzionata» da Sea?
«Sì. Sulla Cina, per esempio, avremo più frequenze di quelle pre pandemia. E tutto questo, lo ricordo, senza avere un vettore che faccia hub da noi e nonostante la scomparsa di Air Italy che a Malpensa faceva diversi collegamenti intercontinentali».
Crescita dovuta solo all’uscita dalla pandemia?
«È il segno che siamo rapidi nel cogliere le opportunità e attenti a leggere il mercato. Ma, soprattutto, è la conferma della potenza di Milano e di questa parte del Paese che gira, si muove, è forte, è dinamica forse più del 2019. Noi siamo al servizio di questo pezzo d’Italia».
L’amministratore delegato del gruppo Lufthansa — che vuole investire in Ita Airways — ha detto pochi giorni fa al «Corriere» che l’area di Milano è il terzo bacino il terzo bacino passeggeri in Europa dopo Parigi e Londra.
«E non possiamo che essere contenti di questo riconoscimento. Ovviamente tutto dipenderà da come loro intendono servire questo territorio».
E come dovrebbero?
«A nostro avviso bisogna migliorare la connettività e i tempi di raggiungimento di certe destinazioni. L’85% delle connessioni da/per Milano sono dirette, solo il 15% fa scalo: un terzo di questi perché “costretti”, gli altri due terzi perché preferiscono volare via Linate. Per noi conta accorciare i tempi di viaggio».
Avete parlato con Lufthansa?
«Finora no».
Tra gli addetti ai lavori si discute su come sarà l’estate in Europa in termini di regolarità del servizio dopo quella passata con migliaia di voli cancellati e lunghe code negli aeroporti.
«Un po’ di attenzione a quello che succederà nei cieli europei c’è. Dai segnali che riceviamo c’è preoccupazione più sulla tenuta, in termini di capacità di gestione, del traffico aereo».
Quindi se l’anno scorso il problema era tra le strutture a terra, quest’anno rischiamo problemi in alta quota?
«In Europa negli aeroporti ci saranno meno problemi, ma non spariranno. In alta quota sì, penso ci siano rischi maggiori».
Gli aeroporti di Milano sono pronti?
«Abbiamo riaperto il Terminal 2 a Malpensa e siamo a posto con la capacità infrastrutturale. Abbiamo aggiornato il resto del sistema aeroportuale sulla programmazione estiva delle compagnie e li abbiamo sensibilizzati a prepararsi. C’è però un mercato del lavoro più difficile, una serie di operatori che lavorano con noi hanno qualche complessità».
Gli aeroporti di Milano hanno aperto la frontiera dei controlli di sicurezza senza estrarre liquidi o computer da zaini e trolley.
«Durante il Covid, nonostante le difficoltà e le risorse limitate, abbiamo investito selettivamente per uscire fuori il meglio possibile. Da un lato abbiamo lavorato sulla connettività, dall’altro ci siamo concentrati su come servire al meglio il passeggero: e qui entra in gioco la “smart security”.
Gli scanner di nuova generazione al Terminal 1 di Malpensa e a Linate di fatto eseguono la Tac al contenuto del bagaglio a mano. Quanto sono efficienti?
«Basti pensare che questi macchinari gestiscono quasi il doppio delle persone rispetto ai modelli precedenti e dimezzano i tempi di attesa. Da quello che ci risulta nel 2021 Linate era l’unico aeroporto al mondo dove il passeggero poteva avere solo quel servizio moderno».
I passeggeri apprezzano?
«Decisamente. La valutazione del servizio offerto è salita da 3,5 nel 2020 a 4,1 nel 2022 su un massimo di cinque. Grazie anche alla riqualifica di Linate che abbiamo concluso durante il Covid».
I due aeroporti di Sea vedono un certo equilibrio tra l’offerta di vettori low cost e tradizionali, in un Paese dove i primi hanno una quota di mercato decisamente elevata.
«Pensiamo di avere un rapporto equilibrato con tutti i vettori: riconosciamo la capacità delle low cost di stimolare la domanda, ma noi siamo forti del fatto che abbiamo un bacino di utenza decisamente ampio».
La corsa a riprendersi i passeggeri pre Covid deve però fare i conti con le istanze ambientali.
«Sostenibilità e decarbonizzazione sono in cima alla nostra lista. Le pressioni della società, della politica, della normativa diventano concrete a tal punto che in alcuni scali, come quello di Amsterdam, vogliono tagliare i voli. Quello che chiediamo come settore però è di non avere pregiudizi e di riconoscere più incentivi ad attuare comportamenti virtuosi che portino alla decarbonizzazione. Noi come Sea stiamo facendo la nostra parte».
Come?
«L’anno prossimo a Malpensa avremo il primo impianto di produzione di idrogeno per alimentare i mezzi a terra. Un primo mattoncino per costruire una “valle” per quando arriveranno gli aerei a idrogeno. Nel breve e medio periodo investiamo sull’elettrico e sul carburante sostenibile per l’aviazione (Saf). Come Sea incentiviamo l’utilizzo a Linate e Malpensa del Saf che viene fornito da Eni: paghiamo noi una quota del costo del Saf acquistato dai vettori — che ha un prezzo di mercato maggior del cherosene — per ridurre le emissioni. Poi ci sono investimenti sull’illuminazione a Led, cambieremo gli impianti di condizionamento».
Tutte queste iniziative con quanti contributi pubblici?
«Se parliamo del Pnrr l’apporto è pari a zero perché l’aviazione non è stata considerata. Ma siamo diventati bravi a pescare nei bandi europei che puntano sulla sostenibilità, sull’efficienza, sulla digitalizzazione».
Sui voli privati si fanno sempre più forti le contestazioni degli ambientalisti. Come se ne esce?
«Al di là degli estremismi, capisco chi protesta. Credo sia responsabilità della filiera della business aviation anticipare le azioni di decarbonizzazione come il Saf, l’alimentazione elettrica o l’idrogeno. A Linate c’è già chi usa il Saf più che può».
Cargo e aviazione privata sono gli altri due pilastri.
«È così. Non ci sono solo gli Airbus A380 pieni di passeggeri, ma anche il trasporto merci e i voli business, due nostri primati. Su Malpensa passa il 65% dell’intero cargo aereo nazionale, un elemento importante per l’economia di un Paese come il nostro manifatturiero ed esportatore. La business aviation è cresciuta del 20% nel 2022 nei nostri due aeroporti, più della media europea e italiana».
Il futuro è fatto anche di nuove modalità di trasporto: in cima ci sono i taxi volanti.
«Ci stiamo attrezzando anche su questo. Abbiamo fatto degli studi, costituiremo nei prossimi mesi la società — in joint venture con Skyports —, abbiamo scelto l’amministratore delegato, ma non posso fare ancora il nome. Se arriva la certificazione dei velivoli nel 2026 saremo pronti per i giochi olimpici invernali Milano-Cortina».
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https://www.corriere.it/economia/aziend ... 23fa.shtml
Re: Bilancio SEA 2022
Prendendo per buone le affermazioni di Brunini, circa il 10% dei passeggeri di SEA (MXP + LIN) vola da LIN verso altri hub europei perché trova più comodo partire da viale Forlanini invece che da MXP. Attenzione che non vuol dire che necessariamente a MXP ci sia il volo diretto cercato, magari bisogna fare comunque scalo. Ma una cosa è fare, ad esempio, LIN-CDG-LAX e un'altra un ipotetico MXP-BOS-LAX. Nel secondo caso ci si guadagnerebbe un collegamento LR in più.
In valori assoluti si parla di circa 2,9 milioni di passeggeri, ossia poco meno di 8mila passeggeri al giorno, una cifra non disprezzabile.
In valori assoluti si parla di circa 2,9 milioni di passeggeri, ossia poco meno di 8mila passeggeri al giorno, una cifra non disprezzabile.
Re: Bilancio SEA 2022
sono sempre 11 punti percentuali non 11%cesare.caldi ha scritto: ↑dom 02 apr 2023, 13:39:42Si ho scritto male intendevo l'aumento della quota di mercato del treno
Re: Bilancio SEA 2022
Se continuano così i numeri fra due anni ci sarà spazio per passare da 4 a 6 treni sempre che in regione e trenord abbiano un pelo di lungimiranza. Abbiamo già discusso sul forum su possibili schemi. Sperem...malpensante ha scritto:A mio parere c'è un aumento della quota di passeggeri incoming, che sono più concentrati su Milano, per cui c'è servizio.
L'outgoing è più disperso e peggio servito, andrà meglio con la T2-Gallarate in servizio.
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Re: Bilancio SEA 2022
Esatto, le parole di Brunini di fatto mostrano quanto deleterio sia Linate sul sistema milanese e mostrano quanto MXP sia percepito come quasi inesistente da una consistente fetta dell'utenza.KittyHawk ha scritto:Prendendo per buone le affermazioni di Brunini, circa il 10% dei passeggeri di SEA (MXP + LIN) vola da LIN verso altri hub europei perché trova più comodo partire da viale Forlanini invece che da MXP. Attenzione che non vuol dire che necessariamente a MXP ci sia il volo diretto cercato, magari bisogna fare comunque scalo. Ma una cosa è fare, ad esempio, LIN-CDG-LAX e un'altra un ipotetico MXP-BOS-LAX. Nel secondo caso ci si guadagnerebbe un collegamento LR in più.
In valori assoluti si parla di circa 2,9 milioni di passeggeri, ossia poco meno di 8mila passeggeri al giorno, una cifra non disprezzabile.
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Re: Bilancio SEA 2022
Lo spazio c’è e senza stravolgere di una virgola l’assetto orario tra Saronno e Bovisa. L’abbiamo già riportato diverse volte in altre discussioni. È l‘affidabilità dell’operatore ferroviario il vero punto di domanda.kco ha scritto: ↑dom 02 apr 2023, 16:29:02Se continuano così i numeri fra due anni ci sarà spazio per passare da 4 a 6 treni sempre che in regione e trenord abbiano un pelo di lungimiranza. Abbiamo già discusso sul forum su possibili schemi. Sperem...malpensante ha scritto:A mio parere c'è un aumento della quota di passeggeri incoming, che sono più concentrati su Milano, per cui c'è servizio.
L'outgoing è più disperso e peggio servito, andrà meglio con la T2-Gallarate in servizio.
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Re: Bilancio SEA 2022
Lo spazio c’è SOLO lontano dalle ore di punta dei pendolari.
Re: Bilancio SEA 2022
Non rivangherei in questo 3d i dettagli. Da qui al 2024 avremo modo di parlarne. Nel frattempo noto che la fattibilità di migliorare in generale l'offerta, anche magari prolungando treni AV, dipende dal totale di passeggeri aeroportuali che usano il treno. Più questi aumentano più riesce facile scavarci qualcosa di buono. Questi due anni saranno fondamentali per aumentare questi numeri il più possibile.malpensante ha scritto:Lo spazio c’è SOLO lontano dalle ore di punta dei pendolari.
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Bilancio SEA 2022
Sarebbe utile magari entro fine 2025 avere un servizio decisamente più all’avanguardia visto cosa ospiteremo a febbraio 2026.
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Re: Bilancio SEA 2022
Stima e rispetto per aver avuto abbastanza paxxe per chiamare le cose con il proprio nome.canadian#affairs ha scritto: ↑dom 02 apr 2023, 13:42:41non siamo un vero e proprio hub, ma siamo grande gateway intercontinentale».
Brunini ci informa che appena il 5% dei pax è costretto a fare scalo, per cui ben il 95% ha almeno un'opzione per volare non-stop da Milano. Risposta da tenere a mente ogni volta che l'immaginazione spazia verso presunti enormi mercati non presidiati. Semplicemente non esistono. Dove vale la pena di volare, c'è quasi sempre qualcuno che ci vola.canadian#affairs ha scritto: ↑dom 02 apr 2023, 13:42:41«A nostro avviso bisogna migliorare la connettività e i tempi di raggiungimento di certe destinazioni. L’85% delle connessioni da/per Milano sono dirette, solo il 15% fa scalo: un terzo di questi perché “costretti”, gli altri due terzi perché preferiscono volare via Linate. Per noi conta accorciare i tempi di viaggio».
E per doveroso che sia abbassare ancora questa percentuale, mi sembra evidente che la matematica non lasci spazio alle attese di miracoli a prescindere da qualsiasi cosa possano fare i 3 aeroporti milanesi.
Veniamo al 10% che, pur avendo opzioni con voli non-stop, scelgono di volare con scalo partendo da LIN. Innanzitutto va precisato che non sono tutti viaggiatori LR. Ci sono tante località che, pur essendo servite direttamente da Milano, lo sono con frequenze e/o orari non necessariamente adatti a tutti. Volare attraverso i grandi hub d'oltralpe, permette molto spesso maggior scelta e soprattutto la possibilità di volare AR in giornata nelle rotte europee.
Altri fattori di scelta possono essere il prezzo, la compagnia, le alleanze, i contratti corporate. E siccome il fattore determinante in questi casi non può essere il tempo di percorrenza (qualsiasi volo diretto da qualsiasi scalo milanese sarà sempre e comunque più veloce di un volo con scalo), mi sembra abbastanza logico supporre che nella maggior parte dei casi questi pax che ora partono da LIN, prenderebbero gli stessi voli anche se partissero da MXP (o BGY). Specie le fidelizzazioni, fanno miracoli nell'indirizzare i pax verso questa o quella compagnia.
Quello che ne esce a mio avviso, è un quadro dove il bicchiere è molto più che mezzo pieno. E che ci dice che Milano è molto ben presidiato quanto a voli diretti.
Poi se uno vuole vivere in un universo parallelo dove lo standard dovrebbe essere LHR, questo è un problema suo.
Ma un sistema aeroportuale che garantisce a 19 pax su 20 di avere voli diretti verso le località prescelte, secondo me sta facendo un buon lavoro assolvendo al suo ruolo di collegare Milano con il resto del mondo. E lo fa anche guadagnando soldi nella gestione (oltre che nelle infinite ricadute indirette).
Per cui va benissimo cercare di migliorare, ma con la consapevolezza che quello attuale è uno standard decisamente alto e che lo spazio per aumentare il network è giocoforza limitato.
Se è un no diplomatico, va bene. Se è un no sincero, abbiamo la misura dello spazio che ITA by LH avrà nel sistema milanese.
Re: Bilancio SEA 2022
Nel 85% dei pax che volano diretti sono conteggiati tutti: nazionali, Schengen, extra Schengen...
Sarebbe a mio avviso più interessante e chiaro calcolare quella % solo sul traffico extra Schengen o meglio intercontinentale
Sarebbe a mio avviso più interessante e chiaro calcolare quella % solo sul traffico extra Schengen o meglio intercontinentale
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Re: Bilancio SEA 2022
Il 5% di 29 milioni di passeggeri sono 1.450.000 passeggeri. Davvero si crede che in quel numero ci stiano tutti i passeggeri di Milano per buonissima parte delle destinazioni di Asia, Oceania e continente americano? Non è un'interpretazione un po' restrittiva delle parole di Brunini?
Sia MXP-JFK-SFO che LIN-CDG-SFO rientrano entrambi nel 5%? E di conseguenza quasi 3 milioni di persone preferiscono fare scalo altrove pur di partire da LIN e non prendere un volo diretto da MXP (BGY non è contemplato nei dati rilasciati)?
Come verifica, prendiamo i dati di LIN nel 2022. Sono 7,7 milioni di passeggeri. Di questi, 3,7 milioni (i 3 milioni per comodità più metà dei "costretti" a fare scalo) fanno scalo partendo o arrivando a Milano. Rimangono perciò solo 4 milioni di passeggeri con O/D Linate. Domando: è un dato plausibile oppure no, come penso?
Sia MXP-JFK-SFO che LIN-CDG-SFO rientrano entrambi nel 5%? E di conseguenza quasi 3 milioni di persone preferiscono fare scalo altrove pur di partire da LIN e non prendere un volo diretto da MXP (BGY non è contemplato nei dati rilasciati)?
Come verifica, prendiamo i dati di LIN nel 2022. Sono 7,7 milioni di passeggeri. Di questi, 3,7 milioni (i 3 milioni per comodità più metà dei "costretti" a fare scalo) fanno scalo partendo o arrivando a Milano. Rimangono perciò solo 4 milioni di passeggeri con O/D Linate. Domando: è un dato plausibile oppure no, come penso?
Re: Bilancio SEA 2022
Nessuna interpretazione, solo matematica. Inoltre quel 5% riguarda tutto il mondo, Europa inclusa, dove ci sono una miriade di piccoli scali non collegati a Milano con volo diretto.KittyHawk ha scritto: ↑dom 02 apr 2023, 21:43:52 Il 5% di 29 milioni di passeggeri sono 1.450.000 passeggeri. Davvero si crede che in quel numero ci stiano tutti i passeggeri di Milano per buonissima parte delle destinazioni di Asia, Oceania e continente americano? Non è un'interpretazione un po' restrittiva delle parole di Brunini?
Essendo SFO non collegato a Milano con volo diretto, suppongo di si.
Brunini ci dice questo. Per inciso non mi focalizzerei troppo sul fattore LIN, le variabili che elencavo nel post precedente valgono anche per i voli con scalo in partenza da MXP. Non saprei dire se BGY sia incluso o meno in queste statistiche, secondo me no.
Sono indubbiamente tanti, però i numeri di Brunini ci dicono questo.KittyHawk ha scritto: ↑dom 02 apr 2023, 21:43:52 Come verifica, prendiamo i dati di LIN nel 2022. Sono 7,7 milioni di passeggeri. Di questi, 3,7 milioni (i 3 milioni per comodità più metà dei "costretti" a fare scalo) fanno scalo partendo o arrivando a Milano. Rimangono perciò solo 4 milioni di passeggeri con O/D Linate. Domando: è un dato plausibile oppure no, come penso?
Mi permetto di quotare un vecchio post di Malpensante:
viewtopic.php?f=7&t=12006&p=173343&hilit=fughe#p173372malpensante ha scritto: ↑dom 18 feb 2018, 14:53:11 Quanto alla ripartizione dei passeggeri intercontinentali, nel 2017 sono stati
MXP 5.310.944
LIN 761.294
BGY 34.112
LIN ha avuto solo il 12.5% dei passeggeri intercontinentali (15,1% dei pax Business, 14,5% dei pax First)
Verso il Nordamerica, il 19,7% dei pax totali (20,1% dei pax Business, 21,1% dei pax First).
Verso l'Argentina il 22% dei pax, ma verso Il Brasile solo il 12,3%. Verso il Canada il 24, 9%, verso la California il 33,4%, verso New York solo l'8,2%.
L'impatto di Linate è soprattutto dovuto all'assenza di prosecuzioni con compagnie IATA a Malpensa verso le destinazioni principali, in particolare quelle italiane.
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