La crisi constringe molti a dormire in aeroporto

le news dal "E.Forlanini"
Avatar utente
I-Alex
Site Admin
Messaggi: 30462
Iscritto il: sab 13 ott 2007, 01:13:01
Località: near Malpensa

La crisi constringe molti a dormire in aeroporto

Messaggio da leggereda I-Alex » mar 25 mag 2010, 17:38:07

Milano, con il miraggio di mille euro dormendo in aeroporto

«Con mille euro? Con mille euro al mese vai da dio». Simone, 44 anni e un lungo curriculum nella ristorazione, ricorda quella vecchia canzone di Gilberto Mazzi. Allora si parlava in lire, ma il senso è ancora attuale. «Quando il lavoro scarseggia e ai mille non arrivi, allora sì che le cose si mettono male».
Aeroporto di Linate, 11 di sera, zona partenze. Simone è appena arrivato con l’autobus 73, che in pochi minuti porta dal Duomo allo scalo milanese, ma con sé non ha alcun biglietto aereo. Una sigaretta, quattro chiacchiere e poi a dormire, che la mattina la sveglia suona presto.

A Linate dopo mezzanotte tutto tace
Simone è uno di quei passeggeri che non partono mai, ben vestito, discreto, insomma uno “normale”. «Io non abito qua – ci tiene a precisare – questo è solo un brutto periodo. La vita mi ha giocato qualche scherzo. Questa volta è successo a me, ma può succedere a tutti». Quando guadagna meglio si permette un affittacamere «magari dividendo la stanza con un amico». Un’età non più giovanissima e un introito che balla. Quando balla bene suona come mille sospirati euro.
Poco dopo mezzanotte gli ospiti dormono già, gli ultimi passeggeri sono andati e l’aeroporto è finalmente silenzioso. Distesi sulle panchine del piano superiore, gli abitanti fissi di Linate sono una ventina. Addetti alle pulizie e alla sicurezza non ci fanno più caso. «Qua non si sta male, è riscaldato e pulito. Se stai tranquillo nessuno ti dà fastidio». Alle prese del bar ricaricano il cellulare, con i bagni e i distributori automatici si arrangiano per toilette e colazione. Poi via in città con il primo bus del giorno dopo. Qualcuno va in cerca di un impiego, qualcun altro un'occupazione ce l'ha. Come Giovanni, 50 anni, segretario nello studio di un professionista: «Avevo una ditta, poi è fallita e in un attimo mi sono trovato in strada. Al lavoro mi pagano il giusto, però ci sono ancora i debiti. Spero di andarmene presto da qua».

Non sono clochard i nuovi poveri
«Questi non sono clochard – spiegano i volontari della Croce Rossa – hanno una vita regolare o l’hanno avuta fino a poco tempo fa». Ma basta una separazione e in una città come Milano devi scegliere: «La casa alla ex, gli alimenti ai figli e non restano più soldi per l’affitto». Alfredo, 47 anni, dipendente in un'officina artigiana, tiene gli occhi bassi mentre racconta: «A conti fatti non rimane quasi niente».
Sono le povertà al limite: un passo avanti e sei dentro, uno indietro e sei in strada. Pochi hanno voglia di raccontare, la vergogna è tanta: «Ognuno di noi ha la sua storia, ma la tiene per sé». Nei dormitori pubblici «strapieni e sporchi» non ci vogliono andare. Non è gente di strada, loro questa vita non la vogliono fare. E poi «è solo un periodo». Forse a Milano mille euro non sono molti, ma per qualcuno quando ci arrivi «vai da dio».

fonte: Lombardianews.it
Malpensa airport user

Torna a “info LINATE - LIN”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Ahrefs [Bot], Google [Bot] e 3 ospiti