Gli accademici conoscono la realtà degli APT?

le news dagli aeroporti non lombardi
Regole del forum
in questa sezione si trattano argomenti di aeroporti stranieri ma anche italiani fuori dalla Lombardia
Avatar utente
hal
Moderatore
Messaggi: 8484
Iscritto il: gio 04 ott 2007, 21:13:47
Località: MXP

Gli accademici conoscono la realtà degli APT?

Messaggio da leggereda hal » ven 24 giu 2011, 13:02:07

malpensante ha scritto:Fenomenale l' ultimo articolo dove dice che SEA non offre incentivi ai vettori, ma aumenta le tasse per coprire il deficit.
SEA non è mai stata in deficit, ma ci sono tanti defic.. in giro per le redazioni.
Ecco qui gli articoli scaricabili in PDF

Espresso 23062011_01
Espresso 23062011_02


Immagine
Immagine
Immagine
Immagine

Ecco qui gli articoli scaricabili in PDF

Espresso 23062011_01
Espresso 23062011_02
Il maggior nemico della conoscenza non è l’ignoranza,
è la presunzione della conoscenza.


Stephen Hawking

Avatar utente
flyEK
Messaggi: 2255
Iscritto il: mer 05 nov 2008, 16:17:05

Gli accademici conoscono la realtà degli APT?

Messaggio da leggereda flyEK » ven 24 giu 2011, 14:19:47

malpensante ha scritto:Manca il vomitevole articolo de L'Espresso.

Al culmine del peggio immaginabile il prof. Ponti dice che SEA dovrebbe costruire asili con i profitti.
Purtroppo il codice penale mi scoraggia dallo scrivere quello che penso di lui. A far da coro Boitani e un ignoto analista.
Il fine è duplice, bloccare la terza pista e cercare di impedire la quotazione in Borsa di SEA, premendo da sinistra su Pisapia.
Boitani è il mio professore di Macroeconomia...... :duro:
Federico
Non è la specie più forte a sopravvivere, nè la più intelligente, ma quella più pronta al cambiamento. C. Darwin

KittyHawk
Messaggi: 6895
Iscritto il: mer 11 giu 2008, 23:29:09
Località: Milano

Gli accademici conoscono la realtà degli APT?

Messaggio da leggereda KittyHawk » ven 24 giu 2011, 14:24:21

Il prof. Ponti enuncia tre punti fondamentali che riguardano SEA e più in generale tutti gli aeroporti. Ma, non stranamente, non riesce a elaborare e spiegare compiutamente i concetti.

1) L'aeroporto è un monopolio naturale, che si spiega col fatto che, tranne limitati casi, una città o territorio ha o può sostenere un solo aeroporto. I monopoli "non naturali" sono quelli che, grazie alle quote di mercato o a leggi protezionistiche (vedi AZ sulla LIN-FCO), impediscono la concorrenza. Tutti i monopoli significano mancanza di concorrenza e conseguentemente nessun vantaggio per gli utenti, che si traduce con prezzi alti e/o qualità scadente. Per avere una vera concorrenza a Milano occorrerebbe che LIN e MXP avessero gestori diversi e nessun limite imposto per legge o regolamento.

2) Tutti i gestori aeroportuali sono società con degli azionisti, siano essi enti pubblici o investitori privati, che vogliono vedere remunerato il capitale investito.

3) Se un aeroporto deve allora generare profitti in una situazione di non concorrenza, tanto vale allora che questi vadano a favore della collettività, sotto forma di servizi e infrastrutture, compresi ovviamente gli asili, che evidentemente non saranno mai formalmente a carico di SEA (SEA paga i dividendi e poi Comune e Provincia decidono come spenderli).

Per capire come funziona un monopolio naturale: il gruppo Atlantia nel 2010 ha registrato un utile netto di circa 700 milioni di euro, in buona parte derivante dalle autostrade italiane. Ora, se la società Autostrade non fosse finita ai Benetton, quei soldi sarebbero quanto meno rimasti nella casse dello Stato italiano (tanto chi percorre le autostrade non ha avuto nessun giovamento dalla privatizzazione).

Avatar utente
malpensante
Messaggi: 20932
Iscritto il: mar 20 nov 2007, 18:05:14
Località: Milano

Gli accademici conoscono la realtà degli APT?

Messaggio da leggereda malpensante » ven 24 giu 2011, 16:33:35

Bonomi spiegava bene la scorsa settimana che gli aeroporti non sono più dei monopoli naturali.

Tutti i vettori cercano un "pacchetto" e piazzano gli aerei sulle rotte e negli aeroporti che più convengono.
Non esiste più il vettore che vuole per forza volare da Bologna a Palermo, ma c' è quello che ha aerei da piazzare, Ryanair o Singapore fanno lo stesso e li mettono sulle rotte che rendono di più e costa meno. I professori dovrebbero scendere dalla torre d' avorio e ogni tanto STUDIARE per aggiornarsi.

A parte che l' idea di monopolio è una scemenza, perché i servizi aeroportuali a Milano sono o in concorrenza (handling) o con tariffe fissate da ENAC e Ministeri vari.

Per avere la concorrenza che funzioni come pensa un professore dovrebbero esserci più aeroporti in concorrenza con infiniti slot disponibili a qualsiasi ora. Chi ne ripagherebbe i costi? L' Emiro?

KittyHawk
Messaggi: 6895
Iscritto il: mer 11 giu 2008, 23:29:09
Località: Milano

Gli accademici conoscono la realtà degli APT?

Messaggio da leggereda KittyHawk » ven 24 giu 2011, 19:15:25

Un monopolio naturale si crea quando non è possibile o conveniente duplicare una qualsiasi struttura. L'Autostrada del Sole, ad esempio, è un monopolio naturale, perché nessuno ha la possibilità o volontà di costruirne una accanto. Anche le reti ferroviare e telefoniche lo sono, anche se le seconde in misura minore.

Bonomi, se questo è il suo pensiero, ha secondo me le idee un pochino confuse. Se veramente pensa che gli aeroporti non godano di rendita di posizione, allora scelga di cedere o LIN o MXP a un altro gestore, tanto poi gli basterà allettare le compagnie aeree con tariffe scontate o dei gadget per vincere la sfida.
Mentre attendo che ciò avvenga, sarei curioso di sapere perché si stanno tanto da fare per creare la cordata degli aeroporti del nord, se veramente alle compagnie aeree non interessa dove volano ma solo quanti soldi fanno...

papavero
Messaggi: 7
Iscritto il: sab 04 giu 2011, 23:08:12

Gli accademici conoscono la realtà degli APT?

Messaggio da leggereda papavero » sab 25 giu 2011, 15:28:55

3) Se un aeroporto deve allora generare profitti in una situazione di non concorrenza, tanto vale allora che questi vadano a favore della collettività, sotto forma di servizi e infrastrutture, compresi ovviamente gli asili, che evidentemente non saranno mai formalmente a carico di SEA (SEA paga i dividendi e poi Comune e Provincia decidono come spenderli).

mah...mi chiedo comunque cosa sia servito spendere tanti soldi per la festa del 5 maggio che SEA ha organizzato a RHO , forse con quelli si poteva davvero organizzare qualcosa di utile per la collettività.

Avatar utente
hal
Moderatore
Messaggi: 8484
Iscritto il: gio 04 ott 2007, 21:13:47
Località: MXP

Gli accademici conoscono la realtà degli APT?

Messaggio da leggereda hal » sab 25 giu 2011, 19:56:00

Vista l'interessante discussione che si è sviluppata sposto il topic in altra sede più consona,
Il maggior nemico della conoscenza non è l’ignoranza,
è la presunzione della conoscenza.


Stephen Hawking

papavero
Messaggi: 7
Iscritto il: sab 04 giu 2011, 23:08:12

Re: Gli accademici conoscono la realtà degli APT?

Messaggio da leggereda papavero » sab 25 giu 2011, 23:49:35

quello che c'è di interessante è la leggerezza con cui affrontano la comunicazione come nel caso dell'articoletto di ieri

http://archiviostorico.corriere.it/2011 ... 4008.shtml

affrontare il problema dell'emissione di CO2 eliminando la cravatta ha un che di deficit di formazione nella comunicazione ad alti livelli, perchè a lungo termine una "genialata" del genere potrebbe essere anche additata come una possibile bufala quando purtroppo non lo è.

MUSICA
Messaggi: 4569
Iscritto il: mar 24 nov 2009, 14:34:11

Re: Gli accademici conoscono la realtà degli APT?

Messaggio da leggereda MUSICA » dom 26 giu 2011, 01:25:09

punte, pante (gane), pinti, ponti, che p.... sta gente che parla e parla e viene pagata almeno 3000 Euro ad intervista.
Senz'altro molti su questo sito dicono cose più sensate di loro (inclusi giornalisti).

Penso sia vero: stanno premendo in casa sul sindaco per stoppare la terza e forse la quotazione... ma anche SEA si svegli...parlino quando devono. Speriamo che il nuovo sindaco abbia coraggio su Mxp.

Comunque penso che la migliore vittoria possa arrivare con dei fatti...tanti voli LR. E tanti Frecciarossa. Ideale sarebbe 10 al giorno per tratta. Ma anche 8 vanno benone. Accettabili 7 corse. Meno? Non sarebbero così appetibili per coprire bene le coincidenze con l'aereo.

Spero non andare OT: se proprio Easy non la possono spostare, che cerchino low cost da "connettare" direttamente al T2.
Air Transat riempirebbe grazie ai voli dal Sud grazie anche a pax che usano molto Easyj. Più : Air Asia X. Anche Pegasus non starebbe male al T2 (sono tanti gli emigrati turchi in Canada). Così vedrei il T2 tranquillamente a 10 / 12 milioni entro 2 anni. Sì, (soprattutto alla luce delle aspettative di Via Milano) se si potesse sfruttare Easy con elemento coincidenze direttamente al T2, penso che il successo sarebbe enorme...
...e Air Berlin? Qualcuno in SEA ha provato a chiedergli se volessero fare un minihub a Mxp? Hanno un forte traffico sul Sud che, specie in Inverno, potrebbe passare da Mxp. E, generando coincidenze potrebbe aprire a LR. Come fanno a Dus e a Berlino...magari charterizzate. Prendessero Livingston avrebbero già una base tecnica e staff preparato abbinando voli charter o linee charteizzate... non sarebbe male...

:ciao: Quindi: perchè questi super accademici non propongono cose concrete come queste invece di continuare a menare il torrone in negativo? Anch'io critico fortemente. Ma , seppur con tanti limiti, mi sforzo di offrire (umilmente) delle soluzioni. Come la maggioranza degli scriventi su questo sito.

Avatar utente
malpensante
Messaggi: 20932
Iscritto il: mar 20 nov 2007, 18:05:14
Località: Milano

Re: Gli accademici conoscono la realtà degli APT?

Messaggio da leggereda malpensante » lun 27 giu 2011, 23:43:22

KittyHawk ha scritto:Un monopolio naturale si crea quando non è possibile o conveniente duplicare una qualsiasi struttura. L'Autostrada del Sole, ad esempio, è un monopolio naturale, perché nessuno ha la possibilità o volontà di costruirne una accanto. Anche le reti ferroviare e telefoniche lo sono, anche se le seconde in misura minore.

Bonomi, se questo è il suo pensiero, ha secondo me le idee un pochino confuse. Se veramente pensa che gli aeroporti non godano di rendita di posizione, allora scelga di cedere o LIN o MXP a un altro gestore, tanto poi gli basterà allettare le compagnie aeree con tariffe scontate o dei gadget per vincere la sfida.
Penso che tu non abbia capito quello che intende Bonomi. Una volta chi voleva volare a Milano andava da SEA e chiedeva quanto costava, adesso è SEA a chiedere ai vettori di venire a Milano e loro replicano chiedendo che condizioni offre la SEA. Se sono interessanti bene, altrimenti mettono i voli altrove.

Naturalmente quanto sopra non vale per chi vuole volare da FCO a LIN, ma non penserai che i vettori del Golfo arrivino perché dalle loro parti hanno scoperto quant' è bello fare shopping in via Spiga. Chi ha i soldi per aumentare la flotta, che si chiami Emirates o Ryanair o Air Asia X non cambia, ha una corte di aeroporti che fanno a gara per avere i voli. Questo non è proprio un monopolio naturale.

KittyHawk
Messaggi: 6895
Iscritto il: mer 11 giu 2008, 23:29:09
Località: Milano

Re: Gli accademici conoscono la realtà degli APT?

Messaggio da leggereda KittyHawk » mar 28 giu 2011, 00:40:45

@malpensante

Dalle tue parole evinco che sia proprio Bonomi a usare in modo non corretto certi concetti. Se intendeva che le compagnie aeree non guardano più dove volano, ma solo dove "fanno soldi", e quindi Milano città non ha più una rendita di posizione, allora ha usato impropriamente il concetto di "monopolio naturale". Resta il fatto che se uno deve collegare Milano sicuramente non atterra a Comiso o a Levaldigi, anche se in Trinacria o nella Provincia Granda magari gli fanno ponti d'oro. Al massimo posa le ruote sotto le Alpi Orobiche. Dove, guarda caso, l'aeroporto è partecipato da SEA.

In realtà il tuo intervento offre lo spunto per un interessante dibattito: fino a che punto conviene "sovvenzionare" le compagnie aeree affinché portino voli nel proprio aeroporto? e quale deve essere la funzione di un aeroporto, entità autoreferenziale che bada ai propri conti o struttura a sostegno dell'economia e occupazione pregiata del territorio? (in altre parole, grazie ai voli vogliamo aumentare il numero di camerieri o quello degli ingegneri e ricercatori?)

Avatar utente
malpensante
Messaggi: 20932
Iscritto il: mar 20 nov 2007, 18:05:14
Località: Milano

Re: Gli accademici conoscono la realtà degli APT?

Messaggio da leggereda malpensante » mar 28 giu 2011, 09:27:05

Probabilmente continuo a non spiegarmi bene. Il concetto di monopolio naturale implica l' inevitabilità del monopolio e della situazione in cui il venditore impone le proprie condizioni all' acquirente ed è dunque in grado di estrarre una rendita di monopolio.

Bonomi fa notare che il concetto è obsoleto se si vuole analizzare il rapporto odierno fra aeroporti e vettori e, aggiungo io, questo è il problema di anziani professori come Ponti che non sono aggiornati e non si rendono conto che il rapporto fra aeroporti e vettori è profondamente cambiato.

Il monopolio naturale presume l' assenza di alternative, ma se è vero che chi vuole atterrare a Milano può solo scegliere fra SEA e SACBO, non c' è più il presupposto, il voler atterrare a Milano. Varrà forse per Belavia, ma tutti i vettori che ora possono darti la crescita, che hanno decine di aerei in consegna, dettano loro le condizioni.

Guarda gli aeroporti minori, tutti sappiamo come fa Ryanair, vi pare che si lasci opprimere dai "monopoli naturali"?
Diversamente dalle vecchie compagnie di bandiera, obbligate a collegare il proprio territorio di origine agli altri, per il libertino MO'L è proprio vero che, fra gli aeroporti, "Questo o quello per me pari sono". E vola dove gli conviene maggiormente.

Linate, proprio in virtù della retrizione dell' offerta, è un monopolio naturale o per meglio dire un monopolio "artificioso", ma, questo era l' esempio di Bonomi, SQ può impiegare sulla BCN-GRU l' aereo che avrebbe impiegato sulla MXP-JFK. SEA non ha pricing power in quella situazione, non può estorcere rendita di monopolio a Singapore Airlines. Mettendo per un attimo da parte i problemi di autorizzazione, bilaterali e simili, SQ ha un aereo da piazzare e non sceglierà certo, fra MXP e BCN, il gestore aeroportuale che impone condizioni di "monopolio"

Ogni aeroporto ha di solito il monopolio sul proprio territorio (non in Padania dove c' è un' alternativa ogni 50 km), ma questo non vuol dire che l' aeroporto possa più dettare le proprie condizioni al vettore. Si deve anzi offrire e, se l' offerta non è attraente, il vettore piazzerà i propri aero-mobili altrove.

Volendo essere più precisi il monopolio del libro di testo di microeconomia presume che dall' altro lato ci sia un' infinità di attori senza potere di mercato e soprattutto senza alternative, ma ora, per i pochi vettori che "fanno il mercato", le alternative sono tante.

KittyHawk
Messaggi: 6895
Iscritto il: mer 11 giu 2008, 23:29:09
Località: Milano

Re: Gli accademici conoscono la realtà degli APT?

Messaggio da leggereda KittyHawk » mer 29 giu 2011, 01:24:44

Interessante scambio di opinioni, in cui credo entrambi si abbia una parte di ragione. Peccato che non si sia svolto davanti a due boccali di fresca birra o a un'ottima bottiglia di Franciacorta! Sarà per un'altra volta. :beer: .

Penso si possa tentare una sintesi dei punti fin'ora toccati. Proverò ad elencarli, senza alcun ordine di importanza, sperando di non tralasciare niente. Al massimo basterà aggiungere quanto saltato.

1) I "monopoli naturali" possono essere definiti come "un'attività nella quale una produzione differenziata è più costosa di una produzione monopolistica". Nella concezione odierna si possono identificare nelle grandi infrastrutture, quelle che è economicamente proibitivo o svantaggioso duplicare. Si pensi ad esempio a una doppia rete di distribuzione del gas metano. Talvolta l'ostacolo non è (o non è solo) economico, ma fisico, come puo accadere per un grande aeroporto intercontinentale, con le sue piste di 4000 metri e tutti gli spazi a contorno.

2) Un monopolio naturale non garantisce una rendita certa, dato che occorrerebbe che i clienti non abbiano altra scelta. Diciamo che il monopolio naturale è una condizione del tutto particolare, dove il monopolio non si è creato in seguito a un'azione di conquista totalizzante del mercato, come nei monopoli classici, ma piuttosto sfruttando una rendita "di posizione". Se a nessuno interessa quello che offre, di potere contrattuale il monopolio naturale ne ha poco.

3) L'industria del trasporto aereo è cambiata. Dalla visione classica, in cui lo scopo industriale è trasportare dei passeggeri tra A e B, possibilmente guadagnandoci, si è passati in molti casi a una visione completamente economica, in cui l'importante è massimizzare i guadagni e dove il trasporto reale dei passeggeri è semplicemente un aspetto (o la scusa) di un'attività economica più vasta. MoL è stato un precursore di questa visione, quando ancora anni fa diceva che il viaggio avrebbe potuto essere gratis, bastava guadagnare attraverso altri canali.
Anche gli aeroporti si sono adeguati a questo andazzo e ormai gli introiti "non aeronautici" sono quanto meno pari a quelli "aeronautici", se non superiori (quant'è la provigione sulle vendite che SEA chiede ai negozi, oltre l'affitto? 10-15%?). 40 o 50 anni fa le cose, per gli aeroporti, erano sicuramente molto, ma molto diverse.

4) Sulla base di quanto appena detto, è chiaro che certe compagnie aeree possono permettersi di contrattare la loro presenza coi gestori aeroportuali, che vedono quindi sfumare la rendita del "monopolio naturale". Ma non tutte le compagnie aeree possono farlo e non tutti gli aeroporti hanno il medesimo potenziale economico per attrarre queste compagnie.

5) Visto che comunque ci sono compagnie aeree che, per mille motivi (perché guadagnano proprio dal trasporto dei passeggeri o delle merci, perché è condicio sine qua non affinché le autorità del proprio Paese le garantiscano certi vantaggi economici, etc.), devono continuare a collegare A con B, allora se con questo "monopolio naturale" l'aeroporto genera dei profitti, tanto vale che essi rimangano a favore della comunità locale e non vadano a ingrossare le tasche di qualcuno che si trova magari a centinaia o migliaia di chilometri di distanza.

Avatar utente
malpensante
Messaggi: 20932
Iscritto il: mar 20 nov 2007, 18:05:14
Località: Milano

Re: Gli accademici conoscono la realtà degli APT?

Messaggio da leggereda malpensante » mer 29 giu 2011, 10:40:04

Bene per la prossima volta, ma sono astemio :beer:

Dobbiamo ricordare che il potere di monopolio è ben limitato, perché le tariffe aeroportuali non sono liberamente stabilite dagli aeroporti, ma dal contratto di programma firmato con ENAC e approvato da credo un paio di Ministeri. Le tariffe sono fissate in base al consueto criterio RAB, Regulatory Asset Base e sostanzialmente lo sono in modo da garantire che vengano ripagati gli investimenti previsti nel contratto di programma.

SEA vuole sostanziosi aumenti delle tariffe, per finanziare l' espansione, ma molti vettori, appunto perché non hanno un legame con l' aeroporto come può averlo Lufthansa a Monaco, se ne fregano e vogliono solo pagare il meno possibile, ma sono ottiche diverse, che non hanno nulla a che fare con la eventuale presenza di un monopolio.

KittyHawk
Messaggi: 6895
Iscritto il: mer 11 giu 2008, 23:29:09
Località: Milano

Re: Gli accademici conoscono la realtà degli APT?

Messaggio da leggereda KittyHawk » mer 29 giu 2011, 14:41:08

malpensante ha scritto:Bene per la prossima volta, ma sono astemio :beer: .
Non ti preoccupare! La Lombardia è piena di fonti di ottime acque minerali. Qualcosa da bere. magari con le bollicine, lo troviamo di sicuro. :lol: :ciao:


Torna a “AEROPORTI NEL MONDO”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 5 ospiti