ATTENZIONE: questo racconto è ad uso esclusivo degli utenti del forum e del sito “AeroportiLombardi” e non è riproducibile e/o utilizzabile da chicchessia, anche in modo parziale ed in altra forma, senza il preventivo consenso dato per iscritto dal suo autore.
ATTENTION: this story is exclusive to the “AeroportiLombardi” forum and website users’ only, and the reproduction, storage in a retrieval system or transmission in any form or by any means, electronic, mechanical, photocopying, recording or likewise, is prohibited without previous written consent by the autor.
IL FUNZIONARIO ENAC…..IPERATTIVO
Racconto di I-DANB
“C’era una volta…..”. E sì, perché quando ero bambino, tutte le storielle iniziavano in questo modo.
Questa che invece vado a raccontarvi, incomincia in modo un pochino diverso. Prendendo spunto
dalla diatriba che in queste ultime settimane è sorta tra ENAC, l’ente che disciplina l’aviazione
civile nel nostro Paese e la compagnia low-cost irlandese Ryanair in merito alla validità ed
equipollenza dei documenti personali di riconoscimento, Vi racconto un piccolo fatto realmente
accaduto parecchi anni fa al sottoscritto, ma che ricordo perfettamente, come se fosse capitato ieri.
Siamo all’inizio degli Anni Ottanta. Da circa sei mesi ho iniziato il corso per il conseguimento del
brevetto di pilota di primo grado. Sono già passate diverse lezioni da quando ho effettuato il primo
decollo da solo ed ho al mio attivo poco meno di diciotto ore di volo. Grazie alla bravura ed alla
grande professionalità addestrativi del mio istruttore, possiedo già una discreta padronanza del
mezzo e decollo ed atterro in tutta tranquillità. Anzi, dirò di più, l’essere alla guida di un aereo,
ormai non mi crea più alcun problema. Visto che una volta conseguito il brevetto, questo mi
consentirà di poter “svolazzare” per tutta la penisola, l’ultima parte del corso prevede alcuni voli che
in gergo aeronautico vengono chiamati “fuori campo”.
Sono già stato a Biella, Genova, Malpensa ed Alessandria. Ora è il turno di Bergamo Orio al Serio,
che a quell’epoca era, come si suol dire, una vera e propria cattedrale nel deserto. Lo affermo a
ragion veduta, in quanto, in seguito è stato spesso meta dei miei primi voli, ed in alcuni casi, mi
trovavo ad essere l’unico traffico di buona parte della giornata.
Dopo questo piccolo, ma doveroso preambolo, inizia il vero e proprio racconto. E’ una bella mattina
di mezza primavera. Quando arrivo in aeroclub, i raggi del sole producono già i propri effetti, tanto
che, malgrado non siano ancora scoccate le nove, la temperatura all’aria aperta è già gradevole. La
visibilità, anche grazie al vento che ha soffiato nei due giorni precedenti, è buona. Il velivolo con il
quale effettuerò questa lezione di volo, che sarà anche l’ultima a doppio comando prima del
sospirato esame ministeriale, che i vertici del sodalizio hanno programmato per fine mese, è il solito
Partenavia P-66C. I meccanici, dopo aver effettuato i prescritti controlli giornalieri, lo hanno già
rifornito e parcheggiato in linea di volo.
Quando entro nell’aula dove si svolgono le lezioni di teoria, per stilare il piano di volo, trovo il mio
istruttore, il comandante Caio, il quale a sorpresa, m’informa che il volo sarà un tantinello più lungo
del previsto. Dopo aver fatto scalo ad Orio, proseguiremo infatti per il campo di Cremona, dove mi
dice, deve incontrare un suo vecchio amico. Non ho nulla in contrario, in fin dei conti, è tutta
esperienza in più.
Decolliamo quando ormai mancano pochi minuti alle dieci. Il volo, eseguito secondo le norme
VFR, quindi mantenendo una quota massima di 1500 piedi ground, prevede la seguente rotta:
Saronno Vor, poi per evitare il CTR di Linate, prua leggermente a nord-est fino ad incontrare il
fiume Adda. Successivamente, virata secca di novanta gradi per prua 180, in direzione del Vor di
Trezzo. Il punto obbligatorio per l’ingresso da ovest nel CTR di Bergamo, si trova a Cassano
d’Adda, località facilmente riconoscibile per l’altissima torre della centrale elettrica situata nel
proprio territorio comunale. Sono trascorsi circa una quarantina di minuti dal decollo da Venegono,
quando posiamo le ruote del carrello del nostro piccolo velivolo sulla pista 29 dell’aeroporto di
Bergamo, denominato “Orio Al Serio”. Quando arriviamo al parcheggio, il piazzale è desolatamente
vuoto. In compenso, veniamo accolti da tre operatori aeroportuali. Uno fa degli strani gesti, (a
quell’epoca non mi era ancora stata illustrata la figura del signalman ed il significato delle sue
mosse), un altro ci mette i tacchi ed il terzo ci scorta a piedi verso l’aerostazione. “Che lusso !!”
penso tra me e me. Entrati in aerostazione, io e l’istruttore decidiamo di recarci al bar per sorbire un
caffè od un cappuccino. Prima però, ci vogliamo scrollare di dosso il fastidio delle solite formalità
burocratiche. Varchiamo entrambi l’ingresso dell’ufficio della Direzione aeroportuale. Dietro la
scrivania, è seduto un funzionario che all’apparenza sembra aver abbondantemente superato la
mezza età. Dopo averlo salutato, l’istruttore Caio gli porge il foglio di “volo scuola”, debitamente
compilato e sottoscritto. Non so se è tuttora così, ma a quei tempi, per questa tipologia di volo, le
norme prevedevano l’esenzione totale dal pagamento di qualsiasi tassa di approdo o handling.
Il funzionario però “non si accontenta” e ci chiede di esibirgli il brevetto ed i documenti del
velivolo, che però abbiamo lasciato a bordo, all’interno di una cartella alloggiata in un’apposita tasca
dietro uno dei sedili. Malgrado il comandante Caio, gli assicuri che è tutto in regola, il funzionario è
irremovibile.
“Voglio vedere i documenti, altrimenti non ripartite!!” tuona con voce minacciosa. Ma fin qui, nulla
di strano. E’ pagato per fare questo. Il comandante Caio mi ordina di ritornare sull’aereo per
prendere i documenti.
Quando ritorno, consegno i documenti al funzionario. Questi incomincia a scrutarli
meticolosamente. Continua a girarli e rigirarli nelle proprie mani, ma non vi trova nulla di anomalo.
Come aveva in precedenza asserito il mio istruttore, sia i documenti personali, sia quelli del
velivolo, sono tutti validi e perfettamente in regola. Quasi mostrando un certo disappunto, il
funzionario ce li riconsegna bofonchiando un “Tutto a posto, potete andare”.
Nel rimettere nella cartella i documenti, il comandante Caio mi dice:
“Dobbiamo ripartire subito, perchè siamo già in ritardo. Ho dato appuntamento al mio amico per le
11.00 e non vorrei che non vedendomi arrivare, se ne ritorni a casa. Vuol dire che ci fermeremo qui
a Bergamo anche al ritorno, così unitamente al caffè, prenderemo anche qualcosa da mangiare”
In meno di dieci minuti siamo già in rotta per il piccolo campo di Cremona Migliaro. Il volo è
breve, una ventina di minuti o poco più. Quando liberiamo la corta pista, vediamo l’amico del
comandante Caio, anch’egli un istruttore, che ci attende vicino al suo aereo in compagnia del
rispettivo allievo. Parcheggiamo affianco. Quando scendiamo dall’aereo, tra il mio istruttore ed il
suo amico è tutto un susseguirsi di baci ed abbracci. Scene da tipica rimpatriata tra vecchi compagni
d’avventura.
Dopo un’oretta circa, si riparte.
Come deciso, ritorniamo ad Orio al Serio. Il mio stomaco incomincia a farsi sentire, emettendo
strani suoni. Anche l’istruttore ammette di avere un certo appetito. Entrambi non vediamo l’ora,
quantomeno, di azzannare un panino abbondantemente farcito. Ma prima del piacere, il dovere.
Solita cappatina in Direzione aeroportuale per consegnare il foglietto di volo scuola.
“Vai tu, così per guadagnare un po’ di tempo io incomincio ad ordinare” mi dice il comandante
Caio.
Trovo dietro la scrivania il funzionario di prima. Gli porgo il foglio. Mi guarda e mi dice “Sì va
bene, ma i documenti dove sono ??”
“Scusi, ma quali documenti ??” gli chiedo
“I documenti !! Il suo brevetto e quelli del velivolo !! Lo sa o non lo sa che deve avere con sè il
certificato di navigabilità, la carta azzurra dell’assicurazione ed il certificato di stazione radio !!” mi
risponde sbraitando.
“Sì lo so, ma guardi che li ha controllati nemmeno due ore fa !! Non si ricorda ??”
In quel mentre, non avendomi visto ritornare, entra dalla porta il comandante Caio.
Voltandomi verso di lui, gli dico:
“Comandante, il signore vuole rivedere i documenti”.
“Cosaaa ?? Ma se li ha controllati meno di due ore fa !! Se alle undici di questa mattina erano a
posto, ora che sono le tredici, non possono essere scaduti !! Io non ho mai visto un documento che
scade a mezzogiorno, o no ??” risponde il comandante Caio con voce un tantino alterata,
rivolgendosi al funzionario.
“Glielo ripeto, mi esibisca i documenti !!” ribadisce il funzionario.
“D’accordo, sarà fatto !! Ma lasci che glielo dica. Lei ci stà facendo perdere solo del gran tempo.
Mica sono tutti come lei, che non ha nulla di meglio da fare che complicare la vita al prossimo !!”
Controllati per l’ennesima volta i documenti, il funzionario ce li riconsegna questa volta senza
proferire parola.
“E’ tutto in regola ?? Possiamo andare ??” chiede il comandante Caio.
Come risposta, il funzionario ci fa un cenno con il capo.
Quando al bar ordiniamo i caffè, l’istruttore Caio dice al barista “Sia gentile, mi dia doppia bustina
di zucchero”, sorridendo e giustificando la richiesta con la seguente frase: “Non saprei come
dire….ma ho un certo amaro in bocca !!”
Bene, il racconto termina qui. A Voi i commenti.
Per dovere di cronaca, sento l’obbligo di precisare che dopo di quella volta, raramente mi è stato
richiesto di esibire i documenti, sia personali che del velivolo. In particolar modo all’estero. In tutta
la mia carriera di pilota, ho fatto scalo in centinaia di aeroporti dislocati in tutta Europa e per un
certo periodo di tempo anche in buona parte del resto del mondo e non mi è mai, ripeto mai, stato
richiesto dalle competenti autorità, di esibire loro i miei titoli aviatori