Alitalia lascia a terra duecento dipendenti di Wind Jet, ma con sette anni di stipendio a carico dei contribuenti

Marco Giovanniello – 10 maggio 2012

Prosegue la campagna lanciata da Alitalia a gennaio per allargare la propria quota di mercato nei voli nazionali. Inizialmente tra gli obiettivi c’ era anche Blue Panorama, che è presente pure nel settore charter, ma non si è raggiunto un accordo sul prezzo e l’ espansione ora va solo in direzione della disastrata Wind Jet, attiva soprattutto in Sicilia e in particolare a Catania, dove il proprietario Antoninio Pulvirenti possiede anche la locale squadra di calcio.
La crisi e l’ alto prezzo del petrolio stanno provocando una moria fra le linee aeree europee più piccole, quest’ anno hanno già chiuso dapprima la storica compagnia di bandiera ungherese Malev, poi la catalana Spanair e la danese Cimber, la chiusura della britannica bmibaby è già programmata per la fine dell’ estate. Due settimane fa Wind Jet, che ha denunciato perdite salite da poco meno di duecentomila euro nel 2009 a tre milioni nel 2010, fino a 11 milioni nel 2011, ha avviato la procedura di mobilità per tutti i suoi 504 dipendenti e sopravvive in terapia intensiva solo nella speranza che vada in porto l’ assorbimento da parte di Alitalia, che ha siglato l’ accordo d’ acquisto a metà aprile, ma attende il benestare dell’ ENAC, Ente Nazionale Aviazione Civile e soprattutto dell’ Antitrust.
Il tempo stringe e c’ è il rischio che Wind Jet, che pare non paghi lo stipendio ai dipendenti da mesi, esaurisca la cassa prima che vengano concesse le necessarie autorizzazioni. A quel punto i suoi aerei verrebbero messi a terra, i suoi quasi tre milioni di passeggeri annui si disperderebbero fra i concorrenti e sfumerebbe il piano di Alitalia di appropriarsene, per rinsaldare la sua posizione in cima alla classifica italiana, che Ryanair insidia sia nei fatti che con qualche comunicato stampa dall’ aritmetica eccessivamente ottimistica.
Comunque vadano le cose Alitalia non intende rilevare i 215 dipendenti di terra di Wind Jet, l’ operazione d’ acquisto salverebbe il posto solo ai 289 naviganti, perché tutte le attività amministrative verrebbero trasferite a Roma per essere svolte dagli attuali impiegati e dirigenti della compagnia di bandiera.
È molto improbabile che mantengano il posto i lavoratori di terra ed è altrettanto improbabile che intervenga per un salvataggio la Regione Sicilia in veste di nuovo proprietario, come si legge qua e là in rete. Proprio il numero dei non naviganti era già chiaramente eccessivo e la possibilità di continuare ad effettuare gli stessi voli con il 40% di persone in meno è l’ altra faccia della medaglia, ottima dal punto di vista dell’ efficienza gestionale, le sinergie con Alitalia sono più che evidenti.
Restano le considerazioni di interesse pubblico e oltre alle preoccupazioni per la concorrenza ci sarebbe forse da chiarire se c’ è una politica dei trasporti che si occupi del collegamento delle isole almeno con Roma e Milano. La Sardegna fatica a rinnovare la formula della cosiddetta Continuità Territoriale, per cui le compagnie aeree offrono prezzi fissi e ridotti ai sardi in cambio del monopolio delle rotte, la Sicilia forte di più ampi numeri che permettono un facile riempimento degli aerei si è fin qui affidata al mercato e in particolare proprio a Wind Jet, ma il domani è incerto.
Il problema concorrenziale maggiore, oltre a quella da Palermo dove è presente anche easyJet, è nella rotta da Catania a Roma Fiumicino, che dopo il completamento dell’ alta velocità ferroviaria ha sorpassato la Milano Linate–Fiumicino diventando la più importante d’ Italia. In questo momento, se non vado errato, Alitalia vola 10 volte al giorno fra il Colosseo e l’ Etna, Wind Jet e Blue Panorama 4 volte ciascuna. Dopo la fusione il rapporto sarebbe di 14 a 4, sufficiente per consentire ad Alitalia di fare quello che vuole delle tariffe, senza che Blue Panorama o altri possano intervenire introducendo nuovi voli, per la difficile disponibilità di slot a Fiumicino, soprattutto negli orari più interessanti.
La soluzione che auspico venga adottata dall’ Antitrust è l’ imposizione ad Alitalia di cedere un certo numero di slot a Fiumicino, negli orari più congrui, a chi volesse effettuare nuovi voli per Catania e Palermo. Difficile però essere ottimisti guardando ad un recentissimo precedente, AGCOM ha considerato inammissibile il monopolio Alitalia fra Roma Fiumicino e Linate, ha cercato di imporre il blando rimedio di lasciare che Alitalia stessa suggerisca una soluzione, ma ha ricevuto come risposta un ricorso al TAR, Alitalia non intende rinunciare al monopolio con Milano e probabilmente con Catania farà lo stesso, sostenendo che i 4 voli di Blue Panorama costituiscono un’ alternativa sufficiente.
Il monopolio di Altalia sulla Milano–Roma ha ricevuto una discreta copertura mediatica, l’ Antitrust ha decretato che è l’ unica rotta per cui la mancanza di slot a Linate è un problema, perché tutti gli altri voli possono essere effettuati in alternativa a Malpensa o a Orio, dove gli slot non mancano. Poco si parla invece della scarsa concorrenza possibile a Roma, dove Ciampino è stato contingentato e ridotto per problemi di inquinamento acustico e Fiumicino scoppia di salute, ma è ormai saturo. Bisogna aumentare urgentemente la capacità del sistema aeroportuale romano per accomodare la domanda ed è bene accantonare il progetto balzano di costruire un nuovo aeroporto a Viterbo, che disterebbe 90 chilometri da Roma e per cui lo Stato dovrebbe spendere cifre immense per adeguare strade e ferrovie, nei prevedibili tempi biblici. La soluzione è costruire subito una nuova pista a Fiumicino, che renderebbe disponibili tanti nuovi slot a chi vuole aumentare l’ offerta, calmierando i prezzi.
Dopo lo schiaffo ricevuto sulla Fiumicino-Linate è bene che l’ Antitrust imponga ad Alitalia rimedi seri sulle rotte per Catania e Palermo, non cedendo ad eventuali ricatti occupazionali.
La notizia del giorno è che pare che ai dipendenti di terra di Wind Jet, naturalmente solo a quelli con contratto a tempo indeterminato, verrebbe concesso un sostegno al reddito nella forma di 4 anni di cassa integrazione guadagni straordinaria più 3 anni di mobilità, analogamente a quanto offerto a suo tempo ai dipendenti Alitalia. La situazione occupazionale in Sicilia è grave, la difficoltà di trovare un nuovo lavoro è innegabile, ma 7 anni sarebbero un privilegio ingiustificabile, scandaloso davanti a centinaia di migliaia di Italiani che hanno perso il posto senza ricevere alcun aiuto da parte dello Stato.
Anche il personale di terra di Wind Jet approfitterà del comodo cuscino della casta aerea? Non è bastato l’ osceno privilegio agli ex dipendenti di Alitalia? E perché per chi ha il contratto temporaneo e pur paga le medesime tasse c’ è sempre solo un calcio nel sedere?
Camusso, Fornero, siete d’ accordo?

Da LINKIESTA