Alitalia: il nuovo AD Ragnetti promette utili nel 2013…

Alitalia: il nuovo AD Ragnetti promette utili nel 2013, ma è difficile credergli. Intanto raddoppia i prezzi della Linate – Fiumicino che ha in monopolio

Marco Giovanniello – 21 giugno 2012

Dopo un paio di mesi di assoluto silenzio il nuovo Amministratore Delegato di Alitalia Andrea Ragnetti si è presentato alla grande, in una convention per dipendenti e clienti affezionati, svoltasi in un hangar di Fiumicino.
Il filo conduttore della giornata era sicuramente il mostrare che Alitalia è molto migliorata dai tempi della privatizzazione, che il progresso continua soprattutto nel rapporto con la clientela e che, nonostante un 2012 difficile, già nel 2013 i conti saranno in utile.
Ragnetti ha sciorinato i risultati ottenuti sotto la gestione del predecessore Rocco Sabelli, che si possono riassumere in elevati tassi di regolarità e puntualità dei voli, buoni numeri nella soddisfazione dei clienti, nonché nel rinnovo della flotta e degli allestimenti di bordo. Personalmente non sono afffatto convinto che l’ aver portato da 9 a 10 i sedili per fila della classe economica dell’ ammiraglia della flotta, il Boeing 777-200 che effettua i voli più lunghi, abbia migliorato il comfort dei passeggeri, ma sicuramente i fortunati che volano nella business class ora trovano poltrone che sono al miglior livello della concorrenza europea, così come coloro che optano per la intermedia economy plus. Il processo di rinnovo della flotta verrà completato entro breve tempo e chi non vola, ma vive vicino agli aeroporti, sarà felice del pensionamento dei gloriosi MD80, aerei di vecchia generazione molto più rumorosi e assetati di costoso carburante rispetto agli Airbus 320 che li hanno sostituiti.
Tutto bene dunque? No, Ragnetti ha lamentato la crescita del prezzo del carburante, ignorando la diminuzione degli ultimi mesi, il deprezzamento dell’ euro rispetto al dollaro, il futuro aumento delle tasse aeroportuali a Fiumicino, dimenticando che sono ferme da un decennio a un livello che è la metà di quello medio in Europa, la nuova normativa ETS della UE che impone di pagare per le emissioni di CO2 e che effettivamente non poteva essere introdotta in un momento più sbagliato. Si è anche lamentato dell’ Antitrust che non vuole lasciargli il monopolio della ricca rotta fra Linate e Fiumicino, di cui Alitalia gode da più di tre anni.
Il monopolio fra Linate e Fiumicino, non lascio e anzi raddoppio i prezzi
Pur astraendo dal fatto che nessuna rotta della dimensione della Linate-Fiumicino in nessun Paese al mondo è in monopolio, l’ AGCM si è limitata ad osservare che la maggior parte dei passeggeri fra Milano e Roma va e torna in giornata, che l’ AV ferroviaria è carente nelle prime e ultime ore del giorno in cui si concentra la domanda di chi appunto fa andata e ritorno in giornata ma, anziché emanare una direttiva risolutiva per il ripristino della concorrenza, ha deciso gentilmente che fosse Alitalia stessa a proporre una soluzione, entro 90 giorni.
Il baldo Ragnetti, che non se n’ è dato per inteso, ha risposto che tocca alle ferrovie estendere i propri orari di servizio e invero non si capisce perché Trenitalia e NTV dovrebbero darsi da fare per permettergli di mantenere una posizione di monopolio che non ha eguali nel mondo.
Si è annunciata una semplificazione tariffaria evitando di sottolineare che il prezzo minimo dei voli andata e ritorno fra Linate e Fiumicino quasi raddoppia a 204 euro, dai 104 che ricordo d’ aver pagato l’ ultima volta, mentre la concorrenza fra Frecciarossa e Italo permette di spendere solo 60 euro e il vettore low cost easyJet vende a partire da 67, ma volando da Milano Malpensa.
In Spagna la Madrid – Barcellona è lunga come la nostra Milano – Roma e anch’ essa deve affrontare la concorrenza dell’ alta velocità ferroviaria. Sono presenti tre compagnie aeree e il prezzo minimo di un volo di andata e ritorno in giornata è 110 euro.
Sul sito web di Alitalia ho cercato anche un volo da Milano Linate ad una destinazione nazionale qualunque, Palermo, per un giorno qualunque, il 12 settembre, con ritorno il giorno successivo, scoprendo che si può acquistare il biglietto A/R a soli 105 euro. Se però da Milano voglio volare a Roma spenderò il doppio per un volo che è lungo la metà, nonostante molti aerei volino semivuoti.
Quale dimostrazione più lampante degli effetti nefasti del monopolio?
Francamente sono rimasto stupito dalla spavalderia di Ragnetti, giusto perché non vorrei essere maleducato definendola impudenza. Alitalia non solo non vuole lasciare il monopolio come le è stato ordinato dalle Autorità, ma raddoppia i prezzi. In quale altro Paese del mondo succederebbe lo stesso?
Alitalia farà utili nel 2013?
Rocco Sabelli ha lasciato il timone di Alitalia perché convinto che poco si possa fare per migliorarne ancora i conti, dopo aver sfiorato il pareggio operativo nel 2011 con un po’ di doping legale, che ha imputato all’ anno passato benefici di accordi pluriennali, i cui effetti positivi mancheranno nel 2012 e nei successivi.
Sabelli voleva che si accelerasse la vendita di Alitalia al gruppo Air France, che non è affatto impedita dalla clausola di lock-up che scadrà nel 2013. Questa clausola, sbandierata da Berlusconi come garanzia dell’ italianità di Alitalia e curiosamente in scadenza insieme alla legislatura, giusto per non andare alle elezioni con un’ Alitalia già francese, è in realtà un semplice accordo fra i soci che può essere cancellato in qualsiasi momento, purché all’ unanimità. Sabelli pessimista ha premuto molto perché si vendesse subito, ma negli anni la crisi dei vettori europei ha polverizzato il loro valore borsistico e non c’ è alcun modo di vendere senza che Colaninno & Soci perdano molti soldi oppure Air France paghi un prezzo spropositato per Alitalia, se commisurato al proprio valore odierno in Borsa.
Il futuro di Alitalia pare ancora segnato, con il matrimonio a Parigi inevitabile, ma bisognerà attendere anni perché Air France si risani, paradossalmente facendo quella ristrutturazione che Alitalia ha già fatto. È di oggi la notizia di oltre 5.000 licenziamenti nel vettore francese, che avranno l’ OK di Hollande perché indispensabili.
Alitalia è un misto fra debole vettore intercontinentale hub&spoke, con hub debole, pochi aerei e pochi spokes, più un vettore nazionale messo sotto scacco dalle low cost che ora Ragnetti promettere di combattere, senza spiegare come e senza averne la struttura di bassi costi.
Con l’ attuale crisi economica il futuro di Alitalia è preoccupante, l’ operazione cavalieri coraggiosi messa in piedi da Gianni Letta per conto di Berlusconi si sfalda e né gli innegabili progressi già ottenuti, né quelli che il nuovo AD raggiungerà appaiono sufficienti a portare Alitalia al profitto e infatti Ragnetti non ha esposto un singolo conto per dimostare come si arriverà all’ utile, questo perché la nuova Alitalia è stata concepita come troppo piccola per stare sulle proprie gambe da sola e il futuro sposo Air France è nei guai. Quello che conta è sopravvivere il più a lungo possibile, sperando di trovare nel frattempo una soluzione.
Ragnetti ha motivato la truppa, smentendo le voci che parlavano di cassa integrazione per un migliaio di dipendenti, ma dopo la bella festa non c’ è motivo di credere che potrà rendere Alitalia un vettore che guadagna soldi, anziché perderne

Da LINKIESTA